Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

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Callagan
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Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#1 » giovedì 10 dicembre 2015, 0:49

Francesco sfogliava la rivista che aveva tra le mani. Passata ogni pagina, l'avvicinava al naso e inspirava. Un po' perché aveva sempre amato l'odore della carta e un po' perché, così facendo, riusciva a nascondere l'immagine anonima che gli sostava davanti. Seduta su una poltrona stava una donna. Capelli brizzolati le contornavano il volto, perso nel vuoto come gli occhi grigi, intrappolati in un passato che aveva perso forma.
Quando la vista di Noemi ritornava, oltre la barriera dell'inchiostro, Francesco era preso da un conato di vomito. Quelle labbra tremanti, che tanto aveva adorato, baciato, morso, ora emettevano parole afone e prive di senso. Ne percepiva poi l'alito, amaro e ripugnante. Il ricordo saltò a quella volta in cui aveva provato a passar sopra la realtà del presente, lasciandosi pervadere dall'immagine della donna che sposò.

«Sono Fra', sono tuo marito, siamo sposati da vent'anni, Noemi. Sono io, fidati di me.»
Glielo aveva detto quando le prese le mani e la sollevò dalla poltrona. Gliel'aveva ripetuto mentre la conduceva nella camera da letto, e nel momento in cui le tolse i vestiti. Glielo sussurrò mentre scivolava sopra di lei sul letto. Finché non la penetrò e il terrore esplose dalla gola della donna.

Urla che ancora non davano pace all'uomo, gli martellavano la testa non appena la mente vagava alla ricerca degli amplessi che li avevano uniti prima della venuta dell'incubo. Come ricordi perduti che non vogliono essere raggiunti.
«L'al... L'abb.. 'e Natale!» Farfugliò la donna. Noemi si sollevò a fatica, grigia come la vestaglia che portava addosso. Strascicò i piedi fino all'albero di Natale e si mise a rimirare la sua immagine negli addobbi.
«Chi sei tu?» Chiese alla sé riflessa.
A Francesco cascarono le braccia. La rivista cadde sul parquet, mostrando l'ennesimo articolo di fantascienza. Un sorriso amaro gli solcò il viso, si chiese se si trattasse di uno scherzo del destino.
«25 dicembre 2025: ragazzo torna indietro nel tempo e salva la famiglia dal massacro»
La stessa data in cui iniziò l'incubo.

I tappi partirono e lo spumante eruttò.
«BUON NATALE!»
Tutti si alzarono in piedi e la cerimonia dei baci attorno alla tavolata ebbe inizio. Se la ritrovò davanti e in lei vide la ragazza che l'aveva rapito quando ancora frequentava l'università: lo stesso sguardo luminoso, le stesse labbra grandi e rosse, la stessa capacità di catturare tutti i suoi sensi e farli confluire su di lei.
«Auguri, amore mio!»
Le disse abbracciandola. Ma allora, per la prima volta, la donna lo respinse. Con sguardo stupito gli chiese: «Come scusi?»


Noemi era scoppiata in lacrime. Un barlume di lucidità aveva dato una nuova coltellata alle carni morte: uno dei rari momenti in cui tornava conscia della malattia. Francesco l'abbracciò. Poi l'accompagnò alla finestra. Aprì e in casa entrarono le melodie degli zampognari che passavano sotto il palazzo. Noemi ritrovò il sorriso.
«Non avrei dovuto aspettare venticinque anni.»
Francesco la buttò giù.



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Angela
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#2 » giovedì 10 dicembre 2015, 21:27

Ciao Filippo,
così carino, così poetico, così LETALE! Il finale farà venire un colpo a tutti quei lettori che si sono lasciati cullare dalle melodie della narrazione, sognando un amore perduto nel tempo. Ci sono dei bei passaggi nel testo che ho apprezzato, si percepisce l'amore, soprattutto fisico, carnale, ucciso dalla malattia e dagli anni. Diventa difficile anche ricordare quando qualcuno ti urla contro. Secondo me il costrutto che precede il finale è buono, anche se, come vedrai negli appunti, in alcune parti del testo ti rifai ai classici del secolo scorso a discapito della scorrevolezza. L'unica cosa che davvero non mi è piaciuta è il finale (si era capito?). Scherzi a parte, l'omicidio ci può anche stare, secondo me l'errore è stato non preparare il lettore. Hai liquidato il tutto con due righe secche e scarne. Per questo motivo è un pollice NI.
Gli appunti:

Seduta su una poltrona stava una donna.
Costruzione inusuale che renderei più semplice. “C’era una donna seduta sulla poltrona”.

Il ricordo saltò a quella volta in cui aveva provato a passar sopra la realtà del presente,
Altra costruzione artificiosa, pomposa. “Passar sopra la realtà del presente” è una frase polverosa. Molto più semplicemente: “Una volta aveva provato a dimenticare il presente…”

Glielo aveva detto quando le prese le mani e la sollevò dalla poltrona. Gliel'aveva ripetuto mentre la conduceva nella camera da letto, e nel momento in cui le tolse i vestiti. Glielo sussurrò mentre scivolava sopra di lei sul letto. Finché non la penetrò e il terrore esplose dalla gola della donna.
Glievo aveva detto/gliel’aveva ripetuto/glielo sussurrò- sono davvero troppi in tre righe. Cambierei la costruzione verbale: “Le aveva preso le mani e l’aveva sollevata dalla poltrona, ripetendole quelle parole…”

A Francesco cascarono le braccia. La rivista cadde sul parquet,
cascarono le braccia/cadde sul parquet – ripetizione evitabile.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

Fernando Nappo
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#3 » domenica 13 dicembre 2015, 16:34

Ciao Filippo,
non chiedermi perché, ma l'inizio del tuo racconto mi ha fatto pensare a una sala d'aspetto dove un uomo sbircia imbarazzato una donna nascondendosi dietro una rivista. Poi, nel seguito, la situazione diventa chiara in tutta la sua drammaticità.
L'argomento del coniuge affetto da una grave malattia forse non è dei più originali, e ne ho letto spesso qui su Minuti Contati.
Lo svolgimento è tutto sommato piuttosto lineare, e, permettimi, prevedibile.
Il finale mi ha disturbato, ma non per l'omicidio in sè, ma perché ho attribuito l'ultimo dialogo alla stessa Noemi (anche perché appena prima del dialogo proponi l'immagine di Noemi che sorride), pensando che avesse pronunciato lei quella frase nel suo ultimo attimo di lucidità, per poi gettarsi dalla finestra. Mi sembrava un finale angoscioso, drammatico e tristemente realistico. Scorpire che quelle ultime parole sono del marito che poi la uccide m'è sembrata una stonatura. Parere personale, s'intende.

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Callagan
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#4 » lunedì 14 dicembre 2015, 19:53

Fernando Nappo ha scritto:Ciao Filippo,
Mi sembrava un finale angoscioso, drammatico e tristemente realistico. Scorpire che quelle ultime parole sono del marito che poi la uccide m'è sembrata una stonatura. Parere personale, s'intende.


Fernando
Dici che sarebbe stato meglio farle pronunciare a Noemi quelle parole?
Il fatto è che la donna che ho presentato ormai non è più in grado di prendere decisioni, i momenti di lucidità sono troppo brevi e rari perché possa progettare il suicidio... Spero poi si sia capito da che male è afflitta >.<

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Andrea Partiti
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#5 » lunedì 14 dicembre 2015, 20:16

Il tuo racconto mi piace, centri bene il tema, anche se in modo non originalissimo (ammettiamolo, appena abbiamo in gioco le dinamiche tra i personaggi, sappiamo che si andrà a parare in un omicidio pietoso o un suicidio).
Hai scelto di usare uno stile elaborato e penso sia stata una buona idea, rallenta la narrazione e si adatta bene allo stato mentale del tuo protagonista. Viviamo con lui la lentezza del tempo che scorre e in cui si sente intrappolato.
I flashback in corsivo staccano anche grazie alle parti musicali in una sorta di anafora orizzontale, "Glielo aveva [...] Gliel'aveva [...] Glielo sussurrò" "lo stesso [...], le stesse [...], la stessa [...]", creano un'atmosfera da ricordo che si stacca in maniera netta dei paragrafi nel presente. Mi piace davvero come soluzione, è semplice e molto efficace! (Eliderei anche il primo Glielo aveva, però, per coerenza).
L'unico appunto vero te lo faccio per quanto riguarda lo stratagemma per dirci una data precisa... mi sembra un po' pretestuoso e penso che il racconto starebbe meglio senza quella battuta. Capisco che vedere quella data serva ad innescare il ricordo, ma mi sembra troppo casuale e imprevedibile, come movente. Taglierei direttamente quella parte facendo pensare liberamente il protagonista, o magari ci metterei qualcosa di risalente al natale 2025, datato, come innesco, una foto o un regalo, tipo (non mi vengono buone idee, sul momento).

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Peter7413
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#6 » mercoledì 16 dicembre 2015, 11:15

Racconto difficile da giudicare. Rispetta tema e paletti, ma presenta delle incongruenze interne (personalmente non riesco a spiegarmi la storia del ragazzo che va indietro nel passato per salvare la famiglia e il secondo corsivato, forse intendevi che il protagonista è a sua volta tornato indietro nel tempo?). Concordo sullo spaesamento iniziale (si pensa d'essere in una sala d'aspetto) e sulla conclusione troppo gratuita (non riesci a giustificare il suo atto estremo). Credo che molti dei problemi riscontrati non siano dovuti ai limiti dei paletti. Il racconto, questa volta e semplicemente, è nato un po' male, chiaro che questo è il mio personalissimo giudizio. Cose che capitano!

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simolimo
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#7 » mercoledì 16 dicembre 2015, 11:26

ciaoooooo Fil! e ben ritrovato in questo vis à vis digitale ^_^
non manchi mai di immagini poetiche e delicate tu eh?? anche se poi ci piazzi sempre il “fattaccio” XD e, nel complesso, i tuoi racconti rimangono sempre sul noir, un noir poetico però ^_^: commistione di dura realtà e stile che incalza una bella delicatezza lessicale… è un mix che sputtana il cervello Fil! ahahah!
mi piace molto questa contrapposizione ^_^
ma veniamo alla storia in sé, dato che lo stile mi garba parecchio, mi concentrerò sul contenuto.
il tuo è uno spaccato di vita coniugale afflitto da una grave malattia degenerativa, difficile più per chi la vede che per chi la vive, credo. hai tratteggiato in poche battute la differenza tra un prima idilliaco, pregno d’amore e un dopo difficile, impietoso, irreversibile. Hai usato l’immagine delle labbra per rendere il parallelismo e far capire la voglia di un tempo e lo schifo del presente, bello. il racconto si regge da solo, vola via liscio, lasciandoti una pesantezza nel cuore che, sul finale, non sa se compatire quell’uomo ormai travolto e stravolto dagli eventi o farti incazzare perché non ha avuto abbastanza forza da ricordarsi che la donna che aveva accanto era la stessa per cui gli era battuto il cuore ogni secondo della vita…
l’unica cosa che mi ha un pelo seccata, è stato leggere quel titolo di giornale: «25 dicembre 2025: ragazzo torna indietro nel tempo e salva la famiglia dal massacro» e che è?? mi piazzi dentro così, tra il dire e il fare e il non sapere, una notizia rivoluzionaria come questa?? quando tutto sembra invece che si svolga senza remore e contraddizioni nel tempo che viviamo? ahahah! no Fil, non si fa!!
a parte questa piccola considerazione stonata, non ho altro da recriminarti o di cui potermi lamentare, sono una lettrice soddisfatta, soprattutto perché hai toccato le corde dei sentimenti, quelle che più difficilmente si sfiorano… almeno, parlo per me, chiaro ^_^””
paletti di spietato CT: rispettati
a presto Fil!!! sia mai che riuscirò ancora a partecipare :))))
un abbraccio, ciao ciao!

Zebratigrata
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#8 » mercoledì 16 dicembre 2015, 19:02

Ciao Callagan,

Il finale del tuo racconto mi ha davvero colto di sorpresa: è vero che Fra è insofferente fin dall'inizio, ma ci mostri anche che non ha dimenticato la persona che amava, quindi ci aspettiamo che tutto sommato resti vicino a Noemi in attesa dei pochi momenti di lucidità. Soprattutto nei pochi momenti di lucidità. L'omicidio arriva inaspettato ma funziona.

Penso però che sarebbero da sistemare diverse cose: il testo non mi risulta molto scorrevole da leggere. Non saprei darti indicazioni precise, ma ogni tanto alcune parole o costruzioni stonano, almeno secondo il mio gusto.
Qualche esempio, giusto per capire a che tipo di cose mi riferisco:

- Seduta su una poltrona stava una donna
Questa costruzione mi risulta innaturale. Anche il fatto che tu dica 'una donna' piuttosto che 'lei' è strano, perché noi vediamo le cose dal punto di vista di Fra, che sa benissimo chi è.
- Capelli brizzolati
Ci avrei messo 'i' o 'dei' davanti
- il volto, perso nel vuoto come gli occhi grigi,
se mi dici che il volto è perso nel vuoto io immagino lo sguardo perso nel vuoto, perciò la precisazione sugli occhi diventa ridondante. Eventualmente 'perso nel vuoto, con gli occhi grigi'.
- che sposò
'aveva sposato' mi suona più naturale, anche se non c'è nulla di male nel passato remoto

Inoltre, il dettaglio sull'articolo di fantascienza secondo me non aggiunge nulla al racconto, se non l'informazione sulla data, perciò io lo avrei omesso. Capisco però che tu abbia voluto inserirlo per essere più ligio ed esplicito nel rispettare il tema. Forse in quel caso avrei preferito un libro di storia, perché l'allusione alla fantascienza spinge il lettore a distrarsi e a cercare un'interpretazione sovrannaturale o fantascientifica alla vicenda.. che in realtà (credo) non c'è.

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alberto.dellarossa
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#9 » mercoledì 16 dicembre 2015, 19:17

Eh. Cattivo, cattivissimo e crudo. Bravo, il genere di racconti che mi piacciono, che mi lasciano lo stomaco stretto. Ho davvero pochi appunti da fare, lo stile è controllato seppur compresso nei soli 3k di un racconto che ne richiederebbe quantomeno il doppio per dare il meglio. Unico aspetto negativo è forse il superfluo specificare del racconto di fantascienza, che poco aggiunge e che lascia il lettore col dubbio che si tratti di un elemento importante. Ottima prova.

diego.ducoli
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#10 » mercoledì 16 dicembre 2015, 22:42

Ciao Filippo
Sullo stile nulla da dire quindi passerò oltre.
In verità ho dovuto rileggere più volte il tuo racconto, il ragazzo che tornò indietro mi ha spiazzato.
I salti tra reale e ricordo mi sembrano un po' troppi per un racconto cosi breve,mi hanno lasciato un po' perplesso, nonostante questo alla fine tutto torna . Non ho capito che età ha il protagonista, sembra che la malattia abbia colpito noemi piuttosto presto, ma poi me la immagino molto più vecchia.
Non saprei dirti cosa rivedere ma il pezzo non mi ha soddisfatto totalmente.

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Callagan
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Re: Ricordi Perduti, di Filippo Puddu

Messaggio#11 » giovedì 17 dicembre 2015, 13:37

Peter7413 ha scritto:Concordo sullo spaesamento iniziale (si pensa d'essere in una sala d'aspetto) e sulla conclusione troppo gratuita (non riesci a giustificare il suo atto estremo). Credo che molti dei problemi riscontrati non siano dovuti ai limiti dei paletti


a Maurizio e a chi mi ha fatto il medesimo appunto
1. Il fatto che una persona che legge una rivista vi faccia pensare a una sala d'aspetto non so ancora quanto possa essere un problema mio. Io non ho sparso info che potessero far pensare a una sala d'aspetto, anzi. Tra l'altro, non mi è successo raramente, leggendo, di figurarmi un determinato ambiente alle prime battute di un romanzo, per poi ritrasformarlo nella mia testa non appena l'autore iniziava a disseminare informazioni qua e là.

2. Il finale è tutt'altro che gratuito. Mi sorprende quanti, leggendo il pezzo, abbiano visto in Francesco una persona profondamente innamorata e incapace di far del male alla sua Noemi. Francesco è frustrato, prova per Noemi sensazioni diametralmente opposte e lo stesso modo in cui pone fine alla vita della moglie rispecchia quanto ha dentro.
Piuttosto, il finale è affrettato, ho dovuto chiudere in fretta causa ora tarda e le ultime battute non sono efficaci quanto avrebbero dovuto essere; staccano infatti dall'andamento del resto del racconto. L'avrei riscritto in modo diverso, ma il finale sarebbe stato il medesimo...

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