Oscurità

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
carla anastasio
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Oscurità

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2015, 22:20

Si ricordava di averlo visto anche lui, una volta, da piccolo: un uomo magro, pallido, interamente vestito di nero e con un ampio mantello a ruota. Dicevano che era uno di quei pazzi che predicavano della fine del mondo, della discesa dell’oscurità’. Ma nessuno sapeva il significato di quella parola.
Ultimamente, però, di quei fanatici ne erano comparsi parecchi: mettevano, come al solito, in guardia dall’’oscurità’ e dicevano di prepararsi. Ma a che cosa?
Così rimuginava Vane mentre si inerpicava sulle pendici del monte alla ricerca della caverna assieme a Tara: l’aveva convinta a fare quel sopralluogo per via dell’insolito movimento delle quattro lune.
Qualcosa gli diceva che l’anomalia aveva a che fare con l’’oscurità’ predicata da quei  fanatici vestiti di nero.
Da quando le lune non viaggiavano più per il cielo ad intervalli regolari, ma si stavano sfasando, lui  aveva calcolato che ci sarebbero state delle ore poco luminose. O addirittura senza luce.
I governanti non ne parlavano e questo non era un buon segno. Ma intanto, come spinto da un’urgenza improvvisa, aveva deciso di cercare l’antro.

Nessuno ci si era mai addentrato perché la luce spariva a pochi metri dall’entrata ed era appunto per questo che lui voleva provarne l’esperienza.
"Vieni Tara, fatti forza, dobbiamo capire cosa si prova." disse prendendola per mano.
La luce si affievolì velocemente, ma ancora vedevano qualcosa.
"Vane, non ce la faccio, la paura mi blocca il respiro."
"Va bene, aspettiamo un po’ qui nella penombra, così ti abituerai." Concesse lui.
Si sedettero spalla a spalla aspettando che il respiro si regolarizzasse.
"Guarda, la luce si sta affievolendo!" disse Tara indicando l’imbocco della caverna.
Scattarono simultaneamente in piedi e fecero appena in tempo a raggiungere l’entrata che la luce scomparve del tutto: nel cielo non c’era neanche una luna, ma una miriade di piccoli punti lucenti che incombevano sulle loro teste.
Prima che il terrore li bloccasse, Vane trascinò la ragazza all’interno della caverna per ripararsi dalla caduta di quelle cose dal cielo, ma invece di sentire dei tonfi o dei boati, sentirono salire dal fondo della vallata delle grida di terrore, risa folli, urla angosciate.
I suoni della paura di chi, per la prima volta, viene privato della luce, della certezza del giorno, e cade nell’angoscia dell’ignoto.
Le urla di chi, improvvisamente, vede scendere sul proprio mondo il sudario delle nere ali della notte.



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Angela
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Messaggio#2 » martedì 20 ottobre 2015, 13:53

Brava Carla, hai scritto un fantasy che aggancia il lettore fin dalle prime righe. Mi è piaciuta la caratterizzazione del predicatore "un uomo magro, pallido, interamente vestito di nero e con un ampio mantello a ruota" una specie di Mandrake ma più lugubre. Su tutto il racconto incombe la paura dell'oscurità che poi culmina nel finale descritto magistralmente, tra l'altro. Ottima l'idea che precede la caduta dei corpi celesti ovvero di inoltrasi in una grotta per vedere che effetto fa. Mi è piaciuta perché hai cambiato prospettiva e vedi la luce che si affievolisce all'esterno come se fossi in un tunnel. Un bell'effetto, complimenti.
Passiamo alle critiche, altrimenti che commento sarebbe? :P
Ho trovato alcuni passi carichi di virgole che spezzano la lettura costringendo il lettore a diverse pause, come per esempio nella frase che cito:
… ne erano comparsi parecchi: mettevano, come al solito, in guardia dall’’oscurità’
A parte questo dettaglio, ho trovato un verbo dichiarativo in maiuscolo e poco altro. Ottima prova. Brava.
“Va bene, aspettiamo un po’ qui nella penombra, così ti abituerai.” Concesse lui.
Dimenticavo: trama rispettata in modo originale.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

carla anastasio
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Messaggio#3 » martedì 20 ottobre 2015, 20:35

Grazie Angela, per me è tutto nuovo e inconsueto, anche provare a criticare i lavori degli altri.

Per quanto riguarda le tue osservazioni sulle troppe virgole, asserisco che per me hanno proprio il compito di spezzare il ritmo per dare forza all'inciso. Prova a leggere a voce alta senza le virgole e poi con le virgole e vedrai che il suono ed il peso delle parole nell'inciso cambiano non poco il senso o il peso della frase.

Poi grazie per avermi insegnato che esiste un dichiarativo: posso assicurarti che finché ho frequentato le scuole, ed è passato veramente molto, ma molto tempo, non ne ho mai sentito parlare. Non si finisce mai di imparare!!

Andrò a leggere il tuo racconto sperando di farne una  critica altrettanto efficace.

 

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ceranu
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Messaggio#4 » martedì 20 ottobre 2015, 23:24

Ciao Carla, è stato un piacere leggere il tuo racconto.
La trama è interessante e resa molto bene. È lineare, non ci sono colpi di scena o che, ma rimane sempre interessante. Mi piace il modo in cui sei riuscita a descrivere questo mondo senza cadere mai nell'infodump. Brava.
Però tutta la storia rimane un po' fredda. Non sono riuscito a immedesimarmi nei protagonisti. Secondo me è colpa di come spiattelli i sentimenti. Ti faccio un esempio eclatante:


“Vane, non ce la faccio, la paura mi blocca il respiro.”



Qui mi dici che è spaventata, ma non me lo fai vivere, manca l'immagine. Fermati a non ce la faccio e poi descrivi lei.
Lo stesso succede alla fine, con le urla che salgono dalla valle.
Nel complesso un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.

carla anastasio
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Messaggio#5 » mercoledì 21 ottobre 2015, 8:41

Ciao Cerano, la paura bloccava me: la paura di avere poco tempo e poco spazio. Ho scritto di getto con il terrore del contabattute quindi, come prima volta, mi posso accontentare. Come esercizio riprenderò il racconto per mettere in pratica gli approfondimenti che hai suggerito e valutarne il diverso impatto ottenuto.

Tra l'altro mi fai venire in mente che questa critica era la stessa che facevo a Lovercraft (si scrive così? Sono secoli che non prendo in mani un suo libro, anzi, li ho regalati), esattamente la stessa: scriveva ad esempio ' Sara giaceva terrorizzata dal suono che proveniva dal corridoio' , ma non descriveva il suono e non riusciva ad evocare nessun terrore nel lettore, non faceva 'sentire' il terrore di Sara, non c'era pathos, non c'era crescendo. eppure lui aveva tutte le battute e tutto il tempo che voleva, quindi ... grazie ai tuoi suggerimenti io, almeno, avrò la possibilità di migliorare. A proposito, penso che ricorderai che lui era considerato, dalla critica, il maestro dell'horror !!!.

Ciao e ancora grazie

 

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ceranu
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Messaggio#6 » mercoledì 21 ottobre 2015, 9:40

Vero, ma dopo Lovercraft è arrivato il cinema e ora la sfida dello scrittore è far vivere emozioni simili a quelle.

alexandra.fischer
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Messaggio#7 » giovedì 22 ottobre 2015, 18:49

Ciao Carla Anastasio,
il buio visto come catastrofe incombente è un'idea affascinante. Complimenti. L'ambientazione è scarna, rocciosa, con pochissima gente (tranne i fanatici, moltiplicatisi come in una galleria di specchi) e solo due personaggi, Vane e Tara, i quali sono costretti ad adattarsi a un mondo buio. Affascinanti le cose cadute dal cielo che fanno impazzire la gente. L'insieme crea curiosità. Avrei diversificato di più i personaggi (Vane è passivo: scappa, forse avresti dovuto legarlo di più al fanatico...che so, un suo oppositore). Bene, bene.

Luchiastro
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Messaggio#8 » venerdì 23 ottobre 2015, 17:57

Ciao Carla,

Secondo me l'atmosfera tenue, non "gridata" che si crea all'inizio e che rimane tale per tutto il corso del racconto, è il pregio migliore del racconto, soprattutto il fatto che il sopraggiungere dell'oscurità venga seguito dal punto di vista dei due protagonisti e non da quello del resto della popolazione (che non a caso sbraita, grida). Secondo me sono da rivedere i dialoghi, alle volte troppo complessi per gente che sta parlando (es, la paura mi blocca il respiro).

P.s. Puntualizzo che si scrive Lovecraft!

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AmbraStancampiano
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Messaggio#9 » domenica 25 ottobre 2015, 19:47

Ciao Carla,
un bel fantasy, sei brava nelle descrizioni e cali immediatamente il lettore in un mondo complesso senza creare scompensi o lasciare incomprensioni; ottimo!
La trama, molto lineare e senza colpi di scena, va comunque bene e il tema viene rispettato; Condivido l'opinione di Ceranu però riguardo ai personaggi: di loro non mi rimane nulla.
Comunque una bella prova!
Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

carla anastasio
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Messaggio#10 » lunedì 26 ottobre 2015, 11:57

per Ceranu

avessi avuto più spazio lo avrei fatto, ma era prioritario raccontare un mondo con leggi astronomiche diverse dalle nostre. Comunque proverò a mettere in pratica i vostri consigli cercando di mantenermi comunque entro i limiti. Bella sfida!

Alexandra

Vane non è passivo, non scappa, sta solo cercando di sperimentare cosa potrebbe succedere se le sue paure (l'assenza delle lune e quindi l'oscurità) si verificassero, ed è grazie a questa sua curiosità che si trova nel posto giusto al momento giusto.

carla anastasio
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Messaggio#11 » lunedì 26 ottobre 2015, 12:04

Luchiastro

grazie per la bella critica, però, come dialogo, 'la paura mi blocca il respiro' non mi sembra complesso, forse non ho capito cosa intendi, puoi rispiegarmelo? Grazie e grazie per  avermi ricordato che l'autore da me citato si chiama Lovecraft.

Ambra

grazie per gli apprezzamenti, per gli 'appunti' ti rimando a quello che ho risposto a Ceranu

 

viviana.tenga
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Messaggio#12 » lunedì 26 ottobre 2015, 13:29

Ciao Carla,
ho letto il tuo racconto e non posso che chiederti: è ispirato a "Notturno" di Asimov? I punti di somiglianza, a partire dall'idea di fondo, sono talmente tanti che non sto riuscendo a elaborare un commento che non sia un confronto diretto (ma evito, perché andrei a confrontare un racconto di 3000 caratteri scritto in poche ore con quello che per me è un mostro sacro e non mi sembra il caso ;) ).

carla anastasio
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Messaggio#13 » lunedì 26 ottobre 2015, 18:03

Ciao Viviana, devi sapere che Asimov è stato uno dei miei amori di gioventù, infatti ho tutta la raccolta dei suoi 'successi'  suddivisa per annate. Devi sapere però che non leggo Asimov da almeno 25-30 anni (ne ho 66) e quindi ora vado a controllare. Fatto, mi spiace  ma nella raccolta di 20 volumi (ogni volume contiene 15-20 racconti), questo racconto non c'è. Ho anche il ciclo della 'Fondazione', ma saprai senz'altro che l'argomento è ben altro. Non posso escludere di averlo letto altrove, ma mi sembra strano perché non conoscevo altri estimatori della fantascienza. Ma era un racconto o un romanzo? Comunque sono lusingata dal fatto che mi pensavi degna di un confronto con il grande maestro, anche se poi non l'hai fatto. Visto che sei una sua ammiratrice, vado a leggerti. Ciao

 

 

carla anastasio
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Messaggio#14 » lunedì 26 ottobre 2015, 18:13

@Viviana, come promesso sono andata a cercarti, ma non ti trovavo, poi ho capito perché: sei del mio gruppo!!! Io pensavo che non si potessero commentare i lavori del proprio gruppo o ho capito male? Infatti il tuo mi era piaciuto molto, ( tranne l'incongruenza che ho trovato nel fatto che la fata cattiva si era venduta alle forze del male, ma faceva comunque del bene), ma mi sono guardata bene dal fare la critica. Oppure si può?

viviana.tenga
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Messaggio#15 » lunedì 26 ottobre 2015, 19:43

E' un racconto lungo (una quarantina di pagine), che successivamente ha sviluppato in un romanzo scritto in collaborazione con un altro autore (ma io quello non l'ho letto, ho presente solo il racconto). Te lo consiglio perché è veramente eccezionale (al livello della saga della Fondazione).
Per quanto riguarda il commenti, si è tenuti a farli per il gruppo di cui si deve stilare la classifica, ma poi si possono commentare in più tutti i racconti che si vogliono (da quel che ho capito). In realtà io stavo solo facendo un giro a leggere gli altri del mio gruppo per curiosità (il buon proposito di commentarli credo sarà sconfitto dalla pigrizia), ma quando ho letto il tuo non ho saputo resistere a chiedere quanto fosse voluto il riferimento a Asimov, era più una curiosità che un commento vero e proprio. Grazie comunque per essere passata a leggere il mio. Il concetto di "passare alle forze del Male" voleva essere il modo in cui le sorelle vedevano la cosa, non la realtà oggettiva, ma se non è passato vuol dire che senz'altro potevo essere più chiara.

Luchiastro
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Messaggio#16 » martedì 27 ottobre 2015, 14:19

Carla, intendevo che mi sembra innaturale (forse ho esagerato parlando di complessità) che uno parlando dica: "La paura mi blocca il respiro". Magari direbbe: "Ho paura, non riesco più a respirare".

carla anastasio
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Messaggio#17 » martedì 27 ottobre 2015, 18:38

@Luchiastro

Ok, ora è chiaro, grazie

 

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marco.roncaccia
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Messaggio#18 » giovedì 29 ottobre 2015, 0:00

Ciao Carla,
è un piacere leggerti.
Affronti il tema in maniera inappuntabile e il racconto scorre senza difficoltà nonostante la complessità del compito che ti sei data: raccontare un universo diverso dal nostro e al tempo stesso creare le condizioni per la narrazione di una storia.
Nonostante questo ho avuto anche io l’impressione di Ceranu e Ambra e cioè il fatto che il lettore rimanga abbastanza distaccato e non riesca a entrare in empatia con i personaggi.

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alberto.dellarossa
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Messaggio#19 » venerdì 30 ottobre 2015, 10:31

Ciao Carla.

Il tuo racconto si basa fondamentalmente sullo stesso impianto di Notturno, il romanzo a 4 mani scritto da Asimov e Silverberg - praticamente la medesima idea. Immagino sia un caso, più che una citazione. Detto questo: troppo tell a scapito dello show in tutta la prima parte, che rendono la narrazione poco fluida. Il racconto di per sé fila, pur senza grossi scossoni, eppure non mi ha colpito particolarmente - forse per la forte somiglianza col romanzo che ti ho citato, nel quale la trama viene sviluppata in un contesto ben più ampio.

carla anastasio
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Messaggio#20 » sabato 31 ottobre 2015, 10:45

@Alberto, per quanto riguarda 'Notturno', ti rimando alla risposta a Viviana, per il resto, scusa, ma non so cosa significhi 'tell'. Potresti essere così gentile da spiegarmi il concetto con termini italiani? Grazie

 

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antico
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Messaggio#21 » domenica 1 novembre 2015, 22:45

Rispondo io per Alberto: "Show, don't tell" ovvero "Mostra, non raccontare". Ti rimando a wikipedia che ha una descrizione semplice e diretta. Eh sì, confermo le perplessità legate a questo aspetto: spesso il non riuscire a empatizzare con i personaggi è proprio legato al mantenere il lettore distaccato, al preoccuparsi troppo di dirgli senza invece fare uscire gli stessi concetti dall'azione. In questo tuo racconto ho notato molto "tell", molto raccontato, ma poca anima nei personaggi. Inevitabile dunque il rimanerne distaccati. Si potrebbe dedicare un post sul gruppo proprio sulla problematica, ci penso per questa settimana che viene. Pollice NI per me e t'invito a rielaborare il testo sulla base delle indicazioni ricevute per presentarlo nel labo non appena sarà riaperto. Se vorrai verrò a farti le pulci in modo più approfondito che non qui.

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