Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

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simolimo
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Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#1 » lunedì 16 novembre 2015, 23:55

In un riccio pieno di spine stavano tre castagne, tre gemelle. Non vedevano nulla chiuse lì dentro e ogni giorno si chiedevano cosa ci fosse di fuori. Non avevano certezze, tranne una: non si sarebbero mai e poi mai separate.
Cresci cresci, spingi spingi, un giorno il riccio si aprì e il buio divenne mondo, il mondo realtà.
La sorellina cresciuta nel mezzo era rimasta una castagnetta da niente, piatta storta e striminzita, le altre due, invece, erano cresciute con la schiena dritta, la pancia tonda e una piumetta sulla cima.
Quando si accorsero della sorella, si strinsero tra loro e urlarono:
— E tu chi sei?!
E l’altra rispose: — Sono io, vostra sorella.
— Sorella?! Impossibile!
— Come puoi essere così brutta?
— Sei così… secca!
— Nessuno ti vorrà!
— Nessuno!
— Starai qui a far la muffa!
— E se tenendola lasciassero qui anche noi?
— Marciremmo per colpa sua!
— UH! NO! — dissero insieme indietreggiando per lo schifo.
— Ma… — bisbigliò la castagnetta senza riuscire ad aggiungere una parola di più. Vedere le sorelle parlare tra loro così, dimenticando tutto quello che sin da piccole le aveva fatte sognare, senza mai rivolgerle uno sguardo neppure per sbaglio, le spezzò il cuore.
La piccola allora si domandò se fosse per via del suo aspetto, può mai il bene misurarsi con la bellezza? No, non lo credeva. Ma anche quando nessuno tra i bambini della raccolta delle castagne la volle, calpestata qua e là nell’indifferenza, si convinse che il problema era lei: brutta, informe, inutile. E ora sola.
Le sorelle non c’erano più, sparse chissà dove per il mondo a vedere meraviglie, mentre lei era ancora lì dov’era caduta, tra nebbia e pioggia, a sperare che i vermi non la mangiassero e il freddo non la facesse marcire.

Eppure la storia andò così:

La prima castagna fu cotta per strada, in una latta che sapeva di tonno. Divenne dorata e profumata, all’apice della sua bellezza, ma subito due dita sudice l’afferrarono e, ahm! finì tra fauci di vino e carie, salutata con un sonoro rutto d'addio dal retrogusto acido.
La seconda finì nella cesta di un pasticciere che la sbucciò, l’inzuppò di zucchero e la cucinò. Divenne bella come mai, dolcissima e scintillante. La comprò una bambina con la boccuccia rosa e le dita paffute. La guardò, la stritolò, la sbriciolò e un pezzetto via l’altro la mangiò.
La terza sorella non seppe mai della loro fine, continuò a pensarle belle e tonde in giro per il mondo, mentre lei si lamentava ogni giorno con grilli e talpe del freddo e della paura di non resistere all’inverno.Tuttavia non si bacò nemmeno un po’. No davvero. E a poco a poco sentì qualcosa di vivo germogliarle dentro. Era una piccola radice, bianca e forte, che spinse all'ingiù e si ficcò nella terra e una pianticella tenera e verde spuntò all'insù, a cercare la luce del sole.
E, così, la più brutta delle sorelle divenne il castagno più rigoglioso della foresta, pieno di ricci, di scoiattoli e di meraviglia.



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Andrea Partiti
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#2 » giovedì 19 novembre 2015, 8:56

La tua favola è molto bella da leggere, mi piacciono i racconti di questo genere, semplici e lineari.
Hai scelto un buon linguaggio per la storia che racconti e lo mantieni costante per tutto il racconto, con frasi ritmate, semplici e molto accattivanti. Il risultato è ottimo.
E' un ottimo nuovo taglio sul tema del brutto anatroccolo che si riscatta avendo successo su tempi lunghi anziché a breve termine.
Non ho grosse critiche da farti, mi piace così com'è il racconto. Il titolo un po' meno perché sembra forzato e pomposo per una storia così diretta.

"— E se tenendola lasciassero qui anche noi?" Non mi è chiara questa frase, chi la terrebbe? Pensavo che l'obiettivo delle castagne umanizzate fosse di essere scelte e "tenute". Forse "e se scartandola/evitandola", o comunque una forma di rifiuto, altrimenti non si spiega il fare la muffa che preoccupa le sorelle in quel caso.
(Per dover di cronaca, le castagne vuote e piatte sono non fertilizzate, quindi nel duro mondo reale la nostra protagonista sarebbe marcita.)

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#3 » giovedì 19 novembre 2015, 13:36

ciao Andrea :)
piacere di conoscerti e di sapere che il pezzo, per quanto non pretenzioso, ti sia garbato ^_^ evviva! ahah!
grazie anche del commento e della precisazione finale che, un cicinin mi ha spiazzata ^_^" documentandomi in rete avevo capito fosse comunque possibile che una castagnetta così potesse essere fertile XD (tapina me!)
per la frase incompresa, beh, hai ragione, era chiara solo nella mia testolina evidentemente ^_^" facendo parlare le due sorelle, terrorizzate dalla bruttezza della terza, la battuta di dialogo sottende il loro punto di vista: se tengono la sorella con loro, nessuno le raccoglierà perché potrebbero crederle marce o altro... u.u" ecco, questa la mia spiegazione, un po' inutile però: se tu lettore non l'hai percepita, sono io ad aver peccato di attenzione -_-" (mannaggia!)

alla prossima Andrea e ancora grazie, soprattutto per i toni gentili e l'accuratezza :)

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Angela
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#4 » giovedì 19 novembre 2015, 19:27

Concordo con il commento precedente, un ottimo racconto, soprattutto nel finale. Un testo con un messaggio importante. La rivincita del piccolo, dell'insignificante, dell'ultimo che però non dimentica gli altri né l'amore, né l'affetto che dovrebbe legare i propri simili. Dopo la sviolinata, passiamo alle cose che non mi hanno convinto. I dialoghi in primis. Non hai differenziato chi dice cosa, ponendo le sorelle sullo stesso piano. Non che sia un errore, in fondo sono entrambe vanitose e superficiali, ma mi sarebbe piaciuta una maggiore caratterizzazione.
Inoltre questo passaggio: "Ma anche quando nessuno" è da rivedere. Non è mai bene iniziare una frase con "ma".
Per il resto, ottima lettura, consigliabile a tutti.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Callagan
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#5 » giovedì 19 novembre 2015, 20:36

Ed ecco che la Simolimo torna in scena più carica che mai! :P
Non si nota alcun rimasuglio di ruggine nel tuo narrato, anzi. La lettura scorre piacevole, e uno stile sensibile si fonde bene con una voce narrante tipicamente "da favola". La struttura stessa del racconto è efficace, con il finale che porta con sé il messaggio che i bambini, a cui è indirizzato, facilmente riuscirebbero a carpire. Dal punto di vista stilistico hai pienamente raggiunto il tuo obbiettivo.
Ma ora scendiamo al contenuto. Che messaggio stiamo dando a questi bimbi? La castagna protagonista cresce e non si sviluppa, è quella brutta, viene emarginata dalle sorelle. E lei cosa fa? Piange, si lamenta, si dispera e si lascia morire. Ma ha fortuna. Non muore e si sviluppa, diventando infine "il castagno più rigoglioso della foresta". Ma che ha fatto per meritarsi questo? Niente.
Il lettore è portato a odiare le sorelle. Ma in fondo, queste, che han fatto di male? Sì, han fatto l'errore di emarginare la sorella, per paura che questa potesse condizionare il futuro pieno di luce che sognavano di avere davanti a loro. Errori del genere, l'emarginazione dei più sfortunati, sopratutto tra bambini, avvengono tutti i giorni. Davvero vogliamo condannare a morte questi errori di immaturità (che magari derivano piuttosto da una cattiva educazione, solo per citare una delle possibili cause)? La metto sul tragico perché proprio a questo sono condannate le due belle sorelle, alla morte.
In sostanza, quello che manca alla protagonista della tua storia, è la reazione. Reagire davanti alle sfortune della vita, dare un calcio in faccia al futuro e sorgere alta in faccia alle difficoltà. A proposito di questo argomento, ti consiglio un corto (mi raccomando va' a vederlo che merita). Si chiama The butterfly circus e ti metto il link a seguito. Spero ti aiuti (nel caso ce ne fosse bisogno) a comprendere la mia critica. :)
Mi raccomando, incrociamo di nuovo le penne il più presto possibile!

https://www.youtube.com/watch?v=SzguvCryZEE

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AmbraStancampiano
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#6 » domenica 22 novembre 2015, 1:44

Ciao Simolimo,
hai scritto davvero una bella favola, che ha fatto sognare la bambina che c'è in me *_*. Vorrei leggerne di più.
Solo due appunti:
- le castagne sono tutte diverse e gli fai anche fare una fine diversa, quindi mi aspetto che parlino con voci diverse, o comunque qualcosa che le differenzi nel loro modo di parlare; un dialogo così appiattito sotto questo profilo non disturba la bambina che c'è in me ma lascia un senso di incompiutezza nella mia lettrice adulta;
- la sospensione dell'incredulità funziona solo in parte: come possono le due sorelle che sono sempre rimaste attaccate alla terza non accorgersi del fatto che lei non sta crescendo? Va bene il buio del riccio, ma il tuo racconto (che è molto ben costruito e coinvolge tutti i sensi compreso il gusto, cosa molto difficile) in questo caso ignora il senso del tatto, che in una situazione come quella della "cecità" all'interno del riccio mentre ci si chiede come sia il mondo esterno, sarebbe fondamentale per costruire un'affettività tra le tre sorelline; in parole semplici: loro non si vedono, ma si toccano, quindi come fanno a non sapere che la sorellina è schiacciata e striminzita?
A parte questo, davvero bello.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#7 » domenica 22 novembre 2015, 16:01

ciao Angela ^_^
scusa il ritardo, ora ti rispondo:
Angela ha scritto:I dialoghi in primis. Non hai differenziato chi dice cosa, ponendo le sorelle sullo stesso piano. Non che sia un errore, in fondo sono entrambe vanitose e superficiali, ma mi sarebbe piaciuta una maggiore caratterizzazione.
Inoltre questo passaggio: "Ma anche quando nessuno" è da rivedere. Non è mai bene iniziare una frase con "ma".

i dialoghi iniziali non li ho volutamente differenziati, le due sorelle sono tra loro interscambiabili: futili e impaurite dall'ombra che la loro sorella potrebbe gettare su di loro, ecco perché non le ho differenziate. un po' come Genoveffa e Anastasia della Cenerentola disneyana! può piacere o no, certo ^_^", ma è una scelta mirata.
iniziare la frase col Ma non è mai bene, ma... si vede che non mi hai mnai letta XD io le regole le imparo solo per poi eluderle! ahah! no, dai, non sempre, ma mi piace osare nello stile e nel leggere a voce alta in quel passaggio, secondo me, ci stava una pausa più lunga di quella che permette una virgola :)

grazie ancora del commento gentile e delle belle parole!

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#8 » domenica 22 novembre 2015, 16:09

@Callagan!!!
non si nota la ruggine eh?? ahah! troppo buono, davvero. però, ehi, grazie infinite! non solo per il bel commento e il tuo solito tatto che non ti tradisce mai, ma soprattutto perché mi hai dato un punto molto importante su cui ragionare: la castagnetta da niente deve meritarsi la fortuna che poi le arriva. già. hai ragione. questo è indubbio. avevo dato un po' per scontato questo lato andando a specificare nella fase fine che un germoglio nasceva in lei... ma potrei contestualizzarlo in un'allegoria con la voglia di riscatto, di non lasciarsi morire! =)))
sì, ecco. sicuro!
beh... per questa annotazione ti meriti un giganterrimo GRAZIE!
oh... visto che sono riuscita a commentare tutti i racconti del mio gruppo, ti renderò il favore!! magari non ti potrò illuminare così tanto, ma mi ci impegnerò!
un abbraccio ^_^


ps. guarderò sicuramente il corto! e grazie anche per quello!
pps. incroceremo le penne più spesso. non è una promessa, ma è una buona intenzione che spero di mantenere!!! ^_^

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#9 » domenica 22 novembre 2015, 16:25

ciao Ambra ^_^ e grazie per il tuo commento :)
sono felice ti piacciano le favole, io le adoro! mi immergono in quel passato spensierato e dolce che la quotidianità "da grande" non permette. e mi lasciano sempre una certa genuinità che mai fa male ^_^"
vediamo se riesco a rispondere per le cose che ti hanno convinta meno ^_^

AmbraStancampiano ha scritto:Ciao Simolimo,
- le castagne sono tutte diverse e gli fai anche fare una fine diversa, quindi mi aspetto che parlino con voci diverse, o comunque qualcosa che le differenzi nel loro modo di parlare; un dialogo così appiattito sotto questo profilo non disturba la bambina che c'è in me ma lascia un senso di incompiutezza nella mia lettrice adulta;
- la sospensione dell'incredulità funziona solo in parte: come possono le due sorelle che sono sempre rimaste attaccate alla terza non accorgersi del fatto che lei non sta crescendo? [...] in questo caso ignora il senso del tatto, che in una situazione come quella della "cecità" all'interno del riccio mentre ci si chiede come sia il mondo esterno, sarebbe fondamentale per costruire un'affettività tra le tre sorelline; in parole semplici: loro non si vedono, ma si toccano, quindi come fanno a non sapere che la sorellina è schiacciata e striminzita?


- il primo punto ha dato da pensare anche ad Angela e, come ho risposto a lei, ecco, la scelta è stata davvero voluta. ragionata. non volevo che le due sorelle si potessero minimamente differenziare perché credo che così la diversificazione tra le due gemelle belle e la sorella brutta sia più incisiva e capibile, soprattutto per il pubblico di giovanissimi.
- questo punto mi spiazza Ambra ^_^ in senso positivo... in tutta onestà, quando ho scritto il pezzo non mi sono immaginata che le tre potessero far altro al di fuori del chiacchierare e fantasticare sulla vita che le avrebbe aspettate fuori, non credo ci sia spazio sufficiente in un riccio... loro sentono che crescono, che lo spazio diminuisce, ma non sanno chi cresce e chi no e in quale proporzione: io le immagino tutte e tre al buio totale e senza spazio, tipo spalla a spalla o schiena a schiena... la possibilità di toccarsi non c'è insomma, ma... ecco, sicuro la tua perplessità mi fa pensare e non la lascerò cadere :)

grazie ancora Ambra, gentilissima! ^_^

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Vastatio
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#10 » domenica 22 novembre 2015, 17:17

Ciao,

una bella fiaba, di quelle che non stonerebbero affatto nelle raccolte blasonate. Anche senza il tema si capisce dove vuoi andare a parare. Ho però apprezzato la critica alla nostra società dell'apparenza. Se devo trovare qualcosa che non mi piace però è l'eccessiva "umanizzazione" delle castagne.
Hanno sogni "umani", sono completamente dimentiche della loro natura. Dopotutto come semi di una pianta il loro scopo dovrebbe essere proprio quello di diventare alberi. Quindi il finale più che una rivalsa della "natura" sembra più una "botta di culo" per la povera esclusa. Anche il titolo devo dire non è ispiratissimo.

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ceranu
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#11 » domenica 22 novembre 2015, 23:56

Ciao, ben tornata da queste parti.
Che bella fiaba. Mi è piaciuta un sacco. È scritta benissimo dall'inizio alla fine ed è aria fresca da queste parti. Leggendo il tuo racconto ho potuto mettere da parte ogni logica, non mi interessa la sospensione dell'incredulità e nemmeno l'umanizzazione delle castagne. Tu parti diretta presentandoci i protagonisti, e ci conduci fino alla morale. Un racconto che meriterebbe veramente di essere letta ai bambini e stai tranquilla che domani lo farò con i miei figli.
Ciao e spero di rivederti presto.

alexandra.fischer
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#12 » lunedì 23 novembre 2015, 21:02

La tua fiaba è meravigliosa. Il messaggio di fondo è di non fermarsi mai alle apparenze. La castagnetta nata bruttina diventa un castagno meraviglioso rimanendo sola nel bosco, mentre le belle sorelle finiscono mangiate e dimenticate (la prima cotta in una lattina che sa di tonno, la seconda diventa un aristocratico marron glacé dalla vita breve. E che destino. Sono trangugiate nell'indifferenza). No, il bene non si può misurare con la bellezza e la tua storia contiene un messaggio educativo molto importante. Bravissima.

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#13 » martedì 24 novembre 2015, 14:41

Ciao Vestatio :) piacere di conoscerti!
grazie del commento intanto ^_^ per quanto riguarda questo
Vastatio ha scritto:Se devo trovare qualcosa che non mi piace però è l'eccessiva "umanizzazione" delle castagne.
Hanno sogni "umani", sono completamente dimentiche della loro natura. Dopotutto come semi di una pianta il loro scopo dovrebbe essere proprio quello di diventare alberi. Quindi il finale più che una rivalsa della "natura" sembra più una "botta di culo" per la povera esclusa. Anche il titolo devo dire non è ispiratissimo.

beh, ^_^", sicuro il titolo non è ispiratissimo, vero! avevo pensato a "Le tre gemelle" o a "La brutta castagna" o "colto in castagna" ahah, ma, alla fine, ho preferito prendere la frase perno della morale... se hai suggerimenti, sono tutta orecchie!
per l'umanizzazione, eh, mi spiace, ma è quello a cui ho puntato... sennò che favola sarebbe? ;P
grazie ancora e alla prossima!
ciao ciao!

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#14 » martedì 24 novembre 2015, 14:50

ciao @Ceranu!!! e piacerissimo mio di incrociarti di nuovo =) in modo diverso, non diretto, ma sempre scrittura è ^_^
grazie di cuore per il commento e le belle parole d'apprezzamento... sono davvero felice, lusingata anzi! se poi vorrai farmi sapere le reazioni dei tuoi bimbi non potrai che farmi piacere! loro sono i migliori giudici ;)
e sono anche contenta della libertà di temi posta... sai la Tela alla fine l'avevo un po' mollata perché non mi esce troppo bene scrivere noir, thriller e, figuriamoci, horror ^_^" ma questi lidi aperti a tutto mi fanno sentire bene, mi paice scrivere cose in apparenza banali, ma piene di bontà, già c'è tanto odio e dolore in giro per il mondo...
ma non vorrei divagare troppo, scusami anzi!
beh, grazie ancora Ceranu e... alla prossima ^_^

ps. se combino ti lascio due righe al pezzo che, oltretutto, ho già letto =P

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#15 » martedì 24 novembre 2015, 15:00

ciao @alexandra,
piacere che la favola ti sia piaciuta e grazie mille del commento!!
no, il bene non si può misurare con la bellezza... a meno che non si parli di bellezza dell'anima ;)
ciao ciao e alla prossima!

marina_usai
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#16 » martedì 24 novembre 2015, 21:31

Ciao Simolimo,
una fiaba che merita di stare tra i primi posti della classifica. Scritta molto bene, con un linguaggio chiaro e semplice, che aggiunge valore ad una storia già bellissima e profonda. Il tema è centrato in pieno, e anche se a metà si capisce già dove andrai a parare… ma chi se ne frega! Sicuramente la leggerò ai miei nipoti.

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Flavia Imperi
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#17 » mercoledì 25 novembre 2015, 11:40

Ciao Simolimo! Bentrovata (credo sia la prima volta che ci incrociamo).

La tua fiaba è molto dolce, emana sensibilità e contiene una scintilla. Anche io amo scrivere fiabe, permettono di uscire fuori dalla dimensione critica e godersi la parte più pura e importante delle storie, l’essenza, facendoci tornare bambini. Io finora non ho avuto il coraggio di partecipare con una fiaba, per cui intanto premierò di sicuro il tuo coraggio.

Di contro, anche io mentre leggevo ho pensato “ma potrà germogliare una castagna così?”. I racconti a tempo permettono poca ricerca e documentazione, ora non so se in questo caso sia una cosa possibile, ma comunque il lettore può chiederselo e uscire dallo “stato di grazia” fiabesco.

Il titolo è migliorabile.

Ottima prova, non vedo l’ora di leggere il tuo prossimo racconto!
Siamo storie di storie

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beppe.roncari
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#18 » mercoledì 25 novembre 2015, 21:18

Ciao Simolimo! Ben ritrovata! :-)
Interessante scelta, hai scritto una parabola, quasi evangelica negli accenni, nella forma e negli esiti.
La tua è sia una critica ai canoni di bellezza e al comportamento di chi si lascia irretire dal "sembrare" piuttosto che dall'essere che un inno alla vita che nasce anche per e da chi è disperato, (apparentemente) brutto e solo, come la castagnetta secca.
Una buona prova, ciao!

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#19 » venerdì 27 novembre 2015, 10:31

ciao @Marina ^_^
piacere di conoscerti!
grazie mille del commento e per avermi fatta sorridere col tuo
marina_usai ha scritto:… ma chi se ne frega!

:D

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#20 » venerdì 27 novembre 2015, 10:54

ciao Flavia! :)
sì, è la prima volta che ci incrociamo ^_^ e, magari, avremo anche modo una volta o chissà quante di rincrociare le tastiere =)
felicissima che la favola ti sia piaciuta e ancora più contenta che anche tu sia una loro amante, capisco la tua mancanza di coraggio nel scrivere in certi lidi delle favole... non sempre sono apprezzate, soprattutto dai iù grandi, ma questo forum, che non frequentavo da che ha cambiato veste, beh, ci dà questa bella possibilità non avendo generi specifici a cui badare ;) quindi... VAAAAAAIIIIIIIIIII! libera la fantasia che è in te e favoleggia! e, anzi, quando lo farai dimmelo che mi leggerò il pezzo stra volentieri!
Flavia Imperi ha scritto:Di contro, anche io mentre leggevo ho pensato “ma potrà germogliare una castagna così?”. I racconti a tempo permettono poca ricerca e documentazione, ora non so se in questo caso sia una cosa possibile, ma comunque il lettore può chiederselo e uscire dallo “stato di grazia” fiabesco.

^__^" vero, la ricerca che si può fare a MC non è molta, ma avevo tempo a sufficienza avendo scritto in poco più di un'ora. ho peccato di riprova, mi sa! nel senso che ho letto e preso per buono quanto trovato: il castagno, come pianta, non è soggetto ad autoimpollinazione, ma necessita dell'aiuto di altri pollini per avviare la cosiddetta "impollinazione incrociata". ciò che serve è il vento, meno gli insetti: per questo la castagnetta da nulla ha potuto dar vita a un meraviglioso castagno! ahah! poi, sicuramente dovrò informarmi meglio, ma scrivere per un pubblico di giovanissimi porta a non complicare troppo le nozioni scientifiche. OK, non bisogna scrivere ciofeche, ma neppure essere dei botanici XD
dovrò cmq informarmi più a fondo!

Flavia Imperi ha scritto:Il titolo è migliorabile.

come darti torto XD

Flavia Imperi ha scritto: non vedo l’ora di leggere il tuo prossimo racconto!

e chissà quando sarà e se sarà un'altra favola!
ciao Flavia e alla prossima ^_^
grazie ancora! ciao ciao!

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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#21 » venerdì 27 novembre 2015, 10:59

Beppe!!!
ma ciao! =)))) e ben ritrovato anche a te! ^_^
grazie mille del commento, sempre particolare, senza fronzoli e con agganci sparsi qua e là: li riconoscerei tra mille i tuoi commenti! ahah!

beppe.roncari ha scritto:hai scritto una parabola, quasi evangelica negli accenni, nella forma e negli esiti.

...
mi fai morire!
alla prossima "rincrociata"!
ciao ciao Beppe!

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antico
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#22 » sabato 28 novembre 2015, 11:53

Ecco la Simolimo che torna in scena e, signori, che rientro in grande stile! Brava. A parte la frasetta incriminata non ho nulla da dire. Certo, il finale è telefonato, ma le intenzioni non erano di celarlo. Narrato alla perfezione, in vetrina questo racconto ci starà alla grande. Pollice SU senza dubbio alcuno.

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raffaele.marra
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#23 » domenica 29 novembre 2015, 10:57

E mi è venuta voglia di leggerlo, visto il gran bene che ne dicono tutti. Quindi, in allegato, il mio commento.
Racconto escatologico, che possiede una saggezza antica e universale, laica e religiosa al tempo stesso, e che insegna una delle regole più indispensabili del nostro mondo: che tu sia un chicco di grano caduto sul terreno o la pietra scartata dai costruttori, che tu sia l'ultimo frammento di una società insensibile o il più derelitto tra i derelitti, non disperare, poiché, se vorrai, potrai ottenere risultati meravigliosi. Pensa tu che differenza c'è tra la dimensione del tuo racconto e quella del mio, che parla di un killer sgangherato e di una vecchia matta che non sa distinguere tra fiction e realtà!
Lo stile che esibisci è senz'altro funzionale al tono che hai voluto dare alla storia, leggero e semplice, proprio come una piccola castagna che si mimetizza nel terreno senza però rinunciare a germogliare in esso una nuova vita. Il tema, ovviamente è rispettato. Anzi, credo sia l'unico racconto dell'edizione che rispetta entrambi i temi ("una seconda opportunità" e "l'apparenza inganna").
Va beh, che altro aggiungere? Niente.
E per quest'anno, giuro, niente più caldarroste!

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simolimo
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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#24 » mercoledì 2 dicembre 2015, 11:50

antico ha scritto:Ecco la Simolimo che torna in scena e, signori, che rientro in grande stile! Brava. A parte la frasetta incriminata non ho nulla da dire. Certo, il finale è telefonato, ma le intenzioni non erano di celarlo. Narrato alla perfezione, in vetrina questo racconto ci starà alla grande. Pollice SU senza dubbio alcuno.


UUUUU
AAAAA
UUUUU
...wow, già! ^__^ grazie mille Antico delle parole e dell'entusiasmo in-fuso! felicissimaME :)
alla prossima!

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Re: Può mai il bene misurarsi con la bellezza?

Messaggio#25 » mercoledì 2 dicembre 2015, 11:54

@Raffaele Marra: ciao Raffa! questo giro ci siamo solo incrociati di passaggio, eh? ma tu sei stato così gentile da lasciarmi un commento, pure bello! grazie davvero ^__^
sarebbe piaciuto anche a me lasciare qualche parola, ma il tempo è quello che è -__-"
spero di non ridarmi alla macchia troppo in fretta XD
grazie ancora Raffa e alla prossima!

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