Un grido nella nebbia

Avatar utente
alessandra.corra
Messaggi: 280

Un grido nella nebbia

Messaggio#1 » lunedì 16 novembre 2015, 23:23

Un grido nella nebbia.

Soltanto due ore prima Marta si era fermata davanti la villa e, per la prima volta in vita sua, si era sentita perplessa. Aveva guardato le ombre degli alberi muoversi sulle pareti dell'edificio prima di decidersi a infilare le chiavi dentro la serratura.
Marta aveva quarant'anni, era rispettata da tutti in Paese per la sua gentilezza d'animo e davanti a sé aveva un importante avvenire come ostetrica.
Alcuni giorni prima aveva acquistato quell'immobile, ma a dirla tutta era infastidita da quella decisione. Era stato l'agente immobiliare a convincerla. Come fosse riuscito era poi un mistero. Un'occasione da cogliere al volo le aveva urlato al telefono per settimane, finché esasperata aveva ceduto. Sembrava quasi che lei fosse l'unico acquirente possibile. Di certo la colpa era nel disastro cui era precipitato il mercato immobiliare. Le agenzie avevano reclutato veri squali, gente pronta a tutto pur di vendere. E lei così fragile ne era stata la vittima designata. Ed eccola catapultata in quella realtà.
Si era messa a girare per le stanze vuote respirando l'aria malata di quelle mura.
Era una donna razionale che poco comprendeva l'assurdo e chiunque la conoscesse in Paese ne elogiava il buonsenso, l'equilibrio e la dolcezza. Mai nessuno si era lamentato di lei. Eppure da quando aveva firmato per quell'acquisto provava un disgusto perenne.
In una stanza trovò una poltrona. Faceva effetto vedere quell'unico mobile lasciato a se stesso. Chissà a chi era appartenuto?
Scostando via la polvere si sedette.
“Perché mi trovo qui?– pensò - Mi sento come questa poltrona, sola e abbandonata”
Nella finestra di fronte si scorgeva uno spicchio di cielo. Alcune nuvole sospinte dal vento si stavano abbassando formando una cappa di nebbia.
Un corvo nero si posò sul davanzale. Marta si alzò e, come spinta da uno strano impulso, aprì le imposte.
Il corvo invece di volar via rimase a fissarla negli occhi, poi aprì il becco e lasciò uscire delle bolle colorate. Le bolle scoppiarono e ne fuoriuscirono altri corvi.
Che succede? - si chiese con sgomento.
Il corvo continuava a vomitare bolle da cui partorivano nuovi pennuti. La stanza era infestata da uccelli neri come la morte. Si portò una mano alla nuca. Un dolore acuto le trapanava le tempie. Che sta succedendo? Non devo perdere la calma!
Cercò l'astuccio nella borsa dove teneva gli attrezzi medici. Prese il bisturi e senza remore lo piantò più e più volte nel collo dell'animale.

Il cellulare prese a suonare.
“Sono Valentino, passavo di qui per caso, ho visto una finestra aperta e ho immaginato fosse qui. Posso salire per un salutino? “
Era l'agente immobiliare. LUI, ANCORA LUI!
“Ma certo, con vero piacere – bisbigliò con la solita dolcezza alla cornetta – arrivo!”
Chiuse la comunicazione, guardò la pozza di sangue vicino la finestra e, con il bisturi e un ghigno sulle labbra, si diresse alla porta d'ingresso.



Avatar utente
Jacopo Berti
Messaggi: 441

Re: Un grido nella nebbia

Messaggio#2 » giovedì 19 novembre 2015, 15:36

Bella l'idea di rappresentare il senso di alienazione e disgusto generalizzato che deriva dall'essere stati turlupinati da un venditore di professione (di case, di contratti telefonici, di utenze, di idee...). Accattivante anche l'esito finale.
Anche altri punti sono simpatici (ad esempio i corvi), ma altri mi sembrano un po' forzati. Insistere sul fatto che Marta fosse una donna di buon senso, apprezzata, stimata ecc. diventa subito ridondante ed esagerato (quando dici che per la prima volta si era sentita perplessa).
Poi, da un racconto del genere, mi sarei aspettato un po' più di personalità individuale. Specie nella prima parte, dovrebbe essere più racconto e meno resoconto.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

Avatar utente
Steamdoll
Messaggi: 23

Re: Un grido nella nebbia

Messaggio#3 » venerdì 20 novembre 2015, 3:58

Per quanto riguarda il racconto, ammetto di non averlo capito. L'apparenza di chi inganna? Dell'ostetrica, suppongo.
O della casa? A un certo punto perdo completamente il contatto con il racconto: arriva un corvo e vomita bolle colorate. Da qui si passa al fatto che verrà ucciso. Non saprei tuttora spiegare questo passaggio, non ho idea di cosa sia successo e il finale, che non ho compreso, non me lo spiega. Non avendo capito il significato della storia, sul contenuto posso fare ben pochi commenti.

Soltanto due ore prima Marta si era fermata davanti la villa e, per la prima volta in vita sua, si era sentita perplessa.

Già a partire dall'incipit si chiede una sospensione d'incredulità molto alta al lettore o di concedere un'esagerazione superflua: non sarebbe bastato dire che si sentiva perplessa? Perché per la prima volta in vita sua, a quarant'anni?

Un'occasione da cogliere al volo le aveva urlato al telefono per settimane, finché esasperata aveva ceduto.

La prima parte non è in alcun modo evidenziata, è difficile cogliere che si tratti delle parole dell'agente. Ho dovuto rileggere per accertarmene.

Di certo la colpa era nel disastro cui era precipitato il mercato immobiliare.

Credo che sia "in cui".

Scostando via la polvere si sedette.

Questa frase stride, perché generalmente quando ci si immagina una poltrona impolverata, ci si immagina che sia impregnata di polvere, non che ne abbia uno strato sopra come un ripiano solido.

Alcune nuvole sospinte dal vento si stavano abbassando formando una cappa di nebbia.

Doppio gerundio, ripetizione che avrei evitato o separato da una virgola. In generale, in tutto il racconto gli incisi o possibili tali non vengono quasi mai isolati dalle virgole, conferendo alla narrazione poco ritmo.

Il corvo continuava a vomitare bolle da cui partorivano nuovi pennuti.

Bolle che partorivano credo sia la forma corretta. Messa così il soggetto di partorivano è per forza pennuti.

Espressioni come "neri come la morte" più che esplicative risultano troppo banali, anche e sopratutto in un contesto così surreale.
«To argue with a man who has renounced the use and authority of reason, and whose philosophy consists in holding humanity in contempt, is like administering medicine to the dead, or endeavoring to convert an atheist by scripture.»

Avatar utente
angelo.frascella
Messaggi: 716

Re: Un grido nella nebbia

Messaggio#4 » sabato 21 novembre 2015, 0:44

Ciao Alessandra.

Non ho ben capito il senso del tuo racconto. Un ostetrica tranquilla si fa convincere a comprare un’appartamento che non la convince e che forse racchiude un mistero. Quando però questo mistero si svela, non si capisce bene di cosa si tratti: dei corvi che fanno delle bolle colorate e che la trasformano in un’assassina. E quindi? Aggiungo una nota tecnica: dopo l’incipit c’è un lungo preambolo all’imperfetto e questo indebolisce molto il racconto. Meglio, in racconti così brevi, concentrarsi sul presente e dare poche informazioni importanti sul passato, altrimenti si annacqua tutto. Se proprio volevi mostrare la reticenza della protagonista, sarebbe stato più efficace iniziare con la scena in cui lui la convince ad acquistare l’immobile, nonostante lei non fosse convinta.

A rileggerci

Avatar utente
invernomuto
Messaggi: 270

Re: Un grido nella nebbia

Messaggio#5 » sabato 21 novembre 2015, 5:29

Ciao Alessandra, ben ritrovata!
Ho trovato il tuo racconto un po' caotico e difficile da seguire.
L'idea della decadenza di Marta da gentile e tranquilla ostetrica a potenziale assassina è molto bella e ha grande potenziale, ma lo sviluppo sembra troppo disconnesso per farla funzionare.
Per quanto sia interessante la presenza del corvo (spesso associato a situazioni di follia o paranoia, come piaceva al buon E. A. Poe), la sua apparizione e il perché della stessa non sono spiegati chiaramente.
Purtroppo questa volta il tuo racconto non mi ha convinto molto, spero di rileggerti presto - magari con un tema a te più congeniale. A presto!

Avatar utente
simolimo
Messaggi: 62
Contatta:

Re: Un grido nella nebbia

Messaggio#6 » domenica 22 novembre 2015, 15:31

ciao Alessandra, ben ritrovata ^_^

è passato molto tempo, ma noto con piacere che la tua scrittura è sempre appagante.
sono poche le cose che ho da segnalarti e tutte legate al mio mero gusto personale ^_^

- in generale, trovo inutile l’utilizzo del verbo “sentire” per sottolineare una sensazione… cosa significa “si era sentita perplessa” rispetto a “era perplessa”? so essere una cavolata, ma non ho mai capito questo utilizzo e non mi piace, trovo sia molto più incisiva la seconda forma ^_^” io non mi sento in un modo, lo sono… sennò devo usare il sentirmi in un certo modo per specificare che non ne sono sicura…

- attenzione al punto di vista nella narrazione: hai scelto di utilizzare il narratore esterno, ma ogni tanto ci piazzi dentro pensieri o domande che provengono direttamente dalla protagonista: o specifichi il narrato con corsivi o fai attenzione al giusto punto di vista.

- “…acquistato quell'immobile, ma a dirla tutta era infastidita da quella decisione” > eviterei la ripetizione dei due aggettivi dimostrativi e credo che serva un inciso per “a dirla tutta”, proviamo: “…acquistato l’immobile ma, a dirla tutta, era infastidita da quella decisione”

- “Era una donna razionale che poco comprendeva l'assurdo e chiunque la conoscesse in Paese ne elogiava il buonsenso, l'equilibrio e la dolcezza. Mai nessuno si era lamentato di lei. Eppure da quando aveva firmato per quell'acquisto provava un disgusto perenne.” > la frase sottolineata la trovo ridondante perché specifica la stessa percezione già espressa in apertura…

- “Un corvo nero” > se dici corvo, dici nero ^_^ io toglierei l’aggettivo.

- “Cercò l'astuccio nella borsa dove teneva gli attrezzi medici. Prese il bisturi e senza remore lo piantò più e più volte nel collo dell'animale.” > questa frase è un pochino zoppicante, non riesco bene a immaginare la scena: lei è sulla poltrona, una poltrona in una casa di cui non sappiamo nulla… ma devo dedurre che sia vicina alla sua borsa degli attrezzi, giusto? OK. ma poi? poi quel corvo rimane imbalsamato a prendersi le bisturate? insomma, gli uccelli non sono animali docili… non so, questa ambientazione non mi convince.

Alessandra, non ho altro da aggiungerti, a parte gran bella chiusa! la frase finale è chiarificatrice di tutto il testo, senza il racconto non credo sarebbe mai potuto entrare nel tema :)
ho cercato di dirti quante più cose possibili e, spero, che ti possano tornare anche solo un pochino utili. analizzare i tuoi pezzi, sempre così attenti, non è facile, ma ci si prova ^_^”

ciao ciao e alla prossima! :)

Veronica Cani
Messaggi: 148

Re: Un grido nella nebbia

Messaggio#7 » lunedì 23 novembre 2015, 18:20

Ciao, Alessandra!
Fino al momento in cui entra in scena il corvo mi sembrava un racconto pressoché perfetto: stile scorrevole, atmosfere accattivanti, insomma, interessante. Poi, però, a partire dal punto che ti ho segnalato, la narrazione scivola nel nonsenso. Non ho capito perché tu abbia deciso di inserire questi corvi nella vicenda, e, a lettura ultimata, non sono riuscita a cogliere il senso della storia. Anche l’aderenza al tema, francamente, mi sfugge. A rileggerti presto! :)

Avatar utente
raffaele.marra
Messaggi: 397

Re: Un grido nella nebbia

Messaggio#8 » mercoledì 25 novembre 2015, 23:01

Manca qualcosa, direi, per poter apprezzare in pieno questo racconto. A dire il vero, non trovo particolari elementi negativi, ma il complesso di trama e stile non risulta, almeno a mio parere, completamente soddisfacente. La trama utilizza alcuni elementi tipici del genere thriller/horror (la casa vuota appena comprata, la donna sola, il corvo) ma li usa mixandoli con sufficiente originalità: il risultato però non è esaltante, forse perché manca una logica di base ben definita. Lo stile è essenziale, un po’ troppo descrittivo, direi un po’ piatto e pertanto non in grado di appassionare il lettore. In definitiva, direi che si tratta di un racconto da rivedere un po’.

diego.ducoli
Messaggi: 265

Re: Un grido nella nebbia

Messaggio#9 » giovedì 26 novembre 2015, 22:45

Ciao Alessandra
Parto subito dalle cose che mi sono piaciute di meno.
La parte iniziale è un po troppo lunga e troppo raccontata, insisti più volte sulle caratteristiche di Marta per poi farla precipitare in fretta in una visione e quindi alla follia e eventuale omicidio.
Un passaggio che ho trovato molto repentino e non del tutto giustificato.
Un punto a tuo favore è la descrizione della visione. Mi è piaciuta molto.
Un racconto da rivedere.

Avatar utente
alberto.dellarossa
Messaggi: 230

Re: Un grido nella nebbia

Messaggio#10 » venerdì 27 novembre 2015, 12:00

Ottima idea, resa un po' meno buona. Alcune descrizioni tendono alla prolissità, come nel caso della reiterata spiegazione su come brava e buona fosse Marta. Anche gli inserti di pensiero non sono ben gestiti, direi superflui. È come se in questo racconto avessi invertito lo show con il tell. Invece di raccontarci dell'antefatto, mostracelo, anche attraverso analessi lampo. Insomma, il racconto ha potenziale ma va sviluppato meglio.

Torna a “73ª Edizione - 8ª della 4ª Era – Aislinn Edition”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti