La fuga di Diego Ducoli

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
diego.ducoli
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La fuga di Diego Ducoli

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2015, 0:32

La candida sfera svetta alta nel cielo, illuminando il campo con la sua fredda luce.

Mi stringo forte la cappa intorno al corpo cercando di difendermi dal gelo.

Le suole degli stivali cigolano nella neve fresca. Allungo il passo, ogni respiro è una sorsata di ghiaccio che si condensa in nuvolette di vapore.

Riesco ad intravedere il piccolo maniero, che si erge indomito tra guglie ben più alte di lui, montagne che conosco da quando sono nato.

Mi nascondo tra le ombre stringendo il pugnale infilato nelle vecchie brache di tela, prego di non doverlo usare, non credo di esserne in grado.

Le mura sono sempre più vicine, silenzioso come un ombra sgattaiolo sotto di esse.

Le dita intirizzite vagano alla ricerca della corda, ci deve essere, ne sono sicuro.

Finalmente la trovo.

Sospiro di sollievo, sputo sui palmi e comincio ad arrampicarmi. Una mano dopo l'altra, metro dopo metro. Il cuore mi rimbomba nelle orecchie, manca poco, solo qualche istante e arriverò alla finestra.

Scavalco, le deboli fiamme nel caminetto tremolano minacciando di spegnersi.

Lei è li che mi aspetta, un lungo mantello gli cinge le spalle e copre i vestiti troppo leggeri per la stagione.

Ci abbracciamo. Per un istante il gelo che mi attanaglia sembra svanire mentre le accarezzo la schiena.

“Sei sicura?” chiedo.

“È l'unico modo.”

“Perderai tutto.”

“Ma non te.” ribatte.

Non abbiamo molto tempo, potrebbero scoprirci da un momento all'altro.

Ci sorridiamo, gli faccio cenno di salirmi in spalla e in un istante sento le sue braccia intorno alle spalle e i capelli solleticarmi il viso.

Stringo forte la fune e scendiamo.

I pochi metri che ci separano dal suolo sembrano un' infinita ora che trasporto il carico più prezioso del mondo. Il piede scivola su una lastra ghiacciata , precipito ustionandomi i palmi, non un sussurro esce dalle nostre bocche.

Atterro più duramente del previsto, ma fortunatamente siamo entrambi incolumi.

Stringo le mani martoriate e piccole stille carminie macchiano il terreno.

Corriamo veloci cercando di mantenerci, per quanto possibile, nascosti.

Sento il suo respiro farsi pesante, ma dobbiamo proseguire ancora un po'.

Mi sposto in una strada laterale e finalmente intravedo la nostra meta.

Spalanco la porta della baracca e ci tuffiamo al suo interno.

L'odore pungente di animale ci colpisce le narici e un raglio di benvenuto ci accoglie.

Mi avvicino al grosso animale, slego una sacca legata al dorso e ne estraggo una mela che ingurgita con piacere.

Passo la sacca alla mia amata.

“Cambiati non andrai lontano con quei vestiti.”

Lei annuisce e mi dedico a controllare le bisacce cercando di scacciare pensieri poco opportuni.

In pochi minuti siamo pronti.

Vestita con abiti da contadina, le gote arrossate dal freddo e quei stupendi occhi neri, era la creatura più bella che abbia mai visto.

Montiamo in sella, e dirigiamo l'animale verso i monti.

Piccoli fiochi di neve cominciano a scendere lentamente, in lontananza sentiamo il latrato dei cani.

La notte è ancora lunga, e il viaggio è appena cominciato.



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Flavia Imperi
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Messaggio#2 » mercoledì 21 ottobre 2015, 10:31

Ciao Diego!

Che bello leggere una storia d'amore, peraltro di altri tempi. Hai reso delle immagini d'effetto, come il "carico più prezioso del mondo", che mi hanno emozionata. (sigh) L'unico appunto, forse, è che sembra più una scena di un romanzo che un racconto breve, che per quanto sia difficile, dovrebbe sempre apparire auto-conclusivo. Qui viene da dire "ok, e poi? Che è successo prima? Che succederà dopo?". Avresti potuto renderlo conclusivo con una frase finale più d'effetto forse. Il che è indice del fatto che è una bella storia, ma non va a favore della lunghezza.

Qualche appunto:

- attento ai possessivi, meglio usarne di meno per rendere più pulita la lettura.
Es. "Mi stringo forte la cappa intorno al corpo", "mi" è superfluo, appesantisce.
- Ti consiglio di andare a capo solo quando serve e non a ogni frase, altrimenti spezzi il ritmo. Andare a capo è una precisa scelta stilistica, ma andandoci sempre commetti un errore tecnico.
- Mancano un po' di virgole, per es. "cambiati, non andrai lontana"; "una mela, che ingurgita con piacere"; "sembrano un'infinità, ora che".
- "quegli stupendi occhi neri"

Un racconto avvincente, l'ho apprezzato molto. Hai uno stile evocativo e fai in modo che le scene di rivelino piano piano, in modo avvincente, complimenti! :)
Siamo storie di storie

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maria rosaria
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Messaggio#3 » giovedì 22 ottobre 2015, 12:55

Ciao Diego.
La tua storia mi ha evocato un po’ una sorta di fantasy in cui il cavaliere va in soccorso di una dama e poi scappa con lei.
Mi sono vista la scena di lui che si arrampica sulla torre per liberare la sua amata…
Nel complesso il racconto mi è piaciuto, anche se ci sono un po’ di refusi sparsi qua e là da tenere d’occhio. Manca un apostrofo come un’ombra sgattaiolo, c’è un gli al posto di le cinge, alcuni avverbi in mente che potrebbero essere evitati.
Poi c’è la frase:
Vestita con abiti da contadina, le gote arrossate dal freddo e quei stupendi occhi neri, era la creatura più bella che abbia mai visto.
Qui o metti era la creatura […] che avessi, oppure metti è la creatura che mi sembra il tempo più appropriato per il tempo che hai usato.
A parte ciò, il racconto mi è piaciuto. Complimenti.
Maria Rosaria

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eleonora.rossetti
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Messaggio#4 » giovedì 22 ottobre 2015, 20:51

Ciao Diego, ben ritrovato!

Il tuo racconto scivola molto bene, le descrizioni che fai evocano con efficacia i paesaggi e le azioni che fai intraprendere ai tuoi personaggi. Mentre leggevo, lo ammetto, ho pensato a una reinterpretazione di Rapunzel, quindi mi aspettavo qualche colpo di scena finale che mi ribaltasse la favola... e in effetti non l'ho trovato, cosa che mi ha lasciato un pochino insoddisfatta. Direi che è scivolato troppo bene, lasciandomi sì con la sensazione di aver letto un racconto ben sviluppato, ma senza quel quid che me lo facesse tenere a mente, come se avessi aperto un libro su una pagina a caso e ne avessi letto un estratto. Una chiusura più incisiva, o un colpo di scena appunto, avrebbe dato maggior sapore alla vicenda narrata.

Occhio agli abusi di a capo, come altri hanno già avuto modo di osservare: spezzare troppo il narrato in paragrafi molto brevi allontana l'attenzione dai punti cruciali della storia, IMHO.

Alla prossima!
Uccidi scrivendo.

carla anastasio
Messaggi: 30

Messaggio#5 » lunedì 26 ottobre 2015, 17:09

Ciao Diego, non sono del gruppo che ti deve criticare, ma mi sento in dovere di farti sapere che anche se il racconto è ben scritto (tranne 'gli' al posto di 'le'), scorrevole, ho trovato una grande pecca: il tema. Le ali della notte sono completamente assenti ed è un vero peccato perché trovare loro una collocazione nella storia, l'avrebbe resa senz'altro più originale ed avvincente. A rileggerti presto.

Fernando Nappo
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Messaggio#6 » mercoledì 28 ottobre 2015, 21:59

Ciao Diego,
il tuo racconto mi ha fatto venire in mente le vecchie favole di una volta a base di principi e principesse, anche per la chiara ambientazione fantasy.
Il racconto scorre bene, pur tra qualche inciampo grammaticale, ma si arriva alla fine senza che avvenga nulla di particolare, anzi, gli eventi che si verificano sono esattamente quelli che ci si aspetta che accadano e cioè che il principe porta in salvo la sua principessa. Arrivato a un certo punto ho sperato, visto lo svolgimento così prevedibile e lineare, di scoprire che si trattava di una qualche parodia di Shrek.
Per ultimo, fatico a trovare attinenza col tema, a meno che le ali a cui alludi non siano quelle metaforiche dell'amore tra i due protagonisti.

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willy
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Messaggio#7 » giovedì 29 ottobre 2015, 17:35

Ciao Diego,
la cosa che colpisce in questo racconto è la prosa molto poetica, soprattutto l'incipit ha un fascino molto medievale e romantico, nonostante la situazione sia tesa e il protagonista chiaramente in allarme per l'impresa che lo aspetta.
Alcuni appunti che spero ti possano essere utili:
Lei è li che mi aspetta, un lungo mantello gli cinge le spalle 
attenzione, ho notato un paio di "gli" che si rivolgono a un soggetto femminile (le - a lei / gli - a lui)
I pochi metri che ci separano dal suolo sembrano un’ infinita ora che trasporto il carico più prezioso del mondo. 
Qui c'è confusione: se usi metri poi dovresti usare chilometri, non ore, ma la frase è comunque da sistemare.
Poi, attenzione alle frasi brevi che ripetute spesso possono dare al racconto un ritmo troppo scandito; buona regola sarebbe leggere ad alta voce (ma con i tempi di Minuti Contati non sempre si riesce).

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Adry666
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Messaggio#8 » venerdì 30 ottobre 2015, 11:31

Ciao Diego,

il tema è centrato solo in parte: c’è la notte ma le ali sono un po’ troppo virtuali.
Il racconto è scritto bene, la storia è bella ma purtroppo ci sono alcune imperfezioni stilistiche che ne rallentano il ritmo, e in alcune parti, costringono a una rilettura. Tanti a capo non necessari, occhio. Il resto ti è stato già detto da altri.
Il finale, anche rispetto all’incipit, è un po’ fiacco, forse scontato; se fossi in te lo ripenserei diversamente e lo riscriverei per dare maggiore forza a questa interessante storia.

Ciao
A presto
Adriano

Serena
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Messaggio#9 » venerdì 30 ottobre 2015, 19:26

Ciao Diego! Come già detto ci sono degli errori disseminati lungo la storia. Detto questo, la tua storia mi è molto piaciuta. Molto bele le descirzioni, anche degli abiti, capaci di trasportare il lettore in questa terra gelida e lontana. Adoro le vecchie ballate cavalleresche e il romanticismo talvolta un po' bruto dehli amori medievali. L'unico problema è che in effetti sembra un brano estrapolato da qualcosa di molto più ampio e il tema non è completamente centrato.

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#10 » venerdì 30 ottobre 2015, 21:42

Ciao diego! Belle le immagini che riesci ad evocare, bello lo stile che adotti per descrivere le emozioni e il freddo del protagonista- Anche a me questa atmosfera medievale ha ricordato le fiabe di un tempo, e anche io pensavo di star leggendo qualcosa che aveva a che fare con Rapunzel. Nonostante questo è una storia un pò piatta, non succede nulla di che, l'unico impedimento che sembrano avere durante la fuga è che i due che cadono dalla torre -ma non si fanno niente-. Forse avresti dovuto creare un po di movimento in più.

In bocca al lupo comunque!

Giulio_Marchese
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Messaggio#11 » venerdì 30 ottobre 2015, 21:46

La fuga di Diego Ducoli

La cosa che mi ha più colpito di questo racconto è l'ambientazione, perfettamente descritta in pochi semplici passaggi, l'intera vicenda inoltre sembra molto plausibile, funziona. La pecca più grande a mio avviso è che va tutto liscio, non ci sono imprevisti. Lo so che è uno steriotipo ma generalmente gli "eroi" devono affrontare varie difficoltà prima d'essere davvvero tali. Anche durante la fuga non c'è tenzione, sia per il ritmo che è abbastanza blando sia perché non c'è un pericolo evidente. Ok lei è nobile lui no però avresti potuto inserire qualche figura (penso a un patrigno ad esempio XD) per rendere la situazione più tesa. Forse se avessero affrontato qualche avversità il lieto fine sarebbe davvero sembrato un fine. Così e come se la storia non fosse autoconclusiva, anzi sembra l'incipit di qualcosa. Il tema non lo vedo, o meglio in senso lato lo intuisco ma mi sembra un pò forzato. Insomma racconto gradevole ma manca il cattivo! Bastavano un paio di frasi per introdurre il cattivo, periodi più brevi ritmo serrato durante la fuga e il racconto, per me, sarebbe stato migliore. Ovviamente sono scelte stilistiche, solo che con piccole aggiunte senza modificare eccessivamente il testo può venir fuori qualcosa di davvero buono secondo me. Ora come ora ni.

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antico
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Messaggio#12 » domenica 1 novembre 2015, 20:10

Un racconto che scivola via senza intoppi se non lo scivolamento lungo la corda durante la discesa dalla torre. Arrivato alla fine mi sono chiesto: "e poi?". Mi sembra più un esercizio di stile che un racconto nato con una precisa idea in testa. Detto questo, stile pulito, tutto è ben controllato, ma il pollice sta sul NI, la prossima volta cerca di aggredire di più la storia.

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