La notte dei tempi di Simone Cassia

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
Simone Cassia
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La notte dei tempi di Simone Cassia

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2015, 0:42

La notte dei tempi di Simone Cassia


I piccoli erano tutti seduti intorno al fuoco in quella fresca notte d’autunno, quando l’anziana Gwelarin, la sciamana della tribù, passò loro vicino.


«Raccontaci una storia!» la incitarono in coro.


La donna si soffermò alle invocazioni dei bambini e decise di sedersi con loro. Sorrise rilassata quando il calore del falò iniziò a scaldare le sue vecchie ossa. Quando sollevò gli occhi al cielo, calò il silenzio tra i bambini, che aspettavano con i volti carichi di aspettative. Passò qualche secondo, in cui la luce delle fiamme danzò sul viso solcato dal tempo della donna.
Nessuno fiatò, finche ella stessa ruppe quel silenzioso alone di magia.


«La terra era una roccia sterile e senza vita. Poi venne il Fattore. Con le sue mani arò quel mondo sterile e con il sudore della sua fronte lo irrorò di acqua. Nonostante la ricchezza del suo operato, sulla terra nulla aveva preso a vivere.

Stanco e affranto, il Fattore sellò il suo corvo e si apprestò a partire per un viaggio in cerca di consiglio.
L’animale in questione era enorme e magnifico, il suo piumaggio di un nero brillante. Un’unica imperfezione gravava sull’animale, uno dei suoi occhi era cieco e bianco come il latte.

Il viaggio del Fattore fu senza tempo. Volò in cerca di qualcosa di cui neppure egli stesso era a conoscenza. Girò la terra in lungo e largo ma senza esito. Quando l’ebbe esplorata tutta, deluso e amareggiato, tornò presso la sua casa.

Senza porvi speranza, osservò nuovamente il frutto del proprio lavoro e la fortuna, questa volta, gli sorrise. S’avvide, infatti, che qualcosa era cambiato.

Sellato nuovamente il nero animale, ripartì. Con sorpresa notò che in tutta la terra viveva di un nuovo fermento. I fiumi scorrevano, le piante germogliavano, le creature avevano preso a nascere, crescere e morire.
Nella sua saggezza capì cosa era accaduto. Ad ogni battito di ali del corvo, un’ombra si era gettata su ogni parte della terra. Solo l’occhio cieco dell’animale e il riflesso del suo piumaggio erano visibili ed erano fonte di lustro in quell’oscurità.

Chiamò quel Suo primo volo Notte dei Tempi, poiché a partire da esso i Tempi avevano preso a scorrere, e donò il corvo al proprio figlio, il Viaggiatore, così che i giorni e le notti potessero alternarsi senza che fosse costretto ad interrompere il proprio magnificente operato.»


Tutti i bambini alzarono gli occhi al cielo e guardarono alla notte con nuova consapevolezza. Alcuni corsero e saltarono salutando il grande corvo che ammiccava loro col luminoso occhio cieco. Gwelarin sorrise del loro entusiasmo e al ricordo di quando il suo tempo non era ancora passato.



Veronica Cani
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Messaggio#2 » mercoledì 21 ottobre 2015, 16:48

Il tuo è un ottimo racconto. Il tema è perfettamente rispettato e la storia, che scorre bene dall’inizio alla fine, risulta gradevole e suggestiva. Non ho nulla da eccepire né sulla forma, né sullo stile, semplice e fluido ma efficace. C’è solo una frase che mi piacerebbe che mi chiarissi ulteriormente, proprio quella di chiusura del racconto: “Gwelarin sorrise del loro entusiasmo e al ricordo di quando il suo tempo non era ancora passato”…in che senso il suo tempo non era ancora passato? Scusami, probabilmente è un problema mio e delle mie sinapsi che oggi sono fuori uso, ma non riesco a cogliere il senso dell’espressione. Ti rinnovo i miei complimenti per l’ottimo lavoro! :)

Simone Cassia
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Messaggio#3 » mercoledì 21 ottobre 2015, 17:13

Ciao Veronica,
grazie mille del commento, ti chiarisco subito l'ultima frase.
Essendo anziana e avendo appena narrato di una storia che parla dello scorrere del tempo, la donna non può fare a meno di pensare alla sua giovinezza di fronte all'entusiasmo e alla vitalità dei fanciulli, that's all. :P

Veronica Cani
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Messaggio#4 » mercoledì 21 ottobre 2015, 17:31

Perfetto, ora è chiarissimo, probabilmente le mie sinapsi hanno ripreso a funzionare :D Ti rinnovo i miei complimenti! :)

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Andrea Partiti
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Messaggio#5 » mercoledì 21 ottobre 2015, 17:34

Il tuo racconto è molto piacevole da leggere. Non è originalissima l'idea del tema reinterpretato come mito di creazione, ma si perdona facilmente. L'idea del corvo come creatore è ricorrente tra i nativi americani, ma ammetto che visto il falò con i bambini attorno, mi aspettavo quasi una reinterpretazione del nachtkrapp, il corvo gigante rapitore di bambini delle mitologie germaniche!

Anche la Notte dei Tempi si incastra bene nel mito, è una falsa etimologia molto elegante.
Mi impegno sempre a trovare qualcosa di positivo e qualcosa di negativo in ogni racconto, ma per questa volta passo sulle negatività, perché non riesco a trovarne facilmente!

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Flavia Imperi
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Messaggio#6 » mercoledì 21 ottobre 2015, 18:27

Approvo decisamente questo tuo periodo "wild". Un racconto splendido, dai toni caldi nonostante parli dell'oscurità, il ritmo lento di un mondo che si forma davanti agli occhi dei bambini, prendendo vita nella loro immaginazione e così in quella di chi legge. Sei bravo a creare atmosfere magiche e coinvolgenti, mondi incantati eppure realistici. Hai dipinto il Grande Corvo in modo efficace e mistico, sono sicura che Lui approverebbe. :)

A rileggerci!
Siamo storie di storie

carla anastasio
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Messaggio#7 » venerdì 23 ottobre 2015, 0:41

Ciao Simone,

Il tuo racconto lo trovo poetico e commovente, con un ritmo cantilenante tipico del narratore di miti e apprezzo la tua fantasia nel 'creare' (è proprio il caso di dirlo) un mondo.

Ho però un paio di appunti da farti: la frase ' ad ogni battito di ali del corvo,un'ombra si era gettata su ogni parte della terra' evoca un'ombra soggetto consapevole, che si getta su ogni parte della terra o che viene gettata? E poi, intera o suddividendo sé stessa per ogni parte? Con questa incertezza non riesco a visualizzare correttamente l'immagine che vuoi evocare e mi dispiace perché rimango sospesa e così si interrompe il piacere della lettura. Sono in attesa di un chiarimento per godermela fino in fondo.

Anche il termine 'fonte di lustro', secondo me, non rende bene l'immagine perché una cosa è lustra quando riceve luce fino a risaltare e quindi non può esserne la fonte.

Nel complesso una buona prova.

Simone Cassia
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Messaggio#8 » venerdì 23 ottobre 2015, 9:54

@Flavia, grazie per essere passata, sei sempre gentilissima ^_^

@Carla, grazie per il tuo commento, ti spiego subito i due punti che ti lasciano dubbiosa.

"ad ogni battito di ali del corvo,un’ombra si era gettata su ogni parte della terra"
Ho immaginato che la notte arrivasse sulla terra di pari passo al volo del corvo e non dovuta alla rotazione terrestre. Come se l'apertura alare dell'uccello fosse così ampia da proiettare la notte sulla terra nella porzione che sta sorvolando in quel momento.

"fonte di lustro"
Qui con "lustro" mi sono rifatto direttamente al significato latino "illuminare" quindi lo intendo come fonte di luce. Questo significato si è mantenuto in siciliano, in cui per "lustro di luna" si intende quel chiarore tipico delle notti di luna piena. Ho usato quel termine perché volevo sottolineare le correlazioni
Occhio cieco = Luna
Riflessi del piumaggio = cielo stellato

Spero di essere stato esaustivo, per qualsiasi altro dubbio, sono qui! :)

viviana.tenga
Messaggi: 560

Messaggio#9 » domenica 25 ottobre 2015, 15:19

Ciao Simone,
Mi è piaciuta molto l'idea alla base del tuo racconto e l'interpretazione del tema, un mito della creazione con il giusto mix di elementi tradizionali e originali. A livello di stile, ho trovato qua e là delle scelte lessicali che rendono il tono generale un po' troppo pomposo rispetto a quello che dovrebbe essere il racconto di una fiaba. Quella che mi ha inceppato un attimo nella lettura è quando all'inizio parli di "invocazioni" dei bambini (le hanno solo chiesto di raccontare una storia), per il resto sono piccole cose che singolarmente non mi avrebbero dato fastidio, ma accumulandosi finiscono per appesantire un po' il tutto. Per il resto nulla da dire, mi è piaciuto.

Simone Cassia
Messaggi: 70

Messaggio#10 » domenica 25 ottobre 2015, 16:06

Ciao Viviana,
ti ringrazio per il commento. Mi spendo brevemente per "difendere" la mia scelta del registro linguistico.
Intanto partiamo dalle "invocazioni" dei bambini. Benché ne abbia riportata una sola (probabilmente la prima), ho immaginato che il gruppo di bambini iniziasse a vociare perché la sciamana si dedicasse a loro; da qui il termine "invocazioni".
Per il tono generale del racconto ho scelto questo registro pomposo perché non si tratta di una fiaba raccontata da una nonna (o da papà castoro) ai nipoti, bensì dell'autorità religiosa di una comunità che tramanda ai membri più giovani la storia più importante di tutte, la nascita della vita. Il mito della creazione.
La religione come rito, tradizione e mistero deve essere trattata in maniera adeguata.

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patty.barale
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Messaggio#11 » giovedì 29 ottobre 2015, 8:06

Ciao Simone!

Un racconto nel racconto. Bello, poetico e scritto molto bene!

Hai saputo creare benissimo l'atmosfera intorno al fuoco, di cui si percepisce quasi il calore, e il clima magico del mito di creazione.

Che dire? Bravo!

È dura arrivare a trecento caratteri quando la sola cosa che vuoi dire è: mi è piaciuto tantissimo!

Alla prossima!

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raffaele.marra
Messaggi: 397

Messaggio#12 » giovedì 29 ottobre 2015, 9:11

Una favola mitologica presentata come tale che risulta perfettamente coerente con il tema del mese. L’ambientazione è originale, anche se, non conoscendo la letteratura alla quale tu ti ispiri, non sono in grado di dire se il mito che tu racconti sia esistente o sia una tua invenzione totale. Lo stile è semplice e non sempre all’altezza del testo. In definitiva si tratta di un racconto positivo che però non mi ha entusiasmato del tutto.

 

Wikierrante
Messaggi: 11

Messaggio#13 » giovedì 29 ottobre 2015, 23:23

Un racconto fantastico, con una cornice che fa subito immergere il lettore in una certa modalità di visione. Il mito della creazione è ben giocato e tanto suggestivo, e scritto con uno stile che ben si sposa con quel particolare tipo di racconto orale, lontano e sciamanico.

Non ti nego che anche io una volta letto il tema avevo in mente di scrivere qualcosa di simile, quindi non può che essermi piaciuto il tutto, specialmente come te lo sei giocato tu!
Complimenti.

Angela_Bernardoni
Messaggi: 10

Messaggio#14 » venerdì 30 ottobre 2015, 22:05

Ciao Simone,

questo racconto mi è piaciuto molto, il tema è stato interpretato in modo ineccepibile e la cornice della storia intorno al fuoco dà modo di calare ancora di più il lettore in quella notte di cui ti si chiedeva di parlare e di utilizzare un registro abbastanza datato (s'avvide, si apprestò) senza che questo risulti dissonante nel racconto.

Stavo cercando una critica da farti quindi vado proprio a cercare il pelo nell'uovo: la parola "sciamana" mi trasporta subito tra gli indiani d'America, ma il nome dell'anziana protagonista, Gwelarin, sembra più un nome celtico o sassone. Dove siamo, in realtà?

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antico
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Messaggio#15 » domenica 1 novembre 2015, 10:13

Un racconto "raccontato" il cui difetto sta nella mancanza di contrasto. Notte, giorno, ombre, ma quello che accade è dato e nulla può il protagonista che, invero, rimane passivo. C'è anche molto simbolismo, cosa che in genere rifuggo. Ho notato che generalmente è piaciuto, ma devo essere onesto con me stesso e con te e affermare che, personalmente, mi ha lasciato perplesso. Mi rendo conto che giudicarti con pollice NI può sembrare eccessivo, ma, davvero, sento scorrere poca vita in un testo che invece la celebra. Mi spiace. :(

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