Un notabile
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Un notabile
S'era alzato presto quella mattina, incapace di trattenersi a letto per l'eccitazione che lo tormentava.
Per cinque anni, ogni giorno o quasi, aveva salito la sontuosa scalea dalla corsia rossa di velluto e seguito a memoria il dedalo del corridoio al primo piano fino alla porta che recava, su una piastrina d'ottone, la dicitura ostentatamente desueta di «Gabinetto del Sindaco». Spesso si soffermava sui ritratti dei suoi predecessori che, implacabili, giudicavano muti il suo operato da occhi di spatolate ricce di gouache: e sospirava, severo tra le spalle, consapevole che un giorno anche il suo volto sarebbe finito imbalsamato tra quei vecchi barbogi, dall'avvocato massone di metà Ottocento, pasciuto e liberale, fino a quell'ex comunista venduto ai democristiani del suo immediato predecessore, battuto con gran soddisfazione cinque anni avanti.
Prima di salire al suo ufficio, vedendo scattare sull'attenti il vigile urbano in alta uniforme, quella domenica mattina aveva voluto fermarsi al bar sì, per il caffè e per dare una scorsa ai giornali, ma anche, diamine, per sondare l'umore della gente. E farsi un po' vedere, che non guastava, e forse convincere gli ultimi pusillanimi indecisi: era infatti la domenica delle elezioni attesa e maledetta da mesi. Chiacchiere di anziani, tintinnio di tazzine, vocio di bambini che si rincorrevano sulla piazza davanti al municipio nel vestito della festa, nell'aria l'euforia del giorno libero. Il cameriere al banco che sorride deferente e accenna un mezzo inchino, lo conosce, sono cinque anni che lui offre caffè ad assessori e consiglieri o paga da bere a giornalisti e imprenditori. Per tacere delle ultime settimane di campagna elettorale, quante mance!
Il signor sindaco si siede nervoso, pervaso da una stizza che gli sbianca le nocche e gli arrossa i lobi delle orecchie, sfoglia il giornale fingendo serenità: è il suo giorno, la sua gente è là, non resta che raccogliere gli omaggi del popolo e ricordare con la sola sua presenza contegnosa l'adempimento del diritto-dovere. Chissà cosa pensano di me, chissà? Il dubbio s'insinua fra i pensieri.
La giornata lenta trascorre. Mille telefonate, passaggi al partito, si cominciano a raccogliere le soffiate dei rappresentanti di lista e già i telegiornali traboccano la marea torbida dei sondaggi e degli exit-poll. Qualche brutto presentimento. Ma no, vedrai Roberto, i risultati che hai ottenuto in questi cinque anni sono sotto gli occhi di tutti, lo lisciano i lacché. E la gente gli sorride in tralice mentre passa. Ancora telefonate, appuntamenti al volo, congratulazioni! Dai che ce la facciamo!
Alle 22 chiudono i seggi e comincia la passione. Nella sede del partito, davanti alla tivù, il sindaco segue la diretta. Dopo cinque anni di sonno imperturbato, un improvviso risveglio: sconfitto al primo turno.
E s'affaccia, passata la mezzanotte, a spiare la strade buie e ostili della sua città ingrata, mentre qualcuno già festeggia sguaiato sotto le sue finestre.
Per cinque anni, ogni giorno o quasi, aveva salito la sontuosa scalea dalla corsia rossa di velluto e seguito a memoria il dedalo del corridoio al primo piano fino alla porta che recava, su una piastrina d'ottone, la dicitura ostentatamente desueta di «Gabinetto del Sindaco». Spesso si soffermava sui ritratti dei suoi predecessori che, implacabili, giudicavano muti il suo operato da occhi di spatolate ricce di gouache: e sospirava, severo tra le spalle, consapevole che un giorno anche il suo volto sarebbe finito imbalsamato tra quei vecchi barbogi, dall'avvocato massone di metà Ottocento, pasciuto e liberale, fino a quell'ex comunista venduto ai democristiani del suo immediato predecessore, battuto con gran soddisfazione cinque anni avanti.
Prima di salire al suo ufficio, vedendo scattare sull'attenti il vigile urbano in alta uniforme, quella domenica mattina aveva voluto fermarsi al bar sì, per il caffè e per dare una scorsa ai giornali, ma anche, diamine, per sondare l'umore della gente. E farsi un po' vedere, che non guastava, e forse convincere gli ultimi pusillanimi indecisi: era infatti la domenica delle elezioni attesa e maledetta da mesi. Chiacchiere di anziani, tintinnio di tazzine, vocio di bambini che si rincorrevano sulla piazza davanti al municipio nel vestito della festa, nell'aria l'euforia del giorno libero. Il cameriere al banco che sorride deferente e accenna un mezzo inchino, lo conosce, sono cinque anni che lui offre caffè ad assessori e consiglieri o paga da bere a giornalisti e imprenditori. Per tacere delle ultime settimane di campagna elettorale, quante mance!
Il signor sindaco si siede nervoso, pervaso da una stizza che gli sbianca le nocche e gli arrossa i lobi delle orecchie, sfoglia il giornale fingendo serenità: è il suo giorno, la sua gente è là, non resta che raccogliere gli omaggi del popolo e ricordare con la sola sua presenza contegnosa l'adempimento del diritto-dovere. Chissà cosa pensano di me, chissà? Il dubbio s'insinua fra i pensieri.
La giornata lenta trascorre. Mille telefonate, passaggi al partito, si cominciano a raccogliere le soffiate dei rappresentanti di lista e già i telegiornali traboccano la marea torbida dei sondaggi e degli exit-poll. Qualche brutto presentimento. Ma no, vedrai Roberto, i risultati che hai ottenuto in questi cinque anni sono sotto gli occhi di tutti, lo lisciano i lacché. E la gente gli sorride in tralice mentre passa. Ancora telefonate, appuntamenti al volo, congratulazioni! Dai che ce la facciamo!
Alle 22 chiudono i seggi e comincia la passione. Nella sede del partito, davanti alla tivù, il sindaco segue la diretta. Dopo cinque anni di sonno imperturbato, un improvviso risveglio: sconfitto al primo turno.
E s'affaccia, passata la mezzanotte, a spiare la strade buie e ostili della sua città ingrata, mentre qualcuno già festeggia sguaiato sotto le sue finestre.
Re: Un notabile
Benvenuto a Minuti Contati, Andrea! Avrai un malus minimo per il tempo di consegna, ma sei ok come caratteri. Buona De Marco Edition!
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Re: Un notabile
Grazie! Purtroppo ho potuto iniziare a scrivere solo attorno alle 23.45 e ho dovuto creare un altro account... non ricordavo le credenziali!
Re: Un notabile
Un notabile - Andrea Dessardo
Non ricordo d'aver mai letto nulla di tuo e mi complimento con te per lo stile molto buono che ho letto con piacere. La trama è classica: nel giorno delle elezioni il sindaco uscente fa il punto della situazione e poi resta gabbato. Non ci sono colpi di scena, in un certo senso era già chiaro quale sarebbe stato il risultato molto prima di leggere che i cittadini lo guardavano in tralice, ma lo considero comunque un buon testo che merita. Ho visto che non usi i corsivi per i termini stranieri, a proposito, ce n'è uno che non ho capito: ricce di gouache.
Pollice tendente all'alto per te. Come ho già avuto modo di scrivere, il tuo è un girone tostissimo, ho dato parecchie valutazioni alte che mi creeranno dei problemi in fase di giudizio finale. Ma questo nulla toglie alla tua bravura. Ciao.
Non ricordo d'aver mai letto nulla di tuo e mi complimento con te per lo stile molto buono che ho letto con piacere. La trama è classica: nel giorno delle elezioni il sindaco uscente fa il punto della situazione e poi resta gabbato. Non ci sono colpi di scena, in un certo senso era già chiaro quale sarebbe stato il risultato molto prima di leggere che i cittadini lo guardavano in tralice, ma lo considero comunque un buon testo che merita. Ho visto che non usi i corsivi per i termini stranieri, a proposito, ce n'è uno che non ho capito: ricce di gouache.
Pollice tendente all'alto per te. Come ho già avuto modo di scrivere, il tuo è un girone tostissimo, ho dato parecchie valutazioni alte che mi creeranno dei problemi in fase di giudizio finale. Ma questo nulla toglie alla tua bravura. Ciao.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)
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Re: Un notabile
Infatti questa è la mia prima partecipazione!
Il racconto non ha colpi di scena, vuol essere una descrizione ambientale e, forse, di sensazioni, è un quadro senza sviluppi.
"Gouache" è forma francese per "tempera".
Il racconto non ha colpi di scena, vuol essere una descrizione ambientale e, forse, di sensazioni, è un quadro senza sviluppi.
"Gouache" è forma francese per "tempera".
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Re: Un notabile
UN NOTABILE di Andrea Dessardo
Racconto molto ben scritto. Rendi molto bene la fatica della politica. Il sindaco del tuo racconto, per farsi eleggere, è dovuto ricorrere anche alle mance e al caffè offerto ad assessori e consiglieri per non parlare di bevande varie ai giornalisti e agli imprenditori. E il suo risveglio, l’indomani delle elezioni, è amaro. L’impegno non gli è bastato per farsi rieleggere. Del resto, quello della politica è un mondo duro (come provano i ritratti appesi lungo il corridoio che conduce al suo ufficio, il “Gabinetto del Sindaco”: si passa dal liberale massone ben pasciuto al comunista venduto ai democristiani).
Molto bella la descrizione dei predecessori del sindaco, che lo guardano con occhi ricchi di spatolate di gouache.
Attento a: concordanza dei tempi verbali. La prima parte è al passato, ma quando passi al cameriere salti al presente e così fino alla fine; suggerirei di mettere uno spazio quando passi al momento del bar.
Racconto molto ben scritto. Rendi molto bene la fatica della politica. Il sindaco del tuo racconto, per farsi eleggere, è dovuto ricorrere anche alle mance e al caffè offerto ad assessori e consiglieri per non parlare di bevande varie ai giornalisti e agli imprenditori. E il suo risveglio, l’indomani delle elezioni, è amaro. L’impegno non gli è bastato per farsi rieleggere. Del resto, quello della politica è un mondo duro (come provano i ritratti appesi lungo il corridoio che conduce al suo ufficio, il “Gabinetto del Sindaco”: si passa dal liberale massone ben pasciuto al comunista venduto ai democristiani).
Molto bella la descrizione dei predecessori del sindaco, che lo guardano con occhi ricchi di spatolate di gouache.
Attento a: concordanza dei tempi verbali. La prima parte è al passato, ma quando passi al cameriere salti al presente e così fino alla fine; suggerirei di mettere uno spazio quando passi al momento del bar.
- angelo.frascella
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Re: Un notabile
Ciao Andrea.
Divertente scena dalla vita di un uomo politico in decadenza, che trova la sua forza nella scelta di usare una terza persona con "penetrazione profonda" (lo so, suona male, ma si chiama così...) che ci dà la misura della boria con cui quell'uomo guarda il mondo. Nell'insieme funziona bene e si legge con piacere.
Fra la prima parte e la seconda c'è un fastidioso cambio di tempo verbale, che sarebbe da correggere.
Qualche dettaglio da rivedere in chiave punto di vista. Per esempio, quando scrivi "il signor sindaco" sembra che, per un attimo, siamo passati a un altro punto di vista (difficile che lui pensi a se stesso in questi termini), così come al posto di "si cominciano a raccogliere le soffiate" che sa di narratore onnisciente, opterei per un "comincia a raccogliere le soffiate" che mantiene coerenza con il resto.
Comunque un buon lavoro
Divertente scena dalla vita di un uomo politico in decadenza, che trova la sua forza nella scelta di usare una terza persona con "penetrazione profonda" (lo so, suona male, ma si chiama così...) che ci dà la misura della boria con cui quell'uomo guarda il mondo. Nell'insieme funziona bene e si legge con piacere.
Fra la prima parte e la seconda c'è un fastidioso cambio di tempo verbale, che sarebbe da correggere.
Qualche dettaglio da rivedere in chiave punto di vista. Per esempio, quando scrivi "il signor sindaco" sembra che, per un attimo, siamo passati a un altro punto di vista (difficile che lui pensi a se stesso in questi termini), così come al posto di "si cominciano a raccogliere le soffiate" che sa di narratore onnisciente, opterei per un "comincia a raccogliere le soffiate" che mantiene coerenza con il resto.
Comunque un buon lavoro
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- Messaggi: 107
Re: Un notabile
Il cambio di tempo non è casuale: all'imperfetto racconto ciò che è successo in mattinata e rievoco le abitudini del passato; mi sposto al presente per raccontare la giornata in presa diretta a partire dal caffè al bar. Quando dico "il signor sindaco", in effetti, il punto di vista passa implicitamente al barista e alla gente che affolla il locale. Speravo si capisse.
Infine, rivendico consapevolmente la mia onniscienza di narratore! Di tante cose che non so, permettetemi di conoscere almeno come vanno le mie storie.
Infine, rivendico consapevolmente la mia onniscienza di narratore! Di tante cose che non so, permettetemi di conoscere almeno come vanno le mie storie.
- francescocascione
- Messaggi: 101
Re: Un notabile
La solitudine del Primo Cittadino
Trama asciutta, tema tenuto bene dall'inizio alla fine e racconto che scandisce bene il ritmo di una giornata, quella delle elezioni, che davvero scorre lenta fino a sera per accelerare dopo l'apertura delle urne.
Mi è piaciuta la scelta del momento da fotografare e la fotografia che ne esce; racconti riti e abitudini con una buona scelta di tempi e battute; il finale non stupisce, ma questa non è una mancanza; se non sei il regista di Indipendence Day - e fai arrivare gli alieni ad incasinare tutto - alla fine delle elezioni, un candidato sindaco vince oppure no.
Trama asciutta, tema tenuto bene dall'inizio alla fine e racconto che scandisce bene il ritmo di una giornata, quella delle elezioni, che davvero scorre lenta fino a sera per accelerare dopo l'apertura delle urne.
Mi è piaciuta la scelta del momento da fotografare e la fotografia che ne esce; racconti riti e abitudini con una buona scelta di tempi e battute; il finale non stupisce, ma questa non è una mancanza; se non sei il regista di Indipendence Day - e fai arrivare gli alieni ad incasinare tutto - alla fine delle elezioni, un candidato sindaco vince oppure no.
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Re: Un notabile
Ciao Andrea! Racconto divertente e molto piacevole da leggere, mi è piaciuto questo spaccato che racconta la boria, l’incertezza e poi la disillusione di un uomo politico ormai surclassato.
Mi hai fatto tornare in mente il modo in cui si comportava il sindaco nel paese in cui sono nata: anche lui sempre al bar, a leggere il giornale e a salutare tutti, ostentando la sicurezza di chi è convinto che la propria autorità sia indiscussa.
Un bel racconto, con uno stile ammirevole e un’interpretazione originale del tema. Complimenti.
Mi hai fatto tornare in mente il modo in cui si comportava il sindaco nel paese in cui sono nata: anche lui sempre al bar, a leggere il giornale e a salutare tutti, ostentando la sicurezza di chi è convinto che la propria autorità sia indiscussa.
Un bel racconto, con uno stile ammirevole e un’interpretazione originale del tema. Complimenti.
- Flavia Imperi
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- Contatta:
Re: Un notabile
Ciao Andrea,
benvenuto! Non è semplice scrivere in poco tempo, ma vedrai che ci si prende la mano, siamo qui tutti per imparare. Il tuo racconto è piacevole, hai una grande capacità di narrazione. La storia in sé non mi ha colpito moltissimo, però è piacevole il tuo modo di scrivere.
Attento solo ai tempi verbali diversi, prima scrivi al presente, poi al passato:
"S'era alzato presto" poi "Il signor sindaco si siede nervoso"
Inoltre se la storia è narrata dal punto di vista del protagonista, chiamarlo poi "Il signor sindaco" è un errore.
Buon contest e buona continuazione!
benvenuto! Non è semplice scrivere in poco tempo, ma vedrai che ci si prende la mano, siamo qui tutti per imparare. Il tuo racconto è piacevole, hai una grande capacità di narrazione. La storia in sé non mi ha colpito moltissimo, però è piacevole il tuo modo di scrivere.
Attento solo ai tempi verbali diversi, prima scrivi al presente, poi al passato:
"S'era alzato presto" poi "Il signor sindaco si siede nervoso"
Inoltre se la storia è narrata dal punto di vista del protagonista, chiamarlo poi "Il signor sindaco" è un errore.
Buon contest e buona continuazione!
Siamo storie di storie
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Re: Un notabile
Grazie del commento: rimando a una mia risposta precedente per rispondere ai tuoi rilievi.
- Monica Patrizi
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Re: Un notabile
Ciao Andrea,
Il tuo racconto è scorrevole e piacevole da leggere, usi dei termini ricercati e talvolta desueti, che rimandano al contesto sociopolitico che ben descrivi, di un'italietta di provincia, fatta di favori, chiacchiere al bar e conoscenze. Ho gradito meno il cambio dei tempi verbali, dal passato al presente, che a mio avviso fanno perdere forza al racconto e il cambio del punto di vista narrativo, che crea ambiguità. Un ottimo inizio direi. A rileggerci.
Il tuo racconto è scorrevole e piacevole da leggere, usi dei termini ricercati e talvolta desueti, che rimandano al contesto sociopolitico che ben descrivi, di un'italietta di provincia, fatta di favori, chiacchiere al bar e conoscenze. Ho gradito meno il cambio dei tempi verbali, dal passato al presente, che a mio avviso fanno perdere forza al racconto e il cambio del punto di vista narrativo, che crea ambiguità. Un ottimo inizio direi. A rileggerci.
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Re: Un notabile
Ciao Andrea,
Mi ritrovo sostanzialmente a ripetere quanto detto da altri: il racconto è decisamente ben scritto, anche se disturba un po' il cambio di tempi verbali (ho letto i tuoi commenti e capito che l'intenzione era buona, però anche per me l'effetto alla prima lettura è stato negativo) e la focalizzazione interna può essere ancora un po' rifinita. In generale, lo stile con cui hai scritto il racconto mi ha trasmesso un'atmosfera un po' soffusa, quasi che il sindaco vivesse in un suo mondo isolato dalla realtà esterna, e questo rende particolarmente azzeccata l'immagine del risveglio.
Mi ritrovo sostanzialmente a ripetere quanto detto da altri: il racconto è decisamente ben scritto, anche se disturba un po' il cambio di tempi verbali (ho letto i tuoi commenti e capito che l'intenzione era buona, però anche per me l'effetto alla prima lettura è stato negativo) e la focalizzazione interna può essere ancora un po' rifinita. In generale, lo stile con cui hai scritto il racconto mi ha trasmesso un'atmosfera un po' soffusa, quasi che il sindaco vivesse in un suo mondo isolato dalla realtà esterna, e questo rende particolarmente azzeccata l'immagine del risveglio.
- angelo.frascella
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Re: Un notabile
Andrea Dessardo ha scritto:Infine, rivendico consapevolmente la mia onniscienza di narratore! Di tante cose che non so, permettetemi di conoscere almeno come vanno le mie storie.
Ciao Andrea.
La questione non è la leggittimità o meno di usare un punto di vista onniscente, che sta allo scrittore, ma la coerenza del punto di vista. Se deve essere onniscente, che lo sia, ma qui ho avuto la sensazione di un'oscillare fra PdV onniscente (o, se vogliamo usare un termine "tecnico", focalizzazione zero), e una focalizzazione interna, il che spiazza un pochetto il lettore.
- patty.barale
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Re: Un notabile
Ciao Andrea,
originale interpretazione del tema, che viene presentato solo nella fase finale.
Una scrittura ricca e ricercata, la tua, che si perde un po' procedendo verso il finale (forse a causa del tic tac del tempo e dei caratteri?)
In ogni caso una buona prova, capace di farci immergere in una domenica elettorale in un piccolo centro di provincia (almeno, data l'atmosfera, tale mi sembra!).
Bravo e in bocca al lupo
originale interpretazione del tema, che viene presentato solo nella fase finale.
Una scrittura ricca e ricercata, la tua, che si perde un po' procedendo verso il finale (forse a causa del tic tac del tempo e dei caratteri?)
In ogni caso una buona prova, capace di farci immergere in una domenica elettorale in un piccolo centro di provincia (almeno, data l'atmosfera, tale mi sembra!).
Bravo e in bocca al lupo
Re: Un notabile
Ciao Andrea, piacere di conoscerti.
Racconto ben scritto e decisamente equilibrato, anche se nel finale avrei calcato un po' più la mano sul nuovo stato d'animo dell'ex sindaco. Il protagonista muta all'interno del racconto in modo perfetto, segue le sensazioni perdendo sicurezza fino a sentirsi un estraneo nella città che era stata sua. Il finale mi piace e lo trovo azzeccato. Non serve il colpo di scena, come molti credono, l'importante è che il finale sia tale e incisivo e nel tuo caso lo è.
Nel complesso è una buona prova.
Ciao e alla prossima
Racconto ben scritto e decisamente equilibrato, anche se nel finale avrei calcato un po' più la mano sul nuovo stato d'animo dell'ex sindaco. Il protagonista muta all'interno del racconto in modo perfetto, segue le sensazioni perdendo sicurezza fino a sentirsi un estraneo nella città che era stata sua. Il finale mi piace e lo trovo azzeccato. Non serve il colpo di scena, come molti credono, l'importante è che il finale sia tale e incisivo e nel tuo caso lo è.
Nel complesso è una buona prova.
Ciao e alla prossima
Re: Un notabile
Altro racconto imperfetto e che necessità di revisione con però una grande anima a sorreggerlo. Certo, il finale lo si immagina ben presto, ma qui quella che prende vita è la figura così grande e così piccola di questo sindaco che, d’improvviso, si trova circondato di nemici, rancoroso, sconfitto, segnato. Il titolo non mi piace, non lo trovo indicativo, ma l’immagine rimasta impressa nella mia mente è notevole. In ottica di revisione, ti consiglierei di forzare sull’impianto favolistico, renderlo quasi una parabola svincolata dal tempo e dal luogo. Già l’hai fatto, ma va ripulito. Pollice tendente all’alto.
- Sissi Kardec
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Re: Un notabile
Molto molto carino e ben fatto questo racconto; così decadente, così realista (nel senso artistico del termine). Da lettrice l'ho davvero apprezzato, tra l'altro lo stile allunga la narrazione, sembra di leggere una storia lunga anziché così breve.
Forse, per rendere più improvviso il risveglio, avrei esposto meno i suoi dubbi e i suoi presentimenti, e più il suo orgoglio per quanto fatto e per l'attesa riconferma.
Nel complesso comunque un gran bel pezzo.
Forse, per rendere più improvviso il risveglio, avrei esposto meno i suoi dubbi e i suoi presentimenti, e più il suo orgoglio per quanto fatto e per l'attesa riconferma.
Nel complesso comunque un gran bel pezzo.
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