Il Cuore dell'Accademia
- mdestefano
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Il Cuore dell'Accademia
Il Cuore dell'Accademia
Di Manuel De Stefano
« E con questa lezione il corso finisce, ragazzi. Ci vediamo tra un paio di settimane all’esame…»
Non faccio in tempo a concludere la frase che gli studenti, all’unisono, si alzano per uscire dall’aula. In fondo li capisco. Non è facile nemmeno per loro un corso alle quattro del pomeriggio, a Giugno.
Un gruppetto, però, si avvicina avido di domande.
« Professoressa Paoli, ha un minuto? »
« Prof., avrebbe qualche minuto per parlare di una possibile tesi… »
Sono questi i momenti di gratifica del mio lavoro. Non ho mai sopportato quei colleghi burberi che seminano il terrore tra gli studenti. È molto meglio ispirare amore verso la materia… e verso di me. Si ottengono risultati di gran lunga migliori. Ed eccone uno che si palesa sulla porta dell’aula.
A guardarlo bene, però, c’è qualcosa di strano. La folla dei ragazzi uscenti si dirada, e riesco a guardare meglio la figura che mi attende sull’uscio. È palesemente in ansia per qualcosa. Deve aver proprio bisogno di me se Domenico, il mio dottorando, è venuto a cercarmi fin qui. Gli faccio cenno di entrare.
« Sarò lieta di rispondere a tutte le vostre domande durante l’orario di ricevimento. Adesso, però, devo proprio parlare con il dottor Di Doria. »
La calca di studenti, che non manca di manifestare sonoramente la propria delusione, allenta la sua presa, e lentamente lascia l'aula.
« Ciao Domenico, cos’è quello sguardo preoccupato? »
Domenico esita. Ha lo sguardo basso ed evita il mio. Inclino la testa per guardarlo negli occhi.
« C’è qualche problema con il paper? »
Finalmente, con un filo di voce, riesce a parlare.
« Ciao Flaminia. Ecco… Sì… Vedi, gli esperimenti hanno impiegato troppo tempo. Ho finito l’analisi dei dati solamente ieri. Sono stato tutto il giorno a scrivere, ma manca ancora molto. Poi devi ancora lavorarci tu… Ho paura che non ce la faremo a rispettare la scadenza. »
Ha l’affanno neanche se avesse corso. Mi lascio sfuggire un lieve sbuffo. Pensavo peggio. Di certo non mi aspettavo una cosa del genere: sono mesi che lavoriamo a questo articolo proprio per mandarlo a questa conferenza. Che figura ci farei se una brillante accademica come me la mancasse? Pensavo che a quest’ora fosse già finito. Ma non è niente di irrisolvibile. Anzi la soluzione l’abbiamo praticamente già in tasca.
« Mi hai fatto spaventare, Domenico. Pensavo quale guaio irreparabile fosse accaduto! »
Alza lo sguardo. Le mie parole devono averlo sorpreso, a giudicare dal suo sopracciglio alzato.
« Ieri ho sentito Alexander, quel collega di Amsterdam che sta nel program commitee della conferenza, ricordi? »
Annuisce, ma non mi pare molto convinto.
« Beh, mi ha detto che il comitato stava valutando una estensione della deadline di una settimana, per dar modo a tutti, dato il periodo estivo, di poter mandare il proprio lavoro. Pare che non siamo l’unico gruppo in ritardo. »
A quelle parole lo vedo rasserenarsi. Rilassa i muscoli facciali. Quasi abbozza un sorriso.
« Ce la fai con una settimana in più? »
« Certo che ce la faccio! Riuscirò a finirlo in tempo ! »
E io riuscirò ad andare alla conferenza!
Mi squilla il telefono.
« Ah eccolo! Alexander mi sta giusto chiamando… »
Rispondo e con la mano gli faccio cenno di attendere.
« Ciao Alex. Fammi indovinare: estensione confermata? »
« In verità no, Flaminia. Il comitato non darà l’estensione.»
Gelo.
« Ma… per quale motivo!? »
« Sono state fatte delle scelte, Flaminia… Mi dispiace… »
Riattacco. Proprio non ci voleva.
Chiudo gli occhi e sbuffo palesemente senza preoccuparmi che Domenico se ne accorga o meno. Riapro gli occhi e riprendo il controllo di me stessa. Lui è pallido. Suda copiosamente e vistosamente. Lo sguardo perso punta di nuovo il pavimento.
« Credo che tu abbia già capito. Non possiamo contare su nessuna estensione. »
Riabbassa lo sguardo, più disperato di prima. O meglio, spaventato.
« Dai, su! Un paio di nottate e dovremmo farcela. »
Mi avvicino e gli tocco la spalla. Gli sorrido, ma non credo che riesca a vederlo.
« Tranquillo, su! Ce l’abbiamo sempre fatta. So che non mi deluderai… »
Dalla mano poggiata riesco a percepire un brivido che lo attraversa.
Certo che non lo farà. Non può deludermi. Perché perdere il mio amore sarebbe la cosa più terrificante per sua carriera.
Di Manuel De Stefano
« E con questa lezione il corso finisce, ragazzi. Ci vediamo tra un paio di settimane all’esame…»
Non faccio in tempo a concludere la frase che gli studenti, all’unisono, si alzano per uscire dall’aula. In fondo li capisco. Non è facile nemmeno per loro un corso alle quattro del pomeriggio, a Giugno.
Un gruppetto, però, si avvicina avido di domande.
« Professoressa Paoli, ha un minuto? »
« Prof., avrebbe qualche minuto per parlare di una possibile tesi… »
Sono questi i momenti di gratifica del mio lavoro. Non ho mai sopportato quei colleghi burberi che seminano il terrore tra gli studenti. È molto meglio ispirare amore verso la materia… e verso di me. Si ottengono risultati di gran lunga migliori. Ed eccone uno che si palesa sulla porta dell’aula.
A guardarlo bene, però, c’è qualcosa di strano. La folla dei ragazzi uscenti si dirada, e riesco a guardare meglio la figura che mi attende sull’uscio. È palesemente in ansia per qualcosa. Deve aver proprio bisogno di me se Domenico, il mio dottorando, è venuto a cercarmi fin qui. Gli faccio cenno di entrare.
« Sarò lieta di rispondere a tutte le vostre domande durante l’orario di ricevimento. Adesso, però, devo proprio parlare con il dottor Di Doria. »
La calca di studenti, che non manca di manifestare sonoramente la propria delusione, allenta la sua presa, e lentamente lascia l'aula.
« Ciao Domenico, cos’è quello sguardo preoccupato? »
Domenico esita. Ha lo sguardo basso ed evita il mio. Inclino la testa per guardarlo negli occhi.
« C’è qualche problema con il paper? »
Finalmente, con un filo di voce, riesce a parlare.
« Ciao Flaminia. Ecco… Sì… Vedi, gli esperimenti hanno impiegato troppo tempo. Ho finito l’analisi dei dati solamente ieri. Sono stato tutto il giorno a scrivere, ma manca ancora molto. Poi devi ancora lavorarci tu… Ho paura che non ce la faremo a rispettare la scadenza. »
Ha l’affanno neanche se avesse corso. Mi lascio sfuggire un lieve sbuffo. Pensavo peggio. Di certo non mi aspettavo una cosa del genere: sono mesi che lavoriamo a questo articolo proprio per mandarlo a questa conferenza. Che figura ci farei se una brillante accademica come me la mancasse? Pensavo che a quest’ora fosse già finito. Ma non è niente di irrisolvibile. Anzi la soluzione l’abbiamo praticamente già in tasca.
« Mi hai fatto spaventare, Domenico. Pensavo quale guaio irreparabile fosse accaduto! »
Alza lo sguardo. Le mie parole devono averlo sorpreso, a giudicare dal suo sopracciglio alzato.
« Ieri ho sentito Alexander, quel collega di Amsterdam che sta nel program commitee della conferenza, ricordi? »
Annuisce, ma non mi pare molto convinto.
« Beh, mi ha detto che il comitato stava valutando una estensione della deadline di una settimana, per dar modo a tutti, dato il periodo estivo, di poter mandare il proprio lavoro. Pare che non siamo l’unico gruppo in ritardo. »
A quelle parole lo vedo rasserenarsi. Rilassa i muscoli facciali. Quasi abbozza un sorriso.
« Ce la fai con una settimana in più? »
« Certo che ce la faccio! Riuscirò a finirlo in tempo ! »
E io riuscirò ad andare alla conferenza!
Mi squilla il telefono.
« Ah eccolo! Alexander mi sta giusto chiamando… »
Rispondo e con la mano gli faccio cenno di attendere.
« Ciao Alex. Fammi indovinare: estensione confermata? »
« In verità no, Flaminia. Il comitato non darà l’estensione.»
Gelo.
« Ma… per quale motivo!? »
« Sono state fatte delle scelte, Flaminia… Mi dispiace… »
Riattacco. Proprio non ci voleva.
Chiudo gli occhi e sbuffo palesemente senza preoccuparmi che Domenico se ne accorga o meno. Riapro gli occhi e riprendo il controllo di me stessa. Lui è pallido. Suda copiosamente e vistosamente. Lo sguardo perso punta di nuovo il pavimento.
« Credo che tu abbia già capito. Non possiamo contare su nessuna estensione. »
Riabbassa lo sguardo, più disperato di prima. O meglio, spaventato.
« Dai, su! Un paio di nottate e dovremmo farcela. »
Mi avvicino e gli tocco la spalla. Gli sorrido, ma non credo che riesca a vederlo.
« Tranquillo, su! Ce l’abbiamo sempre fatta. So che non mi deluderai… »
Dalla mano poggiata riesco a percepire un brivido che lo attraversa.
Certo che non lo farà. Non può deludermi. Perché perdere il mio amore sarebbe la cosa più terrificante per sua carriera.
Manuel De Stefano
Re: Il Cuore dell'Accademia
Ciao Manuel e benvenuto nell'Arena! Tutti i parametri ok, buona STEFANIA TONIOLO EDITION! Sei alla prima edizione e dovresti presentarti, anche solo con un PM al sottoscritto.
Re: Il Cuore dell'Accademia
Ciao Manuel e benvenuto nell'arena di Minuti Contati! Mi è piaciuta l'idea del tuo racconto, soprattutto all'inizio. Il tema è un po' forzato, soprattutto sul finale. La scrittura è buona, tenendo conto che chi parla è una prof universitaria, anche se lo stile è da affinare. Ci sono molti avverbi in mente e virgole che rallentano la lettura.
Per esempio:
La calca di studenti, che non manca di manifestare sonoramente la propria delusione, allenta la sua presa, e lentamente lascia l'aula.
Asciugherei dei dialoghi e ragionerei sulle informazioni che hai dato e che potresti togliere o non ripetere.
Comunque bene, soprattutto tenendo conto che è la tua prima prova qui.
Spero di rileggerti presto e buona edition!
Per esempio:
La calca di studenti, che non manca di manifestare sonoramente la propria delusione, allenta la sua presa, e lentamente lascia l'aula.
Asciugherei dei dialoghi e ragionerei sulle informazioni che hai dato e che potresti togliere o non ripetere.
Comunque bene, soprattutto tenendo conto che è la tua prima prova qui.
Spero di rileggerti presto e buona edition!
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Re: Il Cuore dell'Accademia
La protagonista è una docente universitaria molto credibile. Anche l’ambientazione universitaria lo è. Il lettore tifa per lei e il collega Domenico per l’articolo da consegnare entro due giorni. La posta in gioco per Domenico è alta: l’amore per la protagonista. Credibile anche l’esperimento e la routine del doppio lavoro dei due.
- matt_heels
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Re: Il Cuore dell'Accademia
mdesefano ha scritto:Il Cuore dell'Accademia
Di Manuel De Stefano
« E con questa lezione il corso finisce, ragazzi. Ci vediamo tra un paio di settimane all’esame…»
Non faccio in tempo a concludere la frase che gli studenti, all’unisono, si alzano per uscire dall’aula. In fondo li capisco. Non è facile nemmeno per loro un corso alle quattro del pomeriggio, a Giugno.
Un gruppetto, però, si avvicina avido di domande.
« Professoressa Paoli, ha un minuto? »
« Prof., avrebbe qualche minuto per parlare di una possibile tesi… »
Sono questi i momenti di gratifica del mio lavoro. Non ho mai sopportato quei colleghi burberi che seminano il terrore tra gli studenti. È molto meglio ispirare amore verso la materia… e verso di me. Si ottengono risultati di gran lunga migliori. Ed eccone uno che si palesa sulla porta dell’aula.
A guardarlo bene, però, c’è qualcosa di strano. La folla dei ragazzi uscenti si dirada, e riesco a guardare meglio la figura che mi attende sull’uscio. È palesemente in ansia per qualcosa. Deve aver proprio bisogno di me se Domenico, il mio dottorando, è venuto a cercarmi fin qui. Gli faccio cenno di entrare.
« Sarò lieta di rispondere a tutte le vostre domande durante l’orario di ricevimento. Adesso, però, devo proprio parlare con il dottor Di Doria. »
La calca di studenti, che non manca di manifestare sonoramente la propria delusione, allenta la sua presa, e lentamente lascia l'aula.
« Ciao Domenico, cos’è quello sguardo preoccupato? »
Domenico esita. Ha lo sguardo basso ed evita il mio. Inclino la testa per guardarlo negli occhi.
« C’è qualche problema con il paper? »
Finalmente, con un filo di voce, riesce a parlare.
« Ciao Flaminia. Ecco… Sì… Vedi, gli esperimenti hanno impiegato troppo tempo. Ho finito l’analisi dei dati solamente ieri. Sono stato tutto il giorno a scrivere, ma manca ancora molto. Poi devi ancora lavorarci tu… Ho paura che non ce la faremo a rispettare la scadenza. »
Ha l’affanno neanche se avesse corso. Mi lascio sfuggire un lieve sbuffo. Pensavo peggio. Di certo non mi aspettavo una cosa del genere: sono mesi che lavoriamo a questo articolo proprio per mandarlo a questa conferenza. Che figura ci farei se una brillante accademica come me la mancasse? Pensavo che a quest’ora fosse già finito. Ma non è niente di irrisolvibile. Anzi la soluzione l’abbiamo praticamente già in tasca.
« Mi hai fatto spaventare, Domenico. Pensavo quale guaio irreparabile fosse accaduto! »
Alza lo sguardo. Le mie parole devono averlo sorpreso, a giudicare dal suo sopracciglio alzato.
« Ieri ho sentito Alexander, quel collega di Amsterdam che sta nel program commitee della conferenza, ricordi? »
Annuisce, ma non mi pare molto convinto.
« Beh, mi ha detto che il comitato stava valutando una estensione della deadline di una settimana, per dar modo a tutti, dato il periodo estivo, di poter mandare il proprio lavoro. Pare che non siamo l’unico gruppo in ritardo. »
A quelle parole lo vedo rasserenarsi. Rilassa i muscoli facciali. Quasi abbozza un sorriso.
« Ce la fai con una settimana in più? »
« Certo che ce la faccio! Riuscirò a finirlo in tempo ! »
E io riuscirò ad andare alla conferenza!
Mi squilla il telefono.
« Ah eccolo! Alexander mi sta giusto chiamando… »
Rispondo e con la mano gli faccio cenno di attendere.
« Ciao Alex. Fammi indovinare: estensione confermata? »
« In verità no, Flaminia. Il comitato non darà l’estensione.»
Gelo.
« Ma… per quale motivo!? »
« Sono state fatte delle scelte, Flaminia… Mi dispiace… »
Riattacco. Proprio non ci voleva.
Chiudo gli occhi e sbuffo palesemente senza preoccuparmi che Domenico se ne accorga o meno. Riapro gli occhi e riprendo il controllo di me stessa. Lui è pallido. Suda copiosamente e vistosamente. Lo sguardo perso punta di nuovo il pavimento.
« Credo che tu abbia già capito. Non possiamo contare su nessuna estensione. »
Riabbassa lo sguardo, più disperato di prima. O meglio, spaventato.
« Dai, su! Un paio di nottate e dovremmo farcela. »
Mi avvicino e gli tocco la spalla. Gli sorrido, ma non credo che riesca a vederlo.
« Tranquillo, su! Ce l’abbiamo sempre fatta. So che non mi deluderai… »
Dalla mano poggiata riesco a percepire un brivido che lo attraversa.
Certo che non lo farà. Non può deludermi. Perché perdere il mio amore sarebbe la cosa più terrificante per sua carriera.
Ciao, Manuel! Benvenuto a Minuti Contati!
La Professoressa Paoli è una buona protagonista: si percepisce molto il suo senso di boria accademico, ma senza strafare, quel tanto che basta per non distruggere l'empatia verso di lei. Sei stato bravo a tratteggiarla, così come hai saputo rendere molto bene l'ambiente universitario, tra docenti che si sbrodolano e studenti che sgomitano.
Per il resto, anche io ho trovato le problematiche che ti ha sollevato Isabella. Diversi incisi che rallentano il ritmo, un po' di ripetitività nelle battute, e la forzatura finale in adattamento al tema. Man mano, avrei preferito vedere il dottorando sempre meno interessato al paper e più preoccupato di perdere lei: avremmo scoperto progressivamente del suo innamoramento, e magari anche la protagonista. In questo modo il tema sarebbe stato centrato appieno e anche il finale sarebbe arrivato più incisivo.
Al netto di queste considerazioni, vedo del potenziale nei personaggi, nella scena e nella scrittura. Con qualche ritocco ulteriore potrebbe uscire un racconto entusiasmante.
Buona edition e alla prossima,
Matteo
- mdestefano
- Messaggi: 18
Re: Il Cuore dell'Accademia
Gennibo ha scritto:Ciao Manuel e benvenuto nell'arena di Minuti Contati! Mi è piaciuta l'idea del tuo racconto, soprattutto all'inizio. Il tema è un po' forzato, soprattutto sul finale. La scrittura è buona, tenendo conto che chi parla è una prof universitaria, anche se lo stile è da affinare. Ci sono molti avverbi in mente e virgole che rallentano la lettura.
Per esempio:
La calca di studenti, che non manca di manifestare sonoramente la propria delusione, allenta la sua presa, e lentamente lascia l'aula.
Asciugherei dei dialoghi e ragionerei sulle informazioni che hai dato e che potresti togliere o non ripetere.
Comunque bene, soprattutto tenendo conto che è la tua prima prova qui.
Spero di rileggerti presto e buona edition!
Ciao Isabella, grazie mille per la risposta. Mi fa piacere che in linea di massima ti sia piaciuto il racconto. Sulla questione stilistica, effettivamente tendo ad avere una scrittura un po' troppo carica di incidentali e avverbi. Colpa della mia abitudine alla scrittura tecnica. Sarà stato anche per la concitazione della competizione, ma non ho dedicato il giusto tempo alla revisione stilistica.
Per quanto riguarda il tema, volevo giocare sulla implicazione logica presente nel tema, ovvero "se non posso seminare terrore, ispirerò amore" equivale a "se non ispirerò amore, posso seminare terrore". La mia intenzione era di giocare su questa doppia valenza. E aggiungo che in verità non 'era proprio mia intenzione far passare il messaggio che ci fosse amore tra i personaggi, se non in senso platonico. Più che altro, volevo comunicare che in verità l'amore, la stima, e la riverenza che il dottorando avesse per la docente, non fossero corrisposti. Anzi, lei lo usa come strumento di ricatto e controllo. Mi rendo conto che però non sono stato efficace nel trasmettere questo messaggio. Ci lavorerò su.
Per il resto, ti ringrazio per il feedback e buona edition anche a te!
Manuel De Stefano
- mdestefano
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Re: Il Cuore dell'Accademia
matt_heels ha scritto:mdesefano ha scritto:Il Cuore dell'Accademia
Di Manuel De Stefano
« E con questa lezione il corso finisce, ragazzi. Ci vediamo tra un paio di settimane all’esame…»
Non faccio in tempo a concludere la frase che gli studenti, all’unisono, si alzano per uscire dall’aula. In fondo li capisco. Non è facile nemmeno per loro un corso alle quattro del pomeriggio, a Giugno.
Un gruppetto, però, si avvicina avido di domande.
« Professoressa Paoli, ha un minuto? »
« Prof., avrebbe qualche minuto per parlare di una possibile tesi… »
Sono questi i momenti di gratifica del mio lavoro. Non ho mai sopportato quei colleghi burberi che seminano il terrore tra gli studenti. È molto meglio ispirare amore verso la materia… e verso di me. Si ottengono risultati di gran lunga migliori. Ed eccone uno che si palesa sulla porta dell’aula.
A guardarlo bene, però, c’è qualcosa di strano. La folla dei ragazzi uscenti si dirada, e riesco a guardare meglio la figura che mi attende sull’uscio. È palesemente in ansia per qualcosa. Deve aver proprio bisogno di me se Domenico, il mio dottorando, è venuto a cercarmi fin qui. Gli faccio cenno di entrare.
« Sarò lieta di rispondere a tutte le vostre domande durante l’orario di ricevimento. Adesso, però, devo proprio parlare con il dottor Di Doria. »
La calca di studenti, che non manca di manifestare sonoramente la propria delusione, allenta la sua presa, e lentamente lascia l'aula.
« Ciao Domenico, cos’è quello sguardo preoccupato? »
Domenico esita. Ha lo sguardo basso ed evita il mio. Inclino la testa per guardarlo negli occhi.
« C’è qualche problema con il paper? »
Finalmente, con un filo di voce, riesce a parlare.
« Ciao Flaminia. Ecco… Sì… Vedi, gli esperimenti hanno impiegato troppo tempo. Ho finito l’analisi dei dati solamente ieri. Sono stato tutto il giorno a scrivere, ma manca ancora molto. Poi devi ancora lavorarci tu… Ho paura che non ce la faremo a rispettare la scadenza. »
Ha l’affanno neanche se avesse corso. Mi lascio sfuggire un lieve sbuffo. Pensavo peggio. Di certo non mi aspettavo una cosa del genere: sono mesi che lavoriamo a questo articolo proprio per mandarlo a questa conferenza. Che figura ci farei se una brillante accademica come me la mancasse? Pensavo che a quest’ora fosse già finito. Ma non è niente di irrisolvibile. Anzi la soluzione l’abbiamo praticamente già in tasca.
« Mi hai fatto spaventare, Domenico. Pensavo quale guaio irreparabile fosse accaduto! »
Alza lo sguardo. Le mie parole devono averlo sorpreso, a giudicare dal suo sopracciglio alzato.
« Ieri ho sentito Alexander, quel collega di Amsterdam che sta nel program commitee della conferenza, ricordi? »
Annuisce, ma non mi pare molto convinto.
« Beh, mi ha detto che il comitato stava valutando una estensione della deadline di una settimana, per dar modo a tutti, dato il periodo estivo, di poter mandare il proprio lavoro. Pare che non siamo l’unico gruppo in ritardo. »
A quelle parole lo vedo rasserenarsi. Rilassa i muscoli facciali. Quasi abbozza un sorriso.
« Ce la fai con una settimana in più? »
« Certo che ce la faccio! Riuscirò a finirlo in tempo ! »
E io riuscirò ad andare alla conferenza!
Mi squilla il telefono.
« Ah eccolo! Alexander mi sta giusto chiamando… »
Rispondo e con la mano gli faccio cenno di attendere.
« Ciao Alex. Fammi indovinare: estensione confermata? »
« In verità no, Flaminia. Il comitato non darà l’estensione.»
Gelo.
« Ma… per quale motivo!? »
« Sono state fatte delle scelte, Flaminia… Mi dispiace… »
Riattacco. Proprio non ci voleva.
Chiudo gli occhi e sbuffo palesemente senza preoccuparmi che Domenico se ne accorga o meno. Riapro gli occhi e riprendo il controllo di me stessa. Lui è pallido. Suda copiosamente e vistosamente. Lo sguardo perso punta di nuovo il pavimento.
« Credo che tu abbia già capito. Non possiamo contare su nessuna estensione. »
Riabbassa lo sguardo, più disperato di prima. O meglio, spaventato.
« Dai, su! Un paio di nottate e dovremmo farcela. »
Mi avvicino e gli tocco la spalla. Gli sorrido, ma non credo che riesca a vederlo.
« Tranquillo, su! Ce l’abbiamo sempre fatta. So che non mi deluderai… »
Dalla mano poggiata riesco a percepire un brivido che lo attraversa.
Certo che non lo farà. Non può deludermi. Perché perdere il mio amore sarebbe la cosa più terrificante per sua carriera.
Ciao, Manuel! Benvenuto a Minuti Contati!
La Professoressa Paoli è una buona protagonista: si percepisce molto il suo senso di boria accademico, ma senza strafare, quel tanto che basta per non distruggere l'empatia verso di lei. Sei stato bravo a tratteggiarla, così come hai saputo rendere molto bene l'ambiente universitario, tra docenti che si sbrodolano e studenti che sgomitano.
Per il resto, anche io ho trovato le problematiche che ti ha sollevato Isabella. Diversi incisi che rallentano il ritmo, un po' di ripetitività nelle battute, e la forzatura finale in adattamento al tema. Man mano, avrei preferito vedere il dottorando sempre meno interessato al paper e più preoccupato di perdere lei: avremmo scoperto progressivamente del suo innamoramento, e magari anche la protagonista. In questo modo il tema sarebbe stato centrato appieno e anche il finale sarebbe arrivato più incisivo.
Al netto di queste considerazioni, vedo del potenziale nei personaggi, nella scena e nella scrittura. Con qualche ritocco ulteriore potrebbe uscire un racconto entusiasmante.
Buona edition e alla prossima,
Matteo
Ciao Matteo,
Grazie mille per i commenti. Come nella risposta ad Isabella, la mia intenzione e il mio messaggio sul tema era un altro, ma capisco di non essere stato efficace nel trasmetterlo. Forse anche lo stile di scrittura avrebbe potuto migliorare a veicolare questo messaggio. Farò tesoro, però, di questi commenti come base per i miei prossimi lavori. È la prima volta che scrivo qualcosa che viene letta pubblicamente, quindi ne ho di strada da fare.
Ti ringrazio nuovamente e buona edition anche a te!
Manuel De Stefano
Re: Il Cuore dell'Accademia
ciao manuel ~❥
che bello rivederti dopo il post di presentazione, non mi aspettavo la fortuna di poter valutare il tuo primo racconto qui!
「RACCONTO」
felicità a parte nell'aver trovato un nuovo iscritto come me, il tuo racconto è stato un vero piacere da leggere: la narrazione è molto tranquilla in apparenza, "gentile" a tratti, ma sotto brucia quel sottotesto del rapporto scorretto tra la professoressa e domenico. la scena è interessante e i protagonisti, nonostante si siano visti per poche battute contate, ispirano domande che ogni scrittore immagino vorrebbe ascoltare... «come va a finire? vorrei di più!»
inoltre devo ammettere di aver apprezzato particolarmente il finale. a differenza di come altri ti hanno valutato per me gioca molto bene rispetto al tema dato ma di questo ne parlerò meglio nella prossima sezione (↓) e in generale dona quel tocco freddo da parte della prof dove si riesce a cogliere la manipolazione, l'inganno, il mostrare buon viso a cattivo gioco. ❁
「TEMA」
riguardo questo punto, trovo che tu sia stato davvero intelligente sull'interpretazione che ne hai dato.
in primo luogo la prof lo dimostra con il suo comportamento, con la sua autocelebrazione, e in effetti lei si sente un'insegnante diversa dai suoi colleghi dato l'essere molto disponibile con i suoi studenti! il tema almeno apparentemente è rispecchiato, quindi. poi c'è il risvolto, l'altra faccia della medaglia: «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» in questo caso potremmo dire che è un po' una convinzione di flaminia, forse il mantra che ripete a sé stessa per sentirsi meglio quando nei momenti più intimi si scruta nell'animo e si rende conto di sfruttare qualcuno su cui ha potere...
「CONSIGLI」
poco da dire sulle cose da migliorare se non di rendere poco più fluide le frasi, perché a volte la punteggiatura rende le pause strane çwç e che ho notato uno spazietto strano tra le caporali e i dialoghi, giuro che sto impazzendo a vederleee. forse c'è una leggera dimenticanza come alla frase finale con "la sua carriera", magari dovuta al fatto che c'era poco tempo. personalmente avrei preferito un uso meno marcato dei punti di sospensione, ce ne sono tanti ♥
ma sono sciocchezze, sul serio, solo mie fissazioni, hai fatto un lavoro eccellente.
「FRASI PREFERITE」
che bello rivederti dopo il post di presentazione, non mi aspettavo la fortuna di poter valutare il tuo primo racconto qui!
「RACCONTO」
felicità a parte nell'aver trovato un nuovo iscritto come me, il tuo racconto è stato un vero piacere da leggere: la narrazione è molto tranquilla in apparenza, "gentile" a tratti, ma sotto brucia quel sottotesto del rapporto scorretto tra la professoressa e domenico. la scena è interessante e i protagonisti, nonostante si siano visti per poche battute contate, ispirano domande che ogni scrittore immagino vorrebbe ascoltare... «come va a finire? vorrei di più!»
inoltre devo ammettere di aver apprezzato particolarmente il finale. a differenza di come altri ti hanno valutato per me gioca molto bene rispetto al tema dato ma di questo ne parlerò meglio nella prossima sezione (↓) e in generale dona quel tocco freddo da parte della prof dove si riesce a cogliere la manipolazione, l'inganno, il mostrare buon viso a cattivo gioco. ❁
「TEMA」
riguardo questo punto, trovo che tu sia stato davvero intelligente sull'interpretazione che ne hai dato.
in primo luogo la prof lo dimostra con il suo comportamento, con la sua autocelebrazione, e in effetti lei si sente un'insegnante diversa dai suoi colleghi dato l'essere molto disponibile con i suoi studenti! il tema almeno apparentemente è rispecchiato, quindi. poi c'è il risvolto, l'altra faccia della medaglia: «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» in questo caso potremmo dire che è un po' una convinzione di flaminia, forse il mantra che ripete a sé stessa per sentirsi meglio quando nei momenti più intimi si scruta nell'animo e si rende conto di sfruttare qualcuno su cui ha potere...
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「CONSIGLI」
poco da dire sulle cose da migliorare se non di rendere poco più fluide le frasi, perché a volte la punteggiatura rende le pause strane çwç e che ho notato uno spazietto strano tra le caporali e i dialoghi, giuro che sto impazzendo a vederleee. forse c'è una leggera dimenticanza come alla frase finale con "la sua carriera", magari dovuta al fatto che c'era poco tempo. personalmente avrei preferito un uso meno marcato dei punti di sospensione, ce ne sono tanti ♥
ma sono sciocchezze, sul serio, solo mie fissazioni, hai fatto un lavoro eccellente.
「FRASI PREFERITE」
mdesefano ha scritto:non ho mai sopportato quei colleghi burberi che seminano il terrore tra gli studenti. è molto meglio ispirare amore verso la materia… e verso di me.
mdesefano ha scritto:«tranquillo, su! ce l’abbiamo sempre fatta. so che non mi deluderai… »
dalla mano poggiata riesco a percepire un brivido che lo attraversa.
«un giorno guarderemo a questi momenti difficili e ne rideremo»
❀❁♡
❀❁♡
Re: Il Cuore dell'Accademia
Ciao Manuel e benvenuto nell’Arena. Ho letto con interesse il tuo racconto e il mio primo pensiero è stato che il tema fosse centrato nel senso di una professoressa universitaria che poteva seminare terrore e invece no. E anche se l’idea mi piaceva non vedevo il plot twist che avrebbe innescato la scintilla della storia. Perciò ho sperato nella figura che si stagliava sulla porta… E niente, non ho capito il perché e il per come di tutta questa faccenda della conferenza oltre alla difficoltà nel districarmi tra i tanti incisi. Ma non mollare, spero di leggerti presto di nuovo, buona edition!
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: Il Cuore dell'Accademia
Ciao Manuel, benvenuto su MC.
Scrivi bene e con l'attenzione ai giusti dettagli, proporrai in futuro storie eccellenti, ne sono sicuro. Il testo è abbastanza ben strutturato, coerente.
Quello che manca, secondo me, alla storia, è un pò di incisività. Manca qualche elemento che a fine lettura faccia dire: "ah, ecco perché!" oppure "lo sapevo che andava a finire così, grande!". Capisci il senso?
Ad esempio, il finale arriva piuttosto spiegato: sveli alla fine che la prof e il dottorando hanno una relazione (disfunzionale, ma pur sempre un legame). Ho pensato che avresti potuto seminare elementi che ce lo avrebbero fatto immaginare, senza svelarlo. Per poi finire col botto. Che ne so, una carezza di lei o un qualche atteggiamento provocante che potesse suscitare in lui la reazione necessaria per mettersi a lavoro. (All'inizio, quando lui entra preoccupato in aula)
Sul finale, così, avresti potuto osare parecchio sulla scena.
1 lui guarda il pavimento e cosa vede? Reggiseno, mutande, vestiti? (E qui, io, lettore, provo qualcosa di forte)
2 la mano sulla spalla per me è nuda
3 loro sono nel letto che hanno appena finito di fare sesso (ecco perchè lui sudava e lei riprende il controllo, perchè vista la dinamica, a letto se lo può permettere lui di averlo)
4 quando parlano di nottate di lavoro potresti così mettere una battutina a doppio senso
Questo è quello che posso suggerirti per rendere il testo più avvincente. Ovviamente è solo un'idea.
Poi, giusto una nota tecnica: «Non mettere lo spazio tra le virgolette e il testo, vanno lasciate attaccate.» Tra l'altro, ti rubano caratteri così facendo.
E quando vai a capo, se la scena è la stessa, non fare doppio invio. Usalo soltanto quando il tempo fa un balzo notevole in avanti (o indietro in caso di flashback).
Alla prossima, buona edition.
Scrivi bene e con l'attenzione ai giusti dettagli, proporrai in futuro storie eccellenti, ne sono sicuro. Il testo è abbastanza ben strutturato, coerente.
Quello che manca, secondo me, alla storia, è un pò di incisività. Manca qualche elemento che a fine lettura faccia dire: "ah, ecco perché!" oppure "lo sapevo che andava a finire così, grande!". Capisci il senso?
Ad esempio, il finale arriva piuttosto spiegato: sveli alla fine che la prof e il dottorando hanno una relazione (disfunzionale, ma pur sempre un legame). Ho pensato che avresti potuto seminare elementi che ce lo avrebbero fatto immaginare, senza svelarlo. Per poi finire col botto. Che ne so, una carezza di lei o un qualche atteggiamento provocante che potesse suscitare in lui la reazione necessaria per mettersi a lavoro. (All'inizio, quando lui entra preoccupato in aula)
Sul finale, così, avresti potuto osare parecchio sulla scena.
1 lui guarda il pavimento e cosa vede? Reggiseno, mutande, vestiti? (E qui, io, lettore, provo qualcosa di forte)
2 la mano sulla spalla per me è nuda
3 loro sono nel letto che hanno appena finito di fare sesso (ecco perchè lui sudava e lei riprende il controllo, perchè vista la dinamica, a letto se lo può permettere lui di averlo)
4 quando parlano di nottate di lavoro potresti così mettere una battutina a doppio senso
Questo è quello che posso suggerirti per rendere il testo più avvincente. Ovviamente è solo un'idea.
Poi, giusto una nota tecnica: «Non mettere lo spazio tra le virgolette e il testo, vanno lasciate attaccate.» Tra l'altro, ti rubano caratteri così facendo.
E quando vai a capo, se la scena è la stessa, non fare doppio invio. Usalo soltanto quando il tempo fa un balzo notevole in avanti (o indietro in caso di flashback).
Alla prossima, buona edition.
Manuel Marinari
-
- Messaggi: 423
Re: Il Cuore dell'Accademia
Ciao Stefano e benvenuto!
Allora secondo me il tuo racconto è una scena che dovrebbe avere un maggior contesto. Sembra più l'inizio di una storia che un racconto che si regge in piedi anche da solo. Lascia molte domande, forse un po’ troppe. Tra le più importanti, riuscirà Domenico a farcela?
Posso dirti che io non ho percepito nessun tipo di legame romantico tra i personaggi, ma al tempo stesso non brillano del tutto, nonostante con l'insegnante parti bene come presentazione del personaggio. Ma penso che sia lei che il suo dottorando possono essere caratterizzati ancora meglio. Per risparmiare caratteri ti direi di togliere le parti che sono più superflue e di contorno, come la fase iniziale con gli altri studenti, per concentrarti meglio sul nucleo della storia e sul conflitto, su chi è davvero il protagonista. Perché il problema/ostacolo, ovvero che non avranno il tempo che speravano per finire il paper sento come se avesse troppo poco spazio rispetto a quello che di merita. Anche la telefonata sembra molto impostata, fatalità è proprio il tizio di cui stavano parlando un attimo prima, fatalità dirà loro che non c’è più molto tempo per finire gli esperimenti.
Ho come l’impressione che tu abbia dovuto tagliare delle parti.
Dal testo percepisco comunque che sei in gamba, l’idea che hai avuto di far vertere il tutto sulla figura e le capacità di un'insegnante mi piace molto. Per me è stata tra le più originali e inaspettate del tuo gruppo, proprio perché non c’è nessun mostro e si parte da un personaggio all’apparenza semplice, anche se appunto potevi esprimerla ancora meglio… Quindi spero proprio che continuerai a partecipare e sono sicura che migliorerai anche con la gestione dei caratteri.
In bocca al lupo!
Allora secondo me il tuo racconto è una scena che dovrebbe avere un maggior contesto. Sembra più l'inizio di una storia che un racconto che si regge in piedi anche da solo. Lascia molte domande, forse un po’ troppe. Tra le più importanti, riuscirà Domenico a farcela?
Posso dirti che io non ho percepito nessun tipo di legame romantico tra i personaggi, ma al tempo stesso non brillano del tutto, nonostante con l'insegnante parti bene come presentazione del personaggio. Ma penso che sia lei che il suo dottorando possono essere caratterizzati ancora meglio. Per risparmiare caratteri ti direi di togliere le parti che sono più superflue e di contorno, come la fase iniziale con gli altri studenti, per concentrarti meglio sul nucleo della storia e sul conflitto, su chi è davvero il protagonista. Perché il problema/ostacolo, ovvero che non avranno il tempo che speravano per finire il paper sento come se avesse troppo poco spazio rispetto a quello che di merita. Anche la telefonata sembra molto impostata, fatalità è proprio il tizio di cui stavano parlando un attimo prima, fatalità dirà loro che non c’è più molto tempo per finire gli esperimenti.
Ho come l’impressione che tu abbia dovuto tagliare delle parti.
Dal testo percepisco comunque che sei in gamba, l’idea che hai avuto di far vertere il tutto sulla figura e le capacità di un'insegnante mi piace molto. Per me è stata tra le più originali e inaspettate del tuo gruppo, proprio perché non c’è nessun mostro e si parte da un personaggio all’apparenza semplice, anche se appunto potevi esprimerla ancora meglio… Quindi spero proprio che continuerai a partecipare e sono sicura che migliorerai anche con la gestione dei caratteri.
In bocca al lupo!
- giuseppe.gangemi
- Messaggi: 186
Re: Il Cuore dell'Accademia
Ciao Manuel,
il tuo è un racconto che si distingue per intelligenza narrativa, eleganza stilistica e sottile inquietudine psicologica. Ambientato in un’aula universitaria, racconta l’interazione tra una professoressa carismatica e un suo dottorando, preoccupato per una scadenza accademica. La vicenda sembra banale, ma presto emerge una tensione più profonda: quella di una relazione di potere mascherata da cura, di un controllo esercitato attraverso il linguaggio dell’affetto e dell’ispirazione.
La protagonista, Flaminia Paoli, è una figura affascinante e ambigua: gentile, sorridente, disponibile, ma anche fredda, calcolatrice e consapevole del potere che esercita. Non impone mai nulla esplicitamente: lascia che l’altro si senta obbligato da solo. Il suo “amore” diventa uno strumento di pressione, e la paura di deluderla diventa un terrore silenzioso che imprigiona il giovane Domenico.
Il racconto declina il tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” in modo raffinato e originale: Flaminia non può (o non vuole) usare la paura esplicita, e allora sceglie la via dell’ispirazione, dell’affetto, della vicinanza. Ma anche questo amore è una forma di potere, forse la più efficace e pericolosa. E infatti, alla fine, ciò che veramente terrorizza Domenico è l’idea di perdere quell’amore, con tutto ciò che comporta a livello accademico, professionale e umano.
Il linguaggio del racconto è sobrio, preciso, mai sopra le righe. I dialoghi sono carichi di sottotesto, e l’atmosfera si fa sempre più tesa senza mai esplodere. Il climax è affidato a una frase finale secca, semplice, devastante: “Perdere il mio amore sarebbe la cosa più terrificante per la sua carriera.” Una frase che fa rileggere tutto ciò che è venuto prima sotto una nuova luce.
“Il Cuore dell’Accademia” è, in conclusione, un racconto di grande finezza narrativa, che colpisce per maturità, sottigliezza e potenza emotiva.
Alla prossima!
il tuo è un racconto che si distingue per intelligenza narrativa, eleganza stilistica e sottile inquietudine psicologica. Ambientato in un’aula universitaria, racconta l’interazione tra una professoressa carismatica e un suo dottorando, preoccupato per una scadenza accademica. La vicenda sembra banale, ma presto emerge una tensione più profonda: quella di una relazione di potere mascherata da cura, di un controllo esercitato attraverso il linguaggio dell’affetto e dell’ispirazione.
La protagonista, Flaminia Paoli, è una figura affascinante e ambigua: gentile, sorridente, disponibile, ma anche fredda, calcolatrice e consapevole del potere che esercita. Non impone mai nulla esplicitamente: lascia che l’altro si senta obbligato da solo. Il suo “amore” diventa uno strumento di pressione, e la paura di deluderla diventa un terrore silenzioso che imprigiona il giovane Domenico.
Il racconto declina il tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” in modo raffinato e originale: Flaminia non può (o non vuole) usare la paura esplicita, e allora sceglie la via dell’ispirazione, dell’affetto, della vicinanza. Ma anche questo amore è una forma di potere, forse la più efficace e pericolosa. E infatti, alla fine, ciò che veramente terrorizza Domenico è l’idea di perdere quell’amore, con tutto ciò che comporta a livello accademico, professionale e umano.
Il linguaggio del racconto è sobrio, preciso, mai sopra le righe. I dialoghi sono carichi di sottotesto, e l’atmosfera si fa sempre più tesa senza mai esplodere. Il climax è affidato a una frase finale secca, semplice, devastante: “Perdere il mio amore sarebbe la cosa più terrificante per la sua carriera.” Una frase che fa rileggere tutto ciò che è venuto prima sotto una nuova luce.
“Il Cuore dell’Accademia” è, in conclusione, un racconto di grande finezza narrativa, che colpisce per maturità, sottigliezza e potenza emotiva.
Alla prossima!
Re: Il Cuore dell'Accademia
Ciao Manuel. Ti segnalo che manca un commento in allegato alla tua classifica. Ho visto che lo avevi cmq scritto e pertanto, anche considerato che sei alla prima partecipazione, non invaliderò la tua classifica. Ti assegnerò però un malus se entro il tempo limite non andrai a integrare. Occhio a queste piccolezze perché lo so che questo è un caso limite, ma devo fare rispettare il regolamento per rendere la partecipazione equa per tutti e questo è il motivo per la mia fiscalità.
- mdestefano
- Messaggi: 18
Re: Il Cuore dell'Accademia
antico ha scritto:Ciao Manuel. Ti segnalo che manca un commento in allegato alla tua classifica. Ho visto che lo avevi cmq scritto e pertanto, anche considerato che sei alla prima partecipazione, non invaliderò la tua classifica. Ti assegnerò però un malus se entro il tempo limite non andrai a integrare. Occhio a queste piccolezze perché lo so che questo è un caso limite, ma devo fare rispettare il regolamento per rendere la partecipazione equa per tutti e questo è il motivo per la mia fiscalità.
Ciao Antico, perdonami per la svista. Grazie di avermelo segnalato e dell'attenzione nei miei confronti. Provvedo a sistemare subito. Grazie mille!
Manuel De Stefano
- mdestefano
- Messaggi: 18
Re: Il Cuore dell'Accademia
Ciao a tutti!
Volevo ringraziarvi di cuore per tutti i vostri commenti e feedback. Ogni opinione, sia positiva che critica, è preziosa per me e mi aiuta a migliorare. Mi dispiace di non riuscire a rispondere singolarmente a ogni messaggio, ma sappiate che li ho letti tutti con grande attenzione.
Mi spiace anche che il messaggio di fondo e il tema della storia non siano stati esplicitati al meglio, specialmente per quanto riguarda il fraintendimento sulla relazione tra i protagonisti.
Farò tesoro dei i vostri suggerimenti per rendere tutto più chiaro e migliorare il racconto.
Grazie ancora per il vostro tempo e il vostro supporto!
A presto!
Volevo ringraziarvi di cuore per tutti i vostri commenti e feedback. Ogni opinione, sia positiva che critica, è preziosa per me e mi aiuta a migliorare. Mi dispiace di non riuscire a rispondere singolarmente a ogni messaggio, ma sappiate che li ho letti tutti con grande attenzione.
Mi spiace anche che il messaggio di fondo e il tema della storia non siano stati esplicitati al meglio, specialmente per quanto riguarda il fraintendimento sulla relazione tra i protagonisti.
Farò tesoro dei i vostri suggerimenti per rendere tutto più chiaro e migliorare il racconto.
Grazie ancora per il vostro tempo e il vostro supporto!
A presto!
Manuel De Stefano
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 453
Re: Il Cuore dell'Accademia
Ciao Manuel, passo dai nuovi arrivati a vedere un po'che aria tira, ahah, scherzo. Comunque mi accodo un po' ai commenti precedenti, la penna e l'idea ci sono. Il racconto manca sicuramente di una ristesura o comunque un rincontrollo più approfondito. Poi, secondo me manca un po' di conflitto, hai cercato di far trasparire la tensione ma non abbastanza. L'idea di fondo era molto buona solo da sviluppare meglio.
A rileggerci
Bruce!
A rileggerci
Bruce!
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