LA FINALE: Classifica di Stefania Toniolo

Un tema dell'Antico, tante all stars dell'Era come giudici, cinquemila caratteri a disposizione nelle solite quattro ore. Quando? Lunedì 16 giugno alle 21.00!
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LA FINALE: Classifica di Stefania Toniolo

Messaggio#1 » lunedì 4 agosto 2025, 10:20

Ecco a voi la classifica e i commenti di Stefania Toniolo.

CLASSIFICA

1. Ali Sommerse
2. Moby
3. Tricologia dell’hic et nunc
4. Oscure nostalgie
5. Camera con vista sul feed
6. Trito di menta e granella di arachidi
7. Pioggia sottosopra
8. Appesa a un filo
9. Se nessuno preme play esisto ancora?

COMMENTI

Ali sommerse
È un racconto strutturato in modo abbastanza organico, che riesce a dipingere con poche pennellate un worldbuilding che poteva essere difficile da trasmettere. Non è una cosa scontata, vista la brevità. Al tema viene data un’interpretazione originale: altri racconti hanno scelto la strada dell’ambientazione distopica ma solo questo ha saputo sfruttare il concetto di “leggerezza” per farne un elemento di ambiente e non solo tematico. I dettagli sono ben pensati, la storia è chiara e molto tenera, forse un po’ didascalica nella citazione finale del padre ma sicuramente arriva al cuore. Complimenti!

Moby
Ho apprezzato soprattutto la chiave in cui è stato sviscerato il tema: non solo il “peso” fisico ma anche la pesantezza di ciò che si nasconde dietro un commento “leggero”. È un tema forte e caldo che sicuramente attiva il lettore. Con più tempo a disposizione avrei lavorato un po’ di più sullo stile e sul rendere più credibile il linguaggio attuale dei giovani, inoltre mi sembra manchi un po’ una vera e propria chiusura, forse avrei ragionato su una struttura circolare (ad esempio la battuta finale “anche stavolta è andata” poteva essere qualcosa che diceva anche nella prima scena riferendosi alla storia di Instagram, o qualcosa di simile).

Tricologia dell’hic et nunc
Questo è il racconto di cui ho apprezzato maggiormente lo stile, simpatico e leggero, con una buona gestione dei tempi comici (forse un po’ troppi a capo, in alcuni punti mi sembrava quasi di leggere una poesia). L’interpretazione del tema è simpatica, anche se forse un po’ “stiracchiata”, non a caso il racconto termina con una citazione che sembra quasi voler spiegare l’attinenza alla consegna, forse avrei lavorato di più su questo punto. Resta comunque un’ottima prova e mi ha fatta genuinamente ridere.

Oscure nostalgie
Mi è piaciuta l’interpretazione data al tema, soprattutto se pensiamo a una società come la nostra che si sta già avviando verso un allontanamento del dolore. Forse, già che si parlava di quello, il racconto avrebbe potuto calcare un po’ la mano e mostrarci molto di più questo dolore e quanto faccia sentire “vivo” il protagonista. Il fatto che sia un racconto con molti flashback che servono anche a spiegare il worldbuilding, invece, “anestetizza” anche un po’ il lettore dalla carica emotiva che avrebbe potuto avere.

Camera con vista sul feed
La distopia basata sui social non sarà particolarmente originale ma devo dire che fa sempre il suo, anche perché direi che è già un po’ il mondo in cui viviamo, purtroppo. È vero che la “finta” leggerezza che ci propone il nostro feed, a volte, è proprio insostenibile. È scritto bene. Manca a mio parere qualcosa che lo renda davvero originale, forse appunto perché il tema dei social viene trattato spesso.

Trito di menta e granella di arachidi
Ammetto di aver dovuto leggere il racconto un paio di volte per capire bene cosa stesse succedendo, ci sono tanti dettagli lanciati al lettore a cui a una prima lettura si può agganciare l’attenzione pensando che sia il fulcro o l’elemento che determinerà il twist finale. Il mondo post-apocalittico, il cuoco Orso, Davide che viene nominato alla fine, il suicidio… nomi e avvenimenti arrivano a bomba, l’ho percepito come un racconto pieno di dettagli che forse avrebbe giovato dello stare più sul semplice. L’interpretazione del tema mi è piaciuta, da brava amante del post-apocalittico, e in più non te lo sbatte in faccia, richiede di fare qualche passettino in più con la testa, che non è male. Mi ha lasciato comunque addosso un velo di angoscia, credo sia positivo.

Pioggia sottosopra
La scelta della tematica trattata – la violenza di genere – è sicuramente forte e attuale, ma proprio per questo avrei voluto che mi arrivasse di più. Il racconto resta molto sul piano onirico e ha il pregio di evocare questi ambienti sospesi da Studio Ghibli in versione oscura, ma la metafora non mi è chiarissima.

Appesa a un filo
È un racconto ben scritto e chiaro, che ha dalla sua di non dover ricorrere a nessun elemento sovrannaturale per raccontare una storia. Il fatto che si parli di tradimenti, tra l’altro, mi ha fatto rievocare anche l’originale “insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera, da cui questa sfida ha preso in prestito parte del titolo. La quotidianità, spesso, con tutte le sue bizzarrie, ci offre tanto di cui parlare. Ammetto però che l’interpretazione che è stata data al tema non è stata altrettanto chiara che in altri racconti.

Se nessuno preme play esisto ancora?
Di questo racconto ho apprezzato il finale molto wholesome, temevo che fosse un’altra storia drammatica e invece ho potuto tirare un sospiro di sollievo, dai! Il problema principale qui è stato trovare un nesso forte e chiaro con il tema della consegna (che comunque era difficilissimo!). Ci sono punti che proprio non ho colto (come la cosa dei 43 like nei primi due minuti), ma qui posso essere io tonta! Un altro problema è che il lettore viene a sapere di alcune cose a posteriori, come i sospetti su Clara e l’indirizzo IP, il che è strano anche perché il racconto è in prima persona quindi siamo proprio al 100% nella mente della voce narrante. Sistemato un po’, sarebbe un racconto di esempio per tanti streamer!



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