Una pagina bianca, di Francesco Nucera

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
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ceranu
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Una pagina bianca, di Francesco Nucera

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2015, 0:39

Susi poggiò le dita sulla tovaglia bianca, quella della festa. Poco dopo sarebbero arrivati Marco e la sua famiglia: voleva che fosse tutto perfetto. Afferrò lo schienale della sedia che sarebbe rimasta vuota e premette la fronte sul legno.
«Mi mancherà tutto» sussurrò. «Ma almeno saremo ancora insieme.» Intercettò una lacrima sulla guancia e si fece coraggio.
Il campanello risuonò nella stanza. Si riscosse e andò ad aprire.
Marco era fermo sulla soglia, gli occhi lucidi e il groppo alla gola. Non disse nulla, l'abbracciò ed entrò. Dietro di lui Laura, sua moglie, teneva per mano le gemelle che si contendevano una bambola.
Susi si piegò in avanti, scompigliò le bambine e sorrise. «Non litigate, nonna ve ne farà...» Si bloccò. «...Darà i soldi al papà per comprarvene un'altra.» si corresse.
«Mamma!» Marco tornò sui suoi passi e l'afferrò per il braccio.
«Ne abbiamo già parlato. È giusto così. Ieri ho salutato i colleghi e da domani un giovane prenderà il mio posto.»
«Ripensaci, possiamo...»
Lei si liberò con un gesto delicato, allargò le labbra e inspirò. «Caro, ne abbiamo già parlato. Non ho molta scelta.»
«C'è sempre la Svizzera. Lì dicono che non possono toccarti.»
«Papà ha provato a fuggire, ma “Le ali della notte” se lo sono portato via.»
«C'eravamo quasi. Vedevo la frontiera. Poi lui... io...» Marco strinse i pugni per allontanare i ricordi.
«Non preoccuparti, sta bene dov'è.» La donna gli poggiò una mano sul volto e lo carezzò.
«Nessuno ha mai avuto notizie da chi se ne va.»
«Io te ne darò, però ora basta, voglio passare una bella serata con la mia famiglia» sussurrò lei. Si voltò e allargò le braccia: le nipoti le corsero incontro e la strinsero. Quanto le sarebbe mancato il caldo di quelle manine.

Dopo l'imbarazzo iniziale l'atmosfera migliorò. Susi tentennò solo quando parlò del futuro; quello non gli era concesso.
«Bene, mancano pochi minuti.» Si alzò con il bicchiere in mano e guardò suo figlio che tratteneva a stento le lacrime. «Dicono che di là non mi ricorderò più di voi, ma so che è impossibile. Siete tutto quello che ho e ne sono fiera.» Sorrise ammirando le gemelle addormentate sul divano.
Qualcuno suonò alla porta. Susi trattenne un'imprecazione e andò ad aprire.
Un uomo in uniforme scura, con ricamate sulla spalla destra due ali dorate, la guardava dall'alto in basso. «Signora Barli, dobbiamo andare!»
«Posso dargli un ultimo abbraccio?» chiese lei, voltandosi verso il figlio.
L'uomo annuì.
Poco dopo Susi era avvolta dal calore di quella famiglia che non sarebbe più stata sua.

La donna aprì gli occhi di scatto. Una luce fortissima l'abbagliò. Boccheggiò come se si fosse appena svegliata da un brutto sogno che non ricordava. Dov'era, cosa stava succedendo, chi era lei? Strinse gli occhi per ricordare qualcosa, ma era sempre più confusa.
Uno schiocco, seguito da una voce metallica, invase la stanza. «Benvenuta al “RSA della Pace”. State sereni e godetevi il soggiorno. Il futuro è una pagina bianca che noi tingeremo di colore.»



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Flavia Imperi
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Messaggio#2 » mercoledì 21 ottobre 2015, 11:13

Ciao Francesco!
Un racconto ben scritto, l'ultima terribile sera in famiglia per una donna misteriosa, consapevole che il domani sarà una pagina bianca. Titolo stupendo e una capacità sopra la media di evocare emozioni.
Un difetto che trovo nella storia, però, è l'eccessivo mistero. Non sappiamo né chi sia la nonna, quale ruolo abbia, perché venga portata via e da chi. Un po' troppo insomma! :D

Sul finale, non avrei detto "la donna"... non rende tanto l'estraneità e la perdita di memoria, mi sembra più un errore di pdv. Avrei omesso il soggetto piuttosto, ma è una sottigliezza!

Ottimo racconto, lo stile non è acqua.
Siamo storie di storie

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ceranu
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Messaggio#3 » mercoledì 21 ottobre 2015, 12:05

Ciao Flavia, grazie per il commento. Hai ragione sul fatto che ci sia un velo di mistero, ma pensavo di aver chiarito l'identità della donna.
Ciao :)

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maria rosaria
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Messaggio#4 » giovedì 22 ottobre 2015, 13:26

Ciao Francesco.
Mi rendo conto che ognuno legge in un racconto ciò che vuole, pensando l'abbia voluto dire l’autore, e spesso non si colgono sfumature o intenzioni che chi scrive voleva trasmettere.
Questo per scusarmi se la mia interpretazione del tuo racconto potrà sembrarti fantasiosa, audace o completamente sballata.
Ci ho visto la metafora della morte, una morte particolare, quasi un po’ dal sapore fantascientifico, che prevede un distacco programmato dal proprio mondo, dai propri affetti, un distacco ragionato e, per la protagonista, pieno della speranza che non sia radicale.
«Nessuno ha mai avuto notizie da chi se ne va.»
«Io te ne darò, però ora basta, voglio passare una bella serata con la mia famiglia»


Le ali della notte (la morte) come un soldato che viene a prenderti per portarti via, per portarti in un luogo dove tutto viene cancellato (forse) per ricominciare da capo.
Mi è piaciuta la storia anche se, purtroppo, mi sono un po’ persa nei dialoghi tra madre e figlio. Ho dovuto rileggerli più di una volta per capire chi era a parlare.
Maria Rosaria

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eleonora.rossetti
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Messaggio#5 » giovedì 22 ottobre 2015, 20:43

Ciao Francesco!

Sei stato molto bravo a rappresentare il dolore del distacco, la consapevolezza che "manca poco e sarà tabula rasa", la flebile speranza della protagonista che cerca di rassicurare i parenti e che deve essere forte anche per loro. Avrei in verità voluto sapere di più su questo processo di "pagina bianca": perché viene fatto? Come vengono scelte le persone? Cosa c'è dopo? Il finale così "aperto" su ogni interpretazione mi tiene in bilico tra il lieto fine e il "the end?" dolceamaro.

Nel complesso, una buona prova. A rileggerci!
Uccidi scrivendo.

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ceranu
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Messaggio#6 » giovedì 22 ottobre 2015, 21:55

Ciao Maria Rosaria, grazie per il commento.
Mi dispiace tu abbia trovato delle difficoltà a seguire i dialoghi, in essi ho provato a inserire le informazioni fondamentali per il racconto.

Ciao Eleonora, il finale e le spiegazioni sono volutamente fumose. Ho voluto rendere al massimo la prospettiva dei protagonisti. Sanno solo che arriveranno a prenderla al compimento del 70° anno d'età (infatti lei lascia il lavoro il giorno prima), e che probabilmente non riuscirà più a mettersi in contatto con loro. Mi rendo conto che il tutto sia un po' castrante, ma Minuti Contati è anche sperimentare, e io provo spesso a farlo.
Poi a fine contest se volete vi spiego bene cosa gli capita e perché, ma per ora voglio vedere se qualcuno ci arriva, giusto per capire se gli elementi che ho inserito sono decifrabili o meno.
Chiaramente chi mi conosce meglio è avvantaggiato :D
Ciao

carla anastasio
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Messaggio#7 » lunedì 26 ottobre 2015, 17:02

Ciao Ceranu,

il racconto è ben scritto, evoca le giuste emozioni, però ...ecco, io avrei giurato che si trattasse del solito 'limite alla vita' gestito dal potere per sfoltire un po' l'umanità, ma mi hai spiazzato offrendo un altro scenario che però, mi ha lasciata alquanto perplessa: che senso ha dare un limite alla tua vita e poi usarti come carta bianca? Con quale finalità o utilità? Questa me la devi proprio raccontare. Sono in fremente attesa, ciao

Fernando Nappo
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Messaggio#8 » mercoledì 28 ottobre 2015, 8:34

Ciao Ceranu,
arrivato a un certo punto del tuo racconto ho pensato che si trattasse della solita storia degli anziani che a un certo punto vengono 'messi a riposo' per fare spazio ai giovani. Proseguendo nella lettura ho capito che non era quella la storia che stavi raccontando, però, nonostante abbia riletto il racconto più volte, non sono riuscito a capire cosa capiti alla protagonista, dove va, né perché ci va. Anche il riferimento al padre non mi è molto chiaro. Ho come l'impressione che la sigla RSA dovrebbe in qualche modo aiutare a dirimere la questione, ma comunque non mi è stata d'aiuto.
Anch'io ho avuto qualche difficoltà coi dialoghi.

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willy
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Messaggio#9 » giovedì 29 ottobre 2015, 17:36

Ciao Francesco,
devo farti i miei complimenti per come hai saputo suscitare emozioni. Il dolore del distacco permea quasi tutto il racconto, si respira e fa parte dell'atmosfera che hai saputo creare in modo egregio. Bravo. La mia personale interpretazione è quella di una fredda eliminazione delle persone anziane, (alternativa al barbaro salto dalla rupe, ma non meno crudele, anzi!) indipendentemente dal loro stato di salute, che vengono "ospitate" in una specie di clinica che offre un lavaggio del cervello da riempire poi con "cosa non si sa". Tema non centratissimo, infilato al momento della spiegazione sulla scomparsa del padre.
A rileggerci!

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Adry666
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Messaggio#10 » venerdì 30 ottobre 2015, 11:49

Ciao Francesco,

ben ritrovato. Tema centrato solo in parte, IMHO.
Buona prova. Racconto scritto bene, buon ritmo e ambientazione.
Tuttavia il tema mi sembra un po’ “abusato”, ormai in parecchi libri/film ci sono queste entità militari (para) che costringono le persone a separarsi dai loro cari o a morire in modi non “naturali” (hunger games, ecc), ma senza dare una spiegazione plausibile.
Per quanto riguarda le pochissime imprecisioni, ho visto che te l’hanno già segnalate e non mi soffermerò.
Nel complesso buon prova, ma tema un po’ forzato.

A presto
Ciao
Adriano

Serena
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Messaggio#11 » venerdì 30 ottobre 2015, 19:36

Ciao Francesco! La tua storia mi ha ricordato un vecchio episodio di "Ai confini della realtà", dove le persone giunte ad una cera età venivano fatte sparire. Questi sono temi che riescono sempre a mettermi a disagio, proprio per via della loro matrice autoritaria e irremovibile. Nella mia mente la donna viene portata via e la sua mente rielaborata. Come se tutti i suoi ricordi venissero deportati per qualche scopo e la sua mente illusa. Ecco sto andando alla deriva!!! Bravo comunque!

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#12 » venerdì 30 ottobre 2015, 21:54

Ciao!

Bel racconto, velato di mistero. Ho notato che inizi il racconto con una tovaglia bianca, e lo finisci con una pagina bianca. Mi piace questo parallelismo, non so se fosse voluto, comunque, mi unisco con la mia interpretazione: forse è azzardato, ma per tutto il tempo ho avuto l'impressione che c'entrassero gli alieni. La luce bianca, la voce metallica, il fatto che il nonno abbia provato a scappare, ma poi sulla frontiera è stato catturato, come fossero arrivati all'improvviso. Credo che il tuo sia un mondo futuristico, e che probabilmente gli anziani vengono come 'riprogrammati' arrivati ad un certo punto. Comunque non male, mi è piaciuto :) complimenti

Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Messaggio#13 » venerdì 30 ottobre 2015, 22:00

Una pagina bianca, di Francesco Nucera

Un racconto toccante qunado descrive il distacco dai famigliari ma inquietante sul finale. Non saprei che dirti se non che il racconto mi ha molto colpito, mi è proprio piaciuto. Quel finale incerto soprattutto, Lei ha perso tutto, però da un lato a guadagnato tutto, è un foglio bianco da riempire, come se fosse rinata, tutto da capo. Da qui la domanda, conviene rinunciare a tutto, bello e brutto della propria vita, per ricominciare da zero? La protagonista sperava nel suo viaggio con le ali della notte di riuscire a ricordare le cose belle, invece no, è una scelta definitiva. Scusa se filosofeggio ma non ho critiche da fare, non è possibile rinunciare solo alle parti brutte della vita, è tutto o niente. Io ho mezzo interpretato la sua come una scelta volontaria, anche se non ne sono sicuro al cento per cento. Però se un racconto mi fa fare sti trip deve voler dire che è un buon racconto, pollice in su.

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antico
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Messaggio#14 » domenica 1 novembre 2015, 20:20

Un racconto che è ancora lontano dalla sua forma migliore. Troppo fumoso il finale e anche nel pezzo dialogato è complicato capire sempre chi dica cosa. Lo stesso fatto che si fatichi a capire che è lei la nonna (non arriva subito, bisogna rileggere il primo pezzo) è dimostrazione del fatto che va revisionato. Detto questo, alcune finezze tipo la tovaglia bianca all'inizio che ri raccorda con la pagina bianca finale sono davvero riuscite. Al momento per me è un pollice NI, ma con più caratteri credo che possa esprimersi meglio, quindi sotto con i lavori.

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