Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
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Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Inferno o paradiso?
di Carla Anastasio
“Purgatorio!! Andrai in purgatorio come tutti i debosciati, gli indecisi, gli insicuri, i fifoni e i vigliacchi! Quello è il tuo posto!”
Con il volto paonazzo e le vene del collo in rilievo, gli occhi sbarrati dall’ira, Giulia sbraitava contro il marito colpevole di essersi lasciato mettere, per l’ennesima volta, i piedi in testa dalla madre.
“Ma che uomo sei! Non hai il coraggio di far valere le tue idee, i tuoi sentimenti, le tue capacità: per lei sei sempre un bambino da gestire! E ribellati una volta tanto! Fai questa botta di vita, abbi il coraggio di dire veramente quel che pensi! Difendi le tue scelte! Beh, non replichi? Non hai nulla da dire?”
Piero, immobile e con il volto impassibile, continuava a farsi investire dagli improperi senza reagire, ma il suo sguardo non era vacuo: nel fondo delle sue pupille brillava una lucina che diventava sempre più luminosa.
“Allora, possibile che rimani lì, nel vuoto del limbo senza il coraggio di provare cosa significhi reagire e trovare finalmente la forza di scegliere e di subire le conseguenze delle tue azioni? E prendi il coraggio a quattro mani, ribellati, fai vedere a tua madre che sai prendere le tue decisioni! Scegli: vuoi continuare a vivere all’inferno o decidi di guadagnarti il paradiso?”
Piero si alzò in piedi drizzando bene le spalle come a sfidare il mondo.
Andò in camera, riempì un borsone da viaggio, indossò giaccone e scarponcini e, aprendo la porta di casa, annunciò con voce ferma:
“Ho deciso: l’inferno lo lascio a voi. Addio.”
Giulia alzò un sopracciglio scettica, ma mentre il marito si girava per uscire vide spuntare dalla sua tasca un depliant coloratissimo con delle belle ragazze in bikini con ali posticce ed una scritta gigante che diceva:
STANCO DEL TRAN TRAN QUOTIDIANO? VIENI A SANTO DOMINGO E SARAI IN PARADISO!
* * *
Davanti all’ennesimo cocktail di frutti esotici, Piero, lo sguardo perso nel vuoto, pensava ‘Non ce la faccio più, tutti i giorni la solita solfa: spiaggia, palme, mare, frutta. Che piattume. Mai nulla di nuovo!
E le bellezze in bikini sono tutte siliconate, spente e poco sincere. Altro che paradiso, questo è il purgatorio!
Ma vale la pena di sprecare la vita così? Mai una scossetta di adrenalina, mai una sfida, mai una novità. Che palle! Quasi quasi… ho deciso, me ne torno all’inferno!
di Carla Anastasio
“Purgatorio!! Andrai in purgatorio come tutti i debosciati, gli indecisi, gli insicuri, i fifoni e i vigliacchi! Quello è il tuo posto!”
Con il volto paonazzo e le vene del collo in rilievo, gli occhi sbarrati dall’ira, Giulia sbraitava contro il marito colpevole di essersi lasciato mettere, per l’ennesima volta, i piedi in testa dalla madre.
“Ma che uomo sei! Non hai il coraggio di far valere le tue idee, i tuoi sentimenti, le tue capacità: per lei sei sempre un bambino da gestire! E ribellati una volta tanto! Fai questa botta di vita, abbi il coraggio di dire veramente quel che pensi! Difendi le tue scelte! Beh, non replichi? Non hai nulla da dire?”
Piero, immobile e con il volto impassibile, continuava a farsi investire dagli improperi senza reagire, ma il suo sguardo non era vacuo: nel fondo delle sue pupille brillava una lucina che diventava sempre più luminosa.
“Allora, possibile che rimani lì, nel vuoto del limbo senza il coraggio di provare cosa significhi reagire e trovare finalmente la forza di scegliere e di subire le conseguenze delle tue azioni? E prendi il coraggio a quattro mani, ribellati, fai vedere a tua madre che sai prendere le tue decisioni! Scegli: vuoi continuare a vivere all’inferno o decidi di guadagnarti il paradiso?”
Piero si alzò in piedi drizzando bene le spalle come a sfidare il mondo.
Andò in camera, riempì un borsone da viaggio, indossò giaccone e scarponcini e, aprendo la porta di casa, annunciò con voce ferma:
“Ho deciso: l’inferno lo lascio a voi. Addio.”
Giulia alzò un sopracciglio scettica, ma mentre il marito si girava per uscire vide spuntare dalla sua tasca un depliant coloratissimo con delle belle ragazze in bikini con ali posticce ed una scritta gigante che diceva:
STANCO DEL TRAN TRAN QUOTIDIANO? VIENI A SANTO DOMINGO E SARAI IN PARADISO!
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Davanti all’ennesimo cocktail di frutti esotici, Piero, lo sguardo perso nel vuoto, pensava ‘Non ce la faccio più, tutti i giorni la solita solfa: spiaggia, palme, mare, frutta. Che piattume. Mai nulla di nuovo!
E le bellezze in bikini sono tutte siliconate, spente e poco sincere. Altro che paradiso, questo è il purgatorio!
Ma vale la pena di sprecare la vita così? Mai una scossetta di adrenalina, mai una sfida, mai una novità. Che palle! Quasi quasi… ho deciso, me ne torno all’inferno!
Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Bentornata Carla! Limiti rispettati, buona Tarenzi Edition!
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Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Ciao Carla! La mia memoria fa un po' pena, quindi scegli tu se dovrei dirti "Benritrovata" o "Benvenuta", poco cambia!
Veniamo al tuo racconto. La partenza mi sembrava già sentito: uomo assoggettato alla moglie e sottomesso alla madre che non reagisce verso nessuna delle due. Ma la prima novità è che quest'uomo la forza di cambiare la trova, e parte per un'isola che immagina sarà il suo paradiso! Peccato che giunto qui, povero cristo, scopre i disastri della chirurgia estetica a a banalità di un prevedibile e noioso paradiso. E qui arriva il vero colpo di scena: non cerca un novo paradiso, ma matura (almeno, nella mia idea) e si rende conto che il suo iniziale "inferno" è il luogo dove in realtà stava meglio!
Ti faccio i miei complimenti, anche per il sorriso strappato nel finale.
In bocc al lupo!!
Veniamo al tuo racconto. La partenza mi sembrava già sentito: uomo assoggettato alla moglie e sottomesso alla madre che non reagisce verso nessuna delle due. Ma la prima novità è che quest'uomo la forza di cambiare la trova, e parte per un'isola che immagina sarà il suo paradiso! Peccato che giunto qui, povero cristo, scopre i disastri della chirurgia estetica a a banalità di un prevedibile e noioso paradiso. E qui arriva il vero colpo di scena: non cerca un novo paradiso, ma matura (almeno, nella mia idea) e si rende conto che il suo iniziale "inferno" è il luogo dove in realtà stava meglio!
Ti faccio i miei complimenti, anche per il sorriso strappato nel finale.
In bocc al lupo!!
- francescocascione
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Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Tra i letti è quello che mi ha colpito meno, mi spiace.
Molto accennato. Molto messo in tavola ma risultato che appare forzato.
Ricorda Banalità di Silvestri ma non ha lo stesso tono che è allo stesso tempo serio eppure ironico.
Gioca con la percezione del mondo che ci circonda con la continua insoddisfazione, ma l'impressione è che il vestito da 3,000 caratteri ti stia stretto.
Molto accennato. Molto messo in tavola ma risultato che appare forzato.
Ricorda Banalità di Silvestri ma non ha lo stesso tono che è allo stesso tempo serio eppure ironico.
Gioca con la percezione del mondo che ci circonda con la continua insoddisfazione, ma l'impressione è che il vestito da 3,000 caratteri ti stia stretto.
Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
E' un racconto simpatico, per l'idea soprattutto, ma l'ho trovato forse affrettato, e non tanto per il limite di caratteri :D
E' come se dalla riga uno si fosse voluto urlare (e visto il carattere di Giulia il verbo calza a pennello XD) soggetto e svolgimento del tema che, però, calato in maniera così palese nel litigio fra i coniugi e nella risoluzione di Piero, sfugge al rischio di sembrare messo lì giusto per stare in gara ma finisce col suonare fin troppo didascalico. Inoltre, fino alla interruzione, il racconto è la proposizione di una scena comica, sì, ma prevedibilissima. Col finale, invece, il racconto si risolleva abbastanza con Piero che si chiede se non è meglio l'inferno al purgatorio e il lettore che comprende bene come, invece, il purgatorio non lo lascerà mai :D
E' come se dalla riga uno si fosse voluto urlare (e visto il carattere di Giulia il verbo calza a pennello XD) soggetto e svolgimento del tema che, però, calato in maniera così palese nel litigio fra i coniugi e nella risoluzione di Piero, sfugge al rischio di sembrare messo lì giusto per stare in gara ma finisce col suonare fin troppo didascalico. Inoltre, fino alla interruzione, il racconto è la proposizione di una scena comica, sì, ma prevedibilissima. Col finale, invece, il racconto si risolleva abbastanza con Piero che si chiede se non è meglio l'inferno al purgatorio e il lettore che comprende bene come, invece, il purgatorio non lo lascerà mai :D
La Morte è l'ultima schiava che dà un senso al nostro vivere
- Jacopo Berti
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Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
L'idea complessiva è carina: un'anima da purgatorio resterà sempre da purgatorio. Inferno, purgatorio e paradiso, sono condizioni dettate da come si vive l'esistenza, non da dove la si vive.
La prima scena certo sa di "già vista", ma l'originalità non mi pare importante in questo caso, perché in fondo la tematica è realistica, con esagerazioni al punto giusto. Giulia che non crede minimamente alla risoluzione del marito e alza un sopracciglio sdegnosamente è una bella idea. Poi il depliant chiude davvero bene la scena.
Quanto alla seconda parte, l'idea funziona ancora bene, ma lo stile è troppo piatto e scarno. Mi sarebbe piaciuto vedere Piero spiaggiato da qualche parte, col cocktail a metà, che non si gira neanche quando passa una bella ragazza, perché sono tutte uguali e vuote. Tu questo ce lo fai raccontare da Piero direttamente, ma descrivendo le sue azioni o i suoi pensieri in modo più diretto avrebbe funzionato molto meglio.
Tema abbastanza rispettato, racconto buono nella prima parte, scarso nella seconda. Ha delle potenzialità per essere sistemato in un laboratorio.
La prima scena certo sa di "già vista", ma l'originalità non mi pare importante in questo caso, perché in fondo la tematica è realistica, con esagerazioni al punto giusto. Giulia che non crede minimamente alla risoluzione del marito e alza un sopracciglio sdegnosamente è una bella idea. Poi il depliant chiude davvero bene la scena.
Quanto alla seconda parte, l'idea funziona ancora bene, ma lo stile è troppo piatto e scarno. Mi sarebbe piaciuto vedere Piero spiaggiato da qualche parte, col cocktail a metà, che non si gira neanche quando passa una bella ragazza, perché sono tutte uguali e vuote. Tu questo ce lo fai raccontare da Piero direttamente, ma descrivendo le sue azioni o i suoi pensieri in modo più diretto avrebbe funzionato molto meglio.
Tema abbastanza rispettato, racconto buono nella prima parte, scarso nella seconda. Ha delle potenzialità per essere sistemato in un laboratorio.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)
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Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Ciao Carla, e complimenti.
Bel punto di partenza e divertente lo svolgimento, ma il racconto non è tra i miei preferiti del gruppo per due difetti (mia opinione, chiaro): primo, il tema. Non perché non sia aderente, anzi: l'angolazione da cui hai scelto di osservare il tema è interessante, ma è come se il racconto e i suoi personaggi volessero costantemente ricordare il lettore che sì, siamo proprio tra inferno e paradiso, e questi "reminder" risultano nel complesso non del tutto organici: finiscono per distrarre dalla storia smorzandola un po'. Il secondo difetto è che la storia suona effettivamente affrettata, non tanto per i caratteri quanto per lo stile. Insomma, ottimo punto di partenza per quanto mi riguarda, ma per farne un racconto spettacolare consiglierei di lavorare sui dialoghi e sul ritmo.
Bel punto di partenza e divertente lo svolgimento, ma il racconto non è tra i miei preferiti del gruppo per due difetti (mia opinione, chiaro): primo, il tema. Non perché non sia aderente, anzi: l'angolazione da cui hai scelto di osservare il tema è interessante, ma è come se il racconto e i suoi personaggi volessero costantemente ricordare il lettore che sì, siamo proprio tra inferno e paradiso, e questi "reminder" risultano nel complesso non del tutto organici: finiscono per distrarre dalla storia smorzandola un po'. Il secondo difetto è che la storia suona effettivamente affrettata, non tanto per i caratteri quanto per lo stile. Insomma, ottimo punto di partenza per quanto mi riguarda, ma per farne un racconto spettacolare consiglierei di lavorare sui dialoghi e sul ritmo.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
ahah, quale è l'inferno e quale il paradiso?
Mi dispiace ma io credo che il nostro amico sbagli a tornare, tra made e moglie non sono sicuro quale sia peggiore.
Scherzi a parte, un racconto semplice che porta avanti un suo piano senza troppe sorprese.
Preferisco lo stile della prima parte, bello diretto e forte, rispetto alla chiusura. Ma immagino che non ci fosse troppo spazio per... spaziare :-)
Mi dispiace ma io credo che il nostro amico sbagli a tornare, tra made e moglie non sono sicuro quale sia peggiore.
Scherzi a parte, un racconto semplice che porta avanti un suo piano senza troppe sorprese.
Preferisco lo stile della prima parte, bello diretto e forte, rispetto alla chiusura. Ma immagino che non ci fosse troppo spazio per... spaziare :-)
Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Ciao,
questo racconto non mi ha preso. Sia l'idea di base che le dinamiche le ho trovate poco incisive. Qualche carattere in più speso per caratterizzare meglio i personaggi, dargli qualcosa di "nuovo" rispetto al cliché che incarnano forse avrebbe giovato. Il finale cerca di uscire un po' da questa spirale di "già visto", ma è troppo tardi per risvegliarmi.
questo racconto non mi ha preso. Sia l'idea di base che le dinamiche le ho trovate poco incisive. Qualche carattere in più speso per caratterizzare meglio i personaggi, dargli qualcosa di "nuovo" rispetto al cliché che incarnano forse avrebbe giovato. Il finale cerca di uscire un po' da questa spirale di "già visto", ma è troppo tardi per risvegliarmi.
- AmbraStancampiano
- Messaggi: 477
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Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Ciao Carla,
L'idea non è male e il racconto non è scritto male, ma condivido l'opinione di chi dice che tra la prima parte e la seconda c'è troppo squilibrio; il dialogo è credibile, ma le lunghissime battute della moglie tolgono spazio a molte altre cose, prima fra tutte una migliore spiegazione di ciò che rende noioso il paradiso caraibico.
Lo stratagemma del depliant è buono, ma è poco credibile che lei lo veda con una precisione tale da sapere dove sta andando il marito.
Tutto sommato il racconto non è male, ma può migliorare molto.
L'idea non è male e il racconto non è scritto male, ma condivido l'opinione di chi dice che tra la prima parte e la seconda c'è troppo squilibrio; il dialogo è credibile, ma le lunghissime battute della moglie tolgono spazio a molte altre cose, prima fra tutte una migliore spiegazione di ciò che rende noioso il paradiso caraibico.
Lo stratagemma del depliant è buono, ma è poco credibile che lei lo veda con una precisione tale da sapere dove sta andando il marito.
Tutto sommato il racconto non è male, ma può migliorare molto.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.
- alessandra.corra
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Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Ciao Carla,
Il tuo racconto ha un'idea alla base che non mi dispiace, anche se ha un'impronta un po' troppo moralistica.
Il protagonista è apparentemente una vittima di una moglie e madre despota, ma alla fine è la sua superficialità che lo condannano a una vita piatta, priva di stimoli. È abbastanza credibile che un uomo come lui faccia una scelta banale come quella di recarsi a Santo Domingo sperando in una miracolosa salvezza. La chiusa arriva senza sorpresa. Io avrei sviluppato meglio la prima parte e avrei magari lasciato il finale aperto senza specificarlo, ma cercando di mettere qualche indizio che lo avrebbe fatto intuire.
Il tuo racconto ha un'idea alla base che non mi dispiace, anche se ha un'impronta un po' troppo moralistica.
Il protagonista è apparentemente una vittima di una moglie e madre despota, ma alla fine è la sua superficialità che lo condannano a una vita piatta, priva di stimoli. È abbastanza credibile che un uomo come lui faccia una scelta banale come quella di recarsi a Santo Domingo sperando in una miracolosa salvezza. La chiusa arriva senza sorpresa. Io avrei sviluppato meglio la prima parte e avrei magari lasciato il finale aperto senza specificarlo, ma cercando di mettere qualche indizio che lo avrebbe fatto intuire.
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Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Ciao! A chi non è capitato di assistere alla scena che descrivi? Mi piace il dialogo tra moglie e marito, anche se non rifugge dai cliché nel modo di esprimersi. Ho trovato l’epilogo divertente, però il tema e la morale finale sono abbastanza ricorrenti.
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- Messaggi: 584
Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Ciao Carla,
l'idea di base è carina e centra il tema, però pecca di originalità. Il racconto è abbastanza telefonato, e anche il finale, tutto sommato, si riesce a capire con buon anticipo. Il dialogo della moglie mi pare un po' troppo lungo e già sentito. Tra l'altro, a mio parere, la prima riga si potrebbe eliminare del tutto, senza che il racconto ne risenta.
Purtroppo, tra quelli letti finora, non è il mio preferito.
l'idea di base è carina e centra il tema, però pecca di originalità. Il racconto è abbastanza telefonato, e anche il finale, tutto sommato, si riesce a capire con buon anticipo. Il dialogo della moglie mi pare un po' troppo lungo e già sentito. Tra l'altro, a mio parere, la prima riga si potrebbe eliminare del tutto, senza che il racconto ne risenta.
Purtroppo, tra quelli letti finora, non è il mio preferito.
- Monica Patrizi
- Messaggi: 127
Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Ciao Carla,
A me il tuo racconto è piaciuto molto! È divertente, ben costruito, il finale poteva essere meno esplicitato per fornire un filo di dubbio nella mente del lettore, ma ha un suo equilibrio con il resto. L'idea non è originale, ma il tuo modo di raccontarlo sì! Brava, complimenti! Il tema è centrato, sto cercando di allungare ulteriormente, ma ho già detto tutto!
A me il tuo racconto è piaciuto molto! È divertente, ben costruito, il finale poteva essere meno esplicitato per fornire un filo di dubbio nella mente del lettore, ma ha un suo equilibrio con il resto. L'idea non è originale, ma il tuo modo di raccontarlo sì! Brava, complimenti! Il tema è centrato, sto cercando di allungare ulteriormente, ma ho già detto tutto!
- alberto.dellarossa
- Messaggi: 230
Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Ciao Carla.
L'idea non è malvagia, anzi. L'unico problema è lo svolgimento, piuttosto irreale, della conversazione. La moglie alterna espressioni colloquiali (e ciò è bene) a costruzioni tipiche della lingua scritta. Inoltre, nonostante la ferocia della moglie, non viene trasmessa alcuna vera e propria tensione narrativa. L'epilogo purtroppo è funzionale al raggiungimento della "morale" del racconto, ma aggiunge poco valore al tutto. Peraltro, da uomo, vedo la considerazione del protagonista piuttosto irrealistica.
L'idea non è malvagia, anzi. L'unico problema è lo svolgimento, piuttosto irreale, della conversazione. La moglie alterna espressioni colloquiali (e ciò è bene) a costruzioni tipiche della lingua scritta. Inoltre, nonostante la ferocia della moglie, non viene trasmessa alcuna vera e propria tensione narrativa. L'epilogo purtroppo è funzionale al raggiungimento della "morale" del racconto, ma aggiunge poco valore al tutto. Peraltro, da uomo, vedo la considerazione del protagonista piuttosto irrealistica.
Re: Inferno o paradiso? - di Carla Anastasio
Per giudicare un testo valuto sempre quello che l’autore si proponeva, a mio avviso, di raggiungere e quello che ha raggiunto. È indubbio che qui si voleva creare divertissement e intanto ironizzare su certe situazioni di coppia e quello che alla fine si dimostra essere l’extra quando diventa quotidiano (la fuga). Pertanto il racconto è riuscito anche se il finale, davvero, mi sembra troppo forzato, veloce, imposto. Vero, c’erano limiti di tempo e spazio, ma la sfida è d’imparare a domarli per ottimizzare il proprio lavoro. Qui manca ottimizzazione. Pollice tendente SU, ma occhio che per arrivare al SU serve ancora un passo.
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