Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

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Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2015, 2:30

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Questo è il gruppo AQUILA della STRUKUL EDITION con Matteo Strukul nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo AQUILA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo LUPO.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo LINCE.

I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da Matteo Strukul. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito.

Per la composizione dei gruppi abbiamo deciso di sperimentare un nuovo criterio andando, a giro, a disporre per primi tutti gli autori partecipanti in base ai punti Rank di Era e poi completando i raggruppamenti con i restanti autori in base all'orario di consegna.

E ora vediamo i racconti ammessi ad AQUILA:

Come mille esplosioni, di Alberto Della Rossa, ore 00.00, 3149 caratteri 5 malus
Gli schiavi all’epoca del 4G, di Beppe Roncari, ore 22.31, 2631 caratteri
Il gusto del proibito, di Flavia Imperi, ore 23.42, 2669 caratteri
L’ultima volta, di Roberto Romanelli, ore 00.54, 2986 caratteri
Amore maledetto, di Simone Cassia, ore 00.33, 1799 caratteri
La stella a otto punte, di Andrea Partiti, ore 23.35, 2970 caratteri
Piccole volpi, di Erika Adale, ore 01.01, 2622 caratteri 5 malus
Betta, il pesce siamese, di Alessandra Corrà, ore 23.48, 2973 caratteri
Amore mai, di Mario Pippia, ore 21.54, 2990 caratteri
Notte patavina grondante sangue, di Michele Botton, ore 00.26, 2987 caratteri
L’amore perfetto, di Monica Patrizi, ore 01.33, 1507 caratteri 5 malus



Considerato il Natale e il Capodanno avrete qualche giorno in più rispetto al solito. Avete tempo fino alle 23.59 di domenica 3 gennaio per commentare i racconti del gruppo LUPO. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete più di dieci giorni per commentare e classificare i DIECI racconti del GRUPPO LUPO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTUNO a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, dieci giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 13 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Cominciate a utilizzare il contatore del forum per calcolare i caratteri. Selezionate l'area desiderata e fate calcolare.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel GRUPPO LUPO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA EDIZIONE A TUTTI!



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Angela
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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2015, 20:36

Ho letto i racconti in mezza giornata e il merito è soltanto vostro, perché è stato un vero piacere. Tuttavia stilare classifiche non è il mio forte; solo il racconto di Mario era certo per il primo posto, gli altri pollici alzati hanno costituito un grosso problema e ho dovuto rileggerli una seconda volta prima di decidere.
In bocca al lupo a tutti, siete stati bravi, aquilotti :)

1) Amore mai – Mario Pippia
Ciao Mario, mi complimento con te per il racconto, sicuramente il migliore che ho letto fino ad ora. Stile molto maturo, racconto impeccabile, trama condotta in modo egregio e tema centrato al 101%. Non ti sei buttato sul fantasy, come hanno fatto molti di noi, non hai cercato effetti speciali. Il testo sembra una testimonianza, una biografia. Un lavoro ben fatto che a mio avviso merita il podio. Per quanto mi riguarda pollice alzato a rischio slogatura :D Bravissimo.

2)Come mille esplosioni – Alberto della Rossa
Primo racconto che leggo del vostro gruppo e devo dire che è una gran bella prova di scrittura. So già che sei bravo, ma ogni racconto è una storia a sé stante. Tema perfettamente centrato, scrittura fluida e trama lineare. Le descrizioni sono ottime così come la caratterizzazione dei personaggi (mi è piaciuto molto quel "la fa apparire simile a un panda").
Solo l'incipit non mi ha convinta al 100% perché quando parli di porta, sei troppo generico e io ho immaginato fosse quella di ingresso. Anche la seconda frase (probabilmente è il meglio che mi possa aspettare) l'ho trovata fuorivante perché il lettore non sa ancora nulla, siamo alle prime battute e io mi sono chiesta cosa fosse questo meglio.
A parte l'intoppo iniziale, il racconto prende quota, è ben calibrato e il finale l'ho trovato molto incisivo. Prova da pollice in su, senza ombra di dubbio. Bravo :)

3) Gli schiavi all’epoca del G4 – Beppe Roncari
Che carino il tuo racconto Beppe! Letto in un amen, davvero piacevole e scorrevole. Ho apprezzato il registro che hai usato, il cambio di carattere e l'uso del discorso diretto (Lei/lui due punti). Qualcosa avevo intuito, pensavo si trattasse di un racconto di fantascienza o qualcosa del genere perché gli indizi ci sono, non sei stato troppo criptico. Invece la soluzione è semplice e devo dire che mi piace di più rispetto a quella che avevo immaginato. Una storia di chat come ce ne sono tante con effetti collaterali. Forse l'unico appunto che posso farti è relativo al tema (amore maledetto) che mi sembra un po' tirato per i capelli. Anche questa è una prova da pollice alzato, spero di vederti in vetrina. Bravo :)

4) Piccole Volpi – Erika Adale
Racconto forte, che comunica grandi emozioni. Mi è piaciuto il binomio uomo-animali; del resto, come hai spiegato alla fine, stiamo parlando del Neolitico. Tema centrato, stile ottimo, trama avvincente di forte impatto emotivo. La spiegazione finale è una chicca che aggiunge valore al testo. Decisamente pollice alzato per il tuo racconto a cui è difficile trovare un difetto. Brava.

5) Betta, il pesce Siamese – Alessandra Corrà
Il finale è il vero pezzo forte del tuo racconto. Mi ha ricordato una scena del film "Profondo rosso" di Dario Argento, quando l'assassino è riflesso nello specchio e nessuno se ne accorge. Anche tu, con ottime descrizioni, ci hai mostrato il vero volto della mamma-tiranna (ghigno insolente celato dalle sue labbra secche). Il tema è centrato e il racconto è scorrevole. Tuttavia ci sono delle cose da sistemare e te le ho evidenziate:

Mi è difficile pensare, ma la consapevolezza arriva lo stesso. Io ci tenevo tanto e LEI lo sapeva!
Ecco perché ha deciso di avvelenarlo.

Come fa a sapere che è stato avvelenato?

Poi avrei assunto una balia e avrei iniziato a vivere, fregandomene.
Non è una persona adulta? Più che balia, badante.

Pollice tendente all'alto per il tuo testo :) Brava.

6)L’ultima volta – Roberto Romanelli
E bravo Roberto che hai trovato l'escamotage della veggente per giustificare la maledizione. Tema centrato, trama interessante e originale e stile decisamente migliorato. Il racconto funziona perché incuriosisce il lettore e questa maledizione che pende come una spada di Damocle sul protagonista è l'elemento portante attorno al quale la storia ruota.
Descrizioni molto buone fino a questo punto:

Anche in due era difficile da trasportare, i pezzi all'interno sbilanciavano ogni volta il peso e a trascinarlo per terra c'era il rischio che si rompesse creando un macello.
Secondo me sei stato troppo analitico spiegando al lettore cosa c'è che non va nel dettaglio. La seconda parte andrebbe limata a mio avviso.

Ricoprirono tutto di terra e risalirono in macchina.
Questa, rispetto al testo che lo precede e che prosegue in modo lento misto a dialoghi, è un'accelerazione. Il testo deve essere bilanciato.

Prova da pollice tendente all'alto. Bravo.

7) Il gusto del proibito – Flavia Imperi
Interpretazione originale del tema e finale delizioso o forse dovrei dire "goloso". Il tema mi sembra centrato, in fondo la passione per i dolci non è forse una maledizione? Tuttavia, ho trovato alcune incertezze nella forma che ti ho evidenziato.

pantaloni fucsia della tuta, maglioncino a righe […] stivaletti e cappotto verde bosco.
Descrizione troppo particolareggiata, bastava un dettaglio o due.

ormai, nella città estranea dove si era da poco trasferita.
Trasferita da poco.

Come al solito, neanche un messaggio. Si rialzò a fatica e proseguì zoppicando.
Denuncerò il comune, maledetti sassi. Ma che ci vuole a metterli bene, mi chiedo? Segnalerò che in via Maspero ci sono le voragini e… Oh. Via Maspero? Aspetta, era questa la via di Alfonso!

Questa parte secondo me è quella che funziona meno. Capisco che ti sia servita per introdurre un elemento che aiutasse la protagonista a raggiungere Alfonso, ma non è chiaro come faccia a sapere che quella è Via Maspero. Ha letto l'indicazione da qualche parte?

Prova NI perché ci sono delle cose da sistemare, anche se il racconto mi piace e merita certamente una buona posizione. A presto!

8)La stella a otto punte – Andrea Partiti.
L'idea è sontuosa e secondo me ti sei giocato bene le carte. Il testo è un fantasy che ben si sposa con il tema. Alcune parti del racconto sono molto interessanti (le sette porte, troni, demoni e regni). Tuttavia, il racconto non presenta climax, perché gli eventi si susseguono in modo lineare e la conclusione, anche se non telefonata, me l'aspettavo. Ho trovato alcuni periodo da rivedere che ti evidenzio:

lasciando un indumento per ognuna di esse, in sottomissione.
Qui sembra che sia l'indumento a sottomettersi. Frase da rivedere.

Bevi l’acqua e non ti voltare. I miei demoni saranno con te, che non possa ingannarmi.
Affinché tu non possa ingannarmi

Corse verso il suo palazzo, Ishtar, perché era la strada che meglio i suoi passi conoscevano.
Frase contorta. Metterei prima il soggetto.

In conclusione, l' aderenza al tema c'è , lo stile è buono ma le potenzialità dell'idea non sono state sfruttate a pieno. Un NI da valutare durante la stesura della classifica. Come ho scritto anche a Roberto, lo stile mi sembra decisamente migliorato. Bene così.

9)Amore Maledetto – Simone Cassia
Racconto che prende spunto dal famoso film "Vi presento Joe Black", anche se il tuo è in chiave horror. Il pregio di questo racconto è l'idea in sé che personalmente a me piace moltissimo. Amare la morte, quell'inafferrabile tremenda, lugubra presenza che nessuno vorrebbe mai incontrare. Quindi a tuo favore hai tema (centrato al 100%) e l'idea. Il problema è la forma che hai scelto. Dopo le prime righe sapevo già tutto perché sei stato troppo prodigo con i dettagli e questo mi ha tolto il gusto della lettura. Va benissimo seminare indizi ma non devi essere così esplicito, altrimenti al lettore non resta nulla da scoprire. Ho notato poi alcune accelerazioni, ma credo siano frutto della scarsità di caratteri a disposizione. Per i motivi elencati la valutazione è un NI perché ci sono elementi a favore ma anche qualcosa da rivedere. A rileggerti.

10)L’amore perfetto – Monica Patrizi
Ciao Monica, il tuo racconto ha un bel picco nel finale che non ti aspetti, uno di quelli che ti coglie impreparata e che ti ricorda che le favole non esistono, se non nei libri. Eppure, il tono con cui ci avevi abituati era quasi di tipo fiabesco, sei brava in questo. Ho trovato però, diversi errori sia nella punteggiatura che nella forma. Se mai dovessi rivedere il testo, spero ti saranno utili. Per l'aderenza al tema ho qualche dubbio, lo rileggerò in fase di stesura della classifica. A rileggerti.

Così piccolo che i genitori poterono dire di non essersene mai accorti.
Qui avrei usato una forma verbale più semplice “i genitori non se ne erano mai accorti”.

Era una bambina graziosa, perfetta ai loro occhi, con i capelli lisci
Inverti. “Ai loro occhi era una bambina graziosa, perfetta…”

verdi come grandi capperi salati, perché farsi delle domande?
Punto al posto della virgola.

Aveva il cassetto pieno di ciucciotti di ogni tipo e misura, sporchi, rotti, consumati, trasparenti, colorati.
Due punti prima di introdurre i ciucci.

11) Notte patavina grondante di sangue – Michele Bordon.
Ciao Michele, comincio con il dirti che il tuo racconto presenta parti molto interessanti e ben narrate. Penso che il genere ti sia congeniale. Ci sono molte similitudini e metafore che rendono bene l'idea dei personaggi ma anche delle loro emozioni. Questi sono i lati positivi del tuo racconto. Per contro c'è un problema di forma e punteggiatura, che troverai negli appunti e un finale che non è all'altezza del resto perché non è incisivo. Lo valuto con un NI perché c'è tanto mestiere dietro, ma andrebbe rivisto. A rileggerti.

stasera le luci per le strade patavine
Il termine “patavino” non è conosciuto da tutti, meglio in questo caso, evitare. Io almeno non lo conoscevo.

mi si attacca agli stivali rendendoli pesanti come i pensieri notturni di una monaca lasciva.
Forse i pensieri di una monaca lasciva sono peccaminosi, non pesanti.

Ancora non sa che sono il suo destino, mi abbatterò su di lui come un pazzo
Qui serve un segno di punteggiatura più deciso (punto o punto e virgola).

berserker nordico, armato della pietà di una mantide religiosa che ha appena finito l’accoppiamento.
Forse qui vuoi strappare un sorriso, ma la frase suona artificiosa. Troppi dettagli.

Che piatto amaro ma prelibato.
Manca la virgola

Se è sorpreso non lo dà a vedere, con un movimento fin
Qui serve il punto
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

alexandra.fischer
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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 23 dicembre 2015, 16:43

Ben trovati ecco i miei commenti:

Come mille esplosioni di Alberto della Rossa. Ciao Alberto della Rossa, il tuo racconto è quello di un amore disperato ai massimi livelli. Mi sembra veramente l’incontro fra due anime molto tormentate. Lei si comporta davvero aggressivamente nei riguardi di lui, è evidente che è la parte della coppia meno coinvolta nel rapporto, ormai disprezza l’uomo che ha accanto. Lui invece è stremato, ma è ancora molto legato a lei. Mi sembra questo il senso dell’immagine di finale di lui che si inietta il mascara di lei come se fosse uno stupefacente. L’amore visto come droga. Molto bello il paragone che lui fa di lei piangente (donna-panda). Si vede che la considera ancora fragile e bisognosa di protezione altrimenti non sarebbe ancora lì con lei. Vincente la scelta di raccontare la vicenda dal punto di vista di lui. Coinvolge il lettore.

Gli schiavi del 4 G di Beppe Roncari La tua storia è originalissima: anche i cellulari hanno un cuore. La coppia protagonista della tua vicenda vive un amore disperato ma a lieto fine (riescono a fare incontrare i loro padroni e così coronano il loro sogno di stare insieme). All’inizio non avevo capito bene di che si trattasse, poi, dopo un paio di riletture, sono entrata nella vicenda e ho capito la tua idea. Mi è piaciuta perché è una rivisitazione del teatro goldoniano (i cellulari visti come servi che maneggiano per la felicità dei loro padroni ma anche per la propria). L’amore, qui, è maledetto perché è una complessa serie di strategie (messaggi cambiati all’ultimo momento da parte dei cellulari) e non c’è riposo per la coppia di telefonini. Rimangono molte domande: quando si sono incrociati i due cellulari la prima volta? Come mai i due proprietari sembrano non conoscersi? Il loro sembra un appuntamento al buio. A partire da quelle domande, c’è tutto lo spazio per un lungo e divertente romanzo.


Il gusto del proibito di Flavia Imperi In questo caso, l’amore disperato è quello di Laura per la cioccolata calda con panna e cannella. Come personaggio, la trovo molto stralunata (come quando chiede l’indirizzo di Alfonso al ragazzo in bici: non specifica neppure la via). Come storia è molto graziosa, per via della sorpresa finale. La prima parte fa pensare a un desiderio erotico (tutto quel ripetere la capacità di Alfonso di soddisfare le sue voglie adolescenziali). Mi piace anche la descrizione di Laura, stralunata anche nell’abbigliamento (pantaloni fucsia e cappotto verde bosco e tutta preoccupata per il maglioncino a righe che la ingrassa). Carina l’associazione (bivio dai nomi cancellati-bianchetto della professoressa s…..a) con la Professoressa di Tecnica Biliardi, fa molto Woody Allen.

L’ultima volta di Roberto Romanelli Gianni e Francesco sono due personaggi molto ben costruiti. Il dialogo scorre splendidamente e li rende in modo molto credibile. Gianni è un tipo opportunista (ha sfruttato Francesco per falsificare la prova di concorso e lo sta sfruttando anche quando si tratta di far sparire un tavolo maledetto, legato al luogo del suo primo amplesso con Samantha) e questo per via di un maleficio trovatogli dalla sensitiva Madame Violetta (la quale lo ha salvato dal brutto destino dei Verti, beccati dalla finanza durante le ferie in barca). La vittima della superstizione di Gianni è il tavolo aziendale (preceduto dall’ascensore). Il tema dell’amore disperato è rispettato in modo molto originale: l’amore disperato non è quello di Gianni per le donne in genere (anche se lo paga con malocchi che Madame Violetta lo aiuta a scansare e che Francesco si ingegna a cancellare eseguendo le istruzioni della sensitiva), lo vedo più come l’amore disperato (amicizia forte, incrollabile) di Francesco che si fa sfruttare dall’opportunista Gianni e non gli dice mai di no, mugugni a parte.

Amore Maledetto di Simone Cassia Storia molto particolare. L’amore maledetto è quello di Thomas per la Morte, non per Kate (dunque è un assassino seriale che uccide le donne per incontrare la sua amata attraverso di loro). In pochissimi caratteri hai scritto una storia. Scelta coraggiosa, ma che ti ha penalizzato. Io ci sono arrivata dopo averla letta due volte. Correggerei il passaggio di Kate che viene richiamata nel silenzio…darei un indizio, rompendo il silenzio, o quantomeno facendo agire la Nera Signora se ci tieni al silenzio (che so, afferra la mano di Kate. Questo passaggio mi ha fuorviata. Pensavo che lui fosse nella stanza con una donna, invece ci sono due presenze, la donna e la Nera Signora).
Toglierei medesima riferito alla voce e metterei stessa (medesima lo trovo bruttino).
Refuso: siluette per silhouette
Attento a: portarla via con se; si scrive: portarla via con sé.

La stella a otto punte di Andrea Partiti Trovo affascinante la tua storia e scopro con piacere che anche tu ammiri molto la mitologia assira (molto cupa, forse perché quel periodo storico è assimilato all’Era Astrologica dello Scorpione) e conosci la dottrina del Budda. In effetti, è molto complessa e ricca di ispirazione per chi scrive fantasy. Il personaggio di Ishtar è molto ben reso, perché hai attribuito alla dea anche qualcosa di Siddharta Gautama (il suo incontro con i tre personaggi femminili: la donna in lutto che lava, la bambina felice sotto la palma, la processione di nobili e schiavi, guardie e criminali ricorda proprio l’episodio della conversione di Siddharta Gautama prima che divenisse il Budda). L’amore disperato di Ishtar è per Tammuz (il suo amante, precursore del mito di Attis e di Adone) e anche qui c’è un rimando mitico (a quello di Orfeo, perché lei non deve voltarsi indietro varcando le sette porte). L’intensità della disperazione e della passione di Ishtar si vede nel finale, quando lei decide di tornare nell’aldilà da Tammuz pur senza sacrificare il marito. Storia notevole, complimenti (anche per il particolare degli indumenti che Ishtar lascia attraverso le sette porte e il tema del baratto dell’anima).

Piccole volpi di Erika Adale la tua storia prende spunto da un fatto reale, il ritrovamento della coppia di scheletri a Valdaro, evento già di per sé straziante (amore disperato fino all’ultimo respiro, visto che erano avvinti anche nella morte). Anche nella tua storia l’amore disperato è un tema centrato. La narrazione mi ha ricordato Ayesha, la Figlia della Pietra, ma tu ci hai messo qualcosa di tuo; mi è piaciuto il paragone figli-volpi riferito al colore dei capelli dei bambini e anche il tema dell’odio tribale (la donna è uccisa dalla tribù che odia la gente dai capelli rossi, attribuendole la capacità di attirare la malasorte, di qui l’aspirazione del suo uomo a un figlio dai capelli come le penne di un merlo).

Betta il pesce siamese di Alessandra Corra L’amore disperato qui c’è e non riguarda una coppia di amanti, bensì madre e figlia. Ada si trova a dover pagare con la vita la depressione della madre (una morte lenta, povera ragazza. La madre le ha ridotto la vita a pochissimi spazi vitali, rovinandole il concerto con l’uccisione del povero pesce Betta e tutto per la grave colpa di Ada: essersi trovata un fidanzato, terzo incomodo in un rapporto così esclusivo). Il finale è molto amaro: la madre è incattivita e di fatto gode delle sofferenze della figlia. Ma Ada lo sa, guardando il volto della madre allo specchio mentre l’accompagna in bagno. Lo trovo un tema molto attuale. Le Ada dalle vite distrutte da madri tiranne, in Italia, sono a milioni e nessuno ne parla. Dovresti ricavarne un libro e pubblicarlo in opposizione a Mia figlia ha novant’anni.

Attenta a:
com’è possibile che improvvisamente? Io la scriverei così: com’è possibile che improvvisamente…?
Balia, a meno che non sia sarcastico, scriverei badante.



Amore mai di Mario Pippia L’amore disperato nella tua storia, è quello della tua protagonista per se stessa, nonostante la vita d’inferno durata mezzo secolo accanto a un marito padrone (le nozze partite da uno stupro). Mi piace la resilienza della tua protagonista. Ha subìto molti affronti dal marito, di certo convinto di essere in buona fede, visto che la picchia per “correggerla”, ma non si è mai rassegnata all’inferno domestico, amando se stessa e non il marito prepotente, al quale rinfaccia di non averlo mai amato proprio quando questi sta per soccombere al cancro (potente l’immagine marito-tartaruga iniziale; mostra con abilità il disprezzo della donna per il coniuge vessatore). Finale amarissimo: le parole vendicatrici della donna non arrivano al marito, morto ancora prima di sentirle.

Notte patavina grondante sangue di Michele Botton La tua storia è molto ben scritta, rendi molto bene l’atmosfera nebbiosa della Bassa e anche il personaggio dell’oste e il cattivo del quale il protagonista vuole vendicarsi, per non parlare di Mila, bionda, amabile; punto debole: non spieghi il movente di questa furia da parte del protagonista. Che lui abbia perso il suo amore (o.k. dunque il tema amore disperato) va bene, ma come? Uno stupro finito male? Ecco, questo dovresti spiegarlo, malgrado sia una bella tentazione lasciare il motivo in sospeso come pungolo per il lettore. Solo che non lo soddisfa.
Belle le metafore: stivali resi dal terreno limaccioso pesanti e appiccicaticci come i pensieri di una monaca lasciva; pietà da mantide religiosa (femmina) subito dopo l’accoppiamento, accanimento del protagonista paragonato a quello di un berseker.

L’amore perfetto di Monica Patrizi Il tuo racconto, seppure brevissimo, rispetta il tema dell’amore disperato in modo efficace e riguarda l’istinto materno presente nella piccola Giorgia, forse iperprotetta dai suoi per via del piccolo ritardo cognitivo. Di lì, la sua precoce consapevolezza di non essere come le altre bambine e di non poter avere una vita normale (intesa come maternità) e dunque, ecco l’ossessione per i ciucci, che ruba fin da bambina mentre ripete a tutti il suo desiderio di maternità e famiglia. Mostri la vita di Giorgia da bambina con pochi tratti: le molte scuole cambiate e fin qui, bene, però non descrivi la vita di Giorgia giovane donna, la mostri sempre maniaca dei ciucci e assecondata dal custode del parco quando parla di maternità e famiglia (sembra di sentirlo dire: sì, sì, certo, ora vai però) e questo è un punto debole del racconto, dovresti scrivere qualcosa più di lei (ho capito dalla sorpresa dei genitori quando i carabinieri la portano a casa loro in stato confusionale che ha una vita da adulta: come si spiega allora che non abbia superato la mania? Oppure lo ha fatto e le è tornata? Ecco le parti da chiarire allungando la storia).
Originali le metafore per descrivere Giorgia: capelli come tagliatelle. Guance come cachi maturi, occhi come capperi verdi.

La mia classifica (siete stati bravissimi) è:

Betta il pesce siamese di Alessandra Corra

La stella a otto punte di Andrea Partiti

Piccole Volpi di Erika Adale

Come mille esplosioni di Alberto della Rossa

Gli schiavi del 4 G di Beppe Roncari

Amore mai di Alberto Pippia

L’ultima volta di Roberto Romanelli

Il Gusto del proibito di Flavia Imperi

Amore maledetto di Simone Cassia
Notte patavina grondante sangue di Michele Botton

L’amore perfetto di Monica Patrizi

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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » mercoledì 23 dicembre 2015, 18:03

Alberto è un nome che mi piace, ma mi chiamo Mario :-)

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Callagan
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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » giovedì 24 dicembre 2015, 17:27

1. Alberto Della Rossa - Come mille esplosioni

Ciao, Alberto. Il tuo racconto mi è piaciuto; è intriso di verità, di vissuto... le emozioni escono potenti e il lettore si trova rinchiuso nella stessa prigione in cui il protagonista si costringe a stare. Ci ho rivisto lo stare appesi al filo di un amore ormai morto... che si trascina pesante... maledetto. Gli afterhours direbbero "Curo le foglie, saranno forti. Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti." Ecco per tre quarti il tuo racconto è questo e ci sono stato dentro di brutto. Poi quel finale... con quel gesto del protagonista. Non dico che non è credibile... no. Piuttosto, continuo a sforzarmi a cercare un significato... non so se vederci una fuga interiore... un monito... una promessa a sé stesso. Da un lato il finale mi ha sbalzato fuori dalla storia e dall'altro mi ha portato a rifletterci sopra.
Comunque, a ogni modo, mi sei piaciuto anche a questo giro.

2. Alessandra Corrà - Betta, il pesce siamese

Ciao Alessandra. Il tuo racconto mi è piaciuto, rende bene l'idea di amore maledetto, trasmette angoscia e immerge il lettore nella stessa prigione nella quale la protagonista vive. Credo tuttavia ci sia qualcosa da rivedere, degli accorgimenti da prendere. Ad esempio, m'è parso troppo lungo e pesante il pezzo in cui parli della madre, spiegando un po' tutte le ragioni a monte della storia... sei caduta nell'infodump. Magari puoi sfoltire un pochetto quel pezzo e distribuire meglio le informazioni in tutto il testo.
Altra cosa che non mi ha convinto è stato il ripetersi di espressioni come "Questa sarebbe stata l'ultima volta" "Ma non l'avrebbe avuta ancora vinta, questa volta no", frasi poco credibili tanto da svelare il finale, togliendoli così potenza.
In ultima battuta: il titolo non mi piace >.< dal mio punto di vista non rappresenta il racconto. Facendoti un paragone (in un certo senso esagerando): è come quando in Italia hanno portato il film "Eternal Sunshine of Spotless Mind" con il titolo "Se mi lasci ti cancello". -_-"

3. Flavia Imperi - Il gusto del proibito

Ciao Flavia. Il racconto risulta essere simpatico, merito dell'interpretazione del tema e del modo in cui hai gestito la narrazione. Mi è piaciuto come sei riuscita a far entrare il lettore nel tuo mondo, a farlo incedere tra i sampietrini di fianco alla protagonista. Nel contempo hai disseminato indizi che potevano portare il lettore a capire che Alfonso non fosse il moroso di Laura, indizi che a ogni modo hanno preparato al finale rendendo il racconto credibile. In questo senso, credo che ti sia un attimino persa in un unico paragrafo:
Camminò ancora per un tempo infinito, con un sorriso beota sulle labbra al pensiero di lui, quando un sampietrino infingardo la fece inciampare e rovinò per terra.
— Oh, Alfonso… ma dove sei? — Scoppiò in lacrime. — Non ce la faccio più… ho bisogno di te.
Guardò il cellulare. Come al solito, neanche un messaggio. Si rialzò a fatica e proseguì zoppicando.

Specificare che come al solito nel cellulare non compare alcun messaggio è tirare uno sgambetto al lettore, che è portato a immaginare che a mandarle messaggi dovesse essere Alfonso, cosa non vera.

4. Andrea Partiti - La stella a otto punte

Ciao, Andrea. Hai scritto un buon racconto, la storia è ben narrata e si fa apprezzare per i rimandi mitologici. Eppure, proprio il tono onirico che attraversa il racconto ne è croce e delizia. Perché, per quanto lo possa apprezzare, alla fine a livello emotivo resta freddo. Lo vedo bene come intermezzo all'interno di uno scritto di più ampio respiro. In quanto racconto mitico, è come se volesse comunicare qualcosa: un monito, un insegnamento, ecc. Il racconto non mi ha colpito, ma è comunque una buona prova.

5. Mario Pippia - Amore mai

Ciao, Mario. A mio parere hai svolto una buona prova, in particolare se andiamo a valutare il racconto contestualizzandolo in MC e tenendo conto del tempo che non permette lucide revisioni. Difatti, per quanto la struttura della storia sia buona, alcune cose non mi soddisfano, tanto che il racconto conserva dei margini di miglioramento.
La donna medita vendetta dal principio (o quasi) della relazione con il marito... ma non vuole ammazzarlo, si presume che il suo piano fosse dal principio quello svelato dal finale. Io mi chiedo: come poteva essere tanto sicura che lui morisse prima di lei? Il cancro non è certo una sicurezza in prospettiva futura. Visto che parli di un matrimonio di paese italiano nato negli anni 60' o 70' diciamo, la risposta è semplice: lui aveva molti più anni di lei. Ma questo non lo dici.
La stonatura più importante l'ho invece riscontrata nella voce narrante. Io so che a parlare è quell'anziana donna, portatrice di quella determinata cultura, che si porta dietro un determinato vissuto di cui tu dai uno spaccato. Eppure non sento lei parlare, sento un'altra persona, più distaccata... probabilmente sento Mario Pippia. Ecco credo tu non sia riuscito a calarti completamente nel tuo personaggio. Quei pensieri troppo lucidi e freddi, quelle espressioni "volgari" tipiche di un parlato moderno, non ce le vedo uscire dalla testa di una settantenne. La voce narrante avrebbe dovuto rispecchiare maggiormente il vissuto della donna, la sua sofferenza, il suo autogiustificarsi e magari il suo paradossale giustificare il marito perché quelli erano i rapporti tra uomo e donna.
Scritto così, il racconto, smorza l'effetto della frase finale con cui la donna vuole vendicarsi. "Non ti ho mai amato"... Io mi chiedo: quando mai a quell'uomo è importato qualcosa di ciò?
Da parte mia mi son fatto un viaggio mentale: ovvero che l'uomo avesse intuito le intenzioni della donna e le abbia voluto giocare uno scherzetto finale. Posta così la questione si fa tremendamente bella! *.* (so essere sadico, lo so!)

6. Roberto Romanelli - L'ultima volta

Ciao, Roberto. Premetto che non amo i racconti che per tutto il racconto ti fanno credere una cosa e nel finale ti spiattellano la vera verità. In particolare quando questa vera verità non ti porta a una riflessione sulle emozioni che hai provato leggendo la prima parte (esempio banale: immedesimarsi e provare simpatia per quello che nel finale si rivela un assassino stupratore seriale).
Detto questo, mi è piaciuto il tuo modo di narrare almeno per tre quarti del racconto. Dialoghi credibili, veloce botta e risposta coronato da dettagli sull'ambiente dove si svolge l'azione. Tutto molto efficace e funzionale. Il finale invece mi ha convinto meno da un lato per i motivi menzionati sopra, dall'altro perché anche da un punto di vista della narrazione mi ha dato l'impressione di essere zoppicante, meno brillante ed efficace.

7. Erika Adale - Piccole volpi

Ciao, Erika. Ti sto per dire qualcosa che io odio sentirmi dire, scusami tantissimo ma... tu sai fare di meglio!
Ora non ricordo, sei stata tu a scrivere su facebook di avere scritto il racconto all'ultimo? Questo spiegherebbe molto. Ora mi spiego. La scelta di mettere quel lungo spiegone a metà testo spezza l'azione e smorza la carica emotiva; le ragioni della maledizione potevano essere mostrate al lettore in altro modo dal momento che i caratteri a disposizione non ti permettono un così lungo flash-back. Di fatti, il finale è troppo accelerato. Il potenziale del racconto è altissimo, la maledizione della donna condanna l'amore che condivide con il suo uomo, finiscono uccisi dagli altri cacciatori. E' un dramma di portata enorme... eppure io non ho percepito la tragedia a livello interiore. Purtroppo tutto risulta freddo, distaccato.
Piccola domanda: ma le due righe di spiegazione a calce del testo non fanno parte del racconto, right? Sono una sorta di appendice? Come tali le valuto e giudico bello e intrigante inventare storie ispirate a fatti del genere.

8. Simone Cassia - Amore maledetto

Ciao Simone. Dal mio punto di vista il più grosso problema del tuo scritto sta nella storia che viene narrata o, meglio, nella situazione. Un luogo appartato dove un assassino ha potuto infierire sulla sua vittima. Questa situazione si ripete in loop qui su Minuti Contati. Ma... c'è un grosso ma. Sta nel fatto che non mi è dispiaciuta la tua interpretazione del tema, la tua lettura dell'amore maledetto come l'amore per la morte. Insisto nel dire che questa intuizione potevi sfruttarla meglio, delineando un'altra situazione. Anche perché mi sorgono dei dubbi sulla credibilità del racconto, con il protagonista che allude di riprendere il suo corteggiamento già l'indomani: fa una vittima al giorno?
Al di là di quanto detto, il ritmo del racconto è buono, non si fa fatica a leggerlo e questo è un lato positivo.

9. Monica Patrizi - L'amore perfetto

Ciao, Monica. Credo che il tuo racconto non sia sviluppato. Complice il fatto che sia compresso in 1,5k... ho visto che hai pure consegnato fuori tempo, immagino che non potessi davvero fare di più in questo senso. Apprezzo invece l'interpretazione del tema, l'amore maledetto dei genitori nei confronti della propria figlia che finisce per offuscargli la ragione e tenere un comportamento che si rivela del tutto controproducente.
Immagino i problemi avuti dalla ragazza durante la scuola dell'obbligo, cosa della quale tu fai soltanto un piccolo accenno. Ma i problemi della ragazza sarebbero esplosi non appena i ragazzi a scuola sarebbero diventati più smaliziati. Insomma, non mi convince il fatto che i genitori si "dimentichino" del "piccolo" problema della ragazza... una cosa è ignorare, altra è dimenticare. Immagino che abbiano cercato in tutti i modi di ignorarlo, con scarsi risultati a ogni modo.
Ti suggerirei di rivedere il pezzo nel quale scrivi "Tornò loro in mente quella sera che suonarono i carabinieri alla loro porta. Avevano fermato una giovane ragazza dai capelli lisci come tagliatelle." Qui mi immagino i carabinieri che dicono di avere trovato una ragazza "con i capelli lisci come tagliatelle", cosa assolutamente non credibile.
In generale, ripeto, il racconto c'è nel suo scheletro ma non è sviluppato.

10. Beppe Roncari - Gli schiavi all'epoca del 4G

Ciao Beppe. Da un lato il tuo racconto/sceneggiatura si fa leggere bene, scorre e riesce a strappare un sorriso nel finale. Tuttavia lo trovo poco consistente, freddo, con un muro che impedisce al lettore di entrare pienamente dentro la storia e quel mondo. Il problema sorge in partenza per il fatto che non si riesce a definire i contorni dei protagonisti: il lettore è portato a figurarsi in testa dei moderni telefonini... poi però spargi degli indizi che non confortano questi ipotesi... la voce narrante dice "come se fosse un oggetto" poi si fa riferimento a dei servizi che LEI presta al PADRONE, dei servizi di natura sessuale si intuisce. Allora che forma hanno questi cellulari umanizzati?
Non so se hai preso ispirazione dal film "Her" di Spike Jonze, con Joaquin Phoenix nei panni del protagonista. Ecco, in quel film riesco a vedere quell'amore maledetto che invece non trovo nel tuo racconto. Maledetto tra i padroni? Non mi pare, il loro incontro è stato "forzato" ma chi dice che questo sia un male o una maledizione? Maledetto per LUI e LEI? Non credo, non ci dai indizi che ci possano far pensare a un nefasto degrado della loro relazione.
E' stato straniante anche il modo di parlare arcaico che, in particolare nella prima parte, tengono tra loro LUI e LEI. Contrasta con l'idea di apparecchi tecnologici super moderni quali si immagina che siano.

11. Michele Botton - Notte patavina grondante sangue

Ciao, Michele. Non sono donna e il tuo racconto non mi ha convinto =P
1. Il tema è "amore maledetto". Non lo trovo tra le righe del tuo racconto, che tratta di una vendetta... è certamente legato all'amore ma non nel modo in cui era stato richiesto.
2. Hai messo dentro troppe metafore e troppe similitudini. Come nel caso in cui hai affiancato i paragoni con il berserk e la mantide. Ne basta uno, altrimenti appesantisci la narrazione come hai fatto. Nel caso specifico io preferirei si salvasse il paragone con la mantide. Inoltre, una scrittura tanto "pomposa" ha finito per ammazzare le emozioni del protagonista, celate dal suo ego e dal suo "farsi grande" nel descrivere le sue azioni. C'è poca sofferenza là dove, invece, deve risaltare.
3. L'antagonista è privo di spessore, è una figura bidimensionale dipinta su un cartone, utile solo per dare un senso alle azioni del protagonista. Questa è una mancanza sulla quale dovresti lavorare.

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angelo.frascella
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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » domenica 27 dicembre 2015, 0:40

Ciao a tutti.

Permettetemi di fare i complimenti a tutte le aquile: i racconti mi sono piaciuti tutti ed è stato difficile stilare una classifica. In ogni caso, classifica deve essere e allora eccola qua:

1. Amore mai (Mario Pippia)
Questo tuo racconto ha un grande merito: una scrittura davvero intensa e coinvolgente. In altri casi, su racconti brevi che sono in gran parte costituiti da flashback e così “narrati” avrei mosso un sacco di critiche. In questo caso la qualità della scrittura le cancella tutte in partenza (prova che le “regole” della scrittura possono essere tranquillamente violate se lo si fa per bene…). Dunque un ottimo racconto, che mi sono davvero goduto, con un finale eccezionale

2. Come mille esplosioni, di Alberto Della Rossa,
Davvero molto bello il tuo racconto, Alberto: uno spunto semplice, quello di una coppia litigiosa, stremata da contrasti quotidiani di cui non importa più nemmeno la ragione, ma esplorato dal di dentro, con forte coinvolgimento del lettore e grande attenzione all’aspetto psicologico (cosa non facile in un numero così limitato di caratteri). Molto bella l’immagine della rabbia come spuma nera e quella dello sguardo del veterano e forte ed efficace anche il finale spiazzante. Unico dubbio: non è così normale tenere un ago in un armadietto nel bagno e, quando mi sono trovato di fronte a quella scena, ho pensato che la ragazza potesse essere una tossico-dipendente (il che darebbe un’altra chiave di lettura al racconto). E’ così?

3. Piccole volpi di Erica Adale
Bel racconto davvero. La cosa che mi è piaciuto di più è il modo in cui lo stile di scrittura asseconda il contenuto, facedoci percepire la voce del protagonista come quella di un nostro antenato. Bella storia, ben scritta, insomma e anche il lungo flashback, che di solito non amo nei racconti brevi, qui non mi ha dato troppo fastidio, perché ben scritto e coinvolgente.


4. Amore maledetto di Simone Cassia
Il racconto mi è piaciuto, ben dosato nel passaggio di informazioni, coinvolgente e col giusto ritmo. Unica annotazione: una frase imperfetta per quello che riguarda la gestione del punto di vista,, cioè la seguente: “Le chiese ardente di desiderio mentre sul suo volto si delineava l’attesa di un piacere così a lungo ricercato.”
Per tutto il racconto (sia prima che dopo la frase incriminata) sposi quello del protagonista assassino, ma in quel passaggio sembra venire fuori improvvisamente il narratore onniscente che ci dice cosa si delinea sul suo volto e che lui è ardente di desiderio. Tra l’altro sarebbe più efficace farci sentire questo desiderio ardente che non descriverlo con un aggettivo. Si tratta comunque di un dettaglio facilmente riparabile. Concordo, inoltre, con Ambra quando dice come l'apparizione improvvisa di Kate sia un po' spiazzante e andrebbe chiarito sin dall'inizio la sua presenza nella stanza.


5. Gli schiavi all'epoca del 4G
Racconto simpatico che fa sorridere. Stile improntato alle comunicazioni via cellulare ben utilizzati. La solita frase che “in quest’epoca in cui i rapporti umani diventano sempre più distaccati e solo la tecnologia ci fa sentire vicini” qui assume un altro significato. Mi lascia solo un po’ dubbioso la logica del “piano” dei due cellulari: credo che, esagerare con le dichiarazioni d’amore (o di sesso) quando dall’altra parte c’è genererebbe più paura che desiderio. Se un domani dovessi rimettere mano al racconto, il mio suggerimento sarebbe di far mettere in bocca ai due umani, da parte dei due cellulari, delle frasi più soft e un corteggiamento più
“avvolgente” e meno diretto.

6. L'ultima volta - Roberto Romanelli
Idea simpatica e divertente con qualche imperfezione stilistica (per esempio, la frase del “macello” è davvero troppo spiattellata e da rivedere). Di solito non amo i finali che ribaltano la comprensione senza dare qualcosa in cambio o, meglio, trovo siano difficilissimi da scrivere senza far cadere il lettore nella sensazione dell’inganno e qui su MC se ne vedono sin troppo spesso. In questo caso, però, essendo il fine del racconto umoristico, quel finale ci sta benissimo, allegerisce il clima e fa sghignazzare con gusto. Non è chiaro, però, perché Gianni sia in una riunione dirigenziale se guadagna così poco (l’amico guadagna 4000 Euro al mese e lui un quinto di quella cifra, da quello che dici).

7. Il gusto del proibito - Flavia Imperi
L’idea del racconto è molto carina e gustosa (e io non posso che solidalizzare con la protagonista), ma ho l’impressione che il racconto funzioni solo in parte a causa di qualche difettuccio, che andrebbe rimesso a posto: infatti dai molta enfasi a fattori secondari (i sampietrini, per esempio, la descrizione ambientale, l’incontro col ragazzo in bicicletta), mentre la forza del desiderio della ragazza viene poco enfatizzata e viene fuori solo a metà del racconto con una frase che sembra più studiata per creare l’equivoco che per trasmettere la necessità incontrollabile di cui è vittima in quel momento. Così, sembra di ritrovarsi più di fronte a una ragazza imbranata che non sa bene dove andare che a una in crisi “‘d’astinenza”. Buone invece le annotazioni che giocano sulla sua insicurezza (come quella dell’insegnante e dei dubbi su come si è vestita).

8. Betta il pesce siamese - Alessandra Corrà
Un buon racconto, che riesce a dare il senso di soffocamento di un amore egoista, con un paio di difettucci: la caduta di ritmo che si ha quando la protagonista spiega le ragioni della madre e la certezza del fatto che lei non andrà via per davvero. Questi due aspetti fanno perdere intensità al racconto. Bella l’annotazione finale: fino a quel punto avevo pensato che le lamentele della protagonista potessero essere soggettive e non veritiere (il pesce poteva essere morto di morte naturale). Invece quel ghigno mostrano tutta la “cattiveria” della madre

9. La stella a otto punte - Andrea Partiti
Racconto interessante, che parte da un mito Babilonese, che poi ha dato origine a quello greco di Orfeo. Devo dire che la storia di Ishtar e Tammuz non mi era noto, ma il richiamo a Orfeo e la sensazione di trovarmi di fronte a nomi così particolari (che mi facevano pensare al mitico “io sono Pdor, figlio di Kmer… di Aldo, Giovanni e Giacomo) mi hanno spinto a fare qualche ricerca. Il risultato mi ha un po’ “deluso” nel senso che mi avevano affascinato alcune idee, come quello degli abiti e delle sette porte, che però sono riprese dal mito, mentre la realizzazione mi aveva lasciato la sensazione di scarso coinvolgimento emotivo. Inoltre molta della simbologia del racconto rimane ermetica senza conoscere il mito (o senza qualche ricerca su Internet), come la stella a otto punte che viene addirittura ripresa nel titolo o le sessanta malattie. Quindi, se da un lato c’è uno stile buono (ma freddo), dall’altro la trama non è originale nè viene “arricchita” dal racconto (di cui, anzi, molti passaggi rimangono incomprensibili). Perciò, per rubare la terminologia all’Antico, in questa versione, per me il pollice è giù.

10. Notte patavina grondante sangue - di Michele Botton
Racconto stilisticamente denso, forse anche troppo, di una vendetta, di cui però non si capisce bene lo scopo. Lo stile di per sè non è cattivo, ma bisognerebbe un po’ snellirlo, non troppo per non perdere l tocco personale, ma eliminando alcune ridondanze che lo appesantiscono (per esempio eliminando qualche ripetizione di troppo e qualche addensamento di più similitudini in una stessa frase). Mi sembra percò che tocchi solo marginalmente la traccia proposta e questo me lo fa penalizzare in sede di classifica.
Aggiungo inoltre che ci ho messo un po’ a realizzare che il racconto fosse ambientato nel passato. Sarebbe stato meglio metterlo in evidenza dall’inizio pe non spiazzare il lettore

11. L'amore perfetto di Monica Patrizi.
Il racconto è carino, ma risulta troppo narrato e poco sviluppato. Sembra più una sinossi che un racconto completo. Inoltre non mi convince molto la terminologia che usi (che è l’unica cosa che ho a dispozione per farmi qualche idea su Giorgia) visto che non ce la mostri in azione: un piccolo ritardo cognitivo è una cosa, una compulsione a prendere i ciucci altrui un’altra. Da cos’è affetta, dunque, Giorgia? Quello che cambia è il senso del finale: il giardiniere si è approfittato di una ragazza con un ritardo? Oppure era semplicemente affetta da una sindrome ossessiva compulsiva ormai dimenticata e una violenza gliel’ha risveglato? Oppure sono vere entrambe le ipotesi? In ogni caso il finale è incisivo ed è la cosa che più mi è piaciuta del racconto.

Di nuovo buon Natale a tutti e vi auguro un 2016 pieno d'ispirazione e di scrittura
Angelo

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marco.roncaccia
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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 30 dicembre 2015, 15:27

Salve a tutti! Di seguito commenti e classifica. Buon 2016!

L’amore perfetto di Monica Patrizi
Ciao Monica,
sono al corrente delle difficoltà che hai avuto nello scrivere con il cellulare e dei problemi legati al login col forum.
Nonostante questo sei riuscita a tirare fuori una traccia interessante e una voce da fiaba convincente, tanto che nel finale riesci a stupire. E’ un’ottima idea che a mio avviso dovresti continuare a sviluppare con una tastiera e con il tempo necessario dalla tua. Quello che hai postato è una ottima traccia ma dovresti farci vedere in azione i personaggi più che raccontarceli. Il lettore vorrebbe assistere a delle scene in cui il ritardo della piccola si manifesta e in cui i genitori girano la testa dall’altra parte. Poi, una volta cresciuta, vorrebbe vederla in quel parco, con il custode, sapere cosa le dice per sedurla, cosa succede.
Penso che sarebbe un vero peccato non dare a questo racconto una seconda chance. Hai una buona penna e delle ottime idee. Devi solo familiarizzare un po’ con il formato MC :)

Ad @Angela qui sopra faccio notare che c’è una differenza
tra “Così piccolo che i genitori poterono dire di non essersene mai accorti.”
e “i genitori non se ne erano mai accorti”. La stessa che c’è tra far finta di non vedere e non vedere. Il racconto si gioca tutto lì. La piccola patologia della figlia incontra la grande patologia dei genitori: il fatto che non vogliono / riescono ad accettare il ritardo cognitivo della piccola.

Gli schiavi all’epoca del 4G
Ciao Beppe,
il tuo racconto è divertente scorrevole e parte da una buona intuizione. Nonostante questo non mi ha convinto del tutto.
Per rendere credibile il doppio registro (far credere al lettore che sia una chat tra persone mentre poi si scopre che sono cellulari senzienti a chatta)re) sei costretto a inserire linee di chat inverosimili (Esistono cellulari femmina e maschio? Come si distinguono e in base a che criterio gli viene attribuita una identità di genere? Il fatto che nel titolo citi il 4G fa pensare allo stadio attuale della tecnologia in cui, ancora i cellulari sono asessuati.) e poi, a mio avviso, non sta in piedi il passaggio tra i messaggi tarocchi e le azioni dei personaggi in carne e ossa. Mi pare ad esempio abbastanza forzato il modo in cui il “NO” si trasforma in un “vengo subito” e il fatto che il personaggio femminile poi vada a Milano di conseguenza.
Questo passaggio l’ho trovato molto esilarante!
PADRONE: Rispondile così: “Se vieni a Milano, scopriamo se mi piaci, o no.”
LUI: (mostrando il display) “Vieni a Milano, scopiamo, mi piaci.”

L'ultima volta - Roberto Romanelli
Ciao Roberto,
mi è piaciuto molto il tuo racconto e come hai declinato il tema. Il finale è divertente. Fosse stato il contrario (far credere al lettore che i personaggi stavano seppellendo un tavolo e poi scoprire che era una cadavere) sarebbe stato banale.
Il racconto è veloce, i dialoghi ben congegnati. Forse avresti dovuto curare un po’ più la descrizione delle azioni come ti è stato già fatto notare da altri. Nel complesso una buona prova.

Ciao Alberto,
bellissimo racconto il tuo. Ben strutturato. Mi riporta all'autolesionismo degli outsider e alla loro esigenza di trasformare in dolore fisico il dolore psicologico e di poterne osservare i segni sul proprio corpo. Mi ha solo destabilizzato la data nel finale. E' quella del momento in cui si svolge il racconto o una precedente? Mi ha dato l'impressione di un corpo estraneo, un particolare non necessario. In ogni caso una ottima prova, complimenti.

Il gusto del proibito - Flavia Imperi
Ciao Flavia,
il tuo racconto è ben scritto, formalmente passabile ed è rispondente al tema. Però rientra nella categoria “ti stupisco nel finale” che ultimamente mi è venuta un po’ a noia. Cioè da subito il lettore comincia a chiedersi chi sia questo Alfonso, dando per scontato che non è certamente un amante della protagonista.
Quindi alla fine le note particolareggiate relative all’ambiente, al look e ai trascorsi scolastici mi risultano più divertenti del tema principale del racconto.
A volte su MC (io per primo) si corre il rischio di affidarci schemi consolidati. Mi hai fatto tornare alla memoria “Senza trama e senza finale” recita il titolo di un libricino della Minimum fax in cui Anton Chekov da 99 consigli di scrittura. Me lo hai fatto tornare in mente. Come mi hai fatto tornare in mente un altro pasticcere letterario, quello di “Una cosa piccola ma buona”, di Carver che ti consiglio di rileggere o di leggere, a costo di sembrarti più stronzo della Biliardi, ma solo perché da te mi aspetto di più e di meglio di un racconto ben scritto, formalmente passabile e rispondente al tema.

Amore maledetto di Simone Cassia

Ciao Simone,
non amo molto lo schema che tu proponi, il dialogo del protagonista con la morte. Penso che l’eccessivo ricorso a questo tòpos narrativo abbia rovinato fumetti seriali come Dylan Dog. Nemmeno amo frasi del tipo “Io ti bramo, vivo per te!” e l’utilizzo di questo tipo di linguaggio.
Amo invece la prosa asciutta e devo dire che sei stato bravissimo a concentrare il tuo racconto in così poche battute senza omettere niente di necessario. Rispetto ai criteri che ti sei dato nello scrivere direi che i dialoghi funzionano (a parte il linguaggio, ma questo è un problema mio) mentre forse, per quanto riguarda le atmosfere horror, e quindi generare paura, raccapriccio, angoscia nel lettore, puoi fare di meglio.

La stella a otto punte - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
complimenti per il coraggio. Ce ne vuole per scrivere un racconto che si rifà alla mitologia mesopotamica in così poco tempo e con così pochi caratteri. Il risultato è, dal mio punto di vista apprezzabile, seppur condividendo alcune delle criticità evidenziate (mancanza di pathos e l’esigenza di un respiro più ampio). Per narrare storie del genere hai però trovato una voce convincente e, a mio avviso, non sei lontano dalla quadratura del cerchio. Vai avanti così!

Piccole volpi di Erika Adale
Ciao Erika
mi è molto piaciuto il tuo racconto. Il tema c’è e non è affrontato in maniera banale. Il racconto regge dalla prima all’ultima riga, il linguaggio è adeguato alla storia che racconta. L’unico appunto che mi sento di farti è per il corsivo alla fine. Non se ne sente il bisogno. Non aggiunge e non toglie niente. Un fatto reale ti ha ispirato? Bene! Saperlo o no non cambia niente al lettore che vuole leggere un racconto e lo fa con soddisfazione a prescindere dalla tua personale fonte di ispirazione.

Betta il pesce siamese di Alessandra Corra
Ciao Alessandra,
Ottimo racconto. Racconto Onesto. Delle virgole e delle imprecisioni, francamente me ne fotto, se no gli editor che ci stanno a fare? Anche le eccessive informazioni sulla storia della madre passano in secondo piano, dal mio punto di vista. Il finale è strepitoso, e penso che tu sia riuscita magnificamente a trasmettere il crescendo delle emozioni della protagonista. Un racconto deve fare questo. Brava!

Amore mai di Mario Pippia

Ciao Mario,
un buon racconto il tuo. Anche io, come ti è stato già fatto notare, penso che la voce narrante non aderisca completamente al personaggio della donna anziana, anche se riesci benissimo a renderne l’astio, il risentimento e, nel finale, lo scoppio dell’ira incontrollata. Il finale è la vera punta di diamante del racconto. Dal punto di vista della drammaturgia, la morte del marito stupratore dopo le parole “io non” è perfetto. Complimenti.

Notte patavina grondante sangue, di Michele Botton
Ciao Michele, la cosa che ho apprezzato di più del tuo racconto è il finale. “Non meriti una spiegazione, maledetto” è una frase destinata sia all’antagonista sia al lettore. Bello!
Quello che non mi convince è come calchi la mano sul linguaggio, rendendolo ridondante e il fatto che, se anche ci può stare il non meritare una spiegazione, almeno una maggiore aderenza al tema non sarebbe guastata. Il riferimento a Mila non basta a rendere giustizia all’amore maledetto a cui era necessario aderire in questa edizione di MC

1 Come mille esplosioni di Alberto della Rossa
2 Betta il pesce siamese di Alessandra Corra
3 Amore mai di Mario Pippia
4 Piccole volpi di Erika Adale
5 L'ultima volta - Roberto Romanelli
6 La stella a otto punte - Andrea Partiti
7 L’amore perfetto di Monica Patrizi
8 il gusto del proibito - Flavia Imperi
9 Gli schiavi all’epoca del 4G di Beppe Roncari
10 Notte patavina grondante sangue, di Michele Botton
11 Amore maledetto di Simone Cassia

Sybilla Levanti
Messaggi: 142

Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » giovedì 31 dicembre 2015, 0:21

Gli schiavi all'epoca del 4G
Ciao Beppe!
Il tuo racconto mi ha strappato un sorriso, il tema di amore maledetto è stato sviluppato con orginalità e in modo diverso ma ognuno ha una sua sensibilità e un suo modo di vedere le cose, quindi pollice alzato per l'ammore cibernetico di due smartphone. Il lieto fine non rientra tra i miei gusti ma in questo caso funziona bene. Saggia anche la scelta di utilizzare due differenti caratteri per indicare le conversazioni. Mi ha lasciata solo perplessa la scelta del 4G invece, che ne so, del wifi o di internet ma più perché sembra che i protagonisti umani siano a casa e quindi mi sembrerebbe più logico se avessero una linea internet (oh ma son io che mi faccio di ste domande...non è una critica eh...una curiosità più che altro).

Come mille esplosioni
Interessante racconto, Alberto. Hai colto il tema dandogli un taglio differente dal solito - la prospettiva di lui, in questo caso "vittima" di lei -.
Come già scritto in un precedente commento, la parte più zoppicante di un'altrimenti fluida narrazione è l'incipit. Forse complice il fatto di aver dovuto tagliare qualche parte potrebbe aver creato qualche problema alla stesura finale.
Nel complesso una buona prova!

Amore maledetto
Ah la Nera Signora...uno dei mie personaggi preferiti. Carina l'idea di inserirla nel tuo racconto, sebbene ci siano punti che non mi son del tutto chiari. Perché afferma "Mai per te?", prima o poi anche Thomas dovrà cadere sotto la sua argentea falce (a meno che non sia una creatura soprannaturale e allora il discorso cambia...ma non ne fai accenno nel racconto, quindi deve essere umano). Inoltre, perché Thomas le sacrifica vittime - non per forza donne, penso - invece di sacrificarsi lui? Quesiti...
Nel complesso non è male, mi piace anche il tuo stile e con più tempo, spazio etc etc verrebbe fuori un bel racconto! Pollice alzato e un bel più!

Piccole volpi
Carina l'idea del vedere i piccoli con i capelli rossi come portatori di sfortuna ma sarei curiosa di sapere se almeno uno dei genitori ha i capelli rossi (giusto per capire come mai un fattore ereditario così raro si sia presentato per ben tre volte e in quel caso capire perché se uno dei due ha i capelli rossi o simili sia stato risparmiato...ma io mi perdo sui particolari). Come già indicato da qualcuno, mi sarei concentrata più sul presente che sul flash back (utile per carità, ma appesantisce il ritmo della narrazione) o per lo meno l'avrei limitato. Sullo stile non ho nulla da eccepire.

Betta, il pesce siamese
Ottima resa del rapporto malato che spesso si instaura tra madri e figlie fatte di ripicche e pretese da parte delle pretese che tolgono ossigeno e libertà alle secondo. Un amore malato, maledetto, asfittico che teneva prigioniera la protagonista ma che aveva trovato nel povero pesce Betta - in questo senso un simbolo oltre che un delizioso esemplare ittico - una via di fuga dalle tetre mura in cui la protagonista è costretta a vivere.
Le imprecisioni passano in secondo piano di fronte alla potenza narrativa che hai saputo sviluppare in così pochi caratteri.

Amore mai
Pollice in alto. il tuo racconto mi è piaciuto. Lo stile asciutto ma non asettico mi ha convinta. La trama anche, funziona. Hai colto un amore maledetto, sebbene in questo caso sia solo da parte di lei dato che da parte di lui sembra esserci più opportunismo che amore (anche solo affetto) verso la protagonista.
Interessante il finale, che racconta come spesso le cose vadano proprio così: tanta pazienza e alla fine si resta con un pugno di mosche.

L'ultima volta
Va beeeeene....non avevo colto che la vittima del duo fosse il povero innocente tavolo e non Samantha!!! Ora sto ridendo come la scema che sono (e mi trovo in un pub, con inglesi che mi guardano basiti...).
Trovo l'idea divertente, la maledizione che si compie non sulla persona ma sulle cose associate è originale.
Alcuni punti sono un po' oscuri ma, come prevedibile, a causa di orari, limiti e altre catastrofi naturali.

Il gusto del proibito
Io arrivo sempre dopo tutti e quindi quello che voglio dire l'ha già detto qualcun altro e sembra che io scriva a pappagallo...
Premessa a parte, il racconto mi è piaciuto ma non mi convince del tutto per quel che riguarda l'aderenza al tema, forse se avessi puntato più sulla maledizione derivata dalle continue incursioni alla cioccolateria...ma è la mia sensibilità che parla quindi vale come il due di picche.
Nonostante qualche incespicatura all'interno del testo - capibile anche visto il poco tempo a disposizione e la necessità di restare entro il limite dei caratteri - la storia scorre bene...
Io comunque adoro la protagonista.

Notte patavina grondante sangue
Sangue. Citazioni (berserker e altre) e metafore. Delizioso racconto che però, secondo me, non centra del tutto il tema. Si capisce che c'è stato un amore ma più che maledetto, appare perduto, distrutto e il protagonista vuole vendetta.
Il tuo stile è ricco, corposo e questo mi piace ma su un testo così breve risulta un po' fuorviante e rallenta la lettura. Se avessi avuto più caratteri a disposizione sicuramente l'effetto sarebbe stato superiore. Non proprio un pollice verso ma nemmeno tutto in su.

L’amore perfetto
n amore così perfetto da trasformarsi in una maledizione: bella idea ma poco sviluppata (ho letto che hai scritto col cellulare e che hai avuto problemi di login e hai tutta la mia solidarietà in questo). La trama mi sembra tranciata, come se avessi di netto tagliato una parte fondamentale del racconto. Cosa succede a Giorgia dopo la scuola dell'obbligo (che termina a sedici anni) e fino alla sera in cui si presentano a casa i carabinieri? E perché proprio allora se ne ricordano? Son passati anni? mesi? Questi salti (non stralci come inserito nei commenti sotto il racconto, sorry) temporali confondono un po'.

La stella a otto punte
A parte la citazione del vecchio e nel titolo, non ho trovato riscontri del perché la stella a otto punte (andrò a vedere in internet asap per colmare questa lacuna).
Racconto che si rifà nello stile e nella terminologia ai miti/sacre scritture et similia, cosa che di solito apprezzo molto ma che in questo caso diventa più un ostacolo che un piacere. Mio gusto personale.
Nel linguaggio non trovo particolari difetti.

Fabiana Donato
Messaggi: 81

Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 31 dicembre 2015, 20:11

La mia classifica con i rispettivi commenti:

1)"Piccole volpi" di Erica Adale
Ciao Erica! Bellissima storia d'amore. Te lo dico perché rappresenta proprio quello che cercavo: un perfetto connubio tra storicità e sentimento, che realizza un racconto in cui viene esposta drammaticamente la storia di un amore antico, ma senza tempo! Da difendere e per cui combattere fino alla fine. Nella parte conclusiva mi sono un po' persa, ma alla fine sei riuscita a creare un filo logico perfetto! Stavo per trovarti un difetto, ma onestamente non ho consigli da darti se non quello di continuare a scrivere storie belle come questa. Nel complesso: ottimo! Alla prossima :)

2)"Amore mai"di Mario Pippia
Ciao Mario! Sono stata felicissima di leggere e commentare il tuo racconto e sai perché? Ho riscontrato che abbiamo utilizzato entrambi lo stesso spunto ed idea centrale: lo stupro in un contesto in cui c'è una mentalità ristretta e la difficoltà emotiva di uscire da questa situazione con un matrimonio come soluzione. Ho apprezzato la modalità e il sentimento con cui hai esposto il racconto, completamente differente dal mio. Ottimo finale, perché sono riuscita a percepire la rabbia della protagonista. Nel complesso: va benissimo! Alla prossima :)

3)"Notte Patavina grondante di sangue"di Michele Botton
Ciao Michele! Ti dico in partenza che mi hai conquistata soltanto leggendo il titolo del tuo racconto e proseguendo con la lettura ne sono rimasta molto contenta. Sangue e rabbia che bella trovata! Il difetto che riscontro nel testo secondo un mio parere è quello che il tema non venga approfondito come dovuto: il perché, il quando, il dramma dell'amore maledetto! Bisognava mettere tra i due elementi quello centrale, che sarebbe stato descritto in modo più ricco e reale. Nel complesso: mi piace! Alla prossima :)

4)"Betta il pesce siamese"di Alessandra Corrà
Ciao Alessandra! Mi piace il punto di partenza, il modo in cui hai inquadrato le scene del racconto e il soggetto in questione dell'amore maledetto. Riconosco in questo testo dei difetti grammaticali, roba da poco ovviamente, ma essenziali per rendere migliore la lettura e per impreziosire il lessico. Inoltre avrei introdotto dei termini più dettagliati nella parte finale, rendendola più drammatica e spietata proprio come la madre! Nel complesso: ben studiato! Alla prossima :)

5)"L'ultima volta"di Roberto Romanelli
Ciao Roberto! È interessante la tua idea, soprattutto perché è sviluppata coerentemente e correttamente. Hai realizzato un'atmosfera che illude il lettore, tanto da fargli credere fino all'ultimo della realizzazione di un efferato omicidio tra fidati, quando invece alla fine l'ossessione dell'amico sconvolge la situazione! Un amore maledettamente concreto e devo dire che ho apprezzato la parte della maledizione, sei stato geniale! Nel complesso: geniale e coerente. Alla prossima :)

6)"La stella con 8 punte" di Andrea Partiti
Ciao Andrea! Davvero bella l'idea e corretto il modo in cui hai impostato il testo, purtroppo devo smontare questi bei complimenti per dirti che mi aspettavo il finale. Ebbene si, sei stato un po' scontato. Il mio consiglio è che avresti dovuto mettere in difficoltà il lettore, ponendo termini capaci di confonderlo per poi sfruttare la chiarezza di cui sei dotato. Nel complesso: ben scritto! Alla prossima :)

7)"Amore maledetto"di Simone Cassia
Ciao Simone! Mi piace la tua idea perché è macabra al punto giusto come piace a me e non poteva essere altrimenti dato la protagonista di questo amore maledetto. Solo che tante erano le mie aspettative per lo sviluppo del racconto, che ne sono rimasta un po' delusa. Ti dico questo perché credo di non aver riscontrato qualcosa che mi potesse sconvolgere e in qualche modo turbare; dovevi approfondire di più il malessere di tale situazione tanto da farmi venire la pelle d'oca.
Penso che mi avrebbe stravolto di più leggere qualcosa di un soggetto più banale, ma capace di realizzare dei risvolti nel racconto molto più intensi e d'effetto. È uno spreco per la Signora Nera non credi? Nel complesso: buono. Alla prossima :)

8)"Il gusto del proibito"di Flavia Imperi
Ciao Flavia! Ci tengo a precisare i punti di forza di questo racconto: non è per niente scontato, hai collegato bene il tema dell'amore maledetto a termini spiritosi e sei riuscita a passare da toni più malinconici a toni più leggeri. Non avrei mai fatto un testo del genere perché prediligo l'ansia e il dramma fino all'ultimo, ma che dire è scritto bene. L'unico difetto che posso riscontrare è che nonostante sia un'ottima storia, per amore maledetto avrei preferito più tragicità fino in fondo. Nel complesso: scorre bene. Alla prossima :)

9)"Schiavi dell'epoca 4g" di Beppe Roncari
Ciao Beppe! È fantastico questo racconto, mi ha fatto ridere tutto il tempo, lo trovo anche molto scorrevole grazie alla tecnica che hai utilizzato. Purtroppo non è la prima volta che critico un aspetto che ho riscontrato anche in altri racconti e per questo mi domando: l'amore maledetto deve causare una risata leggera (come nel tuo caso) oppure una risata che porta ad una riflessione? Io penso che nel primo caso tu sia un poco fuori tema e nel secondo caso ci saresti entrato pienamente; condensando ed allacciando la risata al “gotico”, dando risvolti più grotteschi. Mi dispiace perché mi è piaciuto davvero, solo che non lo trovo coerente con l'argomentazione richiesta. Nel complesso: è gradevole! Alla prossima :)

10)"Come mille esplosioni" di Alberto della rossa
Ciao Alberto! Mi piace la situazione che hai deciso di narrare, perché molto comune e ci si possono rivedere più persone. Molte volte è dalla semplicità che può nascere qualcosa di bello e di sensazionale, capace di coinvolgerti. Tuttavia devo criticare la parte finale, forse per mia incapacità di comprendere qualcosa di più profondo, ma non la capisco e non mi piace. Gradisco i risvolti inusuali e sconvolgenti, ma in questo caso mi è sembrato così slegato con tutto il resto che mi ritrovo confusa. Spero di essermi sbagliata io. Nel complesso: semplice. Alla prossima :)

11)"L'amore perfetto" di Monica Patrizi
Ciao Monica! Non vorrei essere brutale nel giudicare il tuo racconto, purtroppo devo fare la parte della perfida. Non riesco a digerire la "piccolezza" del tuo testo, non perché io non apprezzi questa tipologia di forma, anzi aspiro alla "brevitas" delle Favole di Fedro. Mi piacerebbe imparare questa tecnica, ma è difficile per chi è prolisso come me e non riesce a condensare coerentemente in uno spazio così breve una storia soddisfacente. Il mio consiglio è di riprovarci! La prossima volta arricchisci questa splendida favola, iniziata e finita bene, ma con uno svolgimento troppo piatto. Nel Complesso: da rivedere, ma sicuramente da rileggere! Alla prossima :)

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AmbraStancampiano
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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » sabato 2 gennaio 2016, 3:03

Ciao a tutti e buon anno :)
Ecco i miei commenti scarsi e la classifica in fondo.

Come mille esplosioni
il racconto è bello, lo stile delicato come sempre, la storia è semplice ma la reazione del tuo protagonista interessante. La descrizione del vissuto attraverso la propria immagine allo specchio è un tocco cinematografico che regala al racconto una dimensione visiva abbastanza dettagliata, che sottolinei con le gocce di mascara e il gesto del tatuarsi.
Mi piace la similitudine dei veterani.
Non ci trovo difetti, il tema mi sembra rispettato. Insomma, bravo come sempre.

GLi schiavi all'epoca del 4G
il racconto è molto carino, parte da una bella idea e lo stile fila piuttosto bene, ma non ho capito come due cellulari possano chattare tra di loro o decidere arbitrariamente di cambiare i messaggi che i propri padroni si scambiano, visto che il titolo si rifà all'era presente e non a un futuro prossimo.
In più, mi sembra che l'approccio scelto dai due cellulari per far incontrare i loro padroni sia sbagliato su tutta la linea, tant'è che la reazione dei due umani, all'inizio abbastanza verosimile, man mano che procede lo scambio di messaggi si fa sempre meno credibile.
L'ultimo scambio di battute tra i due telefoni scade un po' nell'infodump, ma capisco che scegliendo una forma simile alla sceneggiatura tu non potessi avvalerti di dettagli descrittivi.
Ho particolarmente apprezzato l'attenzione alla veste grafica.

Il gusto del proibito
mi piace l'atmosfera confusa e un po' sognante con cui parte il racconto, mi sono sentita avvolta nella nebbia insieme alla protagonista e mi pareva di esserle vicino, complimenti!
Il racconto è carino, non ci trovo errori ma neanche picchi particolari; nonostante la sentissi fisicamente vicina, non sono riuscita a empatizzare del tutto con la protagonista, e in questo non mi aiuta un'esagerazione come il fatto che, inciampando, lei invochi Alfonso in quel modo. Mi sembra un po' eccessivo, quasi caricaturale.
Gli indizi del finale sono ben disseminati nel racconto, ma è chiaro fin da subito che Alfonso non è un ragazzo ma un posto in cui lei deve andare; perché non telefonargli altrimenti?
La conclusione golosa è di mio gradimento.

L'ultima volta
Il racconto è divertente, l'equivoco ben costruito, il dialogo credibile. Ci sono un po' di imperfezioni, che nel vanno bene per il parlato e il dialogo e un po' meno bene quando invece devi spiegarmi l'azione.
Il tema è rispettato, se la maledizione riguarda l'amore tra Gianni e Samantha. Non ne sono sicura, l'impressione che mi da il racconto è quella di una maledizione più ampia che riguarda proprio la persona di Gianni, ma forse se una persona è maledetta sono maledetti anche i suoi amori, boh. Comunque la maledizione c'è e l' "amore" pure.
Il finale è divertente, ma effettivamente è poco credibile che Gianni e Francesco abbiano fatto a pezzi il tavolo della sala riunioni di un'azienda e che nessuno se ne sia accorto, a meno che l'azienda non sia di Gianni. Non ho capito bene chi dei due guadagni di più, in effetti. Apprezzo la battuta con cui tenti di richiamare l'attenzione del lettore su questo punto, ma è effettivamente poco chiara e genera una certa confusione.
Il tono ironico e la situazione ai limiti del surreale sono di mio assoluto gradimento.

Amore maledetto
hai scritto un racconto molto intenso, con dei dialoghi che funzionano, una trama affascinante, e il grande pregio di dire moltissimo con poche pennellate.
L'unico problema che vedo riguarda il personaggio di Kate, che spunta troppo all'improvviso e crea un po' di confusione. Ti consiglierei di regalare al lettore un suo richiamo visivo all'inizio, ma il punto è che sarebbe uno spoiler e rovinerebbe l'effetto finale, che è gestito invece molto bene così com'è. Diciamo che questo è comunque un difetto molto piccolo che può anche non essere corretto. Il lavoro per il resto è davvero molto buono.
Un solo appunto: silhouette.

La stella a otto punte
il tuo racconto è splendido.
Il personaggio di Ishtar è molto ben reso, i richiami mitologici sono piacevolissimi e ben costruiti, il tono mitico giustifica la mancanza di empatia, la trama è affascinante e coerente, lo stile non ha pecche. Il tema mi sembra ampiamente rispettato, e sto cercando di allungare il brodo perché non ci trovo davvero difetti, e fatico a toccare i trecento caratteri ;)

Piccole volpi
il tuo racconto mi ha presa molto, mi ha comunicato qualcosa, mi ha spinta a informarmi su un ritrovamento archeologico; grazie.
Bella la trama, ottimo lo stile, l'ambientazione è un colpo di genio, le parole che utilizzi sono perfette e il narratore è molto credibile.
Condivido l'opinione di molti sul flashback, ma l'idea di limarlo mi crea un dispiacere; proverei piuttosto a montarlo all'inizio del racconto esattamente così com'è, facendo coincidere fabula e intreccio; la struttura circolare diventerebbe un crescendo che potrebbe funzionare, ma chiaramente è solo una mia idea.

Betta, il pesce siamese
che dire, un racconto che sul finale mi ha davvero messo i brividi!
Brava, ho trovato molto interessante questo rapporto madre-figlia tormentato, che per certi versi mi ha ricordato quello del film "il cigno nero".
Direi che il tema è centrato in pieno, il testo scorre anche se ci sono un paio di imperfezioni che ti segnalo più giù, la trama è interessante, la psicologia dei personaggi profonda e sfaccettata. Insomma, davvero un buon racconto.
Qui le imperfezioni:
Qui toglierei la prima virgola, il quando è già sufficiente a creare l'effetto dell'interruzione; se vuoi mantenere la virgola davanti al "quando", diversifica la seconda.
Betta Splendens
qui ci starebbero dei puntini di sospensione prima del punto interrogativo.
Questo periodo rallenta parecchio la lettura: un po' a causa della ripetizione "non c'è ombra di dubbi, ora mi è chiaro", che ti consiglio di limare, e un po' perché per rendere il tono della supposizione e poi della risolutezza cambi modo e tempo verbale; un uso così spezzettato della punteggiatura non ti aiuta, proprio perché spezza la lettura e rende evidenti i punti deboli che ti ho evidenziato. Ti consiglio di riconsiderare tutti quei punti fermi, magari alcuni potrebbero essere sostituiti da virgole o punti e virgola, e di sostituire il condizionale passato con il futuro semplice o col presente indicativo; in questa maniera renderesti più scorrevole la lettura e creeresti un buon contrasto che sottolineerebbe la decisione della protagonista.
Nella parte sinistra
Qui il punto e a capo non ci sta, soprattutto se cominci il rigo con una E di congiunzione.

Amore mai
davvero un buon racconto, con un sapore amaro sul finale che però mi risulta un po' troppo caricato.
Per il mio gusto personale, sarebbe stato perfetto tagliare sulla morte del marito, mentre la donna conclude la frase. La siringa e la confusione smorzano la forza che quelle poche parole trasmettono.
Come ti hanno già fatto notare, la voce della donna non è perfettamente in linea col suo personaggio, in più il narrato quando parte il ricordo rallenta un po' il ritmo della lettura, dà l'impressione di essere un pizzico troppo raccontato; un ricordo vero e proprio da usare come chiave di lettura dopo la prima immagine potrebbe costituire un valore aggiunto per il testo.
Comunque il racconto è piacevolissimo e fila molto bene, una buona prova :)

Notte patavina grondante sangue
il racconto è interessante e scritto con uno stile promettente, ma che presenta ancora qualche pecca: manca un po' di attenzione alle concordanze, alla punteggiatura e alla consecutio temporum, e non sempre la doppia aggettivazione o la forma passiva sono una buona idea per trasmettere dei particolari. Nonostante tutto, comunque lo stile è scorrevole, godibile, in alcuni punti sorprendente. Mi piacciono le similitudini che fai, ma andrebbero gestite un po' meglio, perché così per come le presenti rallentano molto il testo e creano confusione.
Per ciò che riguarda la trama... Be', quella fa acqua da tutte le parti. Ci hai presentato un bel personaggio, parecchio sfaccettato e interessante, ma poco altro. L'idea della vendetta va anche bene, ma devi farmi quantomeno intuire il motivo di questa vendetta, e non basta accennare a una ragazza o dare al nemico dello stupratore; forse ti sei aiutato col tema, ma bisognerebbe riuscire a desumere il tema dalla trama, non viceversa.
Il nemico, in più, oltre a non essere per nulla caratterizzato, a me sembra immobile: oltre a schivare il pugnale, si fa ammazzare senza creare problemi, senza dire nulla. Lo hai scritto anche tu: troppo facile, troppo comodo.
Alla fine ti contraddici: dichiari infatti che il nemico riconosce il tuo protagonista, poi che lo guarda morendo come a chiedere perché; qualcosa non mi torna. Non mi esprimo sulla non spiegazione finale, che potrebbe indispettire il lettore ma che comunque sta a te decidere se fornirci o no.
Nel complesso mi sembra un testo dall'alto potenziale, che con il doppio dei caratteri, una maggiore attenzione ai retroscena del combattimento e una migliore caratterizzazione dell'antagonista potrebbe dare molto.

L'amore perfetto
Il racconto è un pugno nello stomaco, interessante, con delle belle similitudini la cui ripetizione sulla fine però a me sembra un po' forzata. E' improbabile che i carabinieri definiscano la ragazza come una "con i capelli lisci come tagliatelle" in effeti, anche se l'immagine che crei la prima volta è molto bella.
Non sono un'amante delle metafore culinarie, a meno che il testo non sia attinente; ciononostante tu le gestisci bene, e riesci a far sembrare questa bambina una bella bambina e non un'insalata.
Manca un episodio centrale, uno sviluppo del ritardo, una prima comparsa del custode del parco, qualcosa insomma che sviluppi la storia e guidi il lettore verso la conclusione che le vuoi dare, che è molto forte ma dovrebbe trovare ancora più forza partendo da riferimenti che nel testo mancano, e che ben organizzati costruiscono il climax finale.
Ho letto che hai avuto problemi a consegnare, be', posso dirti che non si nota e che il racconto, se sistemato adeguatamente nella parte centrale, potrebbe diventare un buon racconto, che offre uno spaccato su situazioni ahimè molto attuali ma sottovalutate. Mia madre insegna in una scuola materna, e so quante volte ha segnalato ai genitori dei piccoli ritardi dei suoi bambini, venendo spesso ignorata o anche insultata.
Per ciò che riguarda il tema, sono indecisa: l'amore di due genitori che non vogliono vedere può davvero dirsi maledetto o è solo più ingenuo, più protettivo?

Classifica
1. La stella a otto punte
2. Piccole volpi
3. Come mille esplosioni
4. Betta, il pesce siamese
5. Amore maledetto
6. Amore mai
7. Gli schiavi all'epoca del 4G
8. L'ultima volta
9.Il gusto del proibito
10. Notte patavina grondante sangue
11. L'amore perfetto
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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harold.mancini
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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » sabato 2 gennaio 2016, 23:01

1) Amore mai.
Pensavo che non sarei riuscito a fare una classifica, finché non ho letto questo racconto. Bello, forte, un punto di vista alternativo: l'analisi delle emozioni di una vittima, di una donna intrappolata in un tessuto sociale e familiare marcio e distorto. Ho apprezzato l'uso delle imprecazioni: alla donna in quegli anni non era permessa la scurrilità, ci aspettiamo che sia educata, modigerata, ma dentro di se' le sue emozioni e i suoi pensieri sono liberi, dentro di lei la rabbia, il disprezzo e la voglia di vendetta non hanno redini.

2) Piccole volpi.
Un cliché difficile da gestire ma secondo me ben bilanciato. Anzì più cliché. Quello principale quel sopranome "piccole volpi" che è un richiamo alla chioma fulva, al rosso malpelo che i pregiudizi vogliono portatore di sciagure, il secondo cliché compare alla fine, inatteso forse leggermente forzato, ed è la cornice ovvero una notizia fredda, giornalistica. Priva di passione ed emozioni, quelle emozioni che, e questa struttura è stata un'ottima trovata, ci sono state narrate prima.

3) La stella a otto punte.
Un fantasy classico in tutto anche nella rappresentazione del tema. Un amore maledetto in quanto destinato a essere tradito nonostante le prove a cui la protagonista si sottopone.

4) Il gusto del proibito. Il titolo, è tutto lì. Ma lo si capisce solo a fine lettura, in quell'ultimo rigo che esplicita quale sia l'oggetto del desiderio proibito. Confesso che mi ha lasciato un sorriso sulle labbra quando l'ho letto perché bene o male non me l'aspettavo.
5) Betta, il pesce siamese.
La madre egoista, manipolatrice, cannibale. Un classico, altra forma di violenza che fa capolino tra i temi usati per sviluppare quello principale dell'amore maledetto. Alcuni salti logici già sottolineati per cui non ci torno sopra. Comunque sia un pezzo che ho apprezzato (allitterazione, lo so è da evitare).

6) Gli schiavi all'epoca del 4G.
Alcune cose mi han lasciato perplesso, specie nei dialoghi, ma questo viene bilanciato dall'artificio narrativo che mostra due forme d'amore maledette in modo diverso: da una parte le due "siri" costrette fisicamente dall'essere in un apparecchio, dall'altra i due padroni i cui sentimenti e la loro libertà di scelta viene manipolata.

7) Come mille esplosioni.
Anche in questo caso un rapporto violento, aggressivo. Cui si aggiunge una dipendenza. Solo che non mi è riuscito di capire bene a cosa: al dolore dell'ago, a qualche droga mischiata nel mascara? Sono rimasto perplesso sia per non riuscire a cogliere che per l'introduzione della dipendenza: esisteva già da prima? E' la causa dei litigi? E' un effetto di questi?

8) L'ultima volta.
I serial killer, li adoro. Anche se ho trovato piuttosto debole la motivazione che spinge il coprotagonista a collaborare, quello cui sta partecipando è occultamento di cadavere e sta aiutando un omicida seriale. Davvero solo una sorta di ricatto emotivo, legato a un vecchio favore, basta a legarlo?

9) L'amore perfetto.
Ben scritto, ma mi sfugge la chiusura. Lei era stata abbandonata? Era scomparsa? Sorry ma questo dubbio mi ha scombussolato nonostante la bella scrittura e quel finale arido, crudo.

10) Amore maledetto.

11) Notte patavina.
Uno stile un po' pesante, mi ricorda quello mio per certi versi :D, per un bel racconto d'azione con inseguimento, sete di sangue, cattura della preda. Solo che mi è sembrato fuori tema: dov'è la componente di amore maledetto?

Zebratigrata
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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#12 » domenica 3 gennaio 2016, 19:42

CLASSIFICA:

1. Piccole volpi, di Erika Adale
2. L’ultima volta, di Roberto Romanelli
3. Notte patavina grondante sangue, di Michele Botton
4. Amore maledetto, di Simone Cassia
5. La stella a otto punte, di Andrea Partiti
6. Il gusto del proibito, di Flavia Imperi
7. Come mille esplosioni, di Alberto Della Rossa
8. L’amore perfetto, di Monica Patrizi
9. Amore mai, di Mario Pippia
10. Gli schiavi all’epoca del 4G
11. Betta, il pesce siamese, di Alessandra Corrà


Come mille esplosioni

Ciao Alberto,

partiamo dalle cose positive: il sentimento, o la sensazione, che credo tu voglia tratteggiare nel racconto riesce a passare al lettore, la rabbia, la stanchezza, la rassegnazione nati dal ripetersi di litigi infiniti, e l'impossibilità almeno apparente di comunicare, capirsi e tornare a trovare un punto di contatto di cui è un bel simbolo sia la porta che separa i protagonisti che l'episodio dello sputo scambiato per bacio.

Non mi convincono invece due aspetti del pezzo: la scelta del lessico e la conclusione.
Premetto che una delle critiche che ricevo più spesso è che nei miei racconti non c'è una storia, forse per questo ho iniziato a fare attenzione a questo aspetto. Ci racconti uno squarcio di vita del o della protagonista, ma senza raccontarci una storia. Certo ci racconti la loro storia di litigi. Ma alla fine ella riflessione la decisione presa è quella di continuare a esasperarsi e sopportare, però contando i litigi e ferendosi ogni volta in aggiunta. Non mi convince tantissimo. Avrei desiderato una svolta di qualche tipo in questa storia, che fosse suicidio, omicidio, separazione, abbandono o altro.

Secondo me il lessico andrebbe un po' riesaminato, perché noi siamo nella testa di un protagonista esasperato che però pensa con parole a volte un po' troppo ricercate, senza che ci venga data una motivazione per questo (se fossimo nel '700, o se fosse un tipo un po' strano andrebbe bene, ma dovremmo saperlo in qualche modo) Ad esempio 'considerazione cavillosa' 'spuma' 'strale' tramuta' 'pigmento' 'stilla' 'dannatamente' 'incomunicabilità'.
So che sono parole corrette, ma non mi danno l'idea di parole che uno userebbe tra sè e sè in un momento di quotidiana esasperazione. 'dannatamente' è quell'italiano da film e da fumetto tradotto male che non è mai riuscito a entrare nel linguaggio vivo. Tra l'altro ho anche pensato che questo tizio dovesse essere più 'incazzato' che 'arrabbiato'. Spero di aver reso l'idea :-)


Gli schiavi all’epoca del 4G

Ciao Beppe,

l'idea del tuo racconto è simpatica, devo ammettere che mi hai colta di sorpresa: la meccanica l'avevo capita, ma subito chissà perché mi aspettavo che fossero dei cani e non degli schiavi che volevano incontrarsi a spese dei padroni, non i telefoni stessi :-) Ho visto troppe volte La carica dei 101 mi sa!

Alcune cose però non funzionano come dovrebbero, ad esempio il padrone parla al suo cellulare al femminile... capisco che ora con Cortana e Siri ci può anche stare, e ci possono stare i comandi vocali, ma scegliere una formulazione più ambigua renderebbe il testo più credibile e divertente secondo me. Allo stesso modo avrei usato 'Proprietario' che è ambiguo il giusto, oppure dei nomi direttamente, invece di 'Padrone', che una volta scoperto che parliamo di cellulari sembra un po' un termine scelto dall'autore per 'giocare sporco'.
L'ultimo paragrafo lo avrei preferito più breve, magari appena accennato, un paio di righe per farci capire tutto sarebbero bastate.


Il gusto del proibito

Ciao Flavia,

la tua interpretazione del tema mi è piaciuta: a questo giro in tanti hanno scelto un'interpretazione meno ovvia del tema che permettesse un racconto con ribaltamento finale, e il tuo mi sembra uno dei più riusciti.

Guardando le cose migliorabili, la principale mi sembra l'abbigliamento di Laura: i passi che ticchettano suggeriscono i tacchi, e fin qui va bene. Poi ci dici che è vestita a casaccio, coi pantaloni della tuta per giunta: qui cade un po' l'illusione della ragazza che corre dall'amante, perché se si sente come un'adolescente innamorata, allora mai e poi mai uscirebbe vestita a caso e coi pantaloni della tuta ;-) Abbigliamento molto più adatto per scofanarsi un barattolo di gelato sul divano, e in effetti lo stato d'animo in cui è la protagonista è più il secondo che il primo, mi sembra di capire. La descirzione fisica dà spessore al personaggio, ma la cambierei per reggere l'ambiguità più a lungo.

Altro dettagli dubbio: ha un cellulare! Chiamalo per chiedergli l'indirizzi! Cerca su Google Maps! Più credibile mettere fuori gioco il cellulare in qualche modo.


L’ultima volta

Ciao Roberto,

ho davvero poco da dirti, il racconto mi piace e il finale a sorpresa funziona bene!
Unica nota: forse con una protagonista femminile al posto di Gianni avresti evitato l'inghippo dell' “anche avendolA fatta a pezzi” che una volta scoperto che nel sacco c'è un tavolo delude un po', gioco sporco da parte dell'autore. (Sì, si può dire anche tavola, ma non mi convince.)

Altro dettaglio 'l'hai sentita anche tu Madame Violetta': non ce li vedo i due amici che vanno assieme da quella che suona come una cartomante... forse meglio qualcosa come 'ma Madame Violetta ha detto proprio così'.. insomma eliminerei il dettaglio.


Amore maledetto

Ciao Simone,

l'idea di un assassino che uccide perché è innamorato della morte e vuole rivederla è davvero originale (o almeno, non l'ho mai incontrata prima nelle mie letture :-)), l'ho apprezzata e mi sembra promettente anche per un testo più lungo. Tra l'altro questa morte me la immagino un po' come una 'mistress' sadica, perché, ovviamente, non si porta mai via lui.

Vedo che usi un lessico ricercato e solenne, e ci sta perché qui si sta parlando con un essere soprannaturale. Nel contesto del racconto breve però questa scelta fa capire subito la situazione: la prima pseudo-dea che appare come una signora dall'abito scuro che viene in mente è proprio la morte, e questo priva il racconto dell'efficacia del finale 'a sorpresa' in cui scopriamo che il nostro eroe è un assassino. Forse un lessico più quotidiano ti avrebbe permesso di giocare meglio su questo punto.


La stella a otto punte

Ciao Andrea,

nullla da dire sulla forma, lo stile è molto evocativo ed è subito chiaro che parliamo di un passato antico, di leggende o di divinità.

Anche senza conoscere la storia di Ishtar basta probabilmente avere un'infarinatura dei miti classici dell'occidente per collocare la storia, che ricalca tutte le varie discese e ritorni dagli inferi per amore. Senza questa base però credo che il racconto non sarebbe comprensibile alla maggior parte dei lettori.

Non ritengo che sia necessario essere compresi da tutti quando si scrive: i testi parlano tra di loro, e le citazioni a mio parere arricchiscono un testo con nuovi livelli di lettura anche se precludono a una parte dei lettori la comprensione completa. Non lo ritengo un male. Ma in questo caso la quasi totalità del pezzo è costruita su citazioni e riferimenti, presenti in ogni singolo dettaglio e forse per un racconto così breve è quasi troppo, a mio parere.


Piccole volpi

Ciao Erika,

il tuo racconto mi è piaciuto molto, lo trovo scritto bene e in maniera evocativa. Mi piace come mantieni il punto di vista del protagonista 'primitivo', ad esempio usando un elemento della sua presunta quotidianità come il coniglio come termine di paragone per la ragazza piuttosto che descriverne le caratteristiche in maniera astratta.

L'unica cosa che mi lascia perplessa della storia è la dinamica delle scene 'd'azione':
- 'i riccioli grondanti di rosso' mi sembra strano che abbiano trafitto il bambino alla testa. Perché non al petto? In quel caso non avrei usato 'riccioli grondanti', al massimo la pozza di sangue può essersi allargata fino a raggiungerli. In più, essendo già i capelli rossi, usare 'sangue' al posto di 'rosso' sarebbe stata una scelta migliore secondo me.
- 'una punta di lancia sbucare dal ventre' cioè la trafiggono da dietro. Non mi convince perché è sicuramente più scomodo, soprattutto considerando che non ha più modo di scappare quindi non c'è necessità di lanciare la lancia alle sue spalle mentre corre. In questo contesto primitivo, poi, sarebbe molto più credibile se le trafiggessero la pancia da davanti, anche simbolicamente parlando, visto che il suo crimine è generare bambini maledetti.

La nota al fondo non mi sembra che aggiunga molto alla storia, la preferisco col finale del paragrafo precedente.


Betta, il pesce siamese

Ciao Alessandra,

nel tuo racconto affronti il tema in modo molto particolare. L'amore tirannico della madre, ma anche l'amore della figlia per la madre che alla fine è 'maledetto' perché le impedisce di prednere in mano la sua vita. Devo dire che questa madre però sembra quasi consapevolmente cattiva, mentre forse sarebbe più credibile se nella sua 'possessività' non si rendesse conto di ferire la figlia, o non architettasse piani diabolici di cui sogghignare soddisfatta.

Ci sono alcuni punti che non mi convincono del tutto per quel che riguarda la forma:
-d'allora – da allora suona meglio secondo me
-dilaniare non mi convince se l'oggetto sono i punti deboli: piuttosto sfruttare, o qualcosa di simile
-il tempo ella narrazione cambia qua e là senza apparente giustificazione: parti dal presente, poi passi a un 'sarebbe stata l'ultima volta' che ci porta al passato, continui con 'presi' e 'sentivo' e torni al presente alla fine.
-il titolo è molto particolare, e sicuramente attrae il lettore... però lo inganna e lo delude. Perché poi nel racconto Betta il pesce siamese pur essendo un elemento della trama non è così rilevante, rappresenta una delle tante infinite volte che la madre rovina i piani della figlia. Secondo me con un titolo diverso il lettore avrebbe aspettative differenti e potrebbe apprezzare di più il racconto.


Amore mai

Ciao Mario,

la tua storia sembrerebbe essere ambientata in un passato, anche se forse non lontanissimo, e in un piccolo paese. La protagonista quindi non dovrebbe essere una persona granché colta. Me la immagino come una nonnina di compagna di oggi insomma. Dato che scegli di raccontarci la storia in prima persona, credo che il personaggio sarebbe molto più credibile se scegliessi un lessico più semplice in diversi punti: 'il reato si estingueva automaticamente' 'capro espiatorio' 'l'attesa non è vana' ad esempio, non sono termini molto naturali per una persona del genere.
L'alternativa è usarli, ma con un narratore onnisciente in terza persona che ci racconta i pensieri della donna, allora non sarebbero più un problema.

Detto questo, mi piace l'interpretazione che dai del tema, la trovo originale e riesci a raccontare bene tuta la storia in una sola scena.

P.S. i calci lasciano i lividi eccome!


Notte patavina grondante sangue

Ciao Michele,

il tuo racconto mi è piaciuto molto. Fai un buon lavoro nel tratteggiare una notte nebbiosa del passato e ci tieni sulle spine durante il combattimento, ma senza annoiarci.

Apprezzo molto i termini un po' antiquati che scegli, danno carattere alla scena e riesci ad usarli bene. Devo farti però un paio di appunti:
- 'caligine' è inappropriato in questo contesto perché ci parli insistentemente di nebbia, mentre la caligine è una foschia causata da polveri e non da umidità.
- 'berserker' credo sia una parola entrata nell'uso solo di recente, non mi sembra adatta a un racconto in cui ci si muove in carrozza. (Al limite dovresti giustifiare l'estrema e specifica cultura del protagonista che la usa, ma in 3000 caratteri non hai modo e tempo di farlo)
- 'armato della pietà...' non che ci stia male il paragone con la mantide, ma lo esprimi in modo molto scientifico... forse 'la pietà di una mantide religiosa' sarebbe stato suficiente. Mi chiedo anche in effetti se il comportamento della mantide fosse così universalmente noto o considerato interessante un paio di secoli fa. Comunque, ci sta.
- Ci sono un po' di ripetizioni e di costruzioni poco chiare sparse qua e là, seocndo me varrebbe la pena di rileggere e rifinire ancora un pelo la forma, che è uno dei punti di forza del racconto.

Infine, mi resta comunque da lettrice il dubbio: cos'avrà fatto il bifolco infingardo? Lei ha scelto lui? L'ha uccisa? L'ha rapita? Se ci avessi fatto capire anche questo sarebbe stato perfetto :-)


L’amore perfetto

Ciao Monica,

interessante la tua interpretazione del 'maledetto amore' che rende i genitori ciechi ai problemi della figlia. Mi piacciono molto i paragoni che fai usando il cibo, danno al tutto un tono da favola e un tocco inquietante, che rendono il finale ancora più crudo.

C'è qualche refuso sparso qua e là, e secondo me sarebbe meglio nell'ultima parte usare 'lisci e corposi come tagliatelle' in modo da ripetere esattamente le parole usate nella prima parte, per mantenere il tono fiabesco.

Per il resto nulla da dire, un bel racconto.

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Re: Gruppo AQUILA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#13 » mercoledì 6 gennaio 2016, 19:39

Ecco a voi la mia classifica, a domani per quella generale e i finalisti!

1) Betta, il pesce siamese, di Alessandra Corrà
Ottimo lavoro, un deciso pollice su. Affronti tematiche difficili e ne esci vincitrice. Il racconto si legge bene e riesci a equilibrarti sul difficile bilico tra banale e non. Brava.
2) Amore mai, di Mario Pippia
Un racconto molto forte che ci ricorda quanto anche la nostra società così "perfetta" fosse retta fino a non molto tempo fa da un sistema che faceva della disparità tra i sessi uno dei suoi dogmi. Cattivo, secco, sicuro. Un pollice su per me.
3) Piccole volpi, di Erika Adale
Un racconto quasi perfetto. Dico quasi perché alcuni refusetti sparsi sono fastidiosi, ma nulla che infici il giudizio nel suo complesso, che è un bel pollice SU convinto. Potranno essere passati millenni, ma il male dell'uomo è originario e consta nella sua capacita di spremere da se stesso la peggior stupidità nel momento in cui fa branco. Gran bel lavoro.
4) Amore maledetto, di Simone Cassia
Un racconto molto buono in cui vedo grandi margini di crescita. La nera signora sta tutta nella sua testa, è la sua follia, l'ossessione di una vita. Ecco, nel momento in cui riuscirai a rendere chiaro che non si tratta di un fantasy, ma di tutt'altro, allora il testo sarà davvero perfetto. Il lab esiste per questo e per costringerti ad andarci ti assegno un pollice quasi su. :)
Ps: tema rispettato con grande maestria.
5) L’amore perfetto, di Monica Patrizi
Un raccontino brevissimo, ma denso di significato. Vado controcorrente e dico che la brevità mi sta bene, che il tutto si esplica in una sorta di storia morale dei giorni nostri in cui gli strumenti per correggere ci sarebbero anche, ma che troppo spesso un "amore maledetto" impedisce di usare. Un pollice quasi su per me, giusto perché voglio darti la possibilità di correggerlo su un vero pc prima di portartelo sulla vetrina. Brava.
Ps: il titolo è geniale.
6) Gli schiavi all’epoca del 4g, di Beppe Roncari
Ma sì, credo che inoltrarsi in disquisizioni circa la verosimiglianza o meno della situazione sia fuorviante, in questo caso. Il tuo è un racconto comico che s'ingegna nel ricostruire una situazione al di là dei confini dell'assurdo e lo fa bene. Il finale m'è giunto telefonato, letto il titolo e le prime righe non mi aspettavo altro. Il tema è ben centrato. Non un pollice totalmente su per la questione del finale, ma nel caso non ti qualificassi per la fase finale credo che il lab sarebbe ben contento d'accogliere questo bel pezzo e portarlo su.
7) Il gusto del proibito, di Flavia Imperi
Racconto ben scritto che si basa su un meccanismo classico, anche se riesce a ben celare la sorpresa fino al finale. Tema rispettato in pieno. Concordo con chi ha sottolineato una partenza lenta e la necessità di inserire prima l'opprimente desiderio della protagonista. Giusto che tu abbia voluto rendere il senso di smarrimento di lei, ma proprio perché basato su una struttura così basica tenterei di condensarlo fin dalle prime righe cercando una via che unisca desiderio e smarrimento allo stesso tempo in modo da contestualizzare fin da subito il tutto. Pollice tendente all'alto per me.
8) L’ultima volta, di Roberto Romanelli
Racconto che pongo un gradino sotto a quello di Flavia Imperi pur condividendone la struttura "a sorpresa" a causa di un finale meno efficace soprattutto per questa maledizione non ben definita che rende evidente la fretta che hai avuto nel chiuderlo. Quanto precede è corretto e godibile anche se forse un pelo troppo prolisso. Sono curioso di vederlo nella sua forma corretta nel lab. Al momento è un pollice leggermente tendente all'alto.
9) Notte patavina grondante sangue, di Michele Botton
Ho difficoltà a riscontrare il tema. Un amore violato, sì. Un'amata spezzata che necessita vendetta, anche. Ma l'amore maledetto non lo vedo. A meno che con AMORE tu non intenda l'atto sessuale e in tal caso la violenza perpetrata, ma non mi convince in quanto quello lo vedo come mero atto animale, istintivo. Detto questo, il racconto è scritto molto bene e le immagini sono vivide e chiare. Anche la frase finale è riuscita. Mi barrico in un pollice ni dando che è media tra il su dello stile e il giù del tema.
10) Come mille esplosioni, di Alberto Della Rossa
Parti con un "porta" ripetuto troppe volte, non è da te. Non ho compreso la scelta d'indicare la data, non mi sembra dare nulla al racconto o forse non ho compreso io il nesso con qualcosa accaduto proprio quel giorno, ma anche fosse così penserei che non mi hai fornito sufficienti indizi per comprenderlo. Il tema è rispettato, ma il fatto che sia stato portato a chiedermi se il protagonista ha portato violenza fisica sulla ragazza quando il racconto non è centrato su quello mi sembra un terzo punto debole. Sarò sincero, non è la tua migliore prova anche se di sicuro non è negativa. Per me un pollice ni a questo giro.
11) La stella a otto punte, di Andrea Partiti
Mi sembra manchi un a capo, a un certo punto la narrazione ha una svolta e dalla grafica che gli hai dato non è evidente. Va senz'altro editato, lo stile è molto buono, ma particolari importanti quali la stella a otto punte vanno spiegati o quanto meno necessitano di una semina che contribuisca a chiarirli al lettore (del resto lo hai anche scelto come titolo e allo stato attuale è un pelo ermetico). Per me un pollice NI anche in considerazione del finale poco preparato (viene da dire che la scelta di una traditrice di sacrificare il marito cornuto pur di riavere l'amante giovane e fresco è piuttorsto scontata). Utilizza i duemila caratteri in più del lab per dare più corpo soprattutto a queste due lacune che ti ho evidenziato e vediamo come si trasforma.

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