Le prove di Janine

Charlesdexter
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Le prove di Janine

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2016, 22:55

Correva senza guardarsi alle spalle.
Il suono dei passi era ovattato dalla neve, la strada buia e deserta alle due di notte illuminata solo dalla luna.
Seguendo il rumore della corrente giunse al ponte sul fiume che attraversava la città. Janine guardò con gli occhi sbarrati il corso ingrossato e mise una gamba fuori a cavalcioni. Il tacco leopardato scomparve nell’acqua senza emettere un suono. L’impeto che l’aveva portata fin lì si attenuò un attimo mentre ripensò a cosa era successo: Grace stesa per terra urlava, il sangue che gocciolava sul pavimento, lei che scappava via urlandole di stare zitta e non rubare più. Forse c’era ancora un modo per mettere fine a tutto questo senza farla finita, ma aveva paura. Non era tutta colpa sua se gli operatori sapevano solo dirle di no a ogni sua piccola richiesta: niente uscite, niente contatti con ragazzi, né musica, niente gentilezza né abbracci, solo regole e punizioni. Era prigioniera pur essendo una rifugiata. Perché era finita lì tra tutti quei bianchi dal fisico rachitico che sapevano solo parlare, mangiare e sorridere ma non la aiutavano mai a risolvere i problemi? Quando aveva scoperto il cellulare nella borsa di Grace e quella aveva rifiutato di restituirglielo colpendola con un pugno, la voglia furiosa di farsi giustizia aveva avuto la meglio. Ora però erano guai, quel coltellaccio da cucina piantato nella gamba di Grace significava prigione. Non voleva finire lì, dopo tutte le migliaia di chilometri percorse nel deserto, rischiando la vita, spendendo i risparmi di una vita, sacrificando gli affetti e abbandonando gli studi di ingegneria. Meritava una chance, si disse, anche se il peso di ciò che aveva fatto era insostenibile.
Si rimise in piedi, voltò le spalle al ponte, buttò via l’altra scarpa e si mise a correre, fin quando giunse nel centro abitato, nei pressi di una piazza lastricata di marmo. Le mattonelle rettangolari sul pavimento le ricordarono di quando tracciava sulla terra simili quadrilateri nel suo villaggio in Nigeria e giocava a Monteleone con le altre bambine. Come era diventato tutto serio e difficile adesso al confronto! Provò a non pensarci, mettendosi a saltellare, ci riuscì per alcuni secondi. Continuò a vagare scalza per la città, senza far caso alla gente che la incrociava e rideva.
Dopo alcune ore si fece alba, il freddo le tagliava le ossa e non poteva più sopportare di camminare scalza nella neve. Un frate rotondo stava aprendo una chiesa, entrò, solo per scaldarsi. Sentendo il rumore dei propri passi rimbombare era come se il peso della sua colpa cominciasse a parlarle, non più sordo e distante. Giunta nei pressi del fungo che scaldava la navata centrale vide davanti a sé il crocifisso: lo maledisse, gli chiese di aiutarla, pianse. Pochi istanti dopo giunsero gli operatori accompagnati dai carabinieri. Non fece caso a loro, mentre la prendevano per le braccia e l’ammanettavano, avrebbe affrontato quella prova sapendo che ce l’avrebbe fatta anche questa volta.



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jimjams
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2016, 23:52

Ecco il mio commento

12) Le prove di Janine di charlesdexter
Questo racconto fa lo sforzo di affrontare un tema di attualità, raccontandoci la storia di una immigrata che combina un guaio. L'idea non dispiace, il personale inferno dei migranti può essere uno dei due lati del tema. L'altro, il cielo, il futuro che si spera sereno. L'autore sceglie di usare uno stile narrativo in terza persona forse non troppo adatto a rappresentare bene il dramma molto personale del personaggio. Se devo essere sincero non sono in grado di razionalizzare del tutto il fatto che il racconto non mi sembri funzionare quanto potrebbe.

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Callagan
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#3 » mercoledì 20 gennaio 2016, 14:49

Ciao, ben arrivato su MC. Devo dire che il tuo racconto, nonostante il tema trattato, mi ha lasciato indifferente. Questo è un male. La sofferenza di cui scrivi si legge nelle parole ma non si vive nella protagonista, restiamo fuori dal suo mondo. La storia è priva di pathos, dal momento che è coperta da un monte di parole che la appesantiscono senza trasmettere molto al lettore. La storia resta molto sul superficiale. Forse, concentrare l'attenzione sulla fuga, non è stata la scelta migliore. Parlare della scena che ha scatenato la fuga avrebbe potuto consentirti di rendere il racconto più dinamico, senza rinunciare a delineare lo stato da immigrata della protagonista.

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Angela
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#4 » mercoledì 20 gennaio 2016, 19:30

Le prove di Janine.

L'idea è interessante, ma sfruttata male. Ci sono tanti passaggi nel testo che andrebbero rivisti perché sono troppo frettolosi. Più avanti troverai gli appunti nel dettaglio, ma a parte questo, il racconto non coinvolge. Ho avuto quasi l'impressione che l'autore prendesse le distanze dal testo, almeno a me come lettrice, è arrivato questo messaggio. Con maggiore tempo a disposizione, penso avresti potuto ottenere dei buoni risultati.

Il suono dei passi era ovattato dalla neve, la strada buia e deserta alle due di notte illuminata solo dalla luna.

Periodo privo di virgole.

Seguendo il rumore della corrente giunse al ponte sul fiume che attraversava la città.
Idem come sopra.

Janine guardò con gli occhi sbarrati il corso ingrossato e mise una gamba fuori a cavalcioni.
Devi specificare fuori dove? Dal muretto?

rischiando la vita, spendendo i risparmi di una vita,
ripetizione vita/vita

Meritava una chance,
Francese in corsivo.

le ricordarono di quando tracciava sulla terra
tagliare “di”

Un frate rotondo stava aprendo una chiesa,
Per rotondo cosa intendi? Grasso?
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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ceranu
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#5 » sabato 23 gennaio 2016, 22:48

Ciao, concordo con Filippo. Nonostante una buona prosa e un'ottima idea, il racconto mi ha lasciato indifferente. Il lettore deve poter vivere il dramma, ma non è così. La storia sembra una cronaca, fredda. Razionalmente si consuma una tragedia, ma non sono riuscito a sentirla. È come se Janine fosse anche lei una spettatrice. Però, a differenza di Filippo, io ti consiglierei di concentrarti unicamente sulla fuga inserendo dei flash che possano portare il lettore a immaginato cosa sia successo.
Ciao e alla prossima.

Regan
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#6 » lunedì 25 gennaio 2016, 23:27

Ciao!
Apprezzo molto l’idea di scrivere su situazioni attuali. Il problema però che per come ho letto e riletto mi lascia sempre la sensazione di una sequenza di fatti che riescono poco a fare effetto e a trasmettere l’azione della storia. Forse scrivendolo in prima persona con periodi più brevi e nette da un risultato migliore, perché in alcuni punti mi sembra un po’ dispersivo alternando la situazione attuale coi ricordi e le impressioni.

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Flavia Imperi
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#7 » martedì 26 gennaio 2016, 12:01

Ciao Charlesdexter!

L'idea del racconto è bella, forse un po' troppo "narrata" e "spiegata" però, come hanno detto anche gli altri commentatori. Mi è piaciuto molto l'incipit, che prende e incuriosisce, e anche l'impostazione della scena. Sulla carta c'è tutto: la neve e la luna danno l'atmosfera, c'è tutto il mondo emozionale di una donna che è passata per l'inferno, il suo passato e un atto estremo. Però manca quel "qualcosa" che incendia la storia e ti fa vibrare mentre lo leggi. E' difficile dire che cosa sia. Il finale è la parte meno riuscita a mio avviso, racconti la sua decisione, ma arriva in modo un po' asettico.

Buon proseguimento col contest!
Siamo storie di storie

Charlesdexter
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#8 » martedì 26 gennaio 2016, 14:51

Grazie a tutti per i commenti, non ho altro da aggiungere. La storia è stata scritta in modo frettoloso, dopo un periodo d'inattività e con l'emicrania: tutti questi fattori in aggiunta al mio poco talento hanno reso il racconto ancor meno interessante di quanto lo sarebbe stato se avessi scritto con testa, anima e cuore a pieno regime.

Zebratigrata
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#9 » martedì 26 gennaio 2016, 16:13

Ciao Charlesdexter,

se ho capito bene nel tuo racconto l'inferno è la vita passata di Janine, in Nigeria, mentre il cielo è la seconda possibilità, la nuova vita in terra straniera.
Il racconto è scritto bene, c'è qualche refuso qua e là.

Quello che ha reso, almeno per me, difficile immergermi nel tuo racconto è un banale problema di meccanica. So che può sembrare un dettaglio, eppure in un racconto così breve anche la minima cosa che blocca il lettore e lo lascia in dubbio fa una grossa differenza sul piano della godibilità.
Scendo nel dettaglio: ci dici che Janine arriva al ponte, si mette a cavalcioni (suppongo del ponte, ma il problema esisterebbe anche se parlassi di un muretto sul lungofiume) e poi vediamo il tacco della sua scarpa sparire nell'acqua. Dal momento che parli solo del tacco, io immagino che Janine stia ancora indossando la scarpa, e in questo caso la scena non è credibile perché l'acqua sarebbe davvero troppo alta per arrivare al piede di Janine, la città sarebbe mezza allagata o quantomeno il lungofiume sarebbe inaccessibile e rafforzato in previsione di una possibile inondazione.
Poco dopo dici che Janine si leva anche l'altra scarpa e solo allora capisco che la prima scarpa è caduta in acqua. Il problema è facilmente risolvibile, basta spiegare meglio al lettore che Janine perde la scarpa mentre è a cavalcioni della balaustra del ponte.

Altro dettaglio: la fai camminare scalza per un tempo indefinito, ma lasci pensare che possano essere ore. Questo non è credibile, camminare scalzi su asfalto e marciapiedi è molto doloroso.

Un'ultima cosa: fai un paio di allusioni al passato, che dovrebbero servire per suggerirci a grandi linee la storia di Janine: dici che tracciava figure nella terra giocando da piccola, e che ha abbandonato gli studi di ingegneria. Le due immagini rendono un po' confuso il personaggio perché una costruisce l'immagine di un passato povero e l'altra di una vita normale, quasi 'europea'.

Risolti questi dettagli penso che il racconto migliorerebbe molto, riuscendo a trasmettere al lettore la paura di Janine che teme di aver sprecato la sua seconda occasione.

Charlesdexter
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#10 » martedì 26 gennaio 2016, 18:33

Ciao Zebratigrata e grazie dell'osservazione sulla scarpa e sul camminare scalza. Riguardo agli studi in Africa è una cosa ricorrente che anche gli studenti siano poveri, ne conosco varie di storie, quindi per questo mi sembrava verosimile.

alexandra.fischer
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#11 » martedì 26 gennaio 2016, 21:24

La tua storia affronta un tema forte, l’Inferno è quello di una ragazza nigeriana che ha investito tutto quello che aveva per un futuro migliore (i risparmi, gli affetti, fino alla rinuncia agli studi in Ingegneria) per finire in un brutto giro (quel tacco leopardato mi ha pensare alla prostituzione) dal quale è uscita aggredendo Grace con un coltello, ferendola a una gamba ( Grace è un’assistente sociale dai modi un po’ troppo duri, se la fa vivere praticamente da prigioniera, sequestrandole addirittura il cellulare). Descrivi molto bene la sua fuga nella neve, che le costa le scarpe e il dileggio della gente. Un po’ di Cielo c’è nella scena della chiesa, nel frate rotondo che la fa entrare a scaldarsi e anche nella figura del Crocifisso, alla quale lei si rivolge con impeto. C’è anche il Cielo nella sua fede, che non l’abbandona neppure quando viene ammanettata, ma anche nel ricordo del gioco a Monteleone in Nigeria con le amichette nella scena dell’arrivo in centro città (il fatto che scaturisca vedendo le piastrelle del lastrico, è molto proustiano). Il tema Cielo Inferno è dunque molto ben svolto.

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Adry666
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#12 » giovedì 28 gennaio 2016, 15:56

Ciao Charlesdexter,

il tema è centrato, c’è l’inferno e c’è il cielo. Forse il problema principale è far “sentire” questo inferno e questo cielo anche a chi legge.
Concordo in parte con chi mi ha preceduto: nonostante una buona prosa e una bella idea, il racconto è un po’ privo di empatia. Troppa cronaca. Tuttavia il tema è molto attuale, di difficile gestione, e tu sei riuscita a inventarti una storia convincente. Complimenti!
Se fossi in te cercherei di riscriverlo facendo trasparire di più i sentimenti della protagonista.

Ciao
Adriano

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Rionero
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#13 » giovedì 28 gennaio 2016, 18:24

Ciao Charlesdexter,

Il tema l'hai trattato in maniera molto pragmatica, una scelta che ti premia sicuramente per originalità!
Per il resto secondo me il tuo racconto non riesce a coinvolgere. E' tutto troppo piatto, forse troppo raccontato come si usa dire qui, troppo poco ritmo e forse anche la scelta del punto di vista non favorisce il coinvolgimento con una storia che avrebbe tutto per colpire allo stomaco.

F.T. Hoffmann
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#14 » giovedì 28 gennaio 2016, 22:36

racconto piatto, senza mordente, quasi didascalico. Potrebbe essere una scelta, molto metatestuale di interpretare la fredda riflessione di una persona che ha vissuto troppi traumi, ma io credo sia solo imperizia. In ogni caso non mi piace il metatestuale.
Con un buon lavoro di riscrittura, di approfondimento sul personaggio, sulla sua psicologia, potresti tirarci fuori anche un racconto discreto. Tuttavia al momento non ci siamo, mi dispiace.

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antico
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Re: Le prove di Janine

Messaggio#15 » domenica 31 gennaio 2016, 11:19

Mmmh… Sembra tu abbia scritto a braccio senza una direzione ben precisa. Non c’è pathos, non si empatizza con la protagonista, cosa decisamente negativa per un tipo di racconto quale vuole essere questo. Non si capisce dove siamo, tra l’altro, e neppure il periodo storico, è tutto confuso. Pollice giù, mi spiace.

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