Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Moderatore: Laboratorio

Richieste di Grazia

Sondaggio concluso il giovedì 31 dicembre 2015, 12:36

Merita la grazia
1
50%
Il racconto andrebbe revisionato
1
50%
 
Voti totali: 2

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Vastatio
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Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#1 » giovedì 10 dicembre 2015, 23:27

Off Topic
Nello spoiler versione iniziale, con gli stessi vincoli della Christmas Edition.



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Off Topic
Versione riveduta


Mauro sbatté velocemente le palpebre per mettere a fuoco grafici e mappe che le lampade olografiche proiettavano in fondo alla sala.
Una pianta della città in cui migliaia di punti luminosi inondavano strade ed edifici colorandoli di Verde, Arancione, Rosso e Viola.
- Mauro, qualcosa non va? - la voce di Claudia, la sua supervisore, lo fece sobbalzare.
- No, ma credo di dover prendere una pausa. - fissò Claudia, conscio che stava verificando i dati della giornata.
- Va bene, ma non stare via troppo, ho bisogno di più occhi possibili in questo periodo.
- Lo so, grazie.
Si alzò dalla sua postazione che si spense automaticamente quando le mani lasciarono le piastre di contatto. Si incamminò verso l'uscita della sala controllo. Lo schermo sopra l'uscita ricordava Livello Allerta: 2
Avrebbe raggiunto il livello massimo in pochi giorni, alla vigilia e a Natale. Poi sarebbe diminuito fino all'anno successivo.

La sala relax era quasi vuota. Un paio di ragazzi stavano occupando uno dei tavoli in fondo, impegnati in una conversazione piuttosto animata. A giudicare dalle parole che filtravano oltre l'ombrello privacy sopra di loro sembrava che non fossero d'accordo su come fosse stata arbitrata l'ultima partita del fine settimana.
Finita la Coca si decise a tornare alla sua postazione quando Luisa, in lacrime, entrò di corsa e quasi lo travolse.
- Luisa, cosa ci fai qui? Non dovresti essere a casa dopo quello che è successo?
- Io, non ce la facevo, Mauro. Non riuscivo a stare sola in quella casa - la voce di Luisa presagiva una crisi di pianto imminente.
- Vieni, andiamo sotto un ombrello. Ti prendo qualcosa e vediamo se riesci a calmarti.
Luisa lo seguì tirando su col naso. Sorseggiò il tè caldo lentamente, sforzandosi di trattenere i singhiozzi.
- Adesso dimmi, Luisa, perché non hai aspettato di riprenderti?
- Volevo rendermi utile. Non volevo che ad altri capitasse quello che è successo a me. Io credevo di essere pronta, ma quando ho visto un Verde trasformarsi in Arancione mi sono bloccata. Sono andata nel panico. Io ho pensato che era come… - Luisa riprese a piangere.
Mauro la guardava impotente. Sapeva benissimo come si sentiva. Non capitava sempre a Natale, ai suoi genitori era capitato al mare ad Agosto, tre anni prima. Lui e Luisa, la generazione inconsapevole venivano chiamati, erano immuni, ma qualcosa era successo il giorno di Natale 2025. Qualcosa che il mondo voleva dimenticare. E l'aveva fatto. Un impianto cerebrale bloccava i ricordi di quel giorno. Però non sempre funzionava. Quando questo succedeva la persona impazziva e tutti attorno a lui ricordavano. L'unico modo per fermare questa reazione a catena era mandare una squadra prima che il tutto degenerasse. Se arrivavano in tempo potevano sedare le persone che non erano ancora state coinvolte.
- Passerà, ora sfogati - Mauro prese le mani della ragazza tra le sue.
Le stesse mani che avevano mandato, troppo tardi, una squadra a casa sua tre giorni prima.
- Mauro - riprese dopo un po' Luisa, lo sguardo fisso ai braccialetti Viola sui loro polsi - perché non riescono a sopportarlo?
- Non lo so, Luisa - scosse la testa ricordando il giorno in cui si trovò in mezzo ai suoi genitori che ricordavano il passato nella disperazione crescente: la madre a terra con il viso tra le mani e il padre che si fissava alla specchio urlando e dando pugni contro il muro - è pazzesco anche per me. Ci sono le registrazioni, come Viola ora puoi vedere coi tuoi occhi. Tutti i Viola possono accedere a quei dati, ma ti metteranno un dispositivo di blocco per non parlarne.
- Grazie Mauro, sto meglio, chiederò a Giulia se posso stare da lei per un po'.
Mauro la vide allontanarsi e ritornò alla sua postazione, si accarezzò con la mano sinistra l'impianto di blocco sulla nuca.
Era alto forse due metri, non era come veniva raffigurato tipicamente, la luce che lo circondava lo sfocava, ma era un angelo inequivocabile. La stessa registrazione era un miracolo, parlava tutte le lingue del mondo: chiunque lo ascoltasse capiva ciò che stava dicendo. Annunciava la reincarnazione del figlio di dio nella stanza dell'ospedale in cui si era manifestato.
Poi un boato. Una bomba deflagrò nella stanza accanto. Le immagini riprese successivamente mostravano il corpo dell'angelo sommerso dalle macerie mentre cercava di raggiungere il corpicino del neonato.
Pochi giorni dopo un nuovo angelo era apparso, per condannare i sopravvissuti. Questa volta non ci sarebbe stato perdono.
E il mondo decise di dimenticare, per andare avanti, per coltivare piuttosto un'illusione.

Un Verde virò velocemente al Rosso, quasi senza passare dall'Arancione.
Maurò premette il pulsante per inviare la squadra.
Ultima modifica di Vastatio il domenica 27 dicembre 2015, 15:25, modificato 2 volte in totale.



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angelo.frascella
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#2 » lunedì 14 dicembre 2015, 23:43

Ciao Roberto.

Ammetto che il tuo racconto è stuzzicante, ricco di particolari d'ambientazione interessanti, ma ha un limite: sembra il primo episodio di una serie (o l'inizio di un romanzo) e non un racconto a sè stante.
Il problema e nel mistero che contiene e che completamente irrisolto (senza neppure uno straccio d'indizio). Se tu mi dicessi: per sapere cos'è successo devi leggere gli altri episodi, io di sicuro me li procurerei. Così mi rimane solo la sensazione di insoddisfazione e, se vuoi, anche di un gioco un po' sporco (per la serie: la posta in gioco era così alta che l'autore non ha voluto dare una spiegazione perché temeva di non darne una sufficientemente interessante).

Insomma per migliorarlo dovresti gettare là almeno un paio di ipotesi plausibili o svelare un pezzettino del mistero... Oppure puoi approfittare del buon gancio per scrivere qualcosa di più lungo (se fossimo sul forum della WMI, qualcuno ti direbbe che hai per le mani un gran bel dinosauro, ma non lo sfrutti a dovere)

Buon lavoro

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Vastatio
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#3 » martedì 15 dicembre 2015, 9:55

Ciao,

ti ringrazio e devo confessare che ho avuto per tutto il racconto il dubbio se mettere indizi/svelare l'evento del 25/12/2025.
Ho deciso alla fine di non farlo perché ho adotatto un punto di vista su due ragazzi giovani allineati alle scelte della società. Se fosse così facile avere indizi in merito sarebbero alla portata anche di tutti coloro che hanno voluto dimenticare l'evento e che rischiano di impazzire ricordandolo.

Potrei ampliare il racconto sfruttando i caratteri in più del laboratorio, mettendo anche il punto di vista di qualcuno che non ha condiviso la scelta e non si è fatto impiantare il dispositivo di blocco.
Diciamo che è nato come tentativo di emulare la Christmas Edition e i caratteri sono sempre risicati, aspetto altri commenti. Se decidessi di non ampliarlo però prometto di svelare l'evento in uno spoiler più avanti (magari gioco sporco col lettore, ma col commentatore cerco di farmi contagiare dallo spirito natalizio)

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angelo.frascella
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#4 » martedì 15 dicembre 2015, 11:20

Vastatio ha scritto:Ciao,

ti ringrazio e devo confessare che ho avuto per tutto il racconto il dubbio se mettere indizi/svelare l'evento del 25/12/2025.
Ho deciso alla fine di non farlo perché ho adotatto un punto di vista su due ragazzi giovani allineati alle scelte della società. Se fosse così facile avere indizi in merito sarebbero alla portata anche di tutti coloro che hanno voluto dimenticare l'evento e che rischiano di impazzire ricordandolo.

Potrei ampliare il racconto sfruttando i caratteri in più del laboratorio, mettendo anche il punto di vista di qualcuno che non ha condiviso la scelta e non si è fatto impiantare il dispositivo di blocco.
Diciamo che è nato come tentativo di emulare la Christmas Edition e i caratteri sono sempre risicati, aspetto altri commenti. Se decidessi di non ampliarlo però prometto di svelare l'evento in uno spoiler più avanti (magari gioco sporco col lettore, ma col commentatore cerco di farmi contagiare dallo spirito natalizio)


:)

Magari, il protagonista potrebbe essere coinvolto nell'impazzimento di massa e venire a conoscenza dell'evento in questo modo, nel finale...

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ceranu
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#5 » mercoledì 16 dicembre 2015, 22:35

Ciao Roberto, come già detto da angelo il racconto può avere del potenziale, ma con l'andare della lettura diventa fumoso. Ho un dubbio, se i ragazzi hanno "dimenticato", vuol dire che hanno vissuto quel famoso evento, quindi perché non iniziare il racconto con il presente nel 25/12/2025?
Ho un po' di critiche da farti sullo stile.
Mauro sbatté velocemente le palpebre per mettere a fuoco grafici e mappe che le lampade olografiche proiettavano in fondo alla sala.
Una pianta della città in cui migliaia di punti luminosi inondavano strade ed edifici colorandoli dal verde al rosso.
Il rosso era il motivo per cui il suo ufficio lavorava ventiquattro ore su ventiquattro.

Questa mi sa di introduzione/infodump. Prova a dire le stesse cose tramite il dialogo che nasce subito dopo.
Un paio di ragazzi che non conosceva stavano occupando uno dei tavoli impegnati in una conversazione piuttosto animata.

Magari sbaglio,ma in questa frase sembra che siano i tavolini ad avere una discussione.
Occhio alle maiuscole dopo i dialoghi. Spesso le hai sbagliate. Nella prima parte vai troppe volte a capo.
In conclusione: è un racconto con ottimi spunti che alla luce delle 2000 battute in più potresti migliorare.

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Vastatio
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#6 » venerdì 18 dicembre 2015, 14:05

Grazie degli appunti. Vedrò di rimaneggiare un po' la storia sfruttando lo spazio extra del laboratorio perché a quanto pare non tutto è chiaro in questa prima stesura.
@Cernau: i ragazzi non hanno dimenticato, loro non erano ancora nati. In effetti non cito la loro età e nemmeno la data, dandola per scontata dal tema, ma non è un elemento di pubblico dominio. Interessante variante quella dei tavolini che parlano, potrei usarla nella versione estesa. Le maiuscole successive ai dialoghi mi sembrano corrette però.

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ceranu
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#7 » venerdì 18 dicembre 2015, 22:06

Oggi ho un emicrania che mi sta uccidendo, ma i punti dovrebbero essere questi tre:

- No, ma credo di dover prendere una pausa. - fissò Claudia,

Fissò va maiusclo, prima c'è un punto.

in quella casa - la voce di Luisa

Qui credo ci vada il punto seguito dalla maiuscola.

non va? - la voce

Credo che anche qui ci voglia la maiuscola perché, nonostante il punto interrogativo non necessiti di maiuscola in questo caso termina una frase.

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Jacopo Berti
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#8 » domenica 27 dicembre 2015, 14:27

Io avevo anche intenzione di commentare, ma vorrei capire cosa commentare.
Pare che volessi postare una versione riveduta e corretta. C'è? L'aspetto?
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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Vastatio
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#9 » domenica 27 dicembre 2015, 15:26

Mi hai ricordato che ero in ritardo schifoso. Maledette feste e riti parentali annessi.

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Jacopo Berti
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#10 » mercoledì 30 dicembre 2015, 16:16

Volutamente non ho letto la versione precedente, per giudicare questa nuova. E mi pare un'ottima prova.

L'inizio, soprattutto, mi pare davvero ben scritto: del primo paragrafo apprezzo particolarmente il ritmo e l'aspetto visivo, oltre che il richiamo al tema, che chiude il paragrafo e suscità una grande curiosità.
Quanto ai dialoghi, funzionano, suonano tutti autentici, tranne quel "credo di dover prendere una pausa", che ha una sfumatura di 'controllato' o 'sostenuto': meglio sarebbe "forse è meglio se prendo una pausa" o "forse dovrei/devo prendere una pausa".

Anche nel resto del racconto ho poco da eccepire. Tuttavia lo slancio del primo paragrafo è intermittente.
Ma "lo spiegone" o "infodump" funziona bene. La curiosità è così grande che non si bada al perché e come tu ci stia fornendo i dettagli.
Insomma, questo è molto buono, secondo me:
Vastatio ha scritto:Era alto forse due metri, non era come veniva raffigurato tipicamente, la luce che lo circondava lo sfocava, ma era un angelo inequivocabile. La stessa registrazione era un miracolo, parlava tutte le lingue del mondo: chiunque lo ascoltasse capiva ciò che stava dicendo. Annunciava la reincarnazione del figlio di dio nella stanza dell'ospedale in cui si era manifestato.
Poi un boato. Una bomba deflagrò nella stanza accanto. Le immagini riprese successivamente mostravano il corpo dell'angelo sommerso dalle macerie mentre cercava di raggiungere il corpicino del neonato.
Pochi giorni dopo un nuovo angelo era apparso, per condannare i sopravvissuti. Questa volta non ci sarebbe stato perdono.
E il mondo decise di dimenticare, per andare avanti, per coltivare piuttosto un'illusione.


L'idea che gli esseri umani si trovino ad affrontare una situazione inequivocabilmente mistica e spirituale con mezzi tecnologici è interessante. Un po' di connettivismo?

Attenzione alla punteggiatura. Io sono a favore della punteggiatura mimetica del parlato e non normativa, ma qui secondo me è da rivdere: "- Io, non ce la facevo, Mauro. " Dopo 'Io', se vuoi indicare un'esitazione, dovresti mettere i puntini di sospensione, non la virgola.

Probabilmente è tardi, ma io
CHIEDO LA GRAZIA
(e se lo riposti nel laboratorio di gennaio te la ridò senza discutere)
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

Cattivotenente
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Re: Christmas Edition: Effetto Domino - Roberto Romanelli

Messaggio#11 » venerdì 1 gennaio 2016, 12:36

Ciao. Il racconto è interessante ma non opportunamente sviluppato. Inoltre è molto sbilanciato: metti in scena un secondo avvento e una condanna universale del genere umano nelle ultime righe di un racconto breve, che è come mettere sui piatti di una bilancia un pulcino e un’incudine. Ti dirò: la prima parte, al netto di molte leggerezze, mi stava prendendo; sei riuscito a creare aspettativa e curiosità, anche se alcuni meccanismi continuavano a rimanere oscuri. Poi il ritmo accelera improvvisamente e vira verso qualcosa di enorme, purtroppo però senza risolvere le questioni in sospeso e rendere davvero credibile il colpo di scena, che perde in questo modo la sua forza. L’idea di fondo è intrigante, ma qui è solo accennata.
A livello di forma ci sono un bel po' di cose da rivedere: evito di segnalarti le maiuscole sbagliate in relazione a punteggiatura/dialoghi, perché vorrebbe dire editare tutto il testo, ma sappi che devi spenderci un po' di tempo. Ora, invece, passo su alcuni passaggi del testo per vedere più da vicino alcuni problemi di forma e di logica interna; chiudo il commento dopo, nel finale.

“Mauro sbatté velocemente le palpebre per mettere a fuoco grafici e mappe che le lampade olografiche proiettavano in fondo alla sala.”

Infodump. Se descrivi per bene la scena non c’è bisogno di specificare cosa proiettasse le immagini. Partire con informazioni non necessarie non è il modo migliore.

“Una pianta della città in cui migliaia di punti luminosi inondavano strade ed edifici colorandoli di Verde, Arancione, Rosso e Viola.”

Non è corretto andare a capo in una circostanza in cui le due frasi sono legate da un nesso logico. La proposizione sopra, con verbo sottinteso, specifica infatti il contenuto di quella precedente. Sarebbe più corretto mantenerle sulla stessa riga o, meglio, usare i due punti o un raccordo come “Si trattava di…”

“- Mauro, qualcosa non va? - la voce di Claudia, la sua supervisore, lo fece sobbalzare.”

Per quanto orrendo, si dice “supervisora”. Se vuoi usare “supervisore”, accettabile anche in ambito istituzionale (Presidente della Camera dei Deputati anche per una donna, per esempio), devi coniugare l’aggettivo possessivo. Quindi: “Claudia, il suo supervisore”.

“- No, ma credo di dover prendere una pausa. - fissò Claudia, conscio che stava verificando i dati della giornata.”

Prendo questo primo esempio a campione di una tua tendenza costante a un utilizzo poco funzionale di nomi e pronomi. Qui potevi scrivere “la fissò”, senza ripetere “Claudia”; altrove sarebbe stato meglio fare il contrario. In generale, ti consiglio di valutare l’impiego di nomi e pronomi, rileggendo ad altra voce, perché ci sono diversi problemini.

“- Va bene, ma non stare via troppo, ho bisogno di più occhi possibili in questo periodo.
- Lo so, grazie.
Si alzò dalla sua postazione che si spense automaticamente quando le mani lasciarono le piastre di contatto. Si incamminò verso l'uscita della sala controllo. Lo schermo sopra l'uscita ricordava Livello Allerta: 2
Avrebbe raggiunto il livello massimo in pochi giorni, alla vigilia e a Natale. Poi sarebbe diminuito fino all'anno successivo.”

Qui, per esempio, avresti dovuto ripetere il nome esplicito del soggetto, che viene sottinteso fino alla fine del passo. Quel riflessivo “si alzò” non è sufficiente. Inoltre, manca una virgola dopo “postazione”.

“Un paio di ragazzi stavano occupando uno dei tavoli in fondo, impegnati in una conversazione piuttosto animata. A giudicare dalle parole che filtravano oltre l'ombrello privacy sopra di loro sembrava…”

Ehm… non pare siano molto efficaci, questi “ombrelli per la privacy” che, da diversi metri di distanza (tavoli in fondo alla sala) lasciano capire il senso delle conversazioni. L’idea è buona, però: visto che non c’importa nulla di sapere di questo arbitraggio e di questa partita, suggerirei di dire che l’ombrello era assolutamente efficace.

“Finita la Coca si decise a tornare alla sua postazione quando Luisa, in lacrime, entrò di corsa e quasi lo travolse.”

Chi è il soggetto? Non lo hai più specificato, e c’è stato un cambio paragrafo, dove cominci parlando di altri personaggi. Peraltro, come ti facevo notare, anche nella parte che precede non espliciti il protagonista per un bel po’ di frasi, fino alla chiusura della parte, il che costringe a risalire parecchio nel testo per trovare il candidato soggetto; si può ipotizzare che si tratti del personaggio conosciuto poche righe sopra, però sarebbe di gran lunga meglio chiarirlo, perché io lettore non so cosa tu abbia in mente e, per quanto mi riguarda, potresti aver cambiato soggetto e mostrare un altro pdv.

“- Luisa, cosa ci fai qui? Non dovresti essere a casa dopo quello che è successo?”

Dettagli, ma “dopo quello che è successo” suona come infodump. Lo sa lui, lo sa lei, quindi perché sottolineare che il motivo per cui lei dovrebbe essere a casa è “quella cosa là” (strizzata d’occhio al lettore)?


“- Io, non ce la facevo, Mauro. Non riuscivo a stare sola in quella casa - la voce di Luisa presagiva una crisi di pianto imminente.”

“Io” è superfluo, la voce potrebbe essere semplicemente “sua” ma, soprattutto, la crisi di pianto non è imminente ma già in stato avanzato, dato che il nostro eroe incontra poco prima l’amica già in lacrime.

“- Vieni, andiamo sotto un ombrello.”

“- No – rispose Luisa – che tanto non serve a un cazzo…” :D

“Ti prendo qualcosa e vediamo se riesci a calmarti.
Luisa lo seguì tirando su col naso. Sorseggiò il tè caldo”

Frena. In tre frasi salti intere sequenze. Dopo “ti prendo qualcosa”, in pratica, in mano a Luisa si materializza un tè e i due vengono teleportati altrove. Suggerirei qualcosa di ugualmente conciso ma più graduale e giustificativo, tipo:

“Ti prendo qualcosa e vediamo se riesci a calmarti.
Luisa lo seguì fino alla macchinetta e, poco dopo, cominciò a sorseggiare un tè caldo, che sembrò calmarla”.

O qualcosa di simile.

- Volevo rendermi utile. Non volevo che ad altri capitasse quello che è successo a me. Io credevo di essere pronta, ma quando ho visto un Verde trasformarsi in Arancione mi sono bloccata. Sono andata nel panico. Io ho pensato che era come… - Luisa riprese a piangere.

Perché continui a ripetere “io”? Lasciare il soggetto sottinteso sarebbe molto meglio.

“Lui e Luisa, la generazione inconsapevole venivano chiamati, erano immuni, ma qualcosa era successo il giorno di Natale 2025.”

Frase incasinata e brutta da leggere, a tratti in stile Yoda. Senza considerare che, come l’hai scritta, significa che lui e Luisa erano chiamati “la generazione inconsapevole”. Solo loro due. L’avversativa, poi, non trova una vera ragione d’essere, almeno non finché non sappiamo cosa sia la generazione inconsapevole. Ma, a quel punto, l’avversativa è già alle nostre spalle. Suggerisco di ridisporre in maniera meno segmentata e propongo una fra le infinite soluzioni possibili:

“Lui e Luisa facevano parte di quella che veniva chiamata “la generazione inconsapevole”, che andava avanti a vivere come se nulla fosse anche se nel Natale del 2025 era accaduto qualcosa che il mondo intero voleva dimenticare.”

So che la mia soluzione è più verbosa, puoi ottenenre lo stesso effetto anche con meno caratteri, o tagliarne in parti ove non servono, tipo il dialogo dei ragazzi sotto l’ombrello per la, ehm… “privacy”.

“Quando questo succedeva la persona impazziva e tutti attorno a lui ricordavano.”

Perché mai, scusa? Non è chiaro il motivo del passaggio di follia fra soggetti diversi.

“Se arrivavano in tempo potevano sedare le persone che non erano ancora state coinvolte.”

E le altre? Campi di sterminio? Io chiarirei il destino dei “rossi”. Se vengono eliminati va anche spiegato perché sia assolutamente necessario farlo, invece che confinarli, curarli, ripristinare l’amnesia tecnologica e mille altre cose meno estreme della soluzione finale. L’”effetto domino” del titolo, da solo e senza plausibili spiegazioni a riguardo, non basta a giustificare la scelta che (credo, perché non me lo dirai mai in modo chiaro) stai ipotizzando.

“- Non lo so, Luisa - scosse la testa ricordando il giorno in cui si trovò in mezzo ai suoi genitori che ricordavano il passato nella disperazione crescente: la madre a terra con il viso tra le mani e il padre che si fissava alla specchio urlando e dando pugni contro il muro - è pazzesco anche per me. Ci sono le registrazioni, come Viola ora puoi vedere coi tuoi occhi. Tutti i Viola possono accedere a quei dati, ma ti metteranno un dispositivo di blocco per non parlarne.”

Questa parte la rivedrei in punteggiatura e disposizione delle frasi, è un po’ ingarbugliata e s’impunta in più passaggi. Separerei le parti con uno o più punti fermi, si tratta di un passaggio importante e sarebbe opportuno fosse tutto chiaro. Occhio al refuso “alla specchio”.

“Mauro la vide allontanarsi e ritornò alla sua postazione, si accarezzò con la mano sinistra l'impianto di blocco sulla nuca.
Era alto forse due metri, non era come veniva raffigurato tipicamente, la luce che lo circondava lo sfocava, ma era un angelo inequivocabile.”

Confusione spaziale e di soggetto: la scena si era aperta con Mauro in uno spazio ricreativo, ora mi dici che torna “alla sua postazione” e io cerco di capire di che tu stia parlando. Si tratta del posto dove era ambientata la prima scena? È troppo distante e separato da un’interruzione di paragrafo per essere intuitivo, inoltre si ripresenta l’effetto “teletrasporto”. Poi prosegui con “Era alto…” ma il soggetto sottinteso dell’intera frase, per come la scrivi, è Mauro. Oppure “il blocco”, non si scappa. In realtà, non capisco di cosa parli con impianto di blocco sulla nuca, cerco di far mente locale su quello che hai scritto sopra e mi tornano in mente i ricordi bloccati, però poi mi dico che non ha senso perché Mauro è della generazione inconsapevole e, quindi, non dovrebbe avere alcuna restrizione, così decido di andare avanti e leggo che Mauro era alto “forse due metri” (escludo per logica, a questo punto, che il soggetto fosse il blocco sulla nuca); penso: “errore di punto di vista, se il narratore è interno a quello di Mauro, sa con precisione quanto è alto”, vado avanti e scopro che è circondato di luce (Mauro?), proseguo e scopro che è un angelo. La cosa perde senso, torno indietro a leggere, “no, non mi sono sbagliato: è proprio Mauro il soggetto”, poi mi chiedo se possa essere la ragazza “un angelo”, ma scarto subito l’ipotesi. Vado ancora oltre, capisco, torno indietro, ok, non c’è l’errore di pdv ma, in compenso, il soggetto era impossibile da individuare in prima lettura. Non so se mi sono spiegato. Questo è il caos che genera questa parte di racconto che, peraltro, dovrebbe introdurre il climax della storia, la parte in cui tutto diviene chiaro. Beh, parti con il piede sbagliato.

“Annunciava la reincarnazione del figlio di dio nella stanza dell'ospedale in cui si era manifestato.
Poi un boato. Una bomba deflagrò nella stanza accanto. Le immagini riprese successivamente mostravano il corpo dell'angelo sommerso dalle macerie mentre cercava di raggiungere il corpicino del neonato.”

Scusa? La premessa era: dovrei capire di più, qui. Invece non capisco nulla. Cos’ha causato l’esplosione? Un incidente direi di no, altrimenti Dio non si sarebbe poi incazzato; dovendosi trattare di un gesto intenzionale, direi un attentato. Escludo però sia mirato all’angelo e al figlio di Dio: chi mai avrebbe potuto sapere in anticipo di quell’incarnazione ed essere pronto a colpire l’istante stesso in cui veniva dato l’annuncio? Quindi si tratta di un attentato a un reparto maternità in cui, per caso, nasce il messia. Ecco, mi pare una coincidenza un tantinello forzata, per non parlare del fatto che Dio, magari, avrebbe potuto consultare la sua agenda e vedere cosa c’era in programma quel giorno. Se alla voce “attentati” c’è proprio quell’ospedale e lui ci fa nascere lo stesso suo figlio, beh, dopo mica si può incazzare con il genere umano, e che cavolo. Peraltro, i conti non tornano nemmeno dopo, perché da quel che scrivi pare che l’angelo sia rimasto macinato, ma il corpicino del neonato no. O meglio, non lo precisi. Insomma, non è che Dio si è messo a fare sto casino solo per un angelo ferito, no?

“Pochi giorni dopo un nuovo angelo era apparso, per condannare i sopravvissuti. Questa volta non ci sarebbe stato perdono.”

Cioè, che è successo di preciso? Non pare che il mondo sia stato colpito da qualcosa di grave. La punizione è solo la superoffesa divina, tipo “non vi parlo più brutti stronzi”? Mi pare un po’ poco. Sarà mica: d’ora in poi tutti all’inferno di default? E che senso avrebbe? Quelli nati dopo l’attentato, ma anche chi non vi ha avuto niente a che fare, che ne possono? Alla faccia del libero arbitrio, del Dio di amore onnisciente… Sembra più il comportamento di un bimbominkia che “fa brutto” perché lo prendono in giro. Dai, non ci sta, non è credibile. Non avrebbe nemmeno senso: a quel punto, pioggia di fuoco e via.

“E il mondo decise di dimenticare, per andare avanti, per coltivare piuttosto un'illusione.”

Cioè, che Dio non sia Kylo-Ren che spacca tutto con la spada?

“Maurò premette il pulsante per inviare la squadra.”

A fare cosa non si sa.

Ok, siamo alla fine, come promesso chiudo il commento, e lo faccio con un consiglio personale: sviluppa la storia perché l’idea è buona, però cura di giustificare ogni singolo passaggio arbitrario con qualcosa di logico che, facilmente potrebbe divenire una parte di trama di qualcosa di più lungo e articolato che un racconto breve. Che so, un’altra religione avrebbe potuto prevedere il secondo avvento, lo hanno visto dei fanatici di scientology in un visore sperimentale che vede il futuro… boh, quello che vuoi, basta che stia in piedi e sia credibile. E tappa anche le altre falle di logica, mi raccomando.
Ciao, a rileggerti.

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