L'Originaria.

Fabiana Donato
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L'Originaria.

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2016, 22:56

<<C'era un tempo in cui non importava ai puri di cuore presenti nel "Campo dei fiori" la parola di un filosofo, figuriamoci se potevano contare quelle emesse dalla labile voce di una timidona come me. Cazzo se lo ero, tanto che le mie guance alla vista dei folti capelli marroni imperlati di rugiada di Stefan, diventavano rosse come quando il sole tramonta e il cielo si colora di porpora. L'amore non trova confini tra cielo e terra, tanto meno tra mari e monti, come poteva resistere il mio cuore a tutto questo desiderio? Non potevo far nulla, ma io tutto avrei fatto anche discendere dal paradiso ed essere torturata nell'inferno. Questo accadeva nel XVI secolo, allo sbocciare dei fiori e al maturare nella mia vera natura>>.

Era difficile per dei giovani imbattersi lontano dagli occhi indiscreti delle famiglie puritane.
"Abbassa gli occhi! Fai la scostumata adesso che stiamo andando a messa, vorresti mai che qualcuno scoprisse che guardi in modo peccaminoso quel moccioso!".
Colmare il suo obiettivo rendeva necessario ed allo stesso tempo insaziabile quello scambio di sguardi.
In estate a Elsa piaceva passeggiare, cogliere fiori e ascoltare la musica dolce del vento che le massaggiava la mente e le alleggeriva il cuore da tutte quelle restrizioni incessanti. Decise di seguire codesta sinfonia e di intonarla per lasciarsi trasportare in un luogo in cui poteva continuare a percepire la piccola brezza di libertà.
Trovò due gatti vicino al fiume:uno nero come l'onice, l'altro mescolava l'arancione, il bianco e il nero ai colori dei fiori e della terra. Prese in braccio il maculato, ma un violento rumore fluì nelle orecchie di Elsa, non c'era più il vento che l'aveva fatta sentire bene, perché si innalzò. Comparve una donna dalla pelle verdastra con due fessure invece degli occhi.
"Chi osa toccare i miei animali! Tu essere insignificante cosa ti porta nella mia foresta?!"
Una forza superiore la sollevò al viso di quell'essere nauseabondo.
"Mi hai invocato, io sono Traxset, come posso aiutare un' umana triste e svergognata come te". Era caduta nella trappola di un demone dell'inganno che con illusioni richiama a sé le persone per nutrirsi di delusione e malinconia. Si fece guidare dalle tenebre e ottenne un potere che l'avrebbe portata in luoghi che non poteva minimamente immaginare. Bastava prendere il gatto colorato e saltare dalla finestra più vicina per ritrovarsi nel luogo che desiderava, stessa cosa Stefan con il gatto nero.

Si amarono follemente in cima alla punta della Piramidi e nelle bianche spiagge bagnate dalla spuma, arrivò in Paradiso. Fino al giorno in cui non trovò più il gatto nero e il gatto maculato era triste. Saltò nella finestra e riconobbe il letto del castello, ma adesso vi pomiciavano Stefan e il demone. Non ci vide più, prese il bastone di ferro accanto il camino e li colpì così forte da sentire il loro sangue in bocca. Il demone in versione umana aveva i poteri più deboli e non aveva sentito alcun rumore. Elsa sentiva il vento.
<<Scappai nelle tenebre, ma le tenebre chiedono tenebre, la luce non esiste altrimenti che buio sarebbe? Ecco che io non ho altro se non l'oscurità per nascondermi dal paradiso che ho tanto amato per ritrovarmi nell'inferno del mio peccato. Ecco come è nata la Wicca originaria.>>



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antico
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Re: L'Originaria.

Messaggio#2 » lunedì 18 gennaio 2016, 23:15

Ciao Fabiana! Sfori di 269 caratteri e pertanto sei ammessa, ma con malus minimo. Tornerò a controllare a orario concluso per vedere se ha tagliato qualcosa. In ogni caso, buona Tarenzi Edition!

Fabiana Donato
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Re: L'Originaria.

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2016, 9:48

Ciao antico! Purtroppo un piccolo malus.. speriamo bene! Grazie e buona Tarenzi Edition a tutti!!!! :)

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Vastatio
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Re: L'Originaria.

Messaggio#4 » martedì 19 gennaio 2016, 22:15

Ciao,

devo ammettere che ho fatto tanta fatica a leggere il tuo racconto. Il genere rosa adolescenziale non è proprio il mio preferito: frasi così lunghe e cariche di aggettivi e similitudini non mi hanno fatto cambiare idea.
Non so se tu abbia tagliato selvaggiamente per cercare di ridurre i caratteri, ma in molti punti la storia e le dinamiche sono confuse.
In alcuni punti esageri con le descrizioni "l'altro mescolava l'arancione, il bianco e il nero ai colori dei fiori e della terra" poi rinsavisci e, al posto di chiamarlo gatto PANTONE (quali sono i colori dei fiori?), diventa il "maculato". Ti servono davvero tutti questi colori per distinguere i due gatti (tanto più che hai sforato anche il limite dei 3000)? Gatto bianco e gatto nero e puoi tornare a concentrarti sul resto.
Sono anche abbastanza convinto che tu non abbia riletto o, se lo hai fatto, non ad alta voce e cercando di "disamorarti" della storia. Sembra un consiglio stupido, ma leggere ad alta voce ti aiuta a capire meglio quando una frase ti sta "rubando ossigeno". Avresti trovto anche dove i tagli o i cambi di rotta mentre scrivevi avevano lasciato la frase monca o difficile da comprendere (ce ne sono tante).
Occhio anche ai termini che usi, alcune scelte le ho trovate fuori contesto (come "pomiciare") e all'eccessivo "raccontare" che rende certi passaggi troppo ingenui.

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francescocascione
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Re: L'Originaria.

Messaggio#5 » martedì 19 gennaio 2016, 22:31

Per alcuni appunti sono d'accordo con Vastatio.
L'idea mi è piaciuta con il tema amore/dannazione come incipit. Ma l'idea di perde per strada diluendosi nella necessità di raccontare, come volessi riempire degli spazi, spazi che poi mancano nel finale, rincorso.
Ho trovato un po' involuta la prosa e l'impressione è che ad un certo punto dovessi chiudere un fretta il racconto.
L'effetto che di un crescendo interrotto proprio quando quello messo in tavola poteva essere speso.

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AmbraStancampiano
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Re: L'Originaria.

Messaggio#6 » mercoledì 20 gennaio 2016, 0:24

Ciao Fabiana,
trovo che la storia e la declinazione del tema siano molto affascinanti, e anche il tono onirico del racconto non mi dispiace affatto.
La trama però in alcuni punti non è chiarissima, e si perde il focus sull'azione; hai voluto privilegiare lo stile, ma con un limite di caratteri così basso è meglio concentrarsi di più sul movimento e meno sugli aggettivi, che dilatano un po' troppo la narrazione e la rendono sfuggente.
Mi piace il riferimento alla wicca e la trasfigurazione dei due amanti in gatti, e con poche pennellate riesci comunque a darmi l'idea di una trama che nelle intenzioni era piuttosto complessa e interessante.
Nel complesso, con un migliaio di caratteri in più diventerebbe un racconto piacevole e affascinante.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

cristina.danini
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Re: L'Originaria.

Messaggio#7 » mercoledì 20 gennaio 2016, 10:18

Ciao Fabiana!
Purtroppo devo dire di aver fatto molta fatica anch'io a capire il racconto, ho dovuto leggerlo un paio di volte e comunque ho alcuni dubbi. Per quanto riguarda l'aderenza al tema mi è chiaro che i demoni rappresentino l'inferno, ma il cielo sarebbero i viaggi? Il loro amore?
Anche i puritani di cui parli all'inizio non capisco bene che senso abbiano, dato che poi non ricompaiono. Se la sola funzione è far nascondere i protagonisti forse sarebbe bastato un espediente più semplice.
Comunque sono sicura che con più battute a disposizione possa migliorare.
Buona fortuna!

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Hendioke
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Re: L'Originaria.

Messaggio#8 » mercoledì 20 gennaio 2016, 11:34

Mi è piaciuta molto l'ironia di contrapporre una citazione diretta dalla Wicca originaria, che per essere una creatura in giro dal XVI secolo si esprime come una adolescente, letterata ma adolescente, dei giorni nostri (con termini come "cazzo" e "timidona") a un racconto che spinge su uno stile molto aulico. Ecco, il problema è che spinge troppo sull'aulico e a tratti diventa pesante e confusionario. Il che è un peccato perché la storia, di per sé interessante (anche se più che trattare del tema "tra cielo e inferno" mi pare trattare il tema "paradiso e inferno, andata e ritorno"), ne soffre invece di esserne valorizzata. Infine, "Si amarono follemente in cima alla punta della Piramidi", ma cosa... XD
La Morte è l'ultima schiava che dà un senso al nostro vivere

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Jacopo Berti
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Re: L'Originaria.

Messaggio#9 » mercoledì 20 gennaio 2016, 13:42

Ciao Fabiana,
per la terza volta capita che io commenti un tuo racconto: ormai penso di vedere abbastanza chiaramente pregi e difetti.
Stavolta la lunghezza di periodi e paragrafi, secondo me, funziona. Le frasi finiscono e gli 'a capo' li metti quando serve.

Nel tuo racconto c'è molta fantasia "a briglie sciolte" e questo per certi aspetti è un bene, per altri no. È un bene quando si vede che certi elementi ti appartengono, che sono tuoi anche se sanno a volte di "già visto"; sono nuovi-per-te e questo si vede nella freschezza dello stile. Non è un bene quando le briglie sono troppo sciolte e passi dalle Piramidi al Paradiso, in tempi, o meglio, in una lunghezza di racconto (3000 battute) che non ti consente di giustificare, di ampliare, di scrivere un testo che regga se vuoi metterci dentro tutte ste cose.

Si vede che era un testo più lungo, che hai dovuto tagliarlo e hai lasciato certe cose proprio a metà. Si deve fare abbastanza sforzo per capire: "stessa cosa Stefan con il gatto nero." Era anche lui con Elsa quando trovarono i gatti? Oppure lei gli aveva dato il gatto nero e spiegato cosa fare? Da lì in poi è tutto confuso: "Saltò nella finestra e riconobbe il letto del castello, ma adesso vi pomiciavano Stefan e il demone": che castello? L'hai citato prima e poi tagliato? "ADESSO" vi pomiciavano Stefan e il demone. PRIMA l'avevano fatto altri, ma l'hai tagliato? Certo che, se è così, l'hai fatto per stare nei caratteri. Ma il lettore non può che essere perplesso in questa parte.

Alcune osservazioni precise:
- "Chi osa toccare i miei animali! Tu essere insignificante cosa ti porta nella mia foresta?!" Nei dialoghi, la punteggiatura è fondamentale. Devi lavorare molto su questo punto, secondo me. Leggiti la frase in testa e collega l'intonazione e le pause alle virgole e ai punti esclamativi o di domanda. Secondo me qui la punteggiature corretta sarebbe "Chi osa toccare i miei animali?! Tu, essere insignificante! Cosa ti porta nella mia foresta?".
- "Era caduta nella trappola di un demone dell'inganno che con illusioni richiama a sé le persone per nutrirsi di delusione e malinconia". Se il tono e lo stile fossero di una vera e propria fiaba, questo sarebbe l'intervento, consono, del narratore che spiega quel che sta succedendo. E queste circostanze sono un po' fiabesche, ma non abbastanza: si avvicina all'"infodump" ovvero tu che dici "FEEEERMI! Ora vi dico cosa volevo dire, ma non sono riuscita a dire perché c'era poco spazio (o tempo, o voglia, o strumenti)".
- Lo stile "aulico" c'è e non c'è, nella parte centrale. O meglio, si capisce che vorresti renderlo, ma di fatto non riesci, perché ci sono ancora errorini e ingenuità. "massaggiava la mente" "un violento rumore fluì nelle orecchie di Elsa". Verbi e immagini qui sono impropri, secondo me. Se un rumore è violento non fluisce: perfora, strazia, colpisce, rimbomba, rintrona...

Il tema è abbastanza rispettato. La riuscita complessiva non mi convince: era meglio, secondo me, il tuo racconto precedente, quello de "La tempesta".
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

Daniel Travis
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Re: L'Originaria.

Messaggio#10 » mercoledì 20 gennaio 2016, 22:47

Ciao Fabiana, e complimenti.
Vedo luci e ombre nel tuo racconto: c'è un'ispirazione, forte, e questo si sente ed è cruciale; la trama in sé funziona, classica forse ma anche potente; e alcune espressioni (esempio: "prese il bastone di ferro [...] e li colpì così forte da sentire il loro sangue in bocca") colpiscono in pieno e trascinano il lettore nel racconto.
Però, come hanno già notato altri, si nota la fretta di consegnare e soprattutto la scelta di scartare frammenti e comprimere (anziché eliminare determinati elementi della narrazione in toto) per rientrare nei famigerati 3000 caratteri. La conseguenza sono parti estremamente allungate a confronto con frasi, spiegazioni, "riassuntini" stringatissimi che catapultano fuori dal racconto. A parte questo, cambiamenti estremi e non sufficientemente motivati di tono rispetto all'atmosfera aulica dominante e problemi di punteggiatura (esempio: "Comparve una donna dalla pelle verdastra con due fessure invece degli occhi. "Chi osa toccare i miei animali! Tu essere insignificante cosa ti porta nella mia foresta?!""; seguendo la brevità della descrizione che priva di pathos la creatura e la punteggiatura del dialogo, si percepisce quasi una parentesi comica accidentale) impediscono alla storia di realizzare tutte le sue potenzialità.
Insomma, ci sono aspetti su cui lavorare nel trasferire la visione su carta (o meglio, tastiera), ma continua a puntare sulle splendide visioni che hai (miei personalissimi consigli e opinioni, ovviamente).
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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jimjams
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Re: L'Originaria.

Messaggio#11 » giovedì 21 gennaio 2016, 15:59

Lettura un po' faticosa con tante cose dentro. Forse la necessità di limitare la lunghezza ti ha costretta a tagliuzzare e quindi il risultato ne risente in chiarezza e respiro. Direi di non scoraggiarti e continuare a fare esperienza, la fantasia mi pare non ti manchi e la tecnica almeno in parte si può apprendere, leggendo e scrivendo.

PS
Il tuo gatto colorato (nero, bianco e arancione immagino), è un calicò, ed è necessariamente femmina :-) Ne ho avuta una e sono creature magiche davvero.

Charlesdexter
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Re: L'Originaria.

Messaggio#12 » martedì 26 gennaio 2016, 15:23

Ciao! Bella l’idea di un mondo alternativo in cui amarsi al di là del bene e del male. La tua storia potrebbe essere ben sviluppata ma allo stato attuale è molto grezza stilisticamente. Ad esempio Stefan compare all’improvviso, senza sapere chi sia. Il potenziale c'è e ci puoi lavorare per tirarlo fuori.
<<: alt+1-7-4 in successione sul tastierino numerico ti daranno « e alt+1-7-5 »
“ma io tutto avrei fatto anche discendere”, inserirei una virgola dopo “fatto”.
“Imbattersi”: manca l’oggetto, ci s’imbatte in qualcuno o qualcosa, altrimenti ci s’incontra.
“massaggiava la mente”, un po’ bruttina come metafora.
“fiume:uno”. Dopo i due punti andrebbe inserito uno spazio.
"Chi osa toccare i miei animali!” Dovresti inserire un punto interrogativo invece dell’esclamativo.
Ultima modifica di Charlesdexter il martedì 26 gennaio 2016, 21:48, modificato 2 volte in totale.

Fernando Nappo
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Re: L'Originaria.

Messaggio#13 » martedì 26 gennaio 2016, 21:12

Ciao Fabiana,
il tema mi sembra centrato, ma devo ammettere che ho fatto una certa fatica a seguire lo svolgimento del tuo racconto.
Alcune parti seguono una logica che non ho compreso fino in fondo. Per esempio, la strega inveisce contro Elsa per aver preso i suoi animali, ma subito dopo le offre il suo aiuto e le dona il potere. Tra l'altro:
un potere che l'avrebbe portata in luoghi che non poteva minimamente immaginare.

mentre invece i luoghi se li immagina benissimo: piramidi, bianche spiagge...

In alcune frasi mi pare che i verbi siano usati in modo non del tutto corretto.
All'inizio, per esempio:
Era difficile per dei giovani imbattersi lontano dagli occhi indiscreti delle famiglie puritane.

Imbattersi, dal dizionario Treccani, significa incontrare per caso, trovarsi inaspettatamente davanti a qualcuno. Per cui viene da chiedersi: imbattersi in chi? Tra di loro? In dolci fanciulle?
E qui:
Colmare il suo obiettivo rendeva necessario...

credo che il verbo colmare sia utilizzato in luogo di raggiungere.
E qui:
Prese in braccio il maculato, ma un violento rumore fluì nelle orecchie di Elsa, non c'era più il vento che l'aveva fatta sentire bene, perché si innalzò.

dove credo che innalzò stia per dire il contrario, ovvero che scemò, sparì. Anche se tutta la frase mi sembra poco chiara: il forte rumore non è ben chiaro cosa sia, soprattutto visto che il vento è sparito (se ho ben capito), e inoltre, visto che la frase comincia con un soggetto sottinteso, avrei preferirei un pronome in luogo del nome della ragazza. Inoltre, i tempi verbali non coincidono. La rivedrei, tipo così:
Prese in braccio il maculato, ma un violento rumore le fluì nelle orecchie: il vento che l'aveva fatta sentire bene era sparito.

Ma è solo un esempio, s'intende, e ci sarebbe ancora da qualificare il violento rumore con qualcosa di meglio definito, che mi faccia capire, se ho ben interpretato le tue intenzioni, che è il rumore che fa la strega al suo apparire.
Anche Stefan che verso la fine salta fuori un po' troppo all'improvviso è un ulteriore elemento che spiazza. È vero che ne fai menzione all'inizio, ma poi lo abbandoni.

Insomma, buone le intenzioni, ma mi pare che ci sia da lavorarci un po' su.
A rileggerci.

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Monica Patrizi
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Re: L'Originaria.

Messaggio#14 » mercoledì 27 gennaio 2016, 6:28

Ciao Fabiana,
Il tuo racconto appare piuttosto contorto nello stile, mescolando un linguaggio dei nostri tempi (cazzo, pomiciare ecc.) a quello più aulico del sedicesimo secolo.
Le frasi lunghe e l'uso improprio degli aggettivi rendono la lettura difficoltosa. Come hanno già segnalato i colleghi nei commenti precedenti, alcuni passaggi nella storia non sono chiari. Tuttavia è un bel racconto, sicuramente con maggior numero di caratteri a disposizione avresti potuto svilupparne le grandi potenzialità.

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alessandra.corra
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Re: L'Originaria.

Messaggio#15 » mercoledì 27 gennaio 2016, 14:42

Ciao Fabiana,
mi è piaciuta molto la vena creativa, la fantasia, usata per costruire questa storia. Amando il mondo felinoo ho anche apprezzato i tuoi personaggi a quattro zampe. :)
Ma concordo con quanti ti hanno già fatto notare che si fa fatica a seguire e capire la lettura, ci sono dei passaggi poco scorrevoli e nebulosi. Di sicuro con più tempo e maggiori caratteri a disposizione diventerebbe una buona storia.

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alberto.dellarossa
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Re: L'Originaria.

Messaggio#16 » venerdì 29 gennaio 2016, 20:29

Ciao Fabiana.

Perdonami la franchezza, ma il tuo racconto è difficilmente comprensibile. C'è una grossa confusione in ciò che dovrebbe - sembrerebbe - essere uno sviluppo molto lineare. Ha una dimensione onirica che non è sfruttata adeguatamente, ed è ulteriormente rovinata (passami il termine) da una voce narrante completamente al di fuori del suo tempo. Mi parli di XVI secolo con un linguaggio decisamente moderno. Potrebbe essere una scelta, per carità, ma non è in alcun modo motivata e pertanto poco giustificabile.
Per contro ci sono tutti gli elementi per un bel racconto: l'amore, il tradimento, il soprannaturale, due gatti (i gatti vanno sempre bene). Fossi in te smonterei il tutto e ricomincerei da capo ponendomi una domanda: cosa voglio raccontare?

Fabiana Donato
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Re: L'Originaria.

Messaggio#17 » sabato 30 gennaio 2016, 6:58

Partecipare alla Tarenzi edition è stato molto stimolante e soprattutto importante, perché i vostri commenti mi aiutano a crescere sotto il punto di vista della scrittura. Il mio obiettivo era di realizzare un racconto con delle sfumature un po' dark. Riconosco il mio difetto di essere troppo prolissa, tanto che mi perdo e ho dato per scontate della cose. Vorrei chiarire dei punti: il gatto arriva a Stefan perché si amano, arrivano in posti inimmaginabili perché lei è una ragazzina del'600 e vive in una famiglia di puritani per noi questi luoghi non lo sono ma per lei sono sconosciuti e i puritani non spuntano più perché sono personaggi di contorno, infine il suo linguaggio è moderno perché parla ai giorni nostri è la Wicca originaria ed è arrivata fin qui. Lo so il materiale c'era ma dovevo essere più chiara! Grazie a tutti per i vostri consigli! :) alla prossima! !

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