Hima

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
Serena
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Hima

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2015, 22:55

Soffia un vento forte stanotte... lo sento agitare la tenda di perline all'ingresso. Chiudo appena gli occhi ed è come se il vento mi soffiasse dentro. La mia anima sventola, frustando l'aria. Mi rannicchio cercandomi le ginocchia con le braccia, ma tremo troppo e non riesco a stringermi in un abbraccio abbastanza forte.

Quando sento la porta della mia stanza aprirsi, un dolore gelido mi squarcia il petto. Il vento soffia ancora più forte fuori mentre la coperta si solleva.

Sento un corpo pesante scivolare nel mio letto, di fianco a me.

Mi mordo con forza il labbro inferiore fino a sentire il sapore metallico del sangue.

Una mano, troppo grande, afferra il mio esile fianco. Gemo, affondando la faccia in fiamme nel cuscino.

Resto immobile in un letto che ora mi sembra stia andando alla deriva. Sento il mio corpo che viene attirato verso l'intruso. Mi aggrappo ad un esile tentativo di oppormi, ma la mano mi strattona, come farebbe un padrone severo con il cane disubbidiente. Mi ritrovo supina e sulla schiena ancora avverto il morso rabbioso della cinta di mio padre.

Tento di fare leva con le scapole e trovo uno spiraglio di sollievo ma le mani, troppo grandi, mi afferrano per le spalle e mi spingono contro il materasso duro. Il corpo estraneo mi monta sopra e pretende di essere accolto tra le mie gambe.

Il terrore mi infilza come uno spillone, inchiodandomi sul letto. Sento il suo alito caldo sulla mia faccia sa di datteri e la sua barba lunga e ispida mi solletica il naso, mentre mi sibila parole crudeli. Nel buio della stanza lotto silenziosamente cercando di farlo desistere. Le sue mani però sono infaticabili. Mi afferra la mano e con rabbia me la porta davanti alla faccia. La scrolla con forza. E' molto agitato. Io apro gli occhi e fisso la fede al mio anulare. Lui getta via la mano e afferra la mia camicia da notte leggera. Il vento urla ormai, schiaffeggiando la notte. La stoffa si strappa, si lacera. Farà lo stesso anche alla mia carne, tra poco. Il cuore batte nel mio petto, batte forte per farsi sentire dalle mie orecchie piene della sua voce roca. Mentre scende a forzare le mie ginocchia, afferro il battito del mio cuore come fosse una mano tesa e balzo giù dal letto.

Tutto ciò che faccio e che so è che devo correre.

Corro contro il vento gelido, mentre dietro di me sento lui e la sua famiglia urlare.

Con il fiato rotto dal pianto corro fino al ponte sul fiume. Sento l'acqua scrosciare turbolenta. Mi volto indietro, il vento mi strappa il velo dalla testa e lo getta contro l'uomo che mi ha avuta in moglie. Lui urla, agitando un pugno in aria.

Salgo sul parapetto e guardo in basso. L'acqua è buia e tumultuosa, ma libera.

Apro le braccia e salto nel vuoto. La stoffa lacera si apre e sembrano ali nella notte, ali che mi liberano dall'essere sposa di uomo troppo vecchio.

La libertà è l'ultima cosa che voglio ricordare prima di essere inghiottita dal fiume.
La libertà.



alexandra.fischer
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Messaggio#2 » martedì 20 ottobre 2015, 20:56

HIMA di Serena Auronica Il tuo racconto è molto particolare. All’inizio, credevo che la protagonista fosse la vittima di una rapina (ho immaginato uno stupratore di origini arabe, visto anche il tuo riferimento ai datteri) culminata in un atto di violenza sessuale. La reazione terrorizzata di lei davanti all’aggressore (camicia strappata, sguardo all’anello nuziale) mi aveva fatta pensare a una moglie aggredita in assenza del marito. Invece, lo stupratore è lui. Di qui la scelta suicida di lei, nel fiume, pensando alla libertà negatale in vita. Ottimo horror.

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Monica Patrizi
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Messaggio#3 » martedì 20 ottobre 2015, 22:39

E' un racconto a tinte buie, coraggioso il tema descritto e suggestivo nelle immagini. Un racconto ben scritto, molto scenografico. Arriva al lettore come un cazzotto sullo stomaco. Pochi i tratti usati per descrivere i personaggi ma efficaci. La parte in cui la protagonista fugge e la famiglia di lui urla, risulta uno snodo cruciale della storia: è il punto in cui il lettore, che aveva immaginato uno stupro da uno sconosciuto, intuisce invece che è altro. Ecco, questo passaggio non è del tutto chiaro. Bellissima l'immagine di lei che si butta e apre le ali. Un racconto che fa pensare, che non si digerisce in pochi minuti, molto bello.

Serena
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Messaggio#4 » martedì 20 ottobre 2015, 23:44

Grazie Alexandra, grazie Monica. Il tema delle spose bambine è terribile e ultimamente sentivo il bisogno di scriverne. Le mie parole sono ben poca cosa contro un orrore simile. Sono felice che la storia vi sia piaciuta, anche se cruda.

Simone Cassia
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Messaggio#5 » mercoledì 21 ottobre 2015, 17:55

Ciao Serena,
questo racconto è stato tra i primi che ho letto e l’ultimo di cui ho scritto il commento. La storia è forte e amara e parla di un problema che, seppure distante da noi, è sempre bene non dimenticare. La giovane protagonista, una sposa bambina, compie un gesto coraggioso, estremo e definitivo per affermare la sua voglia di libertà oltre ogni costrizione sociale o religiosa che sia.
Non ho nient’altro da dire sul racconto, che è scritto bene con uno stile evocativo che ben si sposa con l’argomento. Brava.

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angelo.frascella
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Messaggio#6 » giovedì 22 ottobre 2015, 16:23

Ciao Serena.

Racconto forte, che, devo dirti la verità ho fatto fatica a leggere, visto la tematica davvero dura. In ogni caso è un buon racconto con uno stile un po' sovrabbondante (non che sia un difetto di per sé, ma per gusto personale preferisco stili un po' più immediati) ma che comunque si adatta bene allo svolgimento e all'atmosfera. Solo un dubbio: lei ha la fede al dito e dici "essere sposa di un uomo troppo vecchio" ma altrove dici che l'uomo è suo padre. Com'è possibile?

A rileggerci
Angelo

Serena
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Messaggio#7 » giovedì 22 ottobre 2015, 16:35

Ciao Angelo! In effetti il tema mi ha totalmente risucchiato e forse la sovrabbondanza che tu noti è determinata dal fatto di essermi totalmente immersa nella situazione. Le spose bambine sono obbligate a sposare l'uomo che la famiglia ha scelto per loro. Le frustate che ancora le fanno male le sono state inflitte dal padre per obbligarla a sposare un uomo molto più vecchio di lei. L'usanza prevede poi che la giovane sposa vada a vivere con la famiglia del marito.

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angelo.frascella
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Messaggio#8 » giovedì 22 ottobre 2015, 17:22

Le frustate che ancora le fanno male le sono state inflitte dal padre per obbligarla a sposare un uomo molto più vecchio di lei. L’


Ah, ecco... la frase sulle frustate mi aveva tratto in inganno. Probabilmente sarebbe meglio chiarirla e far capire meglio che si sta parlando delle spose-bambine. Io avevo capito il tema fosse la violenza familiare...

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angelo.frascella
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Messaggio#9 » giovedì 22 ottobre 2015, 17:24

Le frustate che ancora le fanno male le sono state inflitte dal padre per obbligarla a sposare un uomo molto più vecchio di lei. L’

Ah, ecco... la frase sulle frustate mi aveva tratto in inganno. Probabilmente sarebbe meglio chiarirla e far capire meglio che si sta parlando delle spose-bambine. Io avevo capito il tema fosse la violenza familiare...

enrico.nottoli
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Messaggio#10 » domenica 25 ottobre 2015, 17:27

Ciao Serena,
il tema della storia è centrato e mi è piaciuta l’immagine della camicia da notte lacerata, mentre la protagonista cade nel vuoto. il problema del racconto secondo me è nello stile. Ho trovato qualche refuso, come omissioni di virgole “Sento il suo alito caldo sulla mia faccia sa di datteri”, alcune ripetizioni di parole come “esile” ripetuta nel giro di poche righe. Anche la frase: “Mi mordo con forza il labbro inferiore fino a sentire il sapore metallico del sangue” è una frase un po’ sentita e risentita.
A rileggerti :)

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beppe.roncari
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Messaggio#11 » martedì 27 ottobre 2015, 13:38

Ciao Serena, ben ritrovata.
Racconto dal tema forte, che ho capito solo leggendo le tue risposte a commenti: le spose bambine. Per il resto pensavo a una terribile ma normale, italiana, violenza quotidiana (terribile ancor di più perché quotidiana) contro le donne nell'intimità domestica.
Ci sono però dei problemi di tono e di sovraccarico.
Il terrore mi infilza come uno spillone, inchiodandomi sul letto.

L'immagine dello spillone, l'ho trovata un po' infelice, come espressione, data la situazione fisica parallela.
Idem qui:
La stoffa si strappa, si lacera. Farà lo stesso anche alla mia carne, tra poco.

Troppo on the face il parallelismo. O lo fai intendere, o non lo spiattelli così… Il punto di vista. Non la trovo molto a fare autoironia, Hima, mentre viene violentata…
Alla prossima!

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Vastatio
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Messaggio#12 » martedì 27 ottobre 2015, 21:06

Ciao, un racconto che è un macigno sia per il tema che tratti sia per lo stile. Scritto bene e per questo anche più incisivo nel suscitare sentimenti nel lettore. Quello che, molto egoisticamente, mi chiedo sinceramente è "perché?". E' un racconto denuncia? No, lo sappiamo tristemente tutti che esiste uno schifo del genere. Non dico che uno debba mettere la testa sotto la sabbia, ma non vedo lo scopo di questo racconto se non far male al lettore. Ho dovuto rileggerlo due volte perché, in prima lettura, pensavo che lo stupratore fosse il padre mentre gli eventi finali mi hanno fatto capire che qualcosa non andava nella mia interpretazione. Tre quarti di racconto a descrivere uno stupro, sinceramente, li ho trovati davvero difficili da leggere. Aderenza al tema relegata a una frase in chiusura.

Serena
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Messaggio#13 » mercoledì 28 ottobre 2015, 17:22

Credo che sarebbe davvero molto (Troppo) comodo, scrivere sempre di roba talmente superficiale da renderci mentalmente piatti come tabule rase. Siamo in un contesto dove esiste la libertà di scegliere ciò di cui si vuole scrivere (rimanendo aderenti ad un filo trainante). Tre quarti di storia per parlare dell'orrore che vive nelle proprie viscere una donna, o una bambina, che subisce violenza? SI... e ancora si! Io scrivo per raccontare storie anche scomode o brutali ma vere. Non mi interessano le favole con gli unicorni volanti. Chiudo dicendo che nel racconto non esiste un solo riferimento allo stupro consumato, sono le sue sensazioni di terrore per quello che sta per accadere ad inchiodarla. Lei muore portando via con se la sua interezza.

Strellima
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Messaggio#14 » giovedì 29 ottobre 2015, 11:58

Ciao Serena, felice di leggerti.
Hai scelto un'interpretazione piuttosto forte del tema e hai trattato l'argomento con molto trasporto: ho apprezzato la scelta e il coinvolgimento emotivo che ne deriva.
Veniamo alla forma. Hai scelto di narrare in prima persona al tempo presente, una scelta che reputo molto difficile da sostenere per pezzi più lunghi di un breve brano come questo. Come tu stessa puoi notare, infatti, in questo modo è più difficile inserire i dialoghi e dare tridimensionalità al brano: tutto si svolge nella mente della protagonista, che si trova a dover riferire le sue sensazioni per poterle trasmettere al lettore (provo dolore, provo paura: "Il dolore mi infilza come uno spillone", "Un dolore gelido mi squarcia il petto" etc...). Se posso darti un consiglio, il brano potrebbe acquistare spessore se cercassi di creare un'interazione più concreta tra la tua protagonista, l'uomo e l'ambiente circostante.
In ogni caso un brano interessante da leggere e con un buon margine di miglioramento.
A rileggerti presto,
Alessandra

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antico
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Messaggio#15 » domenica 1 novembre 2015, 13:33

Hai la grande capacità di creare situazioni forti e ti muovi bene nello svilupparle. Il racconto ha un valore molto alto, ma perde punti (facilmente recuperabili) laddove sarebbe utile una miglior semina al fine di caratterizzare in modo meno equivocabile la situazione. Che sia una sposa bambina m'è arrivato solo dal tuo commento. In corso di lettura avevo notato la specificazione "troppo vecchio", ma sul momento ho pensato a un altro contesto e non necessariamente al fatto che fosse ancora bambina. Devi lavorare su questo e il racconto sboccerà in tutta la sua potenza. Al riguardo, trovo molto utile il commento che ti ha lasciato la Lusso. Un pollice che definire NI è sbagliato, direi più tendente all'alto.

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