L'elisir di lunga vita
- Manuel Marinari
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L'elisir di lunga vita
L'elisir di lunga vita
Manuel Marinari
Nel mare in tempesta del colore dell’inchiostro, capitan Spaccaossa solcava onde alte come montagne. L’uragano soffiava sulle vele spiegate della Vongola Nera, la nave pirata meno temuta dei Sette Mari.
Navigava da settimane, ormai, sfidando cavalloni marini e la propria sorte, senza però intravedere l’isola che nessun corsaro al mondo aveva mai osato cercare. L’Isola Maledetta gli avrebbe donato il tesoro più ambito da ogni pirata: l’elisir di lunga vita.
Spaccaossa barcollava sul ponte di comando, le tavole di legno scricchiolavano sotto i suoi passi. Si reggeva con una mano il tricorno sul capo, nell’altra stringeva l’ultima bottiglia di rum. Moribondo, non sapeva, ormai, se teneva di più al suo cappello o all’ultimo goccio di distillato che gli rimaneva.
Una forte raffica di vento glielo rivelò.
Si aggrappò a una fune «Per il culo di mille balene, il mio cappello!» Un pirata non perde l’onore solo quando la propria ciurma si ammutina. Adesso non gli rimaneva più niente, se non la speranza.
«Nostromo!» ringhiò verso il timone manovrato dal piccoletto pelato, l’unico invasato tra i membri dell’equipaggio a seguirlo in un'avventura disperata. «A questo punto dovremmo essere arrivati. Perché non vedo l’isola?» Tracannò l’ultimo goccio di rum e lanciò la bottiglia in mare.
La Jolly Roger, ridotta a una pezza sfilacciata incrostata di sale, sventolava in cima all’albero maestro, il teschio mutato in una sagoma urlante in preda alla paranoia.
«Mio capitano… quella donna le ha detto che dopo aver navigato per ventotto giorni...»
«Come dici? Quale donna?» Gli occhi impanicati.
«Capitano, la strega che le ha dato le coordinate per l’isola.»
«Ah, giusto! Suvvia nostromo, non abbiamo tempo da perdere. La dispensa è vuota, il rum è finito.» La nave oscillò su un lato e si ressero al timone. «Piuttosto, cosa aveva detto di fare, giunti a questo punto?»
«Capitano, non ricorda?»
Si grattò la testa, i capelli unti scossi dal vento. «No, ero troppo ubriaco.»
«Deve tagliarsi il palmo della mano, versare il suo sangue nel mare e l’isola risalirà dagli abissi.»
«Giusto, farò come ha detto la strega. Cosa abbiamo da perdere, ormai?» Spaccaossa sfoderò una lama dallo stivale e si tagliò la mano. Si affacciò sulla fiancata e lasciò colare una spremuta di sangue nel mare in tempesta.
«Ecco, ho sacrificato il mio sangue.» Sbatté i pugni sulla staccionata, piagnucolando come un bambino a cui è stato tolto il suo gioco preferito. «Goccia per goccia. Dov’è il mio rum?»
Il mare, sotto la chiglia, iniziò a vorticare e la nave prese a girare su se stessa, sprofondando sotto la linea dell’orizzonte.
Spaccaossa alzò gli occhi al cielo. Un muro d’acqua si fondeva col cielo plumbeo.
«Capitano, ma cosa le ha promesso la strega?» Urlò nostromo avvinghiato al timone.
Sotto di loro, l’oceano si apriva. Tentacoli viola, spugnosi, risalirono dagli abissi e si avvinghiarono alla Vongola Nera, trascinandola nel profondo.
«Badilate di rum, nostromo. Il vero elisir di lunga vita.»
Manuel Marinari
Nel mare in tempesta del colore dell’inchiostro, capitan Spaccaossa solcava onde alte come montagne. L’uragano soffiava sulle vele spiegate della Vongola Nera, la nave pirata meno temuta dei Sette Mari.
Navigava da settimane, ormai, sfidando cavalloni marini e la propria sorte, senza però intravedere l’isola che nessun corsaro al mondo aveva mai osato cercare. L’Isola Maledetta gli avrebbe donato il tesoro più ambito da ogni pirata: l’elisir di lunga vita.
Spaccaossa barcollava sul ponte di comando, le tavole di legno scricchiolavano sotto i suoi passi. Si reggeva con una mano il tricorno sul capo, nell’altra stringeva l’ultima bottiglia di rum. Moribondo, non sapeva, ormai, se teneva di più al suo cappello o all’ultimo goccio di distillato che gli rimaneva.
Una forte raffica di vento glielo rivelò.
Si aggrappò a una fune «Per il culo di mille balene, il mio cappello!» Un pirata non perde l’onore solo quando la propria ciurma si ammutina. Adesso non gli rimaneva più niente, se non la speranza.
«Nostromo!» ringhiò verso il timone manovrato dal piccoletto pelato, l’unico invasato tra i membri dell’equipaggio a seguirlo in un'avventura disperata. «A questo punto dovremmo essere arrivati. Perché non vedo l’isola?» Tracannò l’ultimo goccio di rum e lanciò la bottiglia in mare.
La Jolly Roger, ridotta a una pezza sfilacciata incrostata di sale, sventolava in cima all’albero maestro, il teschio mutato in una sagoma urlante in preda alla paranoia.
«Mio capitano… quella donna le ha detto che dopo aver navigato per ventotto giorni...»
«Come dici? Quale donna?» Gli occhi impanicati.
«Capitano, la strega che le ha dato le coordinate per l’isola.»
«Ah, giusto! Suvvia nostromo, non abbiamo tempo da perdere. La dispensa è vuota, il rum è finito.» La nave oscillò su un lato e si ressero al timone. «Piuttosto, cosa aveva detto di fare, giunti a questo punto?»
«Capitano, non ricorda?»
Si grattò la testa, i capelli unti scossi dal vento. «No, ero troppo ubriaco.»
«Deve tagliarsi il palmo della mano, versare il suo sangue nel mare e l’isola risalirà dagli abissi.»
«Giusto, farò come ha detto la strega. Cosa abbiamo da perdere, ormai?» Spaccaossa sfoderò una lama dallo stivale e si tagliò la mano. Si affacciò sulla fiancata e lasciò colare una spremuta di sangue nel mare in tempesta.
«Ecco, ho sacrificato il mio sangue.» Sbatté i pugni sulla staccionata, piagnucolando come un bambino a cui è stato tolto il suo gioco preferito. «Goccia per goccia. Dov’è il mio rum?»
Il mare, sotto la chiglia, iniziò a vorticare e la nave prese a girare su se stessa, sprofondando sotto la linea dell’orizzonte.
Spaccaossa alzò gli occhi al cielo. Un muro d’acqua si fondeva col cielo plumbeo.
«Capitano, ma cosa le ha promesso la strega?» Urlò nostromo avvinghiato al timone.
Sotto di loro, l’oceano si apriva. Tentacoli viola, spugnosi, risalirono dagli abissi e si avvinghiarono alla Vongola Nera, trascinandola nel profondo.
«Badilate di rum, nostromo. Il vero elisir di lunga vita.»
Manuel Marinari
Re: L'elisir di lunga vita
Ciao Manuel! Anche per te tutto regolare, buona KREMO EDITION!
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: L'elisir di lunga vita
antico ha scritto:Ciao Manuel! Anche per te tutto regolare, buona KREMO EDITION!
Grazie mille Antico!
Manuel Marinari
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1243
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Re: L'elisir di lunga vita
Ciao Manuel, bentrovato!
Mi aspettavo di trovare diverse storie picaresche e piratesche, visto il tema ed effettivamente è stato così, però, al momento, il tuo racconto è quello che mi ha fatto sorridere di più, se non altro per la vena ironica e, a suo modo, scanzonata del protagonista, una sorta di Capitan Uncino beone e sconclusionato che getta tutto alle ortiche per un vizio.
Non mi sento di rilevare molto altro, perché alla fin fine mi sembra più un divertissement che altro.
Piccolissima annotazione: quel "Occhi impanicati" è proprio brutto brutto.
Tema centrato.
Buona Edition e a presto!
Emiliano.
Mi aspettavo di trovare diverse storie picaresche e piratesche, visto il tema ed effettivamente è stato così, però, al momento, il tuo racconto è quello che mi ha fatto sorridere di più, se non altro per la vena ironica e, a suo modo, scanzonata del protagonista, una sorta di Capitan Uncino beone e sconclusionato che getta tutto alle ortiche per un vizio.
Non mi sento di rilevare molto altro, perché alla fin fine mi sembra più un divertissement che altro.
Piccolissima annotazione: quel "Occhi impanicati" è proprio brutto brutto.
Tema centrato.
Buona Edition e a presto!
Emiliano.
Re: L'elisir di lunga vita
Ciao Manuel! Il tuo racconto mi lascia un po' perplessa. Trovo carina la caratterizzazione del capitano con il suo desiderio alcolico che funziona bene. Hai creato anche una bella ambientazione anche se non molto originale ma che io apprezzo perché amo il mare ;) Carina anche l'aspettativa che crei riguardo quello che ha detto la strega.
Il punto più debole secondo me è lo stile, e qualche debolezza strutturale, per esempio: Non avrei usato badilate, ma una parola che dia l'idea di qualcosa che raccoglie più liquido.
I corsari non sono esattamente pirati.
Prima dici che se il capitano farà quello che le ha detto la strega l'isola risalirà dagli abissi, mentre poi dici che la strega ha promesso qualcos'altro.
Comunque una lettura piacevole e simpatica.
Alla prossima e buona edition!
Il punto più debole secondo me è lo stile, e qualche debolezza strutturale, per esempio: Non avrei usato badilate, ma una parola che dia l'idea di qualcosa che raccoglie più liquido.
I corsari non sono esattamente pirati.
Prima dici che se il capitano farà quello che le ha detto la strega l'isola risalirà dagli abissi, mentre poi dici che la strega ha promesso qualcos'altro.
Comunque una lettura piacevole e simpatica.
Alla prossima e buona edition!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: L'elisir di lunga vita
Ciao Manuel,
il racconto è molto interessante. Non rilevo delle semine per portarci al finale. La strega emerge dal dialogo col nostromo (ed è un elemento molto interessante), ma alla fine non si comprende come siano legati gli elementi narrativi. Perché il gesto del capitano porta a quella conclusione? Perché non trova più la bottiglia di rum? La caratterizzazione è buona, e il racconto mi ha ricordato certe storie medievali dei mari del nord, in cui i calamari giganti avvinghiano le navi. Quindi, caratterizzazione e contesto molto buoni, insisterei di più sul legare gli elementi narrativi e nel motivare il finale. A rileggerci, buona edition.
il racconto è molto interessante. Non rilevo delle semine per portarci al finale. La strega emerge dal dialogo col nostromo (ed è un elemento molto interessante), ma alla fine non si comprende come siano legati gli elementi narrativi. Perché il gesto del capitano porta a quella conclusione? Perché non trova più la bottiglia di rum? La caratterizzazione è buona, e il racconto mi ha ricordato certe storie medievali dei mari del nord, in cui i calamari giganti avvinghiano le navi. Quindi, caratterizzazione e contesto molto buoni, insisterei di più sul legare gli elementi narrativi e nel motivare il finale. A rileggerci, buona edition.
- Mauro Bennici
- Messaggi: 175
Re: L'elisir di lunga vita
Ciao Manuel,
Siamo "compari" di capitani beoni in questa prova :D
Il protagonista lo trovo in tema e nello stile delle leggende del mare: il rum, i mostri marini, le isole del tesoro.
Come ti hanno già detto, la storia della strega spunta fuori come un "deus ex machina", non legato e non spiegato.
Da rivedere ;)
Buona edition!
Siamo "compari" di capitani beoni in questa prova :D
Il protagonista lo trovo in tema e nello stile delle leggende del mare: il rum, i mostri marini, le isole del tesoro.
Come ti hanno già detto, la storia della strega spunta fuori come un "deus ex machina", non legato e non spiegato.
Da rivedere ;)
Buona edition!
-
- Messaggi: 187
Re: L'elisir di lunga vita
Manuel Marinari ha scritto:L'elisir di lunga vita
Manuel Marinari
Nel mare in tempesta del colore dell’inchiostro, capitan Spaccaossa solcava onde alte come montagne. L’uragano soffiava sulle vele spiegate della Vongola Nera, la nave pirata meno temuta dei Sette Mari.
Navigava da settimane, ormai, sfidando cavalloni marini e la propria sorte, senza però intravedere l’isola che nessun corsaro al mondo aveva mai osato cercare. L’Isola Maledetta gli avrebbe donato il tesoro più ambito da ogni pirata: l’elisir di lunga vita.
Spaccaossa barcollava sul ponte di comando, le tavole di legno scricchiolavano sotto i suoi passi. Si reggeva con una mano il tricorno sul capo, nell’altra stringeva l’ultima bottiglia di rum. Moribondo, non sapeva, ormai, se teneva di più al suo cappello o all’ultimo goccio di distillato che gli rimaneva.
Una forte raffica di vento glielo rivelò.
Si aggrappò a una fune «Per il culo di mille balene, il mio cappello!» Un pirata non perde l’onore solo quando la propria ciurma si ammutina. Adesso non gli rimaneva più niente, se non la speranza.
«Nostromo!» ringhiò verso il timone manovrato dal piccoletto pelato, l’unico invasato tra i membri dell’equipaggio a seguirlo in un'avventura disperata. «A questo punto dovremmo essere arrivati. Perché non vedo l’isola?» Tracannò l’ultimo goccio di rum e lanciò la bottiglia in mare.
La Jolly Roger, ridotta a una pezza sfilacciata incrostata di sale, sventolava in cima all’albero maestro, il teschio mutato in una sagoma urlante in preda alla paranoia.
«Mio capitano… quella donna le ha detto che dopo aver navigato per ventotto giorni...»
«Come dici? Quale donna?» Gli occhi impanicati.
«Capitano, la strega che le ha dato le coordinate per l’isola.»
«Ah, giusto! Suvvia nostromo, non abbiamo tempo da perdere. La dispensa è vuota, il rum è finito.» La nave oscillò su un lato e si ressero al timone. «Piuttosto, cosa aveva detto di fare, giunti a questo punto?»
«Capitano, non ricorda?»
Si grattò la testa, i capelli unti scossi dal vento. «No, ero troppo ubriaco.»
«Deve tagliarsi il palmo della mano, versare il suo sangue nel mare e l’isola risalirà dagli abissi.»
«Giusto, farò come ha detto la strega. Cosa abbiamo da perdere, ormai?» Spaccaossa sfoderò una lama dallo stivale e si tagliò la mano. Si affacciò sulla fiancata e lasciò colare una spremuta di sangue nel mare in tempesta.
«Ecco, ho sacrificato il mio sangue.» Sbatté i pugni sulla staccionata, piagnucolando come un bambino a cui è stato tolto il suo gioco preferito. «Goccia per goccia. Dov’è il mio rum?»
Il mare, sotto la chiglia, iniziò a vorticare e la nave prese a girare su se stessa, sprofondando sotto la linea dell’orizzonte.
Spaccaossa alzò gli occhi al cielo. Un muro d’acqua si fondeva col cielo plumbeo.
«Capitano, ma cosa le ha promesso la strega?» Urlò nostromo avvinghiato al timone.
Sotto di loro, l’oceano si apriva. Tentacoli viola, spugnosi, risalirono dagli abissi e si avvinghiarono alla Vongola Nera, trascinandola nel profondo.
«Badilate di rum, nostromo. Il vero elisir di lunga vita.»
Ciao Manuel.
Dunque il tuo racconto si inspira ad un tropo classico: la ricerca di un’isola misteriosa e nascosta. Poi altri classici del genere: un capitano abbandonato, una profezia, il mare in tempesta. Fin qui bene. Il racconto soffre però di alcune incoerenze interne (e io sono refrattario alle incoerenze interne).
1. difficile (forse impossibile?) governare una nave con solo due persone. Specie in un mare in tempesta.
2. Ci sono onde alte come montagne, ma i due personaggi riescono ad avere una tranquilla conversazione, a grattarsi la testa, a estrarre un coltello etc etc. Avrei usato frasi più brevi e più verbi come gridò, urlò etc
3. Se l’isola, pur maledetta, contiene l’elisir di lunga vita, perché gli alti pirati non hanno osato cercarla?
4. Il finale non corrisponde a quanto promesso: non c’è un’isola, ne il rum, ma dei tentacoli mostruosi. Qui l’unica spiegazione che vedo è che la strega abbia ingannato il capitano, che ci sta, ma ciò non viene mai menzionato direttamente o indirettamente.
Dal punto di vista dello stile, alcune frasi potevano essere più semplici. Per esempio “Un pirata non perde l’onore solo quando la propria ciurma si ammutina.” Avresti potuto trovare un modo più semplice di dirci che la ciurma si è ammutinata.
Dunque in generale un racconto che coglie il tema in pieno e utilizza alcune buone se pur classiche idee del genere piratesco, ma che soffre molto di incoerenze interne che danneggiano la sua fruibilità.
Buona edizione!
- Taylor_Blackfyre
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Re: L'elisir di lunga vita
Ciao Manuel,
il tema è sicuramente centrato, è una classica ricerca dell'isola misteriosa. Tuttavia ho trovato anche io gli stessi difetti che ti sono già stati segnalati, in particolare l'incoerenza tra quello che stavano cercando (l'isola), quello che alla fine il capitano dice che gli fosse stato promesso (il rum) e quello che succede davvero (il kraken?). Forse per troppa voglia di un twist, il finale non sembra seguire quello che succede nella prima parte del racconto. Anche mentre la nave affonda, il capitano sembra aspettarsi ancora di ricevere quanto promesso. Un altro appunto è che credo che difficilmente qualcuno possa considerare il rum l'elisir della lunga vita. Quello della felicità, forse.
Buon proseguimento!
il tema è sicuramente centrato, è una classica ricerca dell'isola misteriosa. Tuttavia ho trovato anche io gli stessi difetti che ti sono già stati segnalati, in particolare l'incoerenza tra quello che stavano cercando (l'isola), quello che alla fine il capitano dice che gli fosse stato promesso (il rum) e quello che succede davvero (il kraken?). Forse per troppa voglia di un twist, il finale non sembra seguire quello che succede nella prima parte del racconto. Anche mentre la nave affonda, il capitano sembra aspettarsi ancora di ricevere quanto promesso. Un altro appunto è che credo che difficilmente qualcuno possa considerare il rum l'elisir della lunga vita. Quello della felicità, forse.
Buon proseguimento!
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 453
Re: L'elisir di lunga vita
In terza persona. Tempo verbale: imperfetto/passato remoto. Ambientazione: mare in tempesta su nave pirata. Genere: fantastico/avventura. Tema centrato: sì.
Ciao Manuel, piacere di leggerti. Devo ammettere a malincuore che fra i tuoi racconti che ho letto quest’anno è quello che mi ha convinto meno. Molti cliché che sicuramente sono voluti per raggiungere il finale con il twist , ma mi ha dato solo l’idea di già visto, senza dare un po’ di pepe in più. Stile solido e concreto come sempre.
Alla prossima!
Ciao Manuel, piacere di leggerti. Devo ammettere a malincuore che fra i tuoi racconti che ho letto quest’anno è quello che mi ha convinto meno. Molti cliché che sicuramente sono voluti per raggiungere il finale con il twist , ma mi ha dato solo l’idea di già visto, senza dare un po’ di pepe in più. Stile solido e concreto come sempre.
Alla prossima!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: L'elisir di lunga vita
Ciao a tutti e tutte, rispondo con un messaggio collettivo e solo adesso perchè avevo non ero più riuscito ad accedere con l'account. Vi ringrazio per i suggerimenti. Mi dispiace di non essere riuscito a esprimermi al meglio. Le storie di pirati mi piacciono un sacco e ci tenevo a far bene.
Alla prossima
Alla prossima
Manuel Marinari
Re: L'elisir di lunga vita
Cambio di consegne, Gladiatore ai box, mi occupo io di questo gruppo.
Ordunque, mi sembra un racconto gestito in un mare un po' mosso, talmente mosso da non permetterne il controllo. Sembri procedere in modo passivo e gli inserimenti delle varie info appaiono quasi gratuiti, poco naturali. Ed è proprio questo il problema: un divertissement come voleva essere il tuo racconto deve essere in primis straconvinto di esserlo con il pieno controllo di tutti gli elementi che, invece, mi è mancato. Sembra che il capitano vada alla ricerca dell'elisir di lunga vita, ma non ci semini il dubbio sulla sua vera ricerca. La strega dice qualcosa, ma poi succede altro. L'unico a seguirlo è il nostromo, ma poi si comprende che il capitano neppure sa quello che sta facendo e quindi ci si chiede perché lo stia facendo e perché il nostromo sia con lui. Insomma, l'amalgama non amalgama. Siamo su un pollice tendente al positivo in modo non solido e neppure brillante.
Ordunque, mi sembra un racconto gestito in un mare un po' mosso, talmente mosso da non permetterne il controllo. Sembri procedere in modo passivo e gli inserimenti delle varie info appaiono quasi gratuiti, poco naturali. Ed è proprio questo il problema: un divertissement come voleva essere il tuo racconto deve essere in primis straconvinto di esserlo con il pieno controllo di tutti gli elementi che, invece, mi è mancato. Sembra che il capitano vada alla ricerca dell'elisir di lunga vita, ma non ci semini il dubbio sulla sua vera ricerca. La strega dice qualcosa, ma poi succede altro. L'unico a seguirlo è il nostromo, ma poi si comprende che il capitano neppure sa quello che sta facendo e quindi ci si chiede perché lo stia facendo e perché il nostromo sia con lui. Insomma, l'amalgama non amalgama. Siamo su un pollice tendente al positivo in modo non solido e neppure brillante.
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