Chanson de geste

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Steamdoll
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Chanson de geste

Messaggio#1 » lunedì 16 novembre 2015, 23:04

Pseudonimo: Steamdoll

Il destriero scalpita, l'aria fredda della notte lo morde ovunque rendendolo irrequieto. Il cavaliere stringe le redini, serra la presa sulla lancia, respira pesantemente oltre la celata; la luce delle fiaccole riluce sulle armature splendenti. Non ha mai perso un incontro, Lancillotto, campione del regno, signore della giostra. Figlio di Camelot.
Il re assiso sullo scranno osserva la scena in silenzio, tra le grida del popolo infiammato dalla tenzone d'armi. Assiste alla corsa, allo schianto, alle urla di giubilo e all'incitamento dell'eroe, lo vede sollevare la lancia e riscuotere tutto l'onore, brillare di gloria, mentre l'avversario solca la sabbia trascinato dagli scudieri. Il re sorride, appena, batte le mani e guarda la sua regina, il suo entusiasmo.
Non riesce a gioire, divorato dalla consapevolezza. Il pegno della sua amata pende dalla lancia di un altro uomo, l'orgoglio che ora ripone nel giovane cavaliere un tempo era stato suo. Un rancore silente che striscia e avvelena la mente del signore di Britannia, un dolore così grande da organizzare un torneo solo per poter poi ripudiare una regina.
Si sente meschino, tradito, misero.
La corona soffoca i pensieri, grava sul capo per ricordargli chi è che comanda, chi deve farsi rispettare.
Il re sorride di nuovo, soddisfatto.
Avrà la sua vendetta.

Quando scosta la tenda, l'uomo è una furia liberata: travolge ogni cosa sul suo passaggio, con la forza di un giovane leone e non di uno morente. Solleva la spada verso il cavaliere, la lama risplende delle fiamme del braciere nell'angolo. Sente il cuore sollevarsi, infine, quando la sua regina è colta in fallo.
Tuttavia la donna non teme, non mostra paura o sgomento.
Il re vacilla, il braccio si fa pesante mentre Ginevra gli sorride. Bella come sempre.
Con la grazia di una ninfa posa le mani sull'elmo del cavaliere, lo solleva, una cascata di capelli castani va a posarsi sugli spallacci ammaccati del campione. Gli occhi azzurri del traditore sono su di lui, il sorriso piega le labbra del volto delicato della dama in armatura.
Il re è inerme. Il braccio ricade al fianco, lento, sfidando il tempo. Non sa cosa dire, immobile.
«E così, mio Signore, le donne non posson affrontare vera guerra, voi dite? Credo proprio che voi, mio Sovrano, dobbiate alla vostra Regina dieci monete.»
Ginevra tende la mano, in attesa.
Il re sorride, ricordando la scommessa lanciata. Ha perso.
Il re sorride: ora sa, sa che la gelosia è solo nell'occhio di chi non vede.


«To argue with a man who has renounced the use and authority of reason, and whose philosophy consists in holding humanity in contempt, is like administering medicine to the dead, or endeavoring to convert an atheist by scripture.»

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AmbraStancampiano
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Re: Chanson de geste

Messaggio#2 » mercoledì 18 novembre 2015, 22:07

Ciao steamdoll,
la prima cosa che mi viene da dire è WOW!
Complimenti, un gran racconto che riprende in maniera perfettamente mimetica la chanson de geste e l'epopea di Artù.
Lo stile è quello, ed è impeccabile salvo qualche ripetizione sul finale, che non ho capito se era voluta per sottolineare i concetti.
L'unico appunto che posso farti è che il testo non è molto originale, non per l'utilizzo dei personaggi ma per il concetto di "cavaliere donna che è più figa e brava dei cavalieri uomini"; credimi, è ben poca roba comunque, questo pezzo lo vedo quasi come un piccolo regalo per cui ringraziarti.
quindi, grazie :)

alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Angela
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Re: Chanson de geste

Messaggio#3 » mercoledì 18 novembre 2015, 22:26

Mi unisco ai complimenti di Ambra, testo scritto divinamente, descrizioni eccellenti, ti sei calata alla perfezione nel Medioevo e ci hai regalato uno spaccato davvero pregevole. Il finale però, a parte la ripetizione, sicuramente voluta, pone in secondo piano la figura del cavaliere che tanto ci ha affascinato per concentrarsi su Ginevra. Invece il personaggio femminile che indossa l'armatura è grandioso, magari con qualche carattere in più avresti potuto restituirle un'identità. Resta comunque un pezzo di gran pregio. Bravissima.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Andrea Partiti
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Re: Chanson de geste

Messaggio#4 » mercoledì 18 novembre 2015, 23:59

Benvenuta!

Bello davvero, il tuo racconto, anche io ho davvero poco da criticare, e dovrei sforzarmi per riuscirci.
Perfetto lo stile, non cede mai per tutto il racconto, e ottima l'interpretazione del tema, ammetto che ero partito in automatico con i personaggi standard in testa e non mi aspettavo il colpo di scena finale, anche se in retrospettiva, considerato il tema, ci potevo arrivare. Mi piace essere sorpreso.
Non è nuovissima l'idea della donna che si finge cavaliere, coperta dalla sua armatura, ma che importa, se viene reinterpretato in maniera piacevole?
(Sto giocando a fare il puntiglioso sul testo, in questa edizione, parola per parola, ma non ho nulla da ridire per te!)

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Callagan
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Re: Chanson de geste

Messaggio#5 » giovedì 19 novembre 2015, 16:15

Ciao Steamdoll, ben trovata.
Ho diversi appunti da farti.
1. Il riadattamento della storia di Lancillotto e Artù va a giocare a tuo sfavore. Anche solo per il fatto che generano indirettamente nel lettore diversi interrogativi. Lancillotto e Artù erano grandi amici, si conoscevano direttamente al di là della celata. Quindi trattare Lancillotto come il "cavaliere mascherato" che nessuno ha mai visto in viso... beh... non è una pillola che viene mandata giù velocemente. Il solo cambiare il nome dei protagonisti avrebbe risolto questo dettaglio.

2. Nel paragrafo finale la narrazione incespica, non si riesce bene a tener il filo della narrazione e si fatica a figurarsi la scena. Ti cito:
Steamdoll ha scritto:Tuttavia la donna non teme, non mostra paura o sgomento.
Il re vacilla, il braccio si fa pesante mentre Ginevra gli sorride. Bella come sempre.
Con la grazia di una ninfa posa le mani sull'elmo del cavaliere, lo solleva, una cascata di capelli castani va a posarsi sugli spallacci ammaccati del campione. Gli occhi azzurri del traditore sono su di lui, il sorriso piega le labbra del volto delicato della dama in armatura.

Cambia repentinamente, per ben due volte, il punto di vista. Tanto che la prima impressione è che sia il re che "con la grazia di una ninfa" sollevi l'elmo del cavaliere. Poi, a rigor di logica, si comprende che l'azione è compiuta da Ginevra. Ma ecco che i riferimenti cambiano di nuovo con "gli occhi azzurri del traditore sono su di lui".
Ecco, questa parte è un po' da rimaneggiare mantenendo la narrazione lineare.

3. Il finale da "burla" non mi soddisfa, anche perché, dato il tema, risulta telefonato. La getto lì: una regina che tradisce il re per una donna mascherata da cavaliere sarebbe stato più forte.

Spero di esserti stato utile. Alla prossima.

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Steamdoll
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Re: Chanson de geste

Messaggio#6 » giovedì 19 novembre 2015, 23:32

Innanzitutto vi ringrazio per i commenti e per aver condiviso con me le vostre impressioni.

AmbraStancampiano: sono molto contenta che ti sia piaciuto. Le ripetizioni nel finale in effetti sono tutte volute, le ho rilette più volte, mi sono chiesta se fossero d'ostacolo, mi sono convinta di no e ho preferito che la ricorrenza richiamasse una "simmetria" stilistica tra la prima e la seconda parte, per quanto sia ancora in dubbio sull'ultissima frase. In effetti il tema non è molto originale, ma devo ammettere che è un mero artificio solo per arrivare al focus centrale!

Angela: grazie mille anche a te. Il cavaliere è pensato come ossessione di Artù, è molto importante nella prima parte proprio perché lui lo rende tale. Tuttavia, quando si rende conto dell'artificio, passa del tutto in secondo piano, quindi se la sua figura scivola via (così come la gelosia immotivata) esprime esattamente ciò che doveva e sono soddisfatta (per quanto indubbiamente il racconto avrebbe potuto prendere altre strade).

Andrea Partiti: grazie del benvenuto, gentilissimo! Il tema non è affatto originale, ma mi fa piacere che pur sfruttando qualcosa di già conosciuto sia riuscita a dare una buona impressione.

Callagan: il cambiare il nome dei protagonisti ne avrebbe indebolito l'archetipo. Se li avessi chiamati Re Artù e Sir Parsifal, non si sarebbe pensato subito alla gelosia e avrei dovuto instillare il dubbio nel lettore con più accenni, qui non è stato necessario, perché il triangolo Artù, Ginevra e Lancillotto lo suggerisce di suo. I pensieri a cui sei arrivato sono esattamente ciò che cercavo di evocare, il disappunto arriva sul finale, a quel punto è già troppo tardi, il racconto è tratto!
Non sono d'accordo sulla narrazione altalenante perché, seguendo la citazione: "Tuttavia la donna non teme, non mostra paura o sgomento."
Questo è esattamente ciò che pensa il re mentre la sta guardando, non sono entrata nella testa di Ginevra (a quel punto la parte sbagliata sarebbe "non mostra", perché lei non lo mostra a se stessa). "Con la grazia di una ninfa posa le mani sull'elmo del cavaliere" siamo ancora negli occhi del re, è lui che la vede così. Tuttavia, ti do ragione sul fatto che il soggetto possa essere confuso (se non si considera che lui regge una spada, quindi non potrebbe afferrare con entrambe le mani nient'altro), ma un soggetto lì in mezzo sarebbe stato opportuno per risolvere qualsiasi ambiguità.
Credo che il finale debba essere telefonato. Sicuramente sarebbe stato un finale più forte, ma non avrebbe rispettato lo spirito di ciò che stavo creando: sarebbe risultato un testo più "moderno", inoltre avrebbe vanificato l'intenzione di dimostrare il vero inganno: non è la donna vestita da uomo, ma è la gelosia l'inganno di cui è preda Artù. Una gelosia che non sarebbe decaduta se le donne fossero state amanti: il re avrebbe avuto ben ragione di essere geloso comunque. Si passerebbe quindi da un inganno emotivo (la gelosia) a un inganno visivo (l'amante che invece che uomo e donna, senza però che cambi la sostanza).

Tutti i vostri commenti mi sono stati molto utili, permettendomi di dare una noiosa spiegazione sulle mie scelte, perciò grazie ancora!
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alexandra.fischer
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Re: Chanson de geste

Messaggio#7 » venerdì 20 novembre 2015, 21:16

Chanson de geste di Steamdoll Il tema è sempreverde. Lancillotto affascina come sempre e nella tua storia c’è il rimando alla sua storia adulterina con Ginevra. Artù vorrebbe vendicarsi di lui, ma non ci riesce. Difatti, Ginevra ha giocato d’astuzia, indossando l’armatura al posto di Lancillotto e combattendo al posto di lui. Ha vinto dieci monete e allontanato i sospetti di Artù dal campione. Come rielaborazione della saga di Camelot è ingegnosa. Mi è piaciuta molto.
Dovresti solo aggiustare la scena nella quale il cavaliere si rivela la regina (tipo, il cavaliere sollevò l’elmo e di lì far partire la descrizione della bellezza muliebre). Te lo dico perché sono arrivata a capire cosa succedeva da una seconda lettura del passaggio.

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ceranu
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Re: Chanson de geste

Messaggio#8 » domenica 22 novembre 2015, 1:01

Ciao, piacere di conoscerti.
Testo scritto divinamente. Il titolo suggerisce l'intenzione, la tecnica la fa rivivere. Però la dimostrazione di bravura, per essere completa, doveva essere supportata da una buona trama; non che questa non lo sia, ma gli elementi che arrivano alla fine sono contraddittori rispetto a quelli che li precedono. Inizialmente sembra di vivere una storia fatta di gelosie e di piani studiati a tavolino da Artù che vorrebbe incastrare Ginevra (classico). Poi nel finale scopriamo che invece è stata la regina a ingannare il Re (però non hai mai accennato a questa scommessa). Anche il fatto di aver trasformato l'amante di Ginevra in una donna casca sul lettore come un macigno (fino a quel punto avevi sfruttato in maniera coerente la leggenda di Artù). Ho avuto l'impressione che tu abbia iniziato il racconto con un'intenzione, per poi cambiare rotta nel finale.
Quindi sono combattuto. Da una parte c'è un lavoro impeccabile dal punto di vista tecnico, dall'altra una trama, passami il termine, furba.
Rimane un racconto ottimo, ma con riserva.
Ciao e alla prossima.

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Vastatio
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Re: Chanson de geste

Messaggio#9 » domenica 22 novembre 2015, 17:15

Ciao, non posso dire che il racconto mi sia piaciuto.
Nonostante sia scritto bene e tu riesca a tenere il lettore sul punto di vista del re geloso la rivelazione finale gioca sporco: tiri fuori l'assassino da un personaggio che non mi hai mai presentato. Anche al netto del tema ci si aspetta che qualcosa andrà storto al nostro re, ma in questo modo è facile, potevi anche infilare sotto la celata Giorgio Mastrotta che propone al re nuovi materassi per le sessioni ludico-motorie in camera da letto.
Lo stile che hai scelto di usare mi fa sanguinare. Ansante, come forse vuoi rendere la gelosia, ma non si scioglie nemmeno alla fine. Per il resto, a parte il senso di soffocamento, non mi ha trasmesso altro: una telecronaca degli eventi. Se era questo il tuo intento, ottima prova.

PS: leggendo gli altri commenti mi pare di essere l'unico a non aver apprezzato il tuo stile. Facciamocene entrambi una ragione.

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Steamdoll
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Re: Chanson de geste

Messaggio#10 » domenica 22 novembre 2015, 19:49

Torno per ringraziare anche gli altri.

Alexandra.fischer: sì, la scena della rivelazione è effettivamente problematica, come ha esposto anche Callagan, a causa dei soggetti. In caso di revisioni non mancherò sicuramente di rendere la dinamica più chiara;

ceranu: piacere mio! Durante la stesura mi sono effettivamente chiesta se fosse il caso di accennare alla scommessa, poi mi sono detta che avrebbe avuto molto risalto e avrebbe potuto suggerire che, femmina o meno, Lancillotto e la Regina fossero d'accordo. Accetto suggerimenti su come infilarla senza far sembrare forzato che il re parli o suggerisca della cosa durante la parte iniziale (ammetto che non saprei proprio dove infilarla per farlo sembrare naturale). Devo sconfermare: l'intenzione è sempre stata quella, sin dall'inizio, anzi, essendo partita dal fondo forse il procedimento si è guastato proprio nel costruire l'incipit. Ti ringrazio per il giudizio e rifletterò indubbiamente su come far sembrare il finale meno improvviso;

Vastatio: mi spiace che non ti sia piaciuto, ma se le riserve sono sullo stile, effettivamente sì, ci possiamo fare poco entrambi. Sono solo lieta che comunque lo consideri tecnicamente valido, sui gusti non si può né deve discutere.
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ceranu
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Re: Chanson de geste

Messaggio#11 » lunedì 23 novembre 2015, 12:52

Non riesce a gioire, divorato dalla consapevolezza. Il pegno della sua amata pende dalla lancia di un altro uomo, l'orgoglio che ora ripone nel giovane cavaliere un tempo era stato suo. Un rancore silente che striscia e avvelena la mente del signore di Britannia, un dolore così grande da organizzare un torneo solo per poter poi ripudiare una regina.
Si sente meschino, tradito, misero.
La corona soffoca i pensieri, grava sul capo per ricordargli chi è che comanda, chi deve farsi rispettare.
Il re sorride di nuovo, soddisfatto.
Avrà la sua vendetta.


Qui siamo nella mente di Artù, ed è in questo momento che devi darci l'informazione.

un dolore così grande da organizzare un torneo solo per poter poi ripudiare una regina
tanto ingenua da aver scommesso che una donna possa combattere una guerra.

Ok, non è il massimo, ma dovevi darci l'indizio sull'argomento che tiene banco nel finale. Secondo me è il principio che ti ha fatto cadere in errore. Il lettore deve avere in mano tutti gli elementi per arrivare al finale, anche se è a sorpresa. Se mi porti a credere una cosa e il finale è un altro, urti la sensibilità di chi legge. Se invece mi dai tutti gli indizi sarò anche più felice di leggere il tuo racconto, perché questo mi fa sentire una persona furba.

marina_usai
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Re: Chanson de geste

Messaggio#12 » martedì 24 novembre 2015, 21:29

Ciao Steamdoll,
il racconto ha un buon ritmo, le immagini sono chiare e si legge piacevolmente. Il fatto di usare personaggi che sono già presenti nel nostro immaginario (Re Artù, Ginevra e Lancillotto) non mi entusiasma particolarmente. Preferisco personaggi che, nonostante seguano degli archetipi, abbiano un’originalità e una vita tutta loro, anche se questo Lancilotto, di originalità ne ha a sufficienza per tutti e tre. Un racconto ben riuscito.

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Flavia Imperi
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Re: Chanson de geste

Messaggio#13 » mercoledì 25 novembre 2015, 10:56

Ciao Steamdoll, benvenuta! :)

Il tuo racconto è, sotto molti aspetti, davvero di buon livello. Al di là dei gusti, si legge abbastanza bene, seppure forse non sempre segui il punto di vista in modo magistrale (forse è la tua area di miglioramento, chissà, Minuti Contati aiuta proprio in questo!).

All’inizio è un misto fra onnisciente e pdv del personaggio. Devi scegliere uno dei due, se è pdv del personaggio “l’aria fredda della notte LO morde…” allora non puoi dire “Il Cavaliere” perché vai fuori dal punto di vista. O il lettore è nei panni del personaggio e vive con lui, o ne è fuori e vede la scena da sopra. Mai fare un mix!

Quando scosta la tenda
- questo punto non mi è stato chiaro all’inizio, poteva essere qualsiasi tenda. In alcuni casi, meglio puntualizzare o generi ambiguità che rallentano la lettura.

Nella parte centrale, ho avuto difficoltà a seguire in generale quello che succede e a chi.

Niente da dire a livello di registro linguistico, creazione dell’atmosfera, ambientazione. Sono sicuramente il tuo forte, brava.
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beppe.roncari
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Re: Chanson de geste

Messaggio#14 » mercoledì 25 novembre 2015, 17:09

Ben trovata, Steamdoll! :-)
Allora, cerca di capire il mio commento perché voglio davvero essere utile. Quello che rende interessante il tuo racconto è FUORI dalla storia, nell'immaginario collettivo, ma non è settato bene nel tuo testo.
Anzi, il tuo racconto NEGA tutti i presupposti che dovrebbero renderlo interessante e spaesante, e non setta il diverso mondo del racconto in cui i tuoi personaggi si muovono.
Intanto, è difficile capire chi sia la misteriosa amante di Ginevra travestita da Lancillotto (ammettendo che in questo mondo esista un "Lancillotto" e che lei ne abbia preso i panni...) perché non è presentata: ricorri all'escamotage della fama di Lancillotto che però in questo mondo forse neanche esiste... e quindi il tutto non si regge, come un castello di carte. Anche se lei fosse stata un "cavaliere mascherato" dal nome di Lancillotto avresti dovuto introdurla in qualche modo.
Inoltre, non semini "la scommessa" fra Ginevra e Artù. La tiri fuori alla fine come un asso dalla manica ma... non va. Dovevi metterla nella storia, all'inizio. Semina e raccolta. Altrimenti non ha senso.
Anche perché... che senso ha che Artù non sia geloso di un'amante lesbica della sua Ginevra? Nessuno... Forse l'avrebbe risparmiata per lo shock e la cavalleria... ma non credo che ne sarebbe stato tanto contento da riderne e pagare pegno alla sua regina.
Di queste tre cose, tutte abbastanza gravi dal punto di vista strutturale, la più grave però è quella di non aver seminato la scommessa all'inizio del racconto e di usare come puntelli delle premesse presenti - fin dal titolo - solo nelle conoscenze dei lettori sulle Chansons de Geste. Tecnicamente si tratta di: inganno al lettore.
Alla prossima!

PS
Lancillotto non mi pare sia mai stato definito "Figlio di Camelot". E se lo fosse nel mondo della tua storia non si capisce come mai nessuno sapesse che era una donna...

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Re: Chanson de geste

Messaggio#15 » mercoledì 25 novembre 2015, 18:46

Forse, semplicemente, non è un racconto adatto ai 3000 caratteri.
Ci sta, è probabile.
Non so davvero come in tremila caratteri avrei potuto mettere tutte quelle cose beppe, sono sincera: così come non sono d'accordo che le spiegazioni proposte fossero necessarie. Mettendo: la natura femminile di Lancillotto, la scommessa e il re che ci ripensa, l'effetto finale sarebbe semplicemente svanito. Sarebbe stato evidente dalle prime righe, non ci sarebbe stato alcun ribaltamento, semplicemente le cose sarebbero andate come chiunque sapeva.

Non essendo un testo giallo, questo, e non potendo (secondo me) rappresentare in qualche modo Lancillotto lo stesso ruolo risolutivo che ha un assassino in quel genere di romanzo (o racconto), non riscontro la stessa gravità che tu imputi al non aver dato indizi sul fatto che lei fosse donna.
Anzi, tutto l'inganno di Ginevra fa leva su questo. Il punto di vista è di Artù. Lui non sa che Lancillotto sia donna, non può saperlo neanche il lettore (che poi lo sia stato sempre o solo in quel momento, è un dettaglio secondo me del tutto irrilevante).

La fama di Lancillotto di sicuro esiste, ed è espresso da questa frase:
"Non ha mai perso un incontro, Lancillotto, campione del regno, signore della giostra."
Questa è insita nel racconto, non sono io che parlo al lettore, non vedo perché dovrei.

Magari Ginevra è davvero amante di un uomo di nome Lancillotto e questa è solo una donna che ne fa le veci per un torneo.
Magari invece è sempre stata lei. Non è un punto focale della cosa, così come non lo è l'età di Artù o quanti cavalieri conti la Tavola Rotonda al momento.
Ti ringrazio, davvero, del tuo intervento, ma io penso che gli archetipi del testo siano piuttosto chiari:
• Lancilotto: amante, gelosia
• Ginevra: regina, tradimento
• Artù: re, sospetto

Così come se avessi usato Ercole:
• Ercole: figlio di Zeus, forza

Mi rendo conto che molti siano ferrati nel ciclo arturiano, ma secondo me (e prendetela come una mera opinione personale) vi state attaccando a qualcosa che viene usato solo come simbolismo. Il mio non voleva essere un racconto che si inserisce nella tradizione di quel tipo e la disquisizione su Lancillotto è a doppio taglio: qualcuno mi dice che ne apprezza la reintrepretazione, altri invece che non va bene perché genera confusione.
Delle due devo sceglierne l'una... e avendolo scritto così, temo che sia evidente con chi sono d'accordo.

Ma ricorderò di certo in futuro, in caso dovessi ripresentare un racconto da 3000 caratteri, di usare personaggi del tutto inventati, perché il gioco non vale la candela (anche nell'ottica di un commento che descrive questo testo come "fan fiction". Che, prendendo la definizione di Wikipedia, potrebbe esserlo, perché mi piace il ciclo arturiano, ma questo non toglie che sia un testo a sé stante. È un po' come, con le dovute misure, definire fan fiction Le Nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley. O qualsiasi opera fantasy di MZB, in realtà; se lo è quello, sì, lo è anche il mio racconto).
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Re: Chanson de geste

Messaggio#16 » mercoledì 25 novembre 2015, 21:44

Scusa ancora se ti sono sembrato duro, ma Minuti Contati serve proprio per crescere e migliorare. "Una critica positiva è un doblone. Una critica negativa è una mappa del tesoro." (Livio Gambarini)

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Re: Chanson de geste

Messaggio#17 » giovedì 26 novembre 2015, 3:27

Non mi sei sembrato per niente duro.
Negli anni ho ricevuto critiche molto caustiche (che ho ritenuto immotivate a volte, altre volte invece no).

Semplicemente, come dicevo, non sono d'accordo, ma rispetto il tempo che hai impiegato per commentare il mio testo esponendomi la tua legittima opinione.
Tuttavia, continuo a pensare che è come chiedere ad Aislinn perché non abbia spiegato che Gabriele è un angelo o non abbia fatto vedere che abbia le ali prima di quando viene rivelato. Se in quel caso mi dite che basta il nome... la cosa mi lascerebbe perplessa su come vengano metabolizzate e rielaborate le informazioni inserite nei racconti in generale.
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Re: Chanson de geste

Messaggio#18 » sabato 28 novembre 2015, 0:06

Benvenuta a Minuti Contati!
Direi un'ottima prova, ma permettimi un paio di considerazioni. La prima: il racconto si sarebbe sorretto decisamente meglio senza il richiamo a personaggi conosciuti. In tutto e per tutto, lo vedo come una zavorra che non permette al testo di esprimere tutta la sua potenza. Rileggilo eliminando i riferimenti e dimmi se ho torto. Seconda: "Quando scosta la tenda, l'uomo è una furia liberata: travolge ogni cosa sul suo passaggio, con la forza di un giovane leone e non di uno morente"... Per me questo passaggio è decisamente non riuscito. Il "morente" mi ha fatto pensare allo sconfitto sul campo e mi sono mancati un sacco di passaggi logici. In ultimo, avrei esplicitato con maggior chiarezza il sesso del "paladino" di Ginevra, nel momento in cui lo sveli. Sono tutti problemi che possono portare il lettore a svariate considerazioni che però qui nello specifico trovo errate. Giusto mantenere segreta la scommessa perché il Re stesso se n'era dimenticato, dominato in toto dalla gelosia. Una prova da pollice rivolto verso l'alto, non tutto su per quanto ti ho espresso.

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Re: Chanson de geste

Messaggio#19 » sabato 28 novembre 2015, 14:31

L'unico punto su cui chiarisco è il leone: il leone giovane scaccia quello vecchio, così come il presunto amante scaccia il marito. La figura retorica si regge su questo, la battaglia implicita effettivamente richiede uno sforzo di astrazione verso il mondo animale che non dovrebbe essere richiesto al lettore, neanche se guarda National Geographic Channel tutti i giorni.
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Re: Chanson de geste

Messaggio#20 » sabato 28 novembre 2015, 14:51

Steamdoll ha scritto:L'unico punto su cui chiarisco è il leone: il leone giovane scaccia quello vecchio, così come il presunto amante scaccia il marito. La figura retorica si regge su questo, la battaglia implicita effettivamente richiede uno sforzo di astrazione verso il mondo animale che non dovrebbe essere richiesto al lettore, neanche se guarda National Geographic Channel tutti i giorni.


Perfetto, la metafora c'è, ma il problema è che il lettore arriva dalla visualizzazione di una giostra in cui uno ha perso e uno ha vinto. Non esplicitando il soggetto subito corri il rischio che a evocare la parola "morente" si tenda a pensare, come logico, al cavaliere appena abbattuto. La scelta del termine non ti ha favorita ed è un peccato perché il racconto è ottimo, al netto di alcuni bisticci interni che non aiutano una buona parte dei lettori.

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Re: Chanson de geste

Messaggio#21 » sabato 28 novembre 2015, 21:54

Carissima, come ho scritto anche ad Alberto per il suo "L'arcano", spero che il tuo racconto sia tra i finalisti, perché a me è piaciuto molto. In bocca al lupone! :)
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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