La fiera del nulla

alexandra.fischer
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La fiera del nulla

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2016, 22:27

LA FIERA DEL NULLA
Di Alexandra Fischer
La strada di ghiaia risaltava bianca, intervallata dal verde degli alberi.
C’erano poche case, da quelle parti, ed erano rettangoli grigi circondati da giardini provvisti di pozzi fatti di mattoni.
Erano passate da poco le nove.
La sera estiva dava un alone di mistero al luogo.
I rastrelli e gli erpici proiettavano ombre vellutate.
Qualche cane passava accanto alle case muovendosi con molta circospezione; il silenzio era contagioso, induceva al mutismo e ai passi felpati.
Si poteva dire lo stesso della ragazza che giunse accanto alla penultima abitazione.
Sorgeva staccata dalle altre e spiccava per le dimensioni minuscole.
Chi ci abitava non coltivava la terra.
Il tetto dell’edificio era di legno, ornato da merlettature cadute in disuso da quasi due secoli, proprio come le finestrelle quadrate dalle imposte ornate di cuori intagliati.
L’edificio era su un unico piano ed era abbellito da fregi dipinti di edera verde che spiccava sulla facciata bianca.
Nella sua lunga vita, la casetta aveva ospitato molte persone, tutte evitate dalla gente del luogo.
La ragazza voleva saperne la ragione.
In paese, la gente diceva che l’abitazione era vuota e infestata di rovi e bisce.
Lei, invece, aveva visto delle luci accese qualche settimana prima e il suo spirito di avventura si era risvegliato, forse per via delle parole della sua vicina: “Tutto quello che ci circonda contiene in sé il cielo e l’inferno. Bisogna tenere gli occhi spalancati e non lasciarsi fermare dalle false credenze. Altrimenti la vita diventa una fiera del nulla, fatta solo di rumore e immagini colorate che si dileguano senza lasciare nulla al nostro spirito”.
Quel modo di considerare la realtà aveva toccato profondamente Cristina.
L’estate dei suoi quattordici anni era stata proprio vuota.
Per riempirla, doveva superare la paura della casetta.
Decise di entrarci.
Corse, guardando avanti a sé.
La porta era socchiusa e c’era luce.
Cristina sbirciò all’interno, mentre prendeva fiato.
C’erano tante piccole piastrelle di terracotta smaltata di bianco, dal soffitto al pavimento.
Miriadi di figurette dipinte in azzurro cupo le comunicavano affetto.
Una voce le sussurrò, da un angolo: - Questo è il cielo. Entra.
Cristina lo fece.
- Guarda – le ordinò la voce.
Cristina alzò la testa e vide che il soffitto era invece adorno di tanti tasselli di vetro verde acido e porpora disposti in modo da formare un mosaico a spirale.
Era bello, la spaventò, facendola sentire sulla cima di una scala a chiocciola che si sarebbe ristretta fino a farla precipitare.
- Questo è l’inferno – le disse la voce.
Cristina le domandò: - Chi sei?
La voce, quella della casa, le rispose: - Un luogo di potere. Vuoto.
La ragazza replicò: - Ora non più.



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antico
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#2 » lunedì 18 gennaio 2016, 22:29

Ciao Alexandra! Se IN anche tu, buona Tarenzi Edition!

alexandra.fischer
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2016, 18:34

Grazie, Antico.

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francescocascione
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#4 » martedì 19 gennaio 2016, 22:26

Un bel racconto di formazione.
Mi piace la prova iniziatica alla quale si sottopone la protagonista e gli ingredienti son ben dosati riga dopo riga.
La chiusa riprende molto bene quello messo in tavola nelle righe che precedono, mostrando coerenza di trama ed idee con l'immagine finale della protagonista.
Bella la scrittura.

cristina.danini
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#5 » mercoledì 20 gennaio 2016, 7:59

Ciao Alexandra!
Concordo con Francesco, è un bel racconto di formazione. Tutti abbiamo avuto un luogo che temevamo e insieme ci attirava quando eravamo ragazzini, e per la tua protagonista è una casa disabitata. Un classico forse, ma che qui prende vita e voce proprio dall'inconscio e dalle paure di Cristina. La stanza che incontra alla fine è simbolo di paradiso e inferno non solo per i colori, ma anche come metafora di quel che sceglierà di fare la protagonista. E la sua comprendione di temere il nulla ci mostra che la sua vera scelta è crescere.
Complimenti!

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Hendioke
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#6 » mercoledì 20 gennaio 2016, 11:16

Bella l'idea, davvero. L'esecuzione invece mi lascia un po' dubbioso. Lo stile è buono, fa il suo nel descrivere che accade e il suo essere ritmato in frasi brevi spinge in avanti il lettore contribuendo bene ad alimentare la tensione. Però la tensione che il racconto sembrerebbe voler creare non scaturisce da nessun'altra parte che non sia, appunto, lo stile ritmato.
Al netto di tutto abbiamo una ragazzina che, per curiosità e per riempire una estate piatta, entra in una casa misteriosa ed evitata dai locali perché la vicina, con un bel giro di parole, le ha spiegato che c'è un po' di bene e male in ogni cosa e non si deve giudicare dalla copertina. Quando arriva il, bel, finale in cui la ragazzina cambia per sempre la sua vita prendendo possesso della casa e del suo potere, e il racconto dovrebbe raggiungere il suo apice, ammetto che gli eventi pregressi mi hanno smorzato il climax. Se ci fosse arrivata con motivazioni diverse e più intense, ad esempio insistendo sul richiamo che la casa esercita sul suo senso di avventura e tagliando via l'accenno all'estate vuota, l'avrei trovato decisamente migliore.
La Morte è l'ultima schiava che dà un senso al nostro vivere

alexandra.fischer
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#7 » mercoledì 20 gennaio 2016, 18:13

Ciao Francesco Cascione, Sono contenta che il racconto ti sia piaciuto. Quanti complimenti, grazie.

Ciao Cristina Danini, ringrazio anche te per l'apprezzamento della mia storia (sei davvero molto gentile). Sì, è adolescenziale, perché è un periodo che ricordo molto bene.

Ciao Hendioke, hai proprio messo in evidenza un punto debole della storia e ti questo ti sono grata. Accennando all'estate vuota, magari a scapito della casa (delle figurette sulle mattonelle?), ho appiattito di un bel po' il personaggio di Cristina. Farò più attenzione a dettagli come questi (e dire che quel riferimento mi è venuto fuori per evitare l'Orrore della Scarsa Verosimiglianza). Ora ho capito, grazie a te, che una cosa non esclude l'altra (si può scappare da un'estate piatta scoprendosi avventurosi di botto).

Daniel Travis
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#8 » mercoledì 20 gennaio 2016, 23:43

Ciao Alexandra.
Complimenti per il racconto: l'"iniziazione estiva" della protagonista, il luogo di potere che attende soltanto qualcuno con abbastanza coraggio, immaginazione e intraprendenza da prenderne possesso, la semplicità con cui la vicenda fila e si intreccia... Funziona tutto.
Un appunto:
Lei, invece, aveva visto delle luci accese qualche settimana prima e il suo spirito di avventura si era risvegliato, forse per via delle parole della sua vicina: “Tutto quello che ci circonda contiene in sé il cielo e l’inferno. Bisogna tenere gli occhi spalancati e non lasciarsi fermare dalle false credenze. Altrimenti la vita diventa una fiera del nulla, fatta solo di rumore e immagini colorate che si dileguano senza lasciare nulla al nostro spirito”.
Quel modo di considerare la realtà aveva toccato profondamente Cristina.

Pur essendo un punto centrale di un racconto che altrimenti scorre molto bene, mi suona molto striminzito e didascalico, una parentesi in cui anziché mostrarmi un momento di crescita, mi spieghi per filo e per segno come crescere, e questo spezza un po' il ritmo (per quanto sia facile che succeda in 3000 caratteri, naturalmente).
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Jacopo Berti
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#9 » giovedì 21 gennaio 2016, 9:48

Alexandra, non nascondo che devo cambiare abitudine di lettura quando leggo i tuoi racconti. Devo cambiare l'interpretazione che do agli a capo. Devo abituarmi a considerarli qualcosa solo per gli occhi, non per le orecchie o il respiro, altrimenti resto col fiato mozzo. Certo è che la tua prosodia toglie sempre qualcosa a me come lettore.
Detto questo, la storia è affascinante, e riesci a renderla tale con pochi elementi. Vedo che ti è sempre caro il tema degli oggetti (o luoghi) con una personalità, una coscienza, che affiora piano, creando quell'esitazione che è tipica dei racconti fantastici. Così come c'è esitazione da parte della ragazza di fronte all'alternativa che le pone la casa: a quale potere attingerà? a quale fonte disseterà la sua curiosità? Certo non rimarrà nella mediocrità.
Poi ovviamente c'è la possibilità che il tutto non sia che il modo che ha la ragazza di vedere la realtà. Il dialogo con la casa fa parte di un gioco personalissimo nel quale la protagonista si immedesima.

Concordo con l'appunto sulla frase didascalica della vicina. Sembra incorniciata, vuoi darle molto risalto, ma non mi pare così significativa.
Tutta la parte che va da "Lei, invece, aveva visto delle luci accese qualche settimana prima e il suo spirito di avventura si era risvegliato" a "Per riempirla, doveva superare la paura della casetta" è un po' meno riuscita rispetto al resto. Secondo me dovresti evitare di spiegare tu che la ragazza era di fronte a una scelta.

Il tema mi pare abbastanza rispettato.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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jimjams
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#10 » giovedì 21 gennaio 2016, 15:29

Idea interessante. Strano lo stile, molto didascalico con queste frasi singole che arrivano piuttosto informative e fredde. Ecco, tutto qui, la storia alla fine mi piace e convince, centrando anche il tema. Ma il modo di raccontarla pur avendo il merito di essere personale, di essere uno stile insomma, non incontra il mio gusto, non è troppo convincente. Per me almeno.

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Vastatio
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#11 » giovedì 21 gennaio 2016, 22:37

Ciao,

lo stile che hai scelto di usare, con tutti questi a capo, rende in modo "magistrale" la sensazione di vuoto. Questo però dopo essere passato per il trauma delle frasi brevi staccate dagli a capo.
Non so se fosse voluto, ma, dopo aver cambiato forma mentis, ogni frase l''ho immaginata come la didascalia di una polaroid gettata ogni volta sul tavolo. Peccato però che questo effetto si perda nel momento in cui cominci a descrivere le sensazioni che "dovrei" provare.
L'idea ha del potenziale e mi piace, ma credo gli serva più spazio per raggiungere il climax. Definire la casa come semplice "Luogo di potere" e poi chiudere con lo scambio "vuoto - ora non più" (bello e forte) mi da la senzione che hai mozzato culo e coda al mostro che ti stavi gestendo per far prima.

alexandra.fischer
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#12 » venerdì 22 gennaio 2016, 18:29

Ciao Daniel Travis, grazie del commento. Terrò conto delle tue osservazioni in merito alla frase spezza ritmo. Per il resto, sono contenta che tu ci abbia trovato del buono.

Ciao Timetrapoler, ti sono grata per avermi fatto notare il particolare delle frasi troppo spezzate (vedrò di rimediare). E anche quello dell'aver inserito una spiegazione che forse avrei fatto meglio a evitare (mettendoci qualcos'altro. Una descrizione?).

Ciao Jimjiams, grazie della spiegazione sullo stile. Ecco qui le pecche: frasi troppo brevi, fredde. Mi dispiace, vedrò di aggiustarlo meglio che posso.

Ciao Vastatio, mi sa che la lettura ti ha fatto soffrire. Scusami. Guarda, non ho scelto io lo stile, mi è venuto fuori così e ora so che è veramente tremendo. Urge correre ai ripari. C'è anche l'orrore dell'Idea Monca. Grazie ancora per la tua pazienza.

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AmbraStancampiano
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#13 » venerdì 22 gennaio 2016, 19:46

Ciao Alexandra,
il tuo racconto mi è piaciuto molto. Trovo che le frasi secche e spezzettate vadano bene, dopotutto. Magari avrei messo meno a capo, ma tutti quei punti a fermare concetti che sono importanti secondo me ci stanno eccome; la trovo una bella sperimentazione.
Il racconto scorre bene, però forse in alcuni punti è un po' statico e in altri troppo dinamico rispetto alle immagini che comunica. Provo a spiegarmi: nella primissima parte il punto di vista è vicinissimo a Cristina, che passeggia per la strada andando verso la casa, e i verbi sono tutti in forma attiva; poi il pov si sposta per inquadrare prima Cristina e poi la casa, come in una fotografia, mentre i verbi rimangono in forma attiva. Per "troppo dinamico" intendo questo. Può comunque essere una scelta di stile, e in questo caso diventa coerente con le frasi spezzettate e i punti fermi :)
Mi piacciono molto il messaggio e la declinazione del tema, che trovo originali e ben espressi.
Bella prova :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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alessandra.corra
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#14 » domenica 24 gennaio 2016, 19:17

Ciao Alexandra,

ho trovato l'atmosfera del tuo racconto dolce e delicata. Mi è piaciuta la descrizione introduttiva perché riesce a calare bene il lettore nel luogo dove si trova questa casa misteriosa, occulta almeno per gli occhi delle persone che vi abitano vicine. Nella seconda parte invece entra in scena questa giovane ragazza che proprio per il desiderio di crescere decide di sperimentare una prova iniziatica: vincere la sua paura, sfidare le voci che circolavano intorno questo luogo apparentemente strano.
Semplice ma giusto il messaggio che ne traspare; tra cui, l' oscurità e la luce si trovano in qualsiasi luogo.
L'unico appunto è sullo stile. Anche io avrei preferito che la seconda parte non avesse tutte quelle frasi spezzettate, proprio perché ne rallentano leggermente il ritmo, ma a parte questo, brava!

Fernando Nappo
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#15 » lunedì 25 gennaio 2016, 23:12

Ciao Alexandra,
il tuo racconto è scritto con uno stile davvero molto particolare e interessante. Le frasi così corte danno un ritmo sincopato che, a mio avviso, si adatta molto bene alla storia che racconti. Anche se forse avrei limato qualche a capo.
Il tema mi sembra centrato.
Questo passaggio mi piace molto:
il silenzio era contagioso, induceva al mutismo e ai passi felpati.

Un paio di appunti, invece, riguardo a un passaggio che ho dovuto rileggere:
Qualche cane passava accanto alle case muovendosi con molta circospezione; il silenzio era contagioso, induceva al mutismo e ai passi felpati.
Si poteva dire lo stesso della ragazza che giunse accanto alla penultima abitazione.
Sorgeva staccata dalle altre e spiccava per le dimensioni minuscole.

Nella prima riga leggo che il silenzio è contagioso, eccetera. Nella riga che segue, inizi dicendo al lettore che della ragazza si poteva dire lo stesso. Mi sfugge il nesso. Vuoi forse dire che anche la ragazza induce al silenzio, eccetera? Questo passaggio non mi convince.
Anche la terza riga mi pare che non si colleghi in maniera perfettamente consequenziale a quella che la precede, perché nella seconda il focus è sulla ragazza e io, come lettore, mi trovo spiazzato leggendo la terza riga che comincia con Sorgeva: lo associo, automaticamente, alla ragazza e svariono, mi perdo. Se desideri spostare l'attenzione dalla ragazza alla casa, forse sarebbe preferibile iniziare mettendo subito in evidenza il soggetto, per guidare il lettore: La casa sorgeva...
Ma potrebbe essere che si tratti di una tua scelta, precisa e meditata, e che io non ho capito. Nel caso, ignora il mio appunto.

Comunque, complimenti alla tua protagonista: io, se mi ritrovo in una casa semi abbandonata e sento una voce, me la do a gambe levate.
Bello il finale, ha un non so che di diabolico.

Charlesdexter
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#16 » martedì 26 gennaio 2016, 15:07

Ciao! Ti leggo su Latelanera e anche qui come lì ti mostri sensibile introspettiva ed evocativa, ammetto di avere un debole per i tuoi racconti per come riesci a trasportare il lettore in un altrove ricco di sogno. Inoltre costruisci sempre bene le tue storie.
“C’erano poche case, da quelle parti, ed erano rettangoli grigi circondati da giardini provvisti di pozzi fatti di mattoni”. Questo è un periodo pesantuccio tra “circondati”, “provvisti” e “fatti”.

alexandra.fischer
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#17 » martedì 26 gennaio 2016, 20:12

Ciao AmbraStancampiano, scusami per i troppi a capo (devo starci attenta); sono contenta che ti siano piaciute le frasi spezzettate (queste mi vengono fuori fin troppo per la Fobia del Periodo Troppo Lungo), sono contenta che ti siano piaciute e che ti abbiano fatto apprezzare la storia (imparerò a dosarle per altri lavori).

Ciao Alessandra Corra, sono contenta che il messaggio del racconto ti sia giunto così chiaro. E' proprio quello che volevo dare al lettore. Mi dispiace per le troppe frasi spezzettate, è un difetto che dovrò correggere con parecchia pratica.

Ciao Fernando, per quanto riguarda la frase sul silenzio che induceva ai passi felpati, ebbene, sì, ho tentato di riferirlo alla ragazza, in questo senso: vedendosi circondata dall'atmosfera silenziosa, anche lei camminava quasi in punta di piedi. Quel sorgeva senza soggetto è un erroraccio (scusami tu. Colpa dell'istinto creativo. Quando devo passare alla Fase di Revisione, ogni tanto mi scappano scivoloni. Ops, non l'ho fatto apposta. Se fossi un fumetto mi chiamerei "Svampitella"). Sono contenta che il racconto ti sia piaciuto nel complesso (finale compreso, bene, bene). Quanto alla mia protagonista: sai com'è, il fascino dell'avventura.

Ciao Charlesdexter, mi leggi addirittura sulla Tela Nera? Che onore. Grazie per il suggerimento sul come alleggerire la descrizione delle case provviste di pozzi. Mi fa piacere che tu abbia trovato del buono anche in questo racconto.

Charlesdexter
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#18 » martedì 26 gennaio 2016, 20:39

alexandra.fischer ha scritto:Ciao Charlesdexter, mi leggi addirittura sulla Tela Nera? Che onore. Grazie per il suggerimento sul come alleggerire la descrizione delle case provviste di pozzi. Mi fa piacere che tu abbia trovato del buono anche in questo racconto.

Ciao Alexandra,
ci ho scritto anch'io qualche volta e quindi ho letto il tuo nome e commentato in modo analogo, non è che ti stalkerizzo :P

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Monica Patrizi
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#19 » martedì 26 gennaio 2016, 23:40

Ciao Alexandra,
Il tuo racconto ha molti pregi. È evocativo, ha una buona struttura, il linguaggio è ricercato e delicato. La storia è semplice ma per questo efficace. Tuttavia, purtroppo questo è un mio limite, ti chiedo scusa, come lettrice sono vorace, ho fame di emozioni, e purtroppo questo racconto non me ne ha trasmesse.

alexandra.fischer
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#20 » giovedì 28 gennaio 2016, 18:57

Ciao Monica Patrizi,
scusami tu se non te ne ho trasmesse (colpa mia, stavolta mi è venuto fuori un personaggio molto bizzarro, di quelli che non indietreggiano davanti al Perturbante: avrei dovuto forse mostrarla più dal punto di vista di una ragazza qualunque. Invece, mi sono lasciata trasportare dalla concezione di Castaneda dello sciamanesimo...qualcosa che lui vede senza timore già a partire dal suo primo libro "A scuola dallo stregone" del 1968. ) Ti ringrazio per i pregi che hai elencato. Sei stata gentilissima.

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alberto.dellarossa
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#21 » venerdì 29 gennaio 2016, 19:57

Ciao Alessandra.

Trovo il tuo racconto fortemente evocativo, e dimostri un'ottima capacità descrittiva. Mi è piaciuto anche il senso del soprannaturale perfuso nel racconto. Le pecche, a mio avviso, sono due: hai spezzato molto la sintassi, utilizzando periodi molto brevi e una struttura di fatto ipotattica. Però il tuo obiettivo, specialmente nella prima parte, era di raccontare la calma di un luogo di campagna: avrei quindi utilizzato un periodare più lungo e lento, di più ampio respiro. Inoltre rimangono sospesi molti fili, per quanto comprendo possa essere una scelta narrativa lecita (sono il primo a non voler spiegare per forza tutto). Comunque brava, il racconto ha comunque qualcosa che mi ricorda un po' il realismo magico.

alexandra.fischer
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#22 » venerdì 29 gennaio 2016, 20:08

Ciao Alberto della Rossa,
terrò conto dei tuoi suggerimenti per aggiustare le pecche (nella sintassi e nella struttura). Mi spiace per i fili sospesi (questo è qualcosa da raggiungere con la pratica, riuscire a condensare le informazioni senza sforare e senza per questo togliere la sorpresa al lettore). Grazie dei complimenti riguardo all'atmosfera evocativa e al senso del soprannaturale. Era proprio quello che volevo trasmettere al lettore. L'elemento magico realistico c'è (ho letto molto Kafka e anche qualcosa di Angela Carter, sarà rimasto qualcosa, un influsso).

alexandra.fischer
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#23 » sabato 30 gennaio 2016, 20:03

Ciao Diego Ducoli, terrò conto delle tue osservazioni in merito allo spessore del personaggio di Cristina e anche del finale. Sono lieta che ti sia piaciuta l'ambientazione.

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antico
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#24 » domenica 31 gennaio 2016, 14:42

Ecco un altro racconto con potenzialità ENORMI che però fallisce la sua sfida, invero di difficoltà assai elevata. Devo farti i complimenti, Alexandra, per il tentativo e per uno stile più secco del solito, a mio avviso. La frase della vicina è un errore, troppo messa lì come svolta gratuita, difficile pensare a una vicina che mentre spazza il vialetto ti spara quelle riflessioni, no? Serviva qualcosa di più o di diverso. Il finale è davvero grandioso, ma non esplode alla sua massima potenza a causa di quanto precede, serve una preparazione più precisa e, aggiungerei, empatica. Pollice NI, ma qui ne può uscire qualcosa di veramente buono. Lavoraci!

alexandra.fischer
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Re: La fiera del nulla

Messaggio#25 » lunedì 1 febbraio 2016, 20:36

Grazie Antico, farò come dici. Ci lavorerò su, togliendo la frase della vicina. Immaginerò qualcos'altro, magari mi aiuterà anche una lettura come "La leggenda degli annegati" di Carsten Jensen. Proprio così, può sembrare un bel salto, per via della diversità di argomento, ma io mi riferisco alla capacità di Jensen di creare continue sorprese (e c'è del soprannaturale anche lì: ad esempio il riparatore di barche con l'"occhio cattivo") senza che l'andamento della trama ne risenta. Sono contenta che tu abbia trovato qualcosa di valido nel resto della storia.

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