8/5, di Angela Bernardoni

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
Angela_Bernardoni
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8/5, di Angela Bernardoni

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2015, 23:39

8/5 - Angela Bernardoni.

"Colonnello, venga a bersi una birra con noi!"

"No ragazzi, domani mattina sono di servizio. Devo riposarmi."

"Buona notte Colonnello, ci renda fieri."

Paul rabbrividì, a dispetto della pioggia calda che gli scivolava sulla giacca in quella notte afosa. Le gocce cadevano a terra in maniera fluida, come se il cielo avesse rovesciato sulla base una tempesta di olio per motore, come se il verde soffocante della giungla intorno a loro e le puttane ubriache sulla soglia dello spaccio non fossero una punizione abbastanza grande, per degli stronzi fedeli a Dio e alla patria come loro.

Si allontanò dai commilitoni con un cenno del capo, in silenzio.

Prima di partire per arruolarsi, sua madre gli aveva dato un abbraccio e tre consigli; quello che più gli era rimasto impresso, quello che aveva sempre seguito nella sua carriera, gli imponeva di non promettere mai più di quello che avrebbe potuto mantenere.

Aprì la porta della sua stanza e si sedette sul letto, si slacciò le scarpe e il primo bottone della giacca, lasciando che il materasso morbido accogliesse il suo corpo. Non sarebbe mai riuscito a dormire, mancava poco all’inizio della missione. Lo aspettavano sei ore di volo sopra il Pacifico e addormentarsi lo avrebbe solo fatto impantanare tra i suoi incubi. Con un colpo di reni si mise seduto, tra i lamenti cigolanti del letto, e iniziò a spogliarsi. Vestiti bene era un altro dei consigli di sua madre, e quello era il giorno più importante della sua vita. Forse sarebbe stato anche l’ultimo.

Sarebbe morto facendo quello che amava, certo; non aveva amato altro da quando aveva dodici anni, da quando era salito su quel biplano e aveva sentito per la prima volta le orecchie tapparsi per l’alta quota, i testicoli raggrinzirsi, quella sensazione di essere qualcosa di leggerissimo dentro una macchina volante.

Il giorno in cui si arruolò sua madre gli diedi un abbraccio, tre consigli e lo saluto dicendogli “un giorno mi renderai fiera di te”.

Mentre usciva dalla sua stanza Paul aveva paura. Ne aveva avuta mentre parlava ai suoi uomini, mentre spiegava loro che avrebbero avuto un minuto di tempo per allontanarsi, dopo aver sganciato la bomba, prima che l’onda d’urto dell’esplosione distruggesse l’aereo. Ma non poteva farli salire su quell’aereo senza dir loro la verità. Era il terzo consiglio di sua madre, di’ sempre la verità.

Sua madre, che donna. Anche quando il padre pensava che avesse perso la testa, lei aveva preso le sue difese. Sua madre gli aveva sempre detto che sarebbe andato tutto bene. Ed era giusto che quella notte volasse con lui verso il Giappone, che lo accompagnasse verso la distruzione, in quella notte figlia del caos.

Camminando attraverso l’hangar deserto raggiunse il suo aereo, un bombardiere B-29 pronto al decollo. Sotto il finestrino la vernice rossa rifletteva come se non fosse ancora asciutta del tutto. Il nome di sua madre, Enola Gay.

 



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Angela
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Messaggio#2 » martedì 20 ottobre 2015, 19:54

Anche per questo racconto intendo procedere come si fa nel laboratorio.
PUNTI DI FORZA: Originalità e aderenza alla trama. Anzi, il punto di forza per eccellenza nel tuo racconto è il finale che da solo vale 10 punti. Complimenti. Altre cose che ho molto apprezzato sono le descrizioni che arrivano anche visivamente (la pioggia, la branda, la prima volta sul biplano).
PUNTI DEBOLI: la forma. Un bellissimo testo che avrebbe bisogno di una revisione. Ti mostro alcuni punti.

Prima di partire per arruolarsi, sua madre gli aveva dato un abbraccio e tre consigli; [...]
Il giorno in cui si arruolò sua madre gli diedi un abbraccio, tre consigli e lo saluto dicendogli “un giorno mi renderai fiera di te”.

Sono frasi staccate nel testo, ma trovo una ripetizione (i tre consigli della madre). Non che sia sbagliato ripetere un concetto, molti autori lo fanno deliberatamente, ma deve essere qualcosa di forte, di incisivo. Altro problema riguarda la seconda frase, prima del dialogo indiretto ci vogliono i due punti.

Ne aveva avuta mentre parlava ai suoi uomini, mentre spiegava loro che avrebbero avuto
Devi modificare la costruzione della frase perché in un passo così breve ritrovo aveva avuto/avrebbero avuto.

Era il terzo consiglio di sua madre, di’ sempre la verità.
Anche qui vedrei bene i due punti perché stai specificando qualcosa. A parte questo, ripeti per l'ennesima volta che i consigli sono tre. Almeno uno va eliminato.

Sua madre, che donna.
Un bel punto esclmativo “Che donna!”.
CONCLUSIONE: Testo che avrebbe reso molto di più se avessi avuto il tempo necessario per rivederlo.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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ceranu
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Messaggio#3 » mercoledì 21 ottobre 2015, 22:48

Ciao Angela, piacere di conoscerti.
Che bella ricostruzione. Ammetto che dopo aver letto il tuo racconto sono andato a leggermi la storia di Paul Tibbets, mi hai incuriosito e questo mi piace sempre. Apprezzo i racconti che stimolano la curiosità e questo lo ha fatto. La trama è semplice, ma crea l'attesa per il grande evento.
Dal punto di vista tecnico c'è poco da dire, ma la ripetizione sulle tre cose che gli ha detto la madre è un po' ridondante. Ci sta che la figura della madre sia fondamentale, ma forse hai esagerato.
Nel complesso è un bel racconto.
Ciao e alla prossima.

Luchiastro
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Messaggio#4 » venerdì 23 ottobre 2015, 18:04

Ciao Angela,

Purtroppo la tematica storica (in questo caso una ricostruzione) mi lascia sempre un po' indifferente, ma questa è una scelta ovviamente personale. Il racconto è scritto bene, e anche dialoghi e pensieri sono coerenti con la tipologia di protagonista. Si potrebbe modificare - te l'hanno già detto - la parte dei consigli, forse sfumandola ulteriormente: non addurre subito al fatto che siano tre ( quella ripetizione rallenta la lettura).

Svista: gli diedi in luogo di gli diede un abbraccio.

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AmbraStancampiano
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Messaggio#5 » venerdì 23 ottobre 2015, 21:37

Ciao :)

Un bel racconto, senza troppi difetti se non giusto qualche refuso e la faccenda dei consigli.
Provo a darti un consiglio (battutona!), ho notato che ogni volta che parli dei tre consigli della madre, lo fai utilizzando frasi che tendono all'introspezione, come se il tuo protagonista, quella sera, se li stia ripetendo ossessivamente. Prova a mettere quelle frasi in corsivo, senza cambiare niente. In questa maniera creeresti un'ulteriore profondità, mettendo in scena il tormento del colonnello.
Bella prova comunque.

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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marco.roncaccia
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Messaggio#6 » mercoledì 28 ottobre 2015, 23:57

Ciao Angela.
Complimenti per come hai interpretato il tema. Inutile ripetere cose che ti hanno già detto gli altri sulla forma. Niente a cui non si possa porre rimedio. Il racconto a mio avviso parte col botto ma poi un po’ si arena nel costruire le condizioni per la sorpresa finale (il Paul del racconto è Paul Tibetts).
“Paul rabbrividì, a dispetto della pioggia calda che gli scivolava sulla giacca in quella notte afosa. Le gocce cadevano a terra in maniera fluida, come se il cielo avesse rovesciato sulla base una tempesta di olio per motore, come se il verde soffocante della giungla intorno a loro e le puttane ubriache sulla soglia dello spaccio non fossero una punizione abbastanza grande, per degli stronzi fedeli a Dio e alla patria come loro.”
Questo passaggio secondo me vale tutto il racconto. Più del nome della madre dipinto sull’aereo e più dei tre consigli. Forse avresti dovuto affidarti di più a questo tipo di voce e far completare a lei il racconto. Una buona prova in ogni caso.

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alberto.dellarossa
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Messaggio#7 » venerdì 30 ottobre 2015, 14:24

Ciao Angela. Il tuo racconto è scritto molto bene, e alla fine l'appunto che devo muovere è sostanzialmente uno: ho capito che si trattava dell'Enola Gay a un terzo del racconto, il che vuol dire indirettamente che la struttura e la lunga descrizione costruita a uso e consumo del colpo di scena finale è inutile.  La frase che ti ha segnalato Ozbo è da 10 e lode - condivido con lui l'analisi.

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#8 » sabato 31 ottobre 2015, 21:33

Il racconto è molto bello, di tipo storico, difatti allude al bombardamento di Hiroshima.
L'episodio è visto attraverso gli occhi dell'uomo che lo eseguì, il Colonnello Paul. Lo caratterizzi molto bene. C'è molto spessore umano in lui (il rispetto per la madre, il desiderio che lei voglia essere fiera di lui e l'osservanza dei suoi insegnamenti, anche se possono essere duri). L'atmosfera è molto essenziale, ma efficace (sembra di essere in caserma, e poi nell'hangar, a vedere l'aereo fatale).


Attenta alla vicinanza: facendo quel che aveva sempre amato...non aveva amato altro.

Refuso: diedi per diede e comunque lo toglierei: scrivendo, lo abbracciò.
saluto per salutò.

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antico
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Messaggio#9 » domenica 1 novembre 2015, 23:09

Sottoscrivo il "consiglio" di Ambra, prova a corsivare quelle parti, potrebbe essere utile. Detto questo, la questione dei consigli a mio avviso va presa da un'altra prospettiva: per me ci sta che ripeti la formula, ma probabilmente devi revisionare il testo in modo da rendere il meccanismo meno pesante. Un pollice quasi totalmente su proprio per questa problematica che comunque non è difficile da affrontare. Per il resto il racconto funziona e anche bene.

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