Il galeone
- Andrea Furlan
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Il galeone
«All’arrembaggio! Devono diventare cibo per squali!»
Stavano facendo il bagno e giocavano nell’acqua della vasca. Davide aveva scelto il grande galeone olandese: manovrò l’imbarcazione in un assalto laterale alla giunca malese.
«Batterie di contrattacco, mirate agli alberi!»
Stefano azionò i suoi soldatini evitando i caduti, assiepando i superstiti attorno ai cannoni. Nei libri di avventure era una manovra che funzionava sempre.
«All’arrembaggio! Devono diventare cibo per squali!»
Il capitano malese sentì l’ordine provenire dal galeone: un brivido freddo lo colse quando si rese conto che erano così vicini. Si metteva male, erano stati lenti e aveva perso troppi uomini.
«Batterie di contrattacco, mirate agli alberi!» Abbaiò l’ordine mentre il galeone accostava. L’attacco era cominciato,
ma i suoi uomini erano ben addestrati: caricarono i cannoni con le palle unite dalle catene.
Lo sparo sovrastò ogni altro rumore.
Davide spinse il galeone contro la giunca, la bloccò con i rampini d’attacco.
Raccolse manciate dei suoi pirati: avevano bende sugli occhi, uncini al posto delle mani. Tutti erano armati di scimitarra.
In breve, il ponte dell’altra nave era occupato dai suoi lego.
«Ehi, hai finito il tuo turno, ora tocca a me.» Stefano gli sorrise furbo, come se sapesse qualcosa di segreto.
Simulò uno scoppio con la bocca, facendo volare palle di cannone verso il galeone.
Le palle incatenate falciarono nemici, una coppia colpì l’albero maestro, fermandosi incastrata nel legno.
Intanto i pirati attaccavano i malesi in minoranza. Questi si difendevano come possibile, cercando di contenere gli assaltatori al centro del ponte.
Il capitano attese il momento giusto, poi batté tre volte con lo stivale sulla coperta.
Un cigolio sinistro riempì l’aria.
Stefano afferrò l’albero maestro alla base, con due dita. Fece un rumore strano, staccandolo dal galeone e facendolo cadere lento nell’acqua della vasca.
«Adesso sta a me, non fregare.»
«No Davide, è ancora il mio turno. I cannoni hanno sparato e ho ancora un’azione.»
Stefano lo disse con tono orgoglioso, schizzando per tre volte con il piede nell’acqua.
Aprì una botola sulla tolda della giunca, facendo uscire almeno venti soldatini.
Gli olandesi erano rimasti impietriti vedendo il loro albero maestro staccarsi dalla base, cadere in mare trattenuto solo dalle vele spalancate.
Distratti, all’improvviso vennero investiti da un gruppo di diavoli armati che era spuntato da una botola nascosta.
La lotta fu breve e sanguinosa: solo uno degli ufficiali europei rimase vivo. Alzò le mani, ma i malesi lo trucidarono sul posto.
Davide era sconvolto, non si era aspettato la trappola e neanche di perdere una nave così potente. Uno solo dei suoi lego era rimasto in piedi, ma lo gettò a terra lui stesso.
«Uff, anche stavolta hai vinto tu.» La Mamma li stava chiamando. «Un attimo, arriviamo!»
Uscì dall’acqua per asciugarsi.
«Sì, te l’ho fatta!» Rise Stefano. «Però sti pirati mi hanno stufato, dopo la merenda giochiamo a Star Wars, ti va?»
Stavano facendo il bagno e giocavano nell’acqua della vasca. Davide aveva scelto il grande galeone olandese: manovrò l’imbarcazione in un assalto laterale alla giunca malese.
«Batterie di contrattacco, mirate agli alberi!»
Stefano azionò i suoi soldatini evitando i caduti, assiepando i superstiti attorno ai cannoni. Nei libri di avventure era una manovra che funzionava sempre.
«All’arrembaggio! Devono diventare cibo per squali!»
Il capitano malese sentì l’ordine provenire dal galeone: un brivido freddo lo colse quando si rese conto che erano così vicini. Si metteva male, erano stati lenti e aveva perso troppi uomini.
«Batterie di contrattacco, mirate agli alberi!» Abbaiò l’ordine mentre il galeone accostava. L’attacco era cominciato,
ma i suoi uomini erano ben addestrati: caricarono i cannoni con le palle unite dalle catene.
Lo sparo sovrastò ogni altro rumore.
Davide spinse il galeone contro la giunca, la bloccò con i rampini d’attacco.
Raccolse manciate dei suoi pirati: avevano bende sugli occhi, uncini al posto delle mani. Tutti erano armati di scimitarra.
In breve, il ponte dell’altra nave era occupato dai suoi lego.
«Ehi, hai finito il tuo turno, ora tocca a me.» Stefano gli sorrise furbo, come se sapesse qualcosa di segreto.
Simulò uno scoppio con la bocca, facendo volare palle di cannone verso il galeone.
Le palle incatenate falciarono nemici, una coppia colpì l’albero maestro, fermandosi incastrata nel legno.
Intanto i pirati attaccavano i malesi in minoranza. Questi si difendevano come possibile, cercando di contenere gli assaltatori al centro del ponte.
Il capitano attese il momento giusto, poi batté tre volte con lo stivale sulla coperta.
Un cigolio sinistro riempì l’aria.
Stefano afferrò l’albero maestro alla base, con due dita. Fece un rumore strano, staccandolo dal galeone e facendolo cadere lento nell’acqua della vasca.
«Adesso sta a me, non fregare.»
«No Davide, è ancora il mio turno. I cannoni hanno sparato e ho ancora un’azione.»
Stefano lo disse con tono orgoglioso, schizzando per tre volte con il piede nell’acqua.
Aprì una botola sulla tolda della giunca, facendo uscire almeno venti soldatini.
Gli olandesi erano rimasti impietriti vedendo il loro albero maestro staccarsi dalla base, cadere in mare trattenuto solo dalle vele spalancate.
Distratti, all’improvviso vennero investiti da un gruppo di diavoli armati che era spuntato da una botola nascosta.
La lotta fu breve e sanguinosa: solo uno degli ufficiali europei rimase vivo. Alzò le mani, ma i malesi lo trucidarono sul posto.
Davide era sconvolto, non si era aspettato la trappola e neanche di perdere una nave così potente. Uno solo dei suoi lego era rimasto in piedi, ma lo gettò a terra lui stesso.
«Uff, anche stavolta hai vinto tu.» La Mamma li stava chiamando. «Un attimo, arriviamo!»
Uscì dall’acqua per asciugarsi.
«Sì, te l’ho fatta!» Rise Stefano. «Però sti pirati mi hanno stufato, dopo la merenda giochiamo a Star Wars, ti va?»
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1243
- Contatta:
Re: Il galeone
Ciao Andrea!
Sei nel girone che devo valutare, ma ti avrei letto lo stesso.
Racconto tenero e molto carino, dove l'immaginazione è tutto. Il "gioco" è visto da due prospettive diverse, quella dei due fratelli che giocano ai pirati in una vasca e quello della realtà di un arrembaggio, con relativa carneficina.
Penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro sotto questo profilo. Manca un po' un'evoluzione narrativa: alla fin fine cosa rimane al lettore dei personaggi? Cosa gli hanno dato a livello emotivo? Non è un inconveniente grave. Mi pare di capire che tu ti sia divertito molto nello scrivere questo racconto, oltretutto lavorando molto sulla terminologia navale, il che non è poco.
Ehi, comunque poi voglio leggere la versione con Star Wars!!!!!!
Tema centrato.
In bocca al lupo!
Emiliano.
Sei nel girone che devo valutare, ma ti avrei letto lo stesso.
Racconto tenero e molto carino, dove l'immaginazione è tutto. Il "gioco" è visto da due prospettive diverse, quella dei due fratelli che giocano ai pirati in una vasca e quello della realtà di un arrembaggio, con relativa carneficina.
Penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro sotto questo profilo. Manca un po' un'evoluzione narrativa: alla fin fine cosa rimane al lettore dei personaggi? Cosa gli hanno dato a livello emotivo? Non è un inconveniente grave. Mi pare di capire che tu ti sia divertito molto nello scrivere questo racconto, oltretutto lavorando molto sulla terminologia navale, il che non è poco.
Ehi, comunque poi voglio leggere la versione con Star Wars!!!!!!
Tema centrato.
In bocca al lupo!
Emiliano.
Re: Il galeone
Ciao Andrea e piacere di averti letto, il tema è centrato. La tua storia, nonostante i due piani non facili da gestire, si legge bene. Mi è piaciuta la declinazione con i bambini sulla vasca, un po' alla Toy Story :D.
Anche io voglio leggere la versione Star Wars!
Per me una buona prova, bello lo stile, originale la declinazione.
Alla prossima e buona edition!
Anche io voglio leggere la versione Star Wars!
Per me una buona prova, bello lo stile, originale la declinazione.
Alla prossima e buona edition!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Il galeone
Ciao Andrea,
hai giocato bene col doppio registro, tra realtà esterna e finzione. Il racconto è molto lineare, l'idea alla base solida. Si legge dall'inizio alla fine, e noto che ti sei concentrato sulla struttura e sulla resa formale. Davvero poco da aggiungere. Voto anch'io per conoscere la versione di star wars. Mi ha ricordato Toy Story; la brevità del racconto si accorda bene col continuo cambio dei punti di vista. A rileggerci e buona edition.
hai giocato bene col doppio registro, tra realtà esterna e finzione. Il racconto è molto lineare, l'idea alla base solida. Si legge dall'inizio alla fine, e noto che ti sei concentrato sulla struttura e sulla resa formale. Davvero poco da aggiungere. Voto anch'io per conoscere la versione di star wars. Mi ha ricordato Toy Story; la brevità del racconto si accorda bene col continuo cambio dei punti di vista. A rileggerci e buona edition.
- Mauro Bennici
- Messaggi: 175
Re: Il galeone
Ciao Andrea,
Splendido doppio registro da sessione di gioco di ruolo o a "La storia infinita".
Per trovare due piccolezze, penso che Lego vada scritto maiuscolo essendo il nome di un'azienda.
Questo pezzo lo avrei rivisto, in prima battuta sembra che sia la mamma a parlare. "«Uff, anche stavolta hai vinto tu.» La Mamma li stava chiamando. «Un attimo, arriviamo!»"
Buona edition!
Splendido doppio registro da sessione di gioco di ruolo o a "La storia infinita".
Per trovare due piccolezze, penso che Lego vada scritto maiuscolo essendo il nome di un'azienda.
Questo pezzo lo avrei rivisto, in prima battuta sembra che sia la mamma a parlare. "«Uff, anche stavolta hai vinto tu.» La Mamma li stava chiamando. «Un attimo, arriviamo!»"
Buona edition!
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- Messaggi: 187
Re: Il galeone
Andrea Furlan ha scritto:«All’arrembaggio! Devono diventare cibo per squali!»
Stavano facendo il bagno e giocavano nell’acqua della vasca. Davide aveva scelto il grande galeone olandese: manovrò l’imbarcazione in un assalto laterale alla giunca malese.
«Batterie di contrattacco, mirate agli alberi!»
Stefano azionò i suoi soldatini evitando i caduti, assiepando i superstiti attorno ai cannoni. Nei libri di avventure era una manovra che funzionava sempre.
«All’arrembaggio! Devono diventare cibo per squali!»
Il capitano malese sentì l’ordine provenire dal galeone: un brivido freddo lo colse quando si rese conto che erano così vicini. Si metteva male, erano stati lenti e aveva perso troppi uomini.
«Batterie di contrattacco, mirate agli alberi!» Abbaiò l’ordine mentre il galeone accostava. L’attacco era cominciato,
ma i suoi uomini erano ben addestrati: caricarono i cannoni con le palle unite dalle catene.
Lo sparo sovrastò ogni altro rumore.
Davide spinse il galeone contro la giunca, la bloccò con i rampini d’attacco.
Raccolse manciate dei suoi pirati: avevano bende sugli occhi, uncini al posto delle mani. Tutti erano armati di scimitarra.
In breve, il ponte dell’altra nave era occupato dai suoi lego.
«Ehi, hai finito il tuo turno, ora tocca a me.» Stefano gli sorrise furbo, come se sapesse qualcosa di segreto.
Simulò uno scoppio con la bocca, facendo volare palle di cannone verso il galeone.
Le palle incatenate falciarono nemici, una coppia colpì l’albero maestro, fermandosi incastrata nel legno.
Intanto i pirati attaccavano i malesi in minoranza. Questi si difendevano come possibile, cercando di contenere gli assaltatori al centro del ponte.
Il capitano attese il momento giusto, poi batté tre volte con lo stivale sulla coperta.
Un cigolio sinistro riempì l’aria.
Stefano afferrò l’albero maestro alla base, con due dita. Fece un rumore strano, staccandolo dal galeone e facendolo cadere lento nell’acqua della vasca.
«Adesso sta a me, non fregare.»
«No Davide, è ancora il mio turno. I cannoni hanno sparato e ho ancora un’azione.»
Stefano lo disse con tono orgoglioso, schizzando per tre volte con il piede nell’acqua.
Aprì una botola sulla tolda della giunca, facendo uscire almeno venti soldatini.
Gli olandesi erano rimasti impietriti vedendo il loro albero maestro staccarsi dalla base, cadere in mare trattenuto solo dalle vele spalancate.
Distratti, all’improvviso vennero investiti da un gruppo di diavoli armati che era spuntato da una botola nascosta.
La lotta fu breve e sanguinosa: solo uno degli ufficiali europei rimase vivo. Alzò le mani, ma i malesi lo trucidarono sul posto.
Davide era sconvolto, non si era aspettato la trappola e neanche di perdere una nave così potente. Uno solo dei suoi lego era rimasto in piedi, ma lo gettò a terra lui stesso.
«Uff, anche stavolta hai vinto tu.» La Mamma li stava chiamando. «Un attimo, arriviamo!»
Uscì dall’acqua per asciugarsi.
«Sì, te l’ho fatta!» Rise Stefano. «Però sti pirati mi hanno stufato, dopo la merenda giochiamo a Star Wars, ti va?»
Ciao Andrea,
Un pezzo interessante con un parallelismo ben gestito tra il gioco dei bambini e la trasposizione alla realtà. Proprio il parallelismo é il cuore del racconto, più che degli eventi specifici. In se, la storia (al netto appunto del parallelismo) é abbastanza semplice. Il che é inevitabile in 3000 caratteri in cui ogni azione é presentata due volte. Però questo fa sì che non ci sia una vera evoluzione dei personaggi (ne i bambini ne i pirati). Devo dire che anche alcuni dialoghi mi sono sembrati poco verosimili.
In definitiva, una buona prova dal punto di vista tecnico, ma un racconto che mi ha lasciato poco.
Buona gara!
- Taylor_Blackfyre
- Messaggi: 134
- Contatta:
Re: Il galeone
Ciao Andrea,
mi aspettavo un buon racconto e infatti l'ho trovato. Ottimo stile, resa, ritmo, fa tutto quello che deve fare. È vero che non c'è un particolare arco dei personaggi, ma si tratta di un'unica scena e non so quanto spazio potesse esserci per portare cambiamenti senza che suonassero forzati. Forse avresti potuto lasciare come sorpresa finale la rivelazione che si trattava del gioco di due ragazzini, ma sarebbe stato un racconto diverso.
Buona prosecuzione, di sicuro raggiungerai il turno finale.
mi aspettavo un buon racconto e infatti l'ho trovato. Ottimo stile, resa, ritmo, fa tutto quello che deve fare. È vero che non c'è un particolare arco dei personaggi, ma si tratta di un'unica scena e non so quanto spazio potesse esserci per portare cambiamenti senza che suonassero forzati. Forse avresti potuto lasciare come sorpresa finale la rivelazione che si trattava del gioco di due ragazzini, ma sarebbe stato un racconto diverso.
Buona prosecuzione, di sicuro raggiungerai il turno finale.
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 453
Re: Il galeone
In Terza persona . Tempo verbale: Passato remoto/imperfetto per le scene "reali" (i bambini che giocano) , presente per le parti di azione/finzione (i pirati). Ambientazione: Una vasca da bagno trasformata in un campo di battaglia navale. Genere letterario: Narrativa per ragazzi. Tema centrato.
Ciao Andrea, piaceri di leggerti.
Allora premetto che il racconto dell’altra volta mi era decisamente piaciuto di più, ma è un gusto personale. Hai dimostrato uno stile veramente invidiabile ed il tuo punto di forza. Diciamo che però non mi ha emozionato come il precedente, anche se l’idea di base è buona. Sarà molto difficile stilare la classifica.
Alla prossima!
Ciao Andrea, piaceri di leggerti.
Allora premetto che il racconto dell’altra volta mi era decisamente piaciuto di più, ma è un gusto personale. Hai dimostrato uno stile veramente invidiabile ed il tuo punto di forza. Diciamo che però non mi ha emozionato come il precedente, anche se l’idea di base è buona. Sarà molto difficile stilare la classifica.
Alla prossima!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
Re: Il galeone
Cambio di consegne, Gladiatore ai box, mi occupo io di questo gruppo.
Un buon racconto che parte da una bella idea, ma che poi non evolve risultando telefonato pur nella sua estrema brevità. Intendiamoci, il mio giudizio rimane positivo, ma manca il guizzo e il finale arriva con un po' di fiato corto. Per me qui siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante, ti serviva una seconda ottima idea oltre alla prima su cui hai basato il racconto.
Un buon racconto che parte da una bella idea, ma che poi non evolve risultando telefonato pur nella sua estrema brevità. Intendiamoci, il mio giudizio rimane positivo, ma manca il guizzo e il finale arriva con un po' di fiato corto. Per me qui siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante, ti serviva una seconda ottima idea oltre alla prima su cui hai basato il racconto.
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