I commenti in ordine casuale e la classifica in fondo.
Anche questo mese delle ottime letture!
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Un filo invisibile, di Carolina Pelosi (Seconda possibilità)
Ci racconti una storia molto semplice, e non lo intendo in maniera negativa.
Penso colpisca perché a tutti è capitato di allontanarsi da delle amicizie, anche importanti, lasciandole semplicemente allontanare poco alla volta, rimandando i tentativi di mantenere i contatti. Tutti abbiamo una Melissa da qualche parte.
Globalmente, mi piace molto la tua interpretazione della Seconda Possibilità, hai scritto in maniera sensibile e piacevole da leggere, restando alla "giusta distanza" dalla storia. Il mio giudizio è molto positivo, anche se devo farti qualche appunto più tecnico su piccoli problemi che però si possono sistemare o rivedere facilmente.
Sono vicine o lontane?
"Solo un paio di volte e avevano fatto di tutto per non incrociare gli sguardi." Mi fa pensare che abitino nella stessa città.
"Anche da lontano, lontanissimo, " Mi fa pensare che siano anche lontane geograficamente.
La prima opzione ci piazza in automatico in una grande città, altrimenti non sarebbe credibile non incrociare e dover interagire con qualcuno per tre anni, vivendo in maniera normale. Penso che tu lo dia per scontato perché tu stessa vivi in una grande città, ma non è così per ogni lettore e senza una ambientazione esplicità non è immediato intuirlo.
ecco perché ho scritto quello che hai letto
Questo dialogo è poco naturale, provando a leggerlo ad alta voce la lingua si ribella. Una forma più semplice, "ecco perché ti ho scritto" o "per questo ti ho scritto", perde delle informazioni ma sembra scontato che quel che le ha scritto è stato letto, non è un problema lasciarlo implicite.
Tre anni prima il loro rapporto si disintegrò.
"Si era disintegrato"? Stai facendo un salto indietro e stai per spiegarci come e perché. Le regole su come coordinare i verbi al passato sono terribili, ma a pelle mi sembra sbagliato, o almeno strano, usare il passato remoto in questa frase.
Ma come in tutte le storie che non riescono a morire, si ritrovarono.
Di nuovo, "si erano ritrovate", e poi riparte la storia principale al passato remoto.
Il verme sta nella mela che marcisce, di solito
Se ti piace come immagine, tienila senza scrupoli, ma non è vero quel che dici. Le larve mangiano solo la parte sana delle mele, e iniziando a mangiare dall'interno è raro che la mela marcisca per colpa loro, se non quando escono, alla fine, lasciando un foro nella buccia.
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Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda (L'apparenza inganna)
Ammetto che, complice il tema e le doppie letture diffuse in questa edizione, colpevoli gli stracci ricorrenti nelle descrizioni, su cui torni con un po' troppa insistenza, si intuiva che fosse un bambino in uno scenario di gioco e non da prendere alla lettera. Le lame di grafite e il nodo al mantello sono solo gli ultimi chiodi alla bara della sospensione di incredulità. L'immagine della Signora della Luce è molto bella.
Dall'altro lato, il racconto è scritto bene, senza nessun intoppo e con un ottimo ritmo. Tutte le informazioni passano senza mai bisogno di farsi domande o tornare indietro a cercare dettagli perduti.
Penso sia un buon racconto, seppur non eccezionale, ma anche pensandoci non mi viene in mente un modo per migliorarlo nei punti deboli senza snaturarlo completamente.
capitombolare sul posteriore
Capitombolare vuol dire "cadere con la testa all'ingiù", quindi la dinamica del capitombolare sul posteriore non funziona tanto bene. Meglio un altro verbo.
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Chanson de geste, di Steamdoll (L'apparenza inganna)
Bello davvero, il tuo racconto, anche io ho davvero poco da criticare, e dovrei sforzarmi per riuscirci.
Perfetto lo stile, non cede mai per tutto il racconto, e ottima l'interpretazione del tema, ammetto che ero partito in automatico con i personaggi standard in testa e non mi aspettavo il colpo di scena finale, anche se in retrospettiva, considerato il tema, ci potevo arrivare. Mi piace essere sorpreso.
Non è nuovissima l'idea della donna che si finge cavaliere, coperta dalla sua armatura, ma che importa, se viene reinterpretato in maniera piacevole?
(Sto giocando a fare il puntiglioso sul testo, in questa edizione, parola per parola, ma non ho nulla da ridire per te!)
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Un amico speciale, di Veronica Cani (L'apparenza inganna)
Affronti un tema molto delicato nel tuo racconto, prendendolo molto alla larga e in maniera molto indiretta. Non so se è un buon modo oppure no, ma mi piace il risultato.
Presentare don Maurizio in maniera positiva, come unico modello positivo nella vita del protagonista, la vedo non tanto come una critica al prete in sé, ma come una critica alla famiglia, alle altre persone che gli stanno attorno. Parli di un bambino che non ha letteralmente nessuno di cui si fida, con cui può parlare, che viene isolato sistematicamente e si trova a essere manipolabile per via della sua situazione. E' la vittima perfetta perché è da solo, e quando prova a uscire dal suo isolamento perché il suo subconscio capisce che deve provarci, ottiene solo ostilità. E' una immagine molto più brutta degli abusi in sé, dal mio punto di vista.
Penso sia una scelta coraggiosa affrontare il tema da questa prospettiva.
Non ho niente da ridire riguardo lo stile o i tempi del racconto, penso che fili tutto in maniera naturale e piacevole. Ottima prova!
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Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli (L'apparenza inganna)
Sono contento di aver letto anche un racconto umoristico, questa volta, è rinfrescante.
Per quanto l'idea mi piaccia e sia sviluppata con i tempi giusti, il finale sia ben preparato, l'esecuzione non è perfetta e avrebbe bisogno di una revisione significativa.
Qualche nota sparsa.
Il piano per liberarsi delle mogli mi sembra ottimo, visto che lo standard dei racconti è ucciderle in maniera crudele. Mi sembra non completamente credibile il dialogo, però. Presentando il proprio amante alla moglie, penso sia strano che l'amante stesso risponda alla domanda su quando si sono incontrati, soprattutto non in maniera garrula e ammiccante... le domande sarebbero per il marito.
"Almeno è chiaro chi di voi due è il maschietto", la moglie è davvero zen per reagire in maniera così pacata, mi viene da pensare, anche se poi esplode.
Alcuni dei dialoghi, se letti ad alta voce, sembrano un po' lo stereotipo della pubblicità progresso anti omofobia "Vogliamo sparire e vivere il nostro amore senza il giudizio di nessuno", mi fa sorridere, non mi immagino nessuno dire questa frase, soprattutto non nel mezzo di un coming out alla moglie che si sta riscaldando. Penso che il dialogo potrebbe essere più aggressivo e accattivante, viste le premesse.
"gli infilò una banconota in mano" --> "le infilò".
Serve una rilettura generale per la punteggiatura, punti/virgole dentro o fuori dalle virgolette a fine dialogo, spazi dopo i dialoghi, maiuscole negli incisi. Non c'è uno standard vero, ma usarli in maniera coerente rende più piacevole leggere.
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Può mai il bene misurarsi con la bellezza?, di Simolimo (L'apparenza inganna)
La tua favola è molto bella da leggere, mi piacciono i racconti di questo genere, semplici e lineari.
Hai scelto un buon linguaggio per la storia che racconti e lo mantieni costante per tutto il racconto, con frasi ritmate, semplici e molto accattivanti. Il risultato è ottimo.
E' un ottimo nuovo taglio sul tema del brutto anatroccolo che si riscatta avendo successo su tempi lunghi anziché a breve termine.
Non ho grosse critiche da farti, mi piace così com'è il racconto. Il titolo un po' meno perché sembra forzato e pomposo per una storia così diretta.
"— E se tenendola lasciassero qui anche noi?" Non mi è chiara questa frase, chi la terrebbe? Pensavo che l'obiettivo delle castagne umanizzate fosse di essere scelte e "tenute". Forse "e se scartandola/evitandola", o comunque una forma di rifiuto, altrimenti non si spiega il fare la muffa che preoccupa le sorelle in quel caso.
(Per dover di cronaca, le castagne vuote e piatte sono non fertilizzate, quindi nel duro mondo reale la nostra protagonista sarebbe marcita.)
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Follie d’amore, di Raffaele Marra (L'apparenza inganna)
Intanto, in quanto a stile e ritmo, il tuo mi sembra il racconto meglio riuscito del girone. La storia non è originalissima, ma è leggera da leggere, molto spigliata, i dialoghi sono naturali e non si inceppano mai, quindi tutto il resto si perdona.
Purtroppo c'è un difetto non indifferente della trama, l'esistenza di informazioni pubbliche. La sospensione dell'incredulità vacilla. Nel momento in cui la vittima è un attore noto o famoso, un killer degno del suo nome avrebbe almeno fatto i suoi compiti per controllare se davvero era sposato, se aveva dei figli, un assistente regolare, giusto per evitare di incappare in altre persone nel suo appartamento, e avrebbe scoperto che la cliente non era sua moglie. Diventa difficile accettare che vada alla cieca ad ucciderlo, senza informarsi prima. (Ad esempio il buon Remo Girone, wikipedia ci dice essere sposato e con chi, senza faticare troppo).
Una nota di poco conto ma che mi ha fatto pensare.
"La casa di Remo il traditore e sua moglie." questa frase che ci butta a freddo nell'ambientazione non è sbagliata in sé, però è anomala, molto statica in mezzo a delle scene rapide.
Una volta deciso di inserirla, me la sarei aspettata ripetuta nell'ultimo paragrafo all'altro cambio di ambientazione, o meglio all'inizio di tutte e tre le scene, tipo "un buio garage sotterraneo", "La casa di Remo ...", "La casa romana di Remo", per scandire un ritmo e non solo spezzarlo. Tutti come precisa scelta stilistica oppure nessuno. Altrimenti poteva tranquillamente essere inserita nella narrazione normale, "Arriva alla casa di Remo ..." o simili.
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Il sole dentro, di Angelo Frascella (L'apparenza inganna)
Finita la prima lettura ho pensato "Dov'è il tema? Ah dev'essere la Seconda possibilità che lei dà a Marco a fine serata, anche se vuole fuggire", poi ho controllato, era L'apparenza inganna... e il tema non l'ho più trovato nel racconto, anche sforzandomi.
Mi ritrovo molto nelle descrizioni della solitudine, perché mi è capitata circa la stessa situazione, passare da vivere con dei coinquilini a restare solo in casa per varie ragioni. Può essere complicato, esaltante al principio e strano col passare dei giorni. Mi sembra strana la reazione di cercare la "persona sbagliata", per stessa ammissione della protagonista, e non una delle altre opzioni possibili. Studiare in aule studio, dipartimenti, quant'altro. E' raro studiare da soli, soprattutto se la solitudine la si patisce.
Ho letto tuo racconti con molta più verve e direzione, non prenderla a male, ma questo non mi sembra riuscitissimo. Soprattutto il finale con il complimento esagerato fa un po' crollare tutta l'aspettativa di una qualche rivelazione dovuta alla combinazione di ragazzo superficiale e commento non richiesto dopo la cena. Tutto fa presumere un qualche cambiamento nella protagonista, e invece nulla...
Il racconto è ben scritto, ma non mi convince davvero, nonostante l'abbia riletto diverse volte per trovare l'angolo giusto da cui apprezzarlo.
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Il velo di Maia, di Jacopo Berti (L'apparenza inganna)
Genere grossomodo horror, e parti con la mia simpatia. Bambini cattivi e l'hai vinta completamente.
Detto questo, penso che ci siano troppi personaggi nella tua storia, ci stanno stretti in così pochi caratteri. Madre, padre, Coslovich, Giulia, uomo nero, Maia, sono sei personaggi che agiscono (e due a pezzi). Il sogno all'inizio l'ho trovato un po' confuso, chi è il bambino? Tutti i bambini maschi della storia sono morti, è uno dei figli? E dov'è? Visto che non mancano gli spunti per espandere il resto del racconto, la registrazione, Coslovich, una qualche interazione tra bambina e genitori, forse vedrei meglio un inizio a caldo con la madre che si sveglia dall'incubo. Lo so che è più cliché, ma a volte si può fare.
Penso che il tuo racconto sia ben scritto, sia come scelte di trama che di stile, ma abbia bisogno di un editing aggressivo per bilanciarlo. Si alternano scene molto "statiche", il sogno e la descrizione di Coslovich, a scene molto veloci, come il dialogo registrato e il finale. Penso che una volta preso il ritmo giusto possa migliorare drasticamente!
Ma almeno lo è stata per i bambini
Non c'era solo una bambina sopravvissuta? Sta parlando con lei, per aiutarla a ricordare, a quale altro bambino è stata utile?
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L’arcano, di Alberto Della Rossa (Seconda possibilità)
Non sono completamente sicuro di aver capito come finisce il racconto, perché l'arcano del mago lo fa reincarnare e perché la morte pensa che stia infrangendo il patto. In realtà mi domando in che modo differisca la sua sorte in base agli arcani che potrebbe pescare.
Lo stile è ottimo, si legge davvero bene e dipingi dei personaggi molto vivi, specialmente la morte con la sua fisionomia fuori controllo e un carattere molto più vivace di quanto non abbia nelle rappresentazioni classiche.
Finale a parte mi sembra un ottimo racconto. Prima di deciderne le sorti leggerò i commenti altrui perché magari qualcosa mi è sfuggito nonostante le riletture, o magari c'è qualche simbolismo dei tarocchi che non conosco. Quelli che ho trovato, riguardo al Mago-Bagatto parlando della bacchetta nella mano destra puntata verso il paradiso e la mano sinistra verso la terra, collegamento tra umano e divino, yada yada, che mi fanno pensare non a una reincarnazione ma a una ascensione del nostro protagonista... ma sono quasi sicuro che siano tutti miei viaggi e si sarebbe trovato un simbolismo buono per qualsiasi altra carta dei tarocchi fosse rimasta a terra a fine racconto!
- E chi mi dice che le carte non sono segnate? Non mi sembrano in buono stato.
Il mazzo di carte è della morte, anche se fossero segnate, che importa all'anima di passaggio che deve scegliere? Tanto non saprebbe che segni cercare. Se la morte si limita a mischiare e far scegliere, possono pure avere tutti i retri diversi (e probabilmente lo sono, essendo dipinti a mano) e non sarebbe rilevante.
1 - Chanson de geste, di Steamdoll (L'apparenza inganna)
2 - Può mai il bene misurarsi con la bellezza?, di Simolimo (L'apparenza inganna)
3 - Il velo di Maia, di Jacopo Berti (L'apparenza inganna)
4 - Un amico speciale, di Veronica Cani (L'apparenza inganna)
5 - Piano di fuga n.2, di Diego Ducoli (L'apparenza inganna)
6 - Un filo invisibile, di Carolina Pelosi (Seconda possibilità)
7 - L’arcano, di Alberto Della Rossa (Seconda possibilità)
8 - Troppo tardi per combattere, di Manuel Piredda (L'apparenza inganna)
9 - Follie d’amore, di Raffaele Marra (L'apparenza inganna)
10 - Il sole dentro, di Angelo Frascella (L'apparenza inganna)