Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

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antico
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Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2016, 2:41

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Questo è il gruppo SIAGHAL della TARENZI EDITION con Luca Tarenzi nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo SIAGHAL dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo LIATHAN.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo NAIRE.

I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da Luca Tarenzi. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito.

Per la composizione dei gruppi abbiamo deciso di sperimentare un nuovo criterio andando, a giro, a disporre per primi tutti gli autori partecipanti in base ai punti Rank di Era e poi completando i raggruppamenti con i restanti autori in base all'orario di consegna.

E ora vediamo i racconti ammessi a SIAGHAL:

Azienda infernale per l’Edilizia Residenziale, di Francesco Nucera, ore 00.54, 2946 caratteri
Fuori-Luogo, di Flavia Imperi, ore 22.53, 2908 caratteri
Angeli, di Adriano Muzzi, ore 00.18, 2991 caratteri
Epifania, di Sara Tirabassi, ore 00.54, 2992 caratteri
Come le rondini, di Angela Catalini, ore 22.07, 2936 caratteri
Nuotando nell’aria, di Filippo Puddu, ore 00.20, 2853 caratteri
Trischele, di Chiara Rufino, ore 23.21, 2453 caratteri
Nesquik ed Oki, di Claudio Tamburrino, ore 23.11, 2976 caratteri
La grigia prigione, di Fabio Tarussio, ore 00.48, 2950 caratteri
Pecunia non olet, di Mario Pacchiarotti, ore 23.09, 2979 caratteri
Il mio angelo, di Viola Lodato, ore 00.11, 2677 caratteri
Divinità, di Valeria Imperi, ore 00.31, 2999 caratteri
Grazia, di Regan, ore 00.58, 2978 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 29 gennaio per commentare i racconti del gruppo LIATHAN. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete più di dieci giorni per commentare e classificare i TREDICI racconti del GRUPPO LIATHAN e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTOTTO a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, dieci giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 6 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 13 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Cominciate a utilizzare il contatore del forum per calcolare i caratteri. Selezionate l'area desiderata e fate calcolare.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel GRUPPO LIATHAN.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA TARENZI EDITION A TUTTI!




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Spartaco
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2016, 23:41

Ricordo a tutti che:


Gli autori del gruppo SIAGHAL dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo LIATHAN.

alexandra.fischer
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 20 gennaio 2016, 20:56

AZIENDA INFERNALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE di Francesco Nucera

Mi piace la storia. Ricorda Dino Buzzati. E non solo per piani infernali con i numeri che sembrano nuovi perché si aggiungono sempre nuovi piani. Anche il fatto che l’inferno sia, per Ivo suicida da barbiturici, una versione della casa popolare nella quale viveva, unisce il quotidiano al fantastico, nello spirito buzzatiano. Il demone Af mi ha strappato un sorriso, l’aspetto suino lo rende simpatico. Carina l’idea dell’alloggio vista montagne dato che all’inferno lo spazio non bastava più e il Grande Capo ha messo a disposizione dei diavoli la terra per ospitarvi i dannati. Divertenti l’open space in zona Lussuria e l’appartamento in via dei Golosi. La semplice menzione di questi nomi mi fa pensare alle riunioni condominiali, davvero diaboliche. Tema cielo-inferno centrato.




Attento a : tirò su col naso è andò verso la finestra; scriverei: tirò sul con il naso e andò verso la finestra.
Arrivate qui è fate la stessa cosa; scriverei: arrivate qui e fate la stessa cosa.

FUORI-LUOGO di Flavia Imperi Che bel fantasy. Mi è piaciuta la contrapposizione fra Isabella Lucrezi, sciamana con tanto di attestati e pedigree magico che risale a sette generazioni di streghe contrapposta a Loki (tipo dall’umorismo corrosivo. Odino ne sa qualcosa) in versione molto spassosa (lo scherzo della Chiave Sacra e la richiesta della candela da accendere tutti i venerdì per sette mesi lo rendono molto goliardico). Quetzcoatl e Bes sono scoppiettanti pur nella breve porzione di dialogo. Il tema cielo-inferno è rispettato in pieno (suggestiva la descrizione di Lucrezia in un Piano di Esistenza ignoto, soprattutto quando “gusta” la nebbia e interessante il paragone del viaggio al sesso con uno sconosciuto). Spero che Unicorno non sia rimasto troppo in pensiero.

ANGELI di Adriano Muzzi La tua storia rispetta in pieno il tema fra cielo e inferno. Jezael decide di salvare Filippo, figlio non voluto dal padre, dal Limbo dei Dimenticati (così lo immagino, dopo aver letto l’inventario degli angeli delle anime in arrivo: feti, vissuti troppo poco per essere ricordati in pieno e anziani, vissuti troppo a lungo per rimanere nella memoria delle persone care; forse, queste ultime sono nel limbo con loro e non è rimasto nessuno sulla Terra a rammentarsene; insomma, è un pre-inferno). Di qui, la decisione di Jezael di salvare Filippo facendolo investire da un’auto, in modo che la madre continui a farlo vivere nei suoi ricordi. Lei è un personaggio che rimane impresso (ha voluto il figlio, nonostante il padre lo abbia rifiutato, vedendolo come il colpo di grazia di un rapporto a due logoro, e lo ha allevato fra mille problemi, amandolo, raccontandogli fiabe. Bellissima l’immagine dei pianeti coperti di cioccolato e caramelle giganti. Questo, nonostante la prima parte infernale della storia del rapporto di Filippo con la madre, che vede questa donna bere e diventare violenta proprio con lui).

EPIFANIA di Sara Tirabassi divertente questo diavoletto in bombetta vestito in modo demodé che ama l’enigmistica. Hai reso in poche battute anche il quotidiano dal punto di vista dell’edicolante. Il punto di vista del diavoletto è interessante. In pratica, ripensa alla caduta dal Paradiso, avvenuta per la ribellione di Lucifero. Rendi molto bene la sofferenza del diavoletto quando precipita dal cielo e cade giù, nelle profondità terrestri. C’è molto pathos nel suo rimpianto di non aver potuto vedere il tramonto perché i suoi occhi erano già distrutti da polvere e schegge; ho apprezzato l’ironia amara delle sue parole quando constata che agli umani il tramonto interessa soltanto come soggetto di fotografie per Facebook , sempre che sia bello. Ho apprezzato anche il rispetto del diavoletto per la natura, anche qui l’ironia amara non manca. Gli umani la vedono come mezzo (la montagna per sciare) e non ne gustano la bellezza in sé come ha fatto lui durante la caduta. Dolce – amara la soluzione del gioco enigmistico: ”Permangono fra cielo e inferno…vocali”. E con questo il tema è rispettato. Domanda: come mai il diavoletto è a Roma? Per lavoro?



Tema rispettato in pieno.




COME LE RONDINI di Angela Catalini La tua storia, di sfruttamento del lavoro minorile, è toccante. Il tema Cielo-Inferno è rispettato (nella scena della pausa in terrazza, dove Danes e Syrte possono guardare il cielo. Molto bello il paragone nuvole-panna montata. Esprime l’idea di Paradiso associato alla dolcezza, quest’ultima del tutto assente dalla vita di Danes e di Syrte (quest’ultimo, originario di Jakarta, è zoppo per via di una frattura al ginocchio malcurata. Questo è un primo accenno all’Inferno, seguito alle voci sulla madre di Danes, un po’ troppo presente nell’ufficio del Direttore; il secondo è all’incidente di Syrte. Quando avviene, Danes abbassa gli occhi come gli altri. Mi sa di congiura (il ragazzino ha parlato troppo?). Il terzo, è nella figura di Danes e colpisce subito a inizio storia: invece di andare a scuola e giocare, impara a usare la macchina da cucire e rifinisce cappotti e asole, attaccando bottoni; il quarto, è in Syrte, con la sua aria da grande con le sigarette, come se volesse scrollarsi di dosso un’infanzia fasulla.

NUOTANDO NELL’ARIA di Filippo Puddu Nel tuo racconto alterni il Cielo e l’Inferno con grande maestria. La relazione fra i due protagonisti è sicuramente celestiale. Sono due anime gemelle. Difatti, si stringono l’una all’altra mentre il presagio di morte aleggia su di loro nel momento felice. Il cielo lo si vede anche durante l’aggressione di loro due da parte dell’omofobo, nella bellissima immagine del cuore di Neri che vorrebbe uscire dal petto e andare incontro all’amato. Il finale tragico rimanda all’inferno. Si tratta di una morte assurda (a vedere l’umiliazione di Neri, il suo compagno reagisce con temerarietà e paga con la vita), che scaraventa l’amante di Neri in un limbo tiepido dove l’amato aleggia ma non c’è ancora.

TRISCHELE di Chiara Rufino Interessante la vicenda di Niahm e di Keiran O’Kavanagh. Si tratta di una relazione fra uomo e entità soprannaturale (lei è una banshee, nella mitologia irlandese spirito che preannuncia la morte, quindi è una messaggera dell’oltretomba. Qualcosa di infernale ce l’ha. E inferno c’è anche nell’uomo, il quale arriva da lei con delle monete d’oro forse per pagare il suo silenzio in merito al figlio che ha avuto da lei (ma che non si vede). Il cielo si vede nella persistenza del sentimento di lei nei riguardi dell’uomo, nonostante lui la stia in pratica liquidando. Lo porta con sé all’Inferno, sì, ma baciandolo. Stupenda l’immagine di lei come lavandaia attorniata dai corvi (i quali sono di per sé sacri, difatti rimandano al mito di Odino: negli stormi di corvi si nascondono Udito e Vista, suoi informatori).

Nesquik e Oki di Claudio Tamburrino Che fantasy scoppiettante. Il Cielo e l’Inferno si alternano nel corso di una vicenda molto originale e divertente. Il biker Centauro esperto in magia d’amore e con aderenze all’inferno è davvero inusuale e simpatico, proprio come il suo rituale ( e relativa ricetta: Nesquik, bacche di ginepro, aneto, vodka gin, Oki con tanto di oggetti magici, parrucca rasta, pezzo di velluto, foto di Sara, e Romeo e Giuletta, in questo caso però, non ho capito in che forma, se di libro o di stampa ricavata da un dipinto). Simpatico Norberto (diavolo, ma di buon cuore, disposto ad aiutare Mirko, il cliente del Centauro, a ritrovare Sara, finita all’inferno).

Attento a: “Hai portato quel che ti avevo chiesto?”.
Disse il Centauro scendendo…
Io scriverei: “Hai portato quel che ti avevo chiesto?” chiese /domandò il Centauro scendendo…
Questo perché non si va mai a capo con disse quando si scrive la battuta di un dialogo e in presenza di un punto interrogativo, disse diventa chiese oppure domandò.

LA GRIGIA PRIGIONE di Fabio Tarussio

Il tuo inferno è una versione dell’URSS che ricorda molto Limonov, la rendi molto bene; è uno spunto originale. Mi sembra di vedere i casermoni, di sentire il gelo nel parco (tipo il Gorki) e di vedere le file di persone costrette a lavori ripetitivi e a una disciplina logorante, inquadrate da ispettori freddi. L’atmosfera è infernale, da ultima sigaretta. C’è l’inferno e c’è anche il Cielo (lo vedo nell’amicizia fra Sergij e il tuo protagonista che gli cammina accanto).

Attento a sibilo per sibilò riferito a Sergij
E alla virgola: “Ora per Lenin, Stalin e Trockji cacciati quella paglia in gola e fammi sentire…”
Io scriverei:” Ora, per Lenin, Stalin e Trockji, cacciati quella paglia in gola e fammi sentire…” e toglierei il trattino finale visto che la frase è conclusa. Lo stesso vale anche nella frase che si conclude con “ci prendono per il c…o” via il trattino.
E a Quanto, metterei un punto interrogativo, visto che dopo la replica di Sergij è “Cinque anelli”.


PECUNIA NON OLET di Mario Pacchiarotti Carina, come storia, a partire dal titolo: I soldi non puzzano. Vale per le due emissarie venute a convincere il magnate in punto di morte a fare affari con loro, così potrà portarsi nell’aldilà una parte dei soldi. La prima, bionda, bellissima e in tubino bianco, viene dall’Inferno. La seconda, in tailleur nero e quarantenne, viene dal paradiso. Peccato che lui non possa fare affari con nessuna delle due, perché muore prima. Mi chiedo a quale fondazione avrebbe dovuto versarli a nome dell’inferno (potendosi tenere un decimo della somma). Interessante l’offerta dell’emissaria del paradiso (può tenersi il doppio del denaro, con passaggio diretto per il paradiso, previo atto di generosità e donazione giusta). Può diventare l’incipit di un romanzo (togliendo la morte di lui, oppure, facendogli fare affari post-mortem). Tema Cielo-Inferno rispettato.

IL MIO ANGELO di Viola Lodato Sarah Anderson mi ha ricordato in qualche modo Catnip di Hunger Games (il fatto che come condannata a morte debba lottare in un’arena e vinca, ottenendo di poter realizzare un desiderio, me l’ha fatta venire in mente. La immagino come una bella ragazza, dal carattere volitivo. Forse un po’ troppo ribelle; quella pagella non andata giù al padre lo prova. L’averlo ucciso l’ha precipitata nell’Inferno dei condannati a morte costretti a diventare gladiatori per esaudire l’ultimo desiderio e c’è gente che li guarda alla televisione; questo è un altro richiamo agli Hunger Games, che tu rielabori in modo originale. Hai descritto le scene di lotta all’arma bianca con grande maestria). Il Cielo e l’Inferno si mescolano in modo toccante quando Sarah esprime il desiderio di veder morire la sorella Christine, l’angelo che l’ha sostenuta da sempre e che merita il Paradiso (non sopravvivrebbe in un mondo simile senza di lei).

DIVINITA’ di Valeria Imperi Il tuo racconto mi ha ricordato i riti delle società matrilineari citati anche da Frazer nel “Ramo d’oro”. A partire dalla preghiera che l’anziana donna (la Dea Pazienza) insegna alla piccola; il fatto che a una Dea si possano associare immagini delicate (mandorlo-rosa-calore dell’estate) e in più associarla alla morte, rimanda al mito della Grande Madre e anche a quello della moglie di Shiva (che passa dal ruolo di leggiadra Parvati a quello di Kalì la Sanguinaria). Il tutto rimanda a un ciclo di morte e rinascita. Non c’è vita senza morte e viceversa. In questo ciclo, Cielo e Inferno si rincorrono in una giostra perenne. Per venire alla tua storia: il Cielo della piccola protagonista è la sua istruzione da Dea con la complicità della Dea Pazienza; l’Inferno sarà lo scontro con gli uomini, che insidieranno la sua autosufficienza perché la temono.
GRAZIA di Regan Il Cielo e l’Inferno, nel tuo racconto ci sono eccome. Solo che non l’ho trovato chiarissimo. C’è questa partita fra Angeli (Custodi) e Diavoli (Tentatori) con sei sfere che devono disputarsi senza attraversare troppo i Viventi (sembra Palla Avvelenata). Io ho visto queste sfere come metafore delle anime (alcune sono più luminose delle altre. Indice di maggiore purezza?). Sì, ma di chi? Nell’episodio fra Clara e Ciano io le vedo come anime di nascituri ( gli spiriti del tuo racconto forgiano sei destini alla volta e il fatto che ne vengano fuori otto irrita Angelo, organizzatore del gioco). Mi pare di aver capito che le entità giocatrici debbano vincere per avere la certezza di confermare il proprio ruolo in perpetuo (vale sia per i Custodi sia per i Tentatori). Niente male, una volta che si entra nel meccanismo della storia.

C’è qualcosa da rivedere: persone destinati a diventare Custodi o Tentatori. Scriverei: persone destinate a diventare Custodi o Tentatori.


LA MIA CLASSIFICA E’:

1. FUORI LUOGO di Flavia Imperi

2. NESQUIK E OKI di Claudio Tamburrino

3. AZIENDA INFERNALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE di Francesco Nucera

4. ANGELI di Adriano Muzzi

5. NUOTANDO NELL’ARIA di Filippo Puddu

6. COME LE RONDINI di Angela Catalini

7. EPIFANIA di Sara Tirabassi

8. DIVINITA’ di Valeria Imperi

9. PECUNIA NON OLET di Mario Pacchiarotti

10. IL MIO ANGELO di Viola Lodato

11. TRISCHELE di Chiara Rufino

12. LA GRIGIA PRIGIONE di Fabio Tarussio

13. GRAZIA di Regan

[Nota] Modificato da Admin aggiungendo i numeri alla classifica

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Andrea Partiti
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » mercoledì 20 gennaio 2016, 21:58

Ottimi racconti a questo giro, complimenti a tutti!
(classifica al fondo)

Azienda infernale per l’Edilizia Residenziale, di Francesco Nucera
Premetto che l'open space in zona Lussuria sembra molto più interessante di tutte le altre proposte immobiliari. Ottimi vicini e conoscenze, intrattenimento garantito.
Mi piace la tua ambientazione, con l'inferno stile villaggio turistico a tema, con i diavoli che si preoccupano del benessere dei dannati, è un'idea che mi suona nuova e la descrivi in maniera molto spigliata.
Però...
Però in cosa sarebbe diverso dal Cielo/Paradiso, questo inferno? Non c'è tortura, non c'è un aspetto negativo del finire all'inferno. Se ci fosse solo l'inferno potrei capirlo, ma sembri alludere al fatto che ci sia comunque in dio che si occupa di chi all'inferno non ci finisce.
Penso il tuo sia un ottimo racconto, sia come stile che come ritmi, ma azzoppato da questa pecca che crea uno scompenso, un'assenza di conflitto inspiegabile per chi legge. Sono arrivato alla fine aspettandomi un qualche ribaltone, un colpo di scena, qualcosa che mi spiegasse il perché di tanta gentilezza... invece confermi che tutti sono felici... dannati felici, diavoli felici di servirli... meh.
"Af andò alla tastiera" > pulsantiera, quella degli ascensori. Lo so che crea una ripetizione con Pulsante, dopo, ma almeno non evoca pianoforti da ascensore ^^
"Il corridoio, che si trovarono davanti, ricordava", "La luce, che proveniva dall'appartamento, abbagliò" > via le virgole!

Fuori-Luogo, di Flavia Imperi
Un bel racconto, anche se - senza offesa - un po' sotto agli standard a cui ci hai abituati :)
Mi piace molto il contrasto tra la prima parte cupa e molto seria e la seconda in cui sveli il gioco. Mi sembra il contrasto perda lievemente di efficacia quando lasci un po' intravedere il tono reale del racconto quando la sciamana diventa nervosa. Quel "Ma… ma io ho tutti gli attestati" e il capriccio che segue stonano tanto con l'apertura, le allusioni ad una qualche mitologia più vasta che ci fai intravedere (lo animale guida, i piani di esistenza, il sospetto dirottaggio).
Penso avrebbe reso meglio non cambiare direzione prima del cambio di scena.
Nel dialogo finale, che suppongo essere un dialogo ad almeno quattro persone (dei), non potendo dare facilmente dei nomi a chi parla non è banale seguirlo in maniera non ambigua. Ho ricostruito che il protagonista della scena iniziale sia Bes, ma non è ovvio.
Bes
— … e insomma ci ho giocato un po’, poi le ho detto: [...]
Quetzcoatl
— Ahah! Che sagoma che sei, [..]
Bes (che parla a una terza persona, o non rimarcherebbe il nome?)
— Ehi, Loki! Vieni a bere [..]
Loki che risponde al tuo protagonista
— Oh, ciao Bes! Volentieri, raccontavo l’ultima qui a Quetzcoatl.
Un quarto interlocutore X, perché non è Loki che continua e Quetzcoatl già ha sentito la storia
— Non mi dire che hai spaventato un altro umano?
Bes di nuovo
— Oh, amico, non puoi capire quanto sono divertenti questi sciamani della domenica, si bevono qualsiasi storia!

Qua secondo me c'è da rimetterci un attimo le mani. Personalmente semplificherei questo dialogo rendendolo direttamente un botta e risposta tra due soli interlocutori, per semplicità, ma è una questione di gusti. Con più interlocutori, da lettore, apprezzerei un modo più esplicito per riconoscerli.
Lo stile è impeccabile, niente da ridire a proposito!
(Quetzalcoatl ha perso due lettere nel mezzo, Quetzcoatl, è intenzionale?)

Angeli, di Adriano Muzzi
L'idea è molto bella, anche se forse andrebbe elaborata un po' meglio. Si finisce nel tuo limbo quando si viene dimenticati, ma tutti prima o poi sono destinati ad essere dimenticati, anche le persone vicine muoiono, è inevitabile.
Ho visto questa stessa idea declinata all'opposto in diversi racconti. Il limbo come luogo in cui le anime aspetta _finché_ non sono state completamente dimenticate sulla terra, e solo allora possono ricevere un giudizio davvero giusto che tenga conto di tutte le implicazioni della loro vita.
Nella direzione che scegli, finalizzata a raccontarci la storia del bambino, non funziona tutto così liscio. Cambiare dettagli del passato non è mai una cosa facile da giustificare e rendere coerente. Si ricorda del bambino con il dettaglio cambiato, lo dimenticherà per una ragione diversa in seguito? Meh.
Lo stile è un po' pesante da leggere. Capisco che sia una scelta usare tante frasi brevi e spezzate, tante senza neppure un verbo, va bene per una scena breve, ma per tutto il racconto è un po' pesante da leggere. Se c'è quell'atmosfera tutto il tempo, non funziona più per sottolineare i momenti cruciali. Serve un po' di respiro, qua e là :)
un allegoria > un'allegoria, typo da intercettare.

Epifania, di Sara Tirabassi
Intanto, sono molto invidioso della tua interpretazione del tema.
Mi ricorda molto quel che dice Asimov su come aspettava delle piccole idee curiose per i racconti dei Vedovi Neri, che poi espandeva in dei racconti completi. Il dettaglio delle stesse vocali funziona così bene che sarebbe stato criminale non usarlo, una volta notato. Appena hai dato la definizione del cruciverba, ho subito pensato "ieo" come risposta, molto più brutta però, e più adatta a una parola da due lettere sole.
Il resto del racconto viene da sé, lucifero che viene triggerato dall'allusione alla caduta e che ha una vera e propria visione da stress posttraumatico su come è precipitato sulla terra.
Non ho molto da criticare, il racconto mi piace, ha un ritmo ottimo e non annoia anche sapendo dove va a parare.
cielo cieco ceco cero pero ptero aptero antero intero interno inferno

Come le rondini, di Angela Catalini
Allora, il tema c'è abbastanza, anche se più che tra cielo e inferno, quello del lavoro minorile mi sembra inferno e basta. Ma suppongo che ci sia anche di peggio, tipo non avere neppure quel lavoro e non poter sopravvivere, da cui la situazione di sfruttamento.
Mi piace come crei l'atmosfera della fabbrica, come caratterizzi i due personaggi per mezzo delle loro piccole abitudini. Paradossalmente è proprio il protagonista ad essere meno delineato, più anonimo. L'ho vista come una scelta deliberata da parte tua, in modo da avere una sorta di protagonista modello, rappresentante di ogni caso analogo. Se non è così fa lo stesso, funziona bene e tantobasta!
Ho trovato strano l'accennare rapidamente alla madre, che poi ha un suo ruolo, e alle sorelle, per poi farle scomparire. Mi aspettavo che avere tutta la famiglia presente avesse un ruolo, invece scompaiono subito, senza interazioni.
"come aveva visto fare tante volte dalla madre e dalle sorelle" > "come aveva visto fare tante volte alla madre e alle sorelle" o (ma mi piace meno) "come aveva visto tante volte dalla madre e dalle sorelle"
"manca un dito" > "mancava un dito" al passato
"parlavano mai" > "parlava mai" (il soggetto è "qualcuno", oppure va specificato diversamente)
"parlavano mai. // L’unico che parlava" Lega troppo le due frasi usare lo stesso verbo, mi viene spontaneo pensare che tu stia ancora parlando degli incidenti della frase prima, tipo "[...] un incidente sul lavoro di cui non parlava mai. // L’unico che parlava [dell'incidente] con lui era Syrte". Penso che riformulando quel passaggio o usando una parola diversa migliorerebbe.
Jakarta > Giacarta, in italiano. Oppure puoi usare la grafia originale segnandola in corsivo :)
"fumava le sigarette" delle sigarette specifiche? Perché non "fumava sigarette", se vuoi solo dirci della sua abitudine?
"con gli occhi rivolti verso il cielo, la fabbrica, le macchine e gli operai, smettevano di esistere." -> un punto e virgola dopo "il cielo", in modo che non sembri che abbiano gli occhi rivolti verso il cielo e la fabbrica e le macchine. Suona meglio separato in due parti nette.
"fare le confidenze" -> "fare confidenze" o forse meglio ancora "si confidavano" direttamente.
"si fece male alle macchine" -> "si fece male [lavorando/mentre lavorava] alle macchine", penso sia giusto anche nella tua forma, ma mi suona male per via di tutte le espressioni analoghe: si fece male alla testa, alle nocche, alle spalle, che evocano immagini diverse. Si fece male alle macchine mi innesca un'immagine buffa di bambino cyborg che si fa male al motore, un po' inappropriata ^^

Nuotando nell’aria, di Filippo Puddu
Il tuo racconto non mi dispiace, è una storia di ordinaria violenza, raccontata mostrando il lato umano di una vittima.
Però i dialoghi sono davvero innaturali. All'inizio pensavo fossero volutamente ricercati per creare una qualche atmosfera passata ed elaborata, ma il passaggio alla crudezza dell'aggressione li rende molto più incongruenti di quanto sia ragionevole.
Pensa a quel "Cosa?! Perché mai mi dici questo?! Mi devi dire qualcosa?!", a parte l'eccesso di esclamazione, letto ad alta voce sembra una parodia di dialogo. Uguale la promessa di amarsi in ogni vita stile hawkman/hawkgirl. Ci vedo una buona intenzione dietro, per far capire la profondità del rapporto tra i due protagonisti, ma penso che ottenga l'effetto opposto. Forse apprezzerei di più uno sguardo o un gesto che dimostrano l'affetto, rispetto ad una dichiarazione che sembra così esagerata far dubitare di essere una parodia :)
La scena dell'aggressione invece mi piace così com'è, molto diretta e con un buon ritmo. Riesce a creare tante tensione in poche righe.

Trischele, di Chiara Rufino
Il tuo racconto è ben scritto, riesci ad essere evocativa senza essere pesante anche quando il ritmo è volutamente molto pacato.
Mi ha confuso un po' durante la prima lettura, perché Niahm e il titolo mi hanno subito richiamato il mito irlandese di Niahm, con l'amante della regina che attraversa il mare, torna a cercare il figlio della regina e sono passati 300 anni ed invecchia all'improvviso (grossomodo, più mille altri dettagli). Poi la banshee è arrivata all'improvviso e non tornava più :) Ma è un mio difetto, mi piacciono molto le reinterpretazoni dei miti e tendo a cercarle e vederle anche quando non ci sono, o sono solo accennate.
Fatico a trovare il tema e a sistemare alcuni dettagli del racconto. Una banshee che ha un figlio da uno della famiglia che segue? E' tornata lei a "prendere" il padre oppure le lingue di fuoco, che sembrano avvolgere entrambi, sono una specie di punizione per la trasgressione? In qualche modo mi piacerebbe avere più dettagli, perché quando si devia molto da un'immagine già stabile e ben canonizzata (quella della banshee), mi aspetto di sapere come funziona nel mondo che presenti, cosa c'è di diverso.
Mi è piaciuto il tuo racconto, ma penso che potrebbe fargli bene una espansione in laboratorio, in cui ci riveli di più e dedichi più spazio al dialogo tra i due personaggi. Lascerei intatta tutta la parte descrittiva e d'atmosfera che funziona perfettamente così com'è e sarebbe un peccato sacrificare!

Nesquik ed Oki, di Claudio Tamburrino
Non mi ha entusiasmato il racconto. L'idea della caccia al tesoro con la lista di oggetti per soddisfare un diavolo con senso dell'umorismo è carina, ma mi sembra sviluppata in maniera precaria. Il ruolo dell'intermediario motociclista non è chiaro, poteva essere direttamente il demone in incognito senza nulla togliere alla storia. Non accenni mai neppure superficialmente quale sia il suo rapporto con il diavolo, se sia un procacciatore di anime di qualche tipo, come agisca. Senza espandere anche solo lievemente la sua parte, avrei preferito fonderlo con Norberto.
Serve una revisione generale degli accapi dopo/prima dei dialoghi, rendere coerenti i … o ..., gli spazi dopo i …, il punto alla fine dei dialoghi. Ce n'è davvero tanti da sistemare e globalmente lascia un'idea di sciattezza e poca cura, soprattutto con quasi due ore di tempo in cui potevi sistemare gran parte di questi problemi.
Note di stile:
"lasciò andare il respiro sospeso solo quando incontrò la borsa lì nascosta" questa frase mi sembra molto pesante, soprattutto in un incipit. Perché non "espirò solo quando toccò la borsa nascosta", che è più incisivo? O qualsiasi altra riscrittura più sintetica.
"una sfilza di roba, un’accozzaglia che [...]" accozzaglia l'ho sempre visto usare come "un'accozzaglia di" e specificato cosa c'è di accumulato caoticamente, così sembra mozza l'espressione. "Un'accozzaglia di roba..."
"oltre al rumore" > "sopra al rumore"
"un bustina" > "una bustina" typo
"bitbox" > "beatbox"? O forse è qualcosa che non conosco
"Sbatté gli occhi" > "(s)battè le palpebre", è un regionalismo l'espressione con "occhi"
"tra questo e il Mondo di sotto" > "tra questo mondo e quello di sotto", altrimenti "questo" non ha un sostantivo a cui attaccarsi agilmente.
(La regia suggerisce di usare le d eufoniche solo dove si incontrano ed/e od/o, ma non sono un integralista :p)

La grigia prigione, di Fabio Tarussio
La tua interpretazione del tema, anche se sembra molto lineare, mi soddisfa molto. Un purgatorio distopico che grazie a nomi e allusioni qua e là, trasformi in una sorta di dittatura comunista d'epoca, compreso mercato nero in cui recuperare una preziosa sigaretta, corruzione per salire di livello sociale (verso il paradiso, immagino) o non essere sbattuti di sotto. Apprezzo molto questa ambientazione caratterizzata grazie a pochi dettagli evocativi.
Penso che il linguaggio un po' datato e involuto si addica al racconto, magari potrebbe fargli bene una ripassata per renderlo più regolare, prendendo una decisione drastica "tutto hard boil o nulla". Darei la colpa al tempo che stringeva, perché manca solo una limatura a farlo funzionare perfettamente.
Per ora è uno dei miei racconti preferiti del girone, anche se non so capire esattamente perché.
Usi i trattini del dialogo come se fossero virgolette, chiudendoli alla fine e senza lasciare gli spazi attorno al trattino... a quel punto perché non usare direttamente le virgolette? Così sarebbero usate correttamente senza cambiare nulla della tua abitudine.

Pecunia non olet, di Mario Pacchiarotti
Intanto complimenti, mi piace la tua interpretazione del tema e finisci dritto nel gruppo di testa con le "interpretazioni originali". C'è lo scontro tra angeli e diavoli, ma coniugato in maniera leggera e divertente. Neppure il protagonista moribondo riesce ad abbattere questa atmosfera.
L'unico appunto che ti faccio è sui dialoghi. Mentre per i non-umani della storia può essere credibile un linguaggio non proprio naturale (in fondo possono avere le loro migliaia di anni, sarebbe comprensibile), per Adam serve una revisione generale. Personalmente mi piace leggere ad alta voce i dialoghi e "sentirli". Se suonano innaturali e/o buffi, vanno cambiati. Molte costruzioni corrette e buone dell'italiano, in un dialogo stonano.
Poi hai questo vizio che salta all'occhio di "legare" i dialoghi tra loro con aggettivi dimostrativi, questo quello etc. Mentre sarebbe normale e utile in una prosa qualsiasi, in cui racconti o descrivi quel che succede, due personaggi non li userebbero dialogando tra loro, lo lascerebbero sottinteso perché non serve sottolineare a cosa si riferiscono, dialogando, è automatico.
"Lo so questo, è il nostro destino" > "Lo so, è il nostro destino"
"quello mi tocca di sicuro" > "mi tocca di sicuro"
"Questo non è corretto" > "non è corretto"

Il mio angelo, di Viola Lodato
La tua ambientazione mi confonde un po'. Penso che manchi qualche indizio concesso qua e là sin dal principio per calarci in un qualche futuro distopico e creare da subito lo scenario giusto alla storia.
Il programma (televisivo immagino) urla Presente. Spade e lance in quella che supponiamo sia una guerra (si è arruolata) urlano Passato. Il campo energetico grida (definitivamente) Futuro o Presente alternativo.
Penso farebbe bene avere un riferimento corretto sin dall'incipit, anche solo un piccolo dettaglio, che permetta poi di orientarsi nella storia. Ci sono racconti in cui è importante tenere nascosti dei dettagli simili, per un colpo di scena o una rivelazione finale, ma non è questo il caso.
A parte questo problema, il racconto è scritto bene e si legge con piacere. Non soffre neppure dell'alternanza frenetica tra passato e presente, che gestisci bene.
Il tema lo hai preso molto alla larga, faticherei a intuirlo partendo dal racconto, ma questo posso perdonarlo facilmente, condividendo il vizio di "il tema è più un'ispirazione che un obbligo" :)
"messo di picchiarmi" > "smesso di picchiarmi" typo
"Ai condannati a morte è permesso di lottare" > "Ai condannati a morte è permesso lottare" senza "di" quando è pronominale e non è interrogativa.

Divinità, di Valeria Imperi
Il tuo racconto è molto triste, mi aspettavo una storia di abusi sin dall'inizio, ad essere sincero, magari inquadrata in un contesto molto religioso, ma il fatto che ti cali in un contesto più "normale" lo rende ancora peggiore (come soggetto).
Il tema è molto interpretato, ma c'è molto netto, una volta calati nella storia. Il cielo è l'illusione di quando è bambina e la madre le trasmette come un mantra l'importanza del suo essere donna, la discesa verso l'inferno è chiara. Penso non servisse neppure il richiamo esplicito "tra il cielo luminoso sotto cui era nata e l'inferno in cui era stata gettata", che forse ci hai messo perché eri insicura delle capacità di comprensione di noi lettori :) (hai ragione, succede spesso e volentieri che chi legge non capisca cosa vuoi dire, ed è frustrante!)
Non ho molto da criticarti, l'atmosfera l'hai resa molto bene, il ritmo è molto regolare una volta superata la scena iniziale, il linguaggio che usano i personaggi è coerente e adatto.
Hai scritto un ottimo racconto!

Grazia, di Regan
Penso che il tuo racconto abbia bisogno di una ripassata, per ordinarlo e renderlo più pulito.
Devi mettere in uno schemino i nomi di tutte le classi di personaggio che agiscono e usarne i nomi in maniera coerente. Niente sagome, niente allusioni. Ci sono troppi tipi di giocatori e arbitri in un racconto così breve, non puoi permetterti ambiguità.
Serve un movente per il gioco, tutti vogliono vincere, ci sono pochi posti, sono competitivi. Ma per cosa? Non chiarisci mai davvero qual è il motore.
Il tema lo vedo interpretato a metà, probabilmente seguendo meglio quel che succede lo troverei più facilmente.
Nella prima parte del racconto ci sono un po' di problemi di costruzioni, verbi, etc, da sistemare. Ho visto che hai postato a due minuti dalla fine e suppongo sia dovuto alla fretta, perché sono tutti errori molto visibili e che penso sarebbero saltati all'occhio rileggendo con calma:
"non mi interessa di come ci riuscite" > "non mi interessa come ci riusciate"
"i primi sei [...] passa di turno" > passano di turno, plurale
"Questa si divise in sei parti e schizzarono via" > "Questa si divise in sei parti che schizzarono via" altrimenti il soggetto resta sempre "questa" e non funziona la frase
"Erano sovraccarichi" li hai sempre chiamati "sagome", femminile, perché ora sono sovraccarichi e ci parli di loro al maschile per un paragrafo? Se il loro nome ufficiale è "custodi/tentatori", come si capisce dopo, è bene dircelo prima di iniziare ad usarlo implicitamente!



1. Epifania, di Sara Tirabassi
2. Fuori-Luogo, di Flavia Imperi
3. Pecunia non olet, di Mario Pacchiarotti
4. La grigia prigione, di Fabio Tarussio
5. Divinità, di Valeria Imperi
6. Azienda infernale per l’Edilizia Residenziale, di Francesco Nucera
7. Nesquik ed Oki, di Claudio Tamburrino
8. Come le rondini, di Angela Catalini
9. Trischele, di Chiara Rufino
10. Angeli, di Adriano Muzzi
11. Il mio angelo, di Viola Lodato
12. Nuotando nell’aria, di Filippo Puddu
13. Grazia, di Regan

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francescocascione
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » venerdì 22 gennaio 2016, 0:33

Ciao a tutti,

Abituato a scrivere senza aver feedback (con tutta la presunzione che questo comporta), da tanto tempo non pubblicavo un racconto mio, vivendo della luce riflessa del racconto di racconti (recensire, intervistare, raccontare).
L’idea di mettermi in gioco mi ha divertito un mondo.
Meno quella di esprimere giudizi e stilare classifiche. Inevitabilmente qualcuno resta deluso...
La scrittura prevede sempre che, chi lo faccia, metta nelle parole che sceglie un pezzo di anima, senza anima la scrittura è altro.
Detto questo ecco la mia classifica, è il gioco e va bene, con allo stesso tempo i complimenti a tutti voi. Leggervi, dal primo all’ultimo, è stato bello, commuovente, divertente e anche una bella esperienza formativa. Grazie.

1. Angeli - di Adriano Muzzi
Cadenza. Tema. Tempi. Il tuo racconto mi ha davvero colpito.
Costruito un pezzo alla volta: scenario, poi dramma, poi sollievo.
Mi ha colpito il tema, ma essendo genitore era una porta facile da aprire, ma per lo stesso motivo ero anche diffidente. Troppo facile, pensavo.
Poi ho guardato l’architettura, lo stile.
Il modo in cui segui il filo - riproporre le stesse frasi 'corrette' era il solo modo per farlo bene, e lo fai - e come chiudi. Un bel lavoro. Davvero.

2. Come le rondini, di Angela Catalini
Racconto a sfondo sociale. Inferno e Cielo sono stati d’animo. Nello spazio concesso racconti tanto. Collochi la storia ed i protagonisti. Racconti il contesto e costringi a guardare proprio dove molti cercano di non fare. Gesti quotidiani: lavoro, pausa, sigaretta, diventano alieni in un contesto reale che di naturale (bambini che lavorano...) ha poco. Accenni, non racconti, ma lo fai bene.
Quel che colpisce non è tanto quello che hai messo nel tuo racconto, ma tutto quello che lo circonda.

3. Nuotando nell’aria, di Filippo Puddu
La prima persona in un racconto dà una sola garanzia. Chi racconta è vivo.
Rompere questo patto con il lettore è una sfida avvincente (L'inferno della Paura di Simmons è un esempio magistrale) anche perché per farlo devi giustificarlo e il lettore devi saperlo convincere.
E tu riesci a farlo.
L’attinenza con il tema è tirata per i capelli. Volevi raccontare questa storia. L’hai contestualizzata.
E anche se l’abito di Tarenzi ti sta un po’stretto ci entri piuttosto bene. Mettere in gioco tanto merita un premio.
Racconti l’amore, la passione come forza universale e lo fai da un punto di vista nell quale non è per tutti semplice immedesimarsi. È la seconda sfida. E anche questa è affrontata nel modo giusto.
Finale forse frettoloso; avresti forse dedicarci più spazio per renderlo più epico.

4. Fuori-Luogo, di Flavia Imperi
Hai presente il gioco delle tre carte? Convinci il lettore a guardare in un punto e lo conduci in una stanza che produce ansia. Ogni passaggio è finalizzato ad empatizzare con la sventurata tanto da parteciparlo al suo terrore. Non appena il pathos è salito a sufficienza… ecco che mostri che l’asso era da tutt’altra parte.
Cambi punto di vista, contesto e protagonisti. L’effetto cercato lo trovi in pieno e tanto è alta la tensione creata quanto più liberatorio il sorriso che arriva con il finale.

5. Divinità, di Valeria Imperi,
Toccante. Colpisce già dalla prima lettura e più lo approfondisci maggiore è la forza con cui arriva. Nelle parole della protagonista c’è dolore e rassegnazione eppure resta forte la volontà di rendere forte la piccola che ha tra le braccia. Spalanchi al lettore le porte dell’inferno e lasci una piccola luce di speranza. Il destino è segnato, la forza con cui la si affronta no.

6. Azienda Infernale per l'Edilizia Residenziale - di Francesco Nucera
Spunto immobiliare interessante con l’idea della collocazione dei dannati davvero singolare. Ho apprezzato il modo con il quale i dettagli vengono mano a mano consegnati, come se da una visione generale avessi voluto via via scendere nel dettaglio. Tutto è al servizio della battuta finale, lo comprendo, e funziona abbastanza bene. Forse avresti dovuto osare di più per darle ancora più peso, in modo che avesse un effetto più deflagrante.

7. Epifania, di Sara Tirabassi
Un uomo al bar col cappello. Un cappuccino. Una penna. La settimana enigmistica. Nascondi un diavolo… il Caduto addirittura, in un anonimo bar, in un luogo di cui non dai alcun riferimento se non il tempo.
È successo oggi, o comunque in uno dei tanti giorni uguali nei quali siamo immersi.
Ci fai entrare nella sua testa e racconti la caduta in soggettiva. Tema non originale, ma trattato con il garbo (non conta quel che si racconta, ma come lo si fa) e sviluppato nel modo giusto. Mi piace il sorriso beffardo del finale (e grazie la soluzione all’enigma, mai stato bravo con le parole crociate…).

8. La grigia prigione, di Fabio Tarussio
Amarezza e rabbia non sono sentimenti semplici da raccontare. Ma questo racconto lo fa molto bene. Tutto viene accennato lasciando che sia il lettore a riempire gli spazi. Lasci al lettore i mezzi. L’intero racconto non si esaurisce ma pare quasi che il lettore sia un passante che assiste ad un pezzo di conversazione tra i protagonisti.
Mi piace il gioco allegorico, mi ricorda il concetto di inferno usato in Dylan Dog.
Il rimando è al quotidiano con illusioni e delusioni annesse. Funziona molto bene.

9. Il mio angelo, di Viola Lodato
Un racconto doloroso. Il senso del dramma ti prende all’inizio e non ti abbandona fino alla fine. Mi piace la scelta di lasciare speranza per poi colpire col finale. L’intento è mantenuto per tutto il racconto. Linguaggio e ritmo restano fedeli alla trama e il finale colpisce al momento giusto con la forza e la violenza e il dolore e allo stesso tempo l’amore presenti in ogni frase di tutto il racconto.

10. Pecunia non olet, di Mario Pacchiarotti
Visione materialistica dell’aldilà con Angeli e Demoni in versione Agente di vendita alla ricerca di nuovi clienti. Variazione sul tema delle indulgenze. Racconto in forma di dialogo tenuto bene, si lascia leggere bene. Mi è piaciuta la creazione dell’ambiente con elementi che spariscono ed altri che appaiono. Il tutto ben cadenzato. Il gioco per spartirsi le anime giocato su un altro livello è reso credibile, e funziona.

11. Trischele, di Chiara Rufino
‘Calciò lontano il sacchetto di monete e ne disperse il contenuto sull'erba; candele
preziose che luccicavano nella notte ormai fonda.’
Questa metafora mi è piaciuta parecchio. Il racconto tiene bene la tensione tra i protagonisti. Ci presenta la donna, ci racconta molto di lei attraverso i suoi gesti e anche quando si svela lo fa con la stessa eleganza con cui la incontriamo. La forza della donna donna cresce mentre aumenta la fragilità e la spavalderia del cavaliere. Chiusura che mantiene le promesse fatte durante il brano.

12. Nesquik ed Oki, di Claudio Tamburrino
Più che un racconto vero e proprio è un incipit.
Non lascia in sospeso come un finale aperto, ma pare proprio sia interrotto a metà o, credo sia più probabile, come fosse porzione di una storia più ampia.
Fai intuire il prima ma il rimando non funziona altrettanto egregiamente con dopo. Il confronto tra i protagonisti è avvincente ma molto, troppo, resta accennato.

13. Grazia, di Regan,
L’idea di fondo è affascinante. Ma l’idea senza sufficiente coerenza nel raccontarla perde consistenza. Probabile che il racconto così come era stato concepito stesse stretto nelle 3,000 battute previste. Il risultato è confuso, una continua rincorsa che si perde strada facendo. Apprezzabile il potenziale, molto divertente. Peccato.

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maria rosaria
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » sabato 23 gennaio 2016, 23:37

Riporto qui i commenti già espressi sotto ogni racconto.
Alla fine la classifica finale che, come al solito, è sempre una grossa fatica stilare.
Complimenti a tutti per le idee originali e per il modo in cui le avete espresse.
E in bocca al lupo!

Azienda Infernale per l'Edilizia Residenziale - di Francesco Nucera

Il racconto è ben scritto e l’idea di questo inferno molto particolare, che si allarga sulla Terra per problemi di spazio insufficiente, mi ha fatto molto sorridere.
C’è una sorta di lacuna nel finale. Mi aspettavo infatti una spiegazione aggiuntiva, quasi mi è venuto da pensare: adesso dove stà la fregatura in questo inferno ideale?
Nel complesso un buon racconto.


Fuori-Luogo di Flavia Imperi

Questi dei che si prendono gioco degli umani mi hanno fatto sorridere.
Anche se la scrittura è impeccabile, credo che tu possa fare sicuramente di meglio.
Qui, in questo racconto, mi sembra un po’ tutto troppo frettoloso, la voglia di raccontare qualcosa che però forse non era ben delineata nella tua mente o forse aveva bisogno di più spazio chissà.
Ci sono gli déi giocherelloni, goliardici, e va bene, ma il personaggio femminile è un po’ monco, forse mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più su di lei. Nel complesso un racconto ben scritto e divertente.

"Angeli" - di Adriano Muzzi

Mi è piaciuta questa idea di andare a ricomporre qualcosa nella vita per migliorare la morte.
Perché a quest’ultima non c’è rimedio ma è giusto che i defunti siano ricordati, soprattutto quando si tratta di bambini. Ho apprezzato molto il modo in cui hai interpretato il tema: perché il problema non è tanto vincere la morte quanto l’oblio che forse è cosa peggiore.
Bello l’uso dell’avanti e indietro come se la vita fosse un nastro o un video in cui si guardano i singoli fotogrammi.
Bravo!

Epifania - di Sara Tirabassi

Allora, inizio col dire che l’utilizzo del nostro caro Lucifero come protagonista non mi ha di primo acchitto entusiasmato. Però.
Però sei stata molto brava a sviluppare una storia che non ha nulla di originale (la caduta dell’angelo) con una bellissima descrizione della caduta prima e poi con un finale che ho invidiato. Sarà che amo i cruciverba, ma la battuta finale vale per me un giudizio più che buono sull’intero racconto. Complimenti!

Come le rondini di Angela Catalini

Una storia triste e amara la tua. I personaggi sono ben delineati eppure c’è qualcosa che non mi torna. Forse la parte iniziale troppo raccontata, non so.
C’è in alcuni punti un problema di gestione del punto di vista. Ad esempio quando scrivi:
“Quando andavano in terrazza, insieme agli altri uomini, Syrte ne tirava fuori una dalla tasca dei pantaloni e fingeva di arrotolarla e di prepararla, anche se non ce n’era bisogno. In questo modo prolungava il piacere che avrebbe provato nel portarsela alla bocca e aspirare il fumo.”
A parte il fatto che ho trovato difficoltà ad immaginare uno che finge di arrotolarsi e prepararsi una sigaretta già pronta, qui il problema è che se inizi usando il punto di vista di Danes (e mi sembra che lo continui ad usare anche dopo) lui può solo immaginare il motivo per cui Syrte faccia ciò con le sigarette. Avrei scritto:
“Danes immaginava che Syrte facesse così per prolungare il piacere etc. etc.”.
Penso che i caratteri a disposizione o forse il poco tempo abbiano inficiato il risultato finale.

Nuotando nell'aria di Filippo Puddu

L’amore è eterno, sembra voler dire il tuo racconto. Eterno e ciclico. Ci si lascia per poi ritrovarsi.
Non ci credo molto a questa cosa, però mi piace.
Il racconto che hai scritto è bello e struggente e l’inferno è una vita difficile per chi si ama fuori dagli schemi. Conduci con ritmo crescente fino alla fine, anche se un po’ di colpi li perdi lì. Un finale diverso, meno sdolcinato (perdonami il termine) l’avrei preferito.


Trischele di Chiara Rufino

Ho avuto difficoltà a inquadrare i personaggi e la vicenda. All’inizio ho pensato si trattasse di una donna tradita, sedotta e poi abbandonata, poi alla fine ho capito che si trattava di una banshee e quindi di una creatura magica, uno spirito femminile qui più che maligno direi vendicativo.
Però a questo punto, sicuramente per un mio limite, confesso di non aver compreso appieno la vicenda e mi rimane la domanda: lei lo trascina giù agli inferi per vendicarsi? Ma se era una creatura magica perché ha permesso che lui la abbandonasse?
Il titolo poi, Trischele, rimanda a una figura simbolica a tre punte che si ritrova raffigurato su alcune monete dell’antichità. Non ho capito l’attinenza con la storia (forse donna-uomo-bambino?) ma confesso di essere all’oscuro della materia.


Nesquik ed Oki di Claudio Tamburrino

La tua storia ho dovuto rileggerla una seconda volta perché la prima volta ho avuto difficoltà a inquadrare la vicenda e nel finale mi sono persa. Poi, durante la rilettura ho scoperto che invece tutto filava liscio e, anzi, mi avevi trascinato e incuriosito fino sempre a quel finale, mannaggia, in cui mi sono persa di nuovo.
Perché, mi sono chiesta, il diavolo “Norberto” avrebbe dovuto aiutare il nostro amante abbandonato? Frutto della pozione? Una pozione che, una volta bevuta, evoca il diavolo? Non so, non mi è sembrato convincente.
Resta il fatto che ho apprezzato molto l’idea, originale e ironica.


La Grigia Prigione di Fabio Tarussio

Ciao Fabio.
Ho letto nel tuo racconto una metafora della vita attraverso il racconto di due anime incastrate, sospese in un limbo. Un limbo che ho trovato molto simile a certi meccanismi di vita moderna, di sfruttamento, di alienazione.
L’idea di base mi piace molto anche se credo che in questa veste rimanga un po’ compressa. Mi rimangono, infatti, delle curiosità.
Per esempio quando scrivi:
“L'indomani in tutta la Città sarebbe stata giornata di Riscossione Semestrale. Per Sergij sarebbe stata invece giornata di Sgombero, essendo già indietro di due Rate.”
Qui non capisco il senso, mi sfugge qualcosa. Qualcosa che forse non sei riuscito a delineare nello spazio ristretto di tremila battute.
Alcune note tecniche sui trattini dei dialoghi ti sono state già fatte, quindi non mi ripeto.


Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Molto divertente! Tema centrato e sviluppato in modo originale. In fondo nessuno di noi può sapere se esistano veramente il paradiso e l’inferno e anche a me viene spesso il dubbio che sia tutta una montatura…
A parte gli scherzi ho apprezzato non solo l’idea ma anche il modo in cui hai scritto il racconto. Stile asciutto e senza fronzoli. Come piace a me. Complimenti.


Il mio angelo - di Viola Lodato

Cosa dire? Scritto bene, storia coinvolgente se non che ho colto degli accenni (forse voluti, forse una citazione) a qualcosa di già letto o visto. Senza dubbio non ho grossi appunti da fare anche se mi rimane un po’ di delusione sul finale. Mi stavo immaginando, leggendo, che la protagonista si era arruolata e ora era in qualche guerra lontana, al fronte, in un inferno diverso da quello che aveva vissuto nell’infanzia. Invece no, ho viaggiato troppo con la fantasia.


Divinità di Valeria Imperi

Una favola molto delicata. Ci ho letto una metafora sull’iniziazione alla vita, sul desiderio di una madre di trasmettere alla figlia la speranza e la consapevolezza che si può e si deve essere forti a dispetto di tutto ciò che ci circonda. Soprattutto il male.
Non so se la mia interpretazione è corretta.
Avrei staccato di più i dialoghi, avrei messo degli a capo in più, e anche il finale, secondo me, avresti potuto renderlo un pochino più chiaro.
Scrivi : "Non osare farti sentire da lei." E io non ho capito a chi si riferisse.
Ad ogni modo il racconto mi è piaciuto.

Grazia di Regan

Racconto divertente in cui sei stato molto bravo a rendere vivo il movimento di queste creature che giocano alla “sfera”.
Trovo un po’ di confusione nella struttura del racconto. Credo che il voler trasmettere la concitazione di questi esseri incorporei, che vagano non visti nel mondo terreno, in queste tremila battute ci stia un po’ stretta.
Anche il finale mi ha un po’ spiazzato. Ho dovuto leggerlo più volte ma non sono riuscita a capire né il perché la sfera si fosse solidificata, né il problema del numero dei giocatori.


1) Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti
2) Epifania - Sara Tirabassi
3) "Angeli" - Adriano Muzzi
4) Nuotando nell'aria - Filippo Puddu
5) Azienda Infernale per l'Edilizia Residenziale - Francesco Nucera
6) La Grigia Prigione - Fabio Tarussio
7) Fuori-Luogo - Flavia Imperi
8) Il mio angelo - Viola Lodato
9) Come le rondini – Angela Catalini
10) Divinità - Valeria_Imperi
11) Nesquik ed Oki - Claudio Tamburrino
12) Grazia - Regan
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » domenica 24 gennaio 2016, 9:41

Scusate, nel copia incolla dal mio file mi era saltato un racconto.
Riposto qui la classifica intera:

1) Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti
2) Epifania - Sara Tirabassi
3) "Angeli" - Adriano Muzzi
4) Nuotando nell'aria - Filippo Puddu
5) Azienda Infernale per l'Edilizia Residenziale - Francesco Nucera
6) La Grigia Prigione - Fabio Tarussio
7) Fuori-Luogo - Flavia Imperi
8) Il mio angelo - Viola Lodato
9) Come le rondini – Angela Catalini
10) Divinità - Valeria_Imperi
11) Nesquik ed Oki - Claudio Tamburrino
12) Grazia - Regan
13) Trischele - Chiara Rufino
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » domenica 24 gennaio 2016, 11:02

Eccomi, tocca a me fare la classifica.
Rinnovo i miei complimenti a tutti i membri del gruppo, dato che ogni racconto ha comunque sviluppato l'idea in una declinazione originale. Al di là della resa, tutti mi hanno "lasciato qualcosa" nel senso che a rileggere il titolo dopo tre giorni dalla prima rilettura della prima mattina di gara mi ricordavo di cosa parlassero, il che vuol dire che comunque mi sono rimasti impressi. Sembra un dettaglio insignificante, ma secondo i miei parametri significa che sono tutti meritevoli, anche se per alcuni magari un'aggiustatina (Laboratorio) li renderebbero ancora più gradevoli.
Ci sarebbero tantissimi pari merito e, ve lo giuro, per stabilire le posizioni mi sono dovuta attaccare ai cavilli, cosa che odio nel profondo (e mi fa odiare voi con tanta simpatia ^^)
In bocca al lupo a tutti!

1.Epifania
Ciao Sara! A me questo diavolo un po' rassegnato nella sua quotidianità mi è piaciuto proprio. La sua mania di parole crociate, la bombetta, insomma uno spaccato di "normalità" che invece si contrappone alla sua condizione e a tutto ciò che ha passato. Il tema secondo me è rispettato a prescindere dall'enigma del cruciverba: hai descritto benissimo la caduta del Diavolo dai Cieli all'inferno, in maniera molto vivida, da sentirlo sulla pelle. Lo stacco "tono leggero-epico" secondo me non penalizza, anzi, dà maestosità al ricordo e soprattutto dà risalto a quanto deve essere insopportabile una condizione così "anonima" per lui considerando ciò che ha vissuto e ciò che era. Complimenti ^^
2.Come le rondini
Ciao Angela,
mi è piaciuto questo spaccato di inferno (stabilimento dove vengono sfruttati i minori) che si contrappone al cielo, gustato nell'unico momento di libertà che Danes ha con "gli uomini". Ci lasci immergere nella situazione assieme al protagonista e il tuo stile si adatta benissimo a questo scopo, i miei complimenti.
Se proprio devo trovarci un difetto, ho trovato forse un pochino frettoloso sia il riferimento sulla madre (che entra ed esce dalla storia regalandoci soltanto una sbirciata senza troppe implicazioni) sia il finale. Forse il limite dei 3000 caratteri ha influito, in ogni caso il mio giudizio è sicuramente un pollice su. Brava :)
3.Divinità
Ciao Valeria,
il tuo è uno di quei racconti che bussa al cuore senza essere invadente. Mi è piaciuto molto come hai condotto il filo della speranza che una madre cerca di trasmettere alla sua creatura, speranza che molto spesso si infrange contro l'infernale realtà in cui si vive.
Sul finale forse, in effetti, avrei speso qualcosa in più, proprio per dare un effetto maggiore al contrasto tra il paradiso dell'innocenza e il crudo inferno della vita, magari facendo capire in che situazione, effettivamente, si trovi la bambina.
Per caso sei appassionata di culto druidico? La similitudine "sii potente e gentile, come il fiume" me l'ha dato da pensare ^^
Bella prova!
4.Azienda infernale per l’Edilizia Residenziale
Ciao Francesco,
un bel racconto, non c'è che dire. Anche io mi accodo sul commento di altri dicendo che magari il colpo di scena finale non è così "forte" come sembra, più che altro perché, appunto, il soggiorno all'Inferno sembra ancora più confortevole e allettante del Paradiso (cioè, per dire, ci farei la firma per vivere in quel posto XD), tanto che anche io mi sono chiesta: ok, dov'è la fregatura? Ecco, forse se ci fosse stata (e il protagonista l'avesse ignorato) sarebbe stato perfetto, ma questa è soltanto un'opinione personale. Buono lo stile ;)
5.La grigia prigione
Ciao Fabio,
il ritmo del tuo racconto dà un tono perfetto a questo luogo grigio, spento, un Purgatorio in cui, oltre i sorrisi della propaganda pubblicitaria, si nasconde invece una realtà che, volendola far collidere con quella attuale, non si discosta poi molto: sacrifici, lavoro, per poi magari neanche conquistare ciò che si è guadagnato e, al primo sgarro cavoli, per una sigaretta sprofondare di cinque anelli è veramente un saltone O_o) pagare salato. Per poi, alla fine di tutto, finire nel dimenticatoio.
Direi che mi è piaciuto proprio. Attenzione agli accenti e ai punti dei dialoghi messi quando dopo segue un periodo di narrazione, es. -Ti prego amico, fuma per me.- sibilo d'un tratto Sergij -> il punto non ci vuole. Idem per i trattini, come già prima di me ti han fatto notare: a questo punto, usa le virgolette, o segui la regola d'omissione che ti hanno già spiegato poco sopra ;)
6.Pecunia non olet
Ciao Mario,
confesso che in effetti anche io, come il protagonista, sono davvero confusa su chi sia il demone e chi l'angelo, anche perché secondo me è il Diavolo che tenterebbe l'uomo con l'offerta più allettante (tutti i soldi e anche l'indulgenza), cosa che un vero Angelo (che dovrebbe predicare valori come umiltà ecc.) secondo me non farebbe mai.
Divertente e secondo me anche indicato il catfight finale delle due donne.
Unica nota a margine, forse avrei dato maggiori avvisaglie del malessere per far sì che l'uomo desse retta "al primo colpo" a ciò che dicono le due donne: che ha il cancro, però le avvisaglie giungono di punto in bianco. Mi fa pensare che abbia un tumore al cervello (testa che pulsa, allucinazioni), ma per uno che ormai è in punto di morte sembra scoppi di salute. Per il resto, un racconto molto simpatico, bravo ;)
7.Il mio angelo
Ciao Viola,
il tuo Cielo e Inferno si identifica nella contrapposizione tra la figura fanciullesca della sorella della protagonista e l'incubo dell'arena in cui è finita dopo l'omicidio. Anche a me è sembrato di vedere un riferimento (non so se voluto o meno) agli Hunger Games, se proprio devo fare un appunto è che, come altri hanno notato prima di me, ci sono elementi che forse fuorviano dall'intendere che ci troviamo in un futuro distopico. Forse qualche riferimento più esplicito sarebbe stato meglio.
Tema rispetta e buona la resa del combattimento, molto vivido. Bel racconto ;)
8.Nuotando nell’aria
Ciao Filippo, ben trovato!
La contrapposizione tra Cielo e Inferno è ben marcata anche nello stacco tra i due paragrafi che mostrano la serenità del rapporto di coppia e quella realtà che viene stroncata dal traviato di turno.
Un pochino "telefonato" il discorso "se dovesse succedermi qualcosa", un pochino mi spoilera che piega avrebbe avuto il racconto, ma non è stato tanto determinante. Forse un poco artificiosi certi dialoghi iniziali, tipo appunto il "«Cosa?! Perché mai mi dici questo?! Mi devi dire qualcosa?!»" che se dovessi dirlo ad alta voce mi sembra, appunto, un poco "finto". Niente di troppo pesante nella mia valutazione,in ogni caso.
L'unica cosa che mi ha un po' stranito è che un magrolino tutto ossa sia riuscito ad avere la meglio su un bulletto armato girandogli il polso e tramortendolo con una semplice gomitata, da come lo descrive il compagno sembrava uno scricciolo...
Tirando le somme, è comunque un bel racconto, mi è piaciuto ;)
9.Fuori-Luogo
Ciao Flavia, ben trovata!
Il tuo è un racconto molto grazioso, mi ha fatto sorridere questa sciamana che, a dispetto di tutta la sua preparazione, viene fregata da un banale e puerile scherzo del Loki burlone di turno. In effetti, ecco, come altri hanno fatto notare, forse la frase degli attestati ha tolto un po' di tono "serio" alla prima parte, se il livello di tensione fosse rimasto alto forse la seconda parte avrebbe avuto più effetto. Sui dialoghi finali anche io ho avuto un attimo di difficoltà a capire chi dicesse cosa, magari un riferimento ai vari interlocutori avrebbe guidato meglio nella conversazione.
Un unico dubbio, però: qui dov'è l'inferno? Intendevi l'aldilà dove chiacchierano gli dei (in tal caso, la mia interpretazione è giusta)? Oppure il mondo terreno lasciato dalla sciamana durante la sua elevazione spirituale (però lo descrive come un ambiente ricco di colori e sorprese, quindi non sgradevole...).
A rileggerci!
10.Trischele
Ciao Chiara!
Amo molto il mito delle banshee, ci stavo anche tramando sopra una storia lunga. Ammetto di conoscere una versione diversa della leggenda di Niahm, ma questo non penalizza certo il tuo racconto.
L'unica cosa che forse trovo un po' tirato è l'aderenza al tema. L'inferno c'è, d'altronde le banshee sono comunque sinonimo di presagi funesti, ma il cielo? Magari la scena iniziale, con Niahm che lava i panni come una fanciulla qualunque e canta ai corvi, poteva suggerire spensieratezza, tuttavia, (sempre IMHO) non mi ha infuso esattamente un contrappeso alla scena crudele che si presenta dopo, con le parole fredde che lei rivolge a Keiran e anche le risposte di lui, nonché il finale che li vede entrambi sprofondare nell'aldilà. Forse è un problema di sensibilità personale, ma se non ho proprio capito chiedo scusa (e lumi) ^^"
Buona la padronanza del linguaggio, il testo scivola via che è un piacere. Alla prossima!
11.Angeli
Ciao Adriano!
Ammetto di aver dovuto leggere un paio di volte il racconto per esser sicura di averlo capito correttamente. Da quanto ho inteso, Jezael "riscrive" un dettaglio nel passato del bimbo morto perché sia quantomeno amato dopo la morte e possa vivere nel ricordo delle persone.
C'è un particolare che però mi stona in tutta la faccenda: se la madre, nella prima versione della sua vita, non fa altro che picchiarlo, perché il bambino corre fuori impaziente di rivederla? Da quanto mi immagino, se un adulto picchia un bambino così piccolo, il bambino svilupperà paura e diffidenza nei suoi confronti; a quell'età forse neanche la riconosci come mamma anche perché tale figura è quella che il bambino identifica come protezione, sicurezza, conforto.
Sull'effetto farfalla concordo con Beppe: modificare anche soltanto un dettaglio del passato implica condizionare parecchie scelte successive, in un ramificarsi infinito.
Avrebbe potuto funzionare se la prima causa della morte non fosse stata l'incidente, ma appunto, passando dalla paura a una smaniosa voglia di rivedere la madre, il bambino sia finito sotto l'auto anziché, che so, essere ammazzato di botte proprio dal genitore. E' un esempio, ma spero di essermi spiegata. A rileggerci!
12.Nesquik ed Oki
Ciao Claudio,
l'idea molto simpatica della ricetta "abracadabra" composta dai più svariati ingredienti (il Nesquik, genio XD) come pozione per andare nel regno della desolazione (l'Inferno, intuisco) mi è stata un pochino "sporcata" dal preambolo iniziale, ovvero
Ma ormai aveva deciso di fidarsi di lui, anche se lo aveva trovato su Internet ed incontrato solo una volta: in quella occasione, nel bel mezzo di un ritrovo di biker sulla pontina, gli aveva detto che poteva fargli ritrovare Sara.

Non si dà da sapere (fino alla fine, quando il Centauro lo dice) che Sara sia morta oppure semplicemente scomparsa, in ogni caso il fidarsi al primo colpo mi pare un espediente un poco forzato: se un tizio qualunque mi dicesse "so dov'è la tua amata scomparsa" più che assecondare le sue manie io gli farei sputare la verità a forza o lo segnalerei alla polizia, se putacaso invece fosse morta, non so quanto gli darei conto se non per uno scherzo di cattivo gusto. Una piccola nota di mancata credibilità che dà un lieve cigolio iniziale alla storia. Ma ribadisco che è un parere soggettivo, colpa della mia personale sensibilità: sono una persona molto pragmatica e obbedisco ancora alla cara, eterna morale di non fidarmi degli sconosciuti ^^
Il finale, secondo me,invece perde di mordente. Mi aspettavo un colpo di scena, non dico epico, ma quantomeno che mi facesse dire "ah, wow!" L'apparizione del Diavolo (la descrizione tra parentesi mi ha un po' frenato il ritmo, per inciso) che si sbafa l'Oki (e questo è un dettaglio che ho molto apprezzato; chissà come mai gli piace, a me fa schifissimo, ma son dettagli XD) passa quasi in secondo piano, avrei inoltre preferito capire qualcosa di più sul Centauro (è Lucifero? E' un'anima dannata che fa da intermediario?).
Nel complesso una prova discreta, occhio alle "d" eufoniche, non mettere i "." e le maiuscole quando al dialogo segue la narrazione, es. «Nesquik, bacche di ginepro, aneto, gin, vodka... eccellente». Disse riempiendo la bottiglia => diventa: «Nesquik, bacche di ginepro, aneto, gin, vodka... eccellente» disse riempiendo la bottiglia. Idem per gli a capo dopo i dialoghi nella stessa occasione di cui sopra.
A rileggerci!
13.Grazia
Ciao Regan,
questo "Giochi senza frontiere" tra custodi e tentatori per accaparrarsi il "posto ufficiale" è molto interessante, è il ritmo e la forma che mi hanno quantomeno confuso. Anzitutto il definirli "sagome" per non svelare subito cosa siano non ha creato forse la suspance che volevi, anche perché poche righe sotto parli appunto di Custodi ecc. Tanto valeva definirli subito com'erano, avrei avuto subito una linea guida per capire di cosa stavamo parlando.

La resa della competizione è un po' "povera", alla fine ci ritroviamo due creature che inseguono la sfera senza particolari guizzi, cosa che poi rende anche il finale un po' banale, visto che se la litigano proprio come bambini (mi immagino quantomeno un Custode con un poco più di maturità ^^ se deve vegliare sui viventi, altrimenti ahinoi! Poi, se il tuo intento è quello, LOL! Ma sarebbe un argomento da sviluppare quantomeno in un racconto più lungo, chissà).
Tra l'altro, Clara e Nasso (tra l'altro, la chiami "un custode" la frase prima e poi ti rivolgi a lei come Clara subito dopo, c'è voluta una rilettura di più per capire che si trattasse della stessa persona) sono tratteggiati praticamente uguali sia nel comportamento sia nell'atteggiamento, avrei preferito una maggior differenziazione. Banalissimo esempio, un Tentatore poteva giocarsela su istinto e forza bruta, il Custode sulla saggezza e l'intelligenza. E allora sì che sarebbe stato un godimento vedere chi la spuntava.
Comunque ti invito a ragionarci su, perché l'idea alla base è buona (il tema è rispettato, by the way), io rivedrei questo racconto magari con maggiore respiro di caratteri e un miglioramento nella forma, anche in base ai consigli che ti hanno dato gli altri. Vedo del buon potenziale. A rileggerci!
Uccidi scrivendo.

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erika.adale
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » lunedì 25 gennaio 2016, 10:24

Ho trovato validi e godibili molti racconti. E se da una parte è stato un piacere, diventa un imbarazzo fare la classifica, perché il rischio è che qualcuno si sia sentito dire "bel racconto" e poi non si trovi nei primi posti. Spesso si tratta veramente di distacchi infinitesimali e mi sono basata sull'interesse personale suscitatomi dalla storia, aspetto totalmente opinabile ma che prende peso di fronte a racconti equivalenti dal punto di vista formale. Non ho considerato l'attinenza al tema (percepita da me) un fattore dirimente.
Prima la classifica
1)- La grigia Prigione- di Fabio Tarussio
2)-Epifania- di Sara Tirabassi
3)-Trischele- di Chiara Rufino
4)- Come le rondini - di Angela Catalini
5)- Fuori Luogo - di Flavia Imperi
6)- Nuotando nell'aria -di Filippo Puddo
7)- Divinità - di Valeria Imperi
8)- Azienda Infernale per l'Edilizia Residenziale- di Francesco Nucera
9)- Il mio angelo - di Viola Lodato
10)-Pecunia non olet- di Mario Pacchiarotto
11)-Angeli- di Adriano Muzzi
12)-Nesquik e Oki- di Claudio Tamburrino
13)- Grazia- di Regan
Poi i commenti
- Azienda Infernale per l'Edilizia Residenziale- di Francesco Nucera
Ciao Francesco, ecco quello che definisco racconto godibile. Ho sorriso dall'inizio alla fine, indipendentemente da alcuni aspetti che non mi hanno completamente convinto. Sarà merito dello scenario che hai costruito e della scrittura briosa. Non mi è invece arrivato appieno il succo della questione, che ho capito solo dal tuo successivo commento: cioè che nella grazia del paradiso ci si annoia, mentre in fondo il male si impegna dall'eternità per dare un guizzo alla nostra esistenza. Un concetto così interessante che forse andrebbe sottolineato meglio. Un altro aspetto è un po' scivolato via: il protagonista è morto suicida. Quindi la sua esistenza era gravata da un qualche tipo di tormento (e nell'ottica generale sarebbe interessante capire quale). Ritrovare una realtà molto simile a quella della vita avrebbe dovuto turbarlo piuttosto che rasserenarlo...sempre che, nel passaggio, non avesse anche lui colto una qualche verità (tipo che il tormento serve a non annoiarsi come in paradiso). Ho visto cielo e inferno? Ora che mi hai fatto notare il cielo, sì. Comunque, decisamente carino.
- Fuori Luogo - di Flavia Imperi
Un racconto divertente, non c'è che dire. La storia c'è, ed è assai interessante. Su "come" l'hai raccontata, ho apprezzato molto le descrizioni della sciamana, sinestesie comprese. Per quanto scritta bene, però, la prima parte mi è parsa un filo lunga nell'economia generale: magari l'incontro fra divinità si meritava una riga in più. Inoltre forse avrei atteso la seconda parte a far affiorare l'ironia, nel senso che si capisce fin troppo presto che la nostra eroina è ben più goffa di quanto credo. Forse sarebbe stato più spiazzante scoprire tutto insieme alla fine. Però sono osservazioni legate al gusto personale, finalizzate solo a parlare di ( e magari aiutare a ottimizzare) un racconto già assai gradevole. Mi hai fatto vedere cielo e inferno? Mah, quello mica tanto: abbiamo uno stato alternativo di percezione e una birreria di Belluno...non credo di poterle inquadrare in nessuna delle due opzioni.
-Angeli- di Adriano Muzzi
Se da una parte ho apprezzato molto l'idea, estremamente toccante, che sia il ricordo a regalare l'immortalità ( e mi sono commossa all'idea del bimbo destinato all'oblio per non essere stato sufficientemente amato in vita) dall'altra non sono convinta della logica della trama. I viaggi nel tempo sono un'arma a doppio taglio. Prima di tutto una minima modifica porterebbe ad una cascata enorme di eventi differenti che potrebbero danneggiare altri e rendere così l'intervento pericoloso. In secondo luogo, la possibilità di migliorare il passato toglierebbe in assoluto la possibilità che esistano persone non amate, cosa inverosimile anche nella logica di un racconto fantastico.
-Epifania- di Sara Tirabassi
Ciao Sara, il tuo racconto nasce da un'idea davvero notevole e si sorregge su due belle descrizioni: il diavolo, consunto nella sua quotidianità e il ricordo dello straordinario evento della sua caduta sulla terra. Due immagini che prendono forza proprio dal reciproco contrasto. Forse non avrei dipinto il diavolo con le corna (pur nascondendole sotto la bombetta) perché mi sembrano parte di una rappresentazione tradizionale da cui ti stavi efficacemente allontanando (a questo punto avrebbe dovuto avere anche la zampa caprina e la coda, ma è molto più inquietante come scialbo ometto). Comunque complimenti, ho visto cielo e inferno e mi è piaciuto molto.
- Come le rondini - di Angela Catalini
Questo è il secondo tuo racconto che leggo e comincio a riconoscere la tua cifra espressiva (e ad apprezzarla). Per valutare mi chiedo:1) Cosa? Una storia malinconica, con un paio di eventi che non fungono da "colpi di scena" ma da increspature sulla trama liscia della vicenda, che affronta il tema forte del lavoro minorile 2)Come? Molto bene, la scrittura è controllata e piacevole. Le descrizioni adeguate. 3) Sono percepibili cielo e inferno? Sì, entrambi si toccano con mano, l'inferno sociale del lavoro infantile e l'angolo di serenità che il protagonista cerca di ritagliarsi. Psicologia molto realistica. Giudizio positivo.
- Nuotando nell'aria -di Filippo Puddo
Ciao Filippo, il primo racconto che ho letto di questa edizione, spinta da un titolo bellissimo che mi ricorda un mio sogno ricorrente. Cosa hai raccontato? Una storia di amore e di morte, basata sull'idea non originale ma sempre seducente dell'altra metà della mela a cui si è destinati in eterno, a ogni incarnazione. E' un concetto che riesce sempre a commuovermi. Come lo hai raccontato? Condivido l'opinione di chi ti ha già detto che la prima parte dialogata paia un po' legnosa, come volessi mettere in chiaro subito la situazione ( e anche quella successiva). Va bene la premonizione, ma qui guida troppo il lettore alla conclusione e diventa un'autogol (si capisce subito come andrà a finire l'aggressione e chi sarà la vittima). Bello il finale, anche se mi sono un po' confusa: cioè il brivido lo scuote "sapendolo" con lui. Eppure non c'è (corretto, non è ancora morto). Utilizzerei un altro verbo (magari legato all'attesa dell'amato, piuttosto che alla presenza). Ho visto cielo e inferno? Decisamente sì.
-Trischele- di Chiara Rufino
Racconto di forte atmosfera, tutto mostrato e per nulla raccontato. Richiede qualche nozione di mitologia celtica per non rimanere disorientati ed, io essendone priva, sono stata costretta a una breve ricerca: questo può essere un'effetto collaterale positivo o una scocciatura per il lettore, dipende dalla tipologia del fruitore: va tenuto conto quando si compone una storia così "di nicchia". Nel mio caso, ho apprezzato. Il necessario per comprendere gli eventi viene detto, la sovrannaturalità è palpabile anche se non direttamente espressa. La storia si capisce, quale che sia il destino immaginato per l'uomo dopo il bacio. Cielo e Inferno si percepiscono, anche se in forma indiretta.
-Nesquik e Oki- di Claudio Tamburrino
Ci sono molti aspetti interessanti in questo racconto: l'ambientazione pop, il centauro misterioso, la buffa ricetta di evocazione, Norberto che si presenta a divorare il suo Oki. Accanto a questi punti forti, qualche debolezza: disattenzioni formali ( che già ti sono state fatte notare) e una sensazione di incompiutezza legata al finale "sospeso". E concordo con chi sente il bisogno di qualche notizia in più su Sara. Credo sarebbe un ottimo incipit per un originale racconto più lungo.
- La grigia Prigione- di Fabio Tarussio
Un racconto basato su un'idea raffinata di Purgatorio, libera dal decor dantesco e, soprattutto, totalmente priva di speranze. Ci guidi in un paesaggio vagamente sovietico (persino con il nome Sergej), tenuto conto anche delle esclamazioni del personaggio che invoca Lenin et., eppure il tormento a cui sono sottoposti è un capitalismo estremo, esasperato. Curioso contrasto, che conferisce ulteriore interesse al contesto descritto .Ritengo sia un' ottima prova.
-Pecunia non olet- di Mario Pacchiarotto
Racconto davvero divertente e ben pensato. Alla fine inferno e paradiso si mettono sullo stesso piano, angeli e demoni che pubblicizzano il loro prodotto per due soldi in più. L'unica minima perplessità va al protagonista, che arriva fresco come una rosa, si fa un drink e, apparentemente dopo pochi minuti, spira. Per altro, perfettamente rassegnato al suo destino. Unica avvisaglia, il dubbio di avere un'allucinazione e il "non sentirsi affatto bene". Ecco, lo rendere un malato terminale più credibile, anche dal punto di vista psicologico.
- Il mio angelo - di Viola Lodato
Non sono certo la prima a osservare quanta aria di Hunger Games ci sia in questo racconto, comunque ben gestito e con un finale adeguatamente drammatico e, tutto sommato, inatteso. Poi magari non c'entra nulla e tu non hai letto la saga, eppure la psicologia della protagonista sembra proprio la medesima. Nulla da dire sulla forma. Vedo più inferno che Cielo (anzi, il cielo non lo vedo proprio nonostante l'affetto nei confronti della sorella) ma mi rendo conto che il tema possa essere molto interpretato.
- Divinità - di Valeria Imperi
Un racconto bello e triste. Devo ammettere una sensazione di disorientamento iniziale, cercavo un'ambientazione e non la trovavo, non riuscivo a inserire la storia in un contesto. Aspetto da te ricercato, capisco da un tuo commento, al di là del rimando intrinseco ( e non esplicitato) ai matriarcati neolitici. Questo disorientamento ha leggermente inficiato il gradimento del racconto, che capisco tu volessi rendere "universale" evitando un'eccessiva caratterizzazione. Eppure, a mio giudizio, sarebbe rimasto "universale" lo stesso, senza darmi quella sensazione di disorientamento. Non so se mi sono spiegata, temo di no. Sono comunque consapevole si tratti di un gusto totalmente personale.
- Grazia- di Regan
Ciao Regan. Hai raccontato una storia potenzialmente molto interessante, che mi ha riportato alle "Lettere di Berlicche". C'è una specie di sport sovrannaturale, una vera e propria caccia alla Grazia Divina che trasforma gli aspiranti in Tentatori o Custodi. E pare che i partecipanti (cosa sono?) siano molto competitivi, gli arbitri (pure loro, cosa sono?) sornioni. La grazia divina...poca. Come lo hai raccontato? Ahimè, in modo piuttosto confuso. Il racconto è breve, la tua idea complessa ( e, probabilmente apprezzabile) ma ho dovuto rileggerlo tre volte per capirci qualcosa. Non lo considero mai un buon segno. Nella brevità bisogna essere univoci, soprattutto quando si racconta un mondo preciso come quello che hai dipinto tu. Ho visto cielo e inferno? Parliamo di creature tradizionalmente proprie dell'Inferno e del Paradiso, ma non ho trovato una precisa caratterizzazione. Angeli e demoni hanno un atteggiamento comune, dunque il contrasto buio/ombra che (presumo) fosse richiesto dal tema mi è sfuggito. Il racconto però ha delle potenzialità notevoli, mi è piaciuta l'idea della partita e mi ha coinvolto lo scenario milanese. Io ci lavorerei ancora!

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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » lunedì 25 gennaio 2016, 23:48

Ciao a tutt*,
ecco i miei commenti con classifica incorporata.

1 Come le rondini di Angela Catalini

Ciao Angela,
da quando ti leggo cui su minuti contati questo è, a mio avviso, il miglior racconto che hai scritto. Mi piace la tua interpretazione del tema non didascalica, mi piace come conduci il lettore nella vita del protagonista, mi piace la risoluzione senza colpo di scena. Per dirla alla Carver è un racconto onesto senza trucchi da quattro soldi. Brava!

2 Epifania - di Sara Tirabassi
Ciao Sara,
le vicissitudini e le riflessioni del povero diavolo che ci proponi sono molto divertenti. Non si può non empatizzare con lui. In fondo è uno di noi, che fa i conti con la sofferenza della caduta, con la costante di gravitazione universale e soprattutto con la stupidità umana. Divertente anche il gioco del cruciverba e il finale. Ottima prova.

3 Pecunia non olet, di Mario Pacchiarotti,
Ciao Mario,
racconto divertente e leggero il tuo. Una globalizzazione che dal mondo terreno si espande all’aldilà e, se nel nostro mondo la destra e la sinistra finiscono per essere molto simili nei contenuto in quello ultraterreno sono paradiso e inferno a essere livellate dal denaro. La maggiore debolezza, a mio avviso è nella caratterizzazione del protagonista, non del tutto convincente (soprattutto la sua morte improvvisa). In ogni caso una buona prova.

4 Azienda infernale per l’Edilizia Residenziale, di Francesco Nucera,
Ciao Ceranu,
a differenza di chi mi ha preceduto ti comunico la mia opzione al crocicchio tra via dei golosi a ridosso della zona Lussuria. Sai, ogni tanto bisogna anche rifocillarsi.
Il racconto è divertente da leggere e credo lo sia stato anche scriverlo. La chiusa è degna dello strampalato mondo extra terreno che ci presenti. Mi sembra però che la figura del demone sia un po’ debole nella caratterizzazione. Il Paradiso poi in contrasto a quanto ci si diverte all’inferno poco rappresentato. Comunque una buona prova.


5 "Angeli" - di Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
il tuo racconto ha due passi. Una prima parte un po’ soporifera che sa di spiegone e una seconda con un ritmo incalzante in cui succedono le cose. Per me il racconto è tutto nella seconda parte. Ho particolarmente apprezzato l’utilizzo di un linguaggio a metà tra prosa e poesia che rende bene sia il movimento del racconto sia gli stati d’animo dei protagonisti

6 Trischele di Chiara Rufino

Ciao Chiara,
di solito storco il naso quando i racconti ammiccano a una mitologia senza chiarire al loro interno il ruolo dei personaggi e dando per scontato che il lettore sia informato sulle loro caratteristiche. Questo nel tuo racconto avviene tutto sommato solo all’ultima riga, quando utilizzi il termine banshee. Per il resto il racconto è molto piacevole da leggere e a mio avviso interpreta correttamente il tema.


7 Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Ciao Filippo,
quello che mi piace del tuo racconto è l’interpretazione del tema e la drammaturgia. Le cose che invece non mi convincono sono i dialoghi e una divisione in due del racconto in cui la prima parte si dilunga molto (nell’economia delle 3000 battute) posticipando di troppo il momento in cui il lettore sarà messo in condizione di comprendere la situazione in cui i personaggi si trovano nel momento attuale. Per me un racconto da rivedere.

8 La Grigia Prigione di Fabio Tarussio
Ciao Fabio,
del tuo racconto trovo interessante l'idea di una transizione in un aldilà che più che una società post sovietica assomiglia a quella capitalistica attuale (vedi ruolo dittatoriale delle banche, i lavori sottopagati, i mutui e soprattutto le disuguaglianze sociali). Ricorda molto un fumetto della Bonelli in edicola in questi mesi "Hellnoir" ambientato in un posto simile e che utilizza linguaggio e ritmo hardboiled. Il racconto però, a mio avviso si impantana nel dialogo tra i due raccontando più che mostrare e soprattutto mi risulta privo di azione. Una buona idea, una voce che può funzionare ma anche la necessita di altro lavoro soprattutto in termini di trama.


9 Fuori luogo di Flavia Imperi
Ciao Flavia,
il tuo racconto sembra essere carino. Dico sembra perché è infarcito di “Tòpos” del Fantasy che per me, che non pratico molto il genere, sono difficili da comprendere. Pur avendo difficoltà a collocare gli Animali Guida, I viaggi in diversi piani di esistenza e i mondi Superni ho apprezzato come hai reso l’idea di quella sorta di demoni che descrivi intenti a prendersi gioco della sciamana della domenica.


10 Nesquik ed Oki di Claudio Tamburrino

Ciao Claudio,
del tuo racconto ho apprezzato il titolo, l’idea di fondo e lo scenario. Quale posto può essere più anticamera dell’inferno della Via Pontina? Magari durante l’ora di punta! La realizzazione mi risulta un po’ sciatta e forse aggiungere qualche particolare in più su Sara e sul perché sia necessario evocare il demone Norberto per ritrovarla non avrebbe guastato. Divertente la lista degli ingredienti e l’idea che i demoni siano ghiotti di Oki. Un racconto su cui vale la pena lavorare ancora un po’.
P.S. Il ponentino a Roma non è un vento caldo ma è quello che a volte rinfresca dalla calura estiva.



11 Il mio angelo - di Viola Lodato

Ciao Viola,
anche io ritrovo Hunger Games nel tuo racconto. Ho trovato l’incipit complicato da seguire e un po’ confuso. Il finale invece, a mio avviso è il punto di forza. Per quanto riguarda il tema lo hai affrontato in modo classico, contrapponendo l’angelicità della sorella della protagonista all’inferno che fa da scenario alla battaglia.

12 Divinità, di Valeria Imperi.
Ciao Valeria,
ho serie difficoltà a inserire in classifica il tuo racconto. L’assenza totale di contesto mi spiazza e non riesco a capire nemmeno quante siano le voci e che cosa dicono esattamente. La trama poi mi è ancora più ostica da comprendere. Sicuramente il testo ha un suo ritmo poetico ma oltre questo non riesco ad andare. I commenti precedenti mi indicano che è probabilmente è un problema mio. Probabilmente hai scritto un gran bel racconto ma io non sono in grado di apprezzarlo. Sorry.

13 Grazia di Regan

Ciao Regan,
hai delle ottime idee, una fervida fantasia ma devi trovare un equilibrio maggiore che ti consenta di presentare un racconto che possa esaurire in modo chiaro il suo arco narrativo in 3000 caratteri spazi inclusi. Cosa che in questa edizione di Minuti Contati non è avvenuta perché hai scelto una storia troppo complessa e di conseguenza il poco spazio a disposizione ti ha portato a raccontarla in modo confuso.

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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » martedì 26 gennaio 2016, 18:12

TARENZI EDITION 2016 – COMMENTI
Per chi non lo sapesse, aggiungo un titoletto scherzoso, senza offesa, ai racconti. ;-)


CLASSIFICA

1. Nesquik ed Oki, di Claudio Tamburrino, “Anche i diavoletti, nel loro piccolo, si rodono”
2. Fuori-Luogo, di Flavia Imperi, “Loki comuni”
3. Pecunia non olet, di Mario Pacchiarotti, “Pecuniam et circenses”
4. Azienda infernale per l’Edilizia Residenziale, di Francesco Nucera, “Il centro dell’inferno è coperto da nevi perenni”
5. Epifania, di Sara Tirabassi, “L’enigma infernale dell’enigmatico patto enigmistico”
6. Trischele, di Chiara Rufino, “Un urlo perduto nella notte”
7. La grigia prigione, di Fabio Tarussio, “Grigia come fumo di paglia, la storia si ripete”
8. Divinità, di Valeria Imperi, “Un’oscura, divina, presaga”
9. Angeli, di Adriano Muzzi, “Per i Weeping Angels non è mai troppo Tardis…”
10. Nuotando nell’aria, di Filippo Puddu, “Killer io o killer tu”
11. Come le rondini, di Angela Catalini, “Una rondine non fa trama vera”
12. Il mio angelo, di Viola Lodato, “L’angelo dell’arena-ta”
13. Grazia, di Regan, “Cara grazia! Manco un rigore ci han dato…”



COMMENTI

Azienda infernale per l’Edilizia Residenziale, di Francesco Nucera, “Il centro dell’inferno è coperto da nevi perenni”
Ciao Francesco!
Open space in zona Lussuria tutta la vita!
Scherzi a parte il tuo racconto è carino e mi è piaciuta l'idea che la terra, ormai, è un inferno. Anche se poi Ivo viene mandato in uno dei pochi posti rimasti che ricordino il paradiso, un appartamento con vista sulle montagne.
Mi resta l'impressione che il racconto non sia completo, che gli manchi un po' di mordente.
Tutto sommato, comunque, una buona prova.


Fuori-Luogo, di Flavia Imperi, “Loki comuni”
Ciao Flavia, ben ritrovata!
Il tuo racconto mi ha divertito e strappato più di un sorriso, ben fatto!
Forse non tutti i passaggi sono ancora chiari o limati alla perfezione, per esempio questa frase non scorre del tutto liscia:

Non era un luogo luminoso, né scuro, eppure brillava di una luce propria, che non emetteva raggi vistosi. Silenziosi.


Penso tu intenda dire che la sciamana voglia usare la sinestesia "raggi silenziosi", ma la distanza sintattica (il punto) e un ingombro semantico (la parola "vistosi" nel mezzo) rendono difficile decifrare quello che intendi.
Come gusto personale, visto che alla fine concludi con una serie di metafore sul "bere" (l'offerta di birra e quello che si bevono gli sciamani della domenica) avrei gradito che Loki le chiedesse il Santo Graal o qualche pozione magica invece della "Chiave Sacra", giusto per compattare il tutto.
Si tratta comunque solo di piccoli aggiustamenti.
Nel complesso, una buona prova! ^_^


Angeli, di Adriano Muzzi, “Per i Weeping Angels non è mai troppo Tardis…”
Ciao Adriano, ben ritrovato.
Troppa carne al fuoco per un racconto breve, secondo me, e tema del viaggio nel tempo per correggere le vite troppo complesso per essere risolto così: che ne è dell'"effetto farfalla"? Cambiare anche solo un piccolo dettaglio ha conseguenze ben più gravi. Se poi viene fatto regolarmente dagli angeli per ogni persona, non si capisce perché il mondo della storia non sia un mondo perfetto... Insomma, la storia si incarta su se stessa.
Anche come stile, sembra più una scaletta per punti che un racconto.
Alla prossima.


Epifania, di Sara Tirabassi, “L’enigma infernale dell’enigmatico patto enigmistico”
Ciao Sara, ben ritrovata!
Storia classica, con una delle incarnazioni del diavolo più amate dalla letteratura, il simpatico cinico scanzonato signore della porta accanto con le corna. Di solito rimane "scornato" in un patto stretto con un mortale più furbo di lui.
A questa descrizione mal si attaglia, però, quella epica che fai nella seconda parte del racconto più da "Paradiso Perduto" di Milton.
Qui il "patto" è lo schema di gioco, un patto fra creatore e solutore del cruciverba.
Nel mio caso, da enigmista appassionato, mi sono gustato comunque la rivelazione finale, anche se avevo già individuato "ieo" come quello che non varia fra inferno e cielo.
Non proprio un'epifania, ma una storia carina sì. Ciao!


Come le rondini, di Angela Catalini, “Una rondine non fa trama vera”
Ciao Angela, ben ritrovata! ;-)
Il racconto è carino, per quanto molto limitato dai limiti di spazio e di tempo. Ti segnalo subito i due macigni che vedo: 1. Il tema non mi sembra centrato (come ha detto qualcun altro, solo inferno, niente cielo), 2. Non hai seminato quasi per niente la madre del protagonista e la sua storia (una citazione en passant insieme alle sorelle non conta), per cui quando arriva la “grande rivelazione” del segreto da parte dell’amico, non mi arriva nessuna sensazione, nessun collegamento.
Attenta al primo paragrafo, lunghissimo, e che invece beneficerebbe molto di qualche a capo, sia sostanziale sia per facilitare la lettura.
Attenta poi qui:
“A qualcuno di loro manca un dito” per la consecutio dovrebbe essere “mancava”.
“Niente, era una cosa su tua madre” manca il punto finale.
Mi pare comunque che come stile tu stia migliorando! Ciao, alla prossima! ;-)


Nuotando nell’aria, di Filippo Puddu, “Killer io o killer tu”
Ciao Filippo, ben ritrovato!
Il tema del tuo racconto mi sembra essere l’amore eterno e non “fra inferno e cielo”, semmai “fra cielo e cielo” nel limbo in attesa che i due amanti si possano ricongiungere in un’altra vita.
Del racconto invece non mi è piaciuto il ricorso alla violenza, non era necessario. E diventa un po’ grottesco il tentativo di doppio colpo di scena con l’amante che riesce a disarmare l’aggressore omofobo per poi terminare con il narratore che viene invece lui accoltellato dallo stesso.
Per comunicare profondi sentimenti sarebbe bastato un incidente d’auto o simile, il ricorso al killer, più istinto da killer del narratore, più killer che torna a essere killer mi pare artificioso.
Alla prossima! ;-)


Trischele, di Chiara Rufino, “Un urlo perduto nella notte”
Ciao Chiara, ben ritrovata!
Racconto carino, mi piace molto la mitologia irlandese. Citando tu una banshee mi sarei aspettato però una semina legata alla voce, per esempio Keiran O' Kavanagh che sente un lamento che lo tormenta ogni notte mentre è a letto con la moglie attuale nell'incipit del racconto o qualcosa del genere. È sempre meglio preparare (senza perderlo) l'effetto sorpresa, è molto più bello quando puoi dire: "oh! ora quel dettaglio prende tutta un'altra luce!"
Questo uscir fuori della banshee all'ultimo, invece, nella struttura attuale del racconto, ne diminuisce la potenza e il colpo di scena finale.
Alla prossima! Buona prova, comunque! ;-)


Nesquik ed Oki, di Claudio Tamburrino, “Anche i diavoletti, nel loro piccolo, si rodono”
Ciao Claudio, ben ritrovato!
Il racconto mi è piaciuto e mi ha divertito, tema centrato, bravo!
Per un po' ho sperato che il "centauro" fosse un vero centauro della mitologia e non solo un biker... speravo che si rivelasse in quella forma verso la fine del racconto ma non lo fa, peccato.
Poco chiare le motivazioni del centauro stesso nell'aiutare il protagonista a ritrovare Sara, ma esilarante la lista degli oggetti e molto bello l'utilizzo della bustina di Oki per addolcire i mali intestinal-infernali di Norberto.
Buona prova! ;-)


La grigia prigione, di Fabio Tarussio, “Grigia come fumo di paglia, la storia si ripete”
Ciao Fabio, ben trovato.
L'idea alla base del racconto e l'ambientazione da Aldilà distopico mi sono piaciuti molto.
Quello che manca purtroppo alla storia è, appunto, una storia.
Quella che ci dai è solo un'ambientazione ben mostrata e non raccontata attraverso il dialogo, ma non succede assolutamente niente.
Si potrebbe obiettare che in un limbo dell'Aldilà stile ex Unione sovietica questo sia normale, ma visto che tu setti un mondo dove "si scende" o "si sale" di classe e di circolo sociale nelle fila del Demiurgo la non evenemenzialità della trama balza inevitabilmente all'occhio.
Comunque l'ambientazione e l'idea mi sono piaciute invece un sacco! Ciao!


Pecunia non olet, di Mario Pacchiarotti, “Pecuniam et circenses”
Ciao Mario, ben trovato!
Il racconto mi è piaciuto, spiritoso, il tema è rispettato, c'è uno spunto di riflessione interessante: non è tanto importante chi sia il diavolo o l'angelo. Per la mia sensibilità, mi verrebbe da applicarlo in un contesto umano molto umano proprio rispetto a coloro che chiedono donazioni per l'una o l'altra setta o fede promettendo chissà che nell'aldilà o nell'aldiqua.
Se devo trovare un difetto, avrei voluto una caratterizzazione più forte del protagonista, un suo prendere posizione, mi sarebbe piaciuto vedere una tua versione, diciamo, di Tony Stark di Iron Man in questa situazione, un tipo più frizzante, con tutti i soldi che ha fatto. Invece sembra piuttosto piatto e rassegnato, come persona.
Alla prossima! ;-)


Il mio angelo, di Viola Lodato, “L’angelo dell’arena-ta”
Ciao Viola, ben trovata!
Il racconto non è molto chiaro. A mio parere, il punto di maggior confusione è quando dici:
È vero, gli umani sono fragili, ma la loro voglia di sopravvivere non lo è.

Se lo sommi alla frase precedente:
Gli uomini sono così fragili

Appare una confusione sull'identità della protagonista (e del suo angelo, che si scoprirà essere la sorella).
Sembra chiaro da quelle due frasi che la protagonista e l'angelo non sono umani, ma fate, angeli, creature mitiche... qualcos'altro. Così non è, però.
Il finale non è molto convincente. Se ha vinto nell'Arena continuerà a vivere, no? E allora perché far ammazzare la sorella che "non potrebbe vivere in quell'inferno senza di lei"?
Non ha molto senso...
Alla prossima!


Divinità, di Valeria Imperi, “Un’oscura, divina, presaga”
Ciao Valeria, ben ritrovata!
Una bella descrizione della femminilità e dei riti di iniziazione e memoria matrilineari, ma poco contesto e poca trama. Trovo del tutto oscuro il finale. Con chi parla alla fine la protagonista? Con se stessa? Con un uomo aguzzino? Con una voce interiore? Con una compagnia di disgrazia?
Ma in questo caso, qual è la disgrazia?
Apprezzo molto l'ambientazione, ma ci lasci troppo all'oscuro, temo.
Alla prossima!


Grazia, di Regan, “Cara grazia! Manco un rigore ci han dato…”
Ciao Regan!
Un'idea carina ma non adeguatamente sviluppata. Le emozioni umane (io interpreto così i partecipanti alla gara per accaparrarsi la Grazia) possono diventare Custodi o Tentatori degli umani e si sfidano in una sorta di Quidditch con soli sei posti l'anno per farlo, a Milano.
Solo che non diventano Angeli o Demoni ma una sorta di entità intermedie inferiori? Che possono essere assorbite dagli angeli o sgranocchiate dai demoni? Di cosa ci stai parlando, esattamente? E cosa succede ai due che afferrano la sfera contemporaneamente?
Di per sé, non mi piacciono le storie allegoriche, ma se le fai le devi fare precisissime, con rapporto di uno a uno: questo personaggio rappresenta, chessò, l'Inganno, quello la Sincerità. Non puoi darci contorni imprecisi di mezze creature generate un po' da Terrore e per un quarto da Abbandono... semplicemente, non sta in piedi.
Attento a qualche refuso o mancanza di conciliazione nelle frasi, tipo qui: "i primi sei che riusciranno a portarla al punto B passa di turno", ci vorrebbe "passeranno/passano di turno".
Ciao, alla prossima!

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Mike009
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 28 gennaio 2016, 0:30

1 Fuori Luogo - Flavia Imperi
Mi è molto piaciuto il cambio spiazzante di prospettiva e di tono tra la prima parte e la seconda. La storia funziona e diverte anche se devo ammettere che la cosa che preferisco è la narrazione stessa. Risulta infatti sapiente ed evocativa, lo stile è più coinvolgente della storia stessa... Per alcuni può essere un difetto ma non per me.

2 Angeli - Adriano Muzzi
Una bella idea. Sì, ok, sono fan dei viaggi nel tempo in qualsiasi salsa e tipo, ma non si riduce a questo il mio gradimento, anzi. La cosa che preferisco è lo stile, frammentato e cinematografico, come tante immagini messe una di fianco all'altra, immagini statiche separate da un punto. Uno stile però non per tutti, per me è un bene, ma per gli altri?

3 Azienda Infernale per l'Edilizia Residenziale - Francesco Nucera
Bella l'idea e lo svolgimento. Mi ricorda vagamente l'inferno burocratico e grottesco narrato nei Dylan Dog di Sclavi. Lo stile è veloce e piacevole. Ottimo il personaggio di Af, veramente azzeccato, trovassi uno come lui quando vado in posta! Forse, l'unica nota dolente è che avrei preferito un finale più frizzante.

4 La grigia prigione - Fabio Tarussio
Un racconto lineare ma estremmente ben riuscito, rendi l'idea della condizione dei due protagonisti davvero bene. Ho trovato, se proprio devo cercare qualcosa, la narrazione poco personale, ben fatta e studiata certo, ma un po' più di audacia espressiva avrebbe dato al racconto qualcosa in più, colpendo maggiormente l'immaginario del lettore.

5 Epifania - Sara Tirabassi
Caspita, rispettare il tema ed essere così originali non era facile! La lettura è stata molto piacevole, lo stile all'inizio mi lasciava perplesso ma una volta finita la lettura risulta davvero consono alla storia narrata e al tono che volevi, credo, trasmettere. Forse, se devo trovare un difetto, che io per primo non saprei come ovviare, nella seconda parte il ritmo narrativo cala un po'.

6 Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti
Un racconto molto divertente, veloce e diretto. Spesso si cercano di creare storie fin troppo seriose quando puntare sulla leggerezze a mio avviso spesso paga. Lo stile colloquiale ben si adatta alla vicenda, avrei gradito forse una maggiore caratterizzazione dei personaggi, ma sono solo dettagli che avrebbero dato spessore a una storia già buona.

7 Trischele - Chiara Rufino
L'attinenza al tema non riesco a trovarla, eppure la noia era ben lontana durante la lettura. Uno stile evocativo e aulico, un uso sapiente dei termini, mi complimento. Non conoscendo le leggende alle spalle delle banshee forse mi sono perso qualcosa, con più caratteri a disposizione, spiegazioni di rito e con più attinenza al tema sarebbe perfetto. Complimenti comunque per come scrivi.

8 Il mio angelo - Viola Lodato
Lo stile e la narraione mi hanno stupito postivamente per la gran qualità e il sapiente uso delle parole. Purtroppo sebbene la vicenda mi prenda non mi pare del tutto chiara, all'inizio ho pensato che la protagonista stesse giocando a un qualche videogioco di ruolo e sfogasse la sua ira lì, ma una volta capito che si trattava di una situazione reale e particolare avrei preferito qualche indizio per capire meglio l'ambientazione.

9 Divinità - Valeria Imperi
Mi piace molto lo stile poetico e delicato con cui racconti la vicenda. Purtroppo credo che il dover leggere due volte il racconto per venire a capo della storia narrata non sia di sicuro una cosa positiva. Forse è un limite mio o un semplice gusto personale ma avrei preferito qualche elemento esplicativo e una maggiore chiarezza.

10 Grazia - Regan
I dialoghi sono frizzanti e la vicenda potrebbe anche suscitare interesse ma... finisce per essere un minestrone di personaggi che non riesco a inquadrare, troppi in poco troppo tempo e spazio, mi sono trovato costretto ad andare avanti e indietro nel testo per farmi un'idea e questo non è mai un bene per la fruibilità e il godimento della stessa.

11 Nesquik ed Oki - Claudio Tamburrino
Sono alquanto perplesso da questa storia. La tematica del contest mi pare sia stata trascurata, non basta mettere un diavolo tanto per fare inferno mi verrebbe da dire. Mi piace lo stile colloquiale, purtroppo però i punti messi, non messi, una volta prima, una volta dopo le virgolette mi danno la brutta impressione che tu non sia avvezzo a scrivere cose del genere.

12 Come le rondini - Angela Catalini
Per il mio modesto modo di vedere il tema è toccato anche se solo marginalmente. Ok, lo sfruttamento minorile è un inferno metaforico, ma al cielo, tranne che un'occhiata furtiva ed estemporanea non è concesso niente. Non mi soffermerò a spezzettare e analizzare il testo perchè in un contest a tempo piccole sviste o cose che si possono sistemare con una rilettura accurata non contano poi molto per me. Tuttavia l'affresco generale mi lascia perplesso, la storia e lo stile non mi danno la minima emozione, ma questo è un mio semplice gusto personale.

13 Nuotando nell’aria - Filippo Puddu
L'ho letto due volte e dopo la seconda sono ancora più perplesso della prima. La storia non mi convince, così come l'attinenza al tema non mi è del tutto chiara. I dialoghi da cow-boy male si incastrano con una storia seppur rude e spesso ho trovato difficoltà a capire chi parlasse o chi rispondesse. Può essere però che sia stato semplicemente io a non capire il racconto, nel caso mi scuso.

Federico Martello
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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#13 » venerdì 29 gennaio 2016, 16:50

Dunque, con colpevolissimo ritardo ecco la mia classifica. Devo dire che nel complesso è stata una lettura sempre gradevolissima e ho spesso fatto molta difficoltà a valutare, semplicemente perché mi sono piaciuti tutti i racconti. Per questo motivo, la maggior parte delle posizioni al di sotto dei primissimi posti non dipendono tanto da demeriti del singolo racconto, quanto dal fatto che altri mi abbiano trasmesso qualcosina in più, spesso al di là di qualunque valutazione tecnica e andando semplicemente su quella che è la mia personale impressione di lettore. Per questo spero che nessuno si senta preso in giro se ho commentato positivamente, ma poi si vede non tra i favoriti: semplicemente ho apprezzato davvero, ma c'è stato purtroppo chi ho apprezzato di più. Finito questo inutile papiro, passo alla classifica:

1) Epifania - Sara Tirabassi

Mi trovo in imbarazzo a commentare questo racconto perché da dire c’è davvero pochissimo, almeno per me: brava. L’ho trovato sinceramente splendido, divertente e simpatico da morire, con un personaggio perfettamente definito nei pochi ed essenziali dettagli con cui lo tratteggi, un simpatico diavolo in bombetta e tanto spirito critico per l’umanità, l’ennesima dimostrazione che nelle mani di chi li sa usare, i personaggi archetipici funzionano alla perfezione e che non servono chissà che costruzioni assurde per colpire il lettore, basta qualcosa di semplice usato bene e tu ci sei riuscita benissimo. La questione cruciverba poi l’ho trovata un colpo di genio e un tocco di classe, probabilmente se mi attaccassi ai dettagli mi ritroverei a fare considerazioni su come il tema magari non sia perfettamente attinente e cose simili, ma per quanto mi riguarda vederlo ridotto ad un divertente giochetto di parole non è snaturarlo, ma anzi, è dargli un posto nella narrazione che io da lettore non mi sarei aspettato. Ed in quanto persona del tutto incapace con le parole crociate non ho assolutamente compreso la risoluzione dell’enigma fino alla fine, ed il sorriso che mi ha strappato per me vale più di qualunque considerazione puntigliosa. Insomma, nulla da dire, neanche sullo stile verso il quale sono parecchio pignolo: semplice, chiaro, perfetto per la storia raccontata. Un lavoro impeccabile insomma, i miei complimenti

2) Il mio angelo - Viola Lodato

Che dire, hai toccato un mio punto debole con questa storia, trattandosi di una breve ma intensa scena di lotta. E per quanto mi riguarda hai fatto un ottimo lavoro: alcuni punti sono in effetti un po’ confusi e ci sono frasi che potrebbero essere riscritte meglio, ma nel complesso sono riuscito tranquillamente a inquadrare la storia e i personaggi, a capire il contesto e ad esserne molto coinvolto emotivamente. Ho trovato poi il finale un colpo di genio, qualcosa che ha stravolto completamente qualunque idea avessi sull’andamento della storia e su come potesse concludersi. Il tema è certo sviluppato in maniera molto meno plateale della media, ma non coglierlo è impossibile e lo trovo perfettamente rispettato, e sinceramente ottimo. Degli appunti che ti si possono fare ci sono, come ad esempio la struttura della narrazione a tratti confusa, lo stesso si potrebbe dire per la storia, ma non voglio considerarlo un errore: lo spazio e il tempo per una narrazione completa non c’era e infatti il testo non è il riassunto di una storia più grande, ma solo un frammento, una scena estrapolata da quella storia e raccontata, probabilmente la scena più intensa di quella storia. Se ci sono dettagli o particolari poco chiari non li ho trovati un ostacolo alla lettura del testo, che è principalmente di stampo emotivo che non di completa narrazione. Insomma un’ottima prova per me, sicuramente migliorabile nella resa, ma tra quelle che mi ha maggiormente coinvolto emotivamente.

3) Come le rondini - Angela Catalini

Non posso dire di non essere stato colpito dal tuo racconto, un piccolo spaccato di una storia terribile in cui vedere l’inferno non è assolutamente difficile ed il cielo è si visibile, ma tanto tanto lontano. Ho trovato la scena incredibilmente “onirica”, per quanto forse il termine possa sembrarti strano: la crudezza della condizione dei personaggi, alternata ai brevi, brevissimi momenti di pace a guardare il cielo mi hanno trasmesso un forte senso di irrealtà, inteso in maniera assolutamente positiva, sia ben chiaro. La sensazione era quella di leggere una novella o un testo novecentesco, qualcosa di a tratti tremendamente tangibile, a tratti etereo. Ammetto che mi è davvero difficile spiegare quello che intendo e me ne scuso, ma purtroppo dare un nome ad una sensazione così sottile non mi è facile. Volendo cercare note dolenti non ne vedo né ad una prima che ad una seconda lettura, e incaponirmi troppo a cercarle sarebbe ingiusto verso la tua opera che non mi sento di dissezionare volutamente per il puro gusto di trovare qualcosa di effettivamente sbagliato, se nel momento della lettura (in cui mi sento effettivamente un esempio di lettore qualunque) non l’ho trovato. Normalmente davanti ad un testo del genere avrei consigliato di comprimere lo spazio della storia, specie per i limiti di battute, evitando di raccontarla interamente ma “riassunta” e concentrandosi su un’unica scena da raccontare per filo e per segno, ma in questo caso sento che perderebbe quel senso di onirico e di novecentesco che tanto me lo sta facendo apprezzare, quindi inutile pensare a cosa dire in casi che non sono questo, mi limito solo a complimentarmi per l’ottimo lavoro.

4) Divinità - Valeria Imperi

Per primi vengono i complimenti, e sono obbligati: hai scritto un brano davvero affascinante, estremamente poetico e musicale, che sembra raccontare una storia ma ne svela magistralmente un’altra, ben peggiore, ben più terrena, il passaggio dalla prima parte, ambigua e soffusa, all’ultima, a suo modo terribile, è brusco e improvviso, ma non per questo sgradevole, anzi suggerisce in maniera molto forte la sensazione di un bel sogno che termina di colpo, facendoti risvegliare in una realtà che non desideri. Non posso però non dire quanta fatica io abbia fatto a cogliere il senso della vicenda, la stessa natura della storia (che vuole suggerire un contesto per poi svelare l’opposto) è il suo punto debole, e temo che il poco spazio a disposizione ti abbia impedito di rendere più chiara ed esaustiva la rivelazione finale, che sono riuscito a capire solo dopo diverse letture (forse anche per limite mio). Insomma un’ottima prova, che temo abbia sofferto più del contesto nel quale l’hai dovuta presentare, con i suoi limiti e le sue regole, che non di una tua mancanza vera e propria nella resa. Nulla da dire sul tema, assolutamente chiaro ed attinente.

5) Azienda infernale per l’Edilizia Residenziale - Francesco Nucera

Voglio partire subito con un lato positivo: ho apprezzato molto com’è scritta la storia. Lo stile, l’impostazione, il linguaggio, io sono molto esigente in fatto di resa stilistica e qui non ho potuto lamentarmi, è un brano che trovato in un libro, scritto tutto in questo modo, leggerei con piacere senza passare il tempo a pensare “certo che questo termine poteva essere messo così, questa parola fatta colà” e cose simili. Mi è anche piaciuto molto il personaggio di Af, per quel poco che se ne vede (causa la brevità della storia, non per tua mancanza), l’ho trovato simpatico e gradevole a pelle, un personaggio di cui non mi dispiacerebbe leggere. Ma c’è un grossissimo MA, ossia che, mancanza mia, non ho seriamente capito il punto della storia. Ossia quale sia il senso di tutte queste comodità e di tutto questo impegnarsi per i dannati all’inferno. Un limite sicuramente mio che leggo con milioni e milioni di preconcetti su come l’inferno sia un posto orribile dove la gente è torturata. Nonostante questo però sono sicuramente dispostissimo ad accettare un inferno molto diverso da come ce lo si può aspettare, non sono però stato in grado di cogliere il senso di questa differenza, le sue ragioni, il testo non me le ha sapute suggerire. Ed è un vero peccato perché ho letto fino alla fine aspettandomi una qualche spiegazione sottile e brillante, che però per quanto mi riguarda manca, quel “Eppure siamo noi a farvi divertire: la vostra soddisfazione è il nostro miglior premio!” mi ha solo mandato ulteriormente in confusione. Un grandissimo peccato perché la storia mi aveva convinto sicuramente e lo stesso per lo stile. Per quanto riguarda l’attinenza al tema nulla da ridire, si vede solo l’inferno (o almeno io non ho notato il cielo), ma non mi sento di cercare una tale aderenza a “Tra cielo e inferno” da contestare il vederne solo una parte, per quanto mi riguarda parlare del paradiso, dell’inferno o di entrambi è ugualmente accettabile. Nel complesso una prova che, non si trattasse di una competizione, non mi sentirei di contestare o penalizzare, e che per il sorriso che mi ha strappato tenterò di fare il meno possibile

6) Pecunia non olet - Mario Pacchiarotti

Devo dire di aver trovato il tuo racconto parecchio interessante, complimenti! La sensazione che mi rimandava era parecchio “pulp” e non posso dire che la cosa mi dispiaccia, sarà stato per il contesto o per i personaggi, a tratti ci ho visto del Bukoswki nel romanzo, appunto, “Pulp” (sperando di non farti commento sgradito nel caso tu non gradisca l’autore in questione, per me la cosa si intende ovviamente come un complimento). Ho molto apprezzato la disputa angelico/demoniaca tra la bionda e la mora, sia per i mezzi di convincimento che per il totale degenerare alla fine, un po’ meno ho gradito la prematura dipartita di Adam, che nel corso della lettura mi aveva dato l’idea di essere si malato, ma ancora in salute (e ho letto nei commenti che l’idea era che la situazione avesse accelerato il normale decorso della cosa, uccidendolo prima; accetto ovviamente la spiegazione, in quanto dell’autore, ma rifacendomi al solo testo non posso dire si tratti di un elemento particolarmente visibile o comprensibile, quindi mi sento di confermare la nota sull’errore). Oltre a questo non ho molto da dire, se non i miei complimenti per l’idea e per la realizzazione, stilisticamente all’altezza dell’idea e dei personaggi. Tema ovviamente rispettatissimo.

7) Fuori luogo - Flavia Imperi

Un racconto davvero piacevole e divertente, mi ha strappato una risata sincera. Particolarmente azzeccata la scelta dei personaggi e altrettanto divertente il diverso atteggiamento con cui affrontano e vedono la situazione: da un lato Isa, seria e attenta sciamana, argomento di cui me ne intendo poco ma che immagino aver faticato tantissimo per raggiungere il suo attuale livello di “potere” se vogliamo metterla così (immagino che saper viaggiare tra i mondi con un corpo astrale non sia da tutti), che riflette sulla complessa natura di quel luogo, su come raccontare al meglio quell’esperienza e su come, soprattutto, tornare indietro, e dall’altro il buon Loki, personaggio che mi ha fatto molto piacere vedere, per il quale quel tipo di esperienza è probabilmente l’equivalente di una passeggiata mattutina fuori paese, dove se sei fortunato trovi qualche ingenuo umano da usare per scacciare la noia. Insomma una storia davvero piacevole, ma i punti dolenti per quanto mi riguarda ci sono, e sono nello stile e della resa: non ho apprezzato particolarmente la scrittura nella prima parte della storia, ha tratti mi è sembrata un po’ stucchevole. Non voglio aggrapparmi a dettagli come il cielo che prima è cangiante e impossibile da definire, ma nella frase dopo opalescente, non c’è motivo di andar a vedere inezie come questa, è la resa generale ad essere così e così. Secondo me andrebbero snellite le descrizioni dell’ambiente e rese in maniera più sottile e organica tra loro, quando invece le si vede durare diverse frasi, dando davvero una miriade di informazioni, prima sul colore del cielo, poi sulla luminosità, poi sulla sensazione che da, poi su come si potrebbe descrivere la sensazione che da… la metafora a riguardo però mi è piaciuta ed è qualcosa che manterrei comunque, anche in una fase di taglio come quella che ho appena suggerito. Nel complesso, una storia davvero davvero divertente, penalizzata un po’ alla resa. Per il tema niente da dire, sicuramente attinente, in maniera magari più sottile del solito, ma che io almeno reputo di aver visto senza problemi.

8) Angeli - Adriano Muzzi

Che dire, un racconto che mi ha dato sinceri brividi, il tutto in senso assolutamente positivo. La microstoria in questione è molto tipica, ma raccontata con quei brevi frammenti fa il suo dovere, mentre la macrostoria riguardante il limbo dei dimenticati è estremamente bella, quasi meriterebbe di essere sviluppata e ampliata, io ci vedo senza dubbio un certo potenziale. Non mi sono piaciuti però certi dettagli relativi alla struttura, come ad esempio la parte iniziale sulle cose importanti che fanno dimenticare le altre, li lo stile è un po’ pesante come lo è anche nel parlare della morte, ma è soprattutto la parte sulle persone amate e i ricordi importanti messa lì mi ha dato parecchio un senso di “morale/frase importante sulla vita”, stonata soprattutto se penso alla precisione con cui hai tratteggiato subito dopo una vita devastata in poche semplici frasi che mi hanno dato i brividi per la loro bellezza e crudezza. Sulla parte centrale non ho nulla da dire, così come sul finale, dolce e tremendo assieme (si, ora il bambino verrà ricordato con amore, ma morto era e morto rimane, e soprattutto ora c’è una madre disperata ancora in vita che ha perso suo figlio), una perfetta mistura agrodolce. Ultimissima nota a me non gradita, la frase finale, anche li ho avuto di nuovo la sensazione di “morale”, che non ho visto bene in una narrazione del genere. Nel complesso una prova per me positiva, adombrata in minima parte da queste imperfezioni. Nulla da dire sul tema, perfettamente rispettato.

9) La Grigia Prigione - Fabio Tarussio

Il tuo racconto è per ora il più difficile per me da commentare, perché trovo davvero ben poco da dirgli: la storia è chiara e ben raccontata, lo stile funziona e non mi saltano all’occhio errori di alcun tipo (forse ad un’occhiata molto approfondita qualche dettaglio lo troverei, ma preferisco sempre commentare da lettore, che è la cosa che mi riesce meglio, più che improvvisarmi editor, e da lettore non trovo nulla di fastidioso nella lettura), i personaggi sono ben calato nel contesto e, come tutta la storia, raccontati bene e molto chiaramente, tranne forse per il personaggio narrante che è un po’ freddo e quasi irrilevante ai fini della narrazione, ma che svolge, appunto, pienamente la sua funzione di voce narrante per il vero protagonista, che è Sergij. Sei riuscito a far cogliere anche a me la metafora “politica” di dittatura comunista, e data la mia totale ignoranza e incompetenza in ambiti del genere è evidente quanto tu sia stato bravo ad esporla. C’è un solo Ma, che però mi sento molto in colpa a fare, perché totalmente privo di basi tecniche per argomentarlo: la storia mi ha preso poco. Raccontata e ideata benissimo, non riesco sinceramente a trovarle alcun difetto tecnico a cui aggrapparmi, ma non mi ha coinvolto né mi ha trasmesso molto, un limite personale e che mi urta, perché non mi sento a mio agio né a premiare particolarmente la prova (è una storia che non mi ha coinvolto a livello personale, semplicemente), né a valutarla negativamente (perché non c’è materialmente nulla di errato in come è stata raccontata o ideata). Nel complesso mi sento comunque di farti i miei complimenti per l’ottimo lavoro, di evidente qualità.

10) Nesquik ed Oki - Claudio Tamburrino

Il racconto è di per sé parecchio intrigante e originale secondo me, ci presenta una situazione particolare, personaggi strani, ha diversi elementi divertenti, ma tutto questo alla fine si va a perdere quasi nel nulla. Ossia, la sensazione che ho avuto alla fine è quella di aver letto il prologo di un romanzo, stessa precisa identica sensazione, il problema è però che alla fine del prologo questo romanzo non c’è, e sono rimasto abbastanza insoddisfatto. La quantità di elementi presentati e la situazione stessa suggeriscono l’esistenza di una storia più ampia, forse molto più ampia, senza la quale però non riesco ad apprezzare pienamente il testo; ok il finale aperto, ma non raccontare il 90% della storia (o così sembra) è troppo. Un vero peccato perché lo stile e la narrazione non hanno per me difetti riscontrabili, il racconto si segue bene, il lessico è chiaro e pulito, e le idee sono parecchio belle. Ma non basta a compensare il senso di incompletezza che mi ha dato. Tema assolutamente rispettato per quanto mi riguarda.

11) Nuotando nell’aria - Filippo Puddu

Un racconto davvero forte e crudo, quasi difficile da leggere e digerire, tuttavia sono molti i punti in cui mi sono trovato a storcere il naso, anche se preso dalla vicenda. Per prima cosa il dialogo iniziale, l’ho trovato molto poco credibile, parecchio artefatto e da un forte senso di “artificiale”, insomma sembra molto poco spontaneo e parecchio costruito. Ed in effetti lo è, trattandosi di un testo, ma credo che avrebbe giovato di una maggiore rifinitura. Non solo la forma, ma anche il contenuto del dialogo in se andrebbe sistemato, il parlare dell’eventualità che ad uno dei due succeda qualcosa ha l’aria di un grosso cartello su quella che sarà poi la conclusione della vicenda, ho avuto la sensazione di starmi svelando il finale da solo leggendo. Insomma rende la vicenda troppo prevedibile. Per quanto riguarda la seconda parte, la crudezza della descrizione è ottimamente contrapposta alla dolcezza e all’intimità della parte iniziale, qui per quanto riguarda la resa non ho molto da dire in ambito di valutazione, una buona descrizione, ma a livello personale ho trovato alcune frasi che mi hanno fatto storcere il naso parecchio, come quel «Ho detto zittooo!» nel quale avrei evitato il prolungarsi della finale, molto sgradevole ai miei occhi. Nel complesso una prova così e così, più per una realizzazione che avrebbe richiesto maggior tempo (e qui capisco il limite dato dal contesto) e rifiniture che non per l’idea che di per se ha una sua notevole valenza. Per l’attinenza al tema non posso dire che non ci sia, il contrasto tra la celestialità della parte iniziale e l’inferno della seconda è evidente, per quanto il discorso “cosa devi fare se muoio” rompe un po’ la dolcezza della prima parte, facendola risultare meno difficile, almeno per me, da identificare come momento “paradiso”

12) Trischele - Chiara Ruffino

Ammetto di non essere riuscito a seguire facilmente la storia, l’ho trovata abbastanza confusa sul finale ed ho colto l’intera situazione solo alla terza rilettura, e alcun frasi hanno richiesto anche la quarta. Inoltre non sono riuscito a trovarlo particolarmente attinente al tema, e di questo mi scuso nel caso sia una mia mancanza di intuito. Da lettore avrei sicuramente gradito il testo, anche se non avrei apprezzato la necessità di leggere e rileggere le ultime frasi per comporre un quadro soddisfacente della scena (dal momento in cui NIahm getta il vestito alla morte del cavaliere ho avuto difficoltà a capire immediatamente il senso di “Un ultimo colpo sulle punte”, l’aver “pagato” di Niahm, che è effettivamente semplice da capire ma che in un contesto di passaggio di denaro mi ha confuso, e sempre la scena in cui il cavaliere cade e getta zolle di terra alle sue spalle) e avrei risposto “No” se mi avessero chiesto se fosse attinente al tema di Cielo e Inferno. Con questo non voglio né definirlo un pessimo lavoro ma nemmeno un lavoro mediocre, la difficoltà a comprendere è di certo imputabile in gran parte a me, ma in una situazione “competitiva” non posso che penalizzarlo maggiormente di altri, soprattutto per l’attinenza al tema.

13) Grazia - Regan

Ho trovato l’idea molto carina e i personaggi molto piacevoli e divertente, vere e proprie anime candide, e la sensazione di stare osservando praticamente dei bambini che giocano è per me molto dolce e rilassante. Purtroppo la realizzazione non è all’altezza della storia, e ammetto di aver avuto grandissima difficoltà a seguire il racconto, in più punti mi sono perso nelle frasi, in altri ho dovuto rileggere più volte prima di proseguire, e non è stato difficile notare parecchi errori di grammatica e sintassi. Insomma, una buona idea, ma che avrebbe beneficiato di una maggiore attenzione e cura nella realizzazione, ma immagino quanto il poco tempo a disposizione abbia influenzato su questo. Sono certo che il testo potrà dare molto di più con una sistemata da poco, che vada a correggere le distrazioni e a sciogliere i punti più ingarbugliati.

carla anastasio
Messaggi: 30

Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#14 » venerdì 29 gennaio 2016, 18:41

Ecco la mia classifica:
1) Fuori-Luogo - di Flavia Imperi
Buona immaginazione, divertente, ben scritto. La descrizione della ‘sciamana della domenica’ è gustosa e abbastanza rispondente alla realtà: grande ego, pretese supportate dalla genealogia, spocchia … e poi, una volta capito l’andazzo, paura e conseguente ammosciamento dell’ego. L’idea poi degli Dei burloni (forse perché si annoiano) è accennata quel tanto che basta per incorniciare il racconto. E ci sei riuscita in pieno. Brava.

2)Nesquik ed Oki – di Claudio Tamburrino
Ciao Claudio, anch’io speravo che il centauro fosse un vero centauro mitologico, ma a parte questo il racconto lo trovo originale (gli ingredienti della pozione sono esilaranti), divertente, ben ritmato, ironico. Peccato il finale molto conciso, ma credo che in questo contesto, con i limiti imposti, sia quasi impossibile fare di meglio. Non faccio le pulci a qualche imperfezione veniale che neanche salta agli occhi, l’importante è il complesso. Ottima prova.

3)Divinità – di Valeria Imperi
Il sussurro ripetitivo e cantilenante della ‘madre’ e delle risposte della piccola dea dà un ritmo poetico al racconto. La commistione tra realtà e irrealtà è suggestiva. Poco chiaro è, per chi non conosce la materia da te proposta nell’ambientazione, il contesto, soprattutto alla fine in cui non si capisce dove siano le protagoniste quando c’è ‘il silenzio affollato di corpi addormentati’. Suppongo sia un passaggio dal matriarcato al patriarcato in cui le donne vengono relegate come animali in capanne o grotte comuni. E poi, anche se è chiaro che si riferisce al genere maschile, manca un chiaro riferimento al perché
‘ la Dea Morte li purificherà, rimarranno solo i loro figli’.
E’ ovvio che a tarda sera e con la fretta qualcosa sfugga, ma nel complesso è un bel racconto, originale e che suscita in me, in quanto donna, forti emozioni. Brava.

4)Azienda Infernale per l’Edilizia Residenziale - di Francesco Nucera
Ciao Federico, ho gustato il racconto, la caratterizzazione del demone, la somiglianza con la terra, ho sorriso, ma poi il finale mi ha spiazzata. La frase "Siete tutti uguali. Da millenni arrivate qui è fate la stessa domanda. Eppure siamo noi a farvi divertire: la vostra soddisfazione è il nostro miglior premio!" non è chiara e, soprattutto, sovverte i concetti di 'inferno' e 'demonio'. Un diavolo che cerca di far divertire il dannato fino a soddisfarlo mi sembra un po' irreale, mi pare che il suo compito dovrebbe essere punire e far soffrire. Comunque, a parte questa piccola delusione finale (probabilmente avendo più parole a disposizione avresti sicuramente fatto molto meglio), ho trovato il tutto ben scritto e divertente. Bravo.

5)Angeli - di Adriano Muzzi
Idea originale e commovente, buon ritmo soprattutto sulla parte finale con l’andare avanti e indietro della moviola del tempo. Queste considerazioni mi fanno mettere da parte tutte le obiezioni sugli interventi dell’angelo sul ‘tempo’ e sul ‘destino’ e loro conseguenze. L’altra obiezione è relativa all’effetto nefasto che ha l’intervento sulla vita della madre modificandola e creando dolore dove non c’era: mi convince eticamente poco. Comunque, al di sopra di tutto, per me vince la poesia. Bravo.

6)Il mio angelo – di Viola Lodato
Bel racconto, drammatico, violento e dolce allo stesso tempo. Qualche sbavatura innocua dovuta soprattutto a distrazione, ma ho una perplessità:
‘ mi avevano detto mentre ti tenevo stretta al mio corpo ancora bagnato del suo sangue.’
‘ Sei lì, nella folla, con i denti scoperti in un'espressione di ignara felicità.’
Queste due frasi, ambedue inerenti alla sorella, contrastano tra loro: la piccola è nel pubblico, tra la folla, o nell’arena stretta al corpo della sorella ancora bagnato del sangue del caduto?
Struggente e coraggiosa la scelta di far chiedere l’ uccisione del piccolo angelo che denota un amore incondizionato. Brava.

7)Epifania - di Sara Tirabassi
L’idea di Lucifero che ha un ‘quartierino’ a Roma è divertente, il ricordo della ‘caduta’ intenso e particolareggiato. Fin qui nulla da obiettare, ma quando si arriva al finale
'In effetti, c'era una cosa. C'era che gli esseri umani erano stupidi. Sempre e comunque.'
(anche se condivido pienamente la definizione degli esseri umani ‘stupidi’), non trovo un nesso con il resto del racconto. Posso capire l’allusione al disprezzo per gli insetti, ma manca il supporto narrativo per l’affermazione totale. Inoltre, da vecchia enigmista, non trovo neanche corretta la definizione ‘permangono’ nel quesito enigmistico, quella giusta dovrebbe essere ‘sono in comune’. Comunque una bella prova.

8)La grigia prigione – di Fabio Tarussio
Il racconto scivola ben raccontato (anche se a volte non è chiaro chi stia parlando), la descrizione del posto è originale, le similitudini con la nostra realtà, inquietanti, la delusione, una volta presa coscienza della triste realtà, palese, ma non ho ben chiaro se sia l’inferno con i suoi gironi , ‘verrò mandato direttamente al cerchio V’ e ‘giù nell’oblio senza fondo’, o il limbo con la sua grigia immobilità ‘l’ingranaggio bloccato tra cielo ed inferno’, che però tale non risulta visto che è anche ‘il luogo in cui tutti transitano e svaniscono’ . Mi rendo conto che a fine giornata e pressati dai limiti di tempo e di spazio, la lucidità non sia ottimale ed è un vero peccato perché l’idea è interessante. Comunque bravo.

9)Pecunia non olet – di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, il racconto ha un buon ritmo, ben scritto, ed originale. Anche il finale è ben congegnato. L’unica pecca, purtroppo fondamentale, è proprio la ‘pecunia’: che senso ha una donazione in denaro per un angelo o un diavolo? Che se ne fanno in paradiso o all’inferno del vile denaro? Diciamo che sarebbe stato più logico e credibile se i due emissari procacciatori litigassero per la sua anima. Comunque, nel complesso, una buona prova.

10)Trischele – Nadia Rufino
Ciao Nadia, con le poche battute a disposizione sei riuscita a presentare una situazione ben descritta, ben raccontata; hai descritto bene anche l’insensibilità e l’egoismo, e poi la paura, dell’uomo e il rancore e la vendetta della ‘donna’, ma non trovo il nesso con il ‘tema’. Posso capire che le fiamme finali rappresentino l’inferno, ma il paradiso? E’ stato forse il rapporto sessuale (mi sembra di aver capito anche unico) tra i due. Mi sembra un po’ poco. Tema a parte, una buona prova.

11)Nuotando nell’aria – di Filippo Poddu
Ciao Filippo, non posso nascondere che ho provato disagio nel leggere la prima parte del racconto un po’ troppo caricata di particolari superflui e forzatamente melensa. Mi è piaciuto l’accenno alle vite legate dal karma, ma tale è stato: un accenno. Avresti potuto approfondire questo tema ed invece sei passato a descrivere una situazione improbabile : un corpicino gracile a cui si contavano le ossa che riesce a far fuori un ‘bullo’ avvezzo alla violenza e al sopruso. Scritto bene, ma poco credibile e forse un po’ forzato.

12)Come le rondini - di Angela
Ciao Angela, mi spiace ma sinceramente non vedo come il ‘tema’ sia rispettato. La maggior parte delle parole sono spese per la descrizione di un ambiente di sfruttamento del lavoro minorile che forse può rappresentare l’inferno, ma il paradiso dov’è? Nel volo delle rondini? Nella loro libertà? Forse avresti dovuto dare meno spazio all’ambientazione e sottolineare di più il disagio, il senso di prigionia e accennare ad un eventuale paradiso.

13)Grazia – di Regan
Sinceramente ho trovato il racconto troppo pieno di personaggi poco descritti e situazioni ingarbugliate. Per non parlare della sintassi. L’idea della ‘partita’ può essere carina, ma non si capiscono bene le ‘regole’ della stessa, il suo scopo o finalità, la funzione della sfera, il sei che diventa otto (?) perché sette non si può (?). E non trovo rispondenza al tema: personaggi con medesimi comportamenti non mi fanno pensare né al paradiso, né all’inferno. Penso che un tema così complesso possa essere sviluppato bene solo avendo a disposizione più tempo e più spazio. Potresti svilupparlo nel laboratorio.

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Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#15 » domenica 31 gennaio 2016, 19:59

Grande qualità, complimenti a tutti.
Discorso classifica: non abbiate timore di posizionare anche le ultime posizioni, qui nessuno deve offendersi. Il giudizio è sul racconto e non sull'autore. Inoltre, aumentando la qualità media è chiaro che a fare la differenza sarà sempre più una certa soggettività di chi giudica, fa parte del gioco. Un mese su, quello dopo giù, ed è giusto così.
E per chi vuole cuzzarmi in una contesa diretta, la prossima Special non dovrebbe tardare, diciamo che al più tardi la si farà entro marzo (sapete che nelle Special posso partecipare anch'io).
A domani per la NEWS con la classifica finale del gruppo e i finalisti!


1) Pecunia non olet, di Mario Pacchiarotti
Molto bene, racconto che mi è piaciuto molto. Un solo difetto: nonostante tu abbia disseminato in corso di testo richiami all'imminenza della sua fine, mi sembra eccessivo che tiri le cuoia quando è ancora così abile da recarsi in ufficio in giacca e cravatta. Me lo vedrei meglio a letto, il protagonista, magari proprio in ufficio, mentre cerca di gestire fino all'ultimo i suoi affari, sarebbe stato perfetto. Pollice non totalmente su solo per quello.
2) Epifania, di Sara Tirabassi
Un racconto particolare, sembra funzionale solo alla sua conclusione, ma non è l'impressione che ne ho tratto. Un demone chiamato a profonde riflessioni preso come scusa per affondare sulla stupidità umana... Ci sta, ma, parere mio, sei andata troppo diretta nelle accuse, avresti dovuto essere più laterale, ne sarebbe venuto un testo anche molto più cattivo. Detto questo, pollice quasi su, ottimo lavoro.
3) Come le rondini, di Angela Catalini
Un racconto dei tuoi, temi in cui ti muovi a tuo agio e molto bene. Qui acceleri troppo sul finale, i tre momenti topici (rivelazione sulla madre, incidente di Syrte e chiusura) arrivano troppo ravvicinati, a causa della preparazione che ha mangiato caratteri per rifinirli. Capisco il problema. Come soluzione, per rendere il tutto funzionale ai 3000 caratteri, avresti potuto omettere la madre e introdurre prima il rapporto con Syrte, puntando tutto sul suo infortunio e poi andando a chiudere. Un pollice tendente verso l'alto in questa forma attuale.
4) Azienda infernale per l’Edilizia Residenziale, di Francesco Nucera
Racconto divertente e divertito cui manca qualcosina per essere completo. Vero, il parallelo con il Paradiso non arriva neanche un po', non si percepisce proprio e questo è una mancanza sensibile. Per il resto, il pollice è tendente all'alto per il brio e la fantasia, ma davvero, servirebbe un ulteriore piccolo sforzo per renderlo completo.
5) Fuori-Luogo, di Flavia Imperi
Racconto divertente che strappa un sorriso, anche ricco, direi. Bleah per quella ripetizione nelle prime righe che proprio non ti rende onore e che rischia d'indispettire. Concordo sul fatto che la parte finale necessitasse di più spazio, anche perché mi piace come affondi sugli umani creduloni. Bella anche l'idea di Beppe sul rendere più congruente il tutto spingendo di più verso il lato beone degli Dei. Nel complesso un pollice tendente all'alto, ma serve una bella revisione per farlo rendere al meglio.
6) Nuotando nell’aria, di Filippo Puddu
Non mi convince appieno la struttura che hai scelto. La prima parte è troppo lunga e ho l'impressione che la decisione di anticipare la svolta sia eccessiva. Forzato anche il susseguirsi di eventi che portano alla morte del protagonista. Troppo corto il finale che, forse, era meglio, quello sì, anticipare, magari utilizzandolo anche come prologo, per chiudere meglio il tutto. Coraggioso, infine, il tuo voler narrare di un amore così socialmente maledetto. Pollice timidamente puntato verso l'alto per la qualità della scrittura, ma serve una rielaborazione interna più funzionale.
7) La grigia prigione, di Fabio Tarussio
Un'ottima descrizione di un purgatorio distopico che però risulta troppo statico, come racconto. Non succede nulla, i due protagonisti hanno l'unica funzione di presentare al lettore l'idea. Sono stato incerto se valutare la cosa come negativa o meno, alla fine ho optato per una via di mezzo. Ti assegno un pollice ni timidamente puntato verso l'alto, ma occhio che il contesto è da pollice su. La risultante? Duplice. Potresti provare a dare una colonna vertebrale più solida al testo per renderlo abile alla vetrina di MC, ma, soprattutto, puoi riutilizzare il contesto in qualcosa di più ampio.
8) Trischele, di Chiara Rufino
Un racconto scritto molto bene, ma il tuo appoggiarti troppo sul secondo tipo di banshee ti ha un po' fregata. Devi seminare più informazioni, rendere la vita del lettore non dico più facile, ma almeno più agevole in modo che possa arrivare a comprenderti. Lo stesso titolo rimane completamente avulso dal racconto, anche se il collegamento c'è ed è con il mito, ma rimane nella tua testa. Per me un pollice ni, ma se cominci a seminare di più e ad essere più attenta al tuo rapporto con il lettore prevedo nel giro di pochissimo tempo un balzo qualitativo notevole nei racconti brevi.
9) Angeli, di Adriano Muzzi
Tutto il racconto sta in questo spezzone "Parole dette, modificate. Parole non dette, pronunciate." e per me è un po' poco... Riuscire a modificare un futuro dando al bambino un ricordo non eterno (occhio che eterno non potra mai essere), ma solo un pelo più duraturo è questione di delicati equilibri, aggiustamenti, complesse modifiche. Dovresti puntare tutta la narrazione proprio su questo aspetto. Evitare l'intro, evitare tutto l'extra e fare viaggiare Jazael alla scoperta dei fili da muoverli e non darli per scontati come in questa attuale versione. Pollice ni per me, ma un plauso per l'idea non te lo toglie nessuno.
10) Nesquik ed oki, di Claudio Tamburrino
Prima cosa: la D eufonica anche nel titolo... :( Passiamo al racconto. Stile brioso, un particolare rito di evocazione di un demone. Centauro con la C maiuscola mi ha fatto pensare che non fosse umano, ma mi sa che è un trucchetto che hai usato solo per sviare e non so quanto mi piace, come cosa. Il racconto non si chiude, arriva il demone e si preannuncia un viaggio. Bene, forse mi ha lasciato un pelo tiepido, da lettore avrei voluto qualcosa di più. Un pollice ni, per me. Buona la fantasia, ma cerca di osare di più.
11) Grazia, di Regan
Sarò banale, ma devo ripetere quanto già detto da tutti: idea buona e interessante, realizzazione confusa e poco controllata. Il laboratorio apre il primo di ogni mese, usalo. Puoi ripostare questo racconto rivisto con più calma e hai anche 2000 caratteri in più (si accettano racconti fino a 5000 caratteri) per intergrarlo. Al momento è un pollice giù, ma è evidente che hai risentito più di altri dei limiti di tempo e spazio.

Fabiana Donato
Messaggi: 81

Re: Gruppo SIAGHAL: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#16 » mercoledì 3 febbraio 2016, 20:55

Ciao a tutti e scusate il ritardo! Ultimamente ho avuto davvero troppo impegni e non sono riuscita a fare tutto come meglio credevo, allora ho deciso di postare lo stesso dei commenti e il mio pensiero sui vostri bellissimi racconti!

“Azienda infernale per l'edilizia residenziale” di Francesco Nucera
Ciao Francesco, bella idea davvero mi è piaciuta perché mi ha fatta sorridere e soprattutto è resa in modo ottimale e pulito. Molto scorrevole. L' unico punto dolente e che secondo me avresti dovuto esaltare di più l'aspetto che caratterizza il Paradiso. Tutto sommato : va benissimo.

“Fuori luogo” di Flavia Imperi
Ciao Flavia, non ho nulla da dire contro il tuo racconto, mi ha colpita e il tema è centrato perfettamente. Ho letto gli altri commenti e riconosco che ti hanno definita un po' sotto gli standard che hai di solito, io purtroppo non è da molto che partecipo quindi a mia volta non posso dire lo stesso, ma sicuramente non l'avrei fatto perché ho capito che ogni Edition ha i suoi pro e i contro sotto tutti i punti di vista ed è una cosa a sé. Tutto sommato: bel lavoro quello di questa edizione!

“Angeli” di Adriano Muzzi
Ciao Adriano, la tua storia è davvero bella e toccante e penso che nonostante qualche punto nello svolgimento mi sia poco chiaro, mi piace tanto. Il tema è centrato e le immagini si muovono nella mi mente come se fosse la scena di un film, ribadisco il punto dolente: poco chiaro in alcuni punti, troppo buon materiale in pochi caratteri. Tutto sommato: lo apprezzo.

“Epifania” di Sara Tirabassi
Ciao Sara, hai realizzato un racconto pulito, lineare e chiaro con una tematica che segue per bene la richiesta della Edition del mese. L'unica cosa che non gradisco tanto è il fatto che tu abbia usato un protagonista che per i miei gusti è un po' scontato, ma la vera bravura è quella di riuscire a rendere speciale qualcosa che è ricorrente. Tutto sommato: da leggere è gradevole.

“Come le Rondini” di Angela Catalini
Ciao Angela, il tuo brano è scritto molto bene, devo criticare che per un mio gusto personale avrei preferito qualche sfumatura in più di paradiso, vedo troppa malinconia e tristezza. Invece dal punto di vista della forma credo che tu abbia avuto un po' fretta di chiudere la vicenda e questo mi infastidisce perché con un finale più forte e presentato meglio sicuramente avrei avuto un'opinione diversa. Tutto sommato: è buono!

“Nuotando nell'aria” di Filippo Puddu
Ciao Filippo, mi piace tanto la storia perché rappresenta bene la tematica e la scrittura procede in modo lineare e gradevole. L'unico difetto che devo evidenziare è una cosa che decisamente odio in qualsiasi cosa io legga e che purtroppo non posso fare a meno di dire: avevo già capito il finale nelle prime righe. È una cosa che non sopporto quella di capire il finale, perché vorrei sempre essere stupita da quello che sto leggendo, sicuramente con una maggiore attenzione saresti riuscito a confondere un po' di più il lettore e a sconvolgerlo. Tutto sommato: è toccante.

“Trischele” di Chiara Rufino
Ciao Chiara, vorrei tanto poter commentare il tuo racconto dopo averlo letto, ma non capisco per quale motivo non riesco a trovarlo nonostante io clicchi sul link. Da quello che ho letto dagli altri commenti hai scritto una storia abbastanza particolare che necessitava di più spazio per essere compresa meglio. Forse passando da un laboratorio potresti chiarire i punti che non vanno bene. Alla prossima.

“Nesquik ed Oki” di Claudio Tamburrino
Ciao Claudio, hai scritto un bel racconto e per i miei gusti hai avuto una bella fantasia. C'è una dinamica che ti travolge, ma purtroppo ritengo che ci sono dei punti non ben sviluppati. È confusionaria e sei stato poco trasparente. Sicuramente con più caratteri avresti realizzato una storia avvincente. Tutto sommato: è da rivedere, ma piacevole l'idea!

“La grigia prigione” di Fabio Tarussio
Ciao Fabio, nonostante il tema fosse tra Cielo ed Inferno io li vedo molto bene nel tuo Purgatorio! Mi piace l'adattamento storico, ho una forte passione per la storia. Ci sono dei punti che mi sono poco chiari, ma non focalizzo lì la mia attenzione perché nel tuo racconto riesci a farmi tenere concentrata fino alla fine. Tra i tutti è quello che mi piace di più. Tutto sommato: è un ottimo elaborato.

“Pecunia non olet” di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, nel tuo racconto gradisco il titolo in latino e il fatto che si sviluppi come se fosse l'inizio di un film, perché vedo molto bene le immagini scorrere nella mia mente. Il difetto che riscontro è che avrei accentuato di più il malessere del protagonista. Nello svolgimento perde di importanza secondo me per chi non conosce la storia e non la vede dal tuo punto di vista. Tutto sommato: è ironico, mi piace.

“Il mio angelo” di Viola Lodato
Ciao Viola, ti devo dire che non mi pace la storia. Lo so quanto è brutto e fastidioso sentirselo dire, ma sto capendo a mie spese che questi commenti possono essere importanti. Sembra una storia che già conosco e non presenti bene l'ambiente e la cosa mi disorienta. Odio non riuscire a capire le cose in un racconto. Forse con più caratteri anche se sarebbe stata una storia non nuova per me avresti reso meglio l'idea. Tutto sommato: da rivedere.

“Divinità” di Valeria Imperi
Ciao Valeria, ho capito che se ci si ferma ad una lettura superficiale del tuo racconto non si può riconoscere la piena essenza e le caratteristiche sfumature filosofiche che mi piacciono tanto. Purtroppo capisco che in uno spazio così pochi caratteri è difficile esprimere tutto quello che si sente dentro e in alcuni casi potrebbe non essere apprezzato per quello che è. La prossima volta magari cerca di riassumere qualche dettaglio. Tutto sommato: affascinante.

“Grazia” di Regan
Ciao Regan, c'è tanta fantasia nel tuo brano e mi piace leggere cose del genere, ma è un poco confusionario, forse con una maggiore attenzione anche nello scegliere i termini saresti riuscito a realizzare un racconto migliore. Tutto sommato: è qualcosa di nuovo!

Ciao a tutti alla prossima! :)

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