Unofficial FARFA EDITION: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Live di Minuti Contati (autorizzato da Minuti Contati) tenuto a Farfa il 20/09/2015.
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antico
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Unofficial FARFA EDITION: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » giovedì 24 settembre 2015, 1:02

Fine del mondo
 
Il 20 settembre a Farfa s'è tenuto un piccolo ritrovo di utenti di Minuti Contati capitanati da Daniele Picciuti. Il team di MC ha fornito loro un tema e un'arena specifica per "darsele di santa ragione". No limiti di tempo e neppure di caratteri. Eccolo:
 
Tema: FINE DEL MONDO
Moderatore: L'Antico
Special Guest: L'Antico
 
Sì, sarò moderatore e special guest, pertanto produrrò a mia volta una classifica che si assommerà a quelle dei cinque baldi scrittori per comporre quella finale.
Ecco i racconti in gara:
 
Mercurio, di Daniele Picciuti, 5682 caratteri
Proporzioni, di Polly Russel, 4157 caratteri
J. & J. J., di Flavia Imperi, 3325 caratteri
Sunrise, di Marco Roncaccia, 3422 caratteri
Tutto è relativo, di Valeria Imperi, 3261 caratteri
 
Termine ultimo per le consegne delle classifiche corredate da commenti di minimo 300 caratteri per racconto: martedì 29 settembre ore 23.59 (tale termine varrà anche per il sottoscritto).
 
Che vinca il migliore, ma soprattutto... DIVERTITEVI!



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Daniele_picciuti
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Messaggio#2 » giovedì 24 settembre 2015, 15:07

Proporzioni, di Polly Russell
Piccoli devastatori crescono eh?
La storia funziona, la fine del mondo “relativa” per le formiche si fa leggere, riesci a mascherare bene anche se a tratti qualcosina si riesce a subodorare (es. la parola “operaie”) ma è giusto così, sospetto ma non certezza, fino al finale chiarificatore. Certo una gran brutta fine, descritta molto bene. Utilizzare il termine “nursery” è un piccolo inganno al lettore, non lo avrei messo, magari avrei usato il termine “nido”, più appropriato. Comunque è una prova riuscita.

J. & J.J., di Flavia Imperi
Molto poetica e malinconica la tua storia, usi belle parole, termini giusti per descrivere le azioni e gli stati d’animo del narratore. L’acronimo dei due nomi (Giuda e Gesù) di per sé non aggiunge e non toglie a questo pezzo, che sta in piedi con le proprie gambe. C’è un “orizzonto” da correggere, ma a parte questo tutto fila che è un piacere. Belle anche le immagini che i luoghi evocano nella mente. La migliore tra le tue storie che ho letto finora, mi sembra. Almeno per quanto riguarda MC.

Sunrise, di Marco Roncaccia
Ho sicuramente apprezzato lo sviluppo di questo racconto, l’idea di base e l’epilogo, mi è meno chiaro invece chi siano i protagonisti e l’ambientazione. Perché da una parte questa “Isabella” o “Bella” dovrebbe essere – credo – la tipa di Twilight, ma poi parli di anni 10, perciò è ambientato in altra epoca rispetto a quella in cui si trova Bella nel film/libro. Vlad è un vampiro all’antica, lo hai reso chiaro, che cerca invano di adattarsi. Però come fa Bella a ucciderlo? Cioè come può essere così forte da tenerlo inchiodato lì tra le gambe? I vampiri sono più forti, inoltre si è appena nutrito, dovrebbe essere rafforzato e non intontito. Ecco, questi sono i miei dubbi…

Tutto è relativo, di Valeria Imperi
Eccomi qui, dunque più che un racconto è un lungo flusso di pensiero, ben scritto per altro e scorrevole, a tratti divertente, che conduce fino alla rivelazione finale e alla battuta sui tagli alla ricerca spaziale. Funziona tutto abbastanza, anche se non l’ho trovato particolarmente coinvolgente. Forse, tra i flussi di pensieri, sarebbe stato meglio “vedere” anche qualcosa di ciò che sta accadendo intorno alla protagonista. Magari anche “mentendo” al lettore, mostrare un tizio al bar che esce senza pagare, un giovanotto che ruba la pensione a una vecchietta, un tipo in giacca e cravatta che ruba le monete di un cieco che elemosina in strada… cose da fine del mondo, insomma. Cose che, se fatte ora, non frega niente a nessuno perché non ci saranno conseguenze . Non so se mi spiego.

Classifica:

1. J & JJ, di Flavia Imperi

2. Proporzioni, di Polly Russell

3. Sunrise, di Marco Roncaccia

4. Tutto è relativo, di Valeria Imperi
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.

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Polly Russell
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Messaggio#3 » giovedì 24 settembre 2015, 20:50

Le mie bimbe mi hanno cancellato pages, quindi, oltre al dubbio (che mi toglierò appena raggiunto un wi fi) che io abbia perso ogni singolo racconto, romanzo e sceneggiatura della mia vita, mi è impossibile fare copia incolla.

dovrete accontentarvi della sola classifica, i commenti son sotto ogni racconto. Scusate.

1) j & jj di Flavia Imperi

2) sunrise di ozbo

3) mercurio di daniele picciuti

4) tutto è relativo di valeria imperi

 
Polly

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Flavia Imperi
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Messaggio#4 » giovedì 24 settembre 2015, 23:48

Eccomi qui!
Questo contest live è stata un'esperienza davvero bella e ricca, al di là della gara. Si è stati insieme, fra persone piacevoli, acculturate e interessanti, si è parlato di scrittura, ma non solo. E adesso stilare una classifica è davvero dura, perché siete tutti ottimi scrittori. Quando abbiamo letto le storie ad alta voce, mi sono emozionata - o divertita - in ciascuna, senza eccezioni. Stilare questa classifica quindi è davvero, davvero dura. Ho scelto di premiare in base a due fattori: il mio gusto personale e la tecnica.
Ma la sufficienza la do a tutti! :D

Mercurio, di Daniele Picciuti
Questo racconto fa venire i brividi. La marea di mercurio, la mattanza dal nome infingardo e il finale che lascia esterrefatti al solo pensiero di questo sacrificio umano, necessario in qualche modo alla vita. Una storia scritta in modo molto, molto efficace, con descrizioni potenti. E non è poso. Poi, sì, qui e lì un po’ di spiegazioni superflue e qualche piccolo errore (come dicevamo live, la voglia non è tatuata). Ma nel complesso, un ottimo racconto.

Proporzioni, di Polly Russel
Il gioco di un bambino, che neanche si rende conto di quello che fa, diventa la tragedia massima per un altro essere. In questo racconto si entra pienamente nel pathos di una madre in pericolo di vita, che lotta fino all’ultimo per assicurare un futuro al suo piccolo. In alcuni punti mi ha fatto quasi piangere, tanto è efficace il linguaggio. Solo due appunti mi sento di fare: uno è l’uso del termine “metri”, che forse si rivela un po’ improprio, dato che dovremmo essere sulla scala dei centimetri (ma è un po’ cercare il pelo nell’uovo – anzi nel formicaio – eh?), l’altra sono gli elementi che fanno capire forse un po’ troppo presto dove si andrà a parare (ma potrebbe essere una mia impressione, è un aspetto molto difficile da dosare). Comunque, e anche non ci fosse stato il colpo di scena finale della prospettiva, questo racconto mi avrebbe comunque emozionato.

Sunrise, di Marco Roncaccia
Quella “Bella” che uccide quel “Vlad” è un evento potente e in un certo senso emblematico, anche la frase finale è perfetta. Un’ottima idea, scritta anche piuttosto bene. Anche io però sono rimasta perplessa su alcuni passaggi sul finale, forse se oltre alla spiegazione del perché lei abbia capito una serie di cose, fosse stato dato al personaggio di lei un qualche connotato in più (poteri, capacità straordinarie) il suo essere intrappolato sarebbe apparso più verosimile. Potrebbe morderla, potrebbe liberarsi e scappare… basterebbe un elemento in più e sarebbe un racconto perfetto!

Tutto è relativo, di Valeria Imperi
Ciao sorella!
Innanzitutto benvenuta finalmente in questo matto angolo di mondo, vedrai che ti farai le ossa e affinerai le tue doti da scrittrice (vizio di famiglia)! Sai che adoro dirti dove hai sbagliato, (secondo vizio di famiglia) quindi ecco qui la mia critica al racconto. In linea di massima concordo con Polly e Daniele, manca un po’ la storia. Il discorso teorico non permette a chi legge la storia di immedesimarsi, è più una cosa a senso unico da parte di chi scrive. Alcuni concetti poi sono un po’ ripetitivi (per es. ci piace trastullarci). D’altro canto sono una fan del tuo humor, il finale è stupendo, e sono sicura che scriverai grandi cose da qui in avanti. Per sarai giù nella classifica, ma puramente per una questione “tecnica”.

La mia classifica:

1) Proporzioni, di Polly Russel
2) Mercurio, di Daniele Picciuti
3) Sunrise, di Marco Roncaccia
4) Tutto è relativo, di Valeria Imperi
Siamo storie di storie

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marco.roncaccia
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Messaggio#5 » venerdì 25 settembre 2015, 21:21

Ciao a tutt*,
è stato un piacere condividere questa esperienza di scrittura con voi e soprattutto le chiacchiere, la pioggia, la bellezza di quel pomeriggio.
Di seguito i miei commenti e la mia classifica

1) j e jj di Flavia imperi
Ciao Flavia,
la lettura conferma quello che ho pensato dopo la declamazione sotto la pioggia a Farfa. Un bel racconto. Funzione anche senza trucchi e il colpo di scena finale che a mio avviso è più nel sorriso che strappa il bizzarro assortimento dei nomi che non nello svelare l'omosessualità della coppia che anzi potrebbe essere esplicita dall'inizio senza il giochetto del "tipo", forse unica caduta che il racconto ha. Per il resto malinconico e poetico, concordo con Daniele. Una buona prova.

2) Proporzioni di Polly Russell
Ciao Polly,
condivido quanto detto dall’antico rispetto all’umanizzazione delle formiche. Nemmeno il colpo di scena arriva inatteso. Citando il buon Picciuti: “quando compare la parola operaie” o sono formiche o sono api. Nonostante questi appunti il racconto si lascia leggere e nella penna sta, a mio avviso, il suo punto di forza. La scena della fuga è descritta benissimo. Il lettore vive pienamente il dramma di Acra e la accompagna in tutte le sue vicissitudini. Una buona prova per quel che mi riguarda.

3) Mercurio di Daniele Picciuti
Ciao Daniele,
Ho trovato delle affinità con Hunger Games nel tuo racconto. Anche a me è sembrato troppo lungo e un po' troppo "statico". Nel senso che in nessun momento c'è la possibilità o il dubbio che la situazione dei
personaggi possa risolversi diversamente da quello che è il loro destino designato. Il che sarebbe fantastico se ci fosse un colpo di scena o qualcosa che sparigliasse un minimo il quadro. Ma questo non avviene e, pur nella potenza delle immagini che evochi si rimane alla fine un po' delusi.

4) tutto è relativo di Valeria Imperi
Ciao Valeria,
il tuo testo è scritto molto bene è scorrevole, ironico, ma, come ti è stato fatto notare, tecnicamente non è un racconto. Hai ritmo, una buona scrittura dalla tua parte e se ti applicassi un minimo alle regole base della narrativa sono sicuro che faresti faville (pare che una fervida fantasia sia del tutto di casa nella tua famiglia).

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antico
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Messaggio#6 » martedì 29 settembre 2015, 11:30

1) J. & J.J., di Flavia Imperi
Racconto che ha bisogno di una revisione in alcuni punti focali. Cerchi di tenere nascosto fino alla fine l’amore omosessuale, o perlomeno questo si desume da come lo presenti nel finale, ma con quel “tipo” già sveli il tutto al lettore. Quella frase “è ora di accettare la realtà” sembra uno spiraglio a un rilancio futuro del protagonista, ma si brucia gli abiti e si tuffa nell’oceano… Mmh, perché a quel punto bruciare anche la foto? Non poteva portarsela appresso? I colori, le sensazioni ci sono tutte e le trasmetti al lettore, è il tuo talento, ma la forma finale mi è arrivata confusa e irrisolta. Inoltre la questione dei nomi aggrava il tutto perché, anche quelli, li tieni nascosti fino alla fine per poi svelare questo Gesù/Giuda che non trova alcuna motivazione nel testo, arriva per scena, non risulta tematizzata. Pollice NI a questo giro. E direi che il laboratorio ti aspetta…
2) Mercurio, di Daniele Picciuti
Paradossalmente, ho la sensazione che sia troppo lungo per quel che racconta. Non esserti dato dei limiti ti ha portato a non ottimizzare e le informazioni non mi sembrano correttamente seminate. Un mare di mercurio, bene. Ogni anno avanza, da dove? Perché non ovunque? Ci sono delle zone che si salvano, si suppone le più sopraelevate, ma non lo specifichi e sarebbe stato necessario. Un culto, bene. Mi sfugge la funzione del tutore, accompagnarli verso la morte? A che pro? Poi c’è un poco velato respiro da certi urban fantasy moderni, da Maze Runner a Hunger Games, lo stesso nome “La fioritura” richiama quelle dinamiche. Troppa roba, avresti dovuto comprimere di più e organizzare meglio le informazioni internamente. Per me un pollice NI, il consiglio è di provare a spremerlo in una dimensione più ridotta e vedere che ne esce
3) Sunrise, di Marco Roncaccia
Davvero molto buono fino al finale, ma il fatto che il vampiro sia ancora in fase digestiva e pertanto debole e soggiogabile anche da una ragazzina arrapata rimane nelle tue intenzioni e non arriva al lettore. Potevi mostrarci una ragazza attirata dal gotico (tanto per rendere accettabile il suo arrapamento anche di fronte alla figura attempata del vampiro), potevi mostrarci un loro dialogo (tanto per farci capire come lui potesse essere caduto nella sua tela), dovevi assolutamente sottolineare con maggior forza quanto lui fosse debole dopo aver mangiato (e ormai inadeguato ai tempi). Ti esorto tantissimo a riprenderlo e a cercare di dargli una sistemata, l’idea merita un sacco (magari cambia il nome di lei che troppi lettori potrebbero cercare convergenze con Twilight). Per il momento è un pollice NI.
4) Proporzioni, di Polly Russel
Ciao Polly e benvenuta a Minuti Contati!
Utilizzi il termine mani.. Le formiche hanno le palpebre per chiudere gli occhi? Le formiche non hanno i polmoni. In questo racconto Disney si fa dramma, ma personalmente non posso accettare (anche se si evoca Disney) l’utilizzo di termini umani per nascondere una sorpresa finale che sorpresa non è perché si intuisce abbastanza presto dove si andrà a parare così che la conclusione, più che a sorpresa, giunge quasi scontata. Mi spiace, ma l’impostazione stessa del racconto per me è sbagliata ed è un peccato perché è scritto molto bene. Il fatto è che rompi il patto con il lettore introducendo termini inappropriati per cercare di nascondere le tue intenzioni e inoltre non c’è nulla di nuovo o che non abbia già letto decine e decine di altre volte (questa tipologia di racconto è un po’ come quella in cui mettiamo un Dio bambino che crea un mondo o roba simile, alla fine ne abbiamo tutti, chi più chi meno, una nel cassetto che puntualmente s’è andata a schiantare con la realtà dei fatti: la totale non originalità dell’impostazione). Per me un pollice giù proprio per queste due falle che ritengo particolarmente gravi. E provarlo a riscrivere cercando di metterti, davvero, dalla parte delle formiche? Qui su MC abbiamo una sezione denominata laboratorio che serve proprio per uno scambio svincolato dal contest.
5) Tutto è relativo, di Valeria Imperi
Ciao Valeria e benvenuta a Minuti Contati!
Dunque, il racconto nel tuo testo s’intravede nelle ultime righe, tutto quanto precede lo utilizzi come pretesto per una riflessione che diviene flusso di pensiero teso a creare il terreno per un finale che dovrebbe giungere inaspettato non fosse che il lettore se lo può immaginare con largo anticipo facendo venire così a mancare l’effetto sorpresa. La forma è buona, sullo stile non posso esprimermi perché, appunto, trattasi di non racconto. Il consiglio giusto te lo ha dato Daniele: devi seminare all’interno del testo. Anche fare assumere alla protagonista degli atteggiamenti non consoni potrebbe essere una via, farla agire come una fuori di testa, mostrare l’anarchia che precede il nulla. C’è da lavorarci, ma il laboratorio esiste per quello e Flavia saprà indicarti la strada, se lo vorrai. Per quanto riguarda il mio giudizio il pollice è giù. Ti aspetto nelle prossime edizioni di Minuti Contati!

Valeria_Imperi
Messaggi: 12

Messaggio#7 » martedì 29 settembre 2015, 19:18

Eccomi, all'ultimo secondo come mio solito, a condividere con voi la mia classifica.

Dato che non mi azzardo assolutamente a dare giudizi di tipo tecnico ho seguito unicamente le sensazioni; ecco quindi una classifica "a pelle", meditata così a lungo che, mentre scrivo queste righe, in effetti non ho ancora deciso. Abbiate pazienza...

 

Proporzioni - di Polly Russell

Devo dire che, nonostante gli "inciampi" di cui sopra, il tuo piglio descrittivo è inconfondibile: deciso, efficace, rende emotivamente partecipe il lettore e lo strapazza sulla sua sedia.

Che poi le operaie, a meno di non essere prima introdotte in un contesto chiaro e specifico ci facciano subito venire in mente gli insetti, direi che non è colpa tua, ma di un disgraziato atavico retaggio sessista...!

Anche per quanto riguarda le mani, i metri e quant'altro, in fondo cosa sappiamo noi dei sistemi di misurazione delle formiche o di come chiamino le loro appendici? Per quel che mi riguarda, ti sei fregata col grosso pezzo di plastica rosso. Ma scherzi a parte, la prevedibilità non toglie poi molto al dramma: è comunque una vivida tragedia, che a subirla siano piccoli esseri per noi del tutto alieni, non dovrebbe renderla meno grave, no?

 

Mercurio - di Daniele Picciulli

Ciao! Devo dire che il tuo racconto mi ha lasciata perplessa.

Mi ha affascinata, però mentre lo leggevi avevo l'impressione di aver perso qualcosa, qualche dato significativo, che però rileggendolo non ho trovato. Le descrizioni sono trascinanti, la scena avvince, ed il fatto che non ci sia un "lieto fine", una risoluzione o un deus ex machina che salvi i protagonisti a me personalmente piace.

Cosa manca allora? Forse una collocazione più precisa... In effetti, quando la ragazza afferma che "è così tutto il pianeta" sembra voler intendere che si trovino su un pianeta diverso dal loro mondo. Ma questo contrasta con l'antichità del rituale. Quindi il piacevole pathos partecipativo della tragedia era per me "disturbato" dalla sensazione di non aver colto la giusta prospettiva. Insomma, ha stimolato il mio lato emotivo ma ha lasciato insoddisfatto quello analitico.

Che vuoi farci, quando non riesco a risolvere un mistero divento intrattabile!

 

Sunrise - di Ozbo

Trattare con i vampiri è forse peggio che avere a che fare con gli zombie, ma come già accaduto per i secondi, sei riuscito a farmeli stare simpatici, direi!

A parte il cambio di tempo ad un certo punto (che sicuramente risalta solo ai miei occhi maniaci) scorre con un ritmo impeccabile, diritto fino all'alba.

Certo, va sistemato qua e là con miglior dovizia di particolari, in modo da spiegare chiaramente quel che è solo lasciato all'intuizione e dare la giusta dimensione all'ultimo dei veri Vampiri, direi, ma decisamente mi pare destino: qui c'è la possibilità di riscattare i poveri vampiri dai recessi dell'immaginario collettivo in cui sono finiti.

Solo, dopo aver tratteggiato come si conviene il personaggio, trova un altro nome per quella disgraziata vampiricida, ti prego!

 

J.&J.J. - di Flavia Imperi

Eccomi! So che posso sembrare di parte, eh... Però trovo le parole che sceglie Flavia sempre molto evocative. Due passi e sei lì, alla fine del mondo ad annusare l'aria salmastra. ^_^

Sarà che conosco il discorso alla base di un "rituale" come è il Cammino di Santiago, e quindi comprendo e apprezzo la scena della cerimonia di purificazione, distacco o alleggerimento che dir si voglia, ma per me si amalgama perfettamente al tutto, accompagnando il lettore con serenità verso la fine di un mondo intimo e personale del protagonista ma allo stesso tempo del tutto condivisibile.

Insomma ultimamente tutto ciò che passa dalla tua tastiera diventa romantico, è vero, ma è davvero un piacere vedere il mondo attraverso delle lenti di un sì gradevole tono di rosa! ;)

 

Insomma, alla fine la mia classifica è:

Per prima la fine di un mondo interiore, che si svolge in una fine del mondo geografico;

Per seconda una fine del mondo vera e propria, ma relativa ad una porzione ristretta del suddetto mondo;

Per terza la fine di un modo di essere, che lascia il mondo privo di un fascino millenario;

Per quarta la fine solo di alcuni, che permette ad un mondo crudele di perpetuarsi a scapito loro.

J.&J.J. - di Flavia Imperi

Proporzioni - di Polly Russell

Sunrise - di Ozbo

Mercurio - di Daniele Picciulli

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