Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Appuntamento con un tema di Stefania Toniolo, vincitrice del Premio Amazon Storyteller 2024, fissato alle ore 21.00 di lunedì 17 marzo.
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antico
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Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 18 marzo 2025, 2:27

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BENVENUTI ALLA STEFANIA TONIOLO EDITION, LA SESTA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 190° ALL TIME!

Questo è il gruppo MANNARO della STEFANIA TONIOLO EDITION con STEFANIA TONIOLO come guest star.

Gli autori del gruppo MANNARO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo FRANKENSTEIN.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo VAMPIRO.


Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da STEFANIA TONIOLO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo MANNARO:

Mi chiamo Ombra e sento delle voci..., di Debora Donadel, ore 00.35, 4968 caratteri
Non è più solo un gioco, di Gaia Peruzzo, ore 00.14, 4931 caratteri
Maledette lattine parlanti, di Manuel Marinari, ore 00.47, 4986 caratteri
Vamp Kitchen, di Matteo Calcagni, ore 00.55, 4794 caratteri
Il raduno, di Alexandra Fischer, ore 22.00, 3613 caratteri
Dimmi che non mi vuoi, di Isabella Valerio, ore 23.23, 3637 caratteri
Blitzkrieg d’amore, di Giuseppe Gangemi, ore 00.54, 4998 caratteri
Ti vedo meglio al buio, poltergeist, di Julia Strife, ore 00.07, 4943 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 27 MARZO per commentare i racconti del gruppo FRANKENSTEIN Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo FRANKENSTEIN e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo FRANKENSTEIN.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA STEFANIA TONIOLO EDITION A TUTTI!



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Andrea Furlan
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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » domenica 23 marzo 2025, 16:59

Ciao a tutti,
mi sono divertito a leggere i vostri racconti su questo tema per niente facile. Ho cercato di premiare soprattutto l’idea, la coerenza generale e l’originalità.

1 - Mi chiamo Ombra e sento delle voci… di Debora Donadel
2 - Vamp Kitchen di Matteo Calcagni
3 - Blitzkrieg d’amore di Giuseppe Gangemi
4 - Ti vedo meglio al buio, poltergeist di Julia Streif
5 - Dimmi che non mi vuoi di Gennibo
6 - Maledette lattine parlanti di Manuel Marinari
7 - Il raduno di Alexandra Fischer
8 - Non è più solo un gioco di Gaia Peruzzo



Mi chiamo Ombra e sento delle voci… di Debora Donadel

Ciao Debora,
è sempre un piacere rileggerti!
Il tuo racconto mi ha preso da subito, l’ho seguito volentieri sia a una prima che a una seconda rilettura. Bella la scelta del raccontato dal punto di vista del felino, anche se a tratti sembra forse un po’ troppo umanizzato. A parte questo particolare, per me un’ottima prova soprattutto nel centrare il tema con una certa classe e senza costruire una classica storia di paura e amore.


Non è più solo un gioco di Gaia Peruzzo

Ciao Gaia,
il tuo racconto mi ha lasciato perplesso, l’ho trovato pieno di moltissimi elementi diversi dove ho cercato di trovare un filo mentre leggevo, ma che continuavano a creare confusione senza darmi una chiave di lettura chiara. Leggendo le tue spiegazioni in risposta ai commenti, ho capito che avevi un’idea completamente diversa da quella che mi sono fatto leggendo il brano. Anche io come altri ho percepito una buona emotività, ma purtroppo questo elemento si perde nelle diverse tracce che non sono riuscito a seguire. Anche io tendo a scrivere pezzi troppo complessi per il limite che si usa nell’Arena. Il consiglio che posso darti è seguire un filo logico e dare le informazioni chiave soprattutto all’inizio, per dare una mappa chiara al lettore. Il tema non l’ho trovato, purtroppo.


Maledette lattine parlanti di Manuel Marinari

Ciao Manuel,
il racconto è discreto, esplora bene la mente e i valori del protagonista, crea un’ambientazione minimale del bar e dei suoi avventori che mi ha ricordato un’atmosfera alla Hopper. Il raccontato ci spiega cosa è accaduto e come l’umanità sia ormai soggiogata dai suoi servitori meccanici. Da un altro punto di vista, però, mi sembra che sia tutto un po’ superficiale e sa di molto classico e già visto. Il tema, infine, non l’ho trovato se non nelle due frasi finali: il terrore in realtà è forse più terrorismo, l’amore immagino sia per l’Umanità, nonostante l’attentato abbia ucciso anche persone e non solo robot
In sintesi, una buona prova che però non mi ha convinto al 100%.


Vamp Kitchen di Matteo Calcagni

Ciao Matteo,
benvenuto nell’Arena!
Mi sono goduto il tuo racconto che ho trovato semplice e originale, sostenuto da una buona idea di fondo. Il registro ironico sostiene bene la narrazione e la rende interessante, buono il punto di vista del vampiro che si deve adeguare con tempi moderni al nuovo, terribile, quotidiano contesto in cui si trova. Il tema è centrato in particolare con l’ultimo paragrafo e il ritorno a una storia di vampiri più classica. Concordo con gli altri commenti sul fatto che avresti potuto trovare più equilibrio fra il modo desueto in cui descrive telefoni, auto e strade per evitare qualche ripetizione e fare un po’ uscire il lettore dalla storia nello sforzo di capire cosa sottointendi. In sintesi, bravo! Mi è piaciuto!


Il raduno di Alexandra Fischer

Ciao Alexandra,
parto dal tema che mi sembra centrato, prima il (non) terrore e poi l’amore che covava sotto le ceneri del rapporto fra i due ragazzi. Forse avrei cercato di seminare meglio questo elemento nel momento in cui Ignazio e Mina si incontrano verso l’inizio. Buono il registro e l’idea, un po’ meno lo svolgimento che ho trovato un po’ troppo didascalico, con un sacco di azioni che potevi mostrare in modo più disinvolto.


Dimmi che non mi vuoi di Gennibo

Ciao Isabella,
ho trovato una buona atmosfera in questa storia di vampiri dall’ambientazione moderna che centra assolutamente il tema nel classico conflitto fra il vampiro e la sua amata. Hai declinato bene la personalità e i desideri dei due, mentre ho trovato solo accennata la figura di Stella che poteva generare un interessante triangolo, forse una opportunità persa che avesti potuto sostenere meglio inserendo il suo personaggio nel brano dal punto di vista di Elena e facendoci sapere cosa ne pensava. Concordo con gli altri che la figura di Wlado non fa molta paura, mi sembra più un essere tormentato per l’eternità. Infine non mi è piaciuto molto il termine “vampirizzato”, avresti potuto usare qualche sinonimo che avrebbe reso meglio l’idea. In sintesi, una buona prova, dove ho ritrovato il tuo stile, forse migliorabile.


Blitzkrieg d’amore di Giuseppe Gangemi

Ciao Giuseppe,
da quanto leggo nel tuo scambio con l’Antico eri un assiduo partecipante, quindi bentornato!
Il registro ironico e volutamente eccessivo mi ha fatto sorridere, quindi bene. Ho trovato un po’ forzati solo i dialoghi in mezzo tedesco del professore, li avrei forse un po’ semplificati dando comunque l’idea come fai molto meglio nella seconda parte. Tema centrato in modo originale, bella l’idea del demone che diventa bello e desiderabile, ottima la figura delle due infermiere e di come reagiscono alle varie fasi della “scoperta” del loro paziente. Bella anche la chiusa con il demone e il finale pieno di prospettiva, ho adorato quel “Metti incinta Vienna. Rimpolpa le nostre schiere!”. In sintesi, bella prova divertente che forse poteva essere un po’ meno eccessiva per diventare ancora più efficace.


Ti vedo meglio al buio, poltergeist di Julia Streif

Ciao Julia e benvenuta nell’Arena.
Il tuo racconto è delicato e ha una bella atmosfera, direi che c’entra il tema in maniera originale, in particolare ho trovato bello l’incontro fra le solitudini del fantasma e dell’uomo che trovano conforto l’uno nell’altro. Attenzione all’incipit, dove hai usato un tempo verbale al presente: ci ho messo almeno dieci righe a capire l’andamento della storia e mi sono dovuto sforzare. Meglio usare qualcosa di forte tipo “Poltz viveva in quella casa da sempre, ma era rimasto quasi solo, tutti gli atri fantasmi se n’erano andati.” Bella la trovata del nutrimento dei fantasmi con le emozioni e l’elettricità. Le similitudini dove hai descritto in termini pratici la sensazione di nutrimento con il gelato e il cetriolo sono divertenti, ma le ho trovate un po’ fuori contesto rispetto al tono generale. In sintesi, una bella idea che poteva essere migliorata, comunque bene!

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Andrea Furlan
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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » domenica 23 marzo 2025, 17:04

Ciao Giuseppe,
da quanto leggo nel tuo scambio con l’Antico eri un assiduo partecipante, quindi bentornato!
Il registro ironico e volutamente eccessivo mi ha fatto sorridere, quindi bene. Ho trovato un po’ forzati solo i dialoghi in mezzo tedesco del professore, li avrei forse un po’ semplificati dando comunque l’idea come fai molto meglio nella seconda parte. Tema centrato in modo originale, bella l’idea del demone che diventa bello e desiderabile, ottima la figura delle due infermiere e di come reagiscono alle varie fasi della “scoperta” del loro paziente. Bella anche la chiusa con il demone e il finale pieno di prospettiva, ho adorato quel “Metti incinta Vienna. Rimpolpa le nostre schiere!”. In sintesi, bella prova divertente che forse poteva essere un po’ meno eccessiva per diventare ancora più efficace.

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Alessio
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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 24 marzo 2025, 7:49

Classifica:

  1. Vamp Kitchen, di Matteo Calcagni
  2. Mi chiamo Ombra e sento delle voci..., di Debora Donadel
  3. Maledette lattine parlanti, di Manuel Marinari
  4. Ti vedo meglio al buio, poltergeist, di Julia Strife
  5. Blitzkrieg d’amore, di Giuseppe Gangemi
  6. Non è più solo un gioco, di Gaia Peruzzo
  7. Il raduno, di Alexandra Fischer
  8. Dimmi che non mi vuoi, di Isabella Valerio


Vamp Kitchen, di Matteo Calcagni
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Mi chiamo Ombra e sento delle voci..., di Debora Donadel
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Maledette lattine parlanti, di Manuel Marinari
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Ti vedo meglio al buio, poltergeist, di Julia Strife
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Blitzkrieg d’amore, di Giuseppe Gangemi
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Non è più solo un gioco, di Gaia Peruzzo
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Il raduno, di Alexandra Fischer
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Dimmi che non mi vuoi, di Isabella Valerio
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giulio.palmieri
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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 24 marzo 2025, 12:07

Salve a tutti e a tutte,
a questo giro ho trovato soluzioni variegate al tema proposto (che non era per niente facile). Ho cercato di tenere in equilibrio la coerenza, la resa tecnica, e l'originalità del tutto. Le differenze sono davvero minime, e di sicuro ogni racconto ha un potenziale da espandere. Grazie e alla prossima.

1- Vamp Kitchen di Matteo Calcagni
2- Maledette lattine parlanti di Manuel Marinari
3 - Ti vedo meglio al buio, poltergeist di Julia Streif
4 - Blitzkrieg d’amore di Giuseppe Gangemi
5 - Dimmi che non mi vuoi di Gennibo
6 - Il raduno di Alexandra Fischer
7 - Mi chiamo Ombra e sento delle voci… di Debora Donadel
8 - Non è più solo un gioco di Gaia Peruzzo

- Mi chiamo Ombra e sento delle voci…: Ciao Debora, piacere di leggerti. Be', secondo me c'è un po' tanta roba. Nel setting del personaggio rilevo un raccontato che a volte mostra poco ("Fu facile, poi, diffondere il panico per tutto il castello") e delle premesse affascinanti come:
far comparire il fuoco dentro i miei occhi, ad entrare dentro i sogni delle persone, a spezzare le loro ombre, a caricare il mio pelo di elettricità fino a fulminare chi capitava sotto le mie grinfie, a sussurrare minacce attraverso il mio miagolio.
che poi però non vengono mostrate (ad esempio nella scena del ciambellano). Inoltre, ad es. qui:
Ma non appena le mie zampe sfiorarono Lysara, qualcosa cambiò.
Non c'è bisogno di anticipare a voce il cambiamento, basta mostrarlo. Il tema lo vedo centrato, però ecco, secondo me, è un racconto che merita più spazio per esplicare tutti i dettagli del personaggio. A rileggerci e buona edition.

- Non è più solo un gioco: Ciao Gaia, piacere di leggerti. Allora, la dinamica del racconto è un attimo da chiarire: il pupazzo è molto realistico, e sembra più uno zombie sopravvissuto a qualche catastrofe, che però, appunto, non ha molte interazioni col protagonista. Il racconto così risulta un po' un lungo monologo, che magari potrebbe essere intervallato da qualche battuta di dialogo per chiarire appunto la dinamica tra i personaggi. Va un attimo ripensato per legare le varie parti del racconto tra loro. A rileggerci, buona edition.

- Maledette lattine parlanti: Ciao Manuel, piacere di leggerti.
Il racconto affronta una tematica super attuale: l'AI che lentamente ha sostituito l'umanità, e la conseguente ribellione da parte dell'uomo. Già oggi credo si sentono storie simili (soprattutto riguardo ai lavori facilmente automatizzabili). Il ritmo è lento, il raccontato ci sta, soprattutto in una narrazione distopica. A mio avviso, verso metà racconto si capisce dove va a parare, quindi i punti di forza li trovo più sulla costruzione del mondo distopico e sull'impatto sociale della tecnologia, più che sulla costruzione della storia. Cmq una buona prova. A rileggerci, buona edition!

- Vamp chitcken: Ciao Matteo, piacere di leggerti. Allora, devo dire che questa trovata del Conte Dracula inserito in un reality-show di cucina è davvero funzionale. Parti e finisci nel castello dei Carpazi, con un'incursione "moderna" nel mezzo. Il tema è centrato, l'unica cosa che stona (sebbene tu sia riuscito a inserire un sacco di roba nella narrazione) è il ruolo degli "artefatti". Che vengono citati molto spesso, ma alla fine non mi sembra abbiano un ruolo decisivo nella narrazione. Per il resto, però, il cerchio della narrazione c'è. Evita soltanto maiuscole o grassetti, che non aggiungono molto allo scritto. Una buona prova. A rileggerci e buona edition.

- Il raduno: Ciao Alexandra, piacere di leggerti.
Allora, il tema c'è sebbene reso in maniera molto letterale, e la vicenda narrativa si può riassumere in un gioco di halloween.
L'idea di fondo è buona (le maschere si rendono conto di non ispirare paura e quindi puntano direttamente a distribuire dolci e "amore"), però secondo me dovresti mostrare di più le reazioni dei personaggi.
Ad esempio qui:

Suonarono diversi campanelli, ma nessuno si spaventò.
Mina rifiutò l’offerta di un pacchetto di caramelle.
Alice si avvicinò a Mina. «Non facciamo paura. Che fiasco.»
"Nessuno si spaventò" è troppo riassuntivo. Si poteva mostrare, forse, una reazione come ad es. un bambino che ride dopo aver aperto la porta alle maschere.

Molto meglio invece:
Arrivò un gruppo di ragazzi vestiti da zombie. Ne imitavano i movimenti e facevano lo stesso verso.
Passarono accanto al gruppo di Alice ridacchiando.
Lei non ne poté più e gridò nella notte.


Il finale non segna una svolta particolare (a riguardo manca qualche semina iniziale) però chiude bene la narrazione, con quel plus che suggella il tema.
Spero di averti dato qualche spunto. A rileggerci e buona edition!

- Dimmi che non mi vuoi: Ciao Isabella, ben trovata e piacere di leggerti.
Trovo il racconto realizzato nella seconda parte. La prima mi sembra un attimo incerta. Wlado resta con Stella sotto le luci dei riflettori e del cameraman: è un attore? è parte di un film? Non risulta tanto chiaro poi cosa significhi l'eterna dannazione per il protagonista, sebbene, ripeto, la seconda parte sia perfetta nel genere. Il finale l'avrei visto più coerente coinvolgendo i personaggi della prima scena. Il tema lo vedo centrato. A rileggerci, e buona edition.

- Blitzkrieg d’amore: Ciao Giuseppe, piacere di leggerti.
Allora, sto ridendo da un quarto d'ora buono.
Sento delle influenze nel racconto, qualcosa tra Frankenstein della Shelley e la commedia erotica all'italiana (che è stata lodata, tra l'altro, anche da Quentin Tarantino).
L'effetto comico dovrebbe essere accresciuto dalle espressioni tipo: "mani intrecciate come un bambino davanti a una Sachertorte", "il rantolo di un gatto che affogava nel Danubio", però a mio avviso risulta più efficace usare il tedesco nel parlato del dottore.
Mi risulta un po' forzato l'ingresso nella scena del demone superiore, perché interrompe il flusso narrativo.
Però, l'arco trasformativo del personaggio c'è, sebbene manchi far convergere i personaggi della scena dell'incipit (!) sul finale.
A rileggerci sicuramente. E buona edition!

- Ti vedo meglio al buio, poltergeist: Ciao Julia, piacere di leggerti. Racconto molto evocativo. Il tema lo trovo centrato, un fantasma dovrebbe incutere terrore, in questo caso invece si nutre di sensazioni sottili come la gratitudine e la protezione. A mio avviso potresti agire un po' di più sui contrasti, e sul legare tra loro le varie parti del testo. Ad es:
Quanti omicidi si erano compiuti in quel luogo?
Zero, però a Poltz piaceva alimentare le storie e far piangere le ragazzine che fingevano di fare le medium.

Magari si poteva evocare un qualche omicidio ancestrale, avvenuto nel luogo, in cui l'uomo è venuto per indagare.
Secondo me, dovresti anche lavorare sul legame tra i due, sulle loro modalità di comunicazione. Magari insistendo su oggetti spostati o sul movimento di tende o lampadari. Insomma, un po' di realismo magico. Così com'è, il racconto lo vedo con un potenziale inesplorato che merita un approfondimento. A rileggerci, e buona edition.

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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 24 marzo 2025, 22:22

Eccomi qua!

Faccio una premessa perché il livello dei racconti è veramente elevato. Non ho avuto davvero da fare appunti su nessuna storia e, questa volta più che mai, è stato difficilissimo fare un classifica. Ho dovuto leggere i racconti più e più volte e ogni volta mi sentivo sempre più combattuta.

Così mi sono basata sul gusto personale, non me ne vogliate. Con i primi tre è stato un colpo di fulmine, ma anche tutti gli altri erano eccellenti.

Di seguito i commenti ai racconti:

Mi chiamo Ombra e sento delle voci... di Debora Donadel
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Non è più solo un gioco, di Gaia Peruzzo
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Maledette lattine parlanti, di Manuel Marinari
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Vamp Kitchen, di Matteo Calcagni
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Il raduno, di Alexandra Fischer
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Dimmi che non mi vuoi, di Isabella Valerio
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Blitzkrieg d’amore, di Giuseppe Gangemi
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Ti vedo meglio al buio, poltergeist, di Julia Strife
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La classifica è la seguente:
1. Non è più solo un gioco, di Gaia Peruzzo
2. Blitzkrieg d’amore, di Giuseppe Gangemi
3. Ti vedo meglio al buio, poltergeist, di Julia Strife
4. Mi chiamo Ombra e sento delle voci..., di Debora Donadel
5. Maledette lattine parlanti, di Manuel Marinari
6. Vamp Kitchen, di Matteo Calcagni
7. Il raduno, di Alexandra Fischer
8. Dimmi che non mi vuoi, di Isabella Valerio

Complimenti a tutti, davvero.

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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 25 marzo 2025, 11:38

Oltre alla mia dovete ancora ricevere altre cinque classifiche.

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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 26 marzo 2025, 1:01

Ciao a tutti!
Non è stato facile stilare una classifica, ho cercato di dare maggior risalto a quelli che mi hanno lasciato di più qualcosa, tenendo poi conto di stile, resa e attinenza al tema.

1 - Ti vedo meglio al buio, poltergeist di Julia Streif
2 - Vamp Kitchen di Matteo Calcagn
3 - Dimmi che non mi vuoi di Gennibo
4 - Blitzkrieg d’amore di Giuseppe Gangemi
5 - Maledette lattine parlanti di Manuel Marinari
6 - Mi chiamo Ombra e sento delle voci… di Debora Donadel
7 - Non è più solo un gioco di Gaia Peruzzo
8 - Il raduno di Alexandra Fischer

Mi chiamo Ombra e sento delle voci… di Debora Donadel

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Non è più solo un gioco di Gaia Peruzzo

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Maledette lattine parlanti di Manuel Marinari

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Vamp Kitchen di Matteo Calcagni

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Il raduno di Alexandra Fischer

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Dimmi che non mi vuoi di Gennibo

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Blitzkrieg d’amore di Giuseppe Gangemi

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Ti vedo meglio al buio, poltergeist di Julia Streif

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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 26 marzo 2025, 15:52

Oltre alla mia, dovete ancora ricevere altre quattro classifiche.

giulia
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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 26 marzo 2025, 22:41

Buonasera.

Questa è la mia classifica dei racconti:

1- Ti vedo meglio al buio, poltergeist!, Julia Strife
2- Blitzkrieg d'amore, Giuseppe Gangemi
3- Dimmi che non mi vuoi, Isabella Valerio
4- Non è più solo un gioco, Gaia Peruzzo
5- Vamp Kitchen, Matteo Calcagni
6- Mi chiamo Ombra e sento delle voci..., Debora Donadel
7- Maledette lattine parlanti, Manuel Marinari
8- Il raduno, Alexandra Fischer

Mi chiamo Ombra e sento delle voci..., Debora Donadel

Ciao!

A me le ambientazioni fiabesche piacciono sempre, perciò il tuo racconto è stato una lettura piacevole.
È bello anche che si capisca che Ombra è un gatto anche prima che venga esplicitato dai personaggi, e il suo arco di evoluzione è nel complesso ben fatto. Ovviamente non sappiamo molto né del mago né della strega buona, il che se fosse un racconto più ampio sarebbe un problema; personalmente non lo percepisco come tale proprio perché hai voluto scrivere una fiaba.
Segnalo come pecca solo la mancanza di punti fermi alla fine di alcune battute di dialogo.

Felice scrittura!

Giulia

Non è più solo un gioco, Gaia Peruzzo

Ciao!

Il tuo racconto lascia senz'altro una bella impressione, grazie alle descrizioni molto ben scritte (o forse sono io che ho troppa paura degli insetti).
Devo dire però che proprio le descrizioni mi hanno un po' confuso le idee: da un lato è chiaro che Ted sia un pupazzo di un qualche tipo, dall'altro però nomini viscere e ossa che fanno piuttosto pensare a una sorta di creatura fantastica non meglio specificata. Questa mancanza di chiarezza non aiuta la lettura, e, qualora fosse un effetto cercato, non mi convince del tutto.
Rinnovo però i complimenti per la prosa, molto emotiva.

Felice scrittura!

Giulia

Maledette lattine parlanti, Manuel Marinari

Ciao!

Hai preso il tema e l'hai rigirato, in una maniera che purtroppo non mi convince del tutto.
L'idea del terrorista/killer di robot in realtà è interessante, tuttavia probabilmente mi sarebbe piaciuta di più se fosse stata inserita in un racconto d'azione, che facesse effettivamente vedere il terrore che il protagonista incute alla società.

Felice scrittura!

Giulia

Vamp Kitchen, Matteo Calcagni


Ciao!

Da fan dei vampiri, ho molto apprezzato la scelta del protagonista, e senz'altro il tema è centrato. Mi piace anche il tono umoristico che hai scelto.
Tuttavia devo fare un appunto: Dracula si sveglia, vede due intrusi, se ne va, arriva alla fama tramite un reality... e quando torna quei due sono ancora lì? Lo trovo quantomeno bizzarro.
In generale però è un racconto ben scritto e divertente.

Felice scrittura!

Giulia

Il raduno, Alexandra Fischer

Ciao!

Un'interpretazione contemporanea e realistica del tema, che prende un po' in giro tutti i racconti horror e fantasy che sono venuti in mente agli altri partecipanti (me compresa, in effetti). Mi è piaciuto il tocco romantico sul finale, ma devo dire che non ho trovato il racconto molto trascinante, complice anche l'estrema brevità delle sequenze narrative. Ad esempio: dici che nessuno si spaventa al vedere il gruppo mascherato, ma non li fai effettivamente agire, facendoci vedere loro che bussano alle porte dei vicini e che provano a incutere timore.

Felice scrittura!

Giulia

Dimmi che non mi vuoi, Isabella Valerio

Ciao!

Inizio con una piccola critica. La formattazione è imprecisa, hai lasciato alcuni pensieri in tondo, e altri li hai messi in corsivo. Inoltre, resta poco chiara la condizione di Wlado: la troupe e Stella sanno che lui è un vampiro? O lo sa solo Elena?

Al di là di questi piccoli difetti il racconto mi piace, restituisce con sentimento, in versione moderna (e più paritaria), la classica passione trascinante che le vittime provano nei confronti dei loro predatori vampiri.

Felice scrittura!

Giulia

Blitzkrieg d'amore, Giuseppe Gangemi

Ciao!

Lo dico subito: la focalizzazione è traballante.
Ma il tono è così sostenuto e brillante per tutto il racconto che non ha troppa importanza. È stata davvero una lettura piacevolissima, e molto divertente.

Felice scrittura

Giulia

Ti vedo meglio al buio, poltergeist!, Julia Strife

Ciao!

Posso avere altre avventure di Polz, per favore?
Copio spudoratamente l'appunto di M. sulle caporali alte, però è veramente l'unica cosa "negativa" che posso dire.
È un racconto dolcissimo, e casualità vuole che il tema "mostri che mangiano" sia uno dei miei preferiti. Hai proprio colpito nel segno.

Felice scrittura,
Giulia
Ultima modifica di giulia il giovedì 27 marzo 2025, 19:13, modificato 1 volta in totale.

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Luca Moggia
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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » mercoledì 26 marzo 2025, 23:49

Ciao!

Ecco qui la mia classifica e relativi commenti. Stavolta ho fatto particolare attenzione a quanto il racconto fosse scorrevole e godibile fin dalla prima lettura, senza comunque trascurare il resto.
In ogni racconto ho trovato qualcosa di molto buono (a volte l’idea, a volte la realizzazione, altre volte il tono e l’atmosfera della storia) ma nei commenti mi sono dilungato sugli aspetti a mio parere più deboli, perché credo che siano più utili come spunti di riflessione.

N.B. per chi ha risposto al mio commento: vi ringrazio dei chiarimenti e scusate se non sono ancora riuscito a scrivervi. Ho comunque riletto i racconti alla luce delle spiegazioni e ne ho tenuto conto per la classifica.

E a proposito di classifica, eccola qua.

1 - Blitzkrieg d’amore, di Giuseppe Gangemi
2 - Vamp Kitchen, di Matteo Calcagni
3 - Maledette lattine parlanti, di Manuel Marinari
4 - Mi chiamo Ombra e sento delle voci..., di Debora Donadel
5 - Dimmi che non mi vuoi, di Isabella Valerio
6 - Ti vedo meglio al buio, poltergeist, di Julia Strife
7 - Il raduno, di Alexandra Fischer
8 - Non è più solo un gioco, di Gaia Peruzzo


1 - Blitzkrieg d’amore, di Giuseppe Gangemi

L'idea è originale, coerente e la trama ben strutturata. L’inizio chiarisce subito la scena e anche le immagini successive sono vivide e ben pensate. Nessuna rilettura e questo sicuramente è un punto a favore.
C’è un aspetto secondo me migliorabile che attiene alla scorrevolezza.
Il forte utilizzo di metafore/similitudini appesantiscono un po' la prosa.
Calzano a pennello con il tono della storia e quasi tutto mi sono piaciute molto.
Proprio per questo motivo secondo me ne sarebbero bastate meno per dare colore alla prosa evitando questo effetto “sovraccarico”.
A mio parere tema centrato a metà. Sicuramente c’è l’incapacità di incutere terrore ma l'amore non ce lo vedo. Piuttosto c’è il desiderio, la passione e la lussuria. Sentimenti anche più adatti al tono della storia ma che si allontanano dal tema.
In definitiva, come dicevo all’inzio, proprio un bel racconto!

2 - Vamp Kitchen, di Matteo Calcagni

Mi piace come hai interpretato il tema.
Buona l’idea del Conte, spogliato di ogni aura di terrore e trasformato in un personaggio da reality! La trovata migliore secondo me è però l’incontro con la donna che non vede l’ora di farsi vampirizzare. In un colpo solo hai fatto evolvere la trama e inserito il pezzo mancante per centrare il tema.
A livello di concetti quindi mi è arrivato tutto molto bene.
Qualcosina di meno invece per la forma.
Mi pare che tutto si regga su battute di dialogo e pensieri di Dracula.
Ci sono pochissime descrizioni di contesto e (considerata la brevità del testo) moltissimi luoghi e personaggi. Prima siamo nel castello poi all’aperto sui Carpazi, poi nello studio televisivo e infine di nuovo nel castello. In ognuno di questi posti ci sono diversi personaggi ma né degli uni ne degli altri, mi sono immaginato granché quindi le scene hanno perso vividezza.
Altro piccolo appunto, l’idea del cellulare come artefatto luminoso mi piace, ma ricorre spesso e finisce per essere un po’ ripetitiva. All’inizio ho apprezzato le altre metafore come le lingue grigie (immagino siano strade) o le scatole con gli occhi luminosi, poi però il cellulare prende piede e rimane quasi l’unico dettaglio che comunica il punto di vista di Dracula.
Ultima cosa, una questione comunque di gusto personale.
I grassetti e le parole in maiuscolo le eviterei.
Magari potresti dare enfasi alle parole che ritieni importanti attraverso la costruzione della scena.


3 - Maledette lattine parlanti, di Manuel Marinari

Parto subito con il dirti che il racconto mi è piaciuto. Di sicuro ha giocato a tuo favore il fatto che le storie di umani vs macchine sono tra le mie preferite sia come immaginario sia per le implicazioni che ha questo tema.
E a proposito di temi ecco il primo dei punti deboli del racconto :-)
Non ho trovato attinenza a quello proposto da Stefania. Della storia mi era arrivata solo la volontà del protagonista di causare terrore con un attentato. L’ultima frase svela un altro livello di lettura e così ho capito dove fosse l’amore. In effetti ho apprezzato il modo il cui lo hai inserito nel racconto, specie con la considerazione dell' amore di plastica e con l’attimo in cui il protagonista dubita delle sue azioni verso il robot.
Nonostante questo mi manca un pezzo centrale: il protagonista è tutt’altro che incapace di causare terrore e infatti lo crea con l’attentato. L'ispirare amore ci si può trovare, magari in modo un po' velato, ragionando sul fatto che le persone potrebbero capire il significato profondo del gesto terroristico.
Il secondo aspetto migliorabile è relativo a una questione prosa. La lettura in generale scorre bene e contiene immagini interessanti ma c’è una sorta di effetto rallentamento che penso sia dovuto alle molte riflessioni del personaggio. Riflessioni che si assomigliano fra loro e che, dopo un po', si limitano a ribadire un concetto già chiaro (il protagonista odia decisamente le lattine parlanti) aggiungendo poco alla storia.
Snellire sotto questo aspetto potrebbe aiutare a dare ritmo alla storia.
Mi sono piaciuti, come ti accennavo, gli aspetti che dai sull’ambientazione specialmente quando vengono fuori da riflessioni del protagonista perché aiutano anche a caratterizzarlo mostrando la sua visione del mondo.

4 - Mi chiamo Ombra e sento delle voci..., di Debora Donadel

Parto, come di consueto, da tema. Nel racconto ci sono senza dubbio amore e terrore e sono evidenziati in modo molto esplicito dal protagonista-narratore. E’ proprio Ombra che racconta per filo e per segno il passaggio dalla dimensione del terrore a quella dell’amore.
Mi è forse mancato un po’ la parte dell’incapacità di incutere terrore e della scelta di ispirare amore. E’ un’osservazione che ho fatto anche ad altri racconti (poi magari sono io che mi ci sono fissato!).
Ma eventuali fissazioni a parte, qui c’è una cosa in più. Il protagonista della storia è un po’ passivo. Il suo destino, in sostanza, dipende dal padrone che ha nei vari periodi della sua vita. Quando è comandato da Janez obbedisce ai suoi ordini e semina terrore, quando invece è accudito da Lysara si comporta da gatto “normale” e utilizza i suoi poteri per difendere la padrona.
C’è appunto questa scena in cui combatte per cacciare l’energumeno dal negozio ma per come mi è arrivata non è frutto di una sua scelta quanto di un cambiamento avvenuto per il semplice fatto di aver cambiato padrona.
Mi è quindi sembrato che “subisse” un po’ gli avvenimenti.
Se Ombra avesse avuto un ruolo più determinante nello svolgimento della trama credo che la storia mi sarebbe arrivata con più forza.
Per il resto, il tono della storia mi è piaciuto e ci sono dei passaggi veramente simpatici!


5 - Dimmi che non mi vuoi, di Isabella Valerio

Dunque parto dal tema e direi che è ben declinato.
Wlado è un vampiro e come tale incarna la minaccia di morte ma Elena, innamorata, non ne ha paura.
Magari, stando così le cose, fa un po’ strano che la troupe, Stella e la regista non siano affatto intimoriti da lui. Anzi Stella è bella tranquilla mentre recita la sua parte e ha addirittura passato una notte insieme a Wlado.
Questa cosa me la sono spiegata con il fatto che lui è un vampiro sì, ma sa controllarsi.
Quindi la minaccia della vampirizzazione tocca solo Elena perché lui la vuole.
Non so se è la ricostruzione corretta e alla fine non importa nemmeno, perché per me è una spiegazione plausibile, quindi mi basta. Te lo segnalo perché, se non fosse stata questa la tua intenzione, hai un caso di un lettore che ha capito fischi per fiaschi :-)
In prima lettura mi sono “inceppato” in qualche frase secondo me migliorabile (da punto di vista della chiarezza, non dello stile) che mi ha fatto perdere un po’ il filo della lettura.
Ad esempio all’inizio non ho acchiappato subito il concetto che quel “la protagonista” fosse Stella Bruni che mi è un po’ apparsa dal nulla. Oppure le unghie conficcate nella pelle e la goccia di sangue che cade non le ho immediatamente attribuite a Elena ma a un graffio sul collo di Stella e invece non è lei che provoca Wlado. O infine gli spettri della troupe che gli “ricordavano il suo errore”, ma quale errore? Si parla dell’errore sul set (la mancanza di passione) oppure del fatto che ha dormito con Stella (ma allora perché è la troupe a ricordarglielo?).
Sono domande fra l'altro che non hanno nemmeno importanza ai fini di capire la trama ma quando leggo e qualcosa mi sfugge, mi sorgono spontanee e mi distraggono dal flusso della storia. Ne tengo conto però perché un testo che non mi causi questo effetto e che riesco fin dalla prima lettura a cogliere in pieno mi fa un effetto più potente.
Ovvio, tutto ciò è una roba che capita a me e non è certo una cosa oggettiva!
In seconda lettura, con il quadro più chiaro, ho visualizzato bene quello che la storia racconta.
La relazione fra i due protagonisti, le loro motivazioni, paure e desideri mi sono piaciuti molto!


6 - Ti vedo meglio al buio, poltergeist, di Julia Strife

Racconto interessante che affronta il tema in modo sicuramente originale ma non direi centratissimo. Durante la storia il protagonista non semina terrore né ispira amore. E’ semmai l’uomo che con le sue emozioni causa alcune sensazioni al poltergeist e gli fa scoprire nuovi sapori.
Questa idea del fantasma che si nutre delle emozioni altrui e che scopre qualcosa di nuovo nel menù mi è piaciuta un sacco ed è ben resa nella storia.
Venendo ai punti secondo me migliorabili ti segnalo due questioni.
Incipit: l’ho trovato un po’ confuso. Solamente alla seconda lettura ho capito che Poltz sia uno spirito e stia parlando dei suoi colleghi fantasmi. Pensavo che il protagonista fosse un essere umano che vive in una casa abbandonata. Anche quando dici esplicitamente "ma lo spirito non voleva proprio provare energia industriale" avevo frainteso. Pensavo che ti riferissi allo spirito in senso astratto (come disposizione d’animo) e che il protagonista (umano) avesse una certa antipatia per la modernità. Quest'ultimo fraintendimento fra l’altro mi aveva convinto che fossimo nei primi del 900. Alla seconda lettura chiaramente nessun problema.
Dialoghi: ho faticato ad attribuire correttamente alcune battute al personaggio che le pronunciava. Questo penso sia dovuto al modo in cui vengono costruiti i dialoghi. Il soggetto del paragrafo precedente spesso non è il soggetto che poi pronuncia la battuta. Ti faccio un esempio per cercare di spiegarmi meglio. “Un curioso si fece avanti quando un lampo illuminò il salotto, riuscendo a entrare tra i rombi dei tuoni senza farsi udire, e nessuno si scomodò a dargli l’accoglienza meritata. “Suvvia, qualcuno dovrà pur farlo!” (per me era il curioso che pronunciava la battuta, non Poltz). Oppure "Poltz decise di rischiare: afferrò la tenda con le sue dita impalpabili e avvolse l'intruso come un fagotto, prima di sedersi nei dintorni per fargli da guardia. “Come vorrei qualcuno a rimboccarmi le coperte.” (anche qui sembra Poltz mentre invece è l’uomo che parla) . Automaticamente a me viene da attribuire la frase di dialogo all’ultimo soggetto menzionato quindi questo mi ha depistato. e indotto a fermarmi per capire chi stesse dicendo cosa.
Spero che queste indicazioni di lettura ti siano utili!

7 - Il raduno, di Alexandra Fischer

Parto dal tema che mi sembra perfettamente centrato, con la prima parte in cui i ragazzi provano a spaventare ma non ci riescono e la seconda in cui compare l’amore per i bambini e fra Mina e Ignazio. Il tema forse è preso un po’ troppo alla lettera e espresso in modo molto diretto ed esplicito nella storia. Questo non è necessariamente un male però diminuisce un po’ la forza del racconto.
Mi è piaciuta l’ambientazione di Halloween e la trovo una buona idea per il tema. Infatti è una festa basata sulla paura ma allo stesso tempo contiene sentimenti di dolcezza (e dolci veri e propri!) per i bambini che fanno il giro delle case.
Buona l’idea dell’innamoramento finale che aggiunge un elemento ulteriore alla storia.
I dialoghi mi hanno convinto un po’ meno perché a tratti sono molto basilari. Ci sono battute che ripetono quello che hai già raccontato prima.
Provo a fare alcuni esempi per chiarire meglio l’impressione che ho avuto.
In un punto dici che suonano i campanelli ma non si spaventa nessuno e poi Mina dice: “Non facciamo paura”.
Oppure “Forse è meglio. Volevo terrorizzare i vicini e a momenti mi davano i dolci” . Anche questa è una cosa che la storia ci aveva già detto nella parte precedente.
Ci sono poi alcune battute molto corte che sembrano constatazioni pure e semplici. Ad esempio “Che fiasco” oppure “Va bene”.
Secondo me è meglio che i dialoghi portino avanti la storia aggiungendo informazioni (come per esempio fa quello iniziale quando Mina arriva alla festa) oppure siano utilizzati per dare carattere ai personaggi.
Spero che questa opinione ti sia utile!

8 - Non è più solo un gioco, di Gaia Peruzzo

Alla prima lettura del racconto sono rimasto molto confuso. Ma anche in seguito, pur avendo colto di più il senso della scena, non ho afferrato bene le immagini che volevi evocare.
Penso che questo sia dipeso soprattutto dallo scostamento fra le suggestioni presenti nel racconto e le immagini che si formano durante la lettura.
Ero indeciso se il mangia-colpe (nome bellissimo tra l'altro) fosse un orsacchiotto oppure un mostro. Da alcuni dettagli sembra un mostro (faccia scheletrica e gli artigli meccanici), da altri può sembrare un orsacchiotto (le orbite vuote piene di polvere, la schiena pelosa, il pelo che compare in diversi punti, il fatto che toccandogli la pancia suonava ninna nanne). Anche il fatto che il mostro si trovi nella casa in cui il protagonista abitava da piccolo fa pensare a un vecchio giocattolo.
Dopo aver riletto e riflettuto ho concluso che sia in effetti un orsacchiotto giocattolo ma il protagonista lo vede come un mostro.
Se le cose stanno così mi vengono altre domande in mente, ad esempio il perché di questa visione. Accenni alla strizzacervelli quindi immagino che il protagonista sia una persona affetta da allucinazioni. Ma anche questa è una supposizione venuta in seguito a riletture.
Anche sulla trama mi sono rimasti dei dubbi. La domanda finale, che credo sia quella che l'orso silenziosamente rivolge al protagonista, a che cosa si riferisce? Alla nonna? All' amore perduto? O a qualcos’altro?
Mi è piaciuto invece il modo come hai costruito l’atmosfera che, nonostante i “problemi” di cui ti parlavo sopra, trasmette una buona dose di angoscia.
Secondo me questo racconto ripreso e ampliato, con più spazio per definire meglio i vari (e numerosi) nuclei narrativi può venire veramente una bomba!
L’ho fatta lunga (come al solito) ma spero di essere riuscito a darti informazioni complete sulla mia esperienza di lettura.

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Complimenti a tutti e buona Edition!

Luca
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 27 marzo 2025, 18:47

La classifica di Giulia non è considerabile come valida perché mancano tutti i commenti. Oltre alla sua (e alla mia) dovete ancora ricevere altre due classifiche.

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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 27 marzo 2025, 22:09

Grazie per tutti i vostri bei racconti. Leggervi è stato un piacere.

La classifica è la seguente:
1. Blitzkrieg d’amore, di Giuseppe Gangemi
2. Non è più solo un gioco, di Gaia Peruzzo
3. Mi chiamo Ombra e sento delle voci..., di Debora Donadel
4. Vamp Kitchen, di Matteo Calcagni
5. Maledette lattine parlanti, di Manuel Marinari
6. Ti vedo meglio al buio, poltergeist, di Julia Strife
7. Dimmi che non mi vuoi, di Isabella Valerio
8. Il raduno, di Alexandra Fischer


Mi chiamo Ombra e sento delle voci… Debora Donadel

Ciao Debora,
è sempre un piacere leggerti.
L’inizio della tua storia mi ha conquistato. Mi è piaciuta la tua declinazione del tema, lo stile è fluido e ti si legge che è un piacere. Avrei preferito, tuttavia, un tipo di narrazione un po’ diversa. Comprendo la scelta e la trovo intelligente, ti permette di dire molto più di quello che potresti raccontare mostrando, ma resto convinta che un’altra realizzazione avrebbe messo in risalto il bellissimo personaggio che hai tratteggiato.
Il tema è centrato e ci sono alcune immagini molto dolci. Ti segnalo le frasi che mi hanno convinta meno (un po’ per i puntini di sospensioni, un po’ perchè un po’ didascaliche.
“Oddio, non proprio banale… sento ancora una voce nella mia testa, solo che appartiene a una donna che profuma costantemente di biscotti!”
“Avere coccole, cibo e amore ogni giorno è di gran lunga meglio che andare in giro a seminare terrore!”
Comunque una buona prova.
In bocca al lupo.
A rileggerci,
Elisa

Non è più solo un gioco di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia,
leggerti è sempre un piacere, cosa che non ti ho mai nascosto.
Scrivi benissimo e la tua storia è incantevole, come il tuo stile. Ci sono dei picchi di poeticità non indifferenti e le immagini che crei sono nitidi e visualizzabili e questo - per me - è un grandissimo pregio. C’è emotività - altra cosa che apprezzo molto - ma non sei mai stucchevole o banale, anzi, trovi soluzioni inedite. Sono d’accordo con chi ti dice che i confini narrativi di questo tuo scritto sono un po’ sfumati e si fatica ad afferrarne pienamente il senso. Questo è il punto di criticità maggiore.
Per me rimane comunque una buonissima prova.
A rileggerci,
Elisa

Maledette lattine parlanti di Manuel Marinari
Ciao Manuel,
piacere di averti letto.
Il tuo racconto mi è piaciuto e mi è piaciuta, più che altro, la declinazione che hai dato del tema. A me piace quando qualcuno riesce a prendere il tema da un’angolazione inedita e la tua scelta è originale e, per quanto mi riguarda, abbastanza riuscita. Di per sè non mi appassionano le storie dei robot, ma capisco la scelta. Il finale è molto bello e hai ben seminato prima. Ti segnalo un errore: questo inciso secondo me è sbagliato: “una parvenza di antico, dei bei vecchi tempi andati,”.
In bocca al lupo!
A rileggerci,
Elisa


Vamp Kitchen di Matteo Calcagni
Ciao Matteo,
piacere di averti letto!
Devo dire, un racconto molto divertente e ben scritto. L’ho trovato molto gradevole e l’idea è davvero carina. Non ho apprezzato molto i puntini di sospensione: decisamente troppi per i miei gusti. Detto questo, il racconto funziona ed è ben scritto, scorre bene. Considerando il tempo e i caratteri a disposizione, direi che hai fatto un buon lavoro.
In bocca al lupo!
A rileggerci,
Elisa

Il raduno di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
piacere di averti letta!
Il tuo racconto è carino, ma non mi ha convinto fino in fondo: sai fare di meglio. Avrei preferito fosse meno raccontato e più mostrato, almeno in alcune parti. Ad esempio: “Certo, era Halloween e lei aveva in casa una provvista di cioccolatini assortiti e si era comperata una maschera di gomma da strega”: Indossò la maschera da strega e prese i cioccolati: aveva sempre adorato Halloween. A tratti l’ho trovato un po’ inutilmente didascalico, come qui: “«Perlomeno, abbiamo distribuito amore.»”.
Anche la parte del terrore mi è sembrata un po’ poco esplorata. Manca un po’ di ritmo.
A rileggerci,
Elisa

Dimmi che non mi vuoi di Gennibo
Ciao Isabella,
piacere di averti letta!
Allora, il tuo racconto è carino e sicuramente centra il tema. Al netto di legittimissimi errorini di battitura (un accento e una maiuscola), il racconto si legge bene, è ben scritto e fluido. La storia non mi ha fatto impazzire. L’ho trovata carina, ma non originalissima. Non è obbligatorio che un racconto lo sia, ma allora avrei cercato di renderlo o più poetico o più crudo o più ritmato. In sintesi, una buona prova a cui però, a mio avviso, manca qualcosa.
In bocca al lupo per l’edition!
A rileggerci,
Elisa

Blitzkrieg d’amore di Giuseppe Gangemi
Ciao Giuseppe!
Piacere di averti letto!
Concordo appieno con chi ha definito il tuo racconto “cinematografico”: aggettivo davvero azzeccato. Mi è piaciuta anche l'originale declinazione che hai dato del tema. Mi è piaciuto anche molto il ritmo e il fatto di mescolare due lingue ha funzionato bene. Insomma, non ho critiche troppo severe da farti, ma ho un po’ di complimenti, in compenso.
In bocca al lupo per l’edition!
A rileggerci,
Elisa

TI VEDO MEGLIO AL BUIO, POLTERGEIST di julia strife
Ciao Julia!
Piacere di averti letta!
Del tuo racconto ho apprezzato anche io, come ti faceva già notare qualcuno, la delicatezza e anche la poesia. Due caratteristiche che apprezzo sempre davvero parecchio. Sono però altresì d’accordo con chi ti dice che è un po’ troppo raccontato. Credo che mostrare qualche scena, invece che raccontarla, avrebbe reso il racconto più vivo e il ritmo più serrato. Un inizio davvero buono, comunque.
In bocca al lupo per l’edition!
A rileggerci,
Elisa

Driu_GP&S
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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 27 marzo 2025, 23:28

Ecco la mia classifica :

1) Dimmi che non mi vuoi
2) Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
3) Il raduno
4) Vamp Kitchen
5) Blitzkrieg d’amore
6) Non è più solo un gioco
7) Ti vedo meglio al buio, poltergeist
8) Maledette lattine parlanti


1) Dimmi che non mi vuoi

Elena è innamorata di Wlado, nonostante sia al corrente della sua natura terrificante, e per questo si sente sbagliata. L’inizio del racconto, la parte sul set, mi ha portato un po' fuori strada ma nel proseguire la lettura mi sono ritrovato nel tema: Wlado accoglie la diversità dei sentimenti di Elena e nonostante tenti un ultimo richiamo della sua natura “Perchè non hai paura di me?” opta per essere quello che Elena vede “Anche io , maledizione”. Buono il ritmo, lo stile e i dialoghi.


2) Mi chiamo Ombra e sento delle voci…

A mio avviso il tema e’ stato centrato legandolo al passaggio del gatto da animale selvatico ad animale domestico, uno sviluppo che ho trovato carino e interessante.
Azzeccata la scelta di narrare dal punto di vista del gatto, che ha reso la lettura interessante e fluida. Una racconto piacevole, con il bonus poetico finale che ho apprezzato tanto.


3) Il raduno

Interessante lo sviluppo del tema : Una festa di Halloween dove i partecipanti fallendo i loro tentatiti di incutere terrore (tra di loro, con i vicini, e con i bambini che bussano alla loro porta) alla fine la vivono come una festa di Natale. La lettura è stata piacevole , buono lo stile, sufficienti i dialoghi.


4) Vamp Kitchen

Il racconto lo trovato ben sviluppato e divertente, una lettura molto piacevole. La trama ha uno sviluppo circolare e davvero bella l’idea di calare un vampiro nel bel mezzo di una sfida kitchen.
Mi resta il dubbio che il vampiro abbia davvero abbandonato il suo seminare terrore per infondere amore. Buono lo stile e discreti i dialoghi.


5) Blitzkrieg d’amore

Racconto piacevole, fluido nella lettura, con alcune buone similitudini, ed è reso ancora più apprezzabile dall’uso di un lessico che lo rende credibile e soprattutto ti “porta” sul luogo in cui si svolge la vicenda. Il tema mi pare centrato in un modo divertente: un demone che avendo subito una plastica perde grossa parte del suo infondere terrore, dovuto proprio al suo aspetto terrificante. L’operazione l’ha reso un canone di bellezza e non potendo più seminare terrore punta ad usare il suo corpo come una arma del sesso.


6) Non è più solo un gioco

Ho trovato il racconto molto emotivo. La parte iniziale, con il ripetersi della frase “Non preoccuparti, tu sei un bravo bambino” mette il lettore in empatia con il protagonista. Un persona adulta che si ritrova a rivivere il suo passato quando si ritrova tra le mani il suo vecchio giocattolo. Purtroppo mi sono perso lo sviluppo del tema pur apprezzando tanto il tuo stile.


7) Ti vedo meglio al buio, poltergeist

Un buon racconto con una forte componente malinconica. Il tema mi sembra centrato: un fantasma che infesta una casa, si trova ad entrare in empatia con uno dei visitatori e sente svanire la sua missione di infondere terrore, in favore di portare conforto.
Ok lo stile e il lessico. Fluida la lettura. Buoni i dialoghi.


8) Maledette lattine parlanti

Il racconto mi è piaciuto anche se non sono riuscito a cogliere lo sviluppo del tema proposto.
Un umano, arrabbiato con le macchine che hanno tolto il lavoro e cambiato i rapporti interpersonali, arriva a commettere un atto terroristico convincendosi di compiere un gesto d’amore. Buono il ritmo e lo stile, con discreta alternanza tra dialogo e descrizione.

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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » venerdì 28 marzo 2025, 0:04

Giulia ha aggiunto i commenti e pertanto la sua classifica è regolare. Vi manca solo più la mia.

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Re: Gruppo MANNARO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#16 » martedì 1 aprile 2025, 16:27

Ecco a voi i miei commenti e classifica.

1) Ti vedo meglio al buio, poltergeist, di Julia Strife
Sicuramente un esordio più che buono nell'Arena. Tema centratissimo e con grande sensibilità. Il problema maggiore sta proprio in questa sensazione da "troppo raccontato", più diretta con una maggiore asciugatura e ne avrebbe tratto giovamento tutto il pezzo. Occhio però, perché è giusto asciugare, ma senza esagerare perché ci sta ed è giusto che ci sia gradualità nella presa di coscienza di Poltz. Come valutazione direi un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante e ti piazzo davanti al parivalutato racconto di Gangemi per una questione legata a un maggio equilibrio interno del racconto.
2) Blitzkrieg d’amore, di Giuseppe Gangemi
Occhio agli errori di formattazione perché, soprattutto in racconti brevi, possono essere parecchio fastidiosi. Il racconto è molto interessante e ho notato un tuo notevole sviluppo rispetto alle ultime partecipazioni di anni fa, bravo. Ti muovi bene nel brillante, mi sembra che ci sguazzi proprio, curiosissimo di rileggerti ancora. Qualche problemino con questioni logistiche, ma non so quanto possano essere importanti in racconti che fanno (anche) del non sense un proprio cavallo di battaglia. Resta il fatto che qualche info in più su questo demone, le sue motivazioni e sul come sia finito in questa situazione non avrebbe guastato. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.
3) Maledette lattine parlanti, di Manuel Marinari
Un contrasto di fondo: hai brillantemente giocato con il tema dell'edizione per raccontare una storia su una tematica piuttosto classica in cui non, però, ho percepito il brivido della novità. Resta il fatto che il racconto è ben narrato e si fa leggere che è un piacere, tranne che nella primissima parte in cui ho fatto fatica in quanto sembrava ce l'avesse con tutti e non solo con i robot, la sensazione è che ti sia un pelo incartato in quel punto. Sai che c'è? Forse lavorare di più sul suo passato avrebbe permesso di dare una maggiore tridimensionalità alle sue intenzioni mentre qui parti da un assunto e lo mantieni. Detto questo, per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
4) Dimmi che non mi vuoi, di Isabella Valerio
Un racconto cui manca solo un po' di chiarezza in più per definire meglio la situazione e liberare il banco da tutti i dubbi leciti che il lettore può porsi. Per il resto, la lettura scorre e i personaggi sono interessanti. Il tema c'è anche se un po' vago perché Wlado pare abbia rinunciato in partenza a seminare terrore. Direi un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
5) Mi chiamo ombra e sento delle voci…, di Debora Donadel
Un racconto che si legge bene, ma che risulta un po' passivo, come il suo protagonista: c'è il cattivo e c'è la maga buona, ma le loro motivazioni non sono date e neppure suggerite, c'è un gatto conteso e non si sa perché, c'è sto gatto che fa quello che gli si dice adattandosi al padrone e finità lì. Ho la sensazione che il tuo volesse essere un tentativo di spiegare il perché delle caratteristiche di tutti i gatti, ma questa funzione si perde e non mi sembra tu riesca a imprimerla nel testo. Pertanto quello che rimane è la tua grande abilità di narratrice che si apprezza anche nelle opere meno riuscite, ma al fine della valuatazione devo fermarmi a un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non così brillante.
6) Vamp Kitchen, di Matteo Calcagni
Un racconto brillante con diverse trovate interessanti (lo scettro di voce per il microfono è una vera chicca) che però mi è risultato anche piuttosto squilibrato nelle sue parti: troppo lunga la prima in rapporto alla seconda con conseguente scarsa caratterizzazione della ragazza il cui inserimentro trovo eccessivamente sbrigativo e finale iperveloce con questi due che, nonostante il passare del tempo, si trovavano ancora al castello. Insomma, non benissimo nei dosaggi interni. Buono il tema. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo brillante, ma non solido.
7) Il raduno, di Alexandra Fischer
Raccontino semplice che fa il suo senza strafare, non è un male. Mancano alcuni passaggi logici: Alice è un po' bipolare in questo suo passare da happy a down, non chiarisci mai l'età dei ragazzi e non espliciti il loro voler fare paura mettendosi quasi in concorrenza con i bambini, Ignazio arriva dal nulla e poi scompare per riapparire in tempo per la dichiarazione della protagonista che, di conseguenza, appare gratuita. Insomma, ci sono i fatti, ma manca il lavorio sulle motivazioni dei pg. Devi assolutamente lavorare su questo aspetto. Tema quasi urlato, quindi c'è. Per me un pollice tendente al positivo in modo non proprio solido e neppure brillante.
8) Non è più solo un gioco, di Gaia Peruzzo
Questa volta non mi è proprio arrivato e mi dispiace perché la prosa, al solito, è ottima. Anche in seconda lettura, niente. Le info che hai dato mi portano, non ridere, a pensare che il Mangia-Colpe fosse una sorta di diavoletto che confortava il protagonista dopo le sue marachelle. Anche il fatto che tu abbia citato la psicologa mi ha confermato questa interpretazione. Insomma, per me il tuo protagonista era un delinquente che ora ritrovava questo mostro dal passato. In pratica, mi sento in colpa perché, per quello che è il mio modo di interpretare, sono arrivato alle stesse conclusioni in più letture differenti. Poi, chiaro, c'è proprio un problema di informazioni che non arrivano anche se ad alcuni, ho letto, è arrivato tutto nel modo giusto. Però credo che se tu avessi contestualizzato in modo più chiaro, magari evitando termini quale MANGIA-COLPE che potevano portare verso altro e andando direttamente su un banale ORSETTO per settare meglio da subito, ecco, penso che ci sarebbe stato un più alto numero di lettori allineati verso un maggiore apprezzamento (e comprensione). Questa volta non riesco ad andare oltre a un pollice tendente al positivo anche se non in modo solido e neppure brillante.

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