La tempesta di Maria.

Fabiana Donato
Messaggi: 81

La tempesta di Maria.

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2015, 1:20

Correvano gli anni dei primi 45 giri intonanti le note di “Love me do”,
delle morti barbituriche entrate nella Storia,
dei sogni marcianti sulle strade di Washington e
delle cazzute minigonne della Quant.
Ma ancora, in quegli anni animati da una voglia impellente di sbocciare,
il Carosello trasmesso nelle case Siciliane continuava ad essere guardato
con la stessa atmosfera di agitazione, che non portava notizie innovative.
Eternamente le stesse maledizioni.

“Mi sono innamorato di te, perché non avevo niente da fare!
Il giorno volevo qualcuno da incontrare, la notte qualcuno da sognare.”
Le parole rimbombarono nella stanza.
I due amanti sentirono le melodie accalcarsi nei loro sensi
sulla soglia del loro primo amore si illusero di quello che provarono.
Il portone d'ingresso si aprì, il giovane dalla pelle olivastra se ne accorse,
piombò sulla finestra e sussurrò:
“Bedda jo e Scappari to patri arruvau, si 'm trova ccà ni fa a peddi! Non si ancora me mugghieri!”
La ragazza al sentire quelle esclamazioni di commiato
schioccò un bacio breve e appassionato nelle sue labbra.
Si congedarono così i due promessi.
Non si sa perché,ma l'amore rompe le palle
anche da quando
“uomo-scimmia sbatte clava e donna-scimmia sua”.

Si succedettero gli incontri clandestini e formali,
ma finalmente l'ora era giunta.

La tempesta scagliò il primo fulmine.
Uno sparo e le sirene.
Tutto si mosse velocemente come gli incontri notturni e
le passeggiate in piazza sotto gli occhi di chi giudicava Tony,
delinquente solo per aver ereditato l'aggettivo “mafioso”.
Lo arrestarono.

I fulmini cominciarono a tormentare Maria.
Il carcere, l'evasione e una visita notturna come i vecchi tempi.
“Chi ci fai a ccà?! 'ngannasti u nostru amore sigillandulu cu sentimenti 'ammugghiati!
U mazzasti tu u tabbaccaru truvaru
u to' cirinu cu to nomi 'ncisu!Bastaddu mi 'mbrugghiasti! Auddocu...”

Saette.
In quell'istante le schiantò il viso sull'imposta della finestra con violenza.
Perse i sensi.

Temporale incessante.
Una luce giallastra illuminò un viso olivastro e demoniaco
che le respirò affannosamente addosso.
“Bedda...mancu u tempu 'm ni divittemu ni desiru!"
Da quel momento in poi fu violata assiduamente e
brutalmente per un tempo che non riuscì a definire.
Si abituò al dolore, tanto da necessitarne qualche volta per punirsi,
per non aver ascoltato il padre che le diceva di aspettare.

Una nuvola smise di bagnare la sua vita.
Una sera lui non la legò, perché troppo ubriaco.
Con le ultime forze in corpo, pensò al padre,
Si alzò e sbattè contro un bidone che si scontrò con altri
rigettando un liquido puzzoso, ma che conosceva alla perfezione.
“u fetu du tradimentu!”
Picchiò tutto e
colpì un aggeggio metallico impigliato nella sua tasca.
Girò la rotella e si bruciò.
“Si sghezza picca cu focu mei”.
Lo gettò sul liquido e avvampò.
Rise come fece Tony, danneggiandola
fisicamente e moralmente.
Iniziarono a tossire. Panico, smise di ridere.
Il fumo saliva in una finestra posta sopra degli scatoloni.
Non ci pensò due volte, saltò e uscì.
Gli uomini-scimmia all'interno dell'edificio si alzarono battendo le loro clave e
non trovarono la loro donna-scimmia.

Correndo
si ritrovò in un suolo freddo.
Sfrecciò una macchina che intonava:
“Mi sono innamorato di te e adesso non so neppure io cosa fare,
il giorno mi pento di averti incontrato,
la notte ti vengo a cercare...”



Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La tempesta di Maria.

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2015, 1:47

Caratteri eccedenti e fuori tempo massimo, ti becchi due malus minimi, ma sei dentro! Buona Strukul Edition!

Fabiana Donato
Messaggi: 81

Re: La tempesta di Maria.

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2015, 12:50

Tra problemi di connessione e di snellimento del testo...alla fine sono riuscita a pubblicarlo! Farò più attenzione! Grazie :)

Avatar utente
Jacopo Berti
Messaggi: 441

Re: La tempesta di Maria.

Messaggio#4 » sabato 26 dicembre 2015, 14:59

Già nella precedente edizione ho avuto modo di commentare un tuo scritto, e mi ricordo di averti detto che la lettura di una narrazione senza alcun 'a capo' era praticamente insostenibile.
Ora hai ecceduto nell'altro estremo – non so se con una vena polemica, per sperimentare o semplicemente per gli strumenti informatici con cui hai scritto – ma secondo me è già meglio: lo 'spezzato' si addice a una discreta parte del racconto. Se il tuo intento è raggiungere un equilibro nella struttura attraverso l'approssimazione, la prossima volta mi aspetto una via di mezzo ben calibrata, che non sfrutti l'assenza o l'eccessiva presenza del tasto 'invio'.
Ricordo che giustamente ti avevano detto che la tua narrazione dell'altra volta "non era un racconto". Ecco, anche in questo trovo che il tuo scritto di oggi sia di gran lunga migliorato.
Mi piace l'inquadramento storico attraverso la musica, il ripetersi, variando, della stessa canzone (con relativa melodia, se a uno viene in mente) all'inizio e alla fine del racconto. Vi leggo anche una "profondità storica", risalente fino agli "uomini e donne scimmie", ma che credo in realtà ben rappresenti e rievochi la tolleranza della Sicilia al cambiamento superficiale senza che questo porti a un cambiamento sostanziale: tema caro ai narratori e ai cantori siciliani (da Tomasi di Lampedusa a Sciascia a, perché no?, Battiato).

Confesso che le parti in siciliano mi sono ostiche: non ho capito tutto. Ti consiglio di sfruttare qualche trucchetto quando le usi, magari riassumendole "di nascosto" e parzialmente, riprendendo le radici delle parole che sono riconoscibili e inserendole come chiosa a una frase in siciliano.

Ad ogni modo, complessivamente ho apprezzato. Brava!
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

Avatar utente
maria rosaria
Messaggi: 687

Re: La tempesta di Maria.

Messaggio#5 » domenica 27 dicembre 2015, 19:02

Ciao Fabiana.
La tua storia mi ha un po’ disorientata.
Il modo in cui hai “impaginato” il testo fa pensare quasi a una poesia, a un poema epico. E forse lo è.
E’ una storia tragica che, come donna, ho apprezzato molto perché hai saputo sottolineare come l’amore può essere malato quando non c’è rispetto. E anche se, diplomaticamente, hai fatto un riferimento iniziale agli anni passati, non è che certe cose siano ormai completamente “passato”. Tant’è.
Mi lascia un po’ perplessa la scrittura che trovo un po’ cantilenante, e che mi aggancia poco al sentimento dei protagonisti perché mi fa perdere negli stacchi di paragrafo, nei pezzi in dialetto, nelle frasi secche che spezzano la narrazione dove, secondo me, non dovrebbe essere sempre spezzata.
Insomma, un’idea buona ma che andrebbe, secondo il mio modestissimo parere, rivista dal punto di vista stilistico.
Maria Rosaria

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Re: La tempesta di Maria.

Messaggio#6 » mercoledì 30 dicembre 2015, 10:08

Ciao Fabiana. Il tuo è il primo racconto che ho letto, ma uno degli ultimi che vado a commentare perché mi ha turbato. Il problema non è tanto la storia che trovo carina, ma lo stile. Quei continui a capo disturbano la lettura e non ho capito se è stata una forma ricercata o un problema di formattazione (e questo non è un bene). Però il tuo lavoro ha tanti punti di forza. Prima di tutto mi piace molto la narrazione decisa. L'introduzione è un biglietto da visita e in questo caso non si può scordare. Nei primi paragrafi c'è poesia e violenza, bravissima. Poi scorre bene, anche se in alcuni passaggi eccedi nel tell
Da quel momento in poi fu violata assiduamente e 
brutalmente per un tempo che non riuscì a definire.
Questo passaggio non mi piace.
Però la storia rimane interessante fino alla fine. Altro punto di forza è la canzone di Tenco.
In conclusione è un buon lavoro, ma la formattazione del testo non riesco proprio a digerirla. Sappi che sarai uno dei più grossi problemi che avrò nel momento in cui posterò la classifica.
Ciao e spero di rileggerti presto.

Veronica Cani
Messaggi: 148

Re: La tempesta di Maria.

Messaggio#7 » giovedì 31 dicembre 2015, 22:26

Ciao, Fabiana!
Molto bello e toccante il tuo racconto. Un passaggio del finale non mi è del tutto chiaro, quando dici: “Iniziarono a tossire. Panico, smise di ridere.” Perché usi il plurale? Chi c’era nella stanza, oltre Tony e Maria? Non ho nient’altro da eccepire, a parte la frase “schioccò un bacio breve e appassionato nelle sue labbra”: un bacio appassionato non lo immagino breve, inoltre avrei scritto “sulle sue labbra”. A parte questo buona prova, complimenti!

Avatar utente
patty.barale
Messaggi: 349
Contatta:

Re: La tempesta di Maria.

Messaggio#8 » sabato 2 gennaio 2016, 15:55

Una partenza alla grande, poetica e incisiva, poi... Mi sono persa!
Sarà colpa di quel continuo andare a capo, che mi fa pensare alla lirica, ma che lirica non è, sarà colpa di quel dialetto dalla presenza eccessiva (troppe frasi e troppo lunghe) per chi non lo conosce, ma ho fatto veramente molta fatica a seguire una storia che, come argomento, non posso che apprezzare, essendo lo stesso che ho sfruttato io.
Il mio suggerimento è di rivedere la formattazione (a meno che la cosa non fosse volontaria, ma in questo caso non riesco a coglierne la poetica) e di snellire l'uso del dialetto.

Avatar utente
willy
Messaggi: 190

Re: La tempesta di Maria.

Messaggio#9 » domenica 3 gennaio 2016, 23:46

Ciao Fabiana, racconto, il tuo, che mi ha colpito molto. Ci trovo una violenza ben calibrata con il sentimento che hai saputo esprimere molto bene, belle anche le frasi in siciliano che ho tentato di intuire e che hanno arricchito la storia, Qualche imprecisione e problema con l'impaginazione, però complimenti.

Si succedettero gli incontri clandestini e formali,
ma finalmente l'ora era giunta.
ma finalmente giunse l'ora credo sia più corretto.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: La tempesta di Maria.

Messaggio#10 » giovedì 7 gennaio 2016, 1:23

Una struttura molto interessante. Allo stato attuale si nota la fretta con cui l'hai composta, necessità di revisione e tempo, ma ne può uscire un racconto per la vetrina, quindi ti esorto a presentarlo nel laboratorio. Saervono traduzioni per il dialetto, serve una maggiore semplicità tra i vari passaggi. Per ora il pollice è ni.

Torna a “76ª Edizione – 9ª della 4ª Era - Strukul Edition”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti