l'alamaro color cenere

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
alexandra.fischer
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l'alamaro color cenere

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2015, 22:38

L’ALAMARO COLOR CENERE
Di Alexandra Fischer
- Ivo? – mi chiese Dora guardandomi negli occhi.
- Proprio lui – replicai, allungandole il lembo di stoffa color cenere sul quale spiccava ancora il vistoso strappo.
- In altre parole, si è accorto del bottone – replicò lei, pensierosa.
Io non avevo paura che fosse arrivato a tanto.
Gli avevo regalato io stessa il montgomery perché lo riparasse dal vento gelido che percuoteva l’angolo del quartiere vecchio, guardandomi bene dal dirgli del bottone.
Cucendoglielo dopo essere stata nel quartiere dei chioschi notturni avevo sperato di allontanare da lui il tocco delle ali della notte.
Laggiù era facile perdersi.
Il tempo andava più veloce, fra gli acquisti nel buio.
E al mattino si trovavano abiti strappati e qualche osso umano, uniche tracce degli incauti rimasti laggiù troppo a lungo.
Dora mi porse il bottone.
- Lo ha perduto – conclusi, dopo essermelo rigirato fra le dita.
Era ancora freddo dell’acqua della fontanella nella quale lo avevo immerso per dargli una via d’uscita.
Non ne avevo scelta una a caso, bensì proprio quella che segnava il confine fra il quartiere delle fabbriche e quello dei chioschi notturni.
A me e Dora era pur servita, a suo tempo.
Ivo credeva avessimo affrontato una prova di coraggio e aveva voluto imitarci.
Glielo avevo permesso a patto che tenesse il bottone.
E a fatica.
- Ecco – mi disse Dora, secca.

Ivo aveva aperto la porta del chiosco della tessitura dimentico del bottone smarrito.
La bottegaia gli era venuta incontro sistemandosi il mantello blu notte e lui aveva avuto per un attimo l’impressione di un paio di ali frastagliate incombenti.
- Vuoi questo arazzo in miniatura? È un nuovo arrivo.
- Sì – replicò lui, tirando fuori di tasca alcune monete fuoricorso – queste vi vanno bene?
Con quella gente si dovevano usare il voi e il denaro non più valido di giorno.
Lo ricordava bene.
Al contrario di qualcos’altro.
Una fitta di paura lo colse mentre si toccava l’alamaro destro e tentava di rammentare le ultime parole di Melina.
La bottegaia le contò in fretta.
Poi prese l’arazzo e lo spiegò sotto gli occhi del giovane con un sorriso ambiguo.
Ivo notò che sulla seta grigia non c’era raffigurato nulla.
Aprì la bocca per farlo notare alla bottegaia.
Non ci riuscì mai.
Il colpo allo stomaco e la sensazione di risucchio che ne seguì subito dopo glielo impedirono.
La bottegaia ripiegò con cura il tessuto.
Le piacevano gli spacconi.

Trovai l’arazzo accanto alla fontanella.
Quando lo svolsi, vidi sulla seta la storia del suo acquisto e ripensai alla fontanella.
Il mio gesto aveva permesso a Ivo di sopravvivere, da qualche parte, nelle profondità del quartiere dei chioschi.
Ma dove? Dove?



Veronica Cani
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Messaggio#2 » mercoledì 21 ottobre 2015, 11:30

L’ambientazione del tuo racconto è molto suggestiva, ma ti devo dire la verità: l’ho dovuto rileggere più volte per cercare di capire il senso della storia, chi fossero i personaggi e quale fosse lo scopo della loro esistenza nella vicenda. E ancora adesso mi rimangono dei punti oscuri, come, ad esempio, la funzione del bottone: è un amuleto? Serve per proteggersi dalla bottegaia demoniaca?
Dal punto in cui inizia il dialogo tra Ivo e la bottegaia avrei coniugato i tempi verbali al trapassato prossimo, per far capire meglio al lettore che l’azione che si sta svolgendo è precedente a quella delle scene iniziali, in cui Ivo risulta già scomparso.
Lo stile è fluido, ma la trama non mi ha convinta del tutto. Alla prossima! :)

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#3 » mercoledì 21 ottobre 2015, 18:44

Ciao Veronica Cani,
mi dispiace che la trama non ti sia risultata del tutto chiara; il bottone è proprio un amuleto contro la bottegaia demoniaca. Terrò conto del tuo suggerimento di cambiare tempo verbale del flash-back.

viviana.tenga
Messaggi: 560

Messaggio#4 » giovedì 22 ottobre 2015, 7:38

Ciao Alexandra,

Ho trovato il tuo racconto troppo affrettato da diversi punti di vista: lo stile è a tratti poco scorrevole, avrebbe bisogno di una sistemata. Soprattutto però ho qualche perplessità sulla trama, o meglio sul finale: Ivo è andato nel quartieri dei chioschi senza la protezione del bottone ed è stato vittima di una creatura oscura, ma in che senso la protagonista l'ha salvato grazie all'acqua della fontanella?
Per l'ambientazione invece pollice in su: anche se dai pochi dettagli sparsi, sono abbastanza da creare un'atmosfera suggestiva e originale.

carla anastasio
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Messaggio#5 » giovedì 22 ottobre 2015, 14:31

Ciao Alexandra,

ho dovuto rileggere più volte il tuo racconto per trovare un senso alle cose e molto è rimasto oscuro: non sono chiari i personaggi né il loro ruolo, non si sa cosa ha detto Melina (suppongo sia una delle due che parla) e il ruolo del bottone, né della fontanella e. soprattutto, il tentativo di salvataggio.

Avrei dato più spazio all'ambientazione per chiarire meglio le dinamiche e dato più chiavi di lettura.

Insomma, leggere deve essere un piacere, non una fatica. Peccato perché l'idea poteva essere buona.

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#6 » giovedì 22 ottobre 2015, 18:43

Ciao Viviana Tenga,
Ivo è andato nel quartiere dei chioschi con il bottone (era protetto al momento in cui ha iniziato il giro), poi lo ha perso ed è rimasto vittima di una creatura notturna (la bottegaia). Il tentativo di compiuto da Melina, più che di salvataggio, è stato un tentativo di protezione (ha usato l'acqua per dare maggiore potere al bottone prima che lui iniziasse il giro ne quartiere); Melina voleva prevenire il male (riuscendoci a metà, vista la fine di Ivo, raccontata nell'arazzo). Scusa per lo stile da aggiustare.

Ciao Carla Anastasio,
hai ragione. Leggere deve essere un piacere e non una fatica. Mi dispiace di averti messa a disagio. Per meglio chiarire i punti della storia: Melina aveva avvertito Ivo di non perdere il bottone; lui non lo ricorda (di qui il senso di oscurità del passaggio narrativo). I tre personaggi: Dora, Ivo e Melina, vivono accanto al quartiere notturno (le prime due sono sopravvissute alle sue insidie e Ivo è l'inesperto di turno che vorrebbe superare le amiche nella "prova di coraggio", ossia andare laggiù e acquistare qualcosa nei famigerati chioschi).

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patty.barale
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Messaggio#7 » lunedì 26 ottobre 2015, 17:25

Ciao Alexandra!
Mi sono persa!
Avresti un bottone anche per me?
Ho letto più volte il tuo racconto, ma non sono riuscita a capirlo.
Dunque, vediamo: Melina regala a Ivo il montgomery per proteggersi dal freddo nella sua "prova di coraggio" e su di esso cuce un bottone "magico" capace di fornirgli protezione.
Ivo perde il suo amuleto e viene fagocitato da questo quartiere misterioso.
Melina ritrova l'arazzo da lui comprato vicino alla fontanella. E il bottone? Lo trova anche alla fontanella? Lo aveva perso lì o il bottone vi si è "trasferito" da solo?
La sensazione che ho è che la storia avesse bisogno di mooooolto più spazio per spiegare di più.
Per il resto il tuo stile è sempre molto pulito e curato, per cui... Nulla da segnalare!

Alla prossima!

alexandra.fischer
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Messaggio#8 » lunedì 26 ottobre 2015, 18:38

Ciao Patty Barale,
hai già il bottone che ti serve; voglio dire, ci hai preso in pieno. Melina regala a Ivo il montgomery con incluso bottone magico (lei lo ha passato sotto l'acqua della fontanella prima di regalarglielo cucito sull'indumento). E' vero che lui lo perde nel quartiere notturno dei chioschi. Solo che il bottone non riappare fisicamente (c'è soltanto l'arazzo, con le peripezie di Ivo raffiguratevi sopra). E il bottone? Svanito nella notte. Mi spiace che la storia sia risultata poco chiara (proverò a fare di più con meno, sperando in bene).

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Andrea Partiti
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Messaggio#9 » martedì 27 ottobre 2015, 1:43

Allora, come sempre, le atmosfere sono ottime, evocative, pulite, fumose di carbone bruciato, mi piacciono davvero molto.

Mi sfugge davvero quello che sta succedendo nel racconto, purtroppo. Le premesse sono abbastanza chiare, la sfida, il bottone perso incautamente che ha un ruolo di protezione, ma l'interazione con la bottegaia, il commento sulla valuta fuori corso (che allude a qualcosa che non sappiamo), l'arazzo e il suo significato... è come se non si incastrassero bene a risolvere la situazione sospesa.

Anche con le spiegazioni aggiuntive, è molto difficile trovare tutto dentro al racconto.

Wikierrante
Messaggi: 11

Messaggio#10 » mercoledì 28 ottobre 2015, 18:36

Caspita... mi è stato davvero difficile seguirti.
Prima di scrivere questo commento ho provato a leggere gli altri, per vedere se ero l'unico, e ho notato che non era così. Ho dovuto leggere la tua spiegazione per riuscire a capire dove voleva andare a parare il racconto, che fra l'altro possiede uno stile fastidioso e che non aiuta a mantenere l'attenzione (e in casi dove vuoi lasciare che il lettore comprenda qualcosa senza doverglielo dire apertamente, lo stile è tutto).
Questa situazione, dove addirittura devi arrivare a spiegare un tuo racconto per far sì che gli altri intendano è la peggiore: vuol dire che hai fallito come narratore, perché la storia che volevi raccontare non è arrivata (o meglio, è arrivata in modo confuso e nebuloso). In più, nonostante questo extra, permangono punti oscuri che fatico a comprendere.
Tirando le somme, mi dà anche l'idea di "già visto", non trovo nulla di nuovo in quello che hai scritto, mi spiace.

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raffaele.marra
Messaggi: 397

Messaggio#11 » giovedì 29 ottobre 2015, 9:01

Di buono c’è lo stile, efficace ed evocativo, in grado di accrescere l’interesse del lettore nei confronti del racconto. Devo però ammettere che la storia non è affatto chiara in tutti i suoi particolari e, di conseguenza, non è chiara neanche la piena attinenza del racconto al tema del mese. Credo che la storia avrebbe meritato uno sviluppo più tranquillo con più tempo e più caratteri a disposizione. Insomma, in definitiva si tratta di un racconto che andrebbe arricchito qua e là di particolari per poter sviluppare a pieno le sue potenzialità.

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#12 » venerdì 30 ottobre 2015, 18:31

Ciao Andrea Partiti,
ti ringrazio per aver trovato del buono nel mio racconto; hai ragione per quel che riguarda gli elementi da incastrare tutti insieme (valuta fuori corso, bottegaia). Ora ne so di più. Ho insistito più sull'atmosfera notturna, quando avrei fatto meglio a concentrarmi sui particolari.

Ciao Andrea Giuseppe Castriota,
mi dispiace che tu abbia trovato la storia disastrosa (per te, che tortura). Che dire? Spero di poterti incrociare di nuovo qui a Minuti Contati e farti leggere qualcosa di congegnato diversamente. Alla prossima.

Ciao Raffaele Marra,
credo che farò proprio così, quando rimetterò mano al racconto, mi dilungherò sui particolari aggiustandoli con più cura (quanto alla Famosa Prossima Volta, proverò a prendermi del tempo in più e vedere quel che succede. Mi ero presa mezz'ora in più...voglio vedere in un'ora cosa ne verrà fuori). Sono contenta che ti sia piaciuto il mio stile.

Angela_Bernardoni
Messaggi: 10

Messaggio#13 » venerdì 30 ottobre 2015, 23:02

Ciao, come hanno detto anche gli altri, purtroppo qui la narrazione è nebulosa. Sono sicura che nella tua testa il racconto avesse una sua logica e che filasse senza incespicare. Il problema è che molto spesso scrivendo diamo per scontato informazioni sull'universo narrativo che abbiamo creato di cui i lettori non sono a conoscenza. La storia del bottone era simpatica, mi ha ricordato le quest dei videogiochi in cui devi cercare gli amuleti per proteggerti, i personaggi sembrano avere vitalità, avresti avuto bisogno però di molto più spazio, per far entrare anche noi nel tuo mondo.

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#14 » sabato 31 ottobre 2015, 21:11

Ciao Angela Bernardoni,
mi dispiace che il racconto ti sia risultato nebuloso (sono contenta che non sia del tutto da buttare); quanto allo spazio, purtroppo devo smaliziarmi ancora parecchio con questo tipo di narrazione (tagliare, dosare). Il più è fare pratica e leggere molto. Alla prossima.

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antico
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Messaggio#15 » domenica 1 novembre 2015, 10:21

Noto che stai usando con più efficacia i dialoghi e questo è un bene. In questo racconto mancano alcune connessioni importanti tipo il "dove siamo?", "chi sono queste creature demoniache?", "perché Ivo è andato a fare quell'acquisto?". Rimpolpalo per il lab, ma stai attenta all'infodump, le info vanno seminate e disseminate e non date tutte insieme. Potenzialmente un buon racconto, vediamo che ne esce dopo l'operazione che ti ho chiesto di fare. Per il momento il pollice è giù, ma non del tutto.

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#16 » domenica 1 novembre 2015, 20:47

Ciao Antico,
grazie di avermi commentata.
seguirò il tuo suggerimento e oltre a rimpolpare il racconto, come tu giustamente mi suggerisci, presterò estrema attenzione alle connessioni e farò del mio meglio per evitare l'infodump. Anch'io ho la curiosità di vedere cosa ne uscirà, dopo averlo rimaneggiato. Sono contenta che, a tuo giudizio, contenga delle parti salvabili.

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