Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche

BENVENUTI ALLA LUKHA B. KREMO EDITION, LA SETTIMA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 191° ALL TIME!
Questo è il gruppo BIO-KIN della LUKHA B. KREMO EDITION EDITION con LUKHA B. KREMO come guest star.
Gli autori del gruppo BIO-KIN dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo PULPHAGUS.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo LEG HORN.
Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LUKHA B. KREMO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo :
Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia, ore 22.22, 2952 caratteri
Che cosa vuol dire essere un pirata, di Daniela Battistini, ore 23.28, 2909 caratteri
Il galeone, di Andrea Furlan, ore 00.28, 2979 caratteri
L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari, ore 00.41, 2973 caratteri
Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi, ore 00.56, 2696 caratteri
La statuetta, di Alexandra Fischer, ore 23.04, 2951 caratteri
L’astrolabio, di Sarah Santeusanio, ore 01.04, 2833 caratteri MALUS 3 PUNTI
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 1 MAGGIO per commentare i racconti del gruppo PULPHAGUS Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo PULPHAGUS e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo PULPHAGUS.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
BUONA LUKHA B. KREMO EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
Ecco qui la mia classifica, bravi tutti perché avete avuto delle idee che ho apprezzato molto.
1) L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
2) Il galeone, di Andrea Furlan
3) Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
4) La statuetta, di Alexandra Fischer
5) L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
6) Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
7) Che cosa vuol dire essere un pirata, di Daniela Battistini
1) L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
Ciao Sarah e piacere di leggerti anche qui, il tema è centrato e sviluppato in modo originale, lo stile gestito in modo brillante, buona anche la gestione delle informazioni. Parti con una efficace ambientazione piratesca per poi virare nel fantascientifico/fantasy. Nonostante la ricchezza di situazioni, viste le poche 3000 battute, la storia si segue bene e il finale a sorpresa mi è piaciuto molto.
Per me un buonissimo lavoro.
P.S. Sistemerei due dettagli:
non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.
non devono essere rese note all'equipaggio. Quartiermastro, conto su di lei.
e qui, metterei una lineetta per evidenziare la frase interrotta. Non so quanto tempo
Non so quanto tempo—
2) Il galeone, di Andrea Furlan
Ciao Andrea e piacere di averti letto, il tema è centrato. La tua storia, nonostante i due piani non facili da gestire, si legge bene. Mi è piaciuta la declinazione con i bambini sulla vasca, un po' alla Toy Story :D.
Anche io voglio leggere la versione Star Wars!
Per me una buona prova, bello lo stile, originale la declinazione.
Alla prossima e buona edition!
3) Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
Ciao Giuseppe e piacere di averti letto, ho trovato il tuo racconto molto simpatico, e buona la scrittura, forse avrei dato dei nomi altrettanto curiosi anche agli altri protagonisti invece di mantenere Marianna, Yanez e il lord. Il tema è centrato e ho trovato carina l'ambientazione Napoletana, soprattutto il finale in dialetto, anche se mi sarebbe piaciuto leggere anche solo un'altra interazione in più in dialetto tra la coppia o con Yanez. Questo perché l'unico dialogo finale, in dialetto, risulta un po' staccato dal resto anche se comunque funziona benissimo.
Userei un'ambientazione più vicina ai giorni nostri, tipo fra dieci anni, a causa del DRM, di Marisa Laurito e altri dettagli contemporanei, e anche per dare l'idea che sia possibile che una cosa del genere succeda a noi ;)
Per me una buona prova simpatica con dettagli migliorabili.
4) La statuetta, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra e piacere di averti letto. Una storia che anche se non originale, come dice Emiliano, si capisce dove va a parare e non ci sono particolari colpi di scena inaspettati, comunque, si legge bene e fa il suo lavoro. Il tema è ben centrato e mi è piaciuta la parte di dialogo nel mezzo dove il capitano cerca di dissuadere la ciurma dal prendere la statuetta, dove il risultato è ancora incerto.
Per me una buona prova senza infamia e senza lode.
Alla prossima e buona edition!
5) L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
Ciao Manuel! Il tuo racconto mi lascia un po' perplessa. Trovo carina la caratterizzazione del capitano con il suo desiderio alcolico che funziona bene. Hai creato anche una bella ambientazione anche se non molto originale ma che io apprezzo perché amo il mare ;) Carina anche l'aspettativa che crei riguardo quello che ha detto la strega.
Il punto più debole secondo me è lo stile, e qualche debolezza strutturale, per esempio: Non avrei usato badilate, ma una parola che dia l'idea di qualcosa che raccoglie più liquido.
I corsari non sono esattamente pirati.
Prima dici che se il capitano farà quello che le ha detto la strega l'isola risalirà dagli abissi, mentre poi dici che la strega ha promesso qualcos'altro.
Comunque una lettura piacevole e simpatica.
Alla prossima e buona edition!
6) Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
Ciao Christian e piacere di essere qui a leggerti! Trovo molto interessante la tua storia. L'idea dei due innamorati che sono morti e vengono interrogati in posti diversi mi piace moltissimo. Però, come dice Emiliano, di cui concordo il commento, ci sono delle cose meravigilose, ma mancano informazioni che possano mostrarci la storia nella sua interezza.
Ad esempio, ho apprezzato molto l'inizio con l'ambientazione che parte alla grande, e però al: La donna versa lacrime di salsedine dagli occhi di cielo. Che, ci starebbe anche come descrizione, ma sono inciampata perché è troppo.
E oltre a non capire chi dice la prima battuta di dialogo, più giù c'è il cappotto che chiede ;)
Comunque, per me una buonissima prova, perché hai provato a volare alto, ma da sistemare.
Buona edition e alla prossima!
7) Che cosa vuol dire essere un pirata, di Daniela Battistini
Ciao Daniela e piacere di averti letto, ho trovato la tua storia interessante.
Alla seconda riga chiarirei che le urla che sente Sorriso non sono le sue (se ho capito bene).
voci di ragazzi che non diventeranno mai uomini. mi piace perché dà l'idea del loro stato senza esplicitarlo.
Qui, invece: Vedere il dolore degli altri gli pesa più del proprio rammarico. Come quando, da bambino, faceva qualcosa di sbagliato e intravedeva lo scoramento dietro il dolce sorriso di sua madre, dietro le sue carezze gentili.
Questa frase non mi sembra azzeccata, nè per il rammarico, che dovrebbe crescere in risposta alle urla di dolore facendogli notare che ha sbagliato. Nè per come hai presentato la madre, con il dolce sorriso ecc, dove manca il punto cruciale che lei stava per morire per colpa sua. (cosa che dici, ma andrebbe esplicitato subito dopo le carezze gentili.)
Direi che l'idea mi piace molto, soprattutto il farsi la domanda, solo che, viste le riflessioni che fai, dovrebbe essere: Cosa vuol dire essere un capitano dei pirati? Cioè, qualcuno che si trova costretto a prendere decisioni e quando sbaglia inevitabilmente ne prova rammarico, oltre a grande dolore, anche a livello fisico, sulla propria pelle.
Mi è piaciuto molto anche il capitano sedicenne.
Per me una buona prova con spazio di miglioramento.
Alla prossima e buona edition!
1) L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
2) Il galeone, di Andrea Furlan
3) Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
4) La statuetta, di Alexandra Fischer
5) L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
6) Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
7) Che cosa vuol dire essere un pirata, di Daniela Battistini
1) L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
Ciao Sarah e piacere di leggerti anche qui, il tema è centrato e sviluppato in modo originale, lo stile gestito in modo brillante, buona anche la gestione delle informazioni. Parti con una efficace ambientazione piratesca per poi virare nel fantascientifico/fantasy. Nonostante la ricchezza di situazioni, viste le poche 3000 battute, la storia si segue bene e il finale a sorpresa mi è piaciuto molto.
Per me un buonissimo lavoro.
P.S. Sistemerei due dettagli:
non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.
non devono essere rese note all'equipaggio. Quartiermastro, conto su di lei.
e qui, metterei una lineetta per evidenziare la frase interrotta. Non so quanto tempo
Non so quanto tempo—
2) Il galeone, di Andrea Furlan
Ciao Andrea e piacere di averti letto, il tema è centrato. La tua storia, nonostante i due piani non facili da gestire, si legge bene. Mi è piaciuta la declinazione con i bambini sulla vasca, un po' alla Toy Story :D.
Anche io voglio leggere la versione Star Wars!
Per me una buona prova, bello lo stile, originale la declinazione.
Alla prossima e buona edition!
3) Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
Ciao Giuseppe e piacere di averti letto, ho trovato il tuo racconto molto simpatico, e buona la scrittura, forse avrei dato dei nomi altrettanto curiosi anche agli altri protagonisti invece di mantenere Marianna, Yanez e il lord. Il tema è centrato e ho trovato carina l'ambientazione Napoletana, soprattutto il finale in dialetto, anche se mi sarebbe piaciuto leggere anche solo un'altra interazione in più in dialetto tra la coppia o con Yanez. Questo perché l'unico dialogo finale, in dialetto, risulta un po' staccato dal resto anche se comunque funziona benissimo.
Userei un'ambientazione più vicina ai giorni nostri, tipo fra dieci anni, a causa del DRM, di Marisa Laurito e altri dettagli contemporanei, e anche per dare l'idea che sia possibile che una cosa del genere succeda a noi ;)
Per me una buona prova simpatica con dettagli migliorabili.
4) La statuetta, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra e piacere di averti letto. Una storia che anche se non originale, come dice Emiliano, si capisce dove va a parare e non ci sono particolari colpi di scena inaspettati, comunque, si legge bene e fa il suo lavoro. Il tema è ben centrato e mi è piaciuta la parte di dialogo nel mezzo dove il capitano cerca di dissuadere la ciurma dal prendere la statuetta, dove il risultato è ancora incerto.
Per me una buona prova senza infamia e senza lode.
Alla prossima e buona edition!
5) L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
Ciao Manuel! Il tuo racconto mi lascia un po' perplessa. Trovo carina la caratterizzazione del capitano con il suo desiderio alcolico che funziona bene. Hai creato anche una bella ambientazione anche se non molto originale ma che io apprezzo perché amo il mare ;) Carina anche l'aspettativa che crei riguardo quello che ha detto la strega.
Il punto più debole secondo me è lo stile, e qualche debolezza strutturale, per esempio: Non avrei usato badilate, ma una parola che dia l'idea di qualcosa che raccoglie più liquido.
I corsari non sono esattamente pirati.
Prima dici che se il capitano farà quello che le ha detto la strega l'isola risalirà dagli abissi, mentre poi dici che la strega ha promesso qualcos'altro.
Comunque una lettura piacevole e simpatica.
Alla prossima e buona edition!
6) Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
Ciao Christian e piacere di essere qui a leggerti! Trovo molto interessante la tua storia. L'idea dei due innamorati che sono morti e vengono interrogati in posti diversi mi piace moltissimo. Però, come dice Emiliano, di cui concordo il commento, ci sono delle cose meravigilose, ma mancano informazioni che possano mostrarci la storia nella sua interezza.
Ad esempio, ho apprezzato molto l'inizio con l'ambientazione che parte alla grande, e però al: La donna versa lacrime di salsedine dagli occhi di cielo. Che, ci starebbe anche come descrizione, ma sono inciampata perché è troppo.
E oltre a non capire chi dice la prima battuta di dialogo, più giù c'è il cappotto che chiede ;)
Comunque, per me una buonissima prova, perché hai provato a volare alto, ma da sistemare.
Buona edition e alla prossima!
7) Che cosa vuol dire essere un pirata, di Daniela Battistini
Ciao Daniela e piacere di averti letto, ho trovato la tua storia interessante.
Alla seconda riga chiarirei che le urla che sente Sorriso non sono le sue (se ho capito bene).
voci di ragazzi che non diventeranno mai uomini. mi piace perché dà l'idea del loro stato senza esplicitarlo.
Qui, invece: Vedere il dolore degli altri gli pesa più del proprio rammarico. Come quando, da bambino, faceva qualcosa di sbagliato e intravedeva lo scoramento dietro il dolce sorriso di sua madre, dietro le sue carezze gentili.
Questa frase non mi sembra azzeccata, nè per il rammarico, che dovrebbe crescere in risposta alle urla di dolore facendogli notare che ha sbagliato. Nè per come hai presentato la madre, con il dolce sorriso ecc, dove manca il punto cruciale che lei stava per morire per colpa sua. (cosa che dici, ma andrebbe esplicitato subito dopo le carezze gentili.)
Direi che l'idea mi piace molto, soprattutto il farsi la domanda, solo che, viste le riflessioni che fai, dovrebbe essere: Cosa vuol dire essere un capitano dei pirati? Cioè, qualcuno che si trova costretto a prendere decisioni e quando sbaglia inevitabilmente ne prova rammarico, oltre a grande dolore, anche a livello fisico, sulla propria pelle.
Mi è piaciuto molto anche il capitano sedicenne.
Per me una buona prova con spazio di miglioramento.
Alla prossima e buona edition!
- Emiliano Maramonte
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Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
Ed ecco la mia classifica con i relativi commenti. Ho letto bei racconti, ognuno con elementi gradevoli e interessanti. Ho premiato il racconto che mi è parso più equilibrato sia nello stile che nella capacità di gestire il tema, oltre, ovviamente, alla pulizia tecnica.
Come sempre, non me ne voglia chi ho collocato in fondo alla classifica. La legge di MC è dura, sed lex!
Buona Edition a tutte/i!
CLASSIFICA
1. IL GALEONE di Andrea Furlan
2. QUELLA STANZA E' CONFINE, CROCEVIA, UN UNIVERSO TUTTO PER LORO di Cristiano Saccoccia
3. L'ASTROLABIO di Sarah Santeusanio
4. CHE COSA VUOL DIRE ESSERE UN PIRATA di Daniela Battistini
5. PEZZOKAN E I PEZZOTTI DELLA MALESIA di Giuseppe Gangemi
6. L'ELISIR DI LUNGA VITA di Manuel Marinari
7. LA STATUETTA di Alexandra Fischer
_________________________________________________________________________________________________________
COMMENTI
QUELLA STANZA E’ CONFINE, CROCEVIA, UN UNIVERSO TUTTO PER LORO di Cristiano Saccoccia
Parto dagli elementi che mi hanno colpito e che mi sono piaciuti di più: innanzitutto lo stile, che è una vera bomba. Ormai è un tuo marchio di fabbrica. Sono rimasto per un minuto buono a rileggere "La voce è bassa, scavata dal fumo", perché ha un'efficacia micidiale, fa capire perfettamente il tipo di voce. Poi ho apprezzato l'idea di fondo, ossia il destino incrociato di due clandestini, sospeso in una sorta di oceano allegorico e simbolico, come anche la nave. Bella la realtà speculare dei due prigionieri, divisi solo da una porta, ma legati da un amore che attraversa il tempo e lo spazio. Un plauso anche a come, con pochissimi tratti, hai definito gli sgherri.
Mi è piaciuta di meno, invece, la focalizzazione della tua penna più sullo stile che sulla definizione dei contorni della trama. Ho riletto il racconto tre volte e ci sono ancora contorni sfumati e più domande che risposte. Per esempio, capisco che la vicenda è sospesa in un limbo "etereo" e allegorico, ma perché i due protagonisti sono legati, in qualche modo? Sarebbe stato un bel colpo di scena capire che esiste una sorta di legame antico, magari che ha attraversato i secoli, oppure che sono due reietti/clandestini dimensionali, e cose del genere, ma nel modo in cui ho interpretato la trama tutto è abbastanza fumoso.
Qualche annotazione più squisitamente tecnica.
1 - «Dove lo hai visto per l’ultima volta?» Voce annaffiata da liquori scadenti, ghigno da bucaniere.
La voce è bassa, scavata dal fumo. Qui probabilmente hai pensato a modi diversi di definire la voce, poi non hai eliminato una delle due alternative.
2 - Sempre con riferimento alla citazione di cui al punto 1, chi è che parla? Non sono contrario ai dialogue tag e ai beat "muti" cioè privi di soggetto esplicito, però in questo caso, proprio non si capisce chi dei tre sgherri parla. E l'inconveniente (chiamiamolo così) si ripete spesso nel prosieguo della storia.
3 - Qualche metafora in meno renderebbe il testo più scorrevole e meno "pindarico".
Comunque, racconto molto interessante, un po' al di sotto dei tuoi standard. Tema centrato.
CHE COSA VUOL DIRE ESSERE UN PIRATA di Daniela Battistini
Dopo aver letto il racconto, mi sono preso qualche secondo in più per meditarci sopra e l'ho trovato interessante, innanzitutto per come è scritto. Ha uno stile nevrotico, tarato sul tormento interiore di Sorriso e sul suo dolore e poi l'ossessiva domanda (Cosa vuol dire essere un pirata?) costringe il lettore a interrogarsi lui stesso sull'essere un pirata, o più semplicemente, qualcuno fuori dal coro.
Il vero problema del racconto è che non si giunge a una risoluzione. Alla fin fine, cosa vuol dire essere un pirata? Vivere nel dolore? Un'esistenza precaria? Andare all'appuntamento con la morte? Che cosa vuol dire PER IL PROTAGONISTA? Secondo me il finale è monco di una implicazione "filosofica" e/o narrativa.
Per il resto, tema centrato.
IL GALEONE di Andrea Furlan
Sei nel girone che devo valutare, ma ti avrei letto lo stesso.
Racconto tenero e molto carino, dove l'immaginazione è tutto. Il "gioco" è visto da due prospettive diverse, quella dei due fratelli che giocano ai pirati in una vasca e quello della realtà di un arrembaggio, con relativa carneficina.
Penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro sotto questo profilo. Manca un po' un'evoluzione narrativa: alla fin fine cosa rimane al lettore dei personaggi? Cosa gli hanno dato a livello emotivo? Non è un inconveniente grave. Mi pare di capire che tu ti sia divertito molto nello scrivere questo racconto, oltretutto lavorando molto sulla terminologia navale, il che non è poco.
Ehi, comunque poi voglio leggere la versione con Star Wars!!!!!!
Tema centrato.
L’ELISIR DI LUNGA VITA di Manuel Marinari
Mi aspettavo di trovare diverse storie picaresche e piratesche, visto il tema ed effettivamente è stato così, però, al momento, il tuo racconto è quello che mi ha fatto sorridere di più, se non altro per la vena ironica e, a suo modo, scanzonata del protagonista, una sorta di Capitan Uncino beone e sconclusionato che getta tutto alle ortiche per un vizio.
Non mi sento di rilevare molto altro, perché alla fin fine mi sembra più un divertissement che altro.
Piccolissima annotazione: quel "Occhi impanicati" è proprio brutto brutto.
Tema centrato.
PEZZOCAN E I PEZZOTTI DELLA MALESIA di Giuseppe Gangemi
Tra triccheballacche, frizzi, lazzi e curnicielli, hai portato a casa un plauso per il tripudio partenopeo di una storia piratesca colorata, sguaiata, sconclusionata, ma che nasconde un po' lo spirito che anima la città del Vesuvio (alla quale sono molto legato, per vari motivi).
Mi unisco ai rilievi di Isabella, avrei aggiunto qualche frase in più nel parlato in napoletano per immergere ancora di più il lettore nell'atmosfera, ma comunque è una pignoleria.
Declinazione originale del tema.
LA STATUETTA di Alexandra Fischer
Il tuo racconto è una declinazione pittoresca della classicissima caccia al tesoro, con in più un'interessante maledizione nascosta in una statuetta preziosa.
E' stata una lettura gradevole, anche se non particolarmente originale, in quanto si capisce tutto bene dove va a parare.
Altro inconveniente, usi per buona parte del racconto i titoli dei personaggi: "il capitano", "il nostromo", "il secondo ufficiale" e così via; oltre a indispettire, ciò rende troppo asettico il rapporto del lettore con il testo. Avrei gradito subito dei nomi per distinguere le figure e differenziarle.
Per il resto, una storia semplice, senza pretese, che aderisce letteralmente al tema.
L’ASTROLABIO di Sarah Santeusanio
Il racconto in sé e per sé è carino, hai provato a mescolare vari elementi, dal picaresco al fantasy, dall'avventura alla fantascienza e il risultato è venuto bene ma con qualche sbavatura. Ad esempio i dialoghi. Ti faccio un esempio:
- Isabella trattenne il fiato. “Le condizioni di mio padre non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.”
Io avrei scritto: "Le condizioni di mio padre devono restare un segreto. Intesi, quartiermastro?"
- Isabella fece un cenno con il capo. “Si aspetteranno che all’attacco della nave che stiamo inseguendo ci sia mio padre. Non so quanto tempo”
Io avrei scritto: "Si aspetteranno che al comando ci sia mio padre. Non so quanto."
Però, nel complesso questa particolare commistione mi ha intrattenuto, mi ha vagamente ricordato "Everything Everywhere All at Once", non so se l'hai visto.
Tema centrato.
Come sempre, non me ne voglia chi ho collocato in fondo alla classifica. La legge di MC è dura, sed lex!
Buona Edition a tutte/i!
CLASSIFICA
1. IL GALEONE di Andrea Furlan
2. QUELLA STANZA E' CONFINE, CROCEVIA, UN UNIVERSO TUTTO PER LORO di Cristiano Saccoccia
3. L'ASTROLABIO di Sarah Santeusanio
4. CHE COSA VUOL DIRE ESSERE UN PIRATA di Daniela Battistini
5. PEZZOKAN E I PEZZOTTI DELLA MALESIA di Giuseppe Gangemi
6. L'ELISIR DI LUNGA VITA di Manuel Marinari
7. LA STATUETTA di Alexandra Fischer
_________________________________________________________________________________________________________
COMMENTI
QUELLA STANZA E’ CONFINE, CROCEVIA, UN UNIVERSO TUTTO PER LORO di Cristiano Saccoccia
Parto dagli elementi che mi hanno colpito e che mi sono piaciuti di più: innanzitutto lo stile, che è una vera bomba. Ormai è un tuo marchio di fabbrica. Sono rimasto per un minuto buono a rileggere "La voce è bassa, scavata dal fumo", perché ha un'efficacia micidiale, fa capire perfettamente il tipo di voce. Poi ho apprezzato l'idea di fondo, ossia il destino incrociato di due clandestini, sospeso in una sorta di oceano allegorico e simbolico, come anche la nave. Bella la realtà speculare dei due prigionieri, divisi solo da una porta, ma legati da un amore che attraversa il tempo e lo spazio. Un plauso anche a come, con pochissimi tratti, hai definito gli sgherri.
Mi è piaciuta di meno, invece, la focalizzazione della tua penna più sullo stile che sulla definizione dei contorni della trama. Ho riletto il racconto tre volte e ci sono ancora contorni sfumati e più domande che risposte. Per esempio, capisco che la vicenda è sospesa in un limbo "etereo" e allegorico, ma perché i due protagonisti sono legati, in qualche modo? Sarebbe stato un bel colpo di scena capire che esiste una sorta di legame antico, magari che ha attraversato i secoli, oppure che sono due reietti/clandestini dimensionali, e cose del genere, ma nel modo in cui ho interpretato la trama tutto è abbastanza fumoso.
Qualche annotazione più squisitamente tecnica.
1 - «Dove lo hai visto per l’ultima volta?» Voce annaffiata da liquori scadenti, ghigno da bucaniere.
La voce è bassa, scavata dal fumo. Qui probabilmente hai pensato a modi diversi di definire la voce, poi non hai eliminato una delle due alternative.
2 - Sempre con riferimento alla citazione di cui al punto 1, chi è che parla? Non sono contrario ai dialogue tag e ai beat "muti" cioè privi di soggetto esplicito, però in questo caso, proprio non si capisce chi dei tre sgherri parla. E l'inconveniente (chiamiamolo così) si ripete spesso nel prosieguo della storia.
3 - Qualche metafora in meno renderebbe il testo più scorrevole e meno "pindarico".
Comunque, racconto molto interessante, un po' al di sotto dei tuoi standard. Tema centrato.
CHE COSA VUOL DIRE ESSERE UN PIRATA di Daniela Battistini
Dopo aver letto il racconto, mi sono preso qualche secondo in più per meditarci sopra e l'ho trovato interessante, innanzitutto per come è scritto. Ha uno stile nevrotico, tarato sul tormento interiore di Sorriso e sul suo dolore e poi l'ossessiva domanda (Cosa vuol dire essere un pirata?) costringe il lettore a interrogarsi lui stesso sull'essere un pirata, o più semplicemente, qualcuno fuori dal coro.
Il vero problema del racconto è che non si giunge a una risoluzione. Alla fin fine, cosa vuol dire essere un pirata? Vivere nel dolore? Un'esistenza precaria? Andare all'appuntamento con la morte? Che cosa vuol dire PER IL PROTAGONISTA? Secondo me il finale è monco di una implicazione "filosofica" e/o narrativa.
Per il resto, tema centrato.
IL GALEONE di Andrea Furlan
Sei nel girone che devo valutare, ma ti avrei letto lo stesso.
Racconto tenero e molto carino, dove l'immaginazione è tutto. Il "gioco" è visto da due prospettive diverse, quella dei due fratelli che giocano ai pirati in una vasca e quello della realtà di un arrembaggio, con relativa carneficina.
Penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro sotto questo profilo. Manca un po' un'evoluzione narrativa: alla fin fine cosa rimane al lettore dei personaggi? Cosa gli hanno dato a livello emotivo? Non è un inconveniente grave. Mi pare di capire che tu ti sia divertito molto nello scrivere questo racconto, oltretutto lavorando molto sulla terminologia navale, il che non è poco.
Ehi, comunque poi voglio leggere la versione con Star Wars!!!!!!
Tema centrato.
L’ELISIR DI LUNGA VITA di Manuel Marinari
Mi aspettavo di trovare diverse storie picaresche e piratesche, visto il tema ed effettivamente è stato così, però, al momento, il tuo racconto è quello che mi ha fatto sorridere di più, se non altro per la vena ironica e, a suo modo, scanzonata del protagonista, una sorta di Capitan Uncino beone e sconclusionato che getta tutto alle ortiche per un vizio.
Non mi sento di rilevare molto altro, perché alla fin fine mi sembra più un divertissement che altro.
Piccolissima annotazione: quel "Occhi impanicati" è proprio brutto brutto.
Tema centrato.
PEZZOCAN E I PEZZOTTI DELLA MALESIA di Giuseppe Gangemi
Tra triccheballacche, frizzi, lazzi e curnicielli, hai portato a casa un plauso per il tripudio partenopeo di una storia piratesca colorata, sguaiata, sconclusionata, ma che nasconde un po' lo spirito che anima la città del Vesuvio (alla quale sono molto legato, per vari motivi).
Mi unisco ai rilievi di Isabella, avrei aggiunto qualche frase in più nel parlato in napoletano per immergere ancora di più il lettore nell'atmosfera, ma comunque è una pignoleria.
Declinazione originale del tema.
LA STATUETTA di Alexandra Fischer
Il tuo racconto è una declinazione pittoresca della classicissima caccia al tesoro, con in più un'interessante maledizione nascosta in una statuetta preziosa.
E' stata una lettura gradevole, anche se non particolarmente originale, in quanto si capisce tutto bene dove va a parare.
Altro inconveniente, usi per buona parte del racconto i titoli dei personaggi: "il capitano", "il nostromo", "il secondo ufficiale" e così via; oltre a indispettire, ciò rende troppo asettico il rapporto del lettore con il testo. Avrei gradito subito dei nomi per distinguere le figure e differenziarle.
Per il resto, una storia semplice, senza pretese, che aderisce letteralmente al tema.
L’ASTROLABIO di Sarah Santeusanio
Il racconto in sé e per sé è carino, hai provato a mescolare vari elementi, dal picaresco al fantasy, dall'avventura alla fantascienza e il risultato è venuto bene ma con qualche sbavatura. Ad esempio i dialoghi. Ti faccio un esempio:
- Isabella trattenne il fiato. “Le condizioni di mio padre non devono essere rese note all’equipaggio, quartiermastro. Conto su di lei.”
Io avrei scritto: "Le condizioni di mio padre devono restare un segreto. Intesi, quartiermastro?"
- Isabella fece un cenno con il capo. “Si aspetteranno che all’attacco della nave che stiamo inseguendo ci sia mio padre. Non so quanto tempo”
Io avrei scritto: "Si aspetteranno che al comando ci sia mio padre. Non so quanto."
Però, nel complesso questa particolare commistione mi ha intrattenuto, mi ha vagamente ricordato "Everything Everywhere All at Once", non so se l'hai visto.
Tema centrato.
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
Salve a tutti e tutte, eccovi la mia classifica. A questo giro ho dato peso alla compiutezza della storia, al filo narrativo che porta il lettore al finale. Grazie per le vostre storie e alla prossima.
1. Il galeone di Andrea Furlan
2. L'astrolabio di Sarah Santeusanio
3. Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro di Cristiano Saccoccia
4. Pezzokan e i pezzotti della Malesia di Giuseppe Gangemi
5. La statuetta di Alexandra Fischer
6. Che cosa vuol dire essere un pirata di Daniela Battistini
7. L'elisir di lunga vita di Manuel Marinari
Ecco i commenti:
- Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro di Cristiano Saccoccia
Ciao Cristiano, allora il racconto come al solito ha una sua profondità ineccepibile, con un incipit che ti porta dritto nella narrazione e con uno stile evocativo. Alcuni passaggi sono molto veloci, ad es:
- Nella stanza accanto, la donna sente una fitta nel petto. Qualcosa la scuote dentro. Forse una vibrazione. Forse un pensiero.
e poi passi al narratore esterno:
L’uomo e la donna raccontano la stessa storia.
Stessi dettagli.
Stessa città.
Stesso giorno.
Ma in uno lei muore, e nell’altro muore lui.
Anche qui, attenzione alla separazione delle frasi, perché si percepisce uno stacco (quando in alcuni casi non c'è). Ad es.in alcuni dialoghi («E tu sei qui con noi, viva.», Lei annuisce.)
Il finale è un flash che chiude la narrazione, forse un po' troppo veloce. Lo stile regge tutto, però, ecco, credo sarebbe stato utile chiarire maggiormente il finale. Tema centrato. Spero di averti fornito qualche spunto utile. Buona edition.
- Che cosa vuol dire essere un pirata di Daniela Battistini
Ciao Daniela,
il racconto è interessante e mi sembra consista in un flash-back dell'avventurosa vita di Sorriso, che lo ha portato a essere un pirata. Credo che il momento che hai fissato (il chirurgo che gli ricostruisce il volto) sia il centro della narrazione, e la storia sembra più una fotografia incentrata sui pensieri del narratore, piuttosto che del personaggio. Il finale resta un po' in sospeso, ma resta la curiosità di capire cosa succede dopo. A rileggerci. Buona edition.
- Il galeone di Andrea Furlan
Ciao Andrea,
hai giocato bene col doppio registro, tra realtà esterna e finzione. Il racconto è molto lineare, l'idea alla base solida. Si legge dall'inizio alla fine, e noto che ti sei concentrato sulla struttura e sulla resa formale. Davvero poco da aggiungere. Voto anch'io per conoscere la versione di star wars. Mi ha ricordato Toy Story; la brevità del racconto si accorda bene col continuo cambio dei punti di vista. A rileggerci e buona edition.
- Pezzokan e i pezzotti della Malesia di Giuseppe Gangemi
Ciao Giuseppe,
i dettagli del racconto incuriosiscono e si nota la vena comica, molto curata sui dettagli. Un appunto che posso farti è che spezzettare la narrazione in molti paragrafi ha un certo impatto sul ritmo di lettura, perché non riesco a localizzare di volta in volta chi vede cosa, sebbene la sequenza delle scene sia abbastanza chiara (c'è un'alternanza tra i personaggi, in più alcuni paragrafi sono gestiti dal narratore esterno). Inoltre, c'è tanta roba: l'ingresso nella Cripta, la lotta con la Tigre, l'esplosione di Neapolis in festa, l'inseguimento dei droni. Mi sembra più un romanzo in tremila caratteri che un racconto vero e proprio. L'effetto comico è reso bene e il tema centrato (secondo me) in modo originale. A rileggerci.
- L'elisir di lunga vita di Manuel Marinari
Ciao Manuel,
il racconto è molto interessante. Non rilevo delle semine per portarci al finale. La strega emerge dal dialogo col nostromo (ed è un elemento molto interessante), ma alla fine non si comprende come siano legati gli elementi narrativi. Perché il gesto del capitano porta a quella conclusione? Perché non trova più la bottiglia di rum? La caratterizzazione è buona, e il racconto mi ha ricordato certe storie medievali dei mari del nord, in cui i calamari giganti avvinghiano le navi. Quindi, caratterizzazione e contesto molto buoni, insisterei di più sul legare gli elementi narrativi e nel motivare il finale. A rileggerci, buona edition.
- La statuetta di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
storia molto lineare, la progressione è interessante e il finale non scontato. Insisterei di più sulla gestione della narrazione da parte di un singolo personaggio, sebbene la sequenza sia comprensibile. Forse, un po' troppo ridondante il dialogo centrale sulla statuetta. Per il resto noto un miglioramento rispetto alle altre volte, perché hai inserito un elemento "perturbatore" che cmq aggiunge sale alla narrazione. Buona edition.
- L'astrolabio di Sarah Santeusanio
Ciao Sara, la storia regge; qualche appunto:
- Maggiore interazione tra i personaggi principali, per rendere più tangibile la scena
- Una semina in più su ciò che la protagonista cercava nell'assalto alla nave (magari qualche accenno a riguardo in un dialogo
col quartiermastro)
- Non è chiaro perché questa volta Cecilia ci sia e le altre volte no
- occhio alla tenuta del pdv nella frase finale
Ad ogni modo, il filo narrativo c'è, e l'aver unito il classico assalto alla nave col multiverso dà un tocco in più. A rileggerci e buona edition.
1. Il galeone di Andrea Furlan
2. L'astrolabio di Sarah Santeusanio
3. Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro di Cristiano Saccoccia
4. Pezzokan e i pezzotti della Malesia di Giuseppe Gangemi
5. La statuetta di Alexandra Fischer
6. Che cosa vuol dire essere un pirata di Daniela Battistini
7. L'elisir di lunga vita di Manuel Marinari
Ecco i commenti:
- Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro di Cristiano Saccoccia
Ciao Cristiano, allora il racconto come al solito ha una sua profondità ineccepibile, con un incipit che ti porta dritto nella narrazione e con uno stile evocativo. Alcuni passaggi sono molto veloci, ad es:
- Nella stanza accanto, la donna sente una fitta nel petto. Qualcosa la scuote dentro. Forse una vibrazione. Forse un pensiero.
e poi passi al narratore esterno:
L’uomo e la donna raccontano la stessa storia.
Stessi dettagli.
Stessa città.
Stesso giorno.
Ma in uno lei muore, e nell’altro muore lui.
Anche qui, attenzione alla separazione delle frasi, perché si percepisce uno stacco (quando in alcuni casi non c'è). Ad es.in alcuni dialoghi («E tu sei qui con noi, viva.», Lei annuisce.)
Il finale è un flash che chiude la narrazione, forse un po' troppo veloce. Lo stile regge tutto, però, ecco, credo sarebbe stato utile chiarire maggiormente il finale. Tema centrato. Spero di averti fornito qualche spunto utile. Buona edition.
- Che cosa vuol dire essere un pirata di Daniela Battistini
Ciao Daniela,
il racconto è interessante e mi sembra consista in un flash-back dell'avventurosa vita di Sorriso, che lo ha portato a essere un pirata. Credo che il momento che hai fissato (il chirurgo che gli ricostruisce il volto) sia il centro della narrazione, e la storia sembra più una fotografia incentrata sui pensieri del narratore, piuttosto che del personaggio. Il finale resta un po' in sospeso, ma resta la curiosità di capire cosa succede dopo. A rileggerci. Buona edition.
- Il galeone di Andrea Furlan
Ciao Andrea,
hai giocato bene col doppio registro, tra realtà esterna e finzione. Il racconto è molto lineare, l'idea alla base solida. Si legge dall'inizio alla fine, e noto che ti sei concentrato sulla struttura e sulla resa formale. Davvero poco da aggiungere. Voto anch'io per conoscere la versione di star wars. Mi ha ricordato Toy Story; la brevità del racconto si accorda bene col continuo cambio dei punti di vista. A rileggerci e buona edition.
- Pezzokan e i pezzotti della Malesia di Giuseppe Gangemi
Ciao Giuseppe,
i dettagli del racconto incuriosiscono e si nota la vena comica, molto curata sui dettagli. Un appunto che posso farti è che spezzettare la narrazione in molti paragrafi ha un certo impatto sul ritmo di lettura, perché non riesco a localizzare di volta in volta chi vede cosa, sebbene la sequenza delle scene sia abbastanza chiara (c'è un'alternanza tra i personaggi, in più alcuni paragrafi sono gestiti dal narratore esterno). Inoltre, c'è tanta roba: l'ingresso nella Cripta, la lotta con la Tigre, l'esplosione di Neapolis in festa, l'inseguimento dei droni. Mi sembra più un romanzo in tremila caratteri che un racconto vero e proprio. L'effetto comico è reso bene e il tema centrato (secondo me) in modo originale. A rileggerci.
- L'elisir di lunga vita di Manuel Marinari
Ciao Manuel,
il racconto è molto interessante. Non rilevo delle semine per portarci al finale. La strega emerge dal dialogo col nostromo (ed è un elemento molto interessante), ma alla fine non si comprende come siano legati gli elementi narrativi. Perché il gesto del capitano porta a quella conclusione? Perché non trova più la bottiglia di rum? La caratterizzazione è buona, e il racconto mi ha ricordato certe storie medievali dei mari del nord, in cui i calamari giganti avvinghiano le navi. Quindi, caratterizzazione e contesto molto buoni, insisterei di più sul legare gli elementi narrativi e nel motivare il finale. A rileggerci, buona edition.
- La statuetta di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
storia molto lineare, la progressione è interessante e il finale non scontato. Insisterei di più sulla gestione della narrazione da parte di un singolo personaggio, sebbene la sequenza sia comprensibile. Forse, un po' troppo ridondante il dialogo centrale sulla statuetta. Per il resto noto un miglioramento rispetto alle altre volte, perché hai inserito un elemento "perturbatore" che cmq aggiunge sale alla narrazione. Buona edition.
- L'astrolabio di Sarah Santeusanio
Ciao Sara, la storia regge; qualche appunto:
- Maggiore interazione tra i personaggi principali, per rendere più tangibile la scena
- Una semina in più su ciò che la protagonista cercava nell'assalto alla nave (magari qualche accenno a riguardo in un dialogo
col quartiermastro)
- Non è chiaro perché questa volta Cecilia ci sia e le altre volte no
- occhio alla tenuta del pdv nella frase finale
Ad ogni modo, il filo narrativo c'è, e l'aver unito il classico assalto alla nave col multiverso dà un tocco in più. A rileggerci e buona edition.
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Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
Buongiorno e complimenti a tutti per i racconti, tutti di buona qualità.
Non ho avuto dubbi sulle prime due posizioni. Per le altre la scelta è stata più difficile.
Buona edizione!
La classifica:
1.Pezzokan e i Pezzotti della Malesia
2.Quella stanza è confine, crocevia…
3.Che cosa vuol dire essere un pirata?
4.Il galeone
5.La statuetta
6.L’astrolabio
7.L’Elisir di lunga vita
I commenti:
Quella stanza é confine, crocevia…
Ciao Cristiano,
Mi tocca ancora una volta commentare il tuo racconto e come sempre é un piacere.
Il tuo stile ormai inconfondibile si conferma ricco, originale ed ispirato in questo racconto. Se in altre occasioni ti avevo fatto notare dei problemi di coerenza interna, in questo caso stai raccontando un paradosso, e quindi la coerenza é volutamente assente. Nonostante questo (o per questo?) il racconto funziona ed emoziona abbastanza.
E ho assolutamente adorato la simmetria di questo scambio:
«Era viva quando l’hai lasciata?»
«Era morta quando l’ho trovata.»
Due passaggi per me migliorabili:
1.di epoche mai viste prima: per me queste parole non hanno senso alcuno. Nessuno vede le epoche, al limite epoche sconosciute.
2.Il finale: se ho ben capito, i pirati sparano ai due protagonisti e vanno via festeggiando. Perché? Cosa li spinge a farlo? Sono una specie di polizia temporale che deve correggere l’errore che ha creato il paradosso? Il racconto funziona in ogni caso ma il climax finale per me é mozzo perché non si arriva a capire cosa muove i pirati ad uccidete i protagonisti con cui ci avevi portato a empatizzate.
In generale, un’ottima prova.
Che cosa vuol dire essere un pirata?
Ciao Daniela,
Nel tuo racconto hai usato i pensieri di un ragazzo-capitano-pirata per raccontarci le sue riflessioni su cosa vuol dire essere un pirata e indirettamente dirci della sua vita e delle sue (dis)avventure.
Lo stile è scorrevole e la prosa hai dei guizzi brillanti.
Purtroppo però il tono del racconto è per i miei gusti troppo lamentoso e il racconto stesso resta incompiuto. Il protagonista si rammarica e si duole, ci racconta di sbieco la morte della madre (perché le strappano le carni? In che epoca siamo?) ma non evolve, non si trasforma. Si interroga, ma non arriva a una conclusione, non agisce.
In conclusione, una buona penna, ma per me il contenuto non troppo ispirato.
Il galeone
Ciao Andrea,
Un pezzo interessante con un parallelismo ben gestito tra il gioco dei bambini e la trasposizione alla realtà. Proprio il parallelismo é il cuore del racconto, più che degli eventi specifici. In se, la storia (al netto appunto del parallelismo) é abbastanza semplice. Il che é inevitabile in 3000 caratteri in cui ogni azione é presentata due volte. Però questo fa sì che non ci sia una vera evoluzione dei personaggi (ne i bambini ne i pirati). Devo dire che anche alcuni dialoghi mi sono sembrati poco verosimili.
In definitiva, una buona prova dal punto di vista tecnico, ma un racconto che mi ha lasciato poco.
Buona gara!
L’Elisir di lunga vita
Ciao Manuel.
Dunque il tuo racconto si inspira ad un tropo classico: la ricerca di un’isola misteriosa e nascosta. Poi altri classici del genere: un capitano abbandonato, una profezia, il mare in tempesta. Fin qui bene. Il racconto soffre però di alcune incoerenze interne (e io sono refrattario alle incoerenze interne).
1. difficile (forse impossibile?) governare una nave con solo due persone. Specie in un mare in tempesta.
2. Ci sono onde alte come montagne, ma i due personaggi riescono ad avere una tranquilla conversazione, a grattarsi la testa, a estrarre un coltello etc etc. Avrei usato frasi più brevi e più verbi come gridò, urlò etc
3. Se l’isola, pur maledetta, contiene l’elisir di lunga vita, perché gli alti pirati non hanno osato cercarla?
4. Il finale non corrisponde a quanto promesso: non c’è un’isola, ne il rum, ma dei tentacoli alla Edgar Alan poe. Qui l’unica spiegazione che vedo è che la strega abbia ingannato il capitano, che ci sta, ma ciò non viene mai menzionato direttamente o indirettamente.
Dal punto di vista dello stile, alcune frasi che potevano essere più semplici. Per esempio “Un pirata non perde l’onore solo quando la propria ciurma si ammutina.” Avresti potuto trovare un modo più semplice di dirci che la ciurma si è ammutinata.
Dunque in generale un racconto che coglie il tema in pieno e utilizza alcune buone se pur classiche idee del genere piratesco, ma che soffre molto di incoerenze interne che danneggiano la sua fruibilità.
Buona edizione!
Pezzokan e i Pezzotti della Malesia
Ciao Giuseppe,
Un racconto eccellente. Azione, ironia, divertimento e un uso di parole tecniche e inglesismi che sembrano buttate lì a caso ma che invece sono molto ben utilizzate.
A me è sembrato un Ready Player One in salsa napoletana: non avrei mai pensato potesse funzionare ma ne è venuta fuori una meraviglia.
Complimenti per l’idea e per l’esecuzione.
Buona edizione!
La statuetta
Ciao Alexandra,
Hai uno stile semplice e diretto che in questo caso fa il suo lavoro. Ci racconti tutto in un modo fattuale e senza fronzoli. Il tutto ne guadagna in chiarezza ma da l’impressione di essere a tratti un po’ robotico.
La storia in sé è abbastanza classica, ma sul tema di questo mese si è scritto così tanto che era molto difficile essere completamente originali.
Il finale è secondo me il punto debole, con il dialogo che è poco chiaro e non aggiunge molto a quello che ci avevi già mostrato con il racconto.
Rimane secondo me una delle tue migliori prove tra quelle che ho avuto il piacere di leggere.
Buona edizione!
L’astrolabio
Ciao Sarah.
Simpatica la tua idea di una realtà in cui si possono fare le vacanze nel multiverso, con in più rischi veri per i vacanzieri.
Purtroppo però ho trovato il racconto un po’ macchinoso e con qualche incoerenza. Per esempio, la protagonista attraversa multipli universi per trovare la sua amata, ma resta indifferente alla morte del proprio padre. Oppure il fatto che usi un astrolabio come una spada o che sappia abbordare una nave e uccidere a fil di spada degli uomini senza pensarci due volte. Se dopotutto sono solo delle persone in vacanza, sembra poco probabile.
O ancora, se Cecilia è ossessionata da Jolanda, non è necessario che Isabella specifichi “Jolanda, la figlia del corsaro nero”. O una cosa o l’altra.
Tutto sommato una prova che dimostra una buona originalità ma una realizzazione migliorabile.
Buona edizione!
Non ho avuto dubbi sulle prime due posizioni. Per le altre la scelta è stata più difficile.
Buona edizione!
La classifica:
1.Pezzokan e i Pezzotti della Malesia
2.Quella stanza è confine, crocevia…
3.Che cosa vuol dire essere un pirata?
4.Il galeone
5.La statuetta
6.L’astrolabio
7.L’Elisir di lunga vita
I commenti:
Quella stanza é confine, crocevia…
Ciao Cristiano,
Mi tocca ancora una volta commentare il tuo racconto e come sempre é un piacere.
Il tuo stile ormai inconfondibile si conferma ricco, originale ed ispirato in questo racconto. Se in altre occasioni ti avevo fatto notare dei problemi di coerenza interna, in questo caso stai raccontando un paradosso, e quindi la coerenza é volutamente assente. Nonostante questo (o per questo?) il racconto funziona ed emoziona abbastanza.
E ho assolutamente adorato la simmetria di questo scambio:
«Era viva quando l’hai lasciata?»
«Era morta quando l’ho trovata.»
Due passaggi per me migliorabili:
1.di epoche mai viste prima: per me queste parole non hanno senso alcuno. Nessuno vede le epoche, al limite epoche sconosciute.
2.Il finale: se ho ben capito, i pirati sparano ai due protagonisti e vanno via festeggiando. Perché? Cosa li spinge a farlo? Sono una specie di polizia temporale che deve correggere l’errore che ha creato il paradosso? Il racconto funziona in ogni caso ma il climax finale per me é mozzo perché non si arriva a capire cosa muove i pirati ad uccidete i protagonisti con cui ci avevi portato a empatizzate.
In generale, un’ottima prova.
Che cosa vuol dire essere un pirata?
Ciao Daniela,
Nel tuo racconto hai usato i pensieri di un ragazzo-capitano-pirata per raccontarci le sue riflessioni su cosa vuol dire essere un pirata e indirettamente dirci della sua vita e delle sue (dis)avventure.
Lo stile è scorrevole e la prosa hai dei guizzi brillanti.
Purtroppo però il tono del racconto è per i miei gusti troppo lamentoso e il racconto stesso resta incompiuto. Il protagonista si rammarica e si duole, ci racconta di sbieco la morte della madre (perché le strappano le carni? In che epoca siamo?) ma non evolve, non si trasforma. Si interroga, ma non arriva a una conclusione, non agisce.
In conclusione, una buona penna, ma per me il contenuto non troppo ispirato.
Il galeone
Ciao Andrea,
Un pezzo interessante con un parallelismo ben gestito tra il gioco dei bambini e la trasposizione alla realtà. Proprio il parallelismo é il cuore del racconto, più che degli eventi specifici. In se, la storia (al netto appunto del parallelismo) é abbastanza semplice. Il che é inevitabile in 3000 caratteri in cui ogni azione é presentata due volte. Però questo fa sì che non ci sia una vera evoluzione dei personaggi (ne i bambini ne i pirati). Devo dire che anche alcuni dialoghi mi sono sembrati poco verosimili.
In definitiva, una buona prova dal punto di vista tecnico, ma un racconto che mi ha lasciato poco.
Buona gara!
L’Elisir di lunga vita
Ciao Manuel.
Dunque il tuo racconto si inspira ad un tropo classico: la ricerca di un’isola misteriosa e nascosta. Poi altri classici del genere: un capitano abbandonato, una profezia, il mare in tempesta. Fin qui bene. Il racconto soffre però di alcune incoerenze interne (e io sono refrattario alle incoerenze interne).
1. difficile (forse impossibile?) governare una nave con solo due persone. Specie in un mare in tempesta.
2. Ci sono onde alte come montagne, ma i due personaggi riescono ad avere una tranquilla conversazione, a grattarsi la testa, a estrarre un coltello etc etc. Avrei usato frasi più brevi e più verbi come gridò, urlò etc
3. Se l’isola, pur maledetta, contiene l’elisir di lunga vita, perché gli alti pirati non hanno osato cercarla?
4. Il finale non corrisponde a quanto promesso: non c’è un’isola, ne il rum, ma dei tentacoli alla Edgar Alan poe. Qui l’unica spiegazione che vedo è che la strega abbia ingannato il capitano, che ci sta, ma ciò non viene mai menzionato direttamente o indirettamente.
Dal punto di vista dello stile, alcune frasi che potevano essere più semplici. Per esempio “Un pirata non perde l’onore solo quando la propria ciurma si ammutina.” Avresti potuto trovare un modo più semplice di dirci che la ciurma si è ammutinata.
Dunque in generale un racconto che coglie il tema in pieno e utilizza alcune buone se pur classiche idee del genere piratesco, ma che soffre molto di incoerenze interne che danneggiano la sua fruibilità.
Buona edizione!
Pezzokan e i Pezzotti della Malesia
Ciao Giuseppe,
Un racconto eccellente. Azione, ironia, divertimento e un uso di parole tecniche e inglesismi che sembrano buttate lì a caso ma che invece sono molto ben utilizzate.
A me è sembrato un Ready Player One in salsa napoletana: non avrei mai pensato potesse funzionare ma ne è venuta fuori una meraviglia.
Complimenti per l’idea e per l’esecuzione.
Buona edizione!
La statuetta
Ciao Alexandra,
Hai uno stile semplice e diretto che in questo caso fa il suo lavoro. Ci racconti tutto in un modo fattuale e senza fronzoli. Il tutto ne guadagna in chiarezza ma da l’impressione di essere a tratti un po’ robotico.
La storia in sé è abbastanza classica, ma sul tema di questo mese si è scritto così tanto che era molto difficile essere completamente originali.
Il finale è secondo me il punto debole, con il dialogo che è poco chiaro e non aggiunge molto a quello che ci avevi già mostrato con il racconto.
Rimane secondo me una delle tue migliori prove tra quelle che ho avuto il piacere di leggere.
Buona edizione!
L’astrolabio
Ciao Sarah.
Simpatica la tua idea di una realtà in cui si possono fare le vacanze nel multiverso, con in più rischi veri per i vacanzieri.
Purtroppo però ho trovato il racconto un po’ macchinoso e con qualche incoerenza. Per esempio, la protagonista attraversa multipli universi per trovare la sua amata, ma resta indifferente alla morte del proprio padre. Oppure il fatto che usi un astrolabio come una spada o che sappia abbordare una nave e uccidere a fil di spada degli uomini senza pensarci due volte. Se dopotutto sono solo delle persone in vacanza, sembra poco probabile.
O ancora, se Cecilia è ossessionata da Jolanda, non è necessario che Isabella specifichi “Jolanda, la figlia del corsaro nero”. O una cosa o l’altra.
Tutto sommato una prova che dimostra una buona originalità ma una realizzazione migliorabile.
Buona edizione!
Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
Oltre a quella de IL GLADIATORE dovete ancora ricevere altre tre classifiche.
- Mauro Bennici
- Messaggi: 175
Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
1) Il galeone, di Andrea Furlan
2) Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
3) L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
4) Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
5) La statuetta, di Alexandra Fischer
6) L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
7) Che cosa vuol dire essere un pirata, di Daniela Battistini
Pezzokan e i Pezzotti della Malesia
Che cosa vuol dire essere un pirata?
Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.
L'elisir di lunga vita
Il galeone
L'astrolabio
La statuetta
2) Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
3) L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
4) Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
5) La statuetta, di Alexandra Fischer
6) L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
7) Che cosa vuol dire essere un pirata, di Daniela Battistini
Pezzokan e i Pezzotti della Malesia
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Che cosa vuol dire essere un pirata?
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Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.
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L'elisir di lunga vita
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Il galeone
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- Taylor_Blackfyre
- Messaggi: 134
- Contatta:
Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
La classifica è la parte più difficile di ogni edition. Devo fare i complimenti a tutti e ringraziarvi per avermi dato l'occasione di leggere questi ottimi racconti.
La mia classifica è questa:
1. Che cosa vuol dire essere un pirata di Daniela Battistini
2. Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro di Cristiano Saccoccia
3. Il galeone di Andrea Furlan
4. L'astrolabio di Sarah Santeusanio
5. La statuetta di Alexandra Fischer
6. Pezzokan e i pezzotti della Malesia di Giuseppe Gangemi
7. L'elisir di lunga vita di Manuel Marinari
1. Che cosa vuol dire essere un pirata di Daniela Battistini
2. Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro di Cristiano Saccoccia
3. Il galeone di Andrea Furlan
4. L'astrolabio di Sarah Santeusanio
5. La statuetta di Alexandra Fischer
6. Pezzokan e i pezzotti della Malesia di Giuseppe Gangemi
7. L'elisir di lunga vita di Manuel Marinari
La mia classifica è questa:
1. Che cosa vuol dire essere un pirata di Daniela Battistini
2. Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro di Cristiano Saccoccia
3. Il galeone di Andrea Furlan
4. L'astrolabio di Sarah Santeusanio
5. La statuetta di Alexandra Fischer
6. Pezzokan e i pezzotti della Malesia di Giuseppe Gangemi
7. L'elisir di lunga vita di Manuel Marinari
1. Che cosa vuol dire essere un pirata di Daniela Battistini
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2. Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro di Cristiano Saccoccia
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3. Il galeone di Andrea Furlan
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4. L'astrolabio di Sarah Santeusanio
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5. La statuetta di Alexandra Fischer
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6. Pezzokan e i pezzotti della Malesia di Giuseppe Gangemi
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7. L'elisir di lunga vita di Manuel Marinari
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- BruceLagogrigio
- Messaggi: 453
Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
Ecco la mia classifica, tutti in tema per cui mi sono basato sull'emozione che mi ha dato la lettura, l’originalità della declinazione del contest e lo stile di scrittura.
1 Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
2 Che cosa vuol dire essere un pirata, di Daniela Battistini
3 Il galeone, di Andrea Furlan
4 L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
5 Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
6 La statuetta, di Alexandra Fischer
7 L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro
In terza persona (narratore esterno, focalizzazione alternata tra i personaggi). Tempo verbale: Presente. Ambientazione: Una strana stanza di legno nero, forse su una nave, tra realtà parallele o dimensioni alterate. Genere letterario: Psicologico/fantastico. Tema centrato.
Ciao Cristiano piacere di leggerti, che dire ho dovuto leggerlo più di una volta per rendermi conto della storia e della situazione, ma solo perché in prima lettura non ero stato abbastanza attento. L’idea più originale del gruppo sicuramente forse dell’intero contest. Confermi il periodo di forma eccezionale. Unico appunto: un po’ troppo criptico.
Alla prossima!
Che cosa vuol dire essere un pirata
Daniela Battistini
Ciao Daniela, piacere di leggerti.
Dannazione, che bella penna. Alcune frasi sono veramente di altissimo livello. Anche le immagini che hai trasmesso [«Qualcuno invoca la madre che non ha mai conosciuto o che lo ha gettato via come immondizia; voci di ragazzi che non diventeranno mai uomini»], [«È un ago che prova a ricucire il tessuto della sua anima, ma la riduce a brandelli»]. Siamo a un livello quasi poetico.
L’unica pecca è che tutto rimane molto statico, come una fotografia, senza evoluzione. E poi ho sentito la mancanza dell’essenza del pirata. Nel senso che l’intera storia poteva essere raccontata da un capitano di un esercito del ‘700 e sarebbe stata molto simile (con ovviamente caratterizzazioni diverse, ma non abbastanza marcate). Mi manca quel senso di libertà, di anarchia, di riscatto piratesco.
Detto questo, ottima prova, che ha suscitato emozioni nella lettura (e alla fine, è quello che cerchiamo, no?).
Alla prossima.
Il galeone, di Andrea Furlan
In Terza persona . Tempo verbale: Passato remoto/imperfetto per le scene "reali" (i bambini ceh giocano) , presente per le parti di azione/finzione (i pirati). Ambientazione: Una vasca da bagno trasformata in un campo di battaglia navale. Genere letterario: Narrativa per ragazzi. Tema centrato.
Ciao Andrea, piaceri di leggerti.
Allora premetto che il racconto dell’altra volta mi era decisamente piaciuto di più, ma è un gusto personale. Hai dimostrato uno stile veramente invidiabile ed il tuo punto di forza. Diciamo che però non mi ha emozionato come il precedente, anche se l’idea di base è buona. Sarà molto difficile stilare la classifica.
Alla prossima!
L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
In terza persona. Tempo verbale: imperfetto/passato remoto. Ambientazione: mare in tempesta su nave pirata. Genere: fantastico/avventura. Tema centrato: sì.
Ciao Manuel, piacere di leggerti. Devo ammettere a malincuore che fra i tuoi racconti che ho letto quest’anno è quello che mi ha convinto meno. Molti cliché che sicuramente sono voluti per raggiungere il finale con il twist , ma mi ha dato solo l’idea di già visto, senza dare un po’ di pepe in più. Stile solido e concreto come sempre.
Alla prossima!
Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
Persona e tempo verbale: Terza persona. Ambientazione: NeaPolis 2099 (Napoli futuristica). Genere: Cyberpunk. Tema centrato: Sì, pirateria informatica.
Ciao Giuseppe, piacere di leggerti.
Hai uno stile veloce, ricco di ironia e riferimenti pop (Marisa Laurito come ologramma difensivo è geniale).
Il mix di dialetto, cyberpunk e epica da corsari funziona. A tratti, però, alcune metafore sono così iperboliche da rischiare la cacofonia (es. "tempesta di luci stroboscopiche e sigle anni ’80" che stridono un po’ per essere ambientati nel 2099). Come gli altri commenti devo dire che il racconto soffre molto per come è stato gestito. Troppe situazioni in così pochi caratteri che sono andate a discapito della profondità dei personaggi. Ad esempio: Tremal-Baffo e Yanez muoiono in battaglia contro la Tigre del Bengala Cloud in modo rapido ma senza di pathos
Peccato anche che sia così privo di dialoghi. Per il resto un bel racconto fresco e ironico, un po’ troppo raccontato.
Alla prossima.
La statuetta, di Alexandra Fischer
Persona: Terza persona (narratore esterno focalizzato sul capitano). Tempo verbale: Passato remoto/imperfetto ("solcò", "gridò", "trovò"). Ambientazione: Isola tropicale, nave pirata. Genere: Horror piratesco con elementi soprannaturali. Tema: centrato.
Ciao Alexandra, mi aggancio al commento di Emiliano. Racconto un po’ onirico che sa un po' di già visto. Manca forse un colpo finale, un guizzo che dia quel qualcosa in più. Inoltre il come avrebbe fatto a tornare indietro dall’isola l’avido Schwert senza la nave con solo la scialuppa?
Ottimo che riesci a tenere sempre il tuo stile a volte semplice e a volte un po’ sognatore.
Alla prossima.
Bruce
L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
Persona: Terza persona (narratore esterno focalizzato su Isabella). Tempo verbale: Passato remoto/imperfetto (es. "guardava", "urlò", "si mosse"). Ambientazione: Nave pirata in mare, con elementi di multiverso/fantasy. Genere: Fantastico/ piratesco con elementi di avventura multiversale. Tema centrato? Sì, ma con una svolta originale: la pirateria classica si fonde con viaggi interdimensionali e un rapporto amoroso, mantenendo però l’atmosfera corsara (combattimenti, ciurma, tesori).
Ciao Sarah, piacere di leggerti. Sono piuttosto incerto su questo racconto. Lo stile è asciutto e incalzante, però forse una fusione di troppi elementi per un racconto da 3000 caratteri? Succedono tantissime cose: il fatto del padre che è ferito distrae un po’ dalla missione principale di Isabella. Poi c’è il travestimento magico, l'arrembaggio, la ricerca di Cecilia, il contesto del multiverso. Questo affollamento impedisce lo sviluppo adeguato di ciascun elemento rendendo il tutto molto didascalico. L’idea era buona anche se un po’ già vista qui su MC. Come detto lo stile di scrittura rimane buono. Vedrò in base anche agli altri racconti!
Buona fortuna per il contest.
1 Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
2 Che cosa vuol dire essere un pirata, di Daniela Battistini
3 Il galeone, di Andrea Furlan
4 L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
5 Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
6 La statuetta, di Alexandra Fischer
7 L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro
In terza persona (narratore esterno, focalizzazione alternata tra i personaggi). Tempo verbale: Presente. Ambientazione: Una strana stanza di legno nero, forse su una nave, tra realtà parallele o dimensioni alterate. Genere letterario: Psicologico/fantastico. Tema centrato.
Ciao Cristiano piacere di leggerti, che dire ho dovuto leggerlo più di una volta per rendermi conto della storia e della situazione, ma solo perché in prima lettura non ero stato abbastanza attento. L’idea più originale del gruppo sicuramente forse dell’intero contest. Confermi il periodo di forma eccezionale. Unico appunto: un po’ troppo criptico.
Alla prossima!
Che cosa vuol dire essere un pirata
Daniela Battistini
Ciao Daniela, piacere di leggerti.
Dannazione, che bella penna. Alcune frasi sono veramente di altissimo livello. Anche le immagini che hai trasmesso [«Qualcuno invoca la madre che non ha mai conosciuto o che lo ha gettato via come immondizia; voci di ragazzi che non diventeranno mai uomini»], [«È un ago che prova a ricucire il tessuto della sua anima, ma la riduce a brandelli»]. Siamo a un livello quasi poetico.
L’unica pecca è che tutto rimane molto statico, come una fotografia, senza evoluzione. E poi ho sentito la mancanza dell’essenza del pirata. Nel senso che l’intera storia poteva essere raccontata da un capitano di un esercito del ‘700 e sarebbe stata molto simile (con ovviamente caratterizzazioni diverse, ma non abbastanza marcate). Mi manca quel senso di libertà, di anarchia, di riscatto piratesco.
Detto questo, ottima prova, che ha suscitato emozioni nella lettura (e alla fine, è quello che cerchiamo, no?).
Alla prossima.
Il galeone, di Andrea Furlan
In Terza persona . Tempo verbale: Passato remoto/imperfetto per le scene "reali" (i bambini ceh giocano) , presente per le parti di azione/finzione (i pirati). Ambientazione: Una vasca da bagno trasformata in un campo di battaglia navale. Genere letterario: Narrativa per ragazzi. Tema centrato.
Ciao Andrea, piaceri di leggerti.
Allora premetto che il racconto dell’altra volta mi era decisamente piaciuto di più, ma è un gusto personale. Hai dimostrato uno stile veramente invidiabile ed il tuo punto di forza. Diciamo che però non mi ha emozionato come il precedente, anche se l’idea di base è buona. Sarà molto difficile stilare la classifica.
Alla prossima!
L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
In terza persona. Tempo verbale: imperfetto/passato remoto. Ambientazione: mare in tempesta su nave pirata. Genere: fantastico/avventura. Tema centrato: sì.
Ciao Manuel, piacere di leggerti. Devo ammettere a malincuore che fra i tuoi racconti che ho letto quest’anno è quello che mi ha convinto meno. Molti cliché che sicuramente sono voluti per raggiungere il finale con il twist , ma mi ha dato solo l’idea di già visto, senza dare un po’ di pepe in più. Stile solido e concreto come sempre.
Alla prossima!
Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
Persona e tempo verbale: Terza persona. Ambientazione: NeaPolis 2099 (Napoli futuristica). Genere: Cyberpunk. Tema centrato: Sì, pirateria informatica.
Ciao Giuseppe, piacere di leggerti.
Hai uno stile veloce, ricco di ironia e riferimenti pop (Marisa Laurito come ologramma difensivo è geniale).
Il mix di dialetto, cyberpunk e epica da corsari funziona. A tratti, però, alcune metafore sono così iperboliche da rischiare la cacofonia (es. "tempesta di luci stroboscopiche e sigle anni ’80" che stridono un po’ per essere ambientati nel 2099). Come gli altri commenti devo dire che il racconto soffre molto per come è stato gestito. Troppe situazioni in così pochi caratteri che sono andate a discapito della profondità dei personaggi. Ad esempio: Tremal-Baffo e Yanez muoiono in battaglia contro la Tigre del Bengala Cloud in modo rapido ma senza di pathos
Peccato anche che sia così privo di dialoghi. Per il resto un bel racconto fresco e ironico, un po’ troppo raccontato.
Alla prossima.
La statuetta, di Alexandra Fischer
Persona: Terza persona (narratore esterno focalizzato sul capitano). Tempo verbale: Passato remoto/imperfetto ("solcò", "gridò", "trovò"). Ambientazione: Isola tropicale, nave pirata. Genere: Horror piratesco con elementi soprannaturali. Tema: centrato.
Ciao Alexandra, mi aggancio al commento di Emiliano. Racconto un po’ onirico che sa un po' di già visto. Manca forse un colpo finale, un guizzo che dia quel qualcosa in più. Inoltre il come avrebbe fatto a tornare indietro dall’isola l’avido Schwert senza la nave con solo la scialuppa?
Ottimo che riesci a tenere sempre il tuo stile a volte semplice e a volte un po’ sognatore.
Alla prossima.
Bruce
L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
Persona: Terza persona (narratore esterno focalizzato su Isabella). Tempo verbale: Passato remoto/imperfetto (es. "guardava", "urlò", "si mosse"). Ambientazione: Nave pirata in mare, con elementi di multiverso/fantasy. Genere: Fantastico/ piratesco con elementi di avventura multiversale. Tema centrato? Sì, ma con una svolta originale: la pirateria classica si fonde con viaggi interdimensionali e un rapporto amoroso, mantenendo però l’atmosfera corsara (combattimenti, ciurma, tesori).
Ciao Sarah, piacere di leggerti. Sono piuttosto incerto su questo racconto. Lo stile è asciutto e incalzante, però forse una fusione di troppi elementi per un racconto da 3000 caratteri? Succedono tantissime cose: il fatto del padre che è ferito distrae un po’ dalla missione principale di Isabella. Poi c’è il travestimento magico, l'arrembaggio, la ricerca di Cecilia, il contesto del multiverso. Questo affollamento impedisce lo sviluppo adeguato di ciascun elemento rendendo il tutto molto didascalico. L’idea era buona anche se un po’ già vista qui su MC. Come detto lo stile di scrittura rimane buono. Vedrò in base anche agli altri racconti!
Buona fortuna per il contest.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
Dovete solo più ricevere la classifica de IL GLADIATORE.
Re: Gruppo BIO-KIN: Lista racconti e classifiche
Cambio di consegne, Gladiatore ai box, mi occupo io di questo gruppo.
1) Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
Dico sempre di non fare riferimenti esterni troppo marcati, ma Sandokan se non lo si conosce allora è meglio porre rimedio (anche solo per la sua importanza storico/culturale) e poi qui, Giuseppe, hai, mio parere, dato prova di autentica genialità. Un racconto che è esattamente quello che voleva essere in cui non molli un centimetro e tieni sempre alta la botta. Finale perfetto. Pollice su, senza alcun dubbio.
2) Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
Racconto la cui lettura fila liscia ed elegante, forma ricercata, ma mai pesante, pieno rappresentante del tuo stile. Molto difficile da interpretare, forse i tre personaggi sono troppi e possono avere senso solo se rappresentanti di un simbolismo che, però, sconsiglio sempre di utilizzare in racconti così brevi. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante, ma serve meno foschia per salire di valutazione.
3) L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
Un buon racconto con però diverse criticità. Il padre muore davvero? Da come lo racconti, sembra di sì e quindi viene un po' a mancare un reale senso di criticità perché per salvare una vita se ne perde un'altra. L'idea di base è molto buona, ma non viene fuori il contesto alla Mondo dei Robot perché qui siamo in un multiverso e la realtà è reale, forse hai perso l'occasione per fare più riferimenti a quelle che possono essere le devianze dalla linea principale, sarebbe stato un bel giochino. Da rivedere e sistemare, si percepisce la fretta con cui l'hai scritto. Direi un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
4) Il Galeone, di Andrea Furlan
Un buon racconto che parte da una bella idea, ma che poi non evolve risultando telefonato pur nella sua estrema brevità. Intendiamoci, il mio giudizio rimane positivo, ma manca il guizzo e il finale arriva con un po' di fiato corto. Per me qui siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante, ti serviva una seconda ottima idea oltre alla prima su cui hai basato il racconto.
5) Che cosa vuol dire essere un pirata?, di Daniela Battistini
Racconto, al solito, scritto molto bene. Il problema sta sul focus: il protagonista è molto giovane eppure è già capitano di pirati. Sotto di lui sembrano esserci anche elementi più anziani come il dottore o Rostro, viene da chiedersi coma possa avere raggiunto un grado simile così presto e non ci fornisci informazioni su di lui se non i suoi dubbi in risposta a quella che sembra una sconfitta, una che dovrebbe essere di molte, ma che per lui sembra essere la prima di una. E così i suoi dubbi assumono una forma falsata perché si chiede cosa voglia dire essere un pirata senza partire dalla base di cosa poteva voler dire per lui (e che pertanto lo aveva attirato). Forse dovrebbe più chiedersi cosa voglia dire diventare uomo e assumersi il peso delle responsabilità. Non so, decidi di lasciare la risposta lì, aleggiante, ma a essere sbagliata mi sembra la domanda o, quanto meno, il modo in cui la poni senza fornirci semina alcuna su contesto o back. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante.
6) La statuetta, di Alexandra Fischer
Un racconto semplice che procede in linea dritta da A a B a C senza troppi scossoni. Si legge bene, ma manca un po' un senso della lettura, un perché del tutto. In più, la seconda parte è troppo veloce rispetto alla prima, probabilmente avrebbe avuto più senso sviluppare il racconto proprio dalla scoperta dell'assenza di Schwert per poi ricostruire pezzo per pezzo. Siamo su un pollice tendente al positivo in modo quasi solido, ma non brillante.
7) L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
Ordunque, mi sembra un racconto gestito in un mare un po' mosso, talmente mosso da non permetterne il controllo. Sembri procedere in modo passivo e gli inserimenti delle varie info appaiono quasi gratuiti, poco naturali. Ed è proprio questo il problema: un divertissement come voleva essere il tuo racconto deve essere in primis straconvinto di esserlo con il pieno controllo di tutti gli elementi che, invece, mi è mancato. Sembra che il capitano vada alla ricerca dell'elisir di lunga vita, ma non ci semini il dubbio sulla sua vera ricerca. La strega dice qualcosa, ma poi succede altro. L'unico a seguirlo è il nostromo, ma poi si comprende che il capitano neppure sa quello che sta facendo e quindi ci si chiede perché lo stia facendo e perché il nostromo sia con lui. Insomma, l'amalgama non amalgama. Siamo su un pollice tendente al positivo in modo non solido e neppure brillante.
1) Pezzokan e i Pezzotti della Malesia, di Giuseppe Gangemi
Dico sempre di non fare riferimenti esterni troppo marcati, ma Sandokan se non lo si conosce allora è meglio porre rimedio (anche solo per la sua importanza storico/culturale) e poi qui, Giuseppe, hai, mio parere, dato prova di autentica genialità. Un racconto che è esattamente quello che voleva essere in cui non molli un centimetro e tieni sempre alta la botta. Finale perfetto. Pollice su, senza alcun dubbio.
2) Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro, di Cristiano Saccoccia
Racconto la cui lettura fila liscia ed elegante, forma ricercata, ma mai pesante, pieno rappresentante del tuo stile. Molto difficile da interpretare, forse i tre personaggi sono troppi e possono avere senso solo se rappresentanti di un simbolismo che, però, sconsiglio sempre di utilizzare in racconti così brevi. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante, ma serve meno foschia per salire di valutazione.
3) L’astrolabio, di Sarah Santeusanio
Un buon racconto con però diverse criticità. Il padre muore davvero? Da come lo racconti, sembra di sì e quindi viene un po' a mancare un reale senso di criticità perché per salvare una vita se ne perde un'altra. L'idea di base è molto buona, ma non viene fuori il contesto alla Mondo dei Robot perché qui siamo in un multiverso e la realtà è reale, forse hai perso l'occasione per fare più riferimenti a quelle che possono essere le devianze dalla linea principale, sarebbe stato un bel giochino. Da rivedere e sistemare, si percepisce la fretta con cui l'hai scritto. Direi un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
4) Il Galeone, di Andrea Furlan
Un buon racconto che parte da una bella idea, ma che poi non evolve risultando telefonato pur nella sua estrema brevità. Intendiamoci, il mio giudizio rimane positivo, ma manca il guizzo e il finale arriva con un po' di fiato corto. Per me qui siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante, ti serviva una seconda ottima idea oltre alla prima su cui hai basato il racconto.
5) Che cosa vuol dire essere un pirata?, di Daniela Battistini
Racconto, al solito, scritto molto bene. Il problema sta sul focus: il protagonista è molto giovane eppure è già capitano di pirati. Sotto di lui sembrano esserci anche elementi più anziani come il dottore o Rostro, viene da chiedersi coma possa avere raggiunto un grado simile così presto e non ci fornisci informazioni su di lui se non i suoi dubbi in risposta a quella che sembra una sconfitta, una che dovrebbe essere di molte, ma che per lui sembra essere la prima di una. E così i suoi dubbi assumono una forma falsata perché si chiede cosa voglia dire essere un pirata senza partire dalla base di cosa poteva voler dire per lui (e che pertanto lo aveva attirato). Forse dovrebbe più chiedersi cosa voglia dire diventare uomo e assumersi il peso delle responsabilità. Non so, decidi di lasciare la risposta lì, aleggiante, ma a essere sbagliata mi sembra la domanda o, quanto meno, il modo in cui la poni senza fornirci semina alcuna su contesto o back. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante.
6) La statuetta, di Alexandra Fischer
Un racconto semplice che procede in linea dritta da A a B a C senza troppi scossoni. Si legge bene, ma manca un po' un senso della lettura, un perché del tutto. In più, la seconda parte è troppo veloce rispetto alla prima, probabilmente avrebbe avuto più senso sviluppare il racconto proprio dalla scoperta dell'assenza di Schwert per poi ricostruire pezzo per pezzo. Siamo su un pollice tendente al positivo in modo quasi solido, ma non brillante.
7) L’elisir di lunga vita, di Manuel Marinari
Ordunque, mi sembra un racconto gestito in un mare un po' mosso, talmente mosso da non permetterne il controllo. Sembri procedere in modo passivo e gli inserimenti delle varie info appaiono quasi gratuiti, poco naturali. Ed è proprio questo il problema: un divertissement come voleva essere il tuo racconto deve essere in primis straconvinto di esserlo con il pieno controllo di tutti gli elementi che, invece, mi è mancato. Sembra che il capitano vada alla ricerca dell'elisir di lunga vita, ma non ci semini il dubbio sulla sua vera ricerca. La strega dice qualcosa, ma poi succede altro. L'unico a seguirlo è il nostromo, ma poi si comprende che il capitano neppure sa quello che sta facendo e quindi ci si chiede perché lo stia facendo e perché il nostromo sia con lui. Insomma, l'amalgama non amalgama. Siamo su un pollice tendente al positivo in modo non solido e neppure brillante.
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