Morire

diego.ducoli
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Morire

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2016, 0:43

Concetta guardava i parenti piangere intorno al letto.
In realtà vedeva anche se stessa, visto che “galleggiava” a circa due metri d'altezza.
Era morta, lo sapeva, ma la cosa non la turbava particolarmente.
La infastidiva vedere i suoi occhi, gli ricordavano quelli del pesce vecchio al mercato, per non parlare del rivolo di bava misto a sangue che gli colava dalla bocca.
“Disgustoso” pensò, distogliendo lo sguardo dalla sua carcassa.
I vari cugini, fratelli e nipoti erano arrivati come locuste, pronti a divorarsi la cospicua eredità.
“Era cosi giovane” strillava zio Vito.
“Non siamo pronti per dirgli addio” gracchiò qualcun altro.
Concetta avrebbe voluto non dagli torto, in fondo aveva solo novantotto anni, l'epatite, un tumore al cervello, un paio di infarti alle spalle e il colon irritabile. Se qualcuno di loro fosse passato a trovarla negli ultimi anni, si sarebbero accorti che non era più una ragazzina.
Un tiepido vento iniziò a soffiare. Concetta cercò di ignorarlo ma le correnti si fecero più intense.
Il suo corpo, o almeno quella sorta di essenza invisibile che era diventata, venne sbatacchiato per la stanza. Sapeva di non dover andare, non era il momento.
Non era propriamente uno stinco di santo, aveva avuto un paio di matrimoni e dozzine di amanti, beveva, adorava il gioco d'azzardo e insieme ad un altro paio di viziucci non la rendevano papabile per il paradiso.
Il vento la spinse contro una parete, il pavimento si ruppe e delle lingue di fiamma purpuree si allungarono sulla parete.
“Dove cazzo sono” sbottò.
Le fiamme gli avvolsero le caviglie, o almeno cosi gli sembrava, ma il dolore che provava era comunque reale.
La porta si spalancò e due figure di nero vestite fecero calare il silenzio nella stanza.
L'avvocato Maretti estrasse una lettera, il suo testamento.
Concetta non riusciva sentire le parole, ogni rumore era offuscato dal crepitare del fuoco.
Si sentiva tirare verso il basso, il peso era insopportabile.
Ma non voleva perdersi quel momento.
La lettura delle sue ultime volontà terminò, i volti addolorati divennero rabbiosi.
L'altra figura vestita di nero, il reverendo Gennaro, si affrettò a segnargli la fronte con dell'olio.
Le fiamme svanirono, e cosi anche il dolore, il vento divenne una brezza gentile e Concetta si senti spingere verso il cielo da migliaia di mani delicate.
Concetta getto un ultimo sguardo alla sua famiglia che fissava sbigottita il prelato.
“Gli dedicheremo la nuova canonica, santa donna. Incompresa da tutti,ma ho sempre creduto che la sua anima era votata al Divino” tuonava Don Gennaro tra un' Ave Maria e un Eterno riposo.
E tra le preghiere e alcune maledizioni Concetta, con un gran sorriso, se ne andò.



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antico
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Re: Morire

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2016, 0:56

Parametri rispettati anche per te, Diego! Buona Tarenzi Edition!

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jimjams
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Re: Morire

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2016, 23:57

Commento:

4) Morire di Diego Ducoli
Che posso dire, se avete letto il mio racconto potete capire che questo non può non piacermi. Buona l'idea che partendo da un cliché, l'anima che guarda il proprio corpo, ne trae un gioco piuttosto ironico e pungente. Ben raccontato, con qualche sbavatura perdonabile visti i tempi. Tema direi centrato perfettamente conservando una certa originalità. Nonostante questo non ha insidiato le posizioni dei racconti sul podio.

cristina.danini
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Re: Morire

Messaggio#4 » mercoledì 20 gennaio 2016, 7:35

Ciao Diego, ben ritrovato!
Concordo con quel che ti hanno detto: il racconto sembra partire da uno dei più classici dei cliché, inclusa la donna lodata durante l'elogio (anche se apprezzo molto l'anima che racconta la dissacrante verità, è molto ironica!).
Il colpo di scena finale lascia aperte diverse strade di interpretazione, tutte egualmente apprezzabili: forse la defunta odiava la sua famiglia, forse era solo indispettita perché era da tempo che non venivano a visitarla. Con ogni probabilità non era molto religiosa, anzi, pensava più a godersi la vita, ma a quanto ho dedotto ha lasciato infine tutto alla chiesa per far rodere i famigliari e guadagnarsi allo stesso tempo il paradiso. Davvero carino!

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Callagan
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Re: Morire

Messaggio#5 » mercoledì 20 gennaio 2016, 12:21

Ciao, Diego. Probabilmente quello che ho apprezzato maggiormente del racconto sono state le descrizioni della donna sul letto di morte. Crude, reali, da mettere i brividi. A parte questo, sia gli sviluppi che la trama in sé stessa sono molto standardizzati e purtroppo tutto ha il sapore di già visto. Hai interpretato il tema in un modo classico, ma la donna che tra cielo e inferno si salva in extremis dalla dannazione eterna attraverso una donazione terrena alla chiesa... insomma... mi porta a pensare che ancora siamo nel medioevo (un medioevo che allunga i suoi rami fino al XXI secolo). Ci sta che tu abbia immaginato che una donazione terrena possa influire sulla vita eterna nonostante questa sia stata vissuta nel peccato, ma non mi convince (e sia chiaro, per quest'ultima riflessione mi sono posto in un'ottica "cattolica").

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Angela
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Re: Morire

Messaggio#6 » mercoledì 20 gennaio 2016, 14:17

Morire di Diego Ducoli.

Caspita che bel racconto! Mi è piaciuto in toto, le descrizioni sono ottime e quel senso indefinito di attesa che solo nel finale, con un bel colpo di coda, si ribalta. Penso che tra quelli che ho letto fino ad ora, questo sia l'unico che ha centrato il tema al 100% e mi auguro di vederlo tra i finalisti. Gli appunti sono pochi e riguardano sciocchezze. Pollice decisamente alzato per l'idea e la gestione del testo.

Le fiamme gli avvolsero le caviglie,

Stiamo parlando di una femmina. Le.

L'avvocato Maretti estrasse una lettera, il suo testamento.

Dopo lettera, due punti.

La lettura delle sue ultime volontà terminò, i volti addolorati divennero rabbiosi.
Al posto della virgola, ci vedrei la congiunzione “e”.

Concetta getto un ultimo sguardo alla sua famiglia
Refuso “gettò”.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Rionero
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Re: Morire

Messaggio#7 » mercoledì 20 gennaio 2016, 15:00

Ciao Diego,

Mi è piaciuta moltissimo l'ironia e la sincerità caustica con cui la protagonista guarda alla sua vita da morta: questo rende interessante un racconto che per il resto non si riesce a discostare dal cliché.

Stessa cosa vale per lo stile: quando si discosta dal cliché per raccontare la storia passata della morta è molto efficace!
Per il resto mi suona male questa frase:
"Le fiamme gli avvolsero le caviglie, o almeno cosi gli sembrava, ma il dolore che provava era comunque reale."
Ho capito il senso ma non è stato immediato.

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ceranu
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Re: Morire

Messaggio#8 » sabato 23 gennaio 2016, 23:59

Ciao Diego. Storia divertente e ben gestita. Magari andrebbe ripulito un po', c'è qualche refuso e un paio di tempi che traballano, ma nel complesso nulla di irreparabile (c'è un gli per un le che farebbe imbestialire molti).
La protagonista è stronza al punto giusto e i parente stereotipati e fasulli quanto basta.
Nel complesso è una lettura godibile.
Ciao e alla prossima.

F.T. Hoffmann
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Re: Morire

Messaggio#9 » lunedì 25 gennaio 2016, 22:05

Usare un clichè non è sempre un errore, e tu lo dimostri molto bene. il racconto è lineare, semplice e sufficientemente ben costruito. Attenzione però alle continue negazioni: fai frasi più dirette, che senso ha riempire le frasi di "non", quando puoi renderle positive e immediate!
"ma la cosa non la turbava particolarmente." -la cosa la lasciava indifferente
"Concetta avrebbe voluto non dagli torto" - Concetta gli avrebbe dato volentieri ragione
"accorti che non era più una ragazzina." - accorti di quanto era decrepita.
"Sapeva di non dover andare, non era il momento.Non era propriamente uno stinco di santo," (qui ti sei proprio sbizzarrita) - Sapeva di dover restare, c'era ancora una cosa che la tratteneva. Certo, i vizi e gli ozi le erano stati di grande conforto negli ultimi tempi..."

Vedi, facile no?

Regan
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Re: Morire

Messaggio#10 » lunedì 25 gennaio 2016, 23:24

Ciao!
Per quanto il finale e l’inizio sono interessanti, è la parte a metà che non mi è tanto piaciuta. Una sequela di vizi confusi con dei peccati reali sono sul sottile filo della caratterizzazione estremizzata del personaggio e dello stereotipo. Per quanto l’idea arcaica di ‘cattiva condotta’ poi si rifaccia su quella della salvezza per dei meri cavilli (immagino monetari, ma l’esito mi ricorda vagamente quella di Boccaccio), risolve un po’ ma nel contesto fa perdere quell’aura divertente iniziale. Poi ci sono pochissime descrizione che mi hanno reso non immediato capire chi era chi, come le figure nere che entrano e poi sono l’avvocato e il giudice (“di nero vestite” mi fanno pensare ai cupi mietitori più che a persone vere).

Zebratigrata
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Re: Morire

Messaggio#11 » lunedì 25 gennaio 2016, 23:57

Ciao Diego,

il tuo racconto è nettamente in tema, con l'anima di Concetta sospesa a metà tra cielo e inferno che si salva all'ultimo grazie all'estrema unzione. Il ritmo è scorrevole, ma la parte più interessante -e divertente - della vicenda non è tanto quella relativa al destino dell'anima di Concetta quanto l'attesa per vedere che faccia faranno i parenti una volta letto il testamento.

Ci sono alcuni dettagli però che minano la credibilità del tutto (o almeno della parte 'terrena' del racconto):
- non credo che l'estrema unzione possa essere amministrata a una persona già morta.
- mi risulta che sia necessario segnare con l'olio non solo la fronte ma anche le mani dell'infermo, ed è necessaria una breve preghiera di accompagnamento. Perciò forse questo salvataggio 'in extremis' non avrebbe funzionato benissimo, serve un po' più di tempo ;-)
- il testamento non deve essere aperto da un avvocato ma da un notaio (supponendo che il tuo racconto sia ambientato in tempi recenti, in passato non so).

Noto che scrivi sistematicamente 'gli' al posto di 'le' per dire 'a lei'. Te lo faccio notare perché salta all'occhio e dato che tutti gli altri pronomi, aggettivi e simili relativi a Concetta sono correttamente accordati al femminile penso che potrebbe non trattarsi di una semplice svista.

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Adry666
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Re: Morire

Messaggio#12 » martedì 26 gennaio 2016, 9:30

Ciao Diego,

il tema è centrato, ma appare come se lo fosse stato un po’ “forzatamente”: quell’oscillare tra fiamme e cielo mi appare un po’ troppo macchinoso.
Il tuo racconto è scritto bene ma non mi ha preso più di tanto anche perché non penso che donare alla chiesa i propri beni dopo una vita di “peccato” possa bastare a farsi catapultare nelle braccia degli angeli. Non so, qualcosa non mi torna.
C’è qualche refuso, che ho visto ti è stato già segnalato prontamente.

Comunque nel complesso buon lavoro

Ciao
Adriano

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Flavia Imperi
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Re: Morire

Messaggio#13 » venerdì 29 gennaio 2016, 15:15

Ciao Diego!
Il tuo racconto è scorrevole, ben scritto e ironico al punto giusto. Manca qualche finale accentata qui e lì, ma per il resto non ho notato grossi errori. Stona un po' la frase "dove cazzo sono" detta da una vecchietta, anche se come scopriamo, non è propriamente una santa. Mi sembra di capire che abbia lasciato tutto alla chiesa, tuttavia avrei esplicitato meglio questo passaggio, completando magari la frase del prete. Il tipo di storia è classica e divertente. Un buon racconto.
Buon contest!
Siamo storie di storie

Daniel Travis
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Re: Morire

Messaggio#14 » venerdì 29 gennaio 2016, 18:46

Ciao e complimenti: il racconto scorre bene, e colpisce positivamente nella sua semplicità. Lo ammetto, mi sarebbe piaciuto vedere sia la situazione che i personaggi più approfonditamente delineati, ma questo forse è più che altro da imputare al limite di caratteri: con così poco spazio riesce difficile non dare almeno una vaga impressione di trasformare un racconto breve di stampo comico in una barzelletta espansa. Non si tratta di un'impressione pesante, intendiamoci, so intenzionalmente andando a cercare il pelo nell'uovo: nel complesso resta un'ottima prova, mi sono davvero divertito a leggerla.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

alexandra.fischer
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Re: Morire

Messaggio#15 » sabato 30 gennaio 2016, 20:22

Il tuo racconto rispetta in pieno il tema Cielo Inferno. Trovo ironica questa Concetta, dissoluta in vita, che ottiene il perdono finale in extremis, quando già l’Inferno è pronto ad accoglierla. Ben tratteggiati i parenti. Il paragone parenti-locuste è efficace. Mi piace anche l’ipocrisia di Zio Vito, visto che lei aveva novantotto anni ed era messa male quanto a salute. Certo, manca qualcosa nella verosimiglianza narrativa. Come ha fatto ad accumulare tanti soldi giocando anche d’azzardo? E qual è il gesto che l’ha assolta agli occhi del reverendo? Mi pare di capire che lo abbia nominato erede universale, ma avresti dovuto spiegarlo meglio, magari facendo prima leggere il testamento all’avvocato e mostrando i parenti che sbiancavano. Molto bello il Punto di Vista di lei che aleggia nella stanza e si vede morta nel letto.

Attento alla frase detestava i suoi, gli ricordavano quelli del pesce vecchio al mercato. Riferito a Concetta, è meglio scrivere: le ricordavano quelli del pesce vecchio al mercato. Attento a rivolo…che gli colava dalla bocca, anche qui è meglio scrivere: che le colava dalla bocca.
Attento a cosi, meglio scrivere: così. Lo ripeti più volte.
Non siamo pronti per dirgli addio, meglio scrivere: non siamo pronti per dirle addio.
Refuso: dagli per dargli.
Se qualcuno di loro fosse passato…si sarebbero accorti. Meglio scrivere, se qualcuno di loro fosse passato…si sarebbe accorto.
Uno stinco di santo: scriverei uno stinco di santa (è una donna).
“Dove c….o sono” qui ci vuole il punto interrogativo, Concetta si sta chiedendo dove si trova.
Le fiamme gli avvolsero le caviglie…cosi gli sembrava. Scriverei: le fiamme le avvolsero le caviglie…così le sembrava.
L’avvocato Maretti estrasse una lettera, il suo testamento. Non va bene, sembra che il testamento sia dell’avvocato, scriverei: il testamento di lei.
Segnargli la fronte. Scriverei, segnarle la fronte.
Concetta getto. Scriverei: Concetta gettò.
Gli dedicheremo. Scriverei le dedicheremo.
Tuonava Don Gennaro: qui tuonare non va bene (si riferisce a un’esplosione di collera, ma il sacerdote sta solo commemorando Concetta e vuole omaggiarne la memoria: scriverei predicava a voce alta).

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antico
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Re: Morire

Messaggio#16 » domenica 31 gennaio 2016, 11:14

Dissacrante, del tipo che piace a me. Questa vecchia che si prende gioco della vita fino alla fine, riuscendo con un gran colpo finale a fregare parentado e destino (quanto meno quello disegnato dall’uomo). La salvezza si paga, come il Vaticano c’insegna. Pollice SU per me.

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