Papere su blu

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chiara.rufino
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Papere su blu

Messaggio#1 » lunedì 21 dicembre 2015, 23:19

La camicia da notte blu con le papere è sulla sedia, non riesco a guardarla.
Mia madre l'ha tirata fuori dalla borsa, sfoderando quel malsano sorriso che la contraddistingue.
"Oggi è un gran giorno".
Non ho il coraggio di replicare, mi limito a guardarla e ad annuire con la testa.
Potessi fare altro.
Sono nove mesi che sono in questo letto e nessuno ne è ancora venuto a capo. Se solo sapessero.
La sveglia sul mio comodino segna le nove e so che arriverà il dottore carino, quello per cui mamma si trucca e mette quel perizoma azzurro improbabile, con i pizzi che si intravedono sotto ai vestiti aderenti, troppi per una donna oltre i quaranta.
"Come sta oggi la mia paziente preferita?"
Il dottor Livi ha quel sorriso affabile che mi fa credere, ogni santa mattina, che presto uscirò da là sulle mie gambe, capace di parlare e camminare ancora una volta.
Lo guardo e lui mi porge una mano, sfiorandomi il braccio.
"E' un miracolo che lei stia così bene, signora, me lo lasci dire".
Sono stanca di quella frase.
Guidava mia madre, quella piovosa serata di Gennaio. Sbronza fradicia, ha deciso che papà non poteva avermi con sé la settimana successiva.
Scontro frontale con un albero appena fuori Roma.
Peccato che ci sia andata di mezzo solo io e non lei, falsa maledetta.
"Dottore, suvvia ".
Dottore, suvvia! Non sa quanto mia madre ami sentirsi fare questi complimenti e masturbarcisi sopra, convinta d'essere la madre migliore del mondo.
Talmente brava che ha sacrificato la sua unica figlia per avere attenzioni da voi.
L'unica volta che lo dissi apertamente, chiamò gli avvocati e accusò mio padre d'avermi plagiata; forse il completo intimo della segretaria, nel cassetto della scrivania, non lo aiutò nel difendermi.
Lo rividi tre anni dopo che sembrava un fantasma.
"E' ammirevole come abbia rinunciato al suo lavoro per occuparsi di lei; è così discreta che le infermiere neanche una volta si sono lamentate !".
Se non le drogasse con i sonniferi nei dolci...
Mia madre sbatte le ciglia in modo civettuolo e Livi le passa accanto, palpandole il sedere come ogni venerdì.
"Passate un buon weekend!"
Da come si guardano, sembra che se lo sia ripassato, altrimenti avrebbe fatto caso ai miei miglioramenti.
Paolo invece, il mio fisioterapista, è felice dei miei progressi; ho dovuto pregarlo perché tenesse la bocca chiusa con tutti.
"Perché Lara? Dillo così esci prima".
Mia madre è seduta accanto a me e ha una mano nel cappotto, sonnecchia ed io riascolto la domanda.
Muovo due dita della mano, poi le gambe, girando di poco il bacino sul materasso.
Mi siedo e mi sporgo verso mia madre, attenta che nulla scricchioli.
Con uno scatto, mi avvento sul collo di mia madre, strozzandola nel sonno.
"Per questo, Paolo!"
Urlo a pieni polmoni la risposta mentre gli occhi di mia madre mi fissano, inespressivi come rane nei loro stagni di lacrime.
Ultima modifica di chiara.rufino il lunedì 21 dicembre 2015, 23:55, modificato 3 volte in totale.


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antico
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Re: Papere su blu

Messaggio#2 » lunedì 21 dicembre 2015, 23:32

Caratteri e tempo ok, buona Strukul Edition anche a te!

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mario.pippia1
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Re: Papere su blu

Messaggio#3 » mercoledì 23 dicembre 2015, 13:39

Un buon lavoro partito da una buona idea, con quella patina di suspense che lo fa leggere d'un fiato :-)

La prima frase contiene un'affermazione che non capisco:
La camicia da notte blu con le papere è sulla sedia, non riesco a guardarla.

Perché la protagonista non riesce? Perché è fuori dal suo campo visivo e non vuole muoversi, o perché è fuori dal suo campo visivo e non può muoversi? E' l'uso del verbo "riuscire" che trovo non corretta. Se è vero che riesce a muoversi tanto da strangolare sua madre, la forma più corretta sarebbe "non posso guardarla", nel senso che non posso farlo altrimenti mi scoprirebbe. Seghe mentali, forse :-)

Sono nove mesi che sono in questo letto e nessuno ne è ancora venuto a capo.

Non direi, visto che Paolo sa che la protagonista può muoversi, tanto da consigliarle di dirlo agli altri.
Se quello di cui non sono venuti a capo è la sua incapacità (vera o presunta) di muoversi, questo non si capisce molto dal racconto.
Ma anche questo è un piccolo dettaglio.

"E' ammirevole come abbia rinunciato al suo lavoro per occuparsi di lei; è così discreta che le infermiere neanche una volta si sono lamentate !".
Se non le drogasse con i sonniferi nei dolci...

Mi sembra molto poco probabile che una donna possa mettere i sonniferi nei dolci per sedare le infermiere. Prima di tutto se ne sarebbero accorte, visto che sono teoricamente delle professioniste, e poi un malato di sindrome di Munchausen vuole fortemente che il "suo" malato sia considerato un problema, in modo da aumentare il suo valore agli occhi delle persone all'esterno.
Nella stessa frase c'è uno spazio prima del punto esclamativo e un altro punto fermo dopo le virgolette: o metti il punto esclamativo o metti il punto.

Direi anche che è poco logico che una ragazza che sta da nove mesi in un letto, per quanto con fisioterapia giornaliera, riesca ad avere la meglio su una donna, anche se ha più di quarant'anni.

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Mike009
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Re: Papere su blu

Messaggio#4 » mercoledì 23 dicembre 2015, 17:13

La storia fila via veloce e incuriosisce il lettore, a metà mi chiedevo dove sarebbe andata a parare. Alla fine però resto perplesso, la storia ci sta, il finale è giusto per le premessse ma mi lascia un certo senso di banalità che non mi aspettavo all'inizio. La forma è buona ma il tema dell'amore maledetto mi pare tocchi la storia solo di sfuggita.

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chiara.rufino
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Re: Papere su blu

Messaggio#5 » mercoledì 23 dicembre 2015, 17:15

Ciao tutti!
Intanto grazie per i commenti e per le critiche, visto che aiutano sempre.
Per Mike009, il mio obiettivo era di far vedere quanto questo amore materno, che tanto se ne scrive e se ne tratta, possa portare a una cosa malsana come causare un incidente, pur di non perdere la figlia.
Come ha capito Peppe, la madre di Lara è malata e l'ha ridotta in quello stato per un amore malato, e maledetto.
Mi dispiace che la cosa non ti sia arrivata come volevo.
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Andrea Partiti
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Re: Papere su blu

Messaggio#6 » giovedì 24 dicembre 2015, 1:36

Approvo l'idea del tuo racconto, mi sembra che centri perfettamente il tema, in modo originale e inaspettato, per me.
Le dinamiche tra la madre narcisista e la figlia sono molto chiare, le delinei molto rapidamente e riesci ad approfondirle in maniera discreta raccontandoci una storia dalla superficie spigliata di una madre che vuole sedurre il medico della figlia, che diventa man mano sempre più cupa e malsana.
Il personaggio della madre che vede la figlia come un'estensione di se stessa da usare e manipolare a piacimento, anche a costo di farle del male, l'hai costruito perfettamente usando pochi dettagli chiave.
Rispetto ai tuoi ultimi racconti, hai usato molto bene i tempi del racconto, non ci sono parti affrettate e altre che debordano. Ogni scena nel presente o nel passato ha un buon equilibrio interno e complessivo. Penso (spero :D) che tu ci abbia fatto attenzione coscientemente perché ti era stato fatto notare diverse volte, e si sente la differenza.
La forma può ancora migliorare, alcune frasi traballano o sembrano innaturali. Penso che il racconto migliorerebbe molto con una buona revisione e con una lettura ad alta voce che fa saltare subito all'occhio (all'orecchio) i punti in cui si inceppa.

"[...] non riesco a guardarla." perché? Cos'ha contro la camicia da notte? Pensavo tornasse nel racconto, deve essere importante se è sia nel titolo che nell'inizio a caldo del racconto!

"sfoderando quel malsano sorriso che la contraddistingue", il sorriso malsano è qualcosa che la figlia ha imparato a riconoscere e vede solo lei grazie alla sua conoscenza della madre, quindi penso che "contraddistinguere" sia fuorviante. Io taglierei del tutto quella specificazione, con una frase più sintetica tipo "sfoderando quel suo malsano sorriso", che ci trasmette la stessa informazione.

"Come sta oggi la mia paziente preferita?" "E' un miracolo che lei [sua figlia o lei-forma di rispetto? l'ambiguità è brutta] stia così bene, signora, me lo lasci dire". Nella prima frase il dottore si rivolge alla figlia, nella seconda alla madre, ma non ci dai indizi a riguardo nel testo. Nella mente di chi legge, durante la tua breve divagazione tra i due dialoghi, i personaggi sono sempre lì, fermi. Puoi rimediare abbastanza facilmente facendo agire la madre poco prima della seconda battuta, o con qualche escamotage simile, per spostare su di lei la scena.

"Se non le drogasse con i sonniferi nei dolci..." ecco no, questo non torna neanche con delle capriole logiche.

"palpandole il sedere come ogni venerdì" se passa ogni mattina ("mi fa credere, ogni santa mattina..."), perché palpa il sedere alla madre solo al venerdì? E' troppo specifico.

Nel finale non mi è chiaro se Paolo sia presente o se la figlia stia solo rivivendo le sue domande sul perché nasconde i suoi progressi. Se non è presente, "riascolto la domanda" mi sembra sbagliato per descriverci l'azione. Al massimo ci ripensa. Va però benissimo che dica ad alta voce "Per questo, Paolo", rispondendo a posteriori.
Se Paolo è presente, mi sembra improbabile che lui, sano e mobile, non la fermi prima che possa strozzare la madre.

(Secondario e ininfluente sul giudizio, ma non da dimenticare: rimetti a posto quella punteggiatura, leva gli spazi dove non ci vanno, rendila uniforme, metti gli accenti sulle È, e i …. È solo estetica, ma ci vuole anche quella :p)

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Flavia Imperi
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Re: Papere su blu

Messaggio#7 » giovedì 24 dicembre 2015, 11:19

Ciao Chiara,
il titolo mi aveva incuriosito, peccato che l'elemento sia un po' buttato lì, senza un apparente senso. Adoro quando un oggetto diventa veicolo del senso della storia (stile cappotto di Gogol per intenderci) e dal titolo stupendo devo ammettere mi aspettavo una cosa del genere. O tutto dal punto di vista della paperella, per dire! XD
L'amore maledetto di una madre per sua figlia è un tema forte e ben costruito nel racconto. Concordo con Marco per alcune delle discordanze, soprattutto quando nel finale la protagonista strozza sua madre, mi è sembrata una forzatura perché al dil à della potenza fisica, dalle sue osservazioni emanava più una triste consapevolezza dello stato delle cose, invece che una rabbia ceca che porta a uccidere così, a freddo. Ci sarebbe stato bene, altrimenti, un evento scatenante, la classica goccia che fa traboccare il vaso, per esempio la madre che inizia a inveire contro di lei, stuzzicarla in modo diretto e crudele, o rivelando qualcosa di terribile. Per esempio la fine del padre, avresti potuto usarla come elemento scatenante del gesto omicida che è un atto estremo e disperato.
Buon proseguimento!
Siamo storie di storie

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chiara.rufino
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Re: Papere su blu

Messaggio#8 » giovedì 24 dicembre 2015, 12:22

Grazie per i commenti, sia di critica che non. Effettivamente, mi ero concentrata sulla camicia da notte e poi ho scritto altro, c'ho pensato solo alla fine che la camicia da notte non era poi così rilevante e mi dispiace.
Il dialogo con Paolo voleva essere un flashback venuto male (me ne rendo conto).
Per gli errori ortografici, appena posso riprendo il documento e lo edito, promesso.
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beppe.roncari
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Re: Papere su blu

Messaggio#9 » sabato 26 dicembre 2015, 10:41

Ciao Chiara, ben ritrovata!
Storia carina ma non originalissima, mi avevi abituato a ben altri ribaltamenti, suvvia! Forse anche l'ira della ragazza verso la madre è eccessiva, in fondo non è rimasta paralizzata per sempre... insomma, non mi convinci del tutto, sorry! ;-)
Attenta ad alcuni errorini o imprecisioni di impaginazione, tipo: "lamentate !"." Spazio di troppo senz'altro, e forse anche doppia punteggiatura (ma io sono anche aperto a essa, se ha un senso e se la mantieni costante).
Per fare "E'" con l'accento il codice su PC è "ALT + 200" ("È").
Alla prossima! ;-)

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erika.adale
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Re: Papere su blu

Messaggio#10 » domenica 27 dicembre 2015, 19:41

Questo racconto si basa su un'idea carina, ma lo trovo piuttosto inverosimile.
Inverosimile che il fisioterapista non abbia segnalato i miglioramenti al medico, che la madre droghi i dolci per le infermiere senza che nessuno se ne accorga ( per altro non mi è ben chiaro cosa nasconda durante la notte), che la ragazza dopo un trauma simile e nove mesi di immobilità riesca ad avere la forza di strangolare la madre. Non ho inoltre capito quando la protagonista ha accusato la madre di averla sacrificata per ottenere attenzione, visto che ha comportato un distacco di 3 anni dal padre ( ma l'incidente è avvenuto 9 mesi prima).

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Vastatio
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Re: Papere su blu

Messaggio#11 » martedì 29 dicembre 2015, 15:41

Ciao,
ammetto che non riesco a identificare bene il tema all'interno del racconto. Anche la spiegazione che hai dato in qualche commento non mi convince. Non ci vedo "amore" in questa madre, solo interesse personale e sicuramente non si può parlare di amore nella figlia.
Non ho capito se il sonnifero nei dolci alle infermiere sia una battuta o la verità, nel secondo caso è impensabile che delle infermiere inefficienti possano passare inosservate a lungo, anche nella nostra tanto chiacchierata malasanità.
In ultimo il titolo, nasce e muore nelle priem tre righe. Non c'è nessun riferimento, mi aspettavo di ritrovarlo alla fine, come rimando alla giornata importante, ma non c'è.

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Simone Cassia
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Re: Papere su blu

Messaggio#12 » mercoledì 30 dicembre 2015, 0:49

Ciao Chiara,
i tuoi altri racconti e questo titolo mi avevano creato notevoli aspettative e forse è anche per questo che il racconto mi ha convinto poco. Lo stile è molto buono e c’è anche una discreta caratterizzazione dei personaggi che riesci a tratteggiare con poche, significative, immagini, ma i due aspetti carenti sono tema e trama a mio avviso. Il tema non mi convince in pieno, non dico che sia assente, ma alla fatidica domanda “avrei capito il tema se non lo avessi conosciuto?” mi sono dovuto rispondere con un “no”. Per quanto riguarda la trama, trovo tutto poco verosimile situazioni, azioni e motivazioni dei personaggi principali e dei secondari. Mi dispiace ma devo darti un giudizio negativo.

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Re: Papere su blu

Messaggio#13 » mercoledì 30 dicembre 2015, 19:02

Ciao Chiara,

il racconto è scritto bene, mi e' piaciuto lo stile chiaro e fluido. Si lascia leggere tutto d'un fiato fino la fine. Ma ci sono un paio di difetti. Prima di tutto la storia, seppur avesse dei presupposti ottimi e la trama sia molto gradevole, come già ti è stato detto, è poco credibile. Nella realtà dubito che una madre avrebbe potuto agire in questo modo senza destare sospetti, difficile anche che la figlia abbia la meglio sulla madre dopo mesi di degenza. Il secondo difetto lo trovo nel tema che non lo ritrovo molto nello scritto.
Alla prossima!

alexandra.fischer
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Re: Papere su blu

Messaggio#14 » sabato 2 gennaio 2016, 17:35

Che brividi. Ecco un amore disperato che travolge una figlia innocente (io l’ho visto così). Pur di avere per sé il seducente Dottor Livi, la madre dal look da vamp ha organizzato il brutto incidente d’auto costato la salute a Lara (non mi stupisce che lei la uccida a fine storia, sotto gli occhi del fisioterapista Paolo e non per l’incidente in sé, ma per la paura di attentati futuri alla sua incolumità (madre alcolizzata e mistificatrice, il fatto che droghi le infermiere la rende una minaccia continua per la figlia) e anche per via dell’assenza del padre…non si vede nella tua storia. La madre lo ha allontanato proprio nel giorno dell’incontro che sarebbe spettato a lui a gennaio. E comunque, lui ha perso credibilità (completo intimo della segretaria nel cassetto)…anche se in questo dettaglio ci vedo qualcosa di oscuro: d’accordo, ha tradito la moglie, ma cosa c’entra l’accusa di plagio della figlia?

Attenta a: come sta oggi la mia paziente preferita?
Scriverei: come sta oggi, la mia paziente preferita?

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Monica Patrizi
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Re: Papere su blu

Messaggio#15 » domenica 3 gennaio 2016, 13:08

Ciao Chiara,
Il tuo è un tema forte, che hai ben descritto e creando suspense nel lettore. Originale l'idea della relazione disturbata tra madre narcisista (e forse alcolista?) e la figlia. Peccato che il titolo del racconto e lo sviluppo della storia non si incontrino, hai messo a mio avviso tanti ingredienti speziati, che però poi non sviluppi, come già hanno fatto notare i colleghi (la camicia da notte, il dottore che palpa il sedere solo di venerdì, il rapporto con il padre, il ruolo del fisioterapista, il sonnifero alle infermiere?!) e lo strangolamento finale poco verosimile. A rileggerci!

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alberto.dellarossa
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Re: Papere su blu

Messaggio#16 » domenica 3 gennaio 2016, 19:02

Oh beh. Storia molto forte, macchiettistica e allo stesso tempo angosciante. Mi è piaciuta molto la descrizione della madre attraverso i fatti visti dalla lente della figlia. L'unico problema di questo racconto è forse una certa confusione di fondo che costringe il lettore a leggere più volte gli stessi passaggi. Lasci sospeso l'elemento della vestaglia e non lo riprendi più. Si intuisce che siamo in casa, eppure l'inappropriatezza del comportamento materno è ad ogni modo troppo spinta (perizoma e vestaglia semitrasparente). Insomma, alcuni aspetti sono da rivedere ma nel complesso ho apprezzato la storia, soprattutto per gli aspetti narcisistico-ossessivi della madre (ho una passione per i conflitti materni, il mio analista potrebbe dire qualcosa a riguardo).

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antico
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Re: Papere su blu

Messaggio#17 » mercoledì 6 gennaio 2016, 23:55

Racconto che funziona, quasi horror nel suo concludersi con questa ragazza che si disvela improvvisamente guarita. Infatti l'appunto che ti muovo sta nella mancanza di tensione. In un racconto così breve non hai tempo di creare, quindi devi entrare subito nel vivo in modo da afferrare da subito chi ti legge. In questo caso avrei chiarito da subito che la ragazza è guarita in modo da aumentare il pathos intorno a ogni evento in cui lei potesse intervenire (non facendolo per scelta). Per me un pollice tendente all'alto, ma rivedilo seguendo il mio suggerimento.

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