Cambiamenti climatici - Erika Adale
- erika.adale
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Cambiamenti climatici - Erika Adale
Risaliva lento lungo la montagna, la picozza stretta nella mano, le punte dei ramponi che si conficcavano nella roccia. Il cielo era turchese, i margini delle vette ritagliati nell’aria limpida. Era sudato, non ricordava un’estate tanto calda.
L’uomo si fermò a riprendere fiato e ascoltò l’acqua che gorgogliava e fluiva verso valle, il lamento del ghiacciaio morente. Ricordò che, fino a pochi anni prima, il pendio era stato un’unica lastra lucente, spaccata dai crepacci; ora era un ammasso di fanghiglia e pietre, un paradiso agonizzante di morena. Si chinò a stringere un rampone, quando l’ombra oscura accanto a una roccia ancora ghiacciata attirò la sua attenzione. Una sagoma bruna giaceva semisepolta nella neve, le gambe e la schiena incastonate nel fango gelato.
L’uomo dapprima pensò a uno sfortunato alpinista, magari morto sulla vetta anni prima, per essere poi trascinato verso il basso dal movimento del ghiacciaio. Ma, osservando meglio, si accorse che non vi era alcuna traccia d’abito sull’esile torace, nessuno strumento d’arrampicata nei paraggi. Ricordò la mummia rinvenuta sulle Alpi alcuni anni prima, si domandò se non si trovasse di fronte a un’analoga scoperta.
Si inginocchiò e, aiutato dalla picozza, liberò il corpo dal ghiaccio che ancora lo ricopriva.
Osservò le braccia lunghe, longilinee, le mani e i piedi contratti ad artiglio. Rimosse la patina di ghiaccio dal volto e scoprì un volto raffinato, i cui lineamenti sembravano rilassati in un sonno profondo. Quell’uomo forse giaceva in quel luogo da secoli, o addirittura millenni. Magari era caduto in battaglia, oppure era stato colto di sorpresa e ucciso a tradimento.
Ruotò la salma sul fianco, per osservare meglio la schiena, ma il fiato gli sfuggì dai polmoni in una larga nuvola di condensa: accartocciate sulle scapole vi erano due larghe membrane nere, come le ali di un pipistrello. L’uomo balzò all’indietro, lasciando cadere prono il corpo e inciampando in una roccia. Si ritrovò seduto, madido di sudore, ansimante per la paura e il caldo sempre più insopportabile.
Udì in lontananza il rombo potente di una frana, il permafrost che cedeva lasciando che le pareti di roccia si sgretolassero. L’istinto di fuggire si dissolse nello stupore: la creatura si era sollevata, appoggiandosi a un braccio come un bimbo appena svegliato, stiracchiando le ali membranose. Voltò il capo verso l'alpinista ma questi, piuttosto che affrontare quello sguardo, chiuse gli occhi e attese l’onda di roccia che precipitava dalla vetta.
“Il serpente antico, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. » (Apocalisse 12,7-9)
L’uomo si fermò a riprendere fiato e ascoltò l’acqua che gorgogliava e fluiva verso valle, il lamento del ghiacciaio morente. Ricordò che, fino a pochi anni prima, il pendio era stato un’unica lastra lucente, spaccata dai crepacci; ora era un ammasso di fanghiglia e pietre, un paradiso agonizzante di morena. Si chinò a stringere un rampone, quando l’ombra oscura accanto a una roccia ancora ghiacciata attirò la sua attenzione. Una sagoma bruna giaceva semisepolta nella neve, le gambe e la schiena incastonate nel fango gelato.
L’uomo dapprima pensò a uno sfortunato alpinista, magari morto sulla vetta anni prima, per essere poi trascinato verso il basso dal movimento del ghiacciaio. Ma, osservando meglio, si accorse che non vi era alcuna traccia d’abito sull’esile torace, nessuno strumento d’arrampicata nei paraggi. Ricordò la mummia rinvenuta sulle Alpi alcuni anni prima, si domandò se non si trovasse di fronte a un’analoga scoperta.
Si inginocchiò e, aiutato dalla picozza, liberò il corpo dal ghiaccio che ancora lo ricopriva.
Osservò le braccia lunghe, longilinee, le mani e i piedi contratti ad artiglio. Rimosse la patina di ghiaccio dal volto e scoprì un volto raffinato, i cui lineamenti sembravano rilassati in un sonno profondo. Quell’uomo forse giaceva in quel luogo da secoli, o addirittura millenni. Magari era caduto in battaglia, oppure era stato colto di sorpresa e ucciso a tradimento.
Ruotò la salma sul fianco, per osservare meglio la schiena, ma il fiato gli sfuggì dai polmoni in una larga nuvola di condensa: accartocciate sulle scapole vi erano due larghe membrane nere, come le ali di un pipistrello. L’uomo balzò all’indietro, lasciando cadere prono il corpo e inciampando in una roccia. Si ritrovò seduto, madido di sudore, ansimante per la paura e il caldo sempre più insopportabile.
Udì in lontananza il rombo potente di una frana, il permafrost che cedeva lasciando che le pareti di roccia si sgretolassero. L’istinto di fuggire si dissolse nello stupore: la creatura si era sollevata, appoggiandosi a un braccio come un bimbo appena svegliato, stiracchiando le ali membranose. Voltò il capo verso l'alpinista ma questi, piuttosto che affrontare quello sguardo, chiuse gli occhi e attese l’onda di roccia che precipitava dalla vetta.
“Il serpente antico, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. » (Apocalisse 12,7-9)
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ed ecco la vincitrice della Strukul Edition! Ciao Erika! Tutto ok con i parametri! Buona Tarenzi Edition!
- francescocascione
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Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Crei l'ambiente e guidi il lettore alla scoperta della 'scoperta'
Immagini vive e tocco finale molto efficace.
Tra i racconti letti è quello con il tasso Horror più alto. Crei l'ambiente, metti a suo agio il lettore e poi lo inchiodi con un colpo che, sebbene atteso, colpisce al momento giusto. Sarà il freddo, ma il brivido lo ha regalato.
Immagini vive e tocco finale molto efficace.
Tra i racconti letti è quello con il tasso Horror più alto. Crei l'ambiente, metti a suo agio il lettore e poi lo inchiodi con un colpo che, sebbene atteso, colpisce al momento giusto. Sarà il freddo, ma il brivido lo ha regalato.
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Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao Erika!
Del tuo racconto ho apprezzato molto la fusione tra sacro, mistico e scienza (e di sicuro ora starò molto più attenta mentre andrò in montagna...). La citazione finale dell'Apocalisse rende tutto più "reale". Le immagini sono vivide e il lettore scopre tutto ciò che descrivi insieme al protagonista, dal giaccio che si rompe alla salma congelata, che si rivela angelo caduto. Complimenti!
Del tuo racconto ho apprezzato molto la fusione tra sacro, mistico e scienza (e di sicuro ora starò molto più attenta mentre andrò in montagna...). La citazione finale dell'Apocalisse rende tutto più "reale". Le immagini sono vivide e il lettore scopre tutto ciò che descrivi insieme al protagonista, dal giaccio che si rompe alla salma congelata, che si rivela angelo caduto. Complimenti!
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Quel che più brilla di questo racconto è indubbiamente lo stile. Elegante e ricercato nell'accezione migliore di questa espressione. Non c'è un termine che sia fuori posto, una frase costruita male, vi è una precisione nella resa delle immagini che supera secondo me gli altri racconti di questo gruppo. Quel che non mi convince appieno è il resto. Ammetto che, fino alla chiusa, l'ho trovato piacevole da leggere ma poco interessante da seguire, alla fine è la descrizione di un ritrovamento che solo negli ultimi due paragrafi aggancia il tema e fa accadere qualcosa. Va detto che se fino a quel momento l'ho trovato, appunto, poco interessante da seguire la chiusura mi ha colpito con la forza di un pugno, uno di quelli così improvvisi che ti accorgi solo dopo di quanto fanno male :D
L'autrice, infatti, mette in piedi una scena che di per sé, è meno coinvolgente di quanto accade in altri racconti del gruppo ma alla fine ne dà una lettura che ribalta il tavolo: non hai letto semplicemente del ritrovamento di un diavolo e del scrollo di una parete di roccia, stai leggendo del risveglio degli angeli caduti! Tutti!
Insomma, il mio è un giudizio misto: stile ottimo, storia poco coinvolgente con chiusura molto intelligente e di impatto.
L'autrice, infatti, mette in piedi una scena che di per sé, è meno coinvolgente di quanto accade in altri racconti del gruppo ma alla fine ne dà una lettura che ribalta il tavolo: non hai letto semplicemente del ritrovamento di un diavolo e del scrollo di una parete di roccia, stai leggendo del risveglio degli angeli caduti! Tutti!
Insomma, il mio è un giudizio misto: stile ottimo, storia poco coinvolgente con chiusura molto intelligente e di impatto.
La Morte è l'ultima schiava che dà un senso al nostro vivere
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Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao Erika, e complimenti per il bellissimo racconto.
Su un racconto così breve, brillare con la pura forza dello stile è una sfida davvero estrema, e senza dubbio l'hai vinta. La trama, solida e lineare, scorre bene, ma da sola potrebbe non testimoniare la qualità complessiva del racconto: non per suoi difetti ma perché, specie per appassionati del genere, apre la porta a un finale atteso. Atteso, ma così potente da colpire il lettore dentro. "Lovecraftiano" è un aggettivo spesso abusato e non voglio unirmi ai colpevoli, ma Cambiamenti climatici (meravigliosa scelta per il titolo, peraltro) me lo porta alla mente perché offre un'inquietudine che non si limita a un jump scare cinematografico, per così dire, e non svanisce quando si staccano gli occhi dalla pagina, ma s'intensifica in un crescendo e accompagna il lettore anche a racconto finito. La fondazione mitologica in chiusura non fa altro che aggiungere valore al testo: insomma, l'uso che fai delle parole è frutto di abilità vera. Complimenti ancora, davvero.
Su un racconto così breve, brillare con la pura forza dello stile è una sfida davvero estrema, e senza dubbio l'hai vinta. La trama, solida e lineare, scorre bene, ma da sola potrebbe non testimoniare la qualità complessiva del racconto: non per suoi difetti ma perché, specie per appassionati del genere, apre la porta a un finale atteso. Atteso, ma così potente da colpire il lettore dentro. "Lovecraftiano" è un aggettivo spesso abusato e non voglio unirmi ai colpevoli, ma Cambiamenti climatici (meravigliosa scelta per il titolo, peraltro) me lo porta alla mente perché offre un'inquietudine che non si limita a un jump scare cinematografico, per così dire, e non svanisce quando si staccano gli occhi dalla pagina, ma s'intensifica in un crescendo e accompagna il lettore anche a racconto finito. La fondazione mitologica in chiusura non fa altro che aggiungere valore al testo: insomma, l'uso che fai delle parole è frutto di abilità vera. Complimenti ancora, davvero.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao,
uno stupendo paesaggio per una storia che, beh, non mi dice molto. Al di là dell'ottimo stile con cui dipingi la montagna non sono riuscito a empatizzare col protagonista. Ho riletto più volte il racconto, cercando di dimenticare il tema che, inevitabilmente, brucia l'effetto sorpresa, ma niente. A parte l'effetto documentario non mi trasmette grandi emozioni. Niente timore, niente ansia, anche la decisione di lasciarsi travolgere dalla frana non mi stringe il cuore.
Una prova di "bella scrittura" senza grandi slanci per me.
uno stupendo paesaggio per una storia che, beh, non mi dice molto. Al di là dell'ottimo stile con cui dipingi la montagna non sono riuscito a empatizzare col protagonista. Ho riletto più volte il racconto, cercando di dimenticare il tema che, inevitabilmente, brucia l'effetto sorpresa, ma niente. A parte l'effetto documentario non mi trasmette grandi emozioni. Niente timore, niente ansia, anche la decisione di lasciarsi travolgere dalla frana non mi stringe il cuore.
Una prova di "bella scrittura" senza grandi slanci per me.
- Jacopo Berti
- Messaggi: 441
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Bravissima! Mi hai catturato sin dall'inizio e sei riuscita a portarmi alla fine tutto d'un fiato. È vero che non appena il testo si sofferma sulla stranezza del ritrovamento chi conosce il tema sa già dove vuoi andare a parare. Ma lo stile mi ha aiutato a far tacere quella parte di lettore smaliziato.
L'idea è proprio bella: collegare i cambiamenti climatici a un pericolo soprannaturale è davvero geniale. Rappresenta un monito a cui tengo molto: che i rischi che si corrono devono essere sempre sopravvalutati perché assieme al rischio e ai danni che si possono calcolare si presenteranno eventi del tutto imprevedibili.
Poi se uno conosce Dante, può ricordarsi dell'ultimo canto dell'inferno che raffigura Satana imprigionato nel ghiaccio:
"Lo ’mperador del doloroso regno
da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia".
È un racconto quasi perfetto, che meriterebbe sviluppi.
L'idea è proprio bella: collegare i cambiamenti climatici a un pericolo soprannaturale è davvero geniale. Rappresenta un monito a cui tengo molto: che i rischi che si corrono devono essere sempre sopravvalutati perché assieme al rischio e ai danni che si possono calcolare si presenteranno eventi del tutto imprevedibili.
Poi se uno conosce Dante, può ricordarsi dell'ultimo canto dell'inferno che raffigura Satana imprigionato nel ghiaccio:
"Lo ’mperador del doloroso regno
da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia".
È un racconto quasi perfetto, che meriterebbe sviluppi.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Un'ottima idea e una buona esecuzione. Bello lo stile e magnifico il finale.
C'è una cosa che mi ha distratto durante la lettura rompendo un po' l'atmosfera: il fatto che l'alpinista trovi una mummia di quell'importanza e la manipoli, la giri e ribalti, è un po' irrealistico, un vero delitto. Ma è un peccato veniale e immagino che pochi lettori lo colgano.
C'è una cosa che mi ha distratto durante la lettura rompendo un po' l'atmosfera: il fatto che l'alpinista trovi una mummia di quell'importanza e la manipoli, la giri e ribalti, è un po' irrealistico, un vero delitto. Ma è un peccato veniale e immagino che pochi lettori lo colgano.
- alessandra.corra
- Messaggi: 280
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao Erika,
Sarà che a me piace molto la montagna, e quindi ho particolarmente apprezzato le descrizioni paesaggistiche del testo, ma ho trovato il tuo racconto proprio molto bello. In così pochi caratteri non solo sei riuscita a scrivere una storia ad hoc al tema dell'edizione, ma hai saputo sfiorare (dosando bene tra detto e non detto) tematiche profonde e attuali che aprirebbero le porte a molto di più di non quello che qui è solo abbozzato e appena percepibile, tutto questo sfruttando al meglio lo stile, delicato e raffinato. Complimenti!
Sarà che a me piace molto la montagna, e quindi ho particolarmente apprezzato le descrizioni paesaggistiche del testo, ma ho trovato il tuo racconto proprio molto bello. In così pochi caratteri non solo sei riuscita a scrivere una storia ad hoc al tema dell'edizione, ma hai saputo sfiorare (dosando bene tra detto e non detto) tematiche profonde e attuali che aprirebbero le porte a molto di più di non quello che qui è solo abbozzato e appena percepibile, tutto questo sfruttando al meglio lo stile, delicato e raffinato. Complimenti!
- Monica Patrizi
- Messaggi: 127
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao Erika,
Accidenti, più vado avanti con la lettura dei racconti di questo gruppo, più aumenta la consapevolezza che stilare una classifica non sarà affatto semplice. Complimenti. Molto bello lo stile che usi, ricercato e delicato allo stesso tempo. Evocative le descrizioni del paesaggio, superbo il finale, equilibrata la parte narrata e l'azione... neanche un errore di battitura, pure il titolo è perfetto! Brava brava brava.
Accidenti, più vado avanti con la lettura dei racconti di questo gruppo, più aumenta la consapevolezza che stilare una classifica non sarà affatto semplice. Complimenti. Molto bello lo stile che usi, ricercato e delicato allo stesso tempo. Evocative le descrizioni del paesaggio, superbo il finale, equilibrata la parte narrata e l'azione... neanche un errore di battitura, pure il titolo è perfetto! Brava brava brava.
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- Messaggi: 584
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao Erika,
l'idea è buona, così come la scrittura, ma anch'io lo trovo un poco piatto nello svolgimento, poco coinvolgente.
Si movimenta nel finale e sicuramente la trovata di far scoprire che l'essere sepolto nel ghiaccio è niente meno che Satana in persona - quando ci si aspetta di incontrare un semplice (si fa per dire) demone - è il punto forte del racconto.
Il tema mi pare centrato.
Un po' fastidiosa la ripetizione di volto nella stessa frase.
l'idea è buona, così come la scrittura, ma anch'io lo trovo un poco piatto nello svolgimento, poco coinvolgente.
Si movimenta nel finale e sicuramente la trovata di far scoprire che l'essere sepolto nel ghiaccio è niente meno che Satana in persona - quando ci si aspetta di incontrare un semplice (si fa per dire) demone - è il punto forte del racconto.
Il tema mi pare centrato.
Un po' fastidiosa la ripetizione di volto nella stessa frase.
- AmbraStancampiano
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Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao Erika,
il racconto è molto visivo e molto ben organizzato in questo senso. Il personaggio si muove in maniera perfetta all'interno di uno scenario dipinto con grande abilità parola per parola; trovo però che il protagonista non abbia nulla del protagonista, si muove come una marionetta senza mai metterci a parte di pensieri o emozioni che non siano l'interesse per il corpo che scorge nella valle. Insomma, non trovo beat emotivi anche se avrebbero ragione d'esserci.
Anche il risveglio della creatura passa un po' in sordina, non viene trattato con la stessa dovizia di particolari della scalata e crea un po' di confusione sul focus del pezzo.
La storia è affascinante, ma forse con un pov più vicino al protagonista darebbe modo al lettore di appassionarsi di più alla vicenda, regalando un vero brivido.
il racconto è molto visivo e molto ben organizzato in questo senso. Il personaggio si muove in maniera perfetta all'interno di uno scenario dipinto con grande abilità parola per parola; trovo però che il protagonista non abbia nulla del protagonista, si muove come una marionetta senza mai metterci a parte di pensieri o emozioni che non siano l'interesse per il corpo che scorge nella valle. Insomma, non trovo beat emotivi anche se avrebbero ragione d'esserci.
Anche il risveglio della creatura passa un po' in sordina, non viene trattato con la stessa dovizia di particolari della scalata e crea un po' di confusione sul focus del pezzo.
La storia è affascinante, ma forse con un pov più vicino al protagonista darebbe modo al lettore di appassionarsi di più alla vicenda, regalando un vero brivido.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.
- Jacopo Berti
- Messaggi: 441
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
AmbraStancampiano ha scritto:Ciao Erika,
il racconto è molto visivo e molto ben organizzato in questo senso. Il personaggio si muove in maniera perfetta all'interno di uno scenario dipinto con grande abilità parola per parola; trovo però che il protagonista non abbia nulla del protagonista, si muove come una marionetta senza mai metterci a parte di pensieri o emozioni che non siano l'interesse per il corpo che scorge nella valle. Insomma, non trovo beat emotivi anche se avrebbero ragione d'esserci.
Anche il risveglio della creatura passa un po' in sordina, non viene trattato con la stessa dovizia di particolari della scalata e crea un po' di confusione sul focus del pezzo.
La storia è affascinante, ma forse con un pov più vicino al protagonista darebbe modo al lettore di appassionarsi di più alla vicenda, regalando un vero brivido.
Ambra, ti ringrazio perché hai colto benissimo questi aspetti tecnici del racconto. Li hai esplicitati a me che non li avevo razionalizzati. E mi sono reso conto che l'effetto del protagonista-non-protagonista e la lontananza del punto di vista sono ciò che mi hanno affascinato nello scritto di Erika, ciò che mi convince del rapporto tra forma e contenuto.
A me dell'alpinista non interessa molto. Non voglio sapere se è uno sportivo, se pensa alla famiglia mentre sta per morire o se è incazzato col mondo e va in montagna per trovare la solitudine.
È lo strumento attraverso il quale il mondo può vedere l'inizio della fine; è un puntino colorato sulla montagna prima dell'inizio del racconto e poi è di nuovo quel puntino che viene travolto dalla frana. Il racconto ha tutta una storia che deve iniziare una volta che è terminato. Il protagonista è il minuscolo filo che viene tirato dalla trama del tessuto e disfa il tessuto, è il famoso battito d'ali della farfalla della teoria del caos. Prova a immaginarlo come l'inizio di un film, o di un romanzo. Per tutto il film o romanzo non ci sarà questo personaggio; altri affronteranno l'apocalisse. Ma lui ci ha riguardato solo in quanto esponente del genere umano che ha assistito a quel frangente e che ha consentito a chi usufruisce della narrazione di fare lo stesso.
(Erika, mi sono sicuramente spinto un po' oltre, ma dimmi se ti ritrovi in queste mie considerazioni)
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)
- erika.adale
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Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Vi ringrazio per le osservazioni, estremamente interessanti. Non è la prima volta che le mie storie sono definite un po' fredde e poco coinvolgenti, ed è un aspetto/difetto con cui devo imparare a fare i conti. Ringrazio Ambra che ha approfondito di più l'argomento, razionalizzando l'apparente neutralità del protagonista nei confronti degli eventi. Dico apparente perché, alla fine, si lascia morire. Dire che lo ha fatto perché terrorizzato dal demone o stravolto dall'angoscia legata alla trasformazione della montagna, mi sembrava infodump. Da patita dello "show don't tell" quale sono, volevo creare un personaggio "macchina da presa" che registra l'evento. L'angoscia doveva provarla il lettore mettendo a fuoco i fatti, prima ancora del personaggi. Questo era il mio obiettivo, poi è evidente che non ci sono riuscita appieno. Timetrapoler, hai colto in pieno quello che era il mio progetto, non completamente realizzato. Forse, come giustamente noti, sarebbe più corretto inserirlo nell'ambito di una narrazione più lunga, il cui protagonista NON sarebbe l'alpinista.
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Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao! Mi piace l’uso che fai delle immagini, avvolgenti ed evocative: sembra di stare in montagna e anche l’epilogo trasmette il senso di maestosità e di atemporalità del luogo.
“ricordò che, fino a pochi anni prima,”, qui eliminerei le virgole prima di “fino” e dopo di “prima”, scusa il gioco di parole.
“la patina di ghiaccio dal volto e scoprì un volto”: qui c’è una ripetizione che eviterei.
“ricordò che, fino a pochi anni prima,”, qui eliminerei le virgole prima di “fino” e dopo di “prima”, scusa il gioco di parole.
“la patina di ghiaccio dal volto e scoprì un volto”: qui c’è una ripetizione che eviterei.
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao, Erika. Te l'ho detto tante volte, leggere i tuoi pezzi è davvero bello. Personalmente, preferisco questo racconto a quello dell'edizione passata (con cui, tra l'altro hai vinto e, non ricordando se ti ho fatto i complimenti, te li faccio ora: complimenti!).
La storia non ha nulla di articolato, è semplice e lineare. Ma è scritta in un modo tale che il lettore è catapultato nel mondo del protagonista, scala con lui, vede quello che vede lui. La scena finale è una bella botta. E la citazione con cui chiudi calza a pennello. Cavolo, non ho visto come stai andando nelle classifiche, ma sicuramente anche questo mese meriti di stare in vetta. ;)
La storia non ha nulla di articolato, è semplice e lineare. Ma è scritta in un modo tale che il lettore è catapultato nel mondo del protagonista, scala con lui, vede quello che vede lui. La scena finale è una bella botta. E la citazione con cui chiudi calza a pennello. Cavolo, non ho visto come stai andando nelle classifiche, ma sicuramente anche questo mese meriti di stare in vetta. ;)
- alberto.dellarossa
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Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao Erika.
Racconto molto bello nelle descrizioni (com'è tuo uso) e che mi ricorda un mio vecchio racconto, dove un ragazzino di strada, girovagando per i sotterranei di Istanbul, trova la mummia di un angelo. Mi piace l'accostamento dell'alta quota alla figura dell'angelo caduto, come se non fosse stato possibile cacciare più in basso di così una creatura celeste. Anche a te devo far notare l'aderenza un po' pedissequa in questa "Dan Brown" edition. Ciò che comunque mi lascia più perplesso, nella struttura del racconto, è forse il finale, un tantino frettoloso. Hai diversi cardini attorno ai quali sviluppare un finale più esteso e carico di pathos.
Racconto molto bello nelle descrizioni (com'è tuo uso) e che mi ricorda un mio vecchio racconto, dove un ragazzino di strada, girovagando per i sotterranei di Istanbul, trova la mummia di un angelo. Mi piace l'accostamento dell'alta quota alla figura dell'angelo caduto, come se non fosse stato possibile cacciare più in basso di così una creatura celeste. Anche a te devo far notare l'aderenza un po' pedissequa in questa "Dan Brown" edition. Ciò che comunque mi lascia più perplesso, nella struttura del racconto, è forse il finale, un tantino frettoloso. Hai diversi cardini attorno ai quali sviluppare un finale più esteso e carico di pathos.
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Mi ero ripromessa di leggere il tuo racconto, Erika, perché ho visto commenti entusiasti e devo dire che è veramente un ottimo pezzo. Le descrizioni sono perfette e la storia sicuramente originale e interessante. L'unica pecca è una lieve accelerazione nel finale, ma è il solito problema dei caratteri limitati. Racconto da podio senza dubbio. Brava.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ottima forma, grandissima confezione. Il risveglio dei demoni come metafora dei cambiamenti del clima che renderanno meno adatto l’uomo alla Terra e pertanto ne preparano la sua fine. Forse freddino, vero. E forse sul finale potevi lavorare di più per rendere al meglio un concetto che superava la semplice sequela di avvenimenti che hai descritto. Pollice tendente su, per me.
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Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ciao Erika,
stavolta non devo giudicare il tuo racconto ma mi ero ripromessa di leggerlo, avendo apprezzato quello che ha vinto la Strukul Edition. E ho fatto bene! Mi piace molto come scrivi: credo sia proprio quella che è stata definita da altri come freddezza la caratteristica che mi piace di più del tuo stile. Non so spiegarmi bene, ma è una prosa posata, calma, descrittiva che riesce ad immergermi ogni volta nel mondo del racconto, nonostante per altri abbia l'effetto opposto creando uno schermo, una distanza che impedisce di empatizzare. In questo pezzo in particolare la sua forza sta proprio nel fatto che non ci costringi ad empatizzare con l'alpinista cercando di comprendere il suo punto di vista, ci permetti anzi di avere il nostro, sfruttando l'alpinista come 'occhio'. Ci porti lì, ci fai rigirare la mummia di persona, ci fai fare una scoperta inaspettata: possiamo diventare NOI l'alpinista, proprio perché non è caratterizzato come personaggio in modo forte. Insomma, per riprendere l'esempio classico che si fa per esemplificare lo 'show, don't tell', non ci dici che il fiore era bellissimo, ce lo metti davanti agli occhi petalo per petalo.
Se può esserti d'aiuto per una eventuale revisione, l'unica frase che non mi fila liscia è questa:
L’uomo balzò all’indietro, lasciando cadere prono il corpo e inciampando in una roccia.
Il passaggio dall'uomo che balza indietro al corpo che cade e di nuovo all'alpinista che inciampa mi confonde un po', riformulerei il tutto.
Complimenti e alla prossima!
Sara
stavolta non devo giudicare il tuo racconto ma mi ero ripromessa di leggerlo, avendo apprezzato quello che ha vinto la Strukul Edition. E ho fatto bene! Mi piace molto come scrivi: credo sia proprio quella che è stata definita da altri come freddezza la caratteristica che mi piace di più del tuo stile. Non so spiegarmi bene, ma è una prosa posata, calma, descrittiva che riesce ad immergermi ogni volta nel mondo del racconto, nonostante per altri abbia l'effetto opposto creando uno schermo, una distanza che impedisce di empatizzare. In questo pezzo in particolare la sua forza sta proprio nel fatto che non ci costringi ad empatizzare con l'alpinista cercando di comprendere il suo punto di vista, ci permetti anzi di avere il nostro, sfruttando l'alpinista come 'occhio'. Ci porti lì, ci fai rigirare la mummia di persona, ci fai fare una scoperta inaspettata: possiamo diventare NOI l'alpinista, proprio perché non è caratterizzato come personaggio in modo forte. Insomma, per riprendere l'esempio classico che si fa per esemplificare lo 'show, don't tell', non ci dici che il fiore era bellissimo, ce lo metti davanti agli occhi petalo per petalo.
Se può esserti d'aiuto per una eventuale revisione, l'unica frase che non mi fila liscia è questa:
L’uomo balzò all’indietro, lasciando cadere prono il corpo e inciampando in una roccia.
Il passaggio dall'uomo che balza indietro al corpo che cade e di nuovo all'alpinista che inciampa mi confonde un po', riformulerei il tutto.
Complimenti e alla prossima!
Sara
- erika.adale
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Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Ringrazio tutti di lettura e osservazioni, soprattutto chi si preso la briga di commentare senza l'obbligo di classifica. I vostri commenti sono preziosi e cercherò di farne buon uso. Ineccepibili quelli formali, mi sto ponendo delle domande a proposito della freddezza che talvolta è una mia cifra caratteristica. Mi chiedo se considerarla un difetto o riconoscerla come parte integrante di uno stile, che può piacere o meno. Alcuni apprezzano, altri scuotono il capo. E io, davvero, non so.
Re: Cambiamenti climatici - Erika Adale
Sulla freddezza, dipende. A volte i tuoi racconti sono molto caldi, altre meno. Credo tu sappia che è un appunto mosso spesso anche ai miei racconti brevi, non me ne sono mai fatto un cruccio. Un conto è se la freddezza viene fuori sui lavori più lunghi, ma un breve, a mio avviso, può anche essere freschino. Il sunto del mio intervento è CONTINUA COSI' e vediamo come ti evolvi, l'importante è la continuità. :)
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