Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

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jimjams
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Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2016, 23:09

Adam entrò in ufficio, appese il soprabito e si accostò al mobile bar per un drink.
– Non dovresti bere nelle tue condizioni – disse una voce calda alle sue spalle.
Si voltò di scatto: c'era una ragazza bionda in un elegante tubino bianco sul divano. Sorrideva.
– Come sei entrata? Chi sei?
– È inutile agitarsi, vado dove voglio e di nomi ne ho tanti. Sono qui per un affare.
Lui tirò fuori il cellulare e chiamò la sicurezza, il telefono rimase muto.
– Dovresti ascoltarmi – commentò la donna.
Adam fece per andare verso la porta ma si bloccò, non c'era nessuna porta. Lei si alzò, aveva un corpo da mozzare il fiato.
– Chi diavolo sei? – chiese confuso.
Lei rise divertita: – L'hai detto. Mettiti comodo e ascolta la mia proposta. – Lo spinse sulla vicina poltrona.
– Tu sei ricco Adam, uno dei più ricchi del mondo, eppure non ti servirà, tra poco morrai e perderai ogni cosa.
– Lo so questo, è il nostro destino.
– Non proprio. Dovrai morire, lo ammetto, ma in quanto al denaro, ti offro la possibilità di portarne parte con te nell'aldilà.
Adam rise forte: – Vorrai dire all'inferno!
– Ah, l'inferno, sei così sicuro di meritarlo?
– Ci puoi giurare – rispose ridendo – quello mi tocca di sicuro.
La donna sorrise: – Inferno, paradiso, sono solo parole, il luogo dove finirai non è troppo diverso da questo: meglio essere ricchi che altrimenti. – Sollevò la gonna e si sedette sulla scrivania. – La mia offerta è questa: lascerai la somma che vorrai a una fondazione che io ti indicherò, in questo mondo, e noi te ne faremo avere un decimo nell'aldilà.
– E tu credi che io abbocchi a un'imbroglio del genere? Proprio io?
Lei gli mise in mano un biglietto. – I dati per la donazione, pensaci, non tutti hanno questa possibilità. – Lui abbassò lo sguardo per leggerlo, quando lo rialzò la donna non c'era più.
– Cavolo… – mormorò, ma andò a riporlo nel soprabito. Quando si voltò in mezzo alla stanza c'era un'altra donna, bruna, sui quaranta, con un tailleur scuro molto elegante e sobrio.
– Non ti fidare di quella, ti frega – disse la nuova arrivata.
Adam si guardò intorno, forse era il cancro a causargli quelle allucinazioni. Gli restava poco.
– Certo che non mi fido, non si portano soldi all'inferno.
– Bravo! – esclamò lei soddisfatta. – Devi farle con la gente giusta queste cose. Se ti affidi a noi, non solo garantiamo un trasferimento di denaro doppio, ma assicuriamo anche il passaggio in paradiso.
– Cosa?
– Ma certo! Perché con la donazione giusta, con un gesto di generosità vera, noi possiamo assicurarti il perdono.
– Il perdono?
– Assicurato!
Adam sentiva la testa pulsare, non stava affatto bene.
– Questo non è corretto – il grido veniva dalle sue spalle, si girò, era di nuovo la bionda. Furiosa.
– Gli affari sono affari – ribatté la bruna.
Le due si presero per i capelli.
Adam quasi sorrise vedendole avvinghiate, non era più sicuro di quale delle due fosse il demone e quale l'angelo.
Non ha importanza, in ogni caso è troppo tardi – pensò, con un filo di rimpianto, mentre spirava.



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antico
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#2 » lunedì 18 gennaio 2016, 23:25

Benvento anche a te, Mario! Limiti rispettati, buona Tarenzi Edition!

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jimjams
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#3 » lunedì 18 gennaio 2016, 23:27

Grazie, è stato divertente.

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Andrea Partiti
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#4 » mercoledì 20 gennaio 2016, 16:30

Intanto complimenti, mi piace la tua interpretazione del tema e finisci dritto nel gruppo di testa con le "interpretazioni originali". C'è lo scontro tra angeli e diavoli, ma coniugato in maniera leggera e divertente. Neppure il protagonista moribondo riesce ad abbattere questa atmosfera.
L'unico appunto che ti faccio è sui dialoghi. Mentre per i non-umani della storia può essere credibile un linguaggio non proprio naturale (in fondo possono avere le loro migliaia di anni, sarebbe comprensibile), per Adam serve una revisione generale. Personalmente mi piace leggere ad alta voce i dialoghi e "sentirli". Se suonano innaturali e/o buffi, vanno cambiati. Molte costruzioni corrette e buone dell'italiano, in un dialogo stonano.
Poi hai questo vizio che salta all'occhio di "legare" i dialoghi tra loro con aggettivi dimostrativi, questo quello etc. Mentre sarebbe normale e utile in una prosa qualsiasi, in cui racconti o descrivi quel che succede, due personaggi non li userebbero dialogando tra loro, lo lascerebbero sottinteso perché non serve sottolineare a cosa si riferiscono, dialogando, è automatico.
"Lo so questo, è il nostro destino" > "Lo so, è il nostro destino"
"quello mi tocca di sicuro" > "mi tocca di sicuro"
"Questo non è corretto" > "non è corretto"

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jimjams
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#5 » mercoledì 20 gennaio 2016, 16:48

Grazie Andrea per il commento, cominciavo a pensare che il raccontino facesse tanta pena da non farvi trovare il coraggio di dirmelo :-)

I dialoghi sono sempre la parte più difficile, in questo caso non mi sembrano così male ma ammetto che non ne ero completamente soddisfatto neanche io. D'altra parte per condensare le cose e rendere comunque tutto quello che c'era da dire si finisce per forzare un po' la mano, onore a chi riesce a fare meglio, e ne ho letti alcuni qui bravi.

I vari questo e quello sinceramente non so se li toglierei tutti revisionando il testo, in parte sì, sicuramente non l'ultimo che hai citato perché secondo me ci sta. Ma insomma, l'editor tocca sempre ascoltarlo :-)

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Andrea Partiti
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#6 » mercoledì 20 gennaio 2016, 16:51

Come sempre, i commenti sono personali e discutibili. Vanno bene per scoprire i "punti ciechi" di quel che si scrive, mica accettati come verità assoluta :)

alexandra.fischer
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#7 » mercoledì 20 gennaio 2016, 19:58

PECUNIA NON OLET di Mario Pacchiarotti Carina, come storia, a partire dal titolo: I soldi non puzzano. Vale per le due emissarie venute a convincere il magnate in punto di morte a fare affari con loro, così potrà portarsi nell’aldilà una parte dei soldi. La prima, bionda, bellissima e in tubino bianco, viene dall’Inferno. La seconda, in tailleur nero e quarantenne, viene dal paradiso. Peccato che lui non possa fare affari con nessuna delle due, perché muore prima. Mi chiedo a quale fondazione avrebbe dovuto versarli a nome dell’inferno (potendosi tenere un decimo della somma). Interessante l’offerta dell’emissaria del paradiso (può tenersi il doppio del denaro, con passaggio diretto per il paradiso, previo atto di generosità e donazione giusta). Può diventare l’incipit di un romanzo (togliendo la morte di lui, oppure, facendogli fare affari post-mortem).

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jimjams
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#8 » giovedì 21 gennaio 2016, 10:27

I tuoi commenti Andrea erano e sono ben accetti, credo che lo spirito del gioco sia proprio quello di aprirsi alle opinioni di altri, e d'altra parte spiegare il proprio punto di vista.

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jimjams
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#9 » giovedì 21 gennaio 2016, 10:29

Ciao Alexandra, libera l'immaginazione, potrebbe essere una fondazione davvero cattiva, come quelle che finanziano più o meno apertamente terrorismo e guerre, oppure qualcosa di meno realistico e più divertente. Come quelle di Dio, anche le strade del diavolo sono infinite :-)

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eleonora.rossetti
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#10 » giovedì 21 gennaio 2016, 11:10

Ciao Mario,
confesso che in effetti anche io, come il protagonista, sono davvero confusa su chi sia il demone e chi l'angelo, anche perché secondo me è il Diavolo che tenterebbe l'uomo con l'offerta più allettante (tutti i soldi e anche l'indulgenza), cosa che un vero Angelo (che dovrebbe predicare valori come umiltà ecc.) secondo me non farebbe mai.
Divertente e secondo me anche indicato il catfight finale delle due donne.
Unica nota a margine, forse avrei dato maggiori avvisaglie del malessere per far sì che l'uomo desse retta "al primo colpo" a ciò che dicono le due donne: che ha il cancro, però le avvisaglie giungono di punto in bianco. Mi fa pensare che abbia un tumore al cervello (testa che pulsa, allucinazioni), ma per uno che ormai è in punto di morte sembra scoppi di salute. Per il resto, un racconto molto simpatico, bravo ;)
Uccidi scrivendo.

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jimjams
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#11 » giovedì 21 gennaio 2016, 14:58

In effetti Eleonora l'unico punto in cui è chiaro chi sia il diavolo è rappresentato da quel "L'hai detto." della bionda.
Per il resto, entrambi sono lontane dallo schema tradizionale e si gira intorno al concetto irriverente che gli ultraterreni abbiano in conto il denaro quanto se non più di noi poveri mortali. E poi, chissà, magari entrambe non sono che il frutto del delirio di un uomo morente :-)
Sull'idea base di questo raccontino credo ne scriverò uno più lungo che ho in mente. Qui lo spazio non bastava :-)

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eleonora.rossetti
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#12 » giovedì 21 gennaio 2016, 15:05

jimjams ha scritto:In effetti Eleonora l'unico punto in cui è chiaro chi sia il diavolo è rappresentato da quel "L'hai detto." della bionda.
Per il resto, entrambi sono lontane dallo schema tradizionale e si gira intorno al concetto irriverente che gli ultraterreni abbiano in conto il denaro quanto se non più di noi poveri mortali. E poi, chissà, magari entrambe non sono che il frutto del delirio di un uomo morente :-)

Infatti era quello che dicevo, l'inganno (che funziona) in questo racconto è il modo di porsi dei due, che agiscono forse un po' fuori dagli schemi che uno si aspetta. Solitamente è il Diavolo l'unico tentatore, mentre invece è l'Angelo che cerca di prenderlo per la gola ;)
Uccidi scrivendo.

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Jacopo Berti
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#13 » giovedì 21 gennaio 2016, 16:14

Ciao Mario,
il tuo racconto è simpatico e leggero, ben scritto. Mi sono divertito e ho seguito con interesse il dialogo come per una piece teatrale ben recitata. Anche il finale da questo punto di vista, me lo sono immaginato come teatrale: loro che si azzuffano in primo piano e lui che spira in fondo vicino alle quinte.

Qualche piccola cosa che, secondo me, può essere migliorata:
- C'è un'allitterazione un po' fastidiosa (ti ho detto, sì, che "ascolto" sempre i dialoghi): "possibilità di portarne parte con te".
- "Non ha importanza, in ogni caso è troppo tardi - pensò": in rari casi mi piacciono i pensieri riportati come discorso diretto, e qui non mi piace. Avrei preferito se tu avessi mostrato qualcosa di più e non fatto pensare qualcosa al protagonista.

In ogni caso, è un piacere leggerti, anche nei commenti che hai fatto nel mio e negli altri gironi, sempre franchi, cortesi e volti a evidenziare gli aspetti positivi.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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jimjams
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#14 » giovedì 21 gennaio 2016, 16:48

Timetrapoler ha scritto:- C'è un'allitterazione un po' fastidiosa (ti ho detto, sì, che "ascolto" sempre i dialoghi): "possibilità di portarne parte con te".
- "Non ha importanza, in ogni caso è troppo tardi - pensò": in rari casi mi piacciono i pensieri riportati come discorso diretto, e qui non mi piace. Avrei preferito se tu avessi mostrato qualcosa di più e non fatto pensare qualcosa al protagonista.


Portarne parte con te, eh sì, in effetti è un po' uno scioglilingua, si può migliorare anche come credibilità della frase.

Sotto mi sono dimenticato il corsivo a evidenziare il pensiero. La chiusura un po' veloce è dovuta alla potatura che ho dovuto fare per passare dai quasi 5000 caratteri del racconto appena sfornato alla versione rilasciata.

Grazie per il commento!

mario

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francescocascione
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#15 » giovedì 21 gennaio 2016, 23:40

Ciao Mario

Visione materialistica dell’aldilà con Angeli e Demoni in versione Agente di vendita alla ricerca di nuovi clienti. Variazione sul tema delle indulgenze. Racconto in forma di dialogo tenuto bene, si lascia leggere bene.
Mi è piaciuta la creazione dell’ambiente con elementi che spariscono ed altri che appaiono. Il tutto ben cadenzato. Il gioco per spartirsi le anime su un livello commerciale è reso credibile, e funziona.

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jimjams
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#16 » venerdì 22 gennaio 2016, 8:12

francescocascione ha scritto:Ciao Mario

Visione materialistica dell’aldilà con Angeli e Demoni in versione Agente di vendita alla ricerca di nuovi clienti. Variazione sul tema delle indulgenze. Racconto in forma di dialogo tenuto bene, si lascia leggere bene.
Mi è piaciuta la creazione dell’ambiente con elementi che spariscono ed altri che appaiono. Il tutto ben cadenzato. Il gioco per spartirsi le anime su un livello commerciale è reso credibile, e funziona.


Carino ma non ti ha colpito più di tanto, dico bene?

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maria rosaria
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#17 » venerdì 22 gennaio 2016, 13:58

Ciao Mario.
Molto divertente! Tema centrato e sviluppato in modo originale. In fondo nessuno di noi può sapere se esistano veramente il paradiso e l’inferno e anche a me viene spesso il dubbio che sia tutta una montatura…
A parte gli scherzi ho apprezzato non solo l’idea ma anche il modo in cui hai scritto il racconto. Stile asciutto e senza fronzoli. Come piace a me. Complimenti.
Maria Rosaria

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Vastatio
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#18 » venerdì 22 gennaio 2016, 21:48

Ciao,

mi è piaciuta sia l'idea che la realizzazione. Ironico e divertente. Se devo trovare qualcosa che mi ha deluso (ma solo perché mi hai viziato con delle ottime premesse) è il finale. Non tanto per la morte del protagonista, ma perché mi aspettavo un altro capovolgimento, con le due donne in realtà entrambe "diavoli" e un angelo "arrivato troppo tardi", magari proprio distratto dal catfight. Capisco però che il tuo focus doveva essere e rimanere là dove indica il titolo.

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erika.adale
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#19 » lunedì 25 gennaio 2016, 7:57

Racconto davvero divertente e ben pensato. Alla fine inferno e paradiso si mettono sullo stesso piano, angeli e demoni che pubblicizzano il loro prodotto per due soldi in più. L'unica minima perplessità va al protagonista, che arriva fresco come una rosa, si fa un drink e, apparentemente dopo pochi minuti, spira. Per altro, perfettamente rassegnato al suo destino. Unica avvisaglia, il dubbio di avere un'allucinazione e il "non sentirsi affatto bene". Ecco, lo rendere un malato terminale più credibile, anche dal punto di vista psicologico.

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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#20 » lunedì 25 gennaio 2016, 16:26

erika.adale ha scritto:Racconto davvero divertente e ben pensato. Alla fine inferno e paradiso si mettono sullo stesso piano, angeli e demoni che pubblicizzano il loro prodotto per due soldi in più. L'unica minima perplessità va al protagonista, che arriva fresco come una rosa, si fa un drink e, apparentemente dopo pochi minuti, spira. Per altro, perfettamente rassegnato al suo destino. Unica avvisaglia, il dubbio di avere un'allucinazione e il "non sentirsi affatto bene". Ecco, lo rendere un malato terminale più credibile, anche dal punto di vista psicologico.


La credibilità del malato l'avete segnalata in più d'uno, perciò, anche se nei miei intenti la situazione era lineare, è evidente che non sono riuscito a renderla.
L'idea era che lui non fosse ancora in punto di morte, sta male, sa che deve morire, ma insomma c'è ancora un po' di tempo. Lo stesso pensano le due creature angeliache, di avere tutto il tempo per la trattativa e le azioni necessarie.
Gli avvenimenti però, lo stress, la pressione o semplicemente il fato, fanno precipitare la situazione e l'uomo muore.

Dai, se decido di riscriverlo o di trarne un racconto di più vasto respiro, farò in modo da centrare meglio la cosa.

Grazie e alla prossima.

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marco.roncaccia
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#21 » lunedì 25 gennaio 2016, 22:02

Ciao Mario,
racconto divertente e leggero il tuo. Una globalizzazione che dal mondo terreno si espande all’aldilà e, se nel nostro mondo la destra e la sinistra finiscono per essere molto simili nei contenuti, in quello ultraterreno sono paradiso e inferno a essere livellate dal denaro. La maggiore debolezza del racconto, a mio avviso è nella caratterizzazione del protagonista, non del tutto convincente (soprattutto la sua morte improvvisa). In ogni caso una buona prova.

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Andrea Partiti
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#22 » martedì 26 gennaio 2016, 12:42

Un dubbio che mi è venuto, girellando una seconda volta per i racconti.

Il nome del protagonista, Adam, ha un significato simbolico di qualche genere, nel tuo racconto? Ho provato a cercare una qualche analogia, senza riuscirci.
Visto che il tema è già carico di interpretazioni e reinterpretazioni, stratificate secolo dopo secolo, forse userei un nome meno famoso (ma sempre biblico), per non sovraccaricare chi legge.

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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#23 » martedì 26 gennaio 2016, 17:29

Ciao Mario, ben trovato!
Il racconto mi è piaciuto, spiritoso, il tema è rispettato, c'è uno spunto di riflessione interessante: non è tanto importante chi sia il diavolo o l'angelo. Per la mia sensibilità, mi verrebbe da applicarlo in un contesto umano molto umano proprio rispetto a coloro che chiedono donazioni per l'una o l'altra setta o fede promettendo chissà che nell'aldilà o nell'aldiqua.
Se devo trovare un difetto, avrei voluto una caratterizzazione più forte del protagonista, un suo prendere posizione, mi sarebbe piaciuto vedere una tua versione, diciamo, di Tony Stark di Iron Man in questa situazione, un tipo più frizzante, con tutti i soldi che ha fatto. Invece sembra piuttosto piatto e rassegnato, come persona.
Alla prossima! ;-)

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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#24 » mercoledì 27 gennaio 2016, 11:05

Andrea Partiti ha scritto:Un dubbio che mi è venuto, girellando una seconda volta per i racconti.

Il nome del protagonista, Adam, ha un significato simbolico di qualche genere, nel tuo racconto? Ho provato a cercare una qualche analogia, senza riuscirci.
Visto che il tema è già carico di interpretazioni e reinterpretazioni, stratificate secolo dopo secolo, forse userei un nome meno famoso (ma sempre biblico), per non sovraccaricare chi legge.


No, in realtà ammetto che non è casuale. In fondo Adamo è stato il primo uomo ad essere conteso tra paradiso (l'eden, Dio) e inferno (la terra, il serpente). E anche in quel caso se rileggi la genesi con occhio critico c'è una certa ironia nel modo in cui questo accade. Vedi l'incipit di "Buona Apocalisse a tutti" di Gaiman&Pratchett, dove Azraphel e Crowley discutono comicamente proprio sulle modalità della cacciata di Adamo dall'eden :-) (Funny if we both got it wrong, eh? Funny if I did the good thing and you did the bad one, eh?)

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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#25 » giovedì 28 gennaio 2016, 0:39

Un racconto molto divertente, veloce e diretto. Spesso si cercano di creare storie fin troppo seriose quando puntare sulla leggerezze a mio avviso spesso paga. Lo stile colloquiale ben si adatta alla vicenda, avrei gradito forse una maggiore caratterizzazione dei personaggi, ma sono solo dettagli che avrebbero dato spessore a una storia già buona.

Daniel Travis
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#26 » giovedì 28 gennaio 2016, 12:33

Ciao Mario, e complimenti: come hanno già detto altri, un racconto semplice, diretto e divertente, il che non è per niente facile da fare in qualche ora e 3000 caratteri. L'unico difetto che posso trovare è che forse il finale è che il finale potrebbe essere stilisticamente più d'impatto, così com'è tende quasi a scivolare via, ma per il resto un'ottima prova: continua così.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Federico Martello
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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#27 » giovedì 28 gennaio 2016, 23:57

Ciao Mario
Devo dire di aver trovato il tuo racconto parecchio interessante, complimenti! La sensazione che mi rimandava era parecchio “pulp” e non posso dire che la cosa mi dispiaccia, sarà stato per il contesto o per i personaggi, a tratti ci ho visto del Bukoswki nel romanzo, appunto, “Pulp” (sperando di non farti commento sgradito nel caso tu non gradisca l’autore in questione, per me la cosa si intende ovviamente come un complimento). Ho molto apprezzato la disputa angelico/demoniaca tra la bionda e la mora, sia per i mezzi di convincimento che per il totale degenerare alla fine, un po’ meno ho gradito la prematura dipartita di Adam, che nel corso della lettura mi aveva dato l’idea di essere si malato, ma ancora in salute (e ho letto nei commenti che l’idea era che la situazione avesse accelerato il normale decorso della cosa, uccidendolo prima; accetto ovviamente la spiegazione, in quanto dell’autore, ma rifacendomi al solo testo non posso dire si tratti di un elemento particolarmente visibile o comprensibile, quindi mi sento di confermare la nota sull’errore). Oltre a questo non ho molto da dire, se non i miei complimenti per l’idea e per la realizzazione, stilisticamente all’altezza dell’idea e dei personaggi. Tema ovviamente rispettatissimo.

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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#28 » venerdì 29 gennaio 2016, 14:22

Federico Martello ha scritto:Ciao Mario
Devo dire di aver trovato il tuo racconto parecchio interessante, complimenti! La sensazione che mi rimandava era parecchio “pulp” e non posso dire che la cosa mi dispiaccia, sarà stato per il contesto o per i personaggi, a tratti ci ho visto del Bukoswki nel romanzo, appunto, “Pulp” (sperando di non farti commento sgradito nel caso tu non gradisca l’autore in questione, per me la cosa si intende ovviamente come un complimento). Ho molto apprezzato la disputa angelico/demoniaca tra la bionda e la mora, sia per i mezzi di convincimento che per il totale degenerare alla fine, un po’ meno ho gradito la prematura dipartita di Adam, che nel corso della lettura mi aveva dato l’idea di essere si malato, ma ancora in salute (e ho letto nei commenti che l’idea era che la situazione avesse accelerato il normale decorso della cosa, uccidendolo prima; accetto ovviamente la spiegazione, in quanto dell’autore, ma rifacendomi al solo testo non posso dire si tratti di un elemento particolarmente visibile o comprensibile, quindi mi sento di confermare la nota sull’errore). Oltre a questo non ho molto da dire, se non i miei complimenti per l’idea e per la realizzazione, stilisticamente all’altezza dell’idea e dei personaggi. Tema ovviamente rispettatissimo.


Amo Bukowsky, magari ci assomigliassi anche vagamente :-)
E insomma, Adam è troppo moscio. Si può ovviare.
Togliamo un paio di righe che preparano il malore e guadagniamo spazio, non ho fatto i conti ma insomma ci si dovrebbe riuscire a rientrare :-)

...
Adam quasi sorrise vedendole avvinghiate, non era più sicuro di quale delle due fosse il demone e quale l'angelo.
Non aveva importanza, gettò sopra di loro la polvere sacra e recitò il mantra, in breve erano entrambe immobili.
La porta ricomparve, il telefono squillò. Rispose subito.
- Sì, tutto fatto, potete venire a prenderle. Queste due però me le pagate il doppio. Metà qui, metà nell'aldilà.
Chiuse soddisfatto, fare affari col Purgatorio era sempre un piacere.

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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#29 » venerdì 29 gennaio 2016, 14:24

Daniel Travis ha scritto:Ciao Mario, e complimenti: come hanno già detto altri, un racconto semplice, diretto e divertente, il che non è per niente facile da fare in qualche ora e 3000 caratteri. L'unico difetto che posso trovare è che forse il finale è che il finale potrebbe essere stilisticamente più d'impatto, così com'è tende quasi a scivolare via, ma per il resto un'ottima prova: continua così.


Grazie!

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Re: Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Messaggio#30 » domenica 31 gennaio 2016, 19:04

Molto bene, racconto che mi è piaciuto molto. Un solo difetto: nonostante tu abbia disseminato in corso di testo richiami all'imminenza della sua fine, mi sembra eccessivo che tiri le cuoia quando è ancora così abile da recarsi in ufficio in giacca e cravatta. Me lo vedrei meglio a letto, il protagonista, magari proprio in ufficio, mentre cerca di gestire fino all'ultimo i suoi affari, sarebbe stato perfetto. Pollice non totalmente su solo per quello.

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