Un amico speciale

Veronica Cani
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Un amico speciale

Messaggio#1 » lunedì 16 novembre 2015, 23:23

UN AMICO SPECIALE

«Sono fortunato ad avere te. Sei il mio amico speciale.» Così Andrea si rivolgeva al suo migliore amico, anche se lo vedeva solo lui. L’aveva chiamato Roger, come il coniglio dei cartoni animati. Quando parlava con Roger, i suoi compagni lo guardavano storto, poi si scambiavano un’occhiata e scoppiavano a ridere. Ma a lui non importava. Raccontare a Roger quello che gli succedeva lo rasserenava e lo faceva stare bene.
Anche se Andrea era solo un ragazzino, aveva le sue brave giornate storte. Gli capitava di prendere un brutto voto a scuola, di macchiare di fango la roba fresca di bucato o, peggio ancora, di procurarsi uno strappo nei calzoni mentre giocava a pallone. E ogni volta che questo succedeva rimediava una sonora sgridata da parte dei suoi genitori. Andrea era arrivato alla conclusione che le urla fossero una componente innata della natura dei genitori.
Solo una persona non aveva mai alzato la voce con lui: don Maurizio. Era il parroco della chiesa di Santa Maria che Andrea frequentava e tutti i bambini lo adoravano. Giocava a nascondino insieme a loro, raccontava le barzellette e dopo la confessione offriva sempre a tutti le caramelle all’arancia. I genitori che andavano a messa a Santa Maria erano entusiasti di don Maurizio e dell’ascendente che aveva sui loro figli. «È una persona eccezionale» dicevano.
Quando Andrea era giù di morale per essere stato rimproverato, si confidava con don Maurizio. Lui lo faceva entrare in sagrestia, lo abbracciava a lungo e poi gli regalava le caramelle che gli piacevano tanto, quelle gommose alla liquirizia. «Torna a trovarmi, quando vuoi. Troverai sempre un amico che ti ascolta» gli diceva il prete, sfoderando un radioso sorriso.
Ma Roger una mattina lo mise in guardia da don Maurizio. «Non è bello il modo in cui ti tiene sulle ginocchia e ti abbraccia» gli disse.
«È mio amico» ribatté lui, contrariato.
«Ti stringe forte il fianco e ti fa male. E a te non piace quando fa così.»
Andrea dovette ammettere che Roger aveva ragione. C’era qualcosa nell’atteggiamento di don Maurizio che trovava sgradevole. Ma non sapeva spiegarsi cosa. Però smise di discuterne con Roger, anche perché i suoi compagni se n’erano accorti e stavano di nuovo ridendo.
Provò a parlarne ai suoi genitori, quella sera, dicendo loro che non voleva andare più a messa. Ma ci mancò poco che lo sbranassero. «Sei un ragazzino ingrato! Don Maurizio è così buono e gentile con te e i tuoi compagni, gioca con voi e vi fa divertire, e tu lo ripaghi così? Continuerai ad andare a messa e la finirai con questi capricci, o guai a te!»
Andrea quella notte tirò le coperte fino a coprirsi il viso e pianse. Come al solito, papà e mamma non lo capivano. Non avrebbe dovuto prendere quell’argomento con loro. Per fortuna c’era Roger. Lui non lo abbandonava mai.
«Non piangere e non aver paura» gli sussurrò, nel buio della stanza. «Io ti difenderò, se ti abbraccerà di nuovo. Lo ucciderò, se ti farà male. Io sono il tuo amico speciale.»



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Angela
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Re: Un amico speciale

Messaggio#2 » mercoledì 18 novembre 2015, 18:37

Primo racconto che leggo tra i luciferini, quindi non posso sbilanciarmi troppo con il giudizio. Posso solo dire che mi è piaciuto davvero tanto, credo sia il migliore tra quelli che hai scritto. Ho trovato lo stile molto migliorato, ma certamente la forza di questo racconto non è solo nello stile, ma nel messaggio che arriva forte e chiaro. Il tema è centrato al 100% e la trama con il finale aperto, come piace a me, è attuale e molto triste.
Uno dei periodi che ho apprezzato di più è questo: "Andrea dovette ammettere che Roger aveva ragione. C’era qualcosa nell’atteggiamento di don Maurizio che trovava sgradevole. Ma non sapeva spiegarsi cosa." Il bambino si rende conto che c'è qualcosa che non va, ma è troppo piccolo per capire. Per fortuna c'è Roger, il suo Alter Ego :)
Di appunti ne ho giusto due:

Gli capitava di prendere un brutto voto a scuola, di macchiare di fango la roba fresca di bucato o, peggio ancora, di procurarsi uno strappo nei calzoni mentre giocava a pallone.
Nella priorità delle cose peggiori hai messo lo strappo nei pantaloni, per me invece è il brutto voto a scuola. Ma questa credo sia una valutazione personale, perché per me è sempre stata una tragedia, ma non per tutti è così.

Era il parroco della chiesa di Santa Maria che Andrea frequentava e tutti i bambini lo adoravano.
Manca la virgola.

Ottimo lavoro, Veronica.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

Veronica Cani
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Re: Un amico speciale

Messaggio#3 » mercoledì 18 novembre 2015, 20:27

Grazie, Angela! :) Mi fa piacere sentire che c'è stato un miglioramento nel mio stile, e questo lo devo soprattutto all'esercizio mensile con Minuti Contati e ai vostri suggerimenti! Preziosissima come sempre, a presto :)

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Andrea Partiti
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Re: Un amico speciale

Messaggio#4 » giovedì 19 novembre 2015, 1:07

Affronti un tema molto delicato nel tuo racconto, prendendolo molto alla larga e in maniera molto indiretta. Non so se è un buon modo oppure no, ma mi piace il risultato.
Presentare don Maurizio in maniera positiva, come unico modello positivo nella vita del protagonista, la vedo non tanto come una critica al prete in sé, ma come una critica alla famiglia, alle altre persone che gli stanno attorno. Parli di un bambino che non ha letteralmente nessuno di cui si fida, con cui può parlare, che viene isolato sistematicamente e si trova a essere manipolabile per via della sua situazione. E' la vittima perfetta perché è da solo, e quando prova a uscire dal suo isolamento perché il suo subconscio capisce che deve provarci, ottiene solo ostilità. E' una immagine molto più brutta degli abusi in sé, dal mio punto di vista.
Penso sia una scelta coraggiosa affrontare il tema da questa prospettiva.
Non ho niente da ridire riguardo lo stile o i tempi del racconto, penso che fili tutto in maniera naturale e piacevole. Ottima prova!

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Callagan
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Re: Un amico speciale

Messaggio#5 » giovedì 19 novembre 2015, 17:05

Ciao, Veronica, e ben trovata.
Trovo che il tuo racconto sia una bella idea sfruttata male. Ok, il racconto sul prete pedofilo può risultare banale, ma intrecciato con un bambino problematico diventa interessante. Ma proprio qui nascono i primi problemi.
Secondo me, avresti dovuto calcare maggiormente la mano sulle problematiche di Andrea. Emarginato dai compagni a causa del suo continuo parlare con Roger. Invece, oltre a un primo vago riferimento, non accenni a tali problematiche e anzi, fai riferimento ai pantaloni rotti giocando a calcio. Quindi vado a pensare che gioca a calcio con gli amici, con questi va in parrocchia, ecc. e che dunque non ha poi tanti problemi di socialità.
Quando ho letto il nome di don Maurizio, ammetto di essermi sfregato le mani pensando "finalmente un po' di pepe!". Il racconto si prospettava infatti interessante, andando a trattare di un tema quale la pedofilia nella chiesa cattolica. Ma in realtà non hai avuto il coraggio di andare oltre. So che scrivere di certi temi, scrivere certe scene, è difficile e doloroso... ma va fatto dal momento che scegli di trattare l'argomento. Invece non vai oltre il "forte abbraccio" che, per quanto hai scritto, può benissimo essere un innocentissimo abbraccio. Hai avuto occasioni per far il salto e non le hai sfruttate. La prima, quando Roger mette in guardia Andrea con "Ti stringe forte il fianco e ti fa male. E a te non piace quando fa così." mentre un riferimento a palpeggiamenti o reazioni corporali del prete sarebbe stato più forte ed efficace. L'altra occasione l'hai persa nel finale. Non mi convince un Andrea che cambia tanto repentinamente idea sul prete, né mi garba il calcare la mano sulle presunte colpe dei genitori (che trovo, in generale, una lettura errata sull'argomento). Avrei "preferito" leggere di un Andrea che ritorna da Don Maurizio, il quale, nel finale, va oltre il semplice abbraccio. Così che Andrea si potesse pentire di non aver ascoltato la vocina di Roger che gli martellava nel cervello.
In definitiva, per chiarire la mia critica: se decidi di scrivere un racconto sulla pedofilia, parla di pedofilia e non girarci intorno. E questo vale per qualsiasi tema tu sceglierai in futuro per i tuoi racconti.

Ti faccio infine una piccola annotazione: "Anche se Andrea era solo un ragazzino, aveva le sue brave giornate storte." Non colgo il senso di "brave giornate storte", elimina brave. O meglio, io ti consiglierei di eliminare tutta la frase dal momento che non trovo l'eccezionalità nelle disavventure di Andrea, comuni al 90% dei bambini/ragazzini.

Spero di esserti stato utile, alla prossima.

Veronica Cani
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Re: Un amico speciale

Messaggio#6 » venerdì 20 novembre 2015, 19:10

Grazie a tutti per le osservazioni! Per Callagan: il mio scopo non era quello di calcare la mano sulle scene di abuso, per comprendere le quali ho creduto fosse sufficiente dare qualche piccolo elemento al lettore, quanto rimarcare, in linea con il tema della gara, che una persona apparentemente cordiale e degna di stima nasconda invece un'altra natura. In questo senso l'atteggiamento dei genitori di Andrea, come quello dei genitori degli altri bambini che adorano don Maurizio, è perfettamente coerente con lo scopo che mi ero prefissata. Comunque ti ringrazio per i suggerimenti. Alla prossima :)

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Vastatio
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Re: Un amico speciale

Messaggio#7 » domenica 22 novembre 2015, 17:15

Ciao, come spesso accade su MC non ho appunti sulla forma da fare, il racconto è chiaro e si legge senza fatica. Anche se conosco bene le difficoltà dei 3000 caratteri mi sembra come se tu non abbia sviluppato a dovere i punti fondamentali perdendoti in dettagli non necessari. Hai delle grosse tematiche in ballo (abusi, famiglia poco propensa al dialogo, amici immaginari come valvola di sfogo) ma appena sposti il focus su una di queste subito ti sposti via. Mi ha dato l'idea di chi lancia la pietra e poi ritira la mano.
Un po' ti risollevi nel finale, dando nuova importanza a Roger, l'importanza che mi aspetto da chi si merita il titolo del racconto, ma di nuovo finisce lì e devo immaginarmi tutto io come "spero" dovranno risolversi tutti i problemi ch emi hai citato.

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ceranu
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Re: Un amico speciale

Messaggio#8 » domenica 22 novembre 2015, 22:31

Ciao Veronica, ben trovata.
Diffido dei racconti in cui continua a piovere sul protagonista. So benissimo che la sfiga è cieca, ma non mi piace leggere di persone senza possibilità di rivincita, per quello mi affaccio alla finestra o guardo un Tg.
Il bambino è caratterizzato solo a metà, personalmente non ho capito se è schizofrenico, autistico o semplicemente infantile. L'amico immaginario da degli spunti che il modo in cui lo trattano gli altri non danno. Poi arriva la questione pedofilia nella chiesa che non è un tema che adoro, perché il rischio è di fare del qualunquismo. Altra cosa che mi convince poco è il comportamento dei genitori che, per quanto possano essere bigotti, sono totalmente anacronistici; siamo in un'era iperprotettiva in cui basta un sorriso per far urlare alla pedofilia.
Per quanto riguarda lo stile ho poco da dirti, si legge bene.
In conclusione, anche se non incontra il mio gusto è un buon racconto.

alexandra.fischer
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Re: Un amico speciale

Messaggio#9 » lunedì 23 novembre 2015, 21:09

Il tuo protagonista si fa amare. Lo vedo molto fragile e bisognoso di affetto. Per lui, tutti i contrattempi della vita (il fondo dei pantaloni strappato giocando a calcio, un brutto voto a scuola, le prese in giro da parte degli amichetti) sono dei drammi e ha anche paura dei genitori che vede come figure minacciose (genitori, uguale rimproveri continui). Logico che si attacchi a Roger, che immagino come un animaletto di pezza (magari somiglia proprio al coniglietto del quale porta il nome). C'è la gelosia di Roger riguardo a Don Maurizio (sacerdote gentile, ma ambiguo. Lo abbraccia un po' troppo forte e gli fa male al fianco. Forse gli interessa troppo il bambino? Cosa c'è dietro tutte quelle caramelle alla liquirizia? E a quelle all'arancia che offre agli altri bambini? Chissà) e vedo la gelosia di Roger come un tentativo di mettere in guardia il suo piccolo amico dall'amicizia con i grandi. C'è tempo, per quella. Intanto, meglio lasciare spazio ai sogni.

marina_usai
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Re: Un amico speciale

Messaggio#10 » martedì 24 novembre 2015, 21:30

Ciao Veronica,
la tua è una prova sicuramente coraggiosa. Non è semplice affrontare temi del genere in 3000 battute senza rischiare di cadere nella retorica. Il narratore racconta il tutto con un certo distacco, e questo crea un corto circuito tra la forza della storia e il linguaggio usato. Non so se è fatto apposta, ma secondo me funziona. Ti lascia addosso un senso di fastidio e quando un racconto ti lascia addosso qualcosa è sempre una bella cosa.

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Flavia Imperi
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Re: Un amico speciale

Messaggio#11 » mercoledì 25 novembre 2015, 11:16

Ciao Veronica!
Anche secondo me la qualità dei tuoi racconti è migliorata parecchio da quando sono a MC! Il racconto si legge bene, scorre senza intoppi di comprensione e comunica molto.

Allo stesso tempo però ha dei passaggi bruschi che non me l’hanno fatto apprezzare al 100%, come quando il protagonista cambia idea sul prete e va dai genitori. A livello di trama, sarebbe servito un evento per far maturare il cambiamento, a mio avviso.

Mi aspettavo anche io, vista l’antifona, di leggere qualcosa di più esplicito, ma a volte si può essere efficaci anche facendo intuire. Anzi, mi piace proprio che tu abbia voluto far immaginare al lettore quello che succede, senza dirlo dichiaratamente.

Il senso di disagio e solitudine in generale che il racconto trasmette lo rende comunque un’ottima prova, e il lettore prova empatia per il piccolo protagonista, brava.
Siamo storie di storie

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AmbraStancampiano
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Re: Un amico speciale

Messaggio#12 » mercoledì 25 novembre 2015, 13:00

Ciao Veronica,
il tuo racconto è scritto bene come al solito, ma manca un po' dell'originalità che in genere ti distingue. Non sono del tutto convinta della scelta di un coniglio come amico immaginario, perché va un po' a ricalcare Donnie Darko, quindi mi aspetto un racconto dalle tinte un po' più oniriche o complesse; qui invece veniamo catapultati in un oratorio/scuola delle suore dove il nostro protagonista può contare sulla comprensione di un prete, che però lo abbraccia troppo forte. E a questo punto non lo so, qualcosa comincia a suonarmi male. Probabilmente è un problema mio più che del racconto, ma mi sarebbe piaciuto vedere per una volta un amico immaginario cattivo che convince tutti della cattiveria di un prete innocente, e non viceversa; diventa tutto un po' trito, anche se i genitori non credono al bambino. Manca il conflitto, la complessità che quel coniglio iniziale mi stava un po' promettendo.
Comunque la vicenda è scritta bene e parla di un problema attuale in maniera delicata, senza offendere o scomodare nessuno; non è un racconto visivo ma l'ambientazione c'è ed è ricca di dettagli, profumi e sapori, il tema è centrato.
Brava! Bella prova.

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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beppe.roncari
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Re: Un amico speciale

Messaggio#13 » mercoledì 25 novembre 2015, 18:02

Ciao Veronica, ben ritrovata!
Tema spinoso, bimbo abusato, prete abusante, amico immaginario. Ce n'è tanta di carne al fuoco e la tratti con sapienza e delicatezza, e ovviamente è un tema che tocca corde profonde e commuove.
Trovo particolarmente geniale l'escamotage dell'amico immaginario, per parlarne, perché secondo la mia interpretazione attuale "dio" è proprio un amico immaginario, una voce, anche potente, della coscienza interiore, dell'innocenza.
E ora, per i punti dolenti... non è un racconto. Non succede niente, è solo un'ambientazione. E non siamo neanche sicuri che il prete sia davvero pedofilo e che quindi l'apparenza inganni. Quindi, mi spiace, temo che hai toppato abbastanza nella struttura della storia. Sorry.
Non basta un tema forte, commozione, simpatia da parte del lettore. Serve la trama.
Alla prossima! ;-)

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antico
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Re: Un amico speciale

Messaggio#14 » sabato 28 novembre 2015, 1:18

Hai qualità da abile narratrice e questo ti permette di fornire sempre ai tuoi lettori dei testi di piacevole lettura. In questo caso devo farti qualche appunto sul contenuto. Abbracciare un bambino non è segno di abuso sicuro, quando poi a suggerire la cosa è un amico immaginario (in più in una situazione di apparente normalità in quanto il protagonista gioca a calcio, va all'oratorio, ha a tutti gli effetti una vita sociale), beh, allora potrebbe anche essere segno di una qualche influenza subita da qualcuno tesa a portarlo a interpretare quella particolare situazione in quel particolare modo. Per me un pollice NI, presta molta attenzione alle informazioni che dissemini in corso di testo perché sono quelle che servono al lettore per unire i punti e se dici, faccio un esempio evidente, che il bimbo si sporca giocando a calcio non è facile immaginarsene uno con problemi di socialità. ;)

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