ALI A PEDALI di MARCO RONCACCIA

72ª Edizione della sua storia, Minuti Contati ospita una guest star d'eccezione: Augusto Chiarle. QUI potete visionare il trailer, al suo interno sono disseminati degli indizi sul tema con cui gli autori dovranno confrontarsi. Il VIA è fissato per lunedì 19 ottobre alle ore 21.00.
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marco.roncaccia
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ALI A PEDALI di MARCO RONCACCIA

Messaggio#1 » martedì 20 ottobre 2015, 0:51

I pedali sono le mie ali.
Sopra alla bici mi sento Superman.
Ho due passioni, il ciclismo e i fumetti dell’Uomo d’acciaio.
Faccio una vita da Clark Kant anche se non mi chiamo Clark, ma Mario Rossi.
Sono vigile urbano.
Non dirigo il traffico e non pattuglio strade, sto dietro a una scrivania.
Io amo la strada ma il capo dice che il mio posto è in ufficio perché sono ritardato.
Quando credono che non senta, i colleghi, mi chiamano anche mongolino, demente o scemo.
L’istruttore capo Arturo Ricci, poi, mi piglia per il culo e pensa che io non me ne accorga.
Anche Arturo Ricci sta alla scrivania ma non è ritardato. Gli altri dicono che è raccomandato. E’ il cognato di uno che era assessore e poi si è dimesso. Invece Arturo Ricci è rimasto.
Arturo Ricci deve compilare le multe dell’Autovelox ma le passa a me.
Io faccio il suo lavoro e mi va bene. Senza fare niente mi annoio.
Anche lui si annoia e fa gli scherzi.
Tipo pisciare nella mia bottiglia del tè.
Tutti ridono, tranne me.
Esco dal lavoro alle 18, torno a casa, ceno e dormo. Alle 22 suona la sveglia. Indosso la mia tuta e prendo la Wilier da corsa rossa e blu, telaio d’acciaio, come Superman.
I pedali sono le mie ali e volo per strada più veloce della luce.
Devo arrivare in tangenziale prima delle 23 e nascondermi sotto al cavalcavia.
Dalle 23 alle 6 la tangenziale è chiusa e io mi alleno.
Ho imparato a cucire per potermi fare il costume da solo. Tuta, cintura e mantello. Ho anche ricamato la scritta rossa su campo giallo.
All’inizio faticavo molto e non raggiungevo i 60 km/h.
Ora sono allenato e tocco i 75. L’importante è stare sopra i 70.
Stanotte è la mia notte e i pedali le mie ali.
So dove sarà la volante, ho letto l’ordine di servizio: Statale 4. Dopo un rettilineo di 2 km. Posizione perfetta.
Ho il costume sotto la divisa e la Wilier in una sacca. Esco dall’ufficio e mi apposto al bar del benzinaio Esso.
Sorseggio una Redbull intanto che aspetto. Vedo la volante della municipale passare. Vado in bagno. Il bianco della camicia si apre sulla tuta blu e il mantello rosso. Monto le ruote alla Wilier ed esco con la bici dal bagno. Prendo la laterale per riscaldarmi. Pedalo per 15 km e sono pronto. Imbocco la statale spingendo con vigore. Il deragliatore scatta sul rapporto più duro. Il computer dopo un chilometro segna 65 km/h. Aumento la frequenza della pedalata e il contachilometri schizza a 69. Sono a 200 metri dal traguardo. Aumento il ritmo e a 50 metri dall'obiettivo, per scivolare più veloce, salgo sul bianco della striscia di mezzeria. Vedo il 70 sul display e un lampo di luce nella notte mi dice che ho vinto. Subito dopo un’auto in sorpasso nella corsia opposta mi prende in pieno. Volo più veloce della luce, di notte, senza ali. Domani non sarò in ufficio. Mi dispiace perché non vedrò in faccia il mio istruttore capo quando su una foto dell’autovelox si troverà davanti Superman con una scritta rossa su sfondo giallo al centro del mantello che dice “ARTURO RICCI MERDINA”.



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Flavia Imperi
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Messaggio#2 » mercoledì 21 ottobre 2015, 11:27

Ciao Marco!

Una storia "acre", dal finale geniale, che strappa per forza una risata. Come al solito ti distingui per uno stile particolare, dalla scelta della terminologia ai personaggi strampalati, per i quali non si può non tifare.
Hai sviluppato il tema in modo originale, centratissimo a mio avviso.
Bellissima l'immagine del protagonista che si allena sulla Tangenziale, mi hai davvero stuzzicato l'immaginario!

Qualche svista/refuso:
- Per quanto non ami i due punti, penso che dopo "ho due passioni" ci vadano proprio
- Clark KEnt! supereroe, non filosofo! (o era voluta?) XD
- "io amo la strada, ..." la virgola
- "mongolino, demente o scemo" li avrei messi fra virgolette o corsivo

Complimenti per il racconto, che nello spazio di una frenata fa emozionare, ridere e provare tristezza per un meraviglioso antieroe.
Siamo storie di storie

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maria rosaria
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Messaggio#3 » giovedì 22 ottobre 2015, 13:43

Ciao Marco.
Già la storia in sé mi era piaciuta, ma con il finale il livello di soddisfazione è arrivato alle stelle.
Certo, dispiace che Mario Rossi debba passare a miglior vita per togliersi quella soddisfazione che avrebbe voluto togliersi da vivo con l’odioso Arturo Ricci. Ma così è.
E se Mario potrebbe far pensare all’inizio a quell’Ugo (Fantozzi) che tutti conosciamo, nel corso della storia si riscatta facendoci conoscere la passione che mette nel pedalare e la dedizione a questa sua attività notturna. Mario Rossi quando cala la notte mette le ali e diventa un supereroe.
E muore da eroe, spiattellando all’istruttore capo tutto il disprezzo che, da vivo, ha nutrito per lui.
Già ha detto Flavia: il Clark non è Kant ma Kent.
In conclusione: ottima prova.
:-) bello!
Maria Rosaria

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eleonora.rossetti
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Messaggio#4 » giovedì 22 ottobre 2015, 20:58

Ciao Marco!

per riassumere il racconto: https://www.youtube.com/watch?v=Zhu9lQk-TGE (della serie, incredibile ma vero XD)

E' interessante come, volente o nolente, ci sia molto spesso una bicicletta nei tuoi racconti (mi viene da pensare a "Non cambia mai").

Il tuo stile è molto incisivo, poche descrizioni e frasi a effetto che toccano in profondità. Mi è spiaciuto per il povero protagonista, che manco riesce ad assistere alla soddisfazione finale dell'autovelox, ma che muore con la consapevolezza dell'avvenuta vendetta.

Se proprio proprio devo andare di pignoleria, mi viene il dubbio che un autovelox riesca a fotografare la scritta sul mantello, dato che svolazza sulla schiena forse rischia di non essere visibile. Però chissà se il nostro eroe, in effetti, ha pensato anche a quello... quindi ci lasci il dubbio che alla fine la vendetta l'abbia mancata sul serio.

PS: è Clark KEnt! Argh! Ti porto a un corso di nerdismo ;) (ma se era voluto, fai come se non avessi parlato ;) )

Alla prossima!
Uccidi scrivendo.

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marco.roncaccia
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Messaggio#5 » venerdì 23 ottobre 2015, 7:45

Ciao e Grazie per i commenti e soprattutto per "la critica al refuso puro". In effetti avete ragione voi :) ho toppato e ho dato all'uomo d'acciaio una nuova identità segreta, quella di un filosofo tedesco del 700.

@Eleonora, sono partito proprio da quel video e ci ho costruito la storia intorno. Il nostro Mario Rossi è ritardato ma mica scemo. Lavora per la municipale e sa tutto sugli autovelox . Per questo si è cucito il costume da solo e ha collocato la scritta proprio dove sa che verrà fotografata. Per quanto riguarda i miei tormentoni sono 3: zombie, bici e seconda persona. Se in un racconto non ne infilo nemmeno uno poi sto male ;)

carla anastasio
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Messaggio#6 » lunedì 26 ottobre 2015, 16:52

Ciao Marco,

sono un'imbucata di un  altro gruppo, però non potevo mancare di dirti che mi sei piaciuto moltissimo: intanto è tutto ben descritto, senza omissioni od equivoci, poi la descrizione del personaggio e del suo 'piano' per prendersi una bella rivincita è, oltre che originale, un misto tra genialità e ingenuità tipico di chi è 'un po' ritardato, ma mica scemo'.  Ma la cosa stupenda è la risata di cuore che è esplosa leggendo il finale. Bravo, a ben rileggerti . (Ps: io sono dell'era di Clark Kent e forse anche tu, perciò non ti perdono la svista)

Fernando Nappo
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Messaggio#7 » mercoledì 28 ottobre 2015, 9:20

Ciao Marco,
all'inizio del tuo racconto ho pensato: ecco un altro che ci prova col disabile di turno. Troppo comodo!
Poi, proseguendo nella lettura, mi sono accorto che il tuo racconto prende una piega vagamente surreale che lo distingue nettamente, che non cerca minimamente di sfruttare la condizione del protagonista per crare commozione o altro, e, soprattutto, che il tuo protagonista vive la sua disabilità quasi con orgoglio. Peccato solo che faccia una brutta fine.
Ho solo un paio di dubbi: uno quello evidenziato da Eleonora sulla leggibilità della scritta nella foto presa con l'autovelox, due - ma non sono un esperto e potrei sbagliarmi - che si possano raggiungere quelle velocità in bicicletta.
A proposito, vista la tua passione per la bici, mi levo una curiosità: si va davvero più veloci a pedalare sulla striscia di mezzeria o è solo una nota di colore che hai voluto inserire nel racconto?
Bella prova.

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marco.roncaccia
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Messaggio#8 » mercoledì 28 ottobre 2015, 14:45

Ciao Fernando, ti ringrazio per il commento. Rispondo brevemente al tuo quesito. La vernice rende l'asfalto più liscio, fa diminuire l'attrito e rende la bici piú veloce. Me lo hanno raccontato ciclisti più esperti di me

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patty.barale
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Messaggio#9 » venerdì 30 ottobre 2015, 11:02

Marco, sei  una garanzia!

i tuoi personaggi sono sempre strambi, sfigati, ma così veri e dalle risorse inattese (per la serie: anche un hobbit può rivelarsi un eroe!)

BRAVO!

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Adry666
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Messaggio#10 » venerdì 30 ottobre 2015, 12:05

Ciao Marco,

ben ritrovato!

Tema centrato. Un racconto ironico e triste nello stesso tempo. Un protagonista ben delineato, con molte sfaccettature, che fa sorridere in più punti. Come al solito uno svolgimento originale con un finale simpatico. L’allenamento sulla tangenziale è geniale (non so perché ma mi ha ricordato anche un film di Fantozzi, quando cerca di prendere il bus al volo da casa) e mi hai fatto quasi venire voglia di provare a farlo ))
Ottima prova, complimenti.

Ciao a presto
Adriano

Serena
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Messaggio#11 » venerdì 30 ottobre 2015, 21:53

Ciao Marco! Storia onesta nel raccontarsi, senza troppi fronzoli e declamazioni. Un uomo vessato che abbozza, meditando una mirabolante vendetta. Mi è molto piaciuto i finale, tragico si, ma liberatorio. Come un vaffanculo urlato a pieni polmoni nella notte o in faccia all'imbecille che ci ha reso la vita un inferno. Bravissimo Marco!

Francesca Nozzolillo
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Messaggio#12 » venerdì 30 ottobre 2015, 22:06

Ma che racconto fico! Bravo! Devo dire che è quello che mi è piaciuto di più. Quando ho iniziato a leggere ero infastidita, perchè il linguaggio che usi è un po' semplicistico, come se avessi iniziato a scrivere da poco. Quando ho capito che il protagonista era ritardato ho compreso la tua scelta, e ho iniziato a leggere con una consapevolezza diversa. Poi è successo che Mario è salito sulla bici, ha iniziato a pedalare, ed improvvisamente il tuo linguaggio è mutato, è cresciuto, come se sulla bici lui fosse davvero se stesso, come fosse una 'persona normale'. Forse è una mia pippa mentale è, ma cavolo, se lo hai fatto a posta complimenti proprio.

Che morisse era scontato, si capiva, ma proprio per questo ho riso parecchio quando invece si è capita la sua vera motivazione. Bravissimo, complimenti davvero!

Giulio_Marchese
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Messaggio#13 » venerdì 30 ottobre 2015, 22:13

ALI A PEDALI di MARCO RONCACCIA

Racconto divertente e un po grottesco e persino triste, i personaggi o meglio il personaggio è molto eccentrico e non può che risultare simpatico. Tutti gli elementi sono al proprio posto, non c'è una frase che non sia perfettamente funzionale al racconto. Molto grazioso non cambierei niente. Ottima prova, complimenti!

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antico
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Messaggio#14 » domenica 1 novembre 2015, 20:43

Qualche linea di dialogo qua e la non avrebbe guastato, ma il racconto è davvero riuscito. C'è la tua passione per le bici, ma declinata con arguzia. Si è un po' tristi durante la lettura perché si sa che il protagonista non potrà mai finire bene, ma si arriva alla fine soddisfatti. Un pollice SU per me.

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