Epifania - di Sara Tirabassi

Zebratigrata
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Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2016, 0:54

Come ogni giovedì, comparve nel suo appartamento romano verso le dieci e trenta del mattino.
Alla luce dei raggi tiepidi che filtravano tra una stecca e l'altra della tapparella si infilò rapidamente un paio di pantaloni a quadri dal taglio non modernissimo, una camicia bianca col collo inamidato, scarpe non nuove ma lustre. Aprendo la porta prese dall'attaccapanni una bombetta impolverata, che sistemò a coprire le corna mentre scendeva le scale.

- 'giorno eccoalei unesessanta. - lo anticipò l'edicolante, porgendogli La Settimana Enigmistica.
Pagò, prese la rivista, salutò toccandosi il cappello e raggiunse il bar sull'altro lato della piazza. Sedette a un tavolino e sfogliò il giornale pregustando, ancor più del cappuccino che stavano per portargli, il cruciverba senza schema di pagina 44.

Arrossì violentemente. Bloccato così, come un dilettante, dopo sole tre parole. Un solutore più che abile come lui! E la beffa poi: “Permangono tra cielo e inferno” diceva la definizione, ammiccante. Come a dire 'se non lo sai tu!'.
- E certo, se non lo so io! - Pensò fra sé.
- Io ci sono passato. Quello che c'è tra cielo e inferno l'ho visto tutto, ma proprio tutto, me lo ricordo come fosse ieri. E ci sono state solo due cose che mi hanno accompagnato per tutto il viaggio: la costante di gravitazione universale e il dolore. E nessuna delle due ha speranze di adattarsi allo schema.

Ripensò alla caduta, metro per metro, chiedendosi cosa non mutasse nel passaggio dall'alto al basso, dal bene al male, dalla perfezione all'espiazione.

Ripensò all'ingresso nell'atmosfera, alle molecole che gli ustionavano la pelle mentre cadeva tra le luci di una splendida aurora boreale. Aveva bruciato come una stella cadente in quello spazio ora ingombro di detriti metallici: l'uomo aveva riempito di spazzatura perfino il proprio cielo.

Ripensò alla spessa coltre di nubi che aveva perforato come folgore nel suo cieco precipitare, e alla pioggia fresca che per quasi un minuto gli aveva dato sollievo. Al profumo dell'aria in alta montagna, all'odore degli alberi, ai versi degli uccelli che aveva sentito nella sua inarrestabile discesa. Al tramonto lontano che avrebbe visto se i suoi occhi non fossero stati già distrutti da polvere e schegge. Tutta roba che la gente notava, se andava bene, una volta alla settimana, e comunque a quegli idioti fregava solo che facesse bello per andare a sciare e che le foto del tramonto piacessero su facebook.

Ripensò a quando la terra si era aperta per accoglierlo, e pietra e fango gli erano entrati nella carne viva. A vermi e insetti che, incastonati nel terreno insieme alle pietre più preziose, ricoprivano impassibili il proprio ruolo nei cicli naturali. Come si poteva disprezzarli? Stupidi umani!

Ripensò alla roccia fusa che dissolveva le sue ossa, e al caldo infernale –letteralmente– che lo aveva accompagnato da quel momento in poi.

In effetti, c'era una cosa. C'era che gli esseri umani erano stupidi. Sempre e comunque.
Sogghignò, e scrisse: 'vocali'.



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antico
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2016, 1:11

Ciao Sara! Limiti rispettati anche per te! Buona Tarenzi Edition!

alexandra.fischer
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2016, 21:00

EPIFANIA di Sara Tirabassi divertente questo diavoletto in bombetta vestito in modo demodé che ama l’enigmistica. Hai reso in poche battute anche il quotidiano dal punto di vista dell’edicolante. Il punto di vista del diavoletto è interessante. In pratica, ripensa alla caduta dal Paradiso, avvenuta per la ribellione di Lucifero. Rendi molto bene la sofferenza del diavoletto quando precipita dal cielo e cade giù, nelle profondità terrestri. C’è molto pathos nel suo rimpianto di non aver potuto vedere il tramonto perché i suoi occhi erano già distrutti da polvere e schegge; ho apprezzato l’ironia amara delle sue parole quando constata che agli umani il tramonto interessa soltanto come soggetto di fotografie per Facebook , sempre che sia bello. Ho apprezzato anche il rispetto del diavoletto per la natura, anche qui l’ironia amara non manca. Gli umani la vedono come mezzo (la montagna per sciare) e non ne gustano la bellezza in sé come ha fatto lui durante la caduta. Dolce – amara la soluzione del gioco enigmistico: ”Permangono fra cielo e inferno…vocali”. E con questo il tema è rispettato. Domanda: come mai il diavoletto è a Roma? Per lavoro?



Tema rispettato in pieno.

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Andrea Partiti
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#4 » martedì 19 gennaio 2016, 21:04

Intanto, sono molto invidioso della tua interpretazione del tema.
Mi ricorda molto quel che dice Asimov su come aspettava delle piccole idee curiose per i racconti dei Vedovi Neri, che poi espandeva in dei racconti completi. Il dettaglio delle stesse vocali funziona così bene che sarebbe stato criminale non usarlo, una volta notato. Appena hai dato la definizione del cruciverba, ho subito pensato "ieo" come risposta, molto più brutta però, e più adatta a una parola da due lettere sole.
Il resto del racconto viene da sé, lucifero che viene triggerato dall'allusione alla caduta e che ha una vera e propria visione da stress posttraumatico su come è precipitato sulla terra.
Non ho molto da criticare, il racconto mi piace, ha un ritmo ottimo e non annoia anche sapendo dove va a parare.

cielo cieco ceco cero pero ptero aptero antero intero interno inferno

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beppe.roncari
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#5 » mercoledì 20 gennaio 2016, 20:26

Ciao Sara, ben ritrovata!
Storia classica, con una delle incarnazioni del diavolo più amate dalla letteratura, il simpatico cinico scanzonato signore della porta accanto con le corna. Di solito rimane "scornato" in un patto stretto con un mortale più furbo di lui.
A questa descrizione mal si attaglia, però, quella epica che fai nella seconda parte del racconto più da "Paradiso Perduto" di Milton.
Qui il "patto" è lo schema di gioco, un patto fra creatore e solutore del cruciverba.
Nel mio caso, da enigmista appassionato, mi sono gustato comunque la rivelazione finale, anche se avevo già individuato "ieo" come quello che non varia fra inferno e cielo.
Non proprio un'epifania, ma una storia carina sì. Ciao!

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eleonora.rossetti
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#6 » giovedì 21 gennaio 2016, 19:31

Ciao Sara! A me questo diavolo un po' rassegnato nella sua quotidianità mi è piaciuto proprio. La sua mania di parole crociate, la bombetta, insomma uno spaccato di "normalità" che invece si contrappone alla sua condizione e a tutto ciò che ha passato. Il tema secondo me è rispettato a prescindere dall'enigma del cruciverba: hai descritto benissimo la caduta del Diavolo dai Cieli all'inferno, in maniera molto vivida, da sentirlo sulla pelle. Lo stacco "tono leggero-epico" secondo me non penalizza, anzi, dà maestosità al ricordo e soprattutto dà risalto a quanto deve essere insopportabile una condizione così "anonima" per lui considerando ciò che ha vissuto e ciò che era. Complimenti ^^
Uccidi scrivendo.

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maria rosaria
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#7 » giovedì 21 gennaio 2016, 22:58

Ciao Sara.
Allora, inizio col dire che l’utilizzo del nostro caro Lucifero come protagonista non mi ha di primo acchitto entusiasmato. Però.
Però sei stata molto brava a sviluppare una storia che non ha nulla di originale (la caduta dell’angelo) con una bellissima descrizione della caduta prima, e poi con un finale che ho invidiato.
Sarà che amo i cruciverba, ma la battuta finale vale per me un giudizio più che buono sull’intero racconto.
Complimenti!
Maria Rosaria

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erika.adale
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#8 » giovedì 21 gennaio 2016, 23:13

Ciao Sara, il tuo racconto nasce da un'idea davvero notevole e si sorregge su due belle descrizioni: il diavolo, consunto nella sua quotidianità e il ricordo dello straordinario evento della sua caduta sulla terra. Due immagini che prendono forza proprio dal reciproco contrasto. Forse non avrei dipinto il diavolo con le corna (pur nascondendole sotto la bombetta) perché mi sembrano parte di una rappresentazione tradizionale da cui ti stavi efficacemente allontanando (a questo punto avrebbe dovuto avere anche la zampa caprina e la coda, ma è molto più inquietante come scialbo ometto). Comunque complimenti, ho visto cielo e inferno e mi è piaciuto molto.

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francescocascione
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#9 » giovedì 21 gennaio 2016, 23:24

Ciao Sara,
Un uomo al bar col cappello. Un cappuccino. Una penna. La settimana enigmistica. Nascondi un diavolo… il Caduto addirittura, in un anonimo bar, in un luogo di cui non dai alcun riferimento se non il tempo.
È successo oggi, o comunque in uno dei tanti giorni uguali nei quali siamo immersi. Ci fai entrare nella sua testa e racconti la caduta in soggettiva. Tema non originale, vero, ma trattato con il garbo (non conta quel che si racconta, ma come lo si fa) e sviluppato nel modo giusto. Mi piace il sorriso beffardo del finale (e grazie la soluzione all’enigma, mai stato bravo con le parole crociate…).

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jimjams
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#10 » venerdì 22 gennaio 2016, 1:39

Ah che splendida idea. Che meraviglia il cervello umano che sforna cose così.
Un cruciverba, incredibile. La definizione di un cruciverba. Poche parole che ci suggeriscono un termine. O un gioco di parole che si scioglie con uno dei piccoli trucchetti tanto amati dagli enigmisti, come in questo caso.
Ma per qualcuno una definizione può portare alla memoria qualcosa di diverso, di enorme, tragico, terribile, pur se ormai attenuato dal tempo.
E l'unico difetto che posso invocare è forse l'essere così impietoso del vecchio diavolo, che ci chiama stupidi solo perché per noi quella definizione non significa niente altro che una manciata di vocali. Ma in fondo lui, lo sano tutti, ha un brutto carattere :-)

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marco.roncaccia
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#11 » venerdì 22 gennaio 2016, 22:01

Ciao Sara,
le vicissitudini e le riflessioni del povero diavolo che ci proponi sono molto divertenti. Non si può non empatizzare con lui. In fondo è uno di noi, che fa i conti con la sofferenza della caduta, con la costante di gravitazione universale e soprattutto con la stupidità umana. Divertente anche il gioco del cruciverba e il finale. Ottima prova.

Daniel Travis
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#12 » lunedì 25 gennaio 2016, 14:35

Ciao Sara, perdonami se comincio con un commento generale: in questa competizione i racconti di taglio comico/umoristico/ironico (insomma, quelli che fan ridere) mi hanno positivamente sorpreso, trovandomi spesso soddisfatto o soddisfatissimo. Il tuo fa eccezione? Assolutamente no, anzi, va a posizionarsi tra i migliori con un balzo elegante e un ghigno stampato in faccia. Il tema non l'hai solo rispettato: in inglese (perdona l'attacco di anglofilia, ma non mi viene in mente un'espressione italiana equivalente sul momento) ti direi you nailed it. Lo stile è adatto, quotidiano ma coinvolgente, e soprattutto diventa eccelso nella "breve cronaca della Caduta"... E il finale è scritto divinamente (soprattutto considerato che i finali comici non sono certo i più facili). Insomma, l'ho adorato ed è sicuramente uno dei miei preferiti. Complimenti davvero.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Jacopo Berti
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#13 » lunedì 25 gennaio 2016, 15:17

Complimenti, Sara!
L'idea è geniale e mi ha colpito la capacità di mescolare il tragico e il comico, il "lirico" (la rievocazione toccante della caduta) e il leggero (inizio e fine, quasi a cornice). Hai saputo giocare con gli stili, rispettandone lessico e sintassi, in uno spazio così ridotto. Cerco anch'io di fare così a volte, ma non mi riesce, o perlomeno non mi riesce di evitare stacchi nel narrato.

Il tema è assolutamente rispettato. Ma anche un altro è il tema del tuo racconto: come singole parole, definizioni, immagini, siano in grado di risvegliare, à la Proust, ricordi complessi e potenti.

Se lo dovessi votare, forse sarebbe il migliore del tuo girone.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

Federico Martello
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#14 » martedì 26 gennaio 2016, 23:49

Ciao Sara
Mi trovo in imbarazzo a commentare questo racconto perché da dire c’è davvero pochissimo, almeno per me: brava. L’ho trovato sinceramente splendido, divertente e simpatico da morire, con un personaggio perfettamente definito nei pochi ed essenziali dettagli con cui lo tratteggi, un simpatico diavolo in bombetta e tanto spirito critico per l’umanità, l’ennesima dimostrazione che nelle mani di chi li sa usare, i personaggi archetipici funzionano alla perfezione e che non servono chissà che costruzioni assurde per colpire il lettore, basta qualcosa di semplice usato bene e tu ci sei riuscita benissimo. La questione cruciverba poi l’ho trovata un colpo di genio e un tocco di classe, probabilmente se mi attaccassi ai dettagli mi ritroverei a fare considerazioni su come il tema magari non sia perfettamente attinente e cose simili, ma per quanto mi riguarda vederlo ridotto ad un divertente giochetto di parole non è snaturarlo, ma anzi, è dargli un posto nella narrazione che io da lettore non mi sarei aspettato. Ed in quanto persona del tutto incapace con le parole crociate non ho assolutamente compreso la risoluzione dell’enigma fino alla fine, ed il sorriso che mi ha strappato per me vale più di qualunque considerazione puntigliosa. Insomma, nulla da dire, neanche sullo stile verso il quale sono parecchio pignolo: semplice, chiaro, perfetto per la storia raccontata. Un lavoro impeccabile insomma, i miei complimenti

Zebratigrata
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#15 » mercoledì 27 gennaio 2016, 19:22

Ciao a tutti, e grazie per i commenti.
Sono contenta di vedere che il mio racconto è stato apprezzato, ma anche le osservazioni critiche sono sempre preziose.
In particolare il dettaglio delle corna, su cui ha posto l'attenzione Erika, è una cosa a cui ho pensato molto.
Inizialmente non le aveva, mi sembravano uno stereotipo. In un secondo momento ho deciso di aggiungerle, memore del fatto che spesso quello che mi sembra chiaro nei miei racconti risulta incomprensibile a molti in fase di lettura: mai dare nulla per scontato.
Tuttavia mi è rimasto il dubbio: il racconto sarebbe stato comprensibile secondo voi senza le corna? Il riferimento alla 'Caduta' è sufficiente a suggerire la natura diabolica del personaggio?

Grazie ancora a tutti,

Sara

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Mike009
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#16 » giovedì 28 gennaio 2016, 0:24

Caspita, rispettare il tema ed essere così originali non era facile! La lettura è stata molto piacevole, lo stile all'inizio mi lasciava perplesso ma una volta finita la lettura risulta davvero consono alla storia narrata e al tono che volevi, credo, trasmettere. Forse, se devo trovare un difetto, che io per primo non saprei come ovviare, nella seconda parte il ritmo narrativo cala un po'.

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antico
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#17 » domenica 31 gennaio 2016, 18:06

Un racconto particolare, sembra funzionale solo alla sua conclusione, ma non è l'impressione che ne ho tratto. Un demone chiamato a profonde riflessioni preso come scusa per affondare sulla stupidità umana... Ci sta, ma, parere mio, sei andata troppo diretta nelle accuse, avresti dovuto essere più laterale, ne sarebbe venuto un testo anche molto più cattivo. Detto questo, pollice quasi su, ottimo lavoro.

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Raphael Sepulveda
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Re: Epifania - di Sara Tirabassi

Messaggio#18 » domenica 31 gennaio 2016, 23:21

Ciao Sara

ho trovato il tuo racconto molto simpatico. Immaginavo che la parola sarebbe stata qualcosa di significativo e inerente al tema, invece ho proprio apprezzato che fosse qualcosa in stile Settimana Enigmistica. Ci si affeziona in fretta al diavolo che hai reso estremamente umano. Unica pecca che ci ho visto è stata la parte centrale che mi è sembrata un pochino prolissa nello scorrimento generale che stava avendo la storia.
"Sì, signora... Devo spiegare una cosa sul mio tema... Be'... Lo ha preso il mio cane... Oh, no, signora... Non l'ha masticato... Insomma... L'ha scritto!" Charlie Brown

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