Il quesito.

Avatar utente
Gian de Steja
Messaggi: 43

Il quesito.

Messaggio#1 » giovedì 10 dicembre 2015, 0:28

"Ti ricordi di me, Gino?"
"Certo che mi ricordo, ti stavo aspettando." Gino è seduto su una poltrona Chesterfield di inestimabile valore e fissa gli occhi perlacei del suo imponente ospite.

La sua mente lo trasporta nei ricordi di quella sera di 25 anni prima, esattamente la sera di Natale 2025. In quel periodo non se la passava granché bene: era solo, come sempre, e il lavoro stava andando di merda. La sua piccola ditta travolta dai debiti stava per essere fagocitata da una multinazionale dei trasporti e a lui non restava che tornare a fare il dipendente. La depressione.
Quella sera prese una decisione irrevocabile: farla finita. Un flacone di barbiturici, una bottiglia di whisky e via…
E invece no. Nel bel mezzo della notte fu svegliato da un bestione di due metri e passa che prese a schiaffeggiarlo, risvegliandolo da quel suo coma artificiale.
"Sveglia coglione! Non è il momento di morire."
Gino, stropicciandosi gli occhi, guardò il tipo che lo stava strattonando per bene senza riuscire a credere a quel che vedeva. Indossava un vestito da Babbo Natale, tutto sbrindellato e sporco, stracciato in più punti. Gli occhi erano completamente bianchi, senza iride nè pupilla.
"Ma... tu, chi sei?" Chiese Gino con voce tremolante.
"Sono Babbo Natale, non vedi coglione?"
"Ma cosa..."
"Dai, non fare lo stronzo. Alzati e datti una ripulita. Questa notte Babbo Natale ha deciso di farti un regalo!"
"U... un... reg..."
"E smettila di balbettare come un deficiente! Ho detto un regalo, sì: innanzi tutto ti salvo la vita, che già non è poco, e in secondo luogo, renderò quel che ne rimane degna di essere vissuta. Perché se tu hai una così bassa considerazione del dono che il buon dio ti ha fatto, io voglio farti capire quello che ti perdi. Però c'è una condizione: tra 25 anni io tornerò da te e tu mi dovrai dire se ne è valsa la pena o no."
Gino era stupefatto. Guardava quella creatura e ne era attratto, sentiva di potersi fidare di lui, nonostante i suoi metodi rozzi e l'apparenza sgradevole.
In quel momento si accorse di essere lucido e vide il suo interlocutore svanire lentamente, mentre continuava a ripetere: "Ricordati, fra 25 anni..."
Dal giorno dopo tutto iniziò ad andare a gonfie vele per lui. Il lavoro, l'amore, la salute, tutto perfetto. Passò 25 anni meravigliosi, ma senza scordarsi mai di quell'incontro e del successivo appuntamento con quella strana figura.



"Dunque? Qual è la tua risposta?"
In quel momento Gino si rende conto che il vecchio Babbo non è più vestito come ricorda. Ora indossa un gessato elegante e, a parte la mole e il colore degli occhi, non ricorda affatto l'incontro di 25 anni prima.
"Beh..." la voce di Gino si fa insicura, "ecco, la mia risposta è... sì, ne è valsa la pena!"
"Ma davvero? Beh, lascia che ti dica una cosa..." un ghigno perfido si disegna sul viso, "Babbo Natale non esiste, il demonio e l'anima sì!"

Il 26 dicembre 2050 il corpo di Gino fu ritrovato nel suo appartamento. Avvelenamento da psicofarmaci.


"L'aria sarà sempre troppo carica di qualcosa. Il vostro corpo sempre indolenzito o stanco. Vostro padre, sempre troppo ubriaco. Vostra moglie sempre troppo fredda. Avrete sempre una qualche scusa per non vivere la vostra vita." C. Palahniuk

Avatar utente
Angela
Messaggi: 505
Contatta:

Re: Il quesito.

Messaggio#2 » giovedì 10 dicembre 2015, 20:49

Ciao Gian,
mi hai giocato un brutto tiro con il tuo racconto, la prima parte sembra quasi una fiaba: arriva il gigante buono, anche se ha gli abiti che fanno schifo e la faccia messa peggio, ma ti salva la vita e ti regala pure qualcosa. Solo nel finale si comprende che il regalo è una mela avvelenata e che quel tizio di certo Babbo Natale non era. La trama non è male, ma ho trovato vizi di forma che dovresti sistemare. Altra cosa che secondo me toglie punti al testo è il finale che appare frettoloso. Con una riga hai tolto di mezzo qualche spiegazione che il lettore si aspettava. C'è uno sbilanciamento tra l'incontro della prima volta e quello successivo che è velocissimo. Due righe in più avrebbero contribuito a dare una bella impronta al demone.
Passo ai consueti appunti. Pollice NI anche per te.

La sua mente lo trasporta nei ricordi di quella sera di 25 anni prima,
Costruzione artificiosa: “Torna con la mente a quella sera di 25 anni prima…”

una multinazionale dei trasporti e a lui non restava che tornare a fare il dipendente. La depressione.
L’ultima parte, “la depressione”, andrebbe approfondita. Se la lasci scritta in quel modo, isolata con un punto, può voler dire tante cose o anche nulla.

ma senza scordarsi mai
Ma/mai insieme non vanno bene. Taglierei il “ma”: Senza scordarsi mai.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Re: Il quesito.

Messaggio#3 » venerdì 11 dicembre 2015, 9:30

Ciao Gian,
la prima parte del racconto mi ha fatto tornare in mente, a grandi linee, il film La vita è meravogliosa, quando James Stewart, sull'orlo del suicidio, incontra l'angelo che lo salverà, anche se il tuo babbo sbrindellato mi ha fatto venire il dubbio che le cose avrebbero preso una piega differente rispetto al finale mieloso del film.
La prima parte del racconto, a mio parere, fila bene, è simpatica, e lascia intuire che qualcosa di diverso succederà. . Però il finale suona un po' afrrettato.
Una incongruenza (se ho ben interpretato): all'inizio del racconto Gino dice al babbo/demone che si ricorda di lui e che lo stava aspettando, ma nel finale non ricorda affatto l'incontro di 25 anni prima.
Molto divertente e azzeccato l'eloquio sboccato del babbo/demone.

Avatar utente
Callagan
Messaggi: 214

Re: Il quesito.

Messaggio#4 » venerdì 11 dicembre 2015, 14:39

Ciao, Gian. Trovo che il problema della tua storia consiste nel fatto che sia eccessivamente raccontata. Il lettore non è mai dentro alle vicende che vengono esposte e vi è sempre un muro tra quanto è scritto e chi legge (fenomeno che è tanto più evidente nel paragrafo del ricordo). L'interpretazione tanto lineare della tematica non ha poi giocato a tuo vantaggio: manca quella spinta all'originalità, a cui magari ti avrebbe portato una riflessione più profonda sulla comanda. Riallacciandomi a quanto ti ho detto, mi è mancata l'emotività che dovrebbe scaturire nel delineare un uomo disperato che si aggrappa con i denti all'ultima (sovrannaturale) speranza di vivere. Così come è posto, il racconto mi lascia una sensazione di superficialità. Per concludere, trovo del tutto superfluo il periodo finale, che non fa altro che affiancarsi a una conclusione che già avevi scritto, smorzandola.

Avatar utente
Peter7413
Messaggi: 558

Re: Il quesito.

Messaggio#5 » lunedì 14 dicembre 2015, 14:54

Un racconto ben strutturato, anche divertente. Molto carina l'idea del diavolo che si camuffa (male) da Babbo Natale per frodare le anime perdute e in tal modo assicurarsele. C'è solo una debolezza: l'utilizzo delle due date. Come in altri casi, non vedo un lavoro intorno alla loro presenza e pertanto potrebbero essere sostituite, senza dover apportare altre modifiche, con altre date a caso e nulla cambierebbe, anche perché questi due futuri sono praticamente indistinguibili dal nostro presente. Una debolezza che, comunque, non va a scapito della qualità del racconto e che, semmai, può fare la differenza all'interno della classifica in caso di altri racconti in cui invece non è presente.

diego.ducoli
Messaggi: 265

Re: Il quesito.

Messaggio#6 » lunedì 14 dicembre 2015, 21:53

Ciao Gian
Nonostante gran parte del racconto sia raccontato mi è piaciuto molto questo Babbo Natale.
I dialoghi sono molto divertenti, la prima parte del racconto mi è piaciuta molto.
Ma veniamo alla nota negativa...il finale.
Molto sbrigativo, veramente troppo e in tutta onestà andare sul diavolo...mi è sembrato veramente banale.
Non saprei consigliarti qualcosa di diverso, ma se ci fosse quel guizzo in più ne verrebbe fuori un gran pezzo.

Avatar utente
Andrea Partiti
Messaggi: 1038
Contatta:

Re: Il quesito.

Messaggio#7 » martedì 15 dicembre 2015, 15:53

Allora, l'idea è simpatica e divertente, anche se un po' si intuisce dove vai a parare, soprattutto con un Babbo Natale così atipico e aggressivo.
Purtroppo il tema è molto debole, i 25 anni potrebbero essere qualsiasi intervallo di tempo e non c'è un "futuro" esplicito.

I tempi di scena sono un po' sballati e il racconto ne risente. Penso che accorciando il ricordo nel passato e allungando le scene nel presente, funzionerebbe meglio, ci darebbe modo anche di conoscere il tuo protagonista così com'è nel presente.

Aggiungerei almeno un indizio esplicito per il lettore, con una battuta del tipo "facciamo un patto, fra 25 anni blah blah?", in modo da usare un gergo da Diavolo mimetizzato nel discorso, che si possa andare a ritrovare (sono andato a cercarlo, me lo aspettavo, non c'era, delusione).

La frase finale è di troppo, è venuto a riscuotere la sua anima, lasciamo che sia il lettore ad immaginarsi come. Immaginerà cose peggiori e più cupe di qualsiasi cosa tu possa descrivere in 20 parole! Mi sembra un'ottima chiusa "Babbo Natale non esiste, il demonio e l'anima sì!", non la toccherei.

"non ricorda affatto l'incontro di 25 anni prima", penso ti sia rimasta nella tastiera una parola e intendessi "non gli ricorda affatto l'incontro di 25 anni prima", niente di grave ^^.

Spero di rileggere il tuo racconto in versione rimaneggiata, penso potrebbe diventare ottimo!

Avatar utente
simolimo
Messaggi: 62
Contatta:

Re: Il quesito.

Messaggio#8 » mercoledì 16 dicembre 2015, 11:13

ciao Gian! e ben ritrovato ^_^
ahah, parto con una risata perché il tuo racconto è sicuramente molto godibile nella cazzuta sfacciataggine, molto grezza e spiccia, di quello che non sappiamo se essere un Babbo Natale atipico, un angelo sboccato che si spaccia per l’uomo dei regali, dio sceso in terra o il diavolo stesso… anzi, all’inizio non sappiamo neppure se sia un’entità sovrannaturale! beh, lo sveli nel proseguo e solo alla fine lo scopriamo, e neppure con infallibilità.
direi che nella forma non ho nulla da dirti, non amo di mio i cambi formattazione tra ricordo e presente, non credo siano necessari, ma è mero gusto personale…
le battute sono buone, un po’ troppo usate a spieghino forse, ma non infastidisce nulla… è un dialogo credibile, ecco ^_^”
quello che meno mi ha entusiasmata, invece, è non trovare una benché minima motivazione del perché proprio a quell’uomo, un uomo in difficoltà o in crisi come tanti, debba essere data questa possibilità… non c’è contestualizzazione e poi ho notato un’incoerenza tra l’apertura e la chiusa, dove prima dici che Gino sta aspettando quella figura e sulla fine, invece, dici che lui non si ricordava l’incontro u.u
un altro aspetto meno interessante è quello temporale, la tua storia si sarebbe potuta svolgere in qualsiasi momento, non per forza la sera di Natale e non per forza di 25 anni dopo… oltretutto, beh, se Gino era già un imprenditore di successo con traguardi raggiunti, beh, quando è caduto in crisi avrà avuto già una certa età… avere ancora altri venticinque anni di gaudio lo avrà portato a essere almeno anziano, no?? quindi la sua vita se l’è comunque vissuta… non capisco il "castigo" dove sta ^_^"
la frase finale, infine, taglia troppo.
eccomi arrivata alla fine ^_^, di più non so che commentare Gian! ahah!
nel complesso una bella prova, ma sicuramente va raffinata e contestualizzata.
paletti di cattivissimo CT: presi in parte.
ciao ciao e alla prossima! ^_^

Zebratigrata
Messaggi: 308

Re: Il quesito.

Messaggio#9 » mercoledì 16 dicembre 2015, 19:27

Ciao Gian,

il tuo racconto è scritto bene e scorrevole da leggere, nulla da dire sul tuo stile, mi piace (l'unico neo è il 'tremolante' che a me fa sempre venire in mente la panna cotta, 'tremante' mi piace di più per una voce).

Anche l'idea non mi dispiace, però non mi convince la rivelazione finale di Babbo Natale-Diavolo, essenzialmente perché un contratto col diavolo in genere è una cosa ben chiara di cui la vittima è consapevole, mentre questo diavolo qui seocndo me non ha fatto le cose per bene. Credo che avrei preferito scoprire che Babbo Natale in realtà esiste e si nutre delle anime degli aspiranti suicidi che ogni anno gettano la spugna sentendosi inadeguati quando tutto il carosello sociale del Natale li mette di fronte ai propri fallimenti.

Avatar utente
alberto.dellarossa
Messaggi: 230

Re: Il quesito.

Messaggio#10 » mercoledì 16 dicembre 2015, 19:46

Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: "Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. Il racconto è valido fino alla fine, dove cade malamente. Non sto qua a elencare i punti forti del racconto, li conosci già. Ma il finale, oltre ad essere scontato e telefonato al completo di gessato (che ho utilizzato pure io in un precedente racconto, bada, ma non come elemento rivelatore, quanto caratterizzante) risulta anche frettoloso, specialmente nell'ultima frase. Peccato perché per il resto il tuo pezzo aveva dei numeri.

Torna a “75ª Edizione – Special: Christmas Edition (starring Marco Cardone)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti