Betta, il pesce siamese.

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alessandra.corra
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Betta, il pesce siamese.

Messaggio#1 » lunedì 21 dicembre 2015, 23:48

L'orchestra ha iniziato a suonare la nona sinfonia di Beethoven, quando il cellulare si mette a vibrare, un messaggio: “Betta non sta bene. Boccheggia, sembra soffocare.”.
Simulo un colpo di tosse per attirare l'attenzione di Carlo. Niente, lui ha lo sguardo fisso sul palco. Gli sfioro il braccio.
- Devo tornare a casa. C'è un problema.
Lui mi guarda turbato:
- Anche questa volta ci è riuscita.
Poco dopo, entro in casa con il fiato in gola. Le luci sono spente. Mi sfilo il cappotto, lo getto su una sedia e mi dirigo in salotto.
Betta giace esanime in fondo l'acquario. Betta splenders, un esemplare maestoso di pesce siamese, uno dei più belli, dalle squame turchesi come diamanti e con le pinne simili a piumini di velluto. Lo chiamano “il combattente” perché è un'animale molto forte. Un guerriero. Me lo ha regalato Carlo e stava bene, com'è possibile che improvvisamente?
Mi siedo a terra. Sento un vuoto dentro. Mi è difficile pensare, ma la consapevolezza arriva lo stesso. Io ci tenevo tanto e LEI lo sapeva!
Ecco perché ha deciso di avvelenarlo. Non c'è ombra di dubbi, ora mi è chiaro, attraverso il pesce ha colpito me per punirmi perché avevo iniziato a uscire con Carlo. Questi giochetti li conosco. Lei non tollera chi si mette in mezzo a noi. La sua gelosia, paradossale.
Ora di certo si starà fregando le mani trasudando tutta la sua meschinità.
Questa sarebbe stata l'ultima volta. Non mi avrebbe più impietosita. Avrebbe potuto piangere, digrignare i denti, minacciare il suicidio.
Aveva iniziato a soffrire di depressione quando papà era morto. Forse proprio per i farmaci assunti, una sera aveva perso il controllo della macchina. Era rimasta semi paralizzata dalla parte sinistra del corpo. Da quel momento si era affidata solo a me. D'allora avevo perso ogni contatto con il resto del mondo. A parte il lavoro, non avevo altre distrazioni. Mi ero rinchiusa in quella casa dove gli unici ospiti erano gli spettri.
E ogni volta che cercavo di venirne fuori succedeva qualcosa. Captati i miei punti deboli, li colpiva dilaniandoli.
Ma non l'avrebbe avuta ancora vinta, questa volta no.
In camera presi una valigia e alla rinfusa iniziai a gettare dentro quello che capitava: maglie, calze, camice. Quella sera sarei andata in Hotel, o anche all'inferno fosse stato necessario. Poi avrei assunto una balia e avrei iniziato a vivere, fregandomene.
- Ada, sei tu? Sei tornata?
Sentivo la sedia a rotelle muoversi fuori dalla camera. Il suo respiro affannoso.
- Lo so che sei lì, aprimi. Fai la brava, accompagnami in bagno. Sai che faccio fatica, mi fa tanto male la gamba.
Questa volta sarò forte.
Decisa apro la porta, gli occhi di mia madre catturano i miei. Il suo amore, il suo maledetto amore.
- Eccomi, sono qui.
Inconsciamente, come una sonnambula, inizio a spingere la carrozzina verso il bagno e in una frazione di secondo scorgo il volto materno in uno specchio del corridoio, ed è come una scossa improvvisa quel ghigno insolente celato nelle sue labbra secche.



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antico
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#2 » lunedì 21 dicembre 2015, 23:50

Todo ok anche qui, buona Strukul Edition!

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Angela
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2015, 19:47

Il finale è il vero pezzo forte del tuo racconto. Mi ha ricordato una scena del film "Profondo rosso" di Dario Argento, quando l'assassino è riflesso nello specchio e nessuno se ne accorge. Anche tu, con ottime descrizioni, ci hai mostrato il vero volto della mamma-tiranna (ghigno insolente celato dalle sue labbra secche). Il tema è centrato e il racconto è scorrevole. Tuttavia ci sono delle cose da sistemare e te le ho evidenziate:

Mi è difficile pensare, ma la consapevolezza arriva lo stesso. Io ci tenevo tanto e LEI lo sapeva!
Ecco perché ha deciso di avvelenarlo.

Come fa a sapere che è stato avvelenato?

Poi avrei assunto una balia e avrei iniziato a vivere, fregandomene.
Non è una persona adulta? Più che balia, badante.

Pollice tendente all'alto per il tuo testo :) Brava.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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alessandra.corra
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2015, 21:50

Ciao Angela, grazie per il commento.
Vero, avrei dovuto affermare che la protagonista intuiva che fosse stato avvelenato, la certezza in effetti non poteva averla.
Mi fa piacere invece che ti sia piaciuto il finale!
Alla prossima!

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AmbraStancampiano
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#5 » mercoledì 23 dicembre 2015, 15:48

Ciao Alessandra,
che dire, un racconto che sul finale mi ha davvero messo i brividi!
Brava, ho trovato molto interessante questo rapporto madre-figlia tormentato, che per certi versi mi ha ricordato quello del film "il cigno nero".
Direi che il tema è centrato in pieno, il testo scorre anche se ci sono un paio di imperfezioni che ti segnalo più giù, la trama è interessante, la psicologia dei personaggi profonda e sfaccettata. Insomma, davvero un buon racconto.
Qui le imperfezioni:
alessandra.corra ha scritto:L'orchestra ha iniziato a suonare la nona sinfonia di Beethoven, quando il cellulare si mette a vibrare, un messaggio

Qui toglierei la prima virgola, il quando è già sufficiente a creare l'effetto dell'interruzione; se vuoi mantenere la virgola davanti al "quando", diversifica la seconda.
Betta splenders

Betta Splendens
Me lo ha regalato Carlo e stava bene, com'è possibile che improvvisamente?

qui ci starebbero dei puntini di sospensione prima del punto interrogativo.
Non c'è ombra di dubbi, ora mi è chiaro, attraverso il pesce ha colpito me per punirmi perché avevo iniziato a uscire con Carlo. Questi giochetti li conosco. Lei non tollera chi si mette in mezzo a noi. La sua gelosia, paradossale.
Ora di certo si starà fregando le mani trasudando tutta la sua meschinità.
Questa sarebbe stata l'ultima volta. Non mi avrebbe più impietosita. Avrebbe potuto piangere, digrignare i denti, minacciare il suicidio.

Questo periodo rallenta parecchio la lettura: un po' a causa della ripetizione "non c'è ombra di dubbi, ora mi è chiaro", che ti consiglio di limare, e un po' perché per rendere il tono della supposizione e poi della risolutezza cambi modo e tempo verbale; un uso così spezzettato della punteggiatura non ti aiuta, proprio perché spezza la lettura e rende evidenti i punti deboli che ti ho evidenziato. Ti consiglio di riconsiderare tutti quei punti fermi, magari alcuni potrebbero essere sostituiti da virgole o punti e virgola, e di sostituire il condizionale passato con il futuro semplice o col presente indicativo; in questa maniera renderesti più scorrevole la lettura e creeresti un buon contrasto che sottolineerebbe la decisione della protagonista.
Era rimasta semi paralizzata dalla parte sinistra del corpo.

Nella parte sinistra
Mi ero rinchiusa in quella casa dove gli unici ospiti erano gli spettri.
E ogni volta che cercavo di venirne fuori succedeva qualcosa.

Qui il punto e a capo non ci sta, soprattutto se cominci il rigo con una E di congiunzione.

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

alexandra.fischer
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#6 » mercoledì 23 dicembre 2015, 15:57

Betta il pesce siamese di Alessandra Corra L’amore disperato qui c’è e non riguarda una coppia di amanti, bensì madre e figlia. Ada si trova a dover pagare con la vita la depressione della madre (una morte lenta, povera ragazza. La madre le ha ridotto la vita a pochissimi spazi vitali, rovinandole il concerto con l’uccisione del povero pesce Betta e tutto per la grave colpa di Ada: essersi trovata un fidanzato, terzo incomodo in un rapporto così esclusivo). Il finale è molto amaro: la madre è incattivita e di fatto gode delle sofferenze della figlia. Ma Ada lo sa, guardando il volto della madre allo specchio mentre l’accompagna in bagno. Lo trovo un tema molto attuale. Le Ada dalle vite distrutte da madri tiranne, in Italia, sono a milioni e nessuno ne parla. Dovresti ricavarne un libro e pubblicarlo in opposizione a Mia figlia ha novant’anni.

Attenta a:
com’è possibile che improvvisamente? Io la scriverei così: com’è possibile che improvvisamente…?
Balia, a meno che non sia sarcastico, scriverei badante.

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alessandra.corra
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#7 » mercoledì 23 dicembre 2015, 18:48

Grazie Ambra e Alexandra per il commento e l'editing, molto utile.
Mi fa piacere che il racconto vi sia piaciuto,
Alla prossima!

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Callagan
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#8 » giovedì 24 dicembre 2015, 15:41

Ciao Alessandra. Il tuo racconto mi è piaciuto, rende bene l'idea di amore maledetto, trasmette angoscia e immerge il lettore nella stessa prigione nella quale la protagonista vive. Credo tuttavia ci sia qualcosa da rivedere, degli accorgimenti da prendere. Ad esempio, m'è parso troppo lungo e pesante il pezzo in cui parli della madre, spiegando un po' tutte le ragioni a monte della storia... sei caduta nell'infodump. Magari puoi sfoltire un pochetto quel pezzo e distribuire meglio le informazioni in tutto il testo.
Altra cosa che non mi ha convinto è stato il ripetersi di espressioni come "Questa sarebbe stata l'ultima volta" "Ma non l'avrebbe avuta ancora vinta, questa volta no", frasi poco credibili tanto da svelare il finale, togliendoli così potenza.
In ultima battuta: il titolo non mi piace >.< dal mio punto di vista non rappresenta il racconto. Facendoti un paragone (in un certo senso esagerando): è come quando in Italia hanno portato il film "Eternal Sunshine of Spotless Mind" con il titolo "Se mi lasci ti cancello". -_-"

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angelo.frascella
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#9 » venerdì 25 dicembre 2015, 23:48

Ciao Alessandra.

Un buon racconto, che riesce a dare il senso di soffocamento di un amore egoista, con un paio di difettucci: la caduta di ritmo che si ha quando la protagonista spiega le ragioni della madre e la certezza del fatto che lei non andrà via per davvero. Questi due aspetti fanno perdere intensità al racconto. Bella l’annotazione finale: fino a quel punto avevo pensato che le lamentele della protagonista potessero essere soggettive e non veritiere (il pesce poteva essere morto di morte naturale). Invece quel ghigno mostrano tutta la “cattiveria” della madre

Buon Natale

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alessandra.corra
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#10 » martedì 29 dicembre 2015, 11:33

Grazie anche a Callagan e Angelo per le annotazioni e suggerimenti. Sempre molto utili!

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harold.mancini
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#11 » mercoledì 30 dicembre 2015, 12:46

La madre così egoista da essere quasi un vampiro, una cannibale. Interessante modo di trattare l'argomento di questa sessione di minuti contati.

Non ho molto da aggiungere a quello che è stato già detto.

Ma a tal proposito, AmbraStancampiano, hai scritto bene il nome del pesce "Betta splendens". Il formalismo nella tassonomia vuole che il nome scientifico di una specie vivente, quando scritta nella forma che hai usato, ovvero il binomio linneano, abbia la maiuscola per il genere ("Betta") e la minuscola per specie-sottospecie/varietà ("splendens").

:)

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alessandra.corra
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#12 » mercoledì 30 dicembre 2015, 14:07

Grazie per la spiegazione! :)

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marco.roncaccia
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#13 » mercoledì 30 dicembre 2015, 14:43

Ciao Alessandra,
Ottimo racconto. Racconto Onesto. Delle virgole e delle imprecisioni, francamente me ne fotto, se no gli editor che ci stanno a fare? Anche le eccessive informazioni sulla storia della madre passano in secondo piano, dal mio punto di vista. Il finale è strepitoso, e penso che tu sia riuscita magnificamente a trasmettere il crescendo delle emozioni della protagonista. Un racconto deve fare questo. Brava!

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Jacopo Berti
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#14 » mercoledì 30 dicembre 2015, 23:43

Racconto interessante, attuale, avvincente. Quasi perfetto. Mi piace come riesci a dare al testo un'atmosfera quasi da thriller psicologico. Il finale poi è splendido e angosciante. Di solito preferisco i racconti con elementi fantastici, ma quando leggo qualcosa del genere s'impone l'orrore del quotidiano.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

Sybilla Levanti
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#15 » mercoledì 30 dicembre 2015, 23:50

Ottima resa del rapporto malato che spesso si instaura tra madri e figlie fatte di ripicche e pretese da parte delle pretese che tolgono ossigeno e libertà alle secondo. Un amore malato, maledetto, asfittico che teneva prigioniera la protagonista ma che aveva trovato nel povero pesce Betta - in questo senso un simbolo oltre che un delizioso esemplare ittico - una via di fuga dalle tetre mura in cui la protagonista è costretta a vivere.
Le imprecisioni passano in secondo piano di fronte alla potenza narrativa che hai saputo sviluppare in così pochi caratteri.

Fabiana Donato
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#16 » giovedì 31 dicembre 2015, 18:48

Ciao Alessandra! Mi piace il punto di partenza, il modo in cui hai inquadrato le scene del racconto e il soggetto in questione dell'amore maledetto. Riconosco in questo testo dei difetti grammaticali, roba da poco ovviamente, ma essenziali per rendere migliore la lettura e per impreziosire il lessico. Inoltre avrei introdotto dei termini più dettagliati nella parte finale, rendendola più drammatica e spietata proprio come la madre! Nel complesso: ben studiato! Alla prossima :)

Zebratigrata
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#17 » domenica 3 gennaio 2016, 19:24

Ciao Alessandra,

nel tuo racconto affronti il tema in modo molto particolare. L'amore tirannico della madre, ma anche l'amore della figlia per la madre che alla fine è 'maledetto' perché le impedisce di prednere in mano la sua vita. Devo dire che questa madre però sembra quasi consapevolmente cattiva, mentre forse sarebbe più credibile se nella sua 'possessività' non si rendesse conto di ferire la figlia, o non architettasse piani diabolici di cui sogghignare soddisfatta.

Ci sono alcuni punti che non mi convincono del tutto per quel che riguarda la forma:
-d'allora – da allora suona meglio secondo me
-dilaniare non mi convince se l'oggetto sono i punti deboli: piuttosto sfruttare, o qualcosa di simile
-il tempo ella narrazione cambia qua e là senza apparente giustificazione: parti dal presente, poi passi a un 'sarebbe stata l'ultima volta' che ci porta al passato, continui con 'presi' e 'sentivo' e torni al presente alla fine.
-il titolo è molto particolare, e sicuramente attrae il lettore... però lo inganna e lo delude. Perché poi nel racconto Betta il pesce siamese pur essendo un elemento della trama non è così rilevante, rappresenta una delle tante infinite volte che la madre rovina i piani della figlia. Secondo me con un titolo diverso il lettore avrebbe aspettative differenti e potrebbe apprezzare di più il racconto.

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antico
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Re: Betta, il pesce siamese.

Messaggio#18 » mercoledì 6 gennaio 2016, 17:40

Ottimo lavoro, un deciso pollice su. Affronti tematiche difficili e ne esci vincitrice. Il racconto si legge bene e riesci a equilibrarti sul difficile bilico tra banale e non. Brava.

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