Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

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Rionero
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Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#1 » martedì 17 novembre 2015, 0:19

Le apparenze a volte ingannano
di Claudio Tamburrino

Appena conosciuta l’aveva presa per una di quelle ragazze che non amano troppo ballare, o troppo guardare film, o troppo scherzare, mangiare, correre…insomma senza vere e proprie passioni.
Ma le apparenze a volte ingannano.
Era bastata una conversazione, un bicerin insieme, una passeggiata al Valentino per capire che amava ridere. E Lui era impazzito per quella risata, come se grazie a quel suono il suo essere si accordasse per la prima volta all’universo e tutto ciò che aveva conosciuto fino a quel momento risultasse improvvisamente stonato.

Dopo quel primo appuntamento si videro ancora e Lui la face ridere. Insieme corsero, mangiarono, scherzarono, guardarono film, ballarono…insomma tutto quello che fanno le coppie felici.
Ma le apparenze a volte ingannano.
Più semplicemente, Lei capì che c’era una cosa che non amava: Lui.

Allora, disperato, Lui scappò in cerca di un posto lontano dai suoni sbagliati di quel mondo privato dalla sua risata: camminò lontano dai posti che aveva vissuto con Lei, fuori da Torino e su verso la collina.

Alla fine si ritrovò a Superga e si arrampicò ancora, trovando un punto forse troppo in bilico che gli permetteva tuttavia di avere una vista stupenda sulla città: si sentì al sicuro solo lì. Così sicuro e al contempo così incerto: bastava un piede messo male e si sarebbe rovinosamente sfracellato a terra. Quel pensiero lo attirò maliziosamente, si avvicinò al bordo, guardò in basso, allargò le braccia giocando a perdere l’equilibrio e poi guardò nuovamente seriamente il vuoto. Cercò di buttare la solitudine che provava. Ed i ricordi più belli, che sono quelli che fanno più male. Cercò di buttare tutto questo e…
- Piace anche a te tantissimo questa vista? - disse una voce femminile dolce come il miele
- Io…l’ho scoperta ora.
Incoraggiata Lei si avvicinò e gli offrì una sigaretta:
- Lo so, sta roba fa male, ma che ci posso fare se l’adoro?

Parlarono tutto il pomeriggio e poi ancora fino a sera, quando solo il tramonto restò a proiettare le loro ombre sul selciato.
Lei gesticolava molto, come se fosse sempre in polemica; lui con una mano sulla fronte si schermava gli occhi per continuare a guardarla nonostante la luce del sole che gli finiva negli occhi.
Da lontano sembravano una coppia ormai distrutta, lei furiosa e lui rassegnato, arrivati fin lì per consumare il loro ultimo litigio lontano da occhi indiscreti.
Ma le apparenze a volte ingannano.
Lui avrebbe voluto farsi cullare da quella voce tutta la notte, dormire sul morbido guanciale creato dalle note che tesseva nella sua mente. Lei, in poche ore e sintetizzando quel sentimento immenso in poche parole, lo aveva ammaliato come un demone, stregato come una strega…
- A proposito, mi chiamo Santa, ma non ti far ingannare eh…il nome lo hanno scelto i miei, io ho scelto tutto il resto.
E lo baciò.
Così, d’improvviso prendendolo del tutto impreparato e lasciandolo immobile, quasi interdetto.
Ma, si sa, le apparenze a volte ingannano.



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Jacopo Berti
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#2 » mercoledì 18 novembre 2015, 20:46

Per raccontare senza annoiare (o per essere più oggettivi: senza annoiare me) una storia d'amore che finisce e un'altra che inizia, bisogna scrivere bene.
E buona parte del racconto mi pare scritta bene: chiara, pulita, con sviluppi interessanti, come il fascino che esercita sul protagonista la voce delle ragazze (era impazzito per quella risata o una voce femminile dolce come il miele ecc.) e il conflitto che chi è disperato vive davanti alle altezze: attrazione e repulsione. Attraverso questi e altri passi ben riusciti, caratterizzi in modo convincente i personaggi. A un certo punto assumi una prospettiva esterna che, assieme a quel che la precede (paesaggio, dialogo), restituisce un'immagine nitida della vicenda: Da lontano sembravano una coppia ormai distrutta, lei furiosa e lui rassegnato, arrivati fin lì per consumare il loro ultimo litigio lontano da occhi indiscreti.

L'attacco però non mi è piaciuto molto. I troppi troppo e l'insomma preceduto dai puntini di sospensione, mi sembrano soluzioni modeste per un incipit. La ripresa delle stesse parole nel primo e nel secondo paragrafo va bene, ma l'insomma e la ripetizione del titolo che è poi il tema assegnato ne smorzano un po' l'effetto, che diventa ridondante.
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Rionero
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#3 » giovedì 19 novembre 2015, 9:42

Hai ragione! Prima esperienza di minuti contati e mi sono sorpreso andando in una direzione che non avevo immaginato prima e soprattutto non trovando un titolo efficace (il mio background da giornalista di solito mi aiuta, stavolta il vuoto pneumatico :()
Anche sulla ripetizione, rileggendolo il giorno dopo mi è sembrata poco efficace perché in effetti poco musicale.
Invece per quanto riguarda l'elenco dell'incipit, l'insomma ed i puntini (che di solito non sopporto, devo essere sincero) erano voluti nel tentativo di creare una leggerezza quasi da canzone leggera italiana (avevo in mente gli elenci di una canzone di Daniele Silvestri per esempio), ma in effetti ci sarebbe da lavorarci sopra, con un po' più di tempo...
grazie mille per i consigli!

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Steamdoll
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#4 » venerdì 20 novembre 2015, 3:08

Non sono a mio agio nel commentare la struttura di questo racconto. La ricerca metodica di frasi poetiche ed evocative stordisce il lettore, non permettendo di seguire le scene non troppo lineari presentate, difficili da seguire per loro stessa natura poco concreta, riassuntiva di tempi molto lunghi. Per tre volte mi viene ripetuto che "le apparenze a volte ingannano", che mi fa lo stesso effetto di un omino in uno slasher movie che appare sullo schermo e mi preannuncia che un personaggio sta per morire.
Un intermezzo che per ben tre volte mi prende per mano per spiegarmi che nella frase dopo c'è la spiegazione del ribaltamento.
E io, come lettrice, non posso non chiedermi: perché c'è bisogno di dirmelo?
L'aggravante è che sia anche il titolo del racconto.

Per quanto mi riguarda, espressioni "dolce come il miele" sono così abusate che non sortiscono più alcun effetto.
Inoltre, il mio grosso problema è che i ribaltamenti di fronte sono così numerosi nel giro di 3000 caratteri, che il finale risulta quasi come un'ennesima ripetizione di uno schema che ha perso il suo effetto già alla seconda. Pur capendo le intenzioni, trovo il risultato poco narrativo, un mosaico di situazioni che basterebbero per altrettanti racconti. Ne sarebbe bastata una, meno vaga e con più dettagli, per portare a termine la missione in modo più incisivo.
Inoltre, non riesco a vedere l'amore: sembra che me lo si voglia imporre, parlando di "coppie felici", "ricordi più belli", ma sono tutte frasi che rimangono sospese, incolori, che non incidono mai, che non arrivano a dare una forma a quest'amore che sembra dover essere quello che "già lo conoscete. È come quello delle coppie felici, come vi hanno insegnato".

Un esempio in merito è la puntata "Two" della serie televisiva The Twilight Zone, in cui si mostra che l'amore è tutta una serie di gesti significativi. Qui ne vediamo uno, il passaggio di sigarette, che è indubbiamente il punto più riuscito del racconto, dove si sente effettivamente una connessione con i personaggi. Dove non è tutto posto dietro un vetro antisettico.

Come appunti stilistici:
• non c'è mai lo spazio dopo i tre punti;
• dopo "miele" manca il punto.
• c'è un refuso: "face ridere", invece di "fece ridere";

come se grazie a quel suono il suo essere si accordasse per la prima volta all’universo

La quantità di s, a una lettera ad alta voce, è eccessiva.

bastava un piede messo male e si sarebbe rovinosamente sfracellato a terra. Quel pensiero lo attirò maliziosamente

I due avverbi sono troppo vicini per non accorgersene;

e poi guardò nuovamente seriamente il vuoto

Due avverbi modali di fila sono pesantissimi.

lui con una mano sulla fronte si schermava gli occhi per continuare a guardarla nonostante la luce del sole che gli finiva negli occhi.

Ripetizione di occhi.

stregato come una strega

err...
«To argue with a man who has renounced the use and authority of reason, and whose philosophy consists in holding humanity in contempt, is like administering medicine to the dead, or endeavoring to convert an atheist by scripture.»

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Jacopo Berti
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#5 » venerdì 20 novembre 2015, 13:53

Steamdoll ha scritto: Per quanto mi riguarda, espressioni "dolce come il miele" sono così abusate che non sortiscono più alcun effetto.


Ciao Steamdoll! Rispondo perché ho citato quella frase come una cosa "positiva". Non certo come esempio di forma, ma di contenuto: ovvero l'idea che il protagonista sia in genere colpito dalla voce delle ragazze. Da ciò derivano anche immagini come questa: "in cerca di un posto lontano dai suoni sbagliati di quel mondo privato dalla sua risata" (che poi andrebbe "privato della" ma pazienza).
Lamenti il fatto che "dolce come il miele" non sortisce alcun effetto. Secondo me, non deve farlo, perché l'espressione è così (ab)usata da essere una metafora morta. Da leggere come un aggettivo.
Per il resto, Steamdoll, leggere i tuoi commenti a questo e agli altri racconti è stato davvero interessante, anche quando (forse tanto più quando) le nostre opinioni erano diverse.
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Rionero
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#6 » venerdì 20 novembre 2015, 15:52

Ciao Steamdoll,

Grazie per il lungo commento che apprezzo molto!

Nel merito, mi sono accorto la mattina dopo di quei refusi segnalati (compresi gli spazi e la ripetizione di occhi) e naturalmente dell'inefficacia del titolo come spiegato nell'altra risposta. Mannaggia all'inesperienza da minuti contati (o dall'ora tarda dell'ultima lettura).

Per il resto erano tutte scelte: la presenza di s in quella specifica frase, la contrapposizione rovinosamente/maliziosamente (proprio quella sensazione di contrapposizione cercavo), idem per nuovamente e seriamente (ci voleva pesantezza, si sta per buttare...).

Sui ribaltamenti di fronte non pensavo di averne creati così tanti (in fondo sono solo due incontri ed un intermezzo solitario) e i tre principali li ho anche sottolineati (erroneamente) troppo...

Infine, il molto discusso "dolce con il miele" non aveva certo la vocazione di originalità né di bellezza, tanto che io non lo userei, ma il protagonista sì, è un romantico che si innamora facilmente e anche poco originariamente: è proprio il tipo che userebbe anche "stregato come una strega"...bé direi che dai tuoi appunti capisco di esserlo riuscito a caratterizzare anche senza mai descriverlo e che ti sta particolarmente antipatico, il tipo :D

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angelo.frascella
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#7 » venerdì 20 novembre 2015, 23:47

Ciao Claudio.

Alcuni difettucci stilistici (la ripetizione della frase, alcuni avverbi sovrabbondanti…) te li hanno già fatti notare i precedenti commentatori. Credo però che ci sia un difetto più grosso che vizia un po’ il racconto: è troppo narrato. Non voglio fare il fanatico delle regole di scrittura, ma il “show don’t tell” è così tanto citato non perché sia l’unico approccio possibile, ma perché è efficace. Leggendo questo racconto è evidente: diventa interessante nel mezzo, quando smetti di raccontare e ci mostri Lui sul bordo del colle, pronto quasi a lasciarsi andare e poi la seconda lei che inizia a parlargli, gli passa la sigaretta ecc. Poi purtroppo torni ad aumentare le distanze dal testo, io, lettore, perdo contatto con la storia e la magia finisce. Ti segnalo anche un cacofonico “Ed i ricordi” (e dopo la segnalazione della d eufonica mi avrai bollato definitivamente come un fanatico delle regole :) … ma questa suona proprio male) e chiudo con una domanda: perché hai scelto di non dare un nome ai personaggi e usare solo Lui e Lei (cosa che aumenta l’astrazione e crea confusione quando entra in scena la seconda Lei)? E perché a un certo punto “lei” diventa minuscola?

A rileggerci
Angelo

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simolimo
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#8 » domenica 22 novembre 2015, 15:45

ciao Rionero :) e piacere di conoscerti!

il pezzo lo trovo migliorabile, ci sono delle piccolezze che ti dirò a breve, ma mi preme dirti che l’ho trovato molto molto carino. mi è piaciuto. soprattutto per la sua delicatezza e immediatezza. bel lavoro! bravo ^_^

cià, andiamo:
- i tre puntini di sospensione richiedono sempre una spazio dopo

- utilizzi una quantità spropositata di aggettivi e pronomi dimostrativi… secondo me se li snellisci il pezzo ne guadagna alla grande ;)

- i segni d’interpunzione del dialogo non sono corretti, o usi i caporali «» o le virgolette “ “ o il trattino lungo — , ma non il meno –

- le ultime due frasi del tuo racconto le toglierei lasciandolo finire con il bacio =))

detto questo, beh, come ti ho anticipato in apertura,il pezzo a me è piaciuto, OK, nulla di pretenzioso, un discorso già letto un’infinità di volte, ma non per questo meno godibile, infatti, me lo sono gustata tutto d’un fiato!!
mi è anche piaciuta molto la scelta di utilizzare la frase ricorrente per spaziare i vari accadimenti, bello.

Rionero, non ho più cartucce da sparare ^_^
Ciao ciao, e alla prossima :)

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Rionero
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#9 » lunedì 23 novembre 2015, 10:17

Ciao!
(mammiamia bellobello minuti contatti, un sacco di spunti e suggerimenti, oro colato)

Per Angelo: grazie per i consigli! Si mi rendo conto ora rileggendolo che è un troppo narrato, penso sia colpa dell'utilizzo della ripetizione che per quanto voluta potevo fare meglio:)
Per quanto riguarda la maiuscola, semplicemente non sono un amante della rilettura forsennata a tarda sera (purtroppo) quindi un maiuscolo di un "Lei" me lo sono perso. In generale, poi, ho cercato di non usare inizialmente nomi perché la prima Lei l'avrei dovuta presentare nella prima frase e mi piaceva così l'intro, e poi ho pensato che la presentazione della seconda Lei - Santa - potesse risultare più forte (come se lei fosse quella giusta?). Inoltre per senso: per Lui c'è sempre Lei, anche se nel frattempo è cambiata la persona che la incarna quel senso profondo di amore è comparabile...ma queste sono pippe mentali che esulano dal racconto direi;-)

Per Simolimo: grazie davvero! Soprattutto per l'appunto sul segno meno invece del trattino lungo, ma quest'ultimo non ce l'ho comodo sulla tastiera, è soprattutto questo il problema XD

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invernomuto
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#10 » mercoledì 25 novembre 2015, 1:57

Ciao Rionero, piacere di fare la tua conoscenza nell'arena di Minuti Contati!
Il racconto è molto piacevole, il tuo utilizzo di un registro volutamente poetico ed evocativo mi è piaciuto e a differenza di altri non l'ho trovato eccessivo ma funzionale all'atmosfera di cui hai voluto permeare il testo.
Qualche piccolo errore stilistico c'è, probabilmente più dovuto ai limiti di tempo e alla fretta di concludere che su Minuti Contati mettono i bastoni tra le ruote anche ai più navigati.
Non ho particolarmente apprezzato la scelta di introdurre un nome proprio dopo tutta la fatica fatta per evitarli per quasi tutto il racconto e anche secondo me un'applicazione più incisiva dello "show don't tell" permetterebbe al tuo stile così evocativo di risplendere e rendere la storia più incisiva.
Resta comunque una bella prova che ho letto con piacere, spero di aver nuovamente occasione di leggere qualcosa di tuo nelle prossime edizioni! Ciao!

Veronica Cani
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#11 » mercoledì 25 novembre 2015, 17:31

Ciao, Claudio!
Il tuo racconto è scorrevole e, pur essendo una storia d’amore, non cade mai in un sentimentalismo troppo melenso. Una frase del racconto, però, mi ha un po’ disorientata: “Da lontano sembravano una coppia ormai distrutta, lei furiosa e lui rassegnato, arrivati fin lì per consumare il loro ultimo litigio lontano da occhi indiscreti.” Ecco, il problema è che non riuscivo a capire, da questa frase, se la Lei in questione fosse la sua vecchia fiamma che ha avuto un ripensamento oppure una sconosciuta. Per il resto non ho nulla da eccepire. A presto! :)

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raffaele.marra
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#12 » giovedì 26 novembre 2015, 13:36

C’è qualcosa da rivedere, a mio parere. La storia in sé non è molto originale, ma il modo in cui hai scelto di presentarla può essere sufficiente a renderla più interessante. Mi riferisco alla scelta delle scene e dei tempi della narrazione che qui trovo ben pensati e sicuramente funzionali. Ciò che convince meno, e che quindi richiede qualche revisione, è lo stile, a tratti “alto”, altrove molto più approssimativo e meno efficace.

diego.ducoli
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#13 » giovedì 26 novembre 2015, 22:51

Ciao Claudio
Il problema principale del racconto è che è quasi tutto troppo raccontato.
Nonostante questo ammetto che ho apprezzato il racconto l'ho trovato in qualche modo poetico.
Molto belli i dialoghi tra Lui e Santa se decidi di riprendere in mano il racconto, gli dedicherei più caratteri e cercherei di far “vedere” le situazioni invece di raccontarle.

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Flavia Imperi
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#14 » venerdì 27 novembre 2015, 7:59

Ciao Claudio, benvenuto!
Il tuo racconto poteva andare bene per entrambi i temi, in poche righe c'è amore, dolore, speranza e rinascita, il tutto attraverso personaggi ben caratterizzati e originali. Ho apprezzato molto il punto il cui Lui è sul precipizio e decide di suicidare il carico di pesantezza del passato, come una morte simbolica che rende possibile la sua rinascita. Mi piace il tuo stile e sono sicura che, sfrondando qualche sbavatura (possessivi, aggettivi, d eufoniche) scriverai grandi storie su MC! :)
Siamo storie di storie

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alberto.dellarossa
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#15 » venerdì 27 novembre 2015, 17:08

Ciao Claudio, il racconto nel complesso funziona. Mi è piaciuto l'andamento vagamente onirico che traghetta fino a metà del racconto. Proprio per questo avrei evitato di dare un nome ai luoghi. La caratterizzazione di Santa è ottima, mentre la parte di Lui e Lei è forse troppo stereotipica, a tratti stucchevole seppur funzionale.

Altri errori te li hanno già fatti notare, ma nulla a cui non si possa porre rimedio.
p.s. l'uso del dialettismo "bicerin" è troppo circoscritto, lo eliminerei.

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antico
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Re: Le apparenze a volte ingannano di Claudio Tamburrino

Messaggio#16 » domenica 29 novembre 2015, 17:37

Benvenuto a Minuti Contati!
Parto subito con il dirti che anche a me è sembrato tutto troppo narrato. Concordo con Angelo, la parte che funziona meglio è quella centrale, quando ce lo fai vivere, ma come torni ad allontanarti riemergono i problemi. Sembra quasi voglia essere una parabola, ma oscilli troppo nello stile e il risultato è di fornire l'impressione di un racconto ancora acerbo. Abbiamo un laboratorio, ti aspetto lì. Puoi rivederlo e hai un max di 5000 caratteri, quindi 2000 in più di che in corso di edizione. Per il momento il pollice è NI.

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