Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche

BENVENUTI ALLA STEFANIA TONIOLO EDITION, LA SESTA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 190° ALL TIME!
Questo è il gruppo FRANKENSTEIN della STEFANIA TONIOLO EDITION con STEFANIA TONIOLO come guest star.
Gli autori del gruppo FRANKENSTEIN dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo ZOMBIE.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo MANNARO.
Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da STEFANIA TONIOLO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo FRANKENSTEIN:
Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani, ore 23.48, 4997 caratteri
E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton, ore 00.09, 4708 caratteri
Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte, ore 00.30, 4981 caratteri
L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici, ore 00.47, 4990 caratteri
Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani, ore 23.54, 4991 caratteri
Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie, ore 01.18, 4983 caratteri MALUS QUATTRO PUNTI
Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi, ore 23.52, 4966 caratteri
And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi, ore 23.03, 4974 caratteri
Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano, ore 00.31, 4200 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 27 MARZO per commentare i racconti del gruppo ZOMBIE Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo ZOMBIE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo ZOMBIE.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
BUONA STEFANIA TONIOLO EDITION A TUTTI!
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Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Buonasera, ecco i miei commenti e relativa classifica.
Chi soffre in silenzio di Matteo Mantoani. Tema centrato. Bellissima l’atmosfera del bosco invernale, l’hai resa molto immersiva. Ben riuscito anche il personaggio dell’esorcista e lo spirito degli animali sotto forma di nebbia luccicante. Molto bello il finale, con gli animali mutilati, gli stessi che probabilmente ornano la casa del sindaco. Il protagonista, commosso, decide di rinunciare al compenso, sapendo che ci sarà nuova sofferenza. Bellissima l’immagine della volpe bianca che il protagonista libera dalla tagliola. È un fantasma anche lei.
E fu sera e fu mattina di Dash J. Benton. Tema centrato. Storia che parte da una seduta psichiatrica con un uomo che si fa chiamare Padre Nostro. Il medico è scocciato, tanto che lavora al suo romanzo durante l’incontro, ma, in corso di narrazione, il lettore si rende conto che è tutto vero, e non solo per la conoscenza degli episodi biblici, ma anche per il tempo capriccioso, che Nostro attribuisce al figlio. Molto bello il finale con la piaga. Un po’ di satira politica.
Come un palloncino punto da uno spillo di Emiliano Maramonte. Tema centrato. Storia cruda, con Giorgio che ha fabbricato una bomba per attirare l’attenzione su di sé. Ha un incidente con un camion e il suo piano fallisce. Ma ecco la sorpresa esplosiva dell’ovetto, dove c’è traccia di lui, almeno questa è la prima impressione del lettore. Bello il finale nel parco, dove lui, mutilato e paralizzato, tira fuori una bambolina per una bambina e gliela dona.
L’erede dei grandi felini di Mauro Bennici. Tema centrato. Storia narrata dal punto di vista di un gatto un po’ dispettoso che tuttavia si fa amare dal Lettore. E’ una prova molto complessa e ben gestita. Straziante il momento in cui il gatto vede il trasportino con un micetto al quale elenca le rinunce da fare per avere una casa non appena vede i padroni umani. Molto bella l’ambientazione gelida della casa con i quadri cubisti della padrona. Indovinata la scelta del vero nome del gatto, Amenhotep IV. E commovente il finale, con il gatto più vecchio che stringe a sé il piccolino.
Ufficio di ricollocamento di Barbara Ottani. Tema centrato. L’impiegata dell’ufficio di ricollocamento ha il suo bel da fare con un Orrore Inimmaginabile. Cerca lavoro, ma come mostro non spaventa più nessuno. Nato dalla mente di un grande scrittore, è stato lentamente rimpiazzato da altri orrori. Allora, dato che ormai la gente si è abituata a lui, l’impiegata dell’ufficio gli consiglia di lavorare come Cupido. Bello il paragone del mostro con Barbapapà e i quadri di Erscher.
Attenzione: ehi
Le pene del Conte di Mario Mazzanfoglie. Tema centrato. Storia ironica, che vede il Conte Dracula offrire prosecco ai turisti per sbarcare il lunario. Simpatica la descrizione dei turisti, da un bel colore locale alla storia. Il personaggio dell’uomo di mezza età che si offre come preda al conte e poi gli propone di trasformare il castello in un luogo di divertimento per tutti i gusti, è ben caratterizzato. Curioso che il conte, essendo un vampiro, riesca a vedersi allo specchio.
Un sabato sera che ci segnò la vita di Loredana Lombardi. Tema centrato. Un sabato sera movimentato segna la vita del protagonista e della sorella. Ma anche quella del resto del gruppo degli amici. Si passa dallo stupro alla rissa e poi in Questura. Crescendo, il protagonista cambia, diventa insegnante in un liceo, mentre la sorella diventa psicologa. Storia cruda, molto ben rese le ambientazioni e i conflitti familiari. Ma, prima del cambiamento, ci sono ancora altre serate con risse. Bene con l’evoluzione dei personaggi.
And it’s my whole heart, while tested and tried di Foxi. Tema centrato. Racconto d’atmosfera di montagna. Inès è tranquilla dopo aver attraversato un periodo infernale di collera. L’episodio di Fontainebleu lo dimostra chiaramente, nell’immagine del mostro che esce allo scoperto. Lei e i suoi simili terrorizzano gli abitanti nei boschi, ma una bambina restituisce a Inès l’equilibrio chiedendole di spostarsi. Le dona un fiore e un fungo. Inès ricorda l’episodio nella casa di montagna, mentre fuori piove. Bello il finale con la pioggia intesa come purificazione.
Il Cuore dell’Accademia di Manuel De Stefano. Tema centrato. La protagonista è una docente universitaria molto credibile. Anche l’ambientazione universitaria lo è. Il lettore tifa per lei e il collega Domenico per l’articolo da consegnare entro due giorni. La posta in gioco per Domenico è alta: l’amore per la protagonista. Credibile anche l’esperimento e la routine del doppio lavoro dei due.
La mia classifica è soffertissima. Siete tutti ottimi autori:
Come un palloncino punto da uno spillo di Emiliano Maramonte 1
L’erede dei grandi felini di Mauro Bennici 2
Chi soffre in silenzio di Matteo Mantoani 3
Ufficio di ricollocamento di Barbara Ottani 4
E fu sera e fu mattina di Dash J. Benton 5
Le pene del Conte di Mario Mazzanfoglie 6
Un sabato sera che ci segnò la vita di Loredana Lombardi 7
Il Cuore dell’Accademia di Manuel De Stefano 8
And it’s my whole heart, while tested and tried di Foxi 9
Chi soffre in silenzio di Matteo Mantoani. Tema centrato. Bellissima l’atmosfera del bosco invernale, l’hai resa molto immersiva. Ben riuscito anche il personaggio dell’esorcista e lo spirito degli animali sotto forma di nebbia luccicante. Molto bello il finale, con gli animali mutilati, gli stessi che probabilmente ornano la casa del sindaco. Il protagonista, commosso, decide di rinunciare al compenso, sapendo che ci sarà nuova sofferenza. Bellissima l’immagine della volpe bianca che il protagonista libera dalla tagliola. È un fantasma anche lei.
E fu sera e fu mattina di Dash J. Benton. Tema centrato. Storia che parte da una seduta psichiatrica con un uomo che si fa chiamare Padre Nostro. Il medico è scocciato, tanto che lavora al suo romanzo durante l’incontro, ma, in corso di narrazione, il lettore si rende conto che è tutto vero, e non solo per la conoscenza degli episodi biblici, ma anche per il tempo capriccioso, che Nostro attribuisce al figlio. Molto bello il finale con la piaga. Un po’ di satira politica.
Come un palloncino punto da uno spillo di Emiliano Maramonte. Tema centrato. Storia cruda, con Giorgio che ha fabbricato una bomba per attirare l’attenzione su di sé. Ha un incidente con un camion e il suo piano fallisce. Ma ecco la sorpresa esplosiva dell’ovetto, dove c’è traccia di lui, almeno questa è la prima impressione del lettore. Bello il finale nel parco, dove lui, mutilato e paralizzato, tira fuori una bambolina per una bambina e gliela dona.
L’erede dei grandi felini di Mauro Bennici. Tema centrato. Storia narrata dal punto di vista di un gatto un po’ dispettoso che tuttavia si fa amare dal Lettore. E’ una prova molto complessa e ben gestita. Straziante il momento in cui il gatto vede il trasportino con un micetto al quale elenca le rinunce da fare per avere una casa non appena vede i padroni umani. Molto bella l’ambientazione gelida della casa con i quadri cubisti della padrona. Indovinata la scelta del vero nome del gatto, Amenhotep IV. E commovente il finale, con il gatto più vecchio che stringe a sé il piccolino.
Ufficio di ricollocamento di Barbara Ottani. Tema centrato. L’impiegata dell’ufficio di ricollocamento ha il suo bel da fare con un Orrore Inimmaginabile. Cerca lavoro, ma come mostro non spaventa più nessuno. Nato dalla mente di un grande scrittore, è stato lentamente rimpiazzato da altri orrori. Allora, dato che ormai la gente si è abituata a lui, l’impiegata dell’ufficio gli consiglia di lavorare come Cupido. Bello il paragone del mostro con Barbapapà e i quadri di Erscher.
Attenzione: ehi
Le pene del Conte di Mario Mazzanfoglie. Tema centrato. Storia ironica, che vede il Conte Dracula offrire prosecco ai turisti per sbarcare il lunario. Simpatica la descrizione dei turisti, da un bel colore locale alla storia. Il personaggio dell’uomo di mezza età che si offre come preda al conte e poi gli propone di trasformare il castello in un luogo di divertimento per tutti i gusti, è ben caratterizzato. Curioso che il conte, essendo un vampiro, riesca a vedersi allo specchio.
Un sabato sera che ci segnò la vita di Loredana Lombardi. Tema centrato. Un sabato sera movimentato segna la vita del protagonista e della sorella. Ma anche quella del resto del gruppo degli amici. Si passa dallo stupro alla rissa e poi in Questura. Crescendo, il protagonista cambia, diventa insegnante in un liceo, mentre la sorella diventa psicologa. Storia cruda, molto ben rese le ambientazioni e i conflitti familiari. Ma, prima del cambiamento, ci sono ancora altre serate con risse. Bene con l’evoluzione dei personaggi.
And it’s my whole heart, while tested and tried di Foxi. Tema centrato. Racconto d’atmosfera di montagna. Inès è tranquilla dopo aver attraversato un periodo infernale di collera. L’episodio di Fontainebleu lo dimostra chiaramente, nell’immagine del mostro che esce allo scoperto. Lei e i suoi simili terrorizzano gli abitanti nei boschi, ma una bambina restituisce a Inès l’equilibrio chiedendole di spostarsi. Le dona un fiore e un fungo. Inès ricorda l’episodio nella casa di montagna, mentre fuori piove. Bello il finale con la pioggia intesa come purificazione.
Il Cuore dell’Accademia di Manuel De Stefano. Tema centrato. La protagonista è una docente universitaria molto credibile. Anche l’ambientazione universitaria lo è. Il lettore tifa per lei e il collega Domenico per l’articolo da consegnare entro due giorni. La posta in gioco per Domenico è alta: l’amore per la protagonista. Credibile anche l’esperimento e la routine del doppio lavoro dei due.
La mia classifica è soffertissima. Siete tutti ottimi autori:
Come un palloncino punto da uno spillo di Emiliano Maramonte 1
L’erede dei grandi felini di Mauro Bennici 2
Chi soffre in silenzio di Matteo Mantoani 3
Ufficio di ricollocamento di Barbara Ottani 4
E fu sera e fu mattina di Dash J. Benton 5
Le pene del Conte di Mario Mazzanfoglie 6
Un sabato sera che ci segnò la vita di Loredana Lombardi 7
Il Cuore dell’Accademia di Manuel De Stefano 8
And it’s my whole heart, while tested and tried di Foxi 9
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
buondì ♡ di seguito la classifica, molto complessa da stilare, e subito dopo i commenti.
complimenti a tutti i partecipanti!
「CLASSIFICA」
1. «E fu sera e fu mattina» di Dash J. Benton
2. «Chi soffre in silenzio» di Matteo Mantoani
3. «L’erede dei grandi felini» di Mauro Bennici
4. «Ufficio di ricollocamento» di Barbara Ottani
5. «Il Cuore dell’Accademia» di Manuel De Stefano
6. «Come un palloncino punto da uno spillo» di Emiliano Maramonte
7. «Le pene del Conte» di Mario Mazzafoglie
8. «And it’s my whole heart, while tested and tried» di Foxi
9. «Un sabato sera che si segnò la vita» di Loredana Lombardi
「COMMENTI」
in ordine di classifica
per il racconto «e fu sera e fu mattina»
per il racconto «chi soffre in silenzio»
per il racconto «l'erede dei grandi felini»
per il racconto «ufficio di ricollocamento»
per il racconto «il cuore dell'accademia»
per il racconto «come un palloncino punto da uno spillo»
per il racconto «le pene del conte»
per il racconto «and it's my whole heart, while tested and tried»
per il racconto «un sabato sera che ci segnò la vita»
complimenti a tutti i partecipanti!
「CLASSIFICA」
1. «E fu sera e fu mattina» di Dash J. Benton
2. «Chi soffre in silenzio» di Matteo Mantoani
3. «L’erede dei grandi felini» di Mauro Bennici
4. «Ufficio di ricollocamento» di Barbara Ottani
5. «Il Cuore dell’Accademia» di Manuel De Stefano
6. «Come un palloncino punto da uno spillo» di Emiliano Maramonte
7. «Le pene del Conte» di Mario Mazzafoglie
8. «And it’s my whole heart, while tested and tried» di Foxi
9. «Un sabato sera che si segnò la vita» di Loredana Lombardi
「COMMENTI」
in ordine di classifica
per il racconto «e fu sera e fu mattina»
julia ~ martedì 18 marzo 2025, 18:18 ha scritto:ciao dash, piacere di far la tua conoscenza!
forse dovevo accorgermi già dal titolo di cosa avresti parlato, ma dopo un attimo di confusione ho riso come una scema per tutto il tempo, davvero divertente. comunque potevi risparmiarti la frase sulla dipendenza da videogiochi: ma come, fai outing a quelli come me così?! a freddo? xD
「RACCONTO」
bellissimo racconto/satira, ho riso un sacco leggendolo e penso che nei prossimi giorni verrò a guardarmelo ancora perché onestamente lo trovo ispirato. non so chi sia meglio caratterizzato tra il terapeuta quando si annoia a sentire i problemi di quello che crede un esaltato e che vorrebbe tornare a scrivere il suo romanzo in santa pace, con tanto di segretaria a cui muovere una reprimenda..., e tra "p. nostro" che viene disturbato dal figlio rompiscatole e che vorrebbe solo essere il solito buon vecchio yhwh che noi tutti conosciamo e amiamo. adoro tutto.
a parte l'entusiasmo per il tuo umorismo volevo far presente che hai sfruttato i riferimenti biblici sì con leggerezza ma anche con intelligenza, senza risultare irrispettoso. i dialoghi tragicomici sono taglienti e ben presentati.
「TEMA」
ma chi mai avrebbe pensato di rendere «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» con un racconto tanto ironico e azzeccato utilizzando elementi religiosi e condimento politico finale? questo è un lampo di genio, veramente. quando il signor p. nostro si è innervosito durante la seduta penso ne abbia lanciato uno che ha beccato proprio te... cheapeau! l'hai reso proprio al 100%.
「CONSIGLI」
guardando il racconto un paio di volte con la versione «sfogliami con passione», dove si legge meglio, ho trovato un paio di errori di battitura che non avevo notato subitissimo: mi riferisco a un paio di maiuscole mancate e uno spazio di troppo, quindi l'unica cosa da dirti sarebbe correggere queste due sviste, ma è un'inezia sul serio e avendo poco tempo a disposizione capisco che possa capitare. ♡
forse hai usato troppi "...", per mio puro gusto personale, perché se provi a guardare il racconto senza alcuni di questi puoi vedere quanto scorri bene ugualmente.
ultimo appunto ma molto importante: la frase finale che allude all'attuale presidenza americana l'avrei cambiata, per quanto stia bene, visto che alla fine potevi rendere... non vorrei che qualcuno s'offendesse, perché un conto è buttarla un po' a ridere sul rapporto biblico padre-figlio e umanità, un conto è alludere alla "pestilenza trump". non so, magari potrebbe causarti problemi, conosco varie persone che ci rimarrebbero male e si rovinerebbe loro tutto l'umore.
「FRASI PREFERITE」Dash J. Benton ha scritto:una volta dissi a uno di ammazzare suo figlio: ma era una battuta! manca poco che quello lo fa davvero.Dash J. Benton ha scritto:sono anni che mando alluvioni e siccità, e pur di prendermi per il culo si sono inventati il cambiamento climatico. ma ci pensa?Dash J. Benton ha scritto:anche io ti voglio bene... sì sì, come a me stesso certo, lo so, lo so.
per il racconto «chi soffre in silenzio»
julia ~ martedì 18 marzo 2025, 17:32 ha scritto:ciao matteo, piacere di conoscerti! ♥
è stato anche un piacere leggere come primissimo racconto il tuo, perché devo dire che mi ha emozionata particolarmente çwç se non ti spiace ho fatto una mini schedina per tenere un po' il filo del discorso e rimanere concentrata.
「RACCONTO」
come detto poco sopra, è stato un piacere da lettrice! l'ambiente invernale e come l'hai descritto mi hanno immersa subito nell'atmosfera che hai creato, anche se in teoria siamo in un periodo dove non vorremmo altro che scoppiasse il caldo, quindi bravo davvero viste le poche parole a disposizione. poi hai tenuto alta la mia curiosità dai primi momenti e mi hai stupita quando hai scelto di rendere protagonisti gli animali. e ho letto in questo racconto un certo "simbolismo", dove gli spiriti mutilati rappresentano l'impatto dell'uomo sulla natura... ma dimmi pure se mi sbaglio, potrei essermi lasciata andare e averci fantasticato troppo sopra.
la frase conclusiva, dove l'uomo fortifica l'idea di non continuare secondo questa strada, affermando che riporterà indietro il denaro, secondo me ha dato dolcezza al finale: avevi appena parlato di animali rimasti in sofferenza anche sotto forma di spiriti e l'avevi fatto con una descrizione piuttosto spinta, ma con l'esorcista che manda un po' al diavolo il sindaco e i soldi mi sono rincuorata.
ehi, c'è speranza per l'umanità!
「TEMA」
mi piace molto come hai reso originale l'esorcismo, perché non si parla spesso dell'idea che gli animali abbiano un'anima o che possano legarsi al loro luogo di morte perché hanno attraversato un trapasso cruento. non avevo capito bene subito come avevi reso la parte «ispirerò amore»... poi mi sono accorta di come il reciproco risparmiarsi sia stato un atto di fiducia da parte degli spiriti e anche del protagonista ♡ è poco esplicito, però ha senso.
「CONSIGLI」
una cosa che ho poco amato sono i due punti, e lo dico non perché tu abbia sbagliato a utilizzarli ma per via di averli visti tanti tutti assieme che avrei preferito fossero di meno. è un appunto così, generico e generale, quindi non farci troppo caso! giusto preferenza personale, ecco.
ps: critica, che poi davvero critica non è, sarebbe quella di rendere un po' più caratterizzato il protagonista per potermi immedesimare ancor meglio, ma avendo pochi caratteri a disposizione mi accorgo come sia un po' impossibile...
「FRASI PREFERITE」MatteoMantoani ha scritto:un groviglio di corpi di bestioline intrecciate le une sulle altre si contorce, decine di fauci sibilano all’unisonoMatteoMantoani ha scritto:ha il ventre aperto a rivelare dei feti che pendono come grappoli d’uva
per il racconto «l'erede dei grandi felini»
julia ~ mercoledì 19 marzo 2025, 16:10 ha scritto:buongiorno mauro, piacere di conoscerti ♡
che dolce amenhot- silvestro!
「RACCONTO」
il punto di vista di gatto anziano e burbero, che ce l'ha con i suoi padroni perché lo hanno ... beh, ci siamo capiti, la trovo davvero interessante. non me l'aspettavo, anche se un po' tutti tendono a dare al gatto questa figura di guardare agli umani con una certa stizza. ;3
ad ogni modo non solo scrivi bene in generale, ma hai pure descritto con successo quelle che immagino siano le emozioni di un protagonista del genere: nella sua posizione chiunque ce l'avrebbe con i propri schiavi umani, e chi dice il contrario mente sapendo di mentire! sì, va bene che è antropomorfizzazione, però ci sta eccome. il rapporto con la nuova palla di pelo offre un contrasto, senza rendere il tutto banale.
... ehi, ma poi perché si chiama amenhotep iv? voglio la lore, la LORE!
「TEMA」
per il tema credo tu ci abbia preso, ma provo ad essere un po' meno concisa sulle motivazioni che mi fanno pensare che sia stata una scelta azzeccata: nel racconto hai fornito in maniera piacevole e poco scontata l'arco evolutivo che passa dal «se non posso seminare terrore», con silvestro che è solito rendere difficile la vita ai suoi genitori umani, al «ispirerò amore» quando avvolge con la zampa il nuovo arrivato. ❀
「CONSIGLI」
sei al limite dei caratteri, quindi forse hai tagliato corto per quel motivo, ma potevi magari rendere meno brusco il finale! la reazione del micio alle parole di silvestro sono magari un po' meno innocenti di quanto mi sarei aspettata, ecco.
「FRASI PREFERITE」Mauro Bennici ha scritto:passeggiata per i possedimenti. un giro per lo studio dell’umana. odore di oli e carta. rappresentazioni di umani macellati e gettati alla rinfusa. pronuncia sempre un certo picasso, ma è il terrore che incuto a sconvolgerle i pensieri.Mauro Bennici ha scritto:«io mi chiamo, amenhotep iv!» scemo! adesso sanno dove sono. sono l’erede dei grandi felini… e scappo.
per il racconto «ufficio di ricollocamento»
julia ~ mercoledì 19 marzo 2025, 16:54 ha scritto:buon pomeriggio barbara, piacere! ~❥
「RACCONTO」
parto subito con il dirti che il racconto mi ha incuriosita fin da subito, e anche se la tematica dell'ufficio di collocamento è un po' vista e utilizzata o magari è solo una mia impressione, giusto la settimana scorsa vedevo the maid, sarà per quello? devo dire che mi sono un po' cotta per il mostro da te descritto. non posso farci nulla, li amo a prescindere i robi così, e lui-barra-lei è così dolcin* che non si può non voler coccolare... devo dire che mi hai servito questo fantasticare il nuovo "cupido" su un piatto d'argento eh, perché l'osservazione di avere «tutti quei tentacoli e il modo in cui riesce a farli apparire in posti… dislocati» è stata scritta da te, quindi bada bene su chi dovrebbe ricadere la colpa se qualcuno lo dovesse chiedere. xD dai, è perverso un cupido composto così, suvvia, non posso esser stata l'unica a pensarlo!
a parte tutte le mie cose sceme e varie divagazioni, si legge piacevolmente e se si supera il velo ironico che è presente ci si riesce a immedesimare nel mostro con facilità. i dialoghi sono freschi ed efficaci, specialmente con il duo così accoppiato di mostro demodé e impiegato annoiato. ♡
「TEMA」
non sono troppo convinta che il tema sia stato rispecchiato per come l'avevo inteso io, visto che da come ce lo avevano assegnato avevo colto più un certo cambiare emotivamente (?) anziché rimanere passivi mentre il resto intorno al protagonista cambia, però la tua interpretazione dimostra quanto sia altrettanto valida la tua scelta: il mostro, un po' innocentemente, vuol davvero cambiare "per il meglio"... non sono sicura che questo "meglio" sia effettivamente un «ispirerò amore» invece di prenderla come un lavoro e basta, ma insomma questo è il mio unico dubbio.
「CONSIGLI」
adoro i vari riferimenti che hai fatto, però davvero sono troppiii! ad una certa mi sono chiesta se un terzo delle battute che hai pigiato non fosse composto da sole citazioni di film, cartoni e quant'altro della "cultura pop" e/o altri sottogeneri. don't get me wrong, un altro po' e divento una xenomorph-addicted nella vita vera, però alla terza menzione dei barbapapà che all'inizio ho trovato dolcissima e nel dialogo la cit agli animatronici, nooo lì mi hai persa.
「FRASI PREFERITE」Bescottina ha scritto:«certo, ma rompiamo un po’ il ghiaccio. la scrittura è così impersonale. potrebbe voler aggiungere qualche altra frustrazione che può aiutarmi a direzionarla», posto, poi, che non abbia inviato un foglio pieno di glifi assurdi come fanno di solito.Bescottina ha scritto:questa volta, a trasalire è lui, o lei. «le tasse?»
per il racconto «il cuore dell'accademia»
julia ~ venerdì 21 marzo 2025, 5:32 ha scritto:ciao manuel ~❥
che bello rivederti dopo il post di presentazione, non mi aspettavo la fortuna di poter valutare il tuo primo racconto qui!
「RACCONTO」
felicità a parte nell'aver trovato un nuovo iscritto come me, il tuo racconto è stato un vero piacere da leggere: la narrazione è molto tranquilla in apparenza, "gentile" a tratti, ma sotto brucia quel sottotesto del rapporto scorretto tra la professoressa e domenico. la scena è interessante e i protagonisti, nonostante si siano visti per poche battute contate, ispirano domande che ogni scrittore immagino vorrebbe ascoltare... «come va a finire? vorrei di più!»
inoltre devo ammettere di aver apprezzato particolarmente il finale. a differenza di come altri ti hanno valutato per me gioca molto bene rispetto al tema dato ma di questo ne parlerò meglio nella prossima sezione (↓) e in generale dona quel tocco freddo da parte della prof dove si riesce a cogliere la manipolazione, l'inganno, il mostrare buon viso a cattivo gioco. ❁
「TEMA」
riguardo questo punto, trovo che tu sia stato davvero intelligente sull'interpretazione che ne hai dato.
in primo luogo la prof lo dimostra con il suo comportamento, con la sua autocelebrazione, e in effetti lei si sente un'insegnante diversa dai suoi colleghi dato l'essere molto disponibile con i suoi studenti! il tema almeno apparentemente è rispecchiato, quindi. poi c'è il risvolto, l'altra faccia della medaglia: «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» in questo caso potremmo dire che è un po' una convinzione di flaminia, forse il mantra che ripete a sé stessa per sentirsi meglio quando nei momenti più intimi si scruta nell'animo e si rende conto di sfruttare qualcuno su cui ha potere...► Mostra testo
「CONSIGLI」
poco da dire sulle cose da migliorare se non di rendere poco più fluide le frasi, perché a volte la punteggiatura rende le pause strane çwç e che ho notato uno spazietto strano tra le caporali e i dialoghi, giuro che sto impazzendo a vederleee. forse c'è una leggera dimenticanza come alla frase finale con "la sua carriera", magari dovuta al fatto che c'era poco tempo. personalmente avrei preferito un uso meno marcato dei punti di sospensione, ce ne sono tanti ♥
ma sono sciocchezze, sul serio, solo mie fissazioni, hai fatto un lavoro eccellente.
「FRASI PREFERITE」mdesefano ha scritto:non ho mai sopportato quei colleghi burberi che seminano il terrore tra gli studenti. è molto meglio ispirare amore verso la materia… e verso di me.mdesefano ha scritto:«tranquillo, su! ce l’abbiamo sempre fatta. so che non mi deluderai… »
dalla mano poggiata riesco a percepire un brivido che lo attraversa.
per il racconto «come un palloncino punto da uno spillo»
julia ~ mercoledì 19 marzo 2025, 14:40 ha scritto:buongiorno emiliano, piacere ❁
prima di dire qualsiasi altra cosa volevo farti i complimenti per com'è scritto il racconto. wow!
「RACCONTO」
entrando nello specifico di ciò che ho scritto poco sopra, sulla scrittura non riesco a trovare nulla da ridire se non farti presente che ho caldamente apprezzato lo stile della tua penna/tastiera e che ogni paragrafo è stato "calzante". probabilmente per come hai usato la punteggiatura o la cura delle parole utilizzate... assolutamente non cosa da poco visto il poco tempo a disposizione, e scelta vincente visto il limite di caratteri. ♡
「TEMA」
invece, per quanto riguarda il tema, ho le mie perplessità.
da una parte apprezzo l'interpretazione disturbante che hai voluto dare a «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» e devo dirti che agli inizi ero davvero curiosa di dove saresti andato a parare e come l'avresti fatto, ma arrivati sul finale sono rimasta un po' spiazzata. primo, l'evoluzione del personaggio l'ho trovata un po' troppo repentina psicologicamente parlando, se così posso dire, visto che in poche righe si passa da "unabomber" nei parchetti a uomo redento che trae piacere nel donare cose ambigue ai bambini. sì, ho inteso che nella storia del tuo racconto ci sono salti temporali, ma è come se ci fosse qualcosa che mi sfugge, hai presente? risulta mutilata... forse si tratta di una trama troppo complessa per poterla racchiudere in 5000 caratteri, sono arrivata a questa conclusione.
in secondo luogo il tema datoci implicava più una certa di evoluzione privata, un migliorarsi perché *inserisci motivo personale*, a parere mio, e vedere che hai utilizzato il fatto che giorgio non potesse più divertirsi in maniera psicopatica il motore del suo cambiamento mi ha lasciata un po' perplessa. il gesto finale vuole farmi credere che ci sia redenzione per lui, ma allo stesso tempo spinge troppo sul "non posso fare terrore, quindi farò finta di dare amore" per farmi credere che ci sia stata...
「CONSIGLI」
tema dell'amore trattato in maniera ambigua, è fin troppo sfuggente!
e storia troppo impegnata, avrebbe bisogno di più spazio per svilupparsi in un racconto più ricco e completo.
「FRASI PREFERITE」Emiliano Maramonte ha scritto:nessuna esitazione, nessun ripensamento. è così che deve andare. un colpo alla volta, una lezione dopo l’altra, e il mondo imparerà a tremare.
per il racconto «le pene del conte»
julia ~ mercoledì 19 marzo 2025, 17:42 ha scritto:piacere di conoscerti mario! ❁
「RACCONTO」
racconto che in generale fa sorridere ♡ gioca molto sulla figura di dracula in un mondo moderno, con il turismo di massa che è una tematica molto sottovalutata nonostante ci si provi a parlarne molto e ovviamente i problemi economici a cui evidentemente pure i "conti" devono far fronte. direi che il finale inaspettato è stata la parte migliore della storia, perché chi se l'aspettava un tale gino? insomma uno che va in vacanza ma con la mentalità di fare affaroni, apperò niente male.
「TEMA」
non saprei, qui ho colto poco come hai interpretato il tema. ho capito che «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» lo hai reso con il conte dracula che da figura iconica di mostro si ritira a vita da privato "buontempone" passami il termine che prova l'approccio turistico per rimanere a galla finanziariamente, e... beh, e quindi? mi manca come ispiri effettivamente l'amore, ecco.
「CONSIGLI」
per quanto sia stato facile cogliere il tuo umorismo e l'intento con cui hai scritto tutto, non si può fare a meno di notare che i personaggi sono molto stereotipati in maniera negativa e venga rappresentata l'italia con la solita solfa di paese-di-cacca con abitanti-di-cacca. sono italiana anch'io, figurarsi se non riconosco le varie problematiche del paese o meglio dei turisti italiani all'estero, ma qui nel tuo racconto c'è così tanto protrarre la solita storia che stufa e mi fa alzare un pochino gli occhi al cielo... dai, magari la borsa frigo a mo' di trolley è stata troppo, perché mi ha proprio portata indietro alle robe mostrate nei cinepanettoni. per carità, turisti italiani un po' burini ce ne sono, ma dopo aver visto come si comportano quelli di altre nazionalità come se si potesse fare di tutta l'erba un fascio, tra l'altro ho proprio rivalutato l'intera nostra categoria xD anche il dialogo sui selfie per avere tanti like, non so, abbastanza superato. mi ha dato il tutto un effetto da "ecco l'ennesimo racconto scritto dall'ennesimo boomer", il che è un peccato!
「FRASI PREFERITE」Mario Mazzafoglie ha scritto:per mille paletti di frassino, che cazzo ne sapeva? i suoi occhi erano così sicuri mentre pronunciavano quelle parole.
per il racconto «and it's my whole heart, while tested and tried»
julia ~ giovedì 20 marzo 2025, 16:50 ha scritto:ciao ester, piacere di conoscerti ❁
sono nuova anch'io, è la mia prima volta su minuti contati come te, quindi come prima cosa ti auguro una buona gara!
「RACCONTO」
dunque, in generale il tuo è un racconto in cui la forza personale, con un'impronta introspettiva, emerge senza troppe fatiche. leggendolo penso che si incastrino bene le varie figure che hai costruito, come il mostro indissolubilmente legato "nel petto" alla protagonista e il contrasto tra la potenza distruttiva della rabbia e la possibilità di trasformarla in qualcosa di diverso inserendo l'incontro con la bambina. ♡ la scelta di utilizzare certe parole hanno dato un'atmosfera un po' malinconica, azzardo nel definirla intima. nell'insieme la storia è molto carina!
「TEMA」
il concetto di «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» penso anche ci sia, ma lo sento sfumato... quasi un ricordo. inès passa dall'essere un mostro che terrorizza al trovare una sorta di pace, quindi ci siamo, ma l'aspetto dell'ispirare amore non è centrale quanto la riflessione e continua ripetizione sulla rabbia. forse intendevi mostrare una trasformazione dall'orrore all'amore, che ci sta, ma penso dovesse essere più incisivo per poter definire che rientravi nel tema.
「CONSIGLI」
lo stile in cui l'hai scritto è davvero troppo poetico: ci starebbe anche se non fosse appesantito da continue ripetizioni, così tanto presenti che alla fine mi sono chiesta se tu non utilizzassi l'essere ridondante per raggiungere un minimo di caratteri e nemmeno so il perché avresti dovuto farlo... prendi per esempio il "genepì", forse per mio errore nel leggere il tuo racconto mi aspettavo che avrebbe avuto un ruolo anche di chiusura, invece no, e quando la ragazzina sul finale cita i funghi ho pensato subito tu potessi utilizzare qui il liquore in qualche modo. che ne pensi? fammi sapere.
anche riguardo le frasi ti consiglio di alleggerirle in generale, magari rileggerle un po', perché risultano confusionarie delle volte. guarda per esempio qui, che ti metto qui giù in spoiler con una piccola considerazione.ps: maaa perché il titolo del racconto in inglese?► Mostra testo
「FRASI PREFERITE」foxie ha scritto:è che inès ha spezzato la gabbia delle costole e ha liberato il suo cuore, la sua rabbia, la sua bestia
per il racconto «un sabato sera che ci segnò la vita»
julia ~ mercoledì 19 marzo 2025, 18:21 ha scritto:'sera loredana, piacere di far la tua conoscenza! ~♡
「RACCONTO」
che dire, più di ogni altra cosa volevo comunque ringraziarti per aver cercato di scrivere un racconto su qualcosa di così profondo e delicato, sappi che l'ho apprezzato molto. ti muovi tra il registro drammatico dovuto al trauma e quello riflessivo per la crescita, sul finale, usando un tono sincero e diretto che non è facile rendere a parer mio quando si scrive. ad esempio, in poche parole a descriverlo hai delineato perfettamente il classico "padre padrone", quello che prima mena e poi fa domande, tanto che avevo ansia in prima persona per quando si sarebbe presentato e beh non si è smentito... la violenza sessuale è descritta poco e nulla, forse per non attirare troppo l'attenzione su quello togliendo il focus all'amicizia del gruppetto, o almeno così è la mia interpretazione.
「TEMA」
sul tema... credo di essermi persa un po', o che magari ti sia persa tu nello scrivere, perché non credo che venga rispecchiato molto. il racconto si concentra sull'esperienza del protagonista e brevemente sulle sue conseguenze raggiunta l'età adulta, piuttosto che su una scelta consapevole: esattamente «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» come viene rispecchiato? il protagonista né alcuno del suo gruppo ha la possibilità di incutere paura, e ovviamente di redimersi in alcun modo. sono i buoni della storia, impotenti contro la malvagità che dilaga nei cuori di chi si approfitta dei più deboli... forse hai pensato a rendere lo stupro come terrore e il riscatto di loro che nonostante tutto dopo quasi trent'anni hanno una famiglia come ispirare amore, ma per me è troppo tirata. </3
「CONSIGLI」
troppi nomi in pochissimi caratteri, è stato come leggere una pagina di diario di un ragazzo del liceo che cita tutti i suoi amici ma io esterna non posso logicamente... forse per via della limitazione di caratteri e per quanto volevi dire, avrei ridotto quanti sono presenti e mi sarei concentrata su altro. pensaci!
qui e là ci sono scelte di punteggiatura che non mi son piaciute, e mi riferisco all'uso dei punti e virgola un po' aggressivo e i vari «?!?» che ho trovato poco sobri, avrei evitato pure le parentesi e la scrittura di «sshhhtt» in questo modo molto da fumetto.
「FRASI PREFERITE」loredana ha scritto:ricordatevi di dante “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” che è sempre di moda. siate esempi e non zimbelli.
«un giorno guarderemo a questi momenti difficili e ne rideremo»
❀❁♡
❀❁♡
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Una delle edizioni con tantissimi racconti meravigliosi e che ho faticato molto a classificare. Bravissimi.
1) Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
2) E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
3) Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
4) Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
5) Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
6) L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
7) Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
8) Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
9) And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
1) Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo e piacerissimo di averti letto. Hai gestito l'ambientazione con grande maestria.
Riguardo l'immersività, ho accarezzato anche io la coda della volpe delle nevi e ne ho sentito la morbidezza. :D
Originale e interessante il modo in cui hai centrato il tema.
Se proprio devo farti un appunto, chiederei al sindaco una cifra enorme, per ogni testa di animale che ha appesa in casa. Così da non fargliela passare liscia. ;)
Racconto bellissimo.
Alla prossima e buona edition!
2) E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
Ciao Dash e piacere di averti letto. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, bello il tono, le battute e le sfumature.
Tema centrato in modo brillante.
Simpaticissimo sia il medico che il paziente. Chiuderei aggiungendo un'idea che viene al dottore sul suo romanzo, qualcosa tipo ciliegina su una torta già riuscita.
Anche io sono inciampata sulla frase con i doppi non. Meglio un: deve rispondere.
Il finale funziona, anche perché è il punto di vista soggettivo del paziente ;)
Bravissimo.
Buona edition e alla prossima!
3) Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario, come al solito è un piacere averti letto, le tue storie sono sempre simpatiche e ben scritte. Il tema centrato.
Carinissima la storia del Conte Dracula che per sbarcare il lunario deve aprire ai volgari turisti il suo castello "gotico".
In effetti, il Conte non può desiderare nulla di meglio di qualcuno che riesca a far fruttare al meglio la sua proprietà.
Limerei un pochino un paio di dialoghi che non filano liscissimi, come qui:
"L’ultima volta si misero qua fuori con le bancarelle a vendere “sangue vero del vampiro” agli altri turisti! Ah, italiani..."
che tra l'altro mi sono anche chiesta a chi stesse dicendo tutte queste cose.
Ma sono dettagli, il racconto mi è piaciuto molto, compresi i mille paletti di frassino :D
Buona edition e alla prossima!
4) Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
Ciao Barbara e piacere di averti letto. Il tema è centrato. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, sia per il tema, che per il modo in cui hai gestito il linguaggio e la storia, insomma, mi è piaciuto tutto. Sarà anche che ho un debole per le storie fantastiche con sfondo umoristico.
Comunque, per me bravissima.
Spero di rileggerti presto e buona edition!
5) Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, è sempre un piacere leggerti, il racconto mi è piaciuto, soprattutto come hai declinato il tema, anche se, come ti hanno fatto già notare, manca il punto di svolta che ci fa capire il cambio di atteggiamento, che potrebbe essere la morte della madre indifferente, che qui a un certo punto sparisce e lui sembra averla dimenticata.
Bella l'idea dell'ovetto Kinder che farei mangiare al personaggio in sedia a rotelle mentre riflette.
Stile gestito alla grande con frasi efficacissime come: resta imprigionato tra le lamiere, stretto nel pugno d’acciaio di un dolore infinito.
Oppure: A quella distanza lo scoppio assomiglia a uno schiocco secco, come quello di un palloncino punto da uno spillo.
Nonostante non perfetto per il sopracitato motivo, per me una buonissima prova.
Alla prossima e buona edition!
6) L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
Ciao Mauro e piacere di averti letto. Un racconto molto interessante il tuo, con picchi brillanti in alcuni punti, ma che in altri mi hanno fatto storcere il naso.
Inizierei subito con: «Sveglia!» Miagolo a squarciagola. «Ho fame!»
Perché la difficoltà a decifrare chi fosse l'animale all'inizio mi ha impedito di immaginare la scena in modo ottimale.
Mancherebbe anche un punto che ci faccia capire come mai un gatto voglia chiamarsi Amenhotep IV, una qualsiasi giustificazione, per esempio, in casa potrebbero esserci tomi che parlano dell'antico Egitto.
Oppure qui, quando dici: ma è il terrore che incuto a sconvolgerle i pensieri. mi sono chiesta come faccia il gatto a sapere che lei ha i pensieri sconvolti.
Qui invece funziona molto bene: Orecchie tese. Cosa stanno combinando? Odio quando rompono la mia routine! Qualcosa non quadra, qualcosa non quadra.
Una delle difficoltà dei racconti scritti con un punto di vista così limitato è che si corre il rischio di scrivere frasi che descrivono oggetti "normali" in modo "creativamente criptico" e che hanno bisogno di un tempo di decifrazione maggiore della quantità di attenzione media di un lettore.
Comunque, una buona prova.
Buona edition e alla prossima!
7) Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana e piacere di averti letto, interessante il tuo racconto, in certi punti un po' troppo raccontato, in altri funziona bene.
Il salto temporale non mi ha entusiasmato e sa un po' di predica, anche se il lettore sa la ragione per cui il prof lo dice.
Qui mi sono chiesta se sia credibile:abbiamo ballato con loro, controllato cosa bevessero, non siamo incoscienti; le abbiamo perse d’occhio due minuti
sembrano quasi genitori, tanto sono responsabili.
Qui mi è piaciuto:
È scoppiata una rissa, sì; pugni, schiaffi, teste sbattute contro il muro… sono usciti due coltelli, Giò è stato medicato in ambulanza, Miki è stato cucito in ospedale, gli altri tre sono lividi che sembrano Rocky alla fine di un incontro!
Comunque il racconto l'ho trovato simpatico.
Buona edition e alla prossima!
8) Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
Ciao Manuel e benvenuto nell'arena di Minuti Contati! Mi è piaciuta l'idea del tuo racconto, soprattutto all'inizio. Il tema è un po' forzato, soprattutto sul finale. La scrittura è buona, tenendo conto che chi parla è una prof universitaria, anche se lo stile è da affinare. Ci sono molti avverbi in mente e virgole che rallentano la lettura.
Per esempio:
La calca di studenti, che non manca di manifestare sonoramente la propria delusione, allenta la sua presa, e lentamente lascia l'aula.
Asciugherei dei dialoghi e ragionerei sulle informazioni che hai dato e che potresti togliere o non ripetere.
Comunque bene, soprattutto tenendo conto che è la tua prima prova qui.
Spero di rileggerti presto e buona edition!
9) And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
Ciao Ester e benvenuta nell'arena! Bella ambientazione e bella la struttura circolare del racconto. L'inizio mi è piaciuto molto. Invece le ripetizioni mi hanno portato fuori dalla storia, mi è sembrato più un esercizio di stile non riuscitissimo, piuttosto che qualcosa di funzionale a ciò che volevi dire.
Buona edition e spero di rileggerti presto!
1) Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
2) E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
3) Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
4) Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
5) Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
6) L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
7) Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
8) Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
9) And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
1) Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo e piacerissimo di averti letto. Hai gestito l'ambientazione con grande maestria.
Riguardo l'immersività, ho accarezzato anche io la coda della volpe delle nevi e ne ho sentito la morbidezza. :D
Originale e interessante il modo in cui hai centrato il tema.
Se proprio devo farti un appunto, chiederei al sindaco una cifra enorme, per ogni testa di animale che ha appesa in casa. Così da non fargliela passare liscia. ;)
Racconto bellissimo.
Alla prossima e buona edition!
2) E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
Ciao Dash e piacere di averti letto. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, bello il tono, le battute e le sfumature.
Tema centrato in modo brillante.
Simpaticissimo sia il medico che il paziente. Chiuderei aggiungendo un'idea che viene al dottore sul suo romanzo, qualcosa tipo ciliegina su una torta già riuscita.
Anche io sono inciampata sulla frase con i doppi non. Meglio un: deve rispondere.
Il finale funziona, anche perché è il punto di vista soggettivo del paziente ;)
Bravissimo.
Buona edition e alla prossima!
3) Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario, come al solito è un piacere averti letto, le tue storie sono sempre simpatiche e ben scritte. Il tema centrato.
Carinissima la storia del Conte Dracula che per sbarcare il lunario deve aprire ai volgari turisti il suo castello "gotico".
In effetti, il Conte non può desiderare nulla di meglio di qualcuno che riesca a far fruttare al meglio la sua proprietà.
Limerei un pochino un paio di dialoghi che non filano liscissimi, come qui:
"L’ultima volta si misero qua fuori con le bancarelle a vendere “sangue vero del vampiro” agli altri turisti! Ah, italiani..."
che tra l'altro mi sono anche chiesta a chi stesse dicendo tutte queste cose.
Ma sono dettagli, il racconto mi è piaciuto molto, compresi i mille paletti di frassino :D
Buona edition e alla prossima!
4) Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
Ciao Barbara e piacere di averti letto. Il tema è centrato. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, sia per il tema, che per il modo in cui hai gestito il linguaggio e la storia, insomma, mi è piaciuto tutto. Sarà anche che ho un debole per le storie fantastiche con sfondo umoristico.
Comunque, per me bravissima.
Spero di rileggerti presto e buona edition!
5) Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, è sempre un piacere leggerti, il racconto mi è piaciuto, soprattutto come hai declinato il tema, anche se, come ti hanno fatto già notare, manca il punto di svolta che ci fa capire il cambio di atteggiamento, che potrebbe essere la morte della madre indifferente, che qui a un certo punto sparisce e lui sembra averla dimenticata.
Bella l'idea dell'ovetto Kinder che farei mangiare al personaggio in sedia a rotelle mentre riflette.
Stile gestito alla grande con frasi efficacissime come: resta imprigionato tra le lamiere, stretto nel pugno d’acciaio di un dolore infinito.
Oppure: A quella distanza lo scoppio assomiglia a uno schiocco secco, come quello di un palloncino punto da uno spillo.
Nonostante non perfetto per il sopracitato motivo, per me una buonissima prova.
Alla prossima e buona edition!
6) L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
Ciao Mauro e piacere di averti letto. Un racconto molto interessante il tuo, con picchi brillanti in alcuni punti, ma che in altri mi hanno fatto storcere il naso.
Inizierei subito con: «Sveglia!» Miagolo a squarciagola. «Ho fame!»
Perché la difficoltà a decifrare chi fosse l'animale all'inizio mi ha impedito di immaginare la scena in modo ottimale.
Mancherebbe anche un punto che ci faccia capire come mai un gatto voglia chiamarsi Amenhotep IV, una qualsiasi giustificazione, per esempio, in casa potrebbero esserci tomi che parlano dell'antico Egitto.
Oppure qui, quando dici: ma è il terrore che incuto a sconvolgerle i pensieri. mi sono chiesta come faccia il gatto a sapere che lei ha i pensieri sconvolti.
Qui invece funziona molto bene: Orecchie tese. Cosa stanno combinando? Odio quando rompono la mia routine! Qualcosa non quadra, qualcosa non quadra.
Una delle difficoltà dei racconti scritti con un punto di vista così limitato è che si corre il rischio di scrivere frasi che descrivono oggetti "normali" in modo "creativamente criptico" e che hanno bisogno di un tempo di decifrazione maggiore della quantità di attenzione media di un lettore.
Comunque, una buona prova.
Buona edition e alla prossima!
7) Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana e piacere di averti letto, interessante il tuo racconto, in certi punti un po' troppo raccontato, in altri funziona bene.
Il salto temporale non mi ha entusiasmato e sa un po' di predica, anche se il lettore sa la ragione per cui il prof lo dice.
Qui mi sono chiesta se sia credibile:abbiamo ballato con loro, controllato cosa bevessero, non siamo incoscienti; le abbiamo perse d’occhio due minuti
sembrano quasi genitori, tanto sono responsabili.
Qui mi è piaciuto:
È scoppiata una rissa, sì; pugni, schiaffi, teste sbattute contro il muro… sono usciti due coltelli, Giò è stato medicato in ambulanza, Miki è stato cucito in ospedale, gli altri tre sono lividi che sembrano Rocky alla fine di un incontro!
Comunque il racconto l'ho trovato simpatico.
Buona edition e alla prossima!
8) Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
Ciao Manuel e benvenuto nell'arena di Minuti Contati! Mi è piaciuta l'idea del tuo racconto, soprattutto all'inizio. Il tema è un po' forzato, soprattutto sul finale. La scrittura è buona, tenendo conto che chi parla è una prof universitaria, anche se lo stile è da affinare. Ci sono molti avverbi in mente e virgole che rallentano la lettura.
Per esempio:
La calca di studenti, che non manca di manifestare sonoramente la propria delusione, allenta la sua presa, e lentamente lascia l'aula.
Asciugherei dei dialoghi e ragionerei sulle informazioni che hai dato e che potresti togliere o non ripetere.
Comunque bene, soprattutto tenendo conto che è la tua prima prova qui.
Spero di rileggerti presto e buona edition!
9) And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
Ciao Ester e benvenuta nell'arena! Bella ambientazione e bella la struttura circolare del racconto. L'inizio mi è piaciuto molto. Invece le ripetizioni mi hanno portato fuori dalla storia, mi è sembrato più un esercizio di stile non riuscitissimo, piuttosto che qualcosa di funzionale a ciò che volevi dire.
Buona edition e spero di rileggerti presto!
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Ecco i miei commenti:
Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, ben trovato anche in questa edizione. Che dire? Il tuo racconto mi è piaciuto molto, hai creato un world building perfetto e centrato in pieno il tema. Inoltre non posso che provare empatia per il protagonista: sono profondamente contraria alla caccia! L’unico problema l’ho avuto con la parte in cui lui arriva nel capanno ed evoca la “sostanza”: ho dovuto rileggere per capire bene il senso di quello che stava facendo. Magari dipende anche dal mio bassissimo livello di concentrazione, non lo so. Dubbio che può restare tale, eh, non voglio una risposta a tutti i costi: lui viene risparmiato perché lo spirito percepisce che non è un cacciatore o perché ha liberato la “volpe” dalla tagliola? Buona edition, Matteo!
E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
Dash, ma tu vuoi vincere facile? Troppo divertente il tuo racconto! E bello che all’inizio ho letto e riletto il primo “Signor Nostro…” perché pensavo fosse un errore, e invece… Non ho niente da eccepire, dialoghi perfetti, ottimo ritmo e trovata geniale. Qualcuno potrebbe eccepire che magari il Signor Padre Nostro non dovrebbe aver bisogno dello psicologo visto che “vede tutto” ma io la scena me la sono troppo immaginata lo stesso. Grazie per averlo scritto e buona edition!
Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, è sempre un piacere leggerti, il tuo stile è molto nel mio mood. Questo racconto però è forse troppo ambizioso per sole 5000 battute, avrebbe avuto bisogno di un respiro più ampio. Ci sono alcuni passaggi che soffrono di più della costrizione delle battute, forse quel particolare della mamma non serviva? E così avresti potuto seminare qualcosina in più sul personaggio? Il tema lo prendi per i capelli con il finale che risulta davvero un po’ forzato, io avrei voluto che lui avesse conservato una bomba da dare a quella bimba e farla morire male perché era quello che mi aspettavo dal personaggio in quel momento. Del resto dopo l’incidente dovrebbe essere ancora più arrabbiato, no? Non lo so, questa volta non mi hai convinto e mi dispiace. Ti auguro comunque una buona edition, a rileggerci!
L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
Ciao Mauro, piacere di leggerti! Ma sai che anch’io ho scelto un gatto come protagonista? Anche se declinato in modo diverso ma abbiamo pensato alla stessa cosa! Il racconto mi è piaciuto e hai reso perfettamente tutti i particolari: hai dei gatti? Credo di sì e se così non fosse sei doppiamente bravo. Mi sono divertita, non ho difetti da rilevare, per ora il tuo racconto è sul mio podio, buona edition!
Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
Ciao Barbara, piacere di leggerti. Hai scritto davvero un bel racconto. Mi è piaciuto molto come hai reso Orrore Inimmaginabile e ho apprezzato le citazioni sia letterarie che cinematografiche. Il tema è stato centrato perfettamente. Unico neo i tanti incisi con i pensieri dell’impiegata: mi hanno costretto a rileggere alcuni passaggi perché mi perdevo. Ma capisco anche che erano necessari per star dentro i caratteri e riuscire ad esplicitare la storia. Una buonissima prova, buona edition!
Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario e piacere di averti letto. Tu sei uno che in quanto a story telling ne sai qualcosa e anche qui con 5000 battute hai costruito qualcosa di ben strutturato. Il racconto mi ha divertito ma anche un po’ indispettito: trovo che hai forzato un po’ troppo la mano con gli stereotipi su quei turisti italiani! Il tema non è proprio centrato, non mi pare proprio che il Conte ispiri amore a meno che non prendiamo per “amore” la proposta di Gino di metterci le ragazze “disponibili”! Buona edition!
Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana e piacere di leggerti. Apprezzo molto che tu abbia affrontato un argomento così difficile come uno stupro e che tu lo abbia fatto cercando di evidenziare i giovani “buoni”, passami il termine, e il loro slancio a difendere le ragazze in difficoltà. Ma il raccontato questa volta non mi ha convinta. Se tu lo avessi declinato partendo dalla rissa, per esempio, raccontando, con le azioni, poi il seguirsi della vicenda, sarebbe stato tutto più fluido e veloce. Il salto temporale non mi è piaciuto, non era necessario, avresti potuto fermarti proprio sulla contrapposizione dei giovani stupratori e i giovani “salvatori” e il tema sarebbe stato centrato in pieno. Buona edition a te!
And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
Ciao Ester e benvenuta su Minuti Contati! Per prima cosa ti dico di non farti smontare dalle eventuali critiche, io sono stata massacrata più volte ma è dal massacro che imparo ad ogni edizione qualcosa in più! Ma veniamo al racconto… io ho come l’impressione che tu abbia citato qualche gioco o libro fantasy o che ti sia fatta ispirare (deduco anche dal titolo), sbaglio? Se è così mi spiace ma non conosco l’origine di questi riferimenti. Per quanto riguarda la struttura del racconto il primo appunto che ti faccio è quello dell’uso del narratore onnisciente (e vedrai che non sarò l’unica!). Se tu avessi scritto questo racconto in prima persona avresti evitato un sacco di ripetizioni (che sono disturbanti) e risparmiato molti caratteri per dare più spessore alla storia. Di positivo c’è la resa dell’atmosfera e il tema centrato e la certezza che sai scrivere molto bene, devi solo aggiustare le dosi degli ingredienti che hai a disposizione. Spero di leggerti ancora, buona edition!
Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
Ciao Manuel e benvenuto nell’Arena. Ho letto con interesse il tuo racconto e il mio primo pensiero è stato che il tema fosse centrato nel senso di una professoressa universitaria che poteva seminare terrore e invece no. E anche se l’idea mi piaceva non vedevo il plot twist che avrebbe innescato la scintilla della storia. Perciò ho sperato nella figura che si stagliava sulla porta… E niente, non ho capito il perché e il per come di tutta questa faccenda della conferenza oltre alla difficoltà nel districarmi tra i tanti incisi. Ma non mollare, spero di leggerti presto di nuovo, buona edition!
… E la mia classifica:
1. E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
2. L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
3. Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
4. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
5. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
6. Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
7. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
8. Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
9. Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, ben trovato anche in questa edizione. Che dire? Il tuo racconto mi è piaciuto molto, hai creato un world building perfetto e centrato in pieno il tema. Inoltre non posso che provare empatia per il protagonista: sono profondamente contraria alla caccia! L’unico problema l’ho avuto con la parte in cui lui arriva nel capanno ed evoca la “sostanza”: ho dovuto rileggere per capire bene il senso di quello che stava facendo. Magari dipende anche dal mio bassissimo livello di concentrazione, non lo so. Dubbio che può restare tale, eh, non voglio una risposta a tutti i costi: lui viene risparmiato perché lo spirito percepisce che non è un cacciatore o perché ha liberato la “volpe” dalla tagliola? Buona edition, Matteo!
E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
Dash, ma tu vuoi vincere facile? Troppo divertente il tuo racconto! E bello che all’inizio ho letto e riletto il primo “Signor Nostro…” perché pensavo fosse un errore, e invece… Non ho niente da eccepire, dialoghi perfetti, ottimo ritmo e trovata geniale. Qualcuno potrebbe eccepire che magari il Signor Padre Nostro non dovrebbe aver bisogno dello psicologo visto che “vede tutto” ma io la scena me la sono troppo immaginata lo stesso. Grazie per averlo scritto e buona edition!
Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, è sempre un piacere leggerti, il tuo stile è molto nel mio mood. Questo racconto però è forse troppo ambizioso per sole 5000 battute, avrebbe avuto bisogno di un respiro più ampio. Ci sono alcuni passaggi che soffrono di più della costrizione delle battute, forse quel particolare della mamma non serviva? E così avresti potuto seminare qualcosina in più sul personaggio? Il tema lo prendi per i capelli con il finale che risulta davvero un po’ forzato, io avrei voluto che lui avesse conservato una bomba da dare a quella bimba e farla morire male perché era quello che mi aspettavo dal personaggio in quel momento. Del resto dopo l’incidente dovrebbe essere ancora più arrabbiato, no? Non lo so, questa volta non mi hai convinto e mi dispiace. Ti auguro comunque una buona edition, a rileggerci!
L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
Ciao Mauro, piacere di leggerti! Ma sai che anch’io ho scelto un gatto come protagonista? Anche se declinato in modo diverso ma abbiamo pensato alla stessa cosa! Il racconto mi è piaciuto e hai reso perfettamente tutti i particolari: hai dei gatti? Credo di sì e se così non fosse sei doppiamente bravo. Mi sono divertita, non ho difetti da rilevare, per ora il tuo racconto è sul mio podio, buona edition!
Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
Ciao Barbara, piacere di leggerti. Hai scritto davvero un bel racconto. Mi è piaciuto molto come hai reso Orrore Inimmaginabile e ho apprezzato le citazioni sia letterarie che cinematografiche. Il tema è stato centrato perfettamente. Unico neo i tanti incisi con i pensieri dell’impiegata: mi hanno costretto a rileggere alcuni passaggi perché mi perdevo. Ma capisco anche che erano necessari per star dentro i caratteri e riuscire ad esplicitare la storia. Una buonissima prova, buona edition!
Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario e piacere di averti letto. Tu sei uno che in quanto a story telling ne sai qualcosa e anche qui con 5000 battute hai costruito qualcosa di ben strutturato. Il racconto mi ha divertito ma anche un po’ indispettito: trovo che hai forzato un po’ troppo la mano con gli stereotipi su quei turisti italiani! Il tema non è proprio centrato, non mi pare proprio che il Conte ispiri amore a meno che non prendiamo per “amore” la proposta di Gino di metterci le ragazze “disponibili”! Buona edition!
Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana e piacere di leggerti. Apprezzo molto che tu abbia affrontato un argomento così difficile come uno stupro e che tu lo abbia fatto cercando di evidenziare i giovani “buoni”, passami il termine, e il loro slancio a difendere le ragazze in difficoltà. Ma il raccontato questa volta non mi ha convinta. Se tu lo avessi declinato partendo dalla rissa, per esempio, raccontando, con le azioni, poi il seguirsi della vicenda, sarebbe stato tutto più fluido e veloce. Il salto temporale non mi è piaciuto, non era necessario, avresti potuto fermarti proprio sulla contrapposizione dei giovani stupratori e i giovani “salvatori” e il tema sarebbe stato centrato in pieno. Buona edition a te!
And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
Ciao Ester e benvenuta su Minuti Contati! Per prima cosa ti dico di non farti smontare dalle eventuali critiche, io sono stata massacrata più volte ma è dal massacro che imparo ad ogni edizione qualcosa in più! Ma veniamo al racconto… io ho come l’impressione che tu abbia citato qualche gioco o libro fantasy o che ti sia fatta ispirare (deduco anche dal titolo), sbaglio? Se è così mi spiace ma non conosco l’origine di questi riferimenti. Per quanto riguarda la struttura del racconto il primo appunto che ti faccio è quello dell’uso del narratore onnisciente (e vedrai che non sarò l’unica!). Se tu avessi scritto questo racconto in prima persona avresti evitato un sacco di ripetizioni (che sono disturbanti) e risparmiato molti caratteri per dare più spessore alla storia. Di positivo c’è la resa dell’atmosfera e il tema centrato e la certezza che sai scrivere molto bene, devi solo aggiustare le dosi degli ingredienti che hai a disposizione. Spero di leggerti ancora, buona edition!
Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
Ciao Manuel e benvenuto nell’Arena. Ho letto con interesse il tuo racconto e il mio primo pensiero è stato che il tema fosse centrato nel senso di una professoressa universitaria che poteva seminare terrore e invece no. E anche se l’idea mi piaceva non vedevo il plot twist che avrebbe innescato la scintilla della storia. Perciò ho sperato nella figura che si stagliava sulla porta… E niente, non ho capito il perché e il per come di tutta questa faccenda della conferenza oltre alla difficoltà nel districarmi tra i tanti incisi. Ma non mollare, spero di leggerti presto di nuovo, buona edition!
… E la mia classifica:
1. E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
2. L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
3. Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
4. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
5. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
6. Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
7. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
8. Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
9. Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Oltre a quella dell'Augure dovete ancora ricevere altre quattro classifiche.
- matt_heels
- Messaggi: 72
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Classifica molto dura da stilare e quasi tutte le posizioni distanziate da dettagli. Vi faccio i complimenti perché anche i racconti nelle ultime posizioni mi hanno lasciato qualcosa e credo abbiano grande potenziale, così come le vostre penne.
La classifica:
1. Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
2. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
3. L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
4. E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
5. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
6. Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
7. Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
8. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
9. Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
I commenti:
1. Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
2. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
3. L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
4. E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
5. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
6. Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
7. Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
8. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
9. Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
La classifica:
1. Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
2. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
3. L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
4. E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
5. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
6. Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
7. Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
8. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
9. Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
I commenti:
1. Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
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2. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
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3. L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
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4. E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
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5. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
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6. Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
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7. Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
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8. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
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9. Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
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- giuseppe.gangemi
- Messaggi: 186
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Dopo sette anni di assenza, tornare su Minuti Contati è stata un’esperienza emozionante. Ritrovare questa comunità così viva, attenta e generosa mi ha ricordato perché, all’epoca, la consideravo e la considero tuttora una delle migliori palestre di scrittura in cui mi sia mai imbattuto. È stato un grande piacere leggere i racconti di questa edizione, dedicata a Stefania Toniolo, e lasciarmi trasportare dalle voci, dalle invenzioni, dai mondi che ciascuno di voi ha saputo creare.
Inizio col fare i complimenti a tutti e nove i partecipanti che ho letto e commentato: ognuno di voi ha portato una proposta personale, con stile e tono diversi, e tutti avete dimostrato un livello davvero alto, sia in termini di scrittura che di capacità narrativa. Non ho trovato un solo racconto mediocre: ognuno ha qualcosa da dire, e l’ha detto con forza, delicatezza o intelligenza, a seconda del caso.
“Il Cuore dell’Accademia” è un piccolo gioiello di manipolazione psicologica elegante e disturbante, con un finale che gela.
“And it's my whole heart, while tested and tried” è una meditazione lirica e potente sulla rabbia e sulla trasformazione interiore.
“Le pene del Conte” è una satira brillante sulla decadenza dei mostri e il grottesco del turismo moderno.
“Ufficio di ricollocamento” è una commedia surreale e amarissima che riflette con acume sull’obsolescenza della paura.
“Come un palloncino punto da uno spillo” è un horror sottile e disturbante, che colpisce per freddezza e coerenza narrativa.
“Un sabato sera che ci segnò la vita” è un racconto realistico e sincero, toccante nella sua umanità e nella sua evoluzione etica.
“E fu sera e fu mattina” è una commedia teologica dissacrante e godibilissima, tra satira e paradosso.
“Chi soffre in silenzio” è un racconto gotico ben scritto e atmosferico, con un messaggio importante sulla memoria e il riscatto.
“L’erede dei grandi felini” è tenero, divertente, originale: un piccolo monologo felino che fa sorridere con intelligenza.
Voglio ringraziare in modo particolare Lo L’Antico per l’organizzazione e la cura, e naturalmente tutti i moderatori di Minuti Contati, per l’attenzione, la costanza e il lavoro che continuano a fare nel tenere viva una comunità letteraria di valore.
Lascio, insieme a questo commento, la mia classifica completa e tutti i giudizi estesi, nella speranza che possano essere utili o anche solo interessanti da leggere. Ho cercato di essere rigoroso ma rispettoso, analitico ma coinvolto. Leggere i vostri racconti è stato un vero piacere, e mi avete ricordato quanto sia stimolante confrontarsi su questi spazi.
Buon proseguimento del contest a tutti!
La classifica:
1- Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani.
2- E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton.
3- L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici.
4- Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani.
5- Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie.
6- Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte.
7- Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano.
8- And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxie.
9- Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi,
I commenti:
1- Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani.
Ciao Barbara,
hai scritto è un racconto brillante che unisce con maestria umorismo, surrealismo e una riflessione sottile sul tema del cambiamento. Il protagonista è un orrore cosmico, una creatura tentacolata e interdimensionale che, nel mondo moderno, non riesce più a terrorizzare nessuno. Ridotto a figura obsoleta, finisce in un ufficio di collocamento per mostri disoccupati, dove una consulente pragmatica e sarcastica tenta di trovargli un nuovo ruolo nella società.
L’intero racconto si regge su un contrasto comico perfetto: da un lato, il mostro lovecraftiano decadente; dall’altro, la spietata burocrazia quotidiana di un ufficio contemporaneo. Il risultato è un dialogo scoppiettante, pieno di battute riuscite, immagini esilaranti e trovate sorprendenti. Il racconto non si limita a far ridere: riesce anche a costruire un arco narrativo coerente, che culmina in una svolta finale tanto comica quanto perfettamente tematica: la proposta di ricollocare l’orrore cosmico nel ruolo di Cupido, grazie ai suoi “tentacoli dislocabili”.
La scrittura è agile, scattante, visiva. I personaggi, pur nel brevissimo spazio disponibile, emergono con forza e personalità. La voce della consulente è ben riuscita: ironica, stanca, competente, sempre un passo avanti al caos che la circonda. Il mostro, dal canto suo, è una creatura profondamente umana nella sua crisi: ha nostalgia, imbarazzo, senso di colpa. Il lettore ride, ma empatizza anche.
In relazione al tema del contest (“Se non posso seminare terrore, ispirerò amore”) il racconto è perfettamente aderente. Il messaggio è espresso con intelligenza e leggerezza: non attraverso retorica o spiegazioni, ma con una costruzione narrativa che trasforma un’antica minaccia in un nuovo, paradossale messaggero d’amore. È una trovata che chiude il racconto in modo elegante e sorprendente.
Un racconto che si distingue per originalità, ritmo, umorismo intelligente e perfetto controllo narrativo. Memorabile e vincente.
Alla prossima!
2- E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton.
Ciao Dash,
il tuo è un racconto riuscito, che unisce originalità di concept, padronanza stilistica e una comicità tagliente ma mai sterile. L’idea di partenza (Dio in seduta dallo psicologo) viene sviluppata con intelligenza, ironia e senso del ritmo. I dialoghi sono brillanti, le situazioni surreali, ma sempre coerenti all’interno del contesto narrativo. Il protagonista, una divinità stanca e fuori tempo massimo, esprime con ironia la crisi dell’autorità tradizionale e la fatica di adattarsi a un mondo che non risponde più al terrore, ma chiede amore, empatia, apertura.
Il racconto si confronta con il tema del contest in modo originale: non lo espone in modo diretto, ma lo rielabora attraverso una parodia teologica. Il “non poter più seminare terrore” diventa una fonte di frustrazione per un Dio che ha perso il controllo del mondo, e che viene costretto a ripensare sé stesso come figura d’amore. Il tutto avviene attraverso il filtro della commedia, con un ritmo impeccabile e un lessico moderno, efficace, tagliente. Il terapeuta, voce narrante, offre al lettore uno sguardo scettico, ironico, ma mai cinico.
I riferimenti biblici sono trattati con affetto e intelligenza, senza mai scadere nel blasfemo. La battuta finale, la “piaga” delle elezioni americane, è un esempio perfetto di satira contemporanea: fa ridere e riflettere allo stesso tempo, chiudendo il racconto con un colpo secco, coerente con il tono generale.
Nonostante la sua struttura minimalista (due personaggi, un unico spazio), il racconto risulta ricchissimo di spunti: sul potere, sulla religione, sulle relazioni familiari, sulla psicologia del comando, sulla crisi dei padri, sulla necessità di aggiornare il linguaggio dell’autorità. La scrittura è brillante, i tempi comici ben gestiti, le battute costruite con precisione.
Un racconto che, pur nella sua leggerezza, riesce a dire molto. E lo fa con stile, intelligenza e una voce chiara.
Alla prossima!
3- L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici.
Ciao Mauro,
il tuo è un racconto che coniuga ironia, affetto e introspezione in un ritratto vivacissimo di un gatto anziano che, attraverso il filtro del proprio delirio di onnipotenza, racconta il mondo domestico come se fosse un impero. La voce narrante è un vero gioiello: sarcastica, regale, tragicomica. La struttura episodica accompagna il lettore in una giornata qualunque che diventa una parabola di cambiamento.
Il protagonista è irresistibile nella sua arroganza e tenero nella sua fragilità. I piccoli fallimenti fisici, la difficoltà a saltare giù dal letto, la fuga grottesca dal trasportino, lo scontro con l’ineluttabilità della vecchiaia: tutto viene raccontato con ironia e leggerezza, ma lascia una traccia malinconica e autentica.
Il racconto affronta indirettamente il tema del contest (il passaggio dal terrore all’amore) attraverso una parabola tutta interna al personaggio. Il “terrore” che incuteva un tempo viene progressivamente sostituito da una forma di tenerezza non voluta, quasi inconsapevole. Alla fine, l’incontro con il cucciolo è uno specchio e una soglia: nel piccolo felino, il protagonista rivede sé stesso e forse per la prima volta cede, abbraccia, accoglie.
Il linguaggio è brillante, controllato, ricco di trovate felici. L’universo narrativo è solido e coerente. I dialoghi, ridotti al minimo, sono efficacissimi. Il ritmo è ottimo, e il finale emoziona senza forzature. È un racconto che riesce a divertire, intenerire e riflettere con una voce tutta sua.
Alla prossima!
4- Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani.
Ciao Matteo,
il tuo è un racconto che si distingue per la sua atmosfera intensa e la capacità di evocare immagini forti con una prosa controllata e visivamente efficace. Ambientato in un bosco invernale e narrato in prima persona, il testo segue il percorso di un protagonista chiamato a esorcizzare spiriti inquieti. Tuttavia, la narrazione sovverte le aspettative tipiche del racconto soprannaturale: gli spiriti non sono semplici entità maligne, ma manifestazioni di un dolore più profondo, quello degli animali uccisi, feriti, mutilati dalla violenza umana.
Il cuore del racconto risiede nella trasformazione interiore del protagonista: da osservatore cinico e professionale, a testimone empatico, fino a complice silenzioso di una giustizia spirituale. Il suo rifiuto finale di portare a termine il compito assegnatogli segna un momento di svolta morale, espresso con sobrietà e coerenza. Il finale, asciutto ma intenso, chiude il cerchio in modo efficace, restituendo dignità al mondo naturale e ponendo una critica implicita all’antropocentrismo.
Tra i punti di forza spiccano la costruzione dell’atmosfera, il simbolismo delle visioni, l’uso evocativo del linguaggio e la profondità etica. Alcune immagini (come l’orsa gravida, la volpe ferita, le civette senza occhi) sono memorabili, e rendono il testo potente pur nella sua sobrietà.
Nel complesso, un racconto solido, ben scritto e carico di significato. Non spettacolare, ma profondo.
Alla prossima!
5- Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie.
Ciao Mario,
il tuo è un racconto folgorante, capace di fondere commedia, satira sociale e rivisitazione cinematografica in un testo denso, divertente e profondo. Il protagonista è il leggendario Conte Dracula, qui ridotto a fare da guida turistica per gruppi di turisti italiani rumorosi, volgari e insensibili al fascino dell’orrore gotico.
Il racconto si apre con un Dracula stanco e indignato, costretto a preparare calici di prosecco da discount per accogliere gruppi armati di t-shirt imbarazzanti e borse frigo. L’atmosfera gotica del castello è invasa dal turismo di massa, e Dracula è ormai un’ombra di sé stesso: costretto a recitare una parte che non incute più alcun timore, deve affrontare l’umiliazione dell’indifferenza. Quando un turista lo riconosce come il “vero Dracula”, il Conte prova a recuperare dignità, ma si ritrova di fronte Gino, un imprenditore da commedia all’italiana che propone una “riconversione” dell’attività in chiave B&B di lusso, Sky e ragazze disponibili. Il finale è un colpo di genio.
Il tono è irresistibile: ironico, scanzonato, ma anche lucido. Il racconto gioca sul contrasto tra epico e grottesco, tra mito e realtà, e riesce a offrire una critica feroce alla perdita di profondità della cultura contemporanea, senza mai appesantire il ritmo narrativo. I dialoghi sono brillanti, le situazioni paradossali ma plausibili, e il personaggio del Conte è ben tratteggiato.
In relazione al tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” il racconto lo affronta con una chiave originale e molto efficace: Dracula, impossibilitato a spaventare, deve reinventarsi, diventando oggetto di consumo. Non è amore nel senso sentimentale, ma è comunque una forma di accettazione, di convivenza, di trasformazione.
Il racconto si distingue per originalità, intelligenza, stile personale e capacità di unire leggerezza e riflessione. È un testo che riesce a far ridere con intelligenza e a parlare del presente con profondità, usando un mostro antico per raccontare il nostro tempo.
Alla prossima!
6- Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte.
Ciao Emiliano,
il tuo è un racconto che si distingue per precisione formale, potenza visiva e profondità psicologica. Il protagonista, Giorgio, è un uomo spezzato che cerca di affermare la propria esistenza attraverso il terrore, in una spirale di violenza sottile e trattenuta. La sua parabola, raccontata attraverso cinque quadri narrativi, lo conduce dal tentativo di attentato alla completa marginalità, fino a un gesto finale ambivalente: forse di pace, forse ancora di sfida.
Il racconto lavora sul tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” con notevole finezza: Giorgio inizia come un “unabomber” emotivo, un uomo che vuole costringere il mondo a tremare. Ma il destino lo punisce, lo rende invisibile, e lo priva persino del potere di distruggere. Nel finale, costretto a confrontarsi con la propria irrilevanza, offre un dono a una bambina. È un gesto che può significare redenzione o vendetta. Il racconto lascia il lettore sospeso, in un finale perfettamente calibrato.
Dal punto di vista stilistico, il testo è controllato, sobrio, efficace. Il linguaggio è nitido, visivo, con frasi brevi e pesate. Le immagini sono potenti, cariche di significato simbolico. Il ritmo è ben gestito, con una progressione narrativa che non cerca l’effetto facile ma punta a costruire un senso crescente di inquietudine e compassione. Giorgio non è un mostro(questo non lo so veramente), ma un uomo solo (di questo sono sicuro). Questo lo rende ancora più spaventoso, e al tempo stesso più umano.
Siamo in un dramma psicologico con venature noir, costruito per lasciare un’eco nel lettore. Un racconto che non cerca di spiegare, ma di mostrare.
Alla prossima!
7- Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano.
Ciao Manuel,
il tuo è un racconto che si distingue per intelligenza narrativa, eleganza stilistica e sottile inquietudine psicologica. Ambientato in un’aula universitaria, racconta l’interazione tra una professoressa carismatica e un suo dottorando, preoccupato per una scadenza accademica. La vicenda sembra banale, ma presto emerge una tensione più profonda: quella di una relazione di potere mascherata da cura, di un controllo esercitato attraverso il linguaggio dell’affetto e dell’ispirazione.
La protagonista, Flaminia Paoli, è una figura affascinante e ambigua: gentile, sorridente, disponibile, ma anche fredda, calcolatrice e consapevole del potere che esercita. Non impone mai nulla esplicitamente: lascia che l’altro si senta obbligato da solo. Il suo “amore” diventa uno strumento di pressione, e la paura di deluderla diventa un terrore silenzioso che imprigiona il giovane Domenico.
Il racconto declina il tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” in modo raffinato e originale: Flaminia non può (o non vuole) usare la paura esplicita, e allora sceglie la via dell’ispirazione, dell’affetto, della vicinanza. Ma anche questo amore è una forma di potere, forse la più efficace e pericolosa. E infatti, alla fine, ciò che veramente terrorizza Domenico è l’idea di perdere quell’amore, con tutto ciò che comporta a livello accademico, professionale e umano.
Il linguaggio del racconto è sobrio, preciso, mai sopra le righe. I dialoghi sono carichi di sottotesto, e l’atmosfera si fa sempre più tesa senza mai esplodere. Il climax è affidato a una frase finale secca, semplice, devastante: “Perdere il mio amore sarebbe la cosa più terrificante per la sua carriera.” Una frase che fa rileggere tutto ciò che è venuto prima sotto una nuova luce.
“Il Cuore dell’Accademia” è, in conclusione, un racconto di grande finezza narrativa, che colpisce per maturità, sottigliezza e potenza emotiva.
Alla prossima!
8- And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxie.
Ciao Foxie,
il tuo è un racconto intenso, una meditazione lirica sulla rabbia, sulla trasformazione interiore e sull’accettazione di sé. La protagonista, Inès, è una donna che un tempo ha ceduto completamente alla propria parte oscura, incarnandola fino a diventare una creatura feroce e isolata, determinata a fare paura. Ma un incontro inaspettato con una bambina che non si lascia spaventare le mostra un’altra via: quella della presenza, del disarmo, del ritorno alla vulnerabilità.
Attraverso un linguaggio poetico e sensoriale, il racconto costruisce un viaggio emotivo profondo. La rabbia non è negata né demonizzata: è vissuta, attraversata, e infine riconosciuta come parte dell’identità. Inès impara che non è la repressione a salvare, ma la consapevolezza. La sua “bestia” resta con lei, ma non comanda più.
Il racconto è costruito su un doppio binario temporale: il presente nel rifugio di montagna, e il passato nella foresta di Fontainebleau, dove la protagonista ha vissuto la sua metamorfosi mostruosa. L’elemento naturale è centrale e simbolico: la pioggia, che devasta ma disseta; la foresta, luogo di pericolo e rinascita; i funghi, piccole meraviglie che crescono nel silenzio e nell’ombra.
Nel contesto del tema “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore”, il racconto si distingue per una rielaborazione profonda e non banale. Inès scopre che spaventare gli altri non la salva, e che il potere ottenuto attraverso la paura è sterile. La sua rinascita avviene attraverso un incontro gentile, e la decisione di non scappare più da sé stessa.
Lo stile è evocativo, il ritmo lento e avvolgente. Le immagini sono forti, ma sempre funzionali al racconto. La voce narrante è matura, consapevole, capace di portare il lettore dentro un percorso emotivo complesso senza mai cadere nella retorica.
Un racconto che si legge in silenzio e lascia una traccia duratura. Un esempio di scrittura emotiva e simbolica buon livello, che affronta con coraggio temi difficili come la rabbia, la solitudine, l’identità. E che mostra, senza proclami, che anche dalle emozioni più oscure può nascere qualcosa di buono.
Alla prossima!
9- Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi,
Ciao Loredana,
il tuo è un racconto realistico, intenso e commovente, che racconta una trasformazione umana e morale nata da una notte di violenza. Il protagonista, diciottenne all’epoca dei fatti, si trova coinvolto in una rissa in discoteca dopo aver scoperto che una ragazza del gruppo, Marika, era vittima di un’aggressione sessuale. Con altri amici interviene, e la serata finisce in questura, tra denunce, feriti, minacce legali e paura per le conseguenze.
Il racconto si sviluppa su due piani temporali: quello immediato del 13 febbraio 2000, raccontato in prima persona con stile diaristico, e quello del 1° marzo 2025, quando lo stesso ragazzo è ormai adulto, insegnante, e riflette su quella notte con uno sguardo più maturo. La scelta narrativa di usare questa doppia prospettiva dà profondità al testo, e consente di mostrare non solo l’evento traumatico, ma anche le sue conseguenze emotive, esistenziali e professionali.
La scrittura è sobria, diretta, emotivamente coinvolgente. Il tono è coerente, la voce del narratore è credibile e sincera. I personaggi (il padre, la sorella, l’avvocato, l’amico ferito) sono delineati in poche pennellate ma restano impressi. Non ci sono derive melodrammatiche né sensazionalistiche: il racconto si affida alla verità dei fatti, e questa scelta paga.
In relazione al tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” il racconto lo affronta in chiave profonda e implicita. Il protagonista e i suoi amici non sono eroi, ma ragazzi che scelgono di non essere spettatori passivi. Da quella notte, imparano a proteggere, ad amare nel senso più alto del termine: prendersi cura. E nella loro vita futura, come insegnante e psicologa, continueranno quella missione.
È un racconto che si distingue per umanità, coerenza, e senso del reale. E che lascia un messaggio forte: scegliere di fare la cosa giusta, anche quando è difficile, è ciò che ci rende adulti.
Alla prossima!
Inizio col fare i complimenti a tutti e nove i partecipanti che ho letto e commentato: ognuno di voi ha portato una proposta personale, con stile e tono diversi, e tutti avete dimostrato un livello davvero alto, sia in termini di scrittura che di capacità narrativa. Non ho trovato un solo racconto mediocre: ognuno ha qualcosa da dire, e l’ha detto con forza, delicatezza o intelligenza, a seconda del caso.
“Il Cuore dell’Accademia” è un piccolo gioiello di manipolazione psicologica elegante e disturbante, con un finale che gela.
“And it's my whole heart, while tested and tried” è una meditazione lirica e potente sulla rabbia e sulla trasformazione interiore.
“Le pene del Conte” è una satira brillante sulla decadenza dei mostri e il grottesco del turismo moderno.
“Ufficio di ricollocamento” è una commedia surreale e amarissima che riflette con acume sull’obsolescenza della paura.
“Come un palloncino punto da uno spillo” è un horror sottile e disturbante, che colpisce per freddezza e coerenza narrativa.
“Un sabato sera che ci segnò la vita” è un racconto realistico e sincero, toccante nella sua umanità e nella sua evoluzione etica.
“E fu sera e fu mattina” è una commedia teologica dissacrante e godibilissima, tra satira e paradosso.
“Chi soffre in silenzio” è un racconto gotico ben scritto e atmosferico, con un messaggio importante sulla memoria e il riscatto.
“L’erede dei grandi felini” è tenero, divertente, originale: un piccolo monologo felino che fa sorridere con intelligenza.
Voglio ringraziare in modo particolare Lo L’Antico per l’organizzazione e la cura, e naturalmente tutti i moderatori di Minuti Contati, per l’attenzione, la costanza e il lavoro che continuano a fare nel tenere viva una comunità letteraria di valore.
Lascio, insieme a questo commento, la mia classifica completa e tutti i giudizi estesi, nella speranza che possano essere utili o anche solo interessanti da leggere. Ho cercato di essere rigoroso ma rispettoso, analitico ma coinvolto. Leggere i vostri racconti è stato un vero piacere, e mi avete ricordato quanto sia stimolante confrontarsi su questi spazi.
Buon proseguimento del contest a tutti!
La classifica:
1- Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani.
2- E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton.
3- L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici.
4- Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani.
5- Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie.
6- Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte.
7- Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano.
8- And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxie.
9- Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi,
I commenti:
1- Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani.
Ciao Barbara,
hai scritto è un racconto brillante che unisce con maestria umorismo, surrealismo e una riflessione sottile sul tema del cambiamento. Il protagonista è un orrore cosmico, una creatura tentacolata e interdimensionale che, nel mondo moderno, non riesce più a terrorizzare nessuno. Ridotto a figura obsoleta, finisce in un ufficio di collocamento per mostri disoccupati, dove una consulente pragmatica e sarcastica tenta di trovargli un nuovo ruolo nella società.
L’intero racconto si regge su un contrasto comico perfetto: da un lato, il mostro lovecraftiano decadente; dall’altro, la spietata burocrazia quotidiana di un ufficio contemporaneo. Il risultato è un dialogo scoppiettante, pieno di battute riuscite, immagini esilaranti e trovate sorprendenti. Il racconto non si limita a far ridere: riesce anche a costruire un arco narrativo coerente, che culmina in una svolta finale tanto comica quanto perfettamente tematica: la proposta di ricollocare l’orrore cosmico nel ruolo di Cupido, grazie ai suoi “tentacoli dislocabili”.
La scrittura è agile, scattante, visiva. I personaggi, pur nel brevissimo spazio disponibile, emergono con forza e personalità. La voce della consulente è ben riuscita: ironica, stanca, competente, sempre un passo avanti al caos che la circonda. Il mostro, dal canto suo, è una creatura profondamente umana nella sua crisi: ha nostalgia, imbarazzo, senso di colpa. Il lettore ride, ma empatizza anche.
In relazione al tema del contest (“Se non posso seminare terrore, ispirerò amore”) il racconto è perfettamente aderente. Il messaggio è espresso con intelligenza e leggerezza: non attraverso retorica o spiegazioni, ma con una costruzione narrativa che trasforma un’antica minaccia in un nuovo, paradossale messaggero d’amore. È una trovata che chiude il racconto in modo elegante e sorprendente.
Un racconto che si distingue per originalità, ritmo, umorismo intelligente e perfetto controllo narrativo. Memorabile e vincente.
Alla prossima!
2- E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton.
Ciao Dash,
il tuo è un racconto riuscito, che unisce originalità di concept, padronanza stilistica e una comicità tagliente ma mai sterile. L’idea di partenza (Dio in seduta dallo psicologo) viene sviluppata con intelligenza, ironia e senso del ritmo. I dialoghi sono brillanti, le situazioni surreali, ma sempre coerenti all’interno del contesto narrativo. Il protagonista, una divinità stanca e fuori tempo massimo, esprime con ironia la crisi dell’autorità tradizionale e la fatica di adattarsi a un mondo che non risponde più al terrore, ma chiede amore, empatia, apertura.
Il racconto si confronta con il tema del contest in modo originale: non lo espone in modo diretto, ma lo rielabora attraverso una parodia teologica. Il “non poter più seminare terrore” diventa una fonte di frustrazione per un Dio che ha perso il controllo del mondo, e che viene costretto a ripensare sé stesso come figura d’amore. Il tutto avviene attraverso il filtro della commedia, con un ritmo impeccabile e un lessico moderno, efficace, tagliente. Il terapeuta, voce narrante, offre al lettore uno sguardo scettico, ironico, ma mai cinico.
I riferimenti biblici sono trattati con affetto e intelligenza, senza mai scadere nel blasfemo. La battuta finale, la “piaga” delle elezioni americane, è un esempio perfetto di satira contemporanea: fa ridere e riflettere allo stesso tempo, chiudendo il racconto con un colpo secco, coerente con il tono generale.
Nonostante la sua struttura minimalista (due personaggi, un unico spazio), il racconto risulta ricchissimo di spunti: sul potere, sulla religione, sulle relazioni familiari, sulla psicologia del comando, sulla crisi dei padri, sulla necessità di aggiornare il linguaggio dell’autorità. La scrittura è brillante, i tempi comici ben gestiti, le battute costruite con precisione.
Un racconto che, pur nella sua leggerezza, riesce a dire molto. E lo fa con stile, intelligenza e una voce chiara.
Alla prossima!
3- L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici.
Ciao Mauro,
il tuo è un racconto che coniuga ironia, affetto e introspezione in un ritratto vivacissimo di un gatto anziano che, attraverso il filtro del proprio delirio di onnipotenza, racconta il mondo domestico come se fosse un impero. La voce narrante è un vero gioiello: sarcastica, regale, tragicomica. La struttura episodica accompagna il lettore in una giornata qualunque che diventa una parabola di cambiamento.
Il protagonista è irresistibile nella sua arroganza e tenero nella sua fragilità. I piccoli fallimenti fisici, la difficoltà a saltare giù dal letto, la fuga grottesca dal trasportino, lo scontro con l’ineluttabilità della vecchiaia: tutto viene raccontato con ironia e leggerezza, ma lascia una traccia malinconica e autentica.
Il racconto affronta indirettamente il tema del contest (il passaggio dal terrore all’amore) attraverso una parabola tutta interna al personaggio. Il “terrore” che incuteva un tempo viene progressivamente sostituito da una forma di tenerezza non voluta, quasi inconsapevole. Alla fine, l’incontro con il cucciolo è uno specchio e una soglia: nel piccolo felino, il protagonista rivede sé stesso e forse per la prima volta cede, abbraccia, accoglie.
Il linguaggio è brillante, controllato, ricco di trovate felici. L’universo narrativo è solido e coerente. I dialoghi, ridotti al minimo, sono efficacissimi. Il ritmo è ottimo, e il finale emoziona senza forzature. È un racconto che riesce a divertire, intenerire e riflettere con una voce tutta sua.
Alla prossima!
4- Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani.
Ciao Matteo,
il tuo è un racconto che si distingue per la sua atmosfera intensa e la capacità di evocare immagini forti con una prosa controllata e visivamente efficace. Ambientato in un bosco invernale e narrato in prima persona, il testo segue il percorso di un protagonista chiamato a esorcizzare spiriti inquieti. Tuttavia, la narrazione sovverte le aspettative tipiche del racconto soprannaturale: gli spiriti non sono semplici entità maligne, ma manifestazioni di un dolore più profondo, quello degli animali uccisi, feriti, mutilati dalla violenza umana.
Il cuore del racconto risiede nella trasformazione interiore del protagonista: da osservatore cinico e professionale, a testimone empatico, fino a complice silenzioso di una giustizia spirituale. Il suo rifiuto finale di portare a termine il compito assegnatogli segna un momento di svolta morale, espresso con sobrietà e coerenza. Il finale, asciutto ma intenso, chiude il cerchio in modo efficace, restituendo dignità al mondo naturale e ponendo una critica implicita all’antropocentrismo.
Tra i punti di forza spiccano la costruzione dell’atmosfera, il simbolismo delle visioni, l’uso evocativo del linguaggio e la profondità etica. Alcune immagini (come l’orsa gravida, la volpe ferita, le civette senza occhi) sono memorabili, e rendono il testo potente pur nella sua sobrietà.
Nel complesso, un racconto solido, ben scritto e carico di significato. Non spettacolare, ma profondo.
Alla prossima!
5- Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie.
Ciao Mario,
il tuo è un racconto folgorante, capace di fondere commedia, satira sociale e rivisitazione cinematografica in un testo denso, divertente e profondo. Il protagonista è il leggendario Conte Dracula, qui ridotto a fare da guida turistica per gruppi di turisti italiani rumorosi, volgari e insensibili al fascino dell’orrore gotico.
Il racconto si apre con un Dracula stanco e indignato, costretto a preparare calici di prosecco da discount per accogliere gruppi armati di t-shirt imbarazzanti e borse frigo. L’atmosfera gotica del castello è invasa dal turismo di massa, e Dracula è ormai un’ombra di sé stesso: costretto a recitare una parte che non incute più alcun timore, deve affrontare l’umiliazione dell’indifferenza. Quando un turista lo riconosce come il “vero Dracula”, il Conte prova a recuperare dignità, ma si ritrova di fronte Gino, un imprenditore da commedia all’italiana che propone una “riconversione” dell’attività in chiave B&B di lusso, Sky e ragazze disponibili. Il finale è un colpo di genio.
Il tono è irresistibile: ironico, scanzonato, ma anche lucido. Il racconto gioca sul contrasto tra epico e grottesco, tra mito e realtà, e riesce a offrire una critica feroce alla perdita di profondità della cultura contemporanea, senza mai appesantire il ritmo narrativo. I dialoghi sono brillanti, le situazioni paradossali ma plausibili, e il personaggio del Conte è ben tratteggiato.
In relazione al tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” il racconto lo affronta con una chiave originale e molto efficace: Dracula, impossibilitato a spaventare, deve reinventarsi, diventando oggetto di consumo. Non è amore nel senso sentimentale, ma è comunque una forma di accettazione, di convivenza, di trasformazione.
Il racconto si distingue per originalità, intelligenza, stile personale e capacità di unire leggerezza e riflessione. È un testo che riesce a far ridere con intelligenza e a parlare del presente con profondità, usando un mostro antico per raccontare il nostro tempo.
Alla prossima!
6- Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte.
Ciao Emiliano,
il tuo è un racconto che si distingue per precisione formale, potenza visiva e profondità psicologica. Il protagonista, Giorgio, è un uomo spezzato che cerca di affermare la propria esistenza attraverso il terrore, in una spirale di violenza sottile e trattenuta. La sua parabola, raccontata attraverso cinque quadri narrativi, lo conduce dal tentativo di attentato alla completa marginalità, fino a un gesto finale ambivalente: forse di pace, forse ancora di sfida.
Il racconto lavora sul tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” con notevole finezza: Giorgio inizia come un “unabomber” emotivo, un uomo che vuole costringere il mondo a tremare. Ma il destino lo punisce, lo rende invisibile, e lo priva persino del potere di distruggere. Nel finale, costretto a confrontarsi con la propria irrilevanza, offre un dono a una bambina. È un gesto che può significare redenzione o vendetta. Il racconto lascia il lettore sospeso, in un finale perfettamente calibrato.
Dal punto di vista stilistico, il testo è controllato, sobrio, efficace. Il linguaggio è nitido, visivo, con frasi brevi e pesate. Le immagini sono potenti, cariche di significato simbolico. Il ritmo è ben gestito, con una progressione narrativa che non cerca l’effetto facile ma punta a costruire un senso crescente di inquietudine e compassione. Giorgio non è un mostro(questo non lo so veramente), ma un uomo solo (di questo sono sicuro). Questo lo rende ancora più spaventoso, e al tempo stesso più umano.
Siamo in un dramma psicologico con venature noir, costruito per lasciare un’eco nel lettore. Un racconto che non cerca di spiegare, ma di mostrare.
Alla prossima!
7- Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano.
Ciao Manuel,
il tuo è un racconto che si distingue per intelligenza narrativa, eleganza stilistica e sottile inquietudine psicologica. Ambientato in un’aula universitaria, racconta l’interazione tra una professoressa carismatica e un suo dottorando, preoccupato per una scadenza accademica. La vicenda sembra banale, ma presto emerge una tensione più profonda: quella di una relazione di potere mascherata da cura, di un controllo esercitato attraverso il linguaggio dell’affetto e dell’ispirazione.
La protagonista, Flaminia Paoli, è una figura affascinante e ambigua: gentile, sorridente, disponibile, ma anche fredda, calcolatrice e consapevole del potere che esercita. Non impone mai nulla esplicitamente: lascia che l’altro si senta obbligato da solo. Il suo “amore” diventa uno strumento di pressione, e la paura di deluderla diventa un terrore silenzioso che imprigiona il giovane Domenico.
Il racconto declina il tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” in modo raffinato e originale: Flaminia non può (o non vuole) usare la paura esplicita, e allora sceglie la via dell’ispirazione, dell’affetto, della vicinanza. Ma anche questo amore è una forma di potere, forse la più efficace e pericolosa. E infatti, alla fine, ciò che veramente terrorizza Domenico è l’idea di perdere quell’amore, con tutto ciò che comporta a livello accademico, professionale e umano.
Il linguaggio del racconto è sobrio, preciso, mai sopra le righe. I dialoghi sono carichi di sottotesto, e l’atmosfera si fa sempre più tesa senza mai esplodere. Il climax è affidato a una frase finale secca, semplice, devastante: “Perdere il mio amore sarebbe la cosa più terrificante per la sua carriera.” Una frase che fa rileggere tutto ciò che è venuto prima sotto una nuova luce.
“Il Cuore dell’Accademia” è, in conclusione, un racconto di grande finezza narrativa, che colpisce per maturità, sottigliezza e potenza emotiva.
Alla prossima!
8- And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxie.
Ciao Foxie,
il tuo è un racconto intenso, una meditazione lirica sulla rabbia, sulla trasformazione interiore e sull’accettazione di sé. La protagonista, Inès, è una donna che un tempo ha ceduto completamente alla propria parte oscura, incarnandola fino a diventare una creatura feroce e isolata, determinata a fare paura. Ma un incontro inaspettato con una bambina che non si lascia spaventare le mostra un’altra via: quella della presenza, del disarmo, del ritorno alla vulnerabilità.
Attraverso un linguaggio poetico e sensoriale, il racconto costruisce un viaggio emotivo profondo. La rabbia non è negata né demonizzata: è vissuta, attraversata, e infine riconosciuta come parte dell’identità. Inès impara che non è la repressione a salvare, ma la consapevolezza. La sua “bestia” resta con lei, ma non comanda più.
Il racconto è costruito su un doppio binario temporale: il presente nel rifugio di montagna, e il passato nella foresta di Fontainebleau, dove la protagonista ha vissuto la sua metamorfosi mostruosa. L’elemento naturale è centrale e simbolico: la pioggia, che devasta ma disseta; la foresta, luogo di pericolo e rinascita; i funghi, piccole meraviglie che crescono nel silenzio e nell’ombra.
Nel contesto del tema “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore”, il racconto si distingue per una rielaborazione profonda e non banale. Inès scopre che spaventare gli altri non la salva, e che il potere ottenuto attraverso la paura è sterile. La sua rinascita avviene attraverso un incontro gentile, e la decisione di non scappare più da sé stessa.
Lo stile è evocativo, il ritmo lento e avvolgente. Le immagini sono forti, ma sempre funzionali al racconto. La voce narrante è matura, consapevole, capace di portare il lettore dentro un percorso emotivo complesso senza mai cadere nella retorica.
Un racconto che si legge in silenzio e lascia una traccia duratura. Un esempio di scrittura emotiva e simbolica buon livello, che affronta con coraggio temi difficili come la rabbia, la solitudine, l’identità. E che mostra, senza proclami, che anche dalle emozioni più oscure può nascere qualcosa di buono.
Alla prossima!
9- Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi,
Ciao Loredana,
il tuo è un racconto realistico, intenso e commovente, che racconta una trasformazione umana e morale nata da una notte di violenza. Il protagonista, diciottenne all’epoca dei fatti, si trova coinvolto in una rissa in discoteca dopo aver scoperto che una ragazza del gruppo, Marika, era vittima di un’aggressione sessuale. Con altri amici interviene, e la serata finisce in questura, tra denunce, feriti, minacce legali e paura per le conseguenze.
Il racconto si sviluppa su due piani temporali: quello immediato del 13 febbraio 2000, raccontato in prima persona con stile diaristico, e quello del 1° marzo 2025, quando lo stesso ragazzo è ormai adulto, insegnante, e riflette su quella notte con uno sguardo più maturo. La scelta narrativa di usare questa doppia prospettiva dà profondità al testo, e consente di mostrare non solo l’evento traumatico, ma anche le sue conseguenze emotive, esistenziali e professionali.
La scrittura è sobria, diretta, emotivamente coinvolgente. Il tono è coerente, la voce del narratore è credibile e sincera. I personaggi (il padre, la sorella, l’avvocato, l’amico ferito) sono delineati in poche pennellate ma restano impressi. Non ci sono derive melodrammatiche né sensazionalistiche: il racconto si affida alla verità dei fatti, e questa scelta paga.
In relazione al tema del contest “Se non posso seminare terrore, ispirerò amore” il racconto lo affronta in chiave profonda e implicita. Il protagonista e i suoi amici non sono eroi, ma ragazzi che scelgono di non essere spettatori passivi. Da quella notte, imparano a proteggere, ad amare nel senso più alto del termine: prendersi cura. E nella loro vita futura, come insegnante e psicologa, continueranno quella missione.
È un racconto che si distingue per umanità, coerenza, e senso del reale. E che lascia un messaggio forte: scegliere di fare la cosa giusta, anche quando è difficile, è ciò che ci rende adulti.
Alla prossima!
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Oltre a quella de L'AUGURE dovete ancora ricevere altre due classifiche.
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Ciao a tuttə, ecco i miei commenti e classifica. I primi due racconti mi hanno colpito per originalità, simpatia e bravura di chi gli ha scritti. Ho avuto indecisione sul terzo posto del podio. Ho premiato quello che mi ha coinvolto di più perché non sapevo davvero come posizionarli. Pari merito.
Negli altri racconti ho trovato delle cose migliorabili, chi con poco, chi con un lavoro più accurato, ma possono tutti diventare racconti da podio.
Complimenti a tutte le autrici e gli autori del gruppo.
Alla prossima edition.
1. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
2. E fu sera e fu mattina, di Dash Benton
3. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
4. Chi offre in silenzio, di Matteo Mantoani
5. L'erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
6. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
7. Le pende del conte, di Mario Mazzafoglie
8. Il cuore dell'accademia, di Manuel De Stefano
9. Un sabato sera che mi segnò la vita, di Loredana Lombardi
1. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
Ciao Barbara,
racconto molto carino, con riferimenti cinematografici inseriti bene. Ho avuto un momento, solo all'inizio, in cui ho faticato a capire i vari ingredienti messi in scena. Non ho capito da subito i ruoli del colloquio perchè l'attenzione era tutta focalizzata sull'apparizione del mostro. Poi dal quinto-sesto rigo è stato tutto più chiaro.
Non ho particolari suggerimenti da farti, se non appunto nell'incipit, perchè il racconto è scritto bene e la storia mi è piaciuta.
Davvero una bella prova. Complimenti.
Buona edition.
2. E fu sera e fu mattina, di Dash Benton
Ciao Dash,
hai avuto un'idea brillante, mi è piaciuta la rappresentazione del creatore a una seduta di psicoterapia. Anche il pdv lo hai gestito bene, mi sono piaciuti i suoi fraseggi interiori, in quel mix di presenza al cliente e allo stesso tempo di distrazione.
L'unica cosa che mi sento di dirti è che pensavo che la storia di lui che pensa al suo romanzo tornasse, come semina. Invece, purtroppo mi è parso di no. Allora ho pensato che avresti potuto utilizzare il suo sguardo fuori dalla finestra come incipit perchè invece poi è un elemento interessante per mostrare il cambiamento del tempo fuori. Ed è una scena che si ripete con le sue modificazioni. Quindi, in generale, mi sarebbe piaciuto trovare la descrizione del meteo più dettagliata: la pioggia che batte sul vetro, il vento che fa vibrare le finestre, il sole che illumina qualcosa nella stanza. Ecco, in generale, mi sento di appuntarti soltanto questa cosa.
Il racconto mi ha divertito, il finale top.
Buona edition
3. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
non commento una tua storia da... un'Era!
Allora, prima di tutto ti faccio i complimenti per l'ottima capacità che hai di strutturare una storia. L'utilizzo del narratore e del pdv del criminale mi è davvero piaciuto e lo hai gestito davvero in modo efficace. Posso solo imparare leggendo i tuoi testi.
Tra l'altro anche io, in questa edition, ho scritto di un bombarolo, in chiave futuristica. Se avrai tempo di leggerlo e anche commentarlo, ne sarei strafelice. Ovviamente, non dovuto.
Senti, mi sento di dirti che al racconto manchi un collegamento importante: il suo cambio di atteggiamento così drastico mi ha convinto poco. Ma, secondo me, la relazione con la madre sarebbe potuto diventare un collante importante. Mi spiego: i suoi comportamenti pazzoidi e violenti sicuramente hanno un'origine traumatica che possono essere date da una mancanza di legame affettivo con i genitori e quindi, per la mancanza di attenzione sviluppa questo comportamento. Magari con il padre, per esempio. Invece la madre poteva essere efficace, ad esempio con un minimo di scambio di battute, per innestare in lui il seme dell'amore.
Buona prova Emiliano, manca giusto qualcosina per renderlo eccellente.
Buona edition
4. Chi offre in silenzio, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo,
il mondo dei rituali è il tuo forte, ora l'ho capito. Hai delle idee molto valide e hai la grande capacità di trasportare chi legge nel mondo che ti immagini. Questo è il tuo punto di forza, si nota.
Mi piace il tema di chi si oppone ai bracconieri, perchè non si parla solo di caccia, ma proprio dell'esposizione trionfale della morte. Ottima scelta tematica.
Un suggerimento che mi sento di farti è sull'inizio: ho trovato un pò pesante (e carica di informazioni) l'ingresso nel capanno. Secondo me, avresti potuto diluire il senso visivo. Mi spiego meglio: ci mostri cosa vede dentro e poi subito cosa vede fuori dalla finestra. Avrei spezzato così:
"Raggiungo il capanno usato dai cacciatori per appostarsi nel bosco. Una brandina logora sta vicino a un tavolaccio che sorregge una cassa di birre vuote, una piccola stufa spenta rigurgita cenere e carbone.
Mi siedo nella branda, tolgo dallo zaino la fiaschetta di grappa e il libro dei riti.
Dalla finestra si vedono le conifere e i castagni le cui foglie secche imbrattano il terreno, una spolverata di neve copre le fronde più alte, mentre a terra il nevischio lascia spazio a umida fanghiglia."
Ho soltanto fatto taglia e cuci, senza aggiungere nulla. Credo sia meno pesante in questo modo, o comunque è come avrei fatto io :D
Le ambientazioni del bosco e degli animali magici molto belle ed evocative.
Forse il finale così non mi convince del tutto, mi sa che ci sei arrivato un pò tirato col tempo? Perchè se non sbaglio il sindaco non viene mai citato e arriva un pò buttato lì. Quindi o lo avrei seminato o non l'avrei messo.
Complimenti, buona edition
5. L'erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
Ciao Mauro,
quando leggo racconti immaginati descritti attraverso un pdv animale o comunque non umano ma di nostra familiarità apprezzo tantissimo. Non ci ho mai provato ma credo che troverei difficoltà.
Credo di aver capito dopo il senso dell'inizio del racconto. Lui è un gatto anziano, per questo ha difficoltà a muoversi giusto? Forse avrei da subito reso esplicito questo elemento. Nell'umanizzazione del gatto, non mi avrebbe stranito leggere di artrosi o che ne so, che si sentisse molto simile al nonnino dei suoi umani e una frase del tipo "quanto vorrei saper stringere un bastone in una zampa come fa il nonno x quando cammina". Te la butto lì, la prima cosa che mi viene in mente. Per quanto mi riguarda, è l'unico suggerimento che mi sento di darti. Il resto fila tutto, il finale mi è piaciuto.
Una buona prova. Buona edition.
Complimenti per il gattone che hai adottato, stupendo!
6. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
Ciao Foxie, benvenuta sul forum.
Mi piace la tua scrittura, un mix potente di poesia, metafore e scene evocative. Visto il tipo di racconto che hai scritto, quindi molto introspettivo e narrato da una voce esterna, mi sento di dirti che avresti potuto giocare ancora di più sulle sensazioni della rabbia, prima esplosiva e poi, via via, che si perde. Puoi osare di più con le metafore, appunto, in questo tipo di narrazione. Avrei voluto dapprima fantasticare su questa emozione della rabbia (un fiume che sfonda gli argini, un esplosione lavica, e via dicendo. I primi che mi vengono in mente) per poi descriverla nel concreto. In che modo avveniva?
Mi sarebbe piaciuto trovare, nel racconto, scene in cui questa rabbia viene descritta nel modo in cui viene espressa. Questo perché la citi, ne parli, ma non so come avviene. Ed è un peccato, perché è centrale e mi sarebbe piaciuto saperlo. Quindi, ecco, mi sento di suggerirti di osare di più nel mostrare le scene, anche se avvenute nel passato. Ad esempio: la bambina con cappotto rosso lo dici dopo che era rosso. Mostrala subito, quando racconti del primo incontro, che era una bimba col cappotto rosso, non dopo. Perché ormai l'effetto visivo è compiuto. Perde un pò di effetto scenico.
Quindi, in conclusione, scrivi davvero bene e secondo me, partecipando ancora qui, in poco tempo avanzerai tantissimo nella qualità delle tue storie.
Buona edition.
7. Le pene del conte, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario,
mi piacciono i racconti che prendono personaggi conosciuti nel mondo letterario. Tu hai scelto un vero classico e lo hai reso in chiave moderna e ironico. Apprezzo questo tentativo, a me non riesce con così semplicità.
Qualcosina non mi ha convinto del tutto.
Allora, purtroppo il primo elemento è proprio all'inizio della storia: nonostante la rivisitazione del Dracula moderno, non avrei utilizzato la scena dello specchio. Una delle caratteristiche tipiche delle creature demoniache, tra cui il vampiro, è che di fronte allo specchio non riflettono la propria immagine. L'avrei mantenuta questa tipicità. Ma siccome era inserita proprio in incipit, non ho potuto fare a meno di citartela. Detto ciò, non è una regola di base, c'è chi la adotta e chi no.
La rappresentazione dei turisti italiani, al contrario di altri che ti hanno commentato, non mi è dispiaciuta. Anzi, il racconto ha una chiave ironica, hai fatto bene, a mio avviso, a calcare la mano sullo stereotipo. Ottima scelta, secondo me.
L'altro elemento che mi ha convinto poco è l'uomo di mezza età: entra un pò in sordina e di punto in bianco dice che si prende la gestione del castello in pratica. Non so, lo avrei caratterizzato diversamente. Mi immagino un uomo d'affari differente, anche nella rappresentazione della sua figura scenica. Negli abiti, nel look. Non so.
In generale, il finale forse pecca di qualcosa: più che amore, in lui ci ho visto rassegnazione.
Buona edition
8. Il cuore dell'accademia, di Manuel De Stefano
Ciao Manuel, benvenuto su MC.
Scrivi bene e con l'attenzione ai giusti dettagli, proporrai in futuro storie eccellenti, ne sono sicuro. Il testo è abbastanza ben strutturato, coerente.
Quello che manca, secondo me, alla storia, è un pò di incisività. Manca qualche elemento che a fine lettura faccia dire: "ah, ecco perché!" oppure "lo sapevo che andava a finire così, grande!". Capisci il senso?
Ad esempio, il finale arriva piuttosto spiegato: sveli alla fine che la prof e il dottorando hanno una relazione (disfunzionale, ma pur sempre un legame). Ho pensato che avresti potuto seminare elementi che ce lo avrebbero fatto immaginare, senza svelarlo. Per poi finire col botto. Che ne so, una carezza di lei o un qualche atteggiamento provocante che potesse suscitare in lui la reazione necessaria per mettersi a lavoro. (All'inizio, quando lui entra preoccupato in aula)
Sul finale, così, avresti potuto osare parecchio sulla scena.
1 lui guarda il pavimento e cosa vede? Reggiseno, mutande, vestiti? (E qui, io, lettore, provo qualcosa di forte)
2 la mano sulla spalla per me è nuda
3 loro sono nel letto che hanno appena finito di fare sesso (ecco perchè lui sudava e lei riprende il controllo, perchè vista la dinamica, a letto se lo può permettere lui di averlo)
4 quando parlano di nottate di lavoro potresti così mettere una battutina a doppio senso
Questo è quello che posso suggerirti per rendere il testo più avvincente. Ovviamente è solo un'idea.
Poi, giusto una nota tecnica: «Non mettere lo spazio tra le virgolette e il testo, vanno lasciate attaccate.» Tra l'altro, ti rubano caratteri così facendo.
E quando vai a capo, se la scena è la stessa, non fare doppio invio. Usalo soltanto quando il tempo fa un balzo notevole in avanti (o indietro in caso di flashback).
Alla prossima, buona edition.
9. Un sabato sera che mi segnò la vita, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana,
se non mi sbaglio, avevo letto un tuo racconto, quello del cagnolino. Il tuo d'esordio qui, vero?
Hai scelto un argomento tosto, tostissimo. C'è davvero bisogno, in narrativa, di scrivere storie di questo tipo. Quindi complimenti per il coraggio e la scelta.
Allora, ti hanno già scritto in diversi, perciò mi accodo agli altri e le altre, soprattutto al commento di Gaia, con cui mi ritrovo.
Non mi ha convinto il salto temporale così estremo e neanche il modo in cui è strutturato. Mi dispiace, arriva molto spiattellato lì.
Vorrei suggerirti, inoltre, di provare degli esercizi di scrittura, provando a scrivere raccontini al tempo presente, in prima persona. Ti aiuterà a scrivere in presa diretta, in modo da far immedesimare i lettori con i protagonisti e le scene descritte. A me ha aiutato moltissimo e credo ti possa aiutare anche a te. Inserisci più dettagli dell'ambiente circostante. Ad esempio, la discoteca è asettica nella tua storia. Mentre leggevo, vedevo tutto bianco. Eppure, in discoteca c'è musica ad altissimo volume, luci colorate, persone che urlano e ballano, caldo, odore di sudore e fumo di sigarette. Insomma, prova a inserire dettagli di questo tipo per far entrare il lettore nel mondo che stai immaginando.
E poi, la resa emotiva. In quel racconto del cagnolino (spero proprio di non fare una gaffe) ti commentai proprio questo, di inserire le emozioni. Manca un pò di senso emotivo: cosa prova il pdv in tutto questo casino? Ecco, più che scrivere che lui non interviene nella rissa perchè era con la sorella, avrei descritto la sua paura, ad esempio. Ma è solo un esempio.
Buona edition.
Negli altri racconti ho trovato delle cose migliorabili, chi con poco, chi con un lavoro più accurato, ma possono tutti diventare racconti da podio.
Complimenti a tutte le autrici e gli autori del gruppo.
Alla prossima edition.
1. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
2. E fu sera e fu mattina, di Dash Benton
3. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
4. Chi offre in silenzio, di Matteo Mantoani
5. L'erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
6. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
7. Le pende del conte, di Mario Mazzafoglie
8. Il cuore dell'accademia, di Manuel De Stefano
9. Un sabato sera che mi segnò la vita, di Loredana Lombardi
1. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
Ciao Barbara,
racconto molto carino, con riferimenti cinematografici inseriti bene. Ho avuto un momento, solo all'inizio, in cui ho faticato a capire i vari ingredienti messi in scena. Non ho capito da subito i ruoli del colloquio perchè l'attenzione era tutta focalizzata sull'apparizione del mostro. Poi dal quinto-sesto rigo è stato tutto più chiaro.
Non ho particolari suggerimenti da farti, se non appunto nell'incipit, perchè il racconto è scritto bene e la storia mi è piaciuta.
Davvero una bella prova. Complimenti.
Buona edition.
2. E fu sera e fu mattina, di Dash Benton
Ciao Dash,
hai avuto un'idea brillante, mi è piaciuta la rappresentazione del creatore a una seduta di psicoterapia. Anche il pdv lo hai gestito bene, mi sono piaciuti i suoi fraseggi interiori, in quel mix di presenza al cliente e allo stesso tempo di distrazione.
L'unica cosa che mi sento di dirti è che pensavo che la storia di lui che pensa al suo romanzo tornasse, come semina. Invece, purtroppo mi è parso di no. Allora ho pensato che avresti potuto utilizzare il suo sguardo fuori dalla finestra come incipit perchè invece poi è un elemento interessante per mostrare il cambiamento del tempo fuori. Ed è una scena che si ripete con le sue modificazioni. Quindi, in generale, mi sarebbe piaciuto trovare la descrizione del meteo più dettagliata: la pioggia che batte sul vetro, il vento che fa vibrare le finestre, il sole che illumina qualcosa nella stanza. Ecco, in generale, mi sento di appuntarti soltanto questa cosa.
Il racconto mi ha divertito, il finale top.
Buona edition
3. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
non commento una tua storia da... un'Era!
Allora, prima di tutto ti faccio i complimenti per l'ottima capacità che hai di strutturare una storia. L'utilizzo del narratore e del pdv del criminale mi è davvero piaciuto e lo hai gestito davvero in modo efficace. Posso solo imparare leggendo i tuoi testi.
Tra l'altro anche io, in questa edition, ho scritto di un bombarolo, in chiave futuristica. Se avrai tempo di leggerlo e anche commentarlo, ne sarei strafelice. Ovviamente, non dovuto.
Senti, mi sento di dirti che al racconto manchi un collegamento importante: il suo cambio di atteggiamento così drastico mi ha convinto poco. Ma, secondo me, la relazione con la madre sarebbe potuto diventare un collante importante. Mi spiego: i suoi comportamenti pazzoidi e violenti sicuramente hanno un'origine traumatica che possono essere date da una mancanza di legame affettivo con i genitori e quindi, per la mancanza di attenzione sviluppa questo comportamento. Magari con il padre, per esempio. Invece la madre poteva essere efficace, ad esempio con un minimo di scambio di battute, per innestare in lui il seme dell'amore.
Buona prova Emiliano, manca giusto qualcosina per renderlo eccellente.
Buona edition
4. Chi offre in silenzio, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo,
il mondo dei rituali è il tuo forte, ora l'ho capito. Hai delle idee molto valide e hai la grande capacità di trasportare chi legge nel mondo che ti immagini. Questo è il tuo punto di forza, si nota.
Mi piace il tema di chi si oppone ai bracconieri, perchè non si parla solo di caccia, ma proprio dell'esposizione trionfale della morte. Ottima scelta tematica.
Un suggerimento che mi sento di farti è sull'inizio: ho trovato un pò pesante (e carica di informazioni) l'ingresso nel capanno. Secondo me, avresti potuto diluire il senso visivo. Mi spiego meglio: ci mostri cosa vede dentro e poi subito cosa vede fuori dalla finestra. Avrei spezzato così:
"Raggiungo il capanno usato dai cacciatori per appostarsi nel bosco. Una brandina logora sta vicino a un tavolaccio che sorregge una cassa di birre vuote, una piccola stufa spenta rigurgita cenere e carbone.
Mi siedo nella branda, tolgo dallo zaino la fiaschetta di grappa e il libro dei riti.
Dalla finestra si vedono le conifere e i castagni le cui foglie secche imbrattano il terreno, una spolverata di neve copre le fronde più alte, mentre a terra il nevischio lascia spazio a umida fanghiglia."
Ho soltanto fatto taglia e cuci, senza aggiungere nulla. Credo sia meno pesante in questo modo, o comunque è come avrei fatto io :D
Le ambientazioni del bosco e degli animali magici molto belle ed evocative.
Forse il finale così non mi convince del tutto, mi sa che ci sei arrivato un pò tirato col tempo? Perchè se non sbaglio il sindaco non viene mai citato e arriva un pò buttato lì. Quindi o lo avrei seminato o non l'avrei messo.
Complimenti, buona edition
5. L'erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
Ciao Mauro,
quando leggo racconti immaginati descritti attraverso un pdv animale o comunque non umano ma di nostra familiarità apprezzo tantissimo. Non ci ho mai provato ma credo che troverei difficoltà.
Credo di aver capito dopo il senso dell'inizio del racconto. Lui è un gatto anziano, per questo ha difficoltà a muoversi giusto? Forse avrei da subito reso esplicito questo elemento. Nell'umanizzazione del gatto, non mi avrebbe stranito leggere di artrosi o che ne so, che si sentisse molto simile al nonnino dei suoi umani e una frase del tipo "quanto vorrei saper stringere un bastone in una zampa come fa il nonno x quando cammina". Te la butto lì, la prima cosa che mi viene in mente. Per quanto mi riguarda, è l'unico suggerimento che mi sento di darti. Il resto fila tutto, il finale mi è piaciuto.
Una buona prova. Buona edition.
Complimenti per il gattone che hai adottato, stupendo!
6. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
Ciao Foxie, benvenuta sul forum.
Mi piace la tua scrittura, un mix potente di poesia, metafore e scene evocative. Visto il tipo di racconto che hai scritto, quindi molto introspettivo e narrato da una voce esterna, mi sento di dirti che avresti potuto giocare ancora di più sulle sensazioni della rabbia, prima esplosiva e poi, via via, che si perde. Puoi osare di più con le metafore, appunto, in questo tipo di narrazione. Avrei voluto dapprima fantasticare su questa emozione della rabbia (un fiume che sfonda gli argini, un esplosione lavica, e via dicendo. I primi che mi vengono in mente) per poi descriverla nel concreto. In che modo avveniva?
Mi sarebbe piaciuto trovare, nel racconto, scene in cui questa rabbia viene descritta nel modo in cui viene espressa. Questo perché la citi, ne parli, ma non so come avviene. Ed è un peccato, perché è centrale e mi sarebbe piaciuto saperlo. Quindi, ecco, mi sento di suggerirti di osare di più nel mostrare le scene, anche se avvenute nel passato. Ad esempio: la bambina con cappotto rosso lo dici dopo che era rosso. Mostrala subito, quando racconti del primo incontro, che era una bimba col cappotto rosso, non dopo. Perché ormai l'effetto visivo è compiuto. Perde un pò di effetto scenico.
Quindi, in conclusione, scrivi davvero bene e secondo me, partecipando ancora qui, in poco tempo avanzerai tantissimo nella qualità delle tue storie.
Buona edition.
7. Le pene del conte, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario,
mi piacciono i racconti che prendono personaggi conosciuti nel mondo letterario. Tu hai scelto un vero classico e lo hai reso in chiave moderna e ironico. Apprezzo questo tentativo, a me non riesce con così semplicità.
Qualcosina non mi ha convinto del tutto.
Allora, purtroppo il primo elemento è proprio all'inizio della storia: nonostante la rivisitazione del Dracula moderno, non avrei utilizzato la scena dello specchio. Una delle caratteristiche tipiche delle creature demoniache, tra cui il vampiro, è che di fronte allo specchio non riflettono la propria immagine. L'avrei mantenuta questa tipicità. Ma siccome era inserita proprio in incipit, non ho potuto fare a meno di citartela. Detto ciò, non è una regola di base, c'è chi la adotta e chi no.
La rappresentazione dei turisti italiani, al contrario di altri che ti hanno commentato, non mi è dispiaciuta. Anzi, il racconto ha una chiave ironica, hai fatto bene, a mio avviso, a calcare la mano sullo stereotipo. Ottima scelta, secondo me.
L'altro elemento che mi ha convinto poco è l'uomo di mezza età: entra un pò in sordina e di punto in bianco dice che si prende la gestione del castello in pratica. Non so, lo avrei caratterizzato diversamente. Mi immagino un uomo d'affari differente, anche nella rappresentazione della sua figura scenica. Negli abiti, nel look. Non so.
In generale, il finale forse pecca di qualcosa: più che amore, in lui ci ho visto rassegnazione.
Buona edition
8. Il cuore dell'accademia, di Manuel De Stefano
Ciao Manuel, benvenuto su MC.
Scrivi bene e con l'attenzione ai giusti dettagli, proporrai in futuro storie eccellenti, ne sono sicuro. Il testo è abbastanza ben strutturato, coerente.
Quello che manca, secondo me, alla storia, è un pò di incisività. Manca qualche elemento che a fine lettura faccia dire: "ah, ecco perché!" oppure "lo sapevo che andava a finire così, grande!". Capisci il senso?
Ad esempio, il finale arriva piuttosto spiegato: sveli alla fine che la prof e il dottorando hanno una relazione (disfunzionale, ma pur sempre un legame). Ho pensato che avresti potuto seminare elementi che ce lo avrebbero fatto immaginare, senza svelarlo. Per poi finire col botto. Che ne so, una carezza di lei o un qualche atteggiamento provocante che potesse suscitare in lui la reazione necessaria per mettersi a lavoro. (All'inizio, quando lui entra preoccupato in aula)
Sul finale, così, avresti potuto osare parecchio sulla scena.
1 lui guarda il pavimento e cosa vede? Reggiseno, mutande, vestiti? (E qui, io, lettore, provo qualcosa di forte)
2 la mano sulla spalla per me è nuda
3 loro sono nel letto che hanno appena finito di fare sesso (ecco perchè lui sudava e lei riprende il controllo, perchè vista la dinamica, a letto se lo può permettere lui di averlo)
4 quando parlano di nottate di lavoro potresti così mettere una battutina a doppio senso
Questo è quello che posso suggerirti per rendere il testo più avvincente. Ovviamente è solo un'idea.
Poi, giusto una nota tecnica: «Non mettere lo spazio tra le virgolette e il testo, vanno lasciate attaccate.» Tra l'altro, ti rubano caratteri così facendo.
E quando vai a capo, se la scena è la stessa, non fare doppio invio. Usalo soltanto quando il tempo fa un balzo notevole in avanti (o indietro in caso di flashback).
Alla prossima, buona edition.
9. Un sabato sera che mi segnò la vita, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana,
se non mi sbaglio, avevo letto un tuo racconto, quello del cagnolino. Il tuo d'esordio qui, vero?
Hai scelto un argomento tosto, tostissimo. C'è davvero bisogno, in narrativa, di scrivere storie di questo tipo. Quindi complimenti per il coraggio e la scelta.
Allora, ti hanno già scritto in diversi, perciò mi accodo agli altri e le altre, soprattutto al commento di Gaia, con cui mi ritrovo.
Non mi ha convinto il salto temporale così estremo e neanche il modo in cui è strutturato. Mi dispiace, arriva molto spiattellato lì.
Vorrei suggerirti, inoltre, di provare degli esercizi di scrittura, provando a scrivere raccontini al tempo presente, in prima persona. Ti aiuterà a scrivere in presa diretta, in modo da far immedesimare i lettori con i protagonisti e le scene descritte. A me ha aiutato moltissimo e credo ti possa aiutare anche a te. Inserisci più dettagli dell'ambiente circostante. Ad esempio, la discoteca è asettica nella tua storia. Mentre leggevo, vedevo tutto bianco. Eppure, in discoteca c'è musica ad altissimo volume, luci colorate, persone che urlano e ballano, caldo, odore di sudore e fumo di sigarette. Insomma, prova a inserire dettagli di questo tipo per far entrare il lettore nel mondo che stai immaginando.
E poi, la resa emotiva. In quel racconto del cagnolino (spero proprio di non fare una gaffe) ti commentai proprio questo, di inserire le emozioni. Manca un pò di senso emotivo: cosa prova il pdv in tutto questo casino? Ecco, più che scrivere che lui non interviene nella rissa perchè era con la sorella, avrei descritto la sua paura, ad esempio. Ma è solo un esempio.
Buona edition.
Manuel Marinari
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- Messaggi: 423
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Scusate per l'attesa. Ringrazio chi è riuscito a passare a rispondere perché per me è fondamentale.
Ho scelto di mettere come primi i racconti che mi hanno fatto ridere e lasciato qualcosa di positivo, a metà quelli che con qualche piccola modifica avrebbero avuto una resa ottimale, e per ultimi tre quelli che mi hanno convinto di meno. Però siete tutti molto bravi, davvero. Per chi magari è rimasto più in fondo alla classifiche, consiglio di continuare a partecipare, che con tempo e allenamento di sicuro riserverete un sacco di sorprese!
Classifica:
1) Ufficio di ricollocamento di Barbara Ottani
2) E fu sera e fu mattina di Dash J Benton
3) Le pene del Conte di Mario Mazzafoglie
4) Chi soffre in silenzio di Matteo Mantoani
5) L’erede dei grandi felini di Mauro Bennici
6) Come uno palloncino punto da uno spillo di Emiliano Maramonte
7) And it's whole heart, while tested and tried di Foxi
8) Il Cuore dell'Accademia di Manuel De Stefano
9) Un sabato sera che si segnò la vita di Loredana Lombardi
E commenti:
Chi soffre in silenzio di Matteo Mantoani
E fu sera e fu mattina di Dash J Benton
Come un palloncino punto da uno spillo di Emiliano Maramonte
L’erede dei grandi felini di Mauro Bennici
Ufficio di ricollocamento di Barbara Ottani
Le pene del Conte di Mario Mazzafoglie
Quel sabato sera che si segnò la vita di Loredana Lombardi
And it's my whole heart, while tested and tried di Foxi
Il Cuore Dell'Accademia di Manuel De Stefano
Ho scelto di mettere come primi i racconti che mi hanno fatto ridere e lasciato qualcosa di positivo, a metà quelli che con qualche piccola modifica avrebbero avuto una resa ottimale, e per ultimi tre quelli che mi hanno convinto di meno. Però siete tutti molto bravi, davvero. Per chi magari è rimasto più in fondo alla classifiche, consiglio di continuare a partecipare, che con tempo e allenamento di sicuro riserverete un sacco di sorprese!
Classifica:
1) Ufficio di ricollocamento di Barbara Ottani
2) E fu sera e fu mattina di Dash J Benton
3) Le pene del Conte di Mario Mazzafoglie
4) Chi soffre in silenzio di Matteo Mantoani
5) L’erede dei grandi felini di Mauro Bennici
6) Come uno palloncino punto da uno spillo di Emiliano Maramonte
7) And it's whole heart, while tested and tried di Foxi
8) Il Cuore dell'Accademia di Manuel De Stefano
9) Un sabato sera che si segnò la vita di Loredana Lombardi
E commenti:
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Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Dovete solo più ricevere la classifica de l'AUGURE.
Re: Gruppo FRANKENSTEIN: Lista racconti e classifiche
Ed eccoci alla mia classifica.
Come solito voglio fare i complimenti a tutti, ho visto realizzare delle gran belle idee su questo tema!
Bando alle ciance e daje di classifica.
1. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
2. Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
3. E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
4. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
5.Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
6. L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
7. Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
8. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
9. Un sabato sera che ci segnò la vita, di Loredana Lombardi
Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo e piacere di averti letto.
Allora, un bel racconto il cui pregio è quello di rendere alla perfezione il setting. L’ambiente circostante spesso viene messo in secondo piano per dare più spazio alla vicenda nei racconti su MC, ma in questo caso visto che l’ambiente era quasi un coprotagonista gli hai dedicato grande attenzione e il risultato si vede tutto.
Passo a due pecche leggere del racconto. Chiusa molto rapida, mal comune mezzo gaudio si dice, spesso capita di arrivare alla fine della storia con pochi caratteri a disposizione e ci tocca un po’ di “tirare via”. Te la sei cavata egregiamente, ma avrei preferito un paio di frasi in più per chiuderla più dolcemente.
Per evidenziare la seconda pecca (nulla di grave, voglio che sia chiaro) riprendo il commento di Gaia che ti ha giustamente sottolineato come manchi un pochino di interiorità e di sensazioni provate dal nostro pdv. Con qualche sua considerazione in più, qualche manifestazione di malessere e dispiacere, il finale sarebbe andato bene anche così rapido, perché avremmo capito per bene prima quello che gli passava per la testa e pure nel cuore.
Un racconto da pollice quasi su che si posizione sopra al pari giudicato racconto di Dash, perché ho trovato il tuo più performante.
E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
Ciao Dash e ben ritrovato!
Un racconto ironico di qualità, battute sagace e mai “esagerate” che tengono in piedi tutto il narrato. Devo dire che il terapeuta mi è sembrato davvero “troppo” distratto. Lo avrei reso un po’ più conscio di quello che stava succedendo anche a discapito delle battute. Avresti potuto giocare anche sull’aspetto di P. Nostro se fosse stata ad esempio la prima seduta tra i due e non la settima. Sono comunque tutti dettagli trascurabili, per un racconto davvero ben confezionato e che riesce a strappare le sue risate.
Un pollice quasi su che si piazza sul gradino più basso del podio.
Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano e piacere di averti letto.
Un racconto che parla di un mostro umano, di qualcuno che fa davvero paura, purtroppo. Così reale e così credibile.
Hai saputo ben gestire le varie microscene che hai inserito, anche se hai frammentato un po’ troppo la narrazione. Avrei tagliato qualcosina per rendere più chiaro il suo cambiamento anche se si può ben intuire. Una volta mutilato, si rende conto del male che ha provocato con le sue bombe e quindi decide di smettere. Mi manca anche un pochino il suo bisogno iniziale. Non è essenziale sapere perché si diverte a far scoppiare le cose (e sopratutto le persone), ma avere una motivazione più chiara del “così mi ascolteranno” lo avrebbe reso più tridimensionale. Anche solo un “mi ascolteranno per quanto riguarda il clima/l’inceneritore di quartiere/la poca crema nei bomboloni. Insomma qualcosa si concreto che mi faccia capire per che cosa lo muove.
Il tema è indubbiamente azzeccato.
Sullo stile non mi dilungo, perché come al solito ci hai regalato una buonissima storia, tecnicamente ineccepibile con ottime immagini visive.
Per me sei da pollice tendente al positivo in modo brillante e solido.
L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
Ciao Mauro e piacere di averti letto.
Hai scelto un protagonista gatto e per le primissime righe non lo avevo capito. Niente di grave, dopo rileggendo l’inizio mi si è chiarita la dinamica, ma sono partito fin troppo inconsapevole.
Bello il punto di vista dell’animale, gestito abbastanza bene. Dico abbastanza perché è sempre difficile riuscire a dosare bene le parole che il gatto conosce e quelle che invece non conosce. Dipende sempre se lo si intende comprendere la lingua umana oppure no. In quel caso dovrebbe conoscere ogni singolo termine, in alternativa invece sarebbero tutti suoni sconosciuti e quindi bisognerebbe fare parafrasi per ogni cosa. So che il succo di questo testo era l’ironia, ma la verosimiglianza è sempre la base per rendere ogni cosa più credibile e quindi più divertente.
Un pelo troppo veloce il suo twist finale, il passaggio da terrorizzante a dispensatore di amore. Avrei dedicato un paio di righe in più a fargli intenerire il cuore togliendole ad esempio al risveglio iniziale, potevi mostrarcelo già in azione (per di più iniziare i racconti con il risveglio del protagonista è sempre poco creativo).
Un racconto da pollice tendente al positivo in modo solido.
Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
Ciao Barbara e piacere di ritrovarti di nuovo qui.
Oh, ma che bel racconto!
Mi è piaciuto molto sia per la declinazione del tema con la chiusura su Cupido, sia per le descrizioni azzeccate, sia per lo spessore del pdv e del nostro amico mostro. L’idea del centro di collocamento per mostri che ormai non fanno più paura è divertente e ben gestita.
Ho letto altri commenti e ho notato che a qualcuno i riferimenti pop sono sembrati troppi, io ritengo siano perfetti per delineare la cultura pop del PdV, perciò bene così.
Non ho capito solo come hai utilizzato le virgolette ad esempio qui: “Dicono il nero stia bene su tutto, ma evidentemente non è vero.” visto che sei in prima persona e il suo pensiero avresti potuto scriverlo direttamente senza alcun segno grafico. Ma non è di certo un errore, solo una mia curiosità.
Decisamente un pollice su senza se e senza ma. Complimenti!
Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario e ben ritrovato.
Allora, al meme del “Fai. Se pensi di non poterti fermare, fallo.” mi sono quasi cappottato dalla sedia. Un vero tocco di classe pop.
Veniamo al racconto. Molto molto carino e divertente, ben condotto e scritto decisamente bene.
Non mi ha convinto al 100% la chiusa, avresti potuto aggiungere una frase più ad effetto del calo di pressione, ma è una piccolezza rispetto a tutto il resto.
Anche il passaggio con la classica rappresentazione degli italiani maleducati all’estero mi è piaciuta molto.
Forse non mi arriva del tutto il tema. Sì, okay, adesso offre vino e prima terrorizzava… diciamo un pretesto per raccontare una storiella divertente. Beh, comunque non ho altro da aggiungere, complimenti.
Per me un racconto tendente al positivo in modo solido e brillante.
Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana e ben ritrovata qui su Minuti Contati.
Apprezzo sempre certe tematiche, anche se non sono mai facili da trattare.
In questo racconto ci sono un paio di cose che credo depotenzino la rappresentazione. Intanto il numero troppo elevato di personaggi all’inizio. Sono nomi a cui non sappiamo dare né un volto né uno spessore. Sono meno che comparse e l’interesse per loro è quasi nullo. Ci preme sapere solo qualcosa della voce narrante e di sua sorella perché è la più vicina a lui.
Ho trovato un paio di termini che per me non erano molto in linea con la narrazione, il giacché (anche se potrebbe essere un regionalismo, solo che in questo caso ci avrei spinto di più anche nelle battute di dialogo) e il FOTTUTAMENTE che è il classico esempio di doppiaggese. In italiano non lo diciamo praticamente mai. Meglio un bel cazzo piuttosto.
Altra cosa che non mi ha convinto del tutto è stato il finale, troppo didascalico e quasi da chiusura di fiaba con la sua morale per il lettore.
Capisco la declinazione del tema che avevi in mente, non è potente come avrebbe potuto, ma per me è sicuramente in linea.
Direi che siamo su un pollice tendente al positivo.
And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
Ciao Ester e benvenuta su Minuti Contati.
Secondo me in questo racconto hai cercato troppa poesia, troppo barocchismo e hai finito con il rendere il testo pesante. Dimostri sicuramente un’ottima capacità per determinate frasi a effetto, ma qui sono più le frasi a effetto che la trama.
Occhio poi alle ripetizioni. Nella prima frase metti 3 volte il verbo vedere.
Poi c'è la frase con la doppia ripetizione di ritmo.
E poi mi usi RABBIA ben 15 volte. Un numero esagerato per un testo così breve. Perché attira troppo l’attenzione e passa dall’essere evocativo a essere appunto ripetitivo.
Il tema ce lo vedo, anche se come ripeto sempre per me il tema deve essere una linea guida, quindi difficilmente penalizzo un testo per via dell’aderenza o meno al tema.
Credo che se avessi mantenuto una narrazione più terra e terra, il fulcro del racconto ne sarebbe uscito più deciso, invece questa ricerca della poesia rende annacquati gli eventi.
È comunque un ottimo primo racconto su Minuti Contati, quindi complimenti.
Come valutazione direi che rimane su un pollice tendente al positivo.
Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
Ciao Manuel e benvenuto su Minuti Contati.
Il tuo racconto scorre con qualche interruzione di troppo dovuta al fraseggio e anche a una serie di avverbi (nove) che si potevano levare.
Credo avresti potuto osare di più, non dico che ogni racconto necessiti di un colpo di scena, ma qui in termini di vicenda succede davvero poco. Se il fulcro che volevi spingere era questo “amore” da parte dell’alunno verso Flaminia, avresti dovuto spingere sull’acceleratore per mostrarcelo.
Anche il fatto che Alexander abbia dato questa proroga (poi non autorizzata) cosa aggiunge al racconto? Rende solo l’alunno più triste.
Magari invece dipingendo la prof incazzata come una biscia quando Domenico viene a dirle che è in ritardo, avresti reso più incisiva tutta la narrazione.
Occhio anche ai vocativi nei dialoghi (ne hai usato fin troppi) e anche alla verosimiglianza. Ad esempio, è vero che noi nella realtà salutiamo sempre quando incontriamo qualcuno, ma nei testi scritti non serve a nulla, ti ruba solo dei caratteri che su Minuti Contati sono preziosissimi.
Per me un pollice tendente al positivo.
Come solito voglio fare i complimenti a tutti, ho visto realizzare delle gran belle idee su questo tema!
Bando alle ciance e daje di classifica.
1. Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
2. Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
3. E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
4. Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
5.Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
6. L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
7. Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
8. And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
9. Un sabato sera che ci segnò la vita, di Loredana Lombardi
Chi soffre in silenzio, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo e piacere di averti letto.
Allora, un bel racconto il cui pregio è quello di rendere alla perfezione il setting. L’ambiente circostante spesso viene messo in secondo piano per dare più spazio alla vicenda nei racconti su MC, ma in questo caso visto che l’ambiente era quasi un coprotagonista gli hai dedicato grande attenzione e il risultato si vede tutto.
Passo a due pecche leggere del racconto. Chiusa molto rapida, mal comune mezzo gaudio si dice, spesso capita di arrivare alla fine della storia con pochi caratteri a disposizione e ci tocca un po’ di “tirare via”. Te la sei cavata egregiamente, ma avrei preferito un paio di frasi in più per chiuderla più dolcemente.
Per evidenziare la seconda pecca (nulla di grave, voglio che sia chiaro) riprendo il commento di Gaia che ti ha giustamente sottolineato come manchi un pochino di interiorità e di sensazioni provate dal nostro pdv. Con qualche sua considerazione in più, qualche manifestazione di malessere e dispiacere, il finale sarebbe andato bene anche così rapido, perché avremmo capito per bene prima quello che gli passava per la testa e pure nel cuore.
Un racconto da pollice quasi su che si posizione sopra al pari giudicato racconto di Dash, perché ho trovato il tuo più performante.
E fu sera e fu mattina, di Dash J. Benton
Ciao Dash e ben ritrovato!
Un racconto ironico di qualità, battute sagace e mai “esagerate” che tengono in piedi tutto il narrato. Devo dire che il terapeuta mi è sembrato davvero “troppo” distratto. Lo avrei reso un po’ più conscio di quello che stava succedendo anche a discapito delle battute. Avresti potuto giocare anche sull’aspetto di P. Nostro se fosse stata ad esempio la prima seduta tra i due e non la settima. Sono comunque tutti dettagli trascurabili, per un racconto davvero ben confezionato e che riesce a strappare le sue risate.
Un pollice quasi su che si piazza sul gradino più basso del podio.
Come un palloncino punto da uno spillo, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano e piacere di averti letto.
Un racconto che parla di un mostro umano, di qualcuno che fa davvero paura, purtroppo. Così reale e così credibile.
Hai saputo ben gestire le varie microscene che hai inserito, anche se hai frammentato un po’ troppo la narrazione. Avrei tagliato qualcosina per rendere più chiaro il suo cambiamento anche se si può ben intuire. Una volta mutilato, si rende conto del male che ha provocato con le sue bombe e quindi decide di smettere. Mi manca anche un pochino il suo bisogno iniziale. Non è essenziale sapere perché si diverte a far scoppiare le cose (e sopratutto le persone), ma avere una motivazione più chiara del “così mi ascolteranno” lo avrebbe reso più tridimensionale. Anche solo un “mi ascolteranno per quanto riguarda il clima/l’inceneritore di quartiere/la poca crema nei bomboloni. Insomma qualcosa si concreto che mi faccia capire per che cosa lo muove.
Il tema è indubbiamente azzeccato.
Sullo stile non mi dilungo, perché come al solito ci hai regalato una buonissima storia, tecnicamente ineccepibile con ottime immagini visive.
Per me sei da pollice tendente al positivo in modo brillante e solido.
L’erede dei grandi felini, di Mauro Bennici
Ciao Mauro e piacere di averti letto.
Hai scelto un protagonista gatto e per le primissime righe non lo avevo capito. Niente di grave, dopo rileggendo l’inizio mi si è chiarita la dinamica, ma sono partito fin troppo inconsapevole.
Bello il punto di vista dell’animale, gestito abbastanza bene. Dico abbastanza perché è sempre difficile riuscire a dosare bene le parole che il gatto conosce e quelle che invece non conosce. Dipende sempre se lo si intende comprendere la lingua umana oppure no. In quel caso dovrebbe conoscere ogni singolo termine, in alternativa invece sarebbero tutti suoni sconosciuti e quindi bisognerebbe fare parafrasi per ogni cosa. So che il succo di questo testo era l’ironia, ma la verosimiglianza è sempre la base per rendere ogni cosa più credibile e quindi più divertente.
Un pelo troppo veloce il suo twist finale, il passaggio da terrorizzante a dispensatore di amore. Avrei dedicato un paio di righe in più a fargli intenerire il cuore togliendole ad esempio al risveglio iniziale, potevi mostrarcelo già in azione (per di più iniziare i racconti con il risveglio del protagonista è sempre poco creativo).
Un racconto da pollice tendente al positivo in modo solido.
Ufficio di ricollocamento, di Barbara Ottani
Ciao Barbara e piacere di ritrovarti di nuovo qui.
Oh, ma che bel racconto!
Mi è piaciuto molto sia per la declinazione del tema con la chiusura su Cupido, sia per le descrizioni azzeccate, sia per lo spessore del pdv e del nostro amico mostro. L’idea del centro di collocamento per mostri che ormai non fanno più paura è divertente e ben gestita.
Ho letto altri commenti e ho notato che a qualcuno i riferimenti pop sono sembrati troppi, io ritengo siano perfetti per delineare la cultura pop del PdV, perciò bene così.
Non ho capito solo come hai utilizzato le virgolette ad esempio qui: “Dicono il nero stia bene su tutto, ma evidentemente non è vero.” visto che sei in prima persona e il suo pensiero avresti potuto scriverlo direttamente senza alcun segno grafico. Ma non è di certo un errore, solo una mia curiosità.
Decisamente un pollice su senza se e senza ma. Complimenti!
Le pene del Conte, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario e ben ritrovato.
Allora, al meme del “Fai. Se pensi di non poterti fermare, fallo.” mi sono quasi cappottato dalla sedia. Un vero tocco di classe pop.
Veniamo al racconto. Molto molto carino e divertente, ben condotto e scritto decisamente bene.
Non mi ha convinto al 100% la chiusa, avresti potuto aggiungere una frase più ad effetto del calo di pressione, ma è una piccolezza rispetto a tutto il resto.
Anche il passaggio con la classica rappresentazione degli italiani maleducati all’estero mi è piaciuta molto.
Forse non mi arriva del tutto il tema. Sì, okay, adesso offre vino e prima terrorizzava… diciamo un pretesto per raccontare una storiella divertente. Beh, comunque non ho altro da aggiungere, complimenti.
Per me un racconto tendente al positivo in modo solido e brillante.
Un sabato sera che si segnò la vita, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana e ben ritrovata qui su Minuti Contati.
Apprezzo sempre certe tematiche, anche se non sono mai facili da trattare.
In questo racconto ci sono un paio di cose che credo depotenzino la rappresentazione. Intanto il numero troppo elevato di personaggi all’inizio. Sono nomi a cui non sappiamo dare né un volto né uno spessore. Sono meno che comparse e l’interesse per loro è quasi nullo. Ci preme sapere solo qualcosa della voce narrante e di sua sorella perché è la più vicina a lui.
Ho trovato un paio di termini che per me non erano molto in linea con la narrazione, il giacché (anche se potrebbe essere un regionalismo, solo che in questo caso ci avrei spinto di più anche nelle battute di dialogo) e il FOTTUTAMENTE che è il classico esempio di doppiaggese. In italiano non lo diciamo praticamente mai. Meglio un bel cazzo piuttosto.
Altra cosa che non mi ha convinto del tutto è stato il finale, troppo didascalico e quasi da chiusura di fiaba con la sua morale per il lettore.
Capisco la declinazione del tema che avevi in mente, non è potente come avrebbe potuto, ma per me è sicuramente in linea.
Direi che siamo su un pollice tendente al positivo.
And it’s my whole heart, while tested and tried, di Foxi
Ciao Ester e benvenuta su Minuti Contati.
Secondo me in questo racconto hai cercato troppa poesia, troppo barocchismo e hai finito con il rendere il testo pesante. Dimostri sicuramente un’ottima capacità per determinate frasi a effetto, ma qui sono più le frasi a effetto che la trama.
Occhio poi alle ripetizioni. Nella prima frase metti 3 volte il verbo vedere.
Poi c'è la frase con la doppia ripetizione di ritmo.
E poi mi usi RABBIA ben 15 volte. Un numero esagerato per un testo così breve. Perché attira troppo l’attenzione e passa dall’essere evocativo a essere appunto ripetitivo.
Il tema ce lo vedo, anche se come ripeto sempre per me il tema deve essere una linea guida, quindi difficilmente penalizzo un testo per via dell’aderenza o meno al tema.
Credo che se avessi mantenuto una narrazione più terra e terra, il fulcro del racconto ne sarebbe uscito più deciso, invece questa ricerca della poesia rende annacquati gli eventi.
È comunque un ottimo primo racconto su Minuti Contati, quindi complimenti.
Come valutazione direi che rimane su un pollice tendente al positivo.
Il Cuore dell’Accademia, di Manuel De Stefano
Ciao Manuel e benvenuto su Minuti Contati.
Il tuo racconto scorre con qualche interruzione di troppo dovuta al fraseggio e anche a una serie di avverbi (nove) che si potevano levare.
Credo avresti potuto osare di più, non dico che ogni racconto necessiti di un colpo di scena, ma qui in termini di vicenda succede davvero poco. Se il fulcro che volevi spingere era questo “amore” da parte dell’alunno verso Flaminia, avresti dovuto spingere sull’acceleratore per mostrarcelo.
Anche il fatto che Alexander abbia dato questa proroga (poi non autorizzata) cosa aggiunge al racconto? Rende solo l’alunno più triste.
Magari invece dipingendo la prof incazzata come una biscia quando Domenico viene a dirle che è in ritardo, avresti reso più incisiva tutta la narrazione.
Occhio anche ai vocativi nei dialoghi (ne hai usato fin troppi) e anche alla verosimiglianza. Ad esempio, è vero che noi nella realtà salutiamo sempre quando incontriamo qualcuno, ma nei testi scritti non serve a nulla, ti ruba solo dei caratteri che su Minuti Contati sono preziosissimi.
Per me un pollice tendente al positivo.
Solo i più saggi o i più stupidi degli uomini non cambiano mai.
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