Un filo invisibile - Carolina Pelosi

carolina.pelosi
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Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#1 » martedì 17 novembre 2015, 22:14

Un filo invisibile
di Carolina Pelosi

“Ci vediamo? Per un caffè, un gelato, un muffin o quello che ti pare.”

Non si vedevano da tre anni. Non si erano neanche più viste per strada, quasi. Solo un paio di volte e avevano fatto di tutto per non incrociare gli sguardi.
Dopo infiniti mesi di silenzio, un giorno, il telefono di Sofia squillò. Melissa le aveva scritto un messaggio.
La ringraziava per averle fatto sentire la sua vicinanza dopo la morte di sua nonna. Anche da lontano, lontanissimo, Sofia era riuscita a toccare l’anima di Melissa quando più ne aveva bisogno.
Erano sempre state così. Senza avere bisogno di dirsi niente, sapevano toccarsi dentro, dove nessuno sapeva arrivare.
Sofia rispose a quel messaggio, dopo aver pensato a cosa scrivere, con le mani tremanti e un nodo nella gola. La conversazione diventò un giro nel passato, un giro a piedi dentro a un passato chiuso a chiave nel suo petto, che aveva scavato a fondo e si era fatto spazio, con prepotenza.
“Ti ho sognata, stanotte”, scrisse Melissa.
“Sul serio? Anch’io ho sognato te.”
Si sorpresero di quanto, nonostante gli anni di buio, riuscissero a restare in connessione, come fosse l’unica cosa che sarebbero state in grado di fare per il resto della vita, legate da un filo invisibile.
Tre anni prima il loro rapporto si disintegrò.
Non si sa bene come, ma aveva delle crepe profonde. Era stato difficile trovare un colpevole. Il verme sta nella mela che marcisce, di solito. E non si era capito chi, delle due, stava marcendo davvero.
La verità era che, in quel momento, dovevano staccarsi o si sarebbero causate dolore a vita.
E si staccarono.
Ma come in tutte le storie che non riescono a morire, si ritrovarono.
Sofia non sapeva bene come guardare quello che aveva davanti. Si concesse tempo per decidere. E poi decise.
“Ci vediamo? Per un caffè, un gelato, un muffin o quello che ti pare”, scrisse a Melissa.

Era un pomeriggio d’inizio estate, quando si rividero.
I dodici anni insieme erano stampati lì, sulle loro facce. E tre anni di distanza non li avevano cambiati affatto.
Si sedettero al tavolino di un bar e, davanti a un frullato, si raccontarono i giorni, le lacrime, le vittorie, le strade, le persone, che si erano perse l’una dell’altra.
“Sono stata male, quando ho saputo di tua nonna, ecco perché ho scritto quello che hai letto.”
“Guarda questa foto”. Melissa mostrò a Sofia una foto di sua nonna in uno dei suoi ultimi giorni. Dimagrita, quasi senza capelli, senza forze, ma con la bocca piegata in un sorriso. Le tremavano le mani e gli occhi le scoppiavano di lacrime. Sofia la guardò e in quello sguardo c’era tutto l’appoggio che non era riuscita a darle in quei giorni di dolore.
Il frullato era finito, erano trascorse quattro ore veloci come mai prima.
Erano davvero loro.
Avevano ricoperto i giorni di vuoto, gli anni di assenza, con la naturalezza che solo un rapporto radicato dentro l’anima può avere.
In un giorno di sole, erano di nuovo loro.
E quando si salutarono lo sapevano, sapevano che, forse, non si sarebbero perse più.



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Andrea Partiti
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#2 » mercoledì 18 novembre 2015, 11:58

Ci racconti una storia molto semplice, e non lo intendo in maniera negativa.
Penso colpisca perché a tutti è capitato di allontanarsi da delle amicizie, anche importanti, lasciandole semplicemente allontanare poco alla volta, rimandando i tentativi di mantenere i contatti. Tutti abbiamo una Melissa da qualche parte.

Globalmente, mi piace molto la tua interpretazione della Seconda Possibilità, hai scritto in maniera sensibile e piacevole da leggere, restando alla "giusta distanza" dalla storia. Il mio giudizio è molto positivo, anche se devo farti qualche appunto più tecnico su piccoli problemi che però si possono sistemare o rivedere facilmente.

Sono vicine o lontane?
"Solo un paio di volte e avevano fatto di tutto per non incrociare gli sguardi." Mi fa pensare che abitino nella stessa città.
"Anche da lontano, lontanissimo, " Mi fa pensare che siano anche lontane geograficamente.
La prima opzione ci piazza in automatico in una grande città, altrimenti non sarebbe credibile non incrociare e dover interagire con qualcuno per tre anni, vivendo in maniera normale. Penso che tu lo dia per scontato perché tu stessa vivi in una grande città, ma non è così per ogni lettore e senza una ambientazione esplicità non è immediato intuirlo.

ecco perché ho scritto quello che hai letto

Questo dialogo è poco naturale, provando a leggerlo ad alta voce la lingua si ribella. Una forma più semplice, "ecco perché ti ho scritto" o "per questo ti ho scritto", perde delle informazioni ma sembra scontato che quel che le ha scritto è stato letto, non è un problema lasciarlo implicite.

Tre anni prima il loro rapporto si disintegrò.

"Si era disintegrato"? Stai facendo un salto indietro e stai per spiegarci come e perché. Le regole su come coordinare i verbi al passato sono terribili, ma a pelle mi sembra sbagliato, o almeno strano, usare il passato remoto in questa frase.

Ma come in tutte le storie che non riescono a morire, si ritrovarono.

Di nuovo, "si erano ritrovate", e poi riparte la storia principale al passato remoto.

Il verme sta nella mela che marcisce, di solito

Se ti piace come immagine, tienila senza scrupoli, ma non è vero quel che dici. Le larve mangiano solo la parte sana delle mele, e iniziando a mangiare dall'interno è raro che la mela marcisca per colpa loro, se non quando escono, alla fine, lasciando un foro nella buccia.

carolina.pelosi
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#3 » mercoledì 18 novembre 2015, 22:50

Ciao Andrea.
Grazie per i complimenti, innanzitutto. Mi fanno molto piacere.
In secondo luogo, apprezzo anche le critiche dettagliate che mi hai fatto. Cercherò di risponderti al meglio:
- sono prima vicine (nella stessa città), nella prima frase che hai citato, poi sono "lontane, lontanissime" (in due città differenti) nella seconda. Ma ammetto che probabilmente da lettore sia difficile percepire la differenza. Chiedo venia.
- "ecco perché ho scritto quello che hai letto" l'ho usato perché in effetti dentro la mia testa (ahimè, ci sono ricascata) lei non vuole alludere a un messaggio scritto a Melissa direttamente, ma a qualcosa che ha scritto quasi per sé, come fosse una lettera, una riflessione, un racconto, che lei ha letto per vie traverse. Se avessi scritto "ecco perché ti ho scritto" avrebbe assunto un significato diverso.
Per il resto, invece, devo darti ragione. Ho fatto un po' di confusione, mi piace pensare che sia colpa del tempo che scorreva inesorabilmente (anche se ho consegnato piuttosto presto) e delle mie dita che battevano sulla tastiera senza, purtroppo, soffermarsi su roba necessaria come i tempi verbali. Grazie, quindi, per avermelo fatto notare.
Un saluto!
Ultima modifica di carolina.pelosi il giovedì 19 novembre 2015, 16:58, modificato 1 volta in totale.

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Callagan
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#4 » giovedì 19 novembre 2015, 15:23

Ciao, Carolina. Credo di leggerti per la prima volta e spero ti sia utile il mio commento.
Delicato e leggero, il racconto scorre veloce. Certamente nel breve è una lettura piacevole. Se devo trovarci un difetto, o meglio quello che manca per lasciare davvero il segno sul lettore, questo è la mancanza di pathos. Trovo che questo derivi dal fatto che la storia è molto raccontata e poco mostrata. Ovvero io ho letto di Sofia e Melissa, ma non ho vissuto la loro storia, non ci sono entrato dentro.
Mi sorge un dubbio, ma parli di amicizia o di amore? Io in questa storia ho visto l'amore.

carolina.pelosi
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#5 » giovedì 19 novembre 2015, 16:57

Ciao!
Si, comincio col dirti che è una storia di amicizia, ma a questo punto non credo sia così importante. Leggetela come volete, amore o amicizia, come viene, sempre di rapporto fortissimo si tratta. Specificarlo esplicitamente mi sembrava estremamente banale, come se facesse perdere un po' alla storia.
Per quanto riguarda il pathos, è qualcosa che in qualche modo ho percepito pure io. Nel senso, mi sarebbe piaciuto avere tanto più spazio per raccontare di Sofia e Melissa prima di questo giorno, di loro due nel passato o subito dopo il litigio, farvele toccare con mano, farvi piangere o ridere con loro. Purtroppo avevo soltanto 3000 caratteri a disposizione e se mi fossi messa a raccontare la loro storia prima della rottura avrei perso di vista il tema principale, la seconda possibilità, perché non avrei avuto spazio sufficiente per scriverne.
Ti ringrazio, comunque, per il commento positivo iniziale. E grazie anche per le critiche, sono sempre utili, soprattutto fatte da qualcuno che mi legge per la prima volta.
Alla prossima!

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Angela
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#6 » giovedì 19 novembre 2015, 19:41

Per il tuo testo, potrei fare copia incolla del commento che ho fatto ad Angelo Frascella. Racconto che narra una storia semplice in cui chiunque si può rispecchiare, non succede nulla di particolare. Due persone che prima erano legate, si separano e si perdono di vista. Poi si ritrovano per parlare dei vecchi tempi e il filo che le legava torna ad essere forte come prima. Il tutto scritto molto bene, tanto è vero che ho un solo appunto da segnalarti:

E tre anni di distanza non li avevano cambiati affatto.
Sono due donne, quindi “non le avevano”.

Quello che manca al tuo racconto è l'originalità o comunque un aspetto portante e forte che interessi il lettore. Non parlo di un finale ad effetto, ma di elementi che lo rendano unico e che lo facciano distinguere rispetto alla massa degli altri testi. Non basta scrivere bene e raccontare una storia, bisogna fare in modo che al lettore quella storia resti impressa. Il messaggio deve essere forte. Questo è l'unico appunto che mi sento di muoverti, difatti, nella classifica finale, sarai vicino al testo di Angelo che considero pari merito.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

carolina.pelosi
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#7 » venerdì 20 novembre 2015, 18:31

Ciao Angela.
Grazie per i complimenti, sono molto apprezzati. Come del resto, anche le critiche, magari fanno un pochino meno piacere ma sono utilissime. E dal momento che siete già in tre a parlarmi di questo difetto della storia forse devo cominciare a farmene una ragione: ho toppato.Sono d'accordo con te, non basta scrivere bene, bisogna scrivere storie buone. Mi dispiace che questa storia non sia arrivata a voi com'è arrivata a me in pancia, perché dentro me è forte come voi vorreste che fosse. La prossima volta andrà meglio.
Ah, "e tre anni di distanza non li avevano cambiati affatto" non è una frase errata, si riferisce al soggetto della frase precedente, gli anni, quindi "li".
Grazie e alla prossima!

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ceranu
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#8 » domenica 22 novembre 2015, 0:04

Ciao Carolina, ben trovata.
Racconto delicato, anche commovente. Mi piace il modo semplice con cui hai descritto un'amicizia che dovrebbe superare gli ostacoli della vita. È vero che succede poco, ma penso che sia difficile emozionare usando degli elementi semplici e tu ci sei riuscita.
Dal punto di vista tecnico ci sono delle imprecisioni che hanno rallentato un po' la lettura. Come già detto da altri ci sono due passati da correggere.

Dopo infiniti mesi di silenzio, un giorno, il telefono di Sofia squillò. Melissa le aveva scritto un messaggio.

Dopo squillò io metterei un due punti.

La ringraziava per averle fatto sentire la sua vicinanza dopo la morte di sua nonna. Anche da
lontano, lontanissimo, Sofia era riuscita a toccare l’anima di Melissa quando più ne aveva bisogno.


Per capire da dove arrivasse quel primo messaggio ho dovuto leggere la tua risposta. Effettivamente lega poco con il concetto di assenza che hai fatto trapelare fino a quel momento.

Un ultimo appunto: per una coerenza grafica io avrei cercato di distinguere i dialoghi orali da quelli scritti, magari usando apici bassi, o il trattino lungo.

Nel complesso è un racconto che mi è piaciuto.
Ciao e alla prossima.

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Vastatio
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#9 » domenica 22 novembre 2015, 16:58

Ciao, dopo le ultime edizioni è bello finalmente leggere qualche racconto in cui ci siano dei sopravvissuti. Certo, la nonna è morta, ma poco importa se è riuscita a far riavvicinare le due amiche.
Ammetto di non riuscire a empatizzare coi protagonisti, perché sono un asociale e trovo un po' difficile oggi che non ci si possa tenere in contatto anche a città di distanza. Però basta qualche anno nel passato e di strumenti che ci diano un contatto, seppur effimero, come FB vengono a mancare.
Una amicizia ritrovata, pienamente in tema, per quanto sia una storia semplice è comunque molto bella.

Non ho apprezzato però la scelta dei "dialoghi". Non sono un paladino del mostrare e non raccontare, ma se racconti tanto mi aspetto che i dialoghi siano incisivi.
“Ti ho sognata, stanotte”, scrisse Melissa.
“Sul serio? Anch’io ho sognato te.”

Questa coincidenza la trovo poco ispirata. Non capisco perché evidenziarla ed estrarla dal contesto raccontato.
Un piccolo appunto anche sulla questione tempo. Il tempo è sempre relativo e lo dimostri anche tu visto che un pomeriggio annulal tre anni di lontananza. Quanti anni hanno el protagoniste? più di 15 e 4 ore, ok. Però 12 anni di "vita insieme" hanno un peso diverso per una trentenne piuttosto che per una sessantenne (non vado troppo oltre in quanto c'è la famosa nonna che muore). Considerando anche i tre anni di vuoto significa CAPIRE anche quali esperienze possono aver vissuto. Non hai lo spazio per descriverle, ma puoi farmele immaginare. Solo che così non resco a capire quali dodici anni hanno condiviso.

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AmbraStancampiano
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#10 » lunedì 23 novembre 2015, 10:27

Ciao,
hai scritto un racconto molto delicato e con tanto potenziale, che però secondo me non si esprime al meglio; mi spiego: mi mancano le due amiche PRIMA del litigio e mi manca il litigio, quindi non riesco a empatizzare bene con loro adesso che si stanno riappacificando.
Mi mancano anche parecchi elementi che mi dicano quanti anni hanno, dove vivono, se sono sole e quanto, COME la loro vita sia cambiata da quando non si vedono più. Tu tutte queste cose le accenni, ma non me le mostri né me le racconti. Ti faccio degli esempi:
carolina.pelosi ha scritto:Non si vedevano da tre anni. Non si erano neanche più viste per strada, quasi. Solo un paio di volte e avevano fatto di tutto per non incrociare gli sguardi.

Se non hanno davvero litigato, perché fingono di non vedersi?
La conversazione diventò un giro nel passato, un giro a piedi dentro a un passato chiuso a chiave nel suo petto, che aveva scavato a fondo e si era fatto spazio, con prepotenza.

Qui accenni a un passato che sembra anche doloroso, ma in realtà non mi racconti niente, in più non capisco bene la questione del passato chiuso a chiave che scava e si fa spazio, mi sembra più che altro un artificio linguistico; il suo passato è chiuso a chiave nel petto o sta scavando per farsi spazio?
Si sorpresero di quanto, nonostante gli anni di buio, riuscissero a restare in connessione, come fosse l’unica cosa che sarebbero state in grado di fare per il resto della vita, legate da un filo invisibile.

Questa è una bella immagine, ma non mi spieghi come sono legate, da cosa, come questo legame sia tangibile nella realtà; anche qui stai accennando a qualcosa che non mi racconti.
Tre anni prima il loro rapporto si disintegrò.
Non si sa bene come, ma aveva delle crepe profonde. Era stato difficile trovare un colpevole. Il verme sta nella mela che marcisce, di solito. E non si era capito chi, delle due, stava marcendo davvero.
La verità era che, in quel momento, dovevano staccarsi o si sarebbero causate dolore a vita.
E si staccarono.
Ma come in tutte le storie che non riescono a morire, si ritrovarono.

Questi periodi sarebbero da sistemare a livello di consecutio temporum, ma secondo me hanno un difetto più grande, sempre lo stesso: mi stai non-raccontando il loro litigio e le motivazioni di questa separazione, che a quanto pare le distrugge dentro, senza però portarle a fare un passo fino alla morte della nonna. Il lettore a questo punto (o almeno io come lettore) ha in testa un gigantesco Perché? a cui non troverà risposta.
I dodici anni insieme erano stampati lì, sulle loro facce. E tre anni di distanza non li avevano cambiati affatto.
Si sedettero al tavolino di un bar e, davanti a un frullato, si raccontarono i giorni, le lacrime, le vittorie, le strade, le persone, che si erano perse l’una dell’altra.

Stesso appunto: mi dai un dettaglio di tempo, senza però raccontarmi nulla. Mi accenni al tempo da cui si conoscono, a quello che hanno passato separate, al fatto che hanno fatto delle cose. Più che una lettrice, mi sento la terza incomoda seduta da sola al tavolino accanto nel bar, che le sta ascoltando.

Sofia la guardò e in quello sguardo c’era tutto l’appoggio che non era riuscita a darle in quei giorni di dolore.
Il frullato era finito, erano trascorse quattro ore veloci come mai prima.
Erano davvero loro.
Avevano ricoperto i giorni di vuoto, gli anni di assenza, con la naturalezza che solo un rapporto radicato dentro l’anima può avere.
In un giorno di sole, erano di nuovo loro.
E quando si salutarono lo sapevano, sapevano che, forse, non si sarebbero perse più.

Qui secondo me sprechi una buona occasione: attraverso quello sguardo potresti dire tutto, invece ti limiti a dirmi che c'è uno sguardo e che il loro rapporto tornerà forte come e meglio di prima; Ma com'era il loro rapporto prima? Com'è questo sguardo? Caldo, affettuoso, dolce, romantico, appassionato? Mi mancano le sensazioni, e mi sento sempre di più l'avventrice del bar seduta al tavolo accanto.

In conclusione: ci sono sia il racconto che il potenziale, ma secondo me ti basi sul fatto che ognuno ha avuto un amico del genere e non mi racconti davvero il loro rapporto e la loro vita, fai semplicemente leva su una sensazione che dai per scontata in chi leggerà questo testo; questo è un errore abbastanza grave, e rischia di allontanare il lettore se non si sente emotivamente coinvolto.
Spero che tu non te la prenda per la mia franchezza: il racconto comunque c'è ed è un buon racconto, solo che va sviluppato in maniera più completa.

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

carolina.pelosi
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#11 » lunedì 23 novembre 2015, 14:58

Ciao @ceranu.
Grazie per i complimenti, mi hai regalato un sorriso. Sono contenta che ti abbia emozionato.
Gli errori li ho già notati, perché riscontrati in altri commenti. Ringrazio anche te per avermeli fatti notare e, ripeto, mi piace pensare sia colpa del tempo ;)
A proposito dei dialoghi scritti e parlati, li ho differenziati usando il corsivo per quelli scritti, non lo vedi dal tuo pc?
A rileggerci!

Ben trovato, @vastatio.
Comincio col dirti che sei stato fortunato, stavolta, nei miei racconti c'è solitamente tragicità e il morto ci scappa quasi sempre!
Il contatto che manca tra le protagoniste non è causato da una mancanza di mezzi di comunicazione o modi, ma da una scelta. Si sono allontanate e non si sono più riviste/sentite perché una delle due (Sofia) lo ha deciso.
Il pezzetto in cui si dicono che si sono sognate era per evidenziare la connessione tra loro, permanente nonostante gli anni di distanza, si sono sognate nello stesso giorno. Mi dispiace se non sia stato apprezzato.
Per il resto, non posso che dare ragione anche a te, perché sei l'ennesimo che mi dice che si vede poco della loro vita (compresa l'età)... il lettore va accontentato, incuriosito, coinvolto,e probabilmente stavolta ho fatto un grosso errore.
è andata così. Grazie e alla prossima!

Ciao @Ambra.
I tuoi complimenti sono apprezzati e le tue critiche ben accette, figurati, non me la prenderò affatto! Anzi, anche tu mi hai fatto notare sempre lo stesso errore quindi ringrazio anche te.
Quando parli di artificio linguistico in realtà era solo un tentativo di portare la frase a livello di un'immagine: il passato è chiuso dentro di lei e non è stato più portato in superficie, si è fatto spazio scavando a fondo in questo senso, dunque.
Posso farti soltanto un copia e incolla delle risposte che ho già dato: si, c'è poco, quasi niente, di prima del litigio e causa poca empatia; si, certe frasi lasciano l'amaro in bocca perché fanno nascere domande che avranno risposta parziale. Ho pensato fosse meglio, dal momento che avevamo soltanto 3000 caratteri, utilizzare lo spazio per raccontare una storia che rientrasse nel tema, quello della seconda possibilità, piuttosto che parlare del prima. Credevo che avrei perso il modo per parlare del presente, del dopo, della seconda chance.
Mi spiace non essere riuscita nel mio intento, m'immaginavo sarebbe arrivata diversamente. Invece poi ho cominciato a vedere bene gli errori.
Grazie e alla prossima.

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beppe.roncari
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#12 » martedì 24 novembre 2015, 14:55

Ciao Carolina, ben ritrovata!
Il tuo è un racconto delicato, di sentimenti, ma senza particolari guizzi. Non trovo una “motivazione” sufficiente al riavvicinamento delle due donne (amici, amanti, parenti… non importa ai fini della trama). Né vedo narrato il vero motivo del loro allontanamento.
Quindi mi trovo tiepido e non sento arrivare particolare forza emotiva dal racconto.
Qualche dubbio anche sull’aderenza al tema: chi avrebbe dato all’altra una seconda possibilità? Avrebbe senso se una delle due avesse fatto un torto all’altra… ma così? Che cosa ci vuoi dire?
Ti segnalo un errore di consecutio temporum: non “Tre anni prima il loro rapporto si disintegrò” ma “Tre anni prima il loro rapporto si era disgregato”.
Alla prossima!

marina_usai
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#13 » martedì 24 novembre 2015, 21:26

Ciao Carolina,
Il racconto è buono. Mi è piaciuto che tu abbia parlato di un’amicizia ritrovata come tema di “una seconda possibilità”, è un’esperienza che ognuno di noi ha fatto o avrebbe voluto fare. Starei attenta alle frasi fatte, o ai luoghi comuni come “il nodo alla gola” o le “mani tremanti”; rischiano di far perdere “personalità” al racconto. Trova immagini tue che diano un’impronta unica a quello che scrivi.

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Flavia Imperi
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#14 » mercoledì 25 novembre 2015, 0:52

Ciao Carolina!
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Hai descritto in modo delicato quello che due amiche speciali possono provare quando si incontrano di nuovo dopo tanto tempo, trasmettendomi molto. Been there! Il tema a mio avviso è preso con delicatezza e poesia, mi piace. Non ci devono sempre essere morti violente, stupri ed esplosivi - vedi la farfalla di Zhuang Zi, che a suo modo, ha cambiato il mondo. L’unico difetto, forse, è la scelta di rimanere generica su alcuni passaggi, ma il poco spazio non lascia molta scelta, ahimè!

Erano sempre state così. Senza avere bisogno di dirsi niente, sapevano toccarsi dentro, dove nessuno sapeva arrivare.

La frase più bella, mi ha colpita. Brava.

Alcuni punti che limerei:

- Attenzione ai tempi verbali:
Tre anni prima il loro rapporto si disintegrò
ma sarebbe corretto
si era disintegrato

Dopo infiniti mesi di silenzio, un giorno, il telefono di Sofia squillò
metterei
era squillato


- Lo stacco l’avrei messo fra “Si trovarono” e “Sofia”, dove è la pausa anche emotiva.

- Un pochino di “pulizia” da pronomi e possessivi:

una foto di sua nonna -> una foto della nonna
chiuso a chiave nel suo petto -> nel petto

- Non mi è piaciuta molto la parte della mela che marcisce. Non che sia sbagliata, ma ha qualcosa che stona, rimane sui generis e forse non aggiunge molto al racconto.

- La ripetizione della frase iniziale stona un pochino. Non è un errore, ricollega l’incipit al finale, ma stona.

Una buona prova. In bocca al lupo!
Siamo storie di storie

carolina.pelosi
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Re: Un filo invisibile - Carolina Pelosi

Messaggio#15 » giovedì 26 novembre 2015, 13:29

Ciao @beppe! Ben ritrovato anche tu, è un piacere!
Ti ringrazio per le belle parole, mi fanno molto piacere. Purtroppo per quanto riguarda le critiche devo dire anche a te lo stesso: mi sono resa conto dei difetti, tutti mi avete mosso la stessa critica, dopo un esame di coscienza (ahimè) ci sono arrivata anche io e si, c'è poco di spiegato del litigio, del passato, dell'amicizia, ma avevo poco spazio e temevo che concentrandomi su quello avrei poi lasciato da parte il tema principale. La prossima andrà meglio!
Grazie!

Ciao @marina.
Apprezzo il tuo commento. Ho voluto rendere l'idea utilizzando quelle frasi, avrei voluto renderla al meglio. Ma magari hai ragione, frasi fatte spezzano l'originalità.
Grazie, in ogni caso. Alla prossima!

Ciao @flavia!
Sei stata davvero molto gentile, grazie. Sono contenta che ti sia piaciuto, sei riuscita a cogliere il senso del racconto. Quello che gli ho dato e che avrei voluto arrivasse a tutti.
Le critiche sono ben accette, grazie anche per quelle. Sei stata attenta ai dettagli e questo non può che farmi piacere! Ne terrò conto per le prossime volte.
A presto!

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