Di nuovo insieme - Andrea Partiti
- Andrea Partiti
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Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Odio i miei coinquilini.
Non fanno altro che prendersi gioco di me e della mia claustrofobia. È un passatempo per loro.
Entro nello sgabuzzino per prendere qualcosa? Se uno di loro è nei dintorni, posso star certo che proverà a chiudermici dentro con una risata. Maledetto.
Oltretutto, passo gran parte della mia giornata in un cubicolo, questo non mi aiuta di certo quando poi provo a rilassarmi, a dormire. A luci spente sento costantemente le pareti che mi si stringono attorno e mi soffocano.
È proprio il buio la prima cosa che noto, svegliandomi di colpo. È più profondo del solito, più minaccioso. Mi hanno disturbato voci concitate e rumori di martelli, insistenti.
Muratori? Improbabile in questo circondario.
Vorrei orientarmi, ma non c’è neppure una bava di luce, un bagliore.
Devono essere stati loro. Di nuovo.
Ho bisogno di aria. Provo a sollevarmi, ma qualcosa mi preme sul viso e me lo impedisce. Tasto e spingo alla cieca di fronte a me. Legno che mi schiaccia e mi tiene fermo.
— Che avete fatto? — domando, ma nessuno risponde.
Ora sono sicuro che si tratti di un altro scherzo. Hanno superato il limite. È davvero la volta che prendo e me ne vado per sempre. Per sempre.
Inspiro profondamente. Provo a calmarmi. Le mie mani sono gelate, sento una crisi di panico in agguato.
Spingo ancora e questa volta il legno cede. Faccio per lanciarlo via, quando passi frenetici convergono su di me e mani pesanti si affrettano a schiacciarmi nell’oscurità. Non riesco a contrastare il loro peso, sono debole.
— Non è divertente, smettetela, — dico con tono più flebile di quanto vorrei.
Sento un agitato scambio di battute, ma non distinguo le parole.
Continuo a divincolarmi.
Luce! All’improvviso sono libero, una ventata d’aria mi colpisce il viso. È un sollievo, ma non mi rende meno furioso.
Più persone si sporgono su di me, mi circondano, mi stringono. Mi rubano ossigeno prezioso.
Devo ancora riabituarmi al chiarore. Mi scaglio sulla persona più vicina, sfocata. Sollevo un pugno, vorrei colpirla, morderla, ferirla, non importa come. Sono libero e non voglio più essere una vittima.
Braccia robuste mi fermano prima che possa agire. Mi sollevano di peso e mi scagliano al suolo. Atterro malamente, sulle ginocchia. Vengo raggiunto da calci e pugni. Da un labbro spaccato gocciola del sangue.
Faccio appena in tempo a guardarmi attorno, prima di crollare a terra. I miei coinquilini sono tutti lì, nella grande sala illuminata quasi a giorno, attraverso finestre spaccate e assi divelte. Giacciono riversi sul pavimento, in un disperato tentativo di fuga, ognuno con un paletto conficcato nel cuore, gli occhi persi nel vuoto.
Un’altra vetrata finisce in frantumi e un raggio di luce diretta mi ferisce gli occhi, brucia, mi acceca.
Non erano dei buoni coinquilini. Avrei dovuto andarmene prima che fosse troppo tardi.
Fra poco li raggiungerò, dovunque siano. Di nuovo insieme.
Qualcosa di freddo mi trapassa il petto. Forse un frammento della mia stessa bara divelto da uno degli aggressori. Ironico.
Buio.
Non fanno altro che prendersi gioco di me e della mia claustrofobia. È un passatempo per loro.
Entro nello sgabuzzino per prendere qualcosa? Se uno di loro è nei dintorni, posso star certo che proverà a chiudermici dentro con una risata. Maledetto.
Oltretutto, passo gran parte della mia giornata in un cubicolo, questo non mi aiuta di certo quando poi provo a rilassarmi, a dormire. A luci spente sento costantemente le pareti che mi si stringono attorno e mi soffocano.
È proprio il buio la prima cosa che noto, svegliandomi di colpo. È più profondo del solito, più minaccioso. Mi hanno disturbato voci concitate e rumori di martelli, insistenti.
Muratori? Improbabile in questo circondario.
Vorrei orientarmi, ma non c’è neppure una bava di luce, un bagliore.
Devono essere stati loro. Di nuovo.
Ho bisogno di aria. Provo a sollevarmi, ma qualcosa mi preme sul viso e me lo impedisce. Tasto e spingo alla cieca di fronte a me. Legno che mi schiaccia e mi tiene fermo.
— Che avete fatto? — domando, ma nessuno risponde.
Ora sono sicuro che si tratti di un altro scherzo. Hanno superato il limite. È davvero la volta che prendo e me ne vado per sempre. Per sempre.
Inspiro profondamente. Provo a calmarmi. Le mie mani sono gelate, sento una crisi di panico in agguato.
Spingo ancora e questa volta il legno cede. Faccio per lanciarlo via, quando passi frenetici convergono su di me e mani pesanti si affrettano a schiacciarmi nell’oscurità. Non riesco a contrastare il loro peso, sono debole.
— Non è divertente, smettetela, — dico con tono più flebile di quanto vorrei.
Sento un agitato scambio di battute, ma non distinguo le parole.
Continuo a divincolarmi.
Luce! All’improvviso sono libero, una ventata d’aria mi colpisce il viso. È un sollievo, ma non mi rende meno furioso.
Più persone si sporgono su di me, mi circondano, mi stringono. Mi rubano ossigeno prezioso.
Devo ancora riabituarmi al chiarore. Mi scaglio sulla persona più vicina, sfocata. Sollevo un pugno, vorrei colpirla, morderla, ferirla, non importa come. Sono libero e non voglio più essere una vittima.
Braccia robuste mi fermano prima che possa agire. Mi sollevano di peso e mi scagliano al suolo. Atterro malamente, sulle ginocchia. Vengo raggiunto da calci e pugni. Da un labbro spaccato gocciola del sangue.
Faccio appena in tempo a guardarmi attorno, prima di crollare a terra. I miei coinquilini sono tutti lì, nella grande sala illuminata quasi a giorno, attraverso finestre spaccate e assi divelte. Giacciono riversi sul pavimento, in un disperato tentativo di fuga, ognuno con un paletto conficcato nel cuore, gli occhi persi nel vuoto.
Un’altra vetrata finisce in frantumi e un raggio di luce diretta mi ferisce gli occhi, brucia, mi acceca.
Non erano dei buoni coinquilini. Avrei dovuto andarmene prima che fosse troppo tardi.
Fra poco li raggiungerò, dovunque siano. Di nuovo insieme.
Qualcosa di freddo mi trapassa il petto. Forse un frammento della mia stessa bara divelto da uno degli aggressori. Ironico.
Buio.
Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ed ecco il vincitore della Tarenzi Edition pronto a una nuova sfida! 3000 caratteri giusti, parametri tutti ok, buona De Marco Edition, Andrea!
Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Di nuovo insieme - Andrea Partiti.
Non so come tu abbia fatto questo incredibile salto di qualità, ma è palpabile. Sono qui dall'estate scorsa e posso dire senza ombra di dubbio che hai fatto passi da gigante. Lo stile è veramente ottimo e la trama è un ricamo dove hai celato con dovizia ciò che sveli solo nel finale. In genere ho un sesto senso per i finali e in genere ci azzecco, ma stavolta brancolavo nel buio perché sei stato bravo a non scoprire le tue carte fino all'ultima mano. Clima claustofobico reso alla perfezione, ritmo e costruzione senza pecche. Un ottimo lavoro che merita un bel pollice alzato. Complimenti!
Non so come tu abbia fatto questo incredibile salto di qualità, ma è palpabile. Sono qui dall'estate scorsa e posso dire senza ombra di dubbio che hai fatto passi da gigante. Lo stile è veramente ottimo e la trama è un ricamo dove hai celato con dovizia ciò che sveli solo nel finale. In genere ho un sesto senso per i finali e in genere ci azzecco, ma stavolta brancolavo nel buio perché sei stato bravo a non scoprire le tue carte fino all'ultima mano. Clima claustofobico reso alla perfezione, ritmo e costruzione senza pecche. Un ottimo lavoro che merita un bel pollice alzato. Complimenti!
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)
- angelo.frascella
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ciao Andrea.
Ad ogni edizione di MC c’è un certo numero di racconti col finale a sorpresa. D’altra parte questo è un modo, apparentemente semplice, di sfruttare la brevità per ottenere un certo contraccolpo emotivo (e il racconto breve più celebre, “la sentinella” di F. Brown, non sfrutta proprio questo effetto?). Il fatto è che come dicevo, la semplicità è solo apparente: il lettore non si deve sentire ingannato (o, per dirla alla Carver, “niente trucchi da quattro soldi”). Purtroppo, invece, nel leggere il tuo racconto io mi sono costruito in testa una situazione ben precisa: un gruppo di studenti che vivono insieme, molti dei quali piuttosto fastidiosi, con quello più debole costretto a subirne il nonnismo. Così, quando la verità è venuta fuori, mi sono sentito piuttosto spaesato e infastidito.
Dal punto di vista stilistico nulla da eccepire. C’è invece quello che viene considerato un errore tecnico: l’Io narrante non può morire, dicono gli ortodossi. Non sto a dilungarmi: se cerchi in giro ci sono lunghe dissertazioni teoriche sul perché e per come venga fatta questa affermazione.
A rileggerci
Angelo
Ad ogni edizione di MC c’è un certo numero di racconti col finale a sorpresa. D’altra parte questo è un modo, apparentemente semplice, di sfruttare la brevità per ottenere un certo contraccolpo emotivo (e il racconto breve più celebre, “la sentinella” di F. Brown, non sfrutta proprio questo effetto?). Il fatto è che come dicevo, la semplicità è solo apparente: il lettore non si deve sentire ingannato (o, per dirla alla Carver, “niente trucchi da quattro soldi”). Purtroppo, invece, nel leggere il tuo racconto io mi sono costruito in testa una situazione ben precisa: un gruppo di studenti che vivono insieme, molti dei quali piuttosto fastidiosi, con quello più debole costretto a subirne il nonnismo. Così, quando la verità è venuta fuori, mi sono sentito piuttosto spaesato e infastidito.
Dal punto di vista stilistico nulla da eccepire. C’è invece quello che viene considerato un errore tecnico: l’Io narrante non può morire, dicono gli ortodossi. Non sto a dilungarmi: se cerchi in giro ci sono lunghe dissertazioni teoriche sul perché e per come venga fatta questa affermazione.
A rileggerci
Angelo
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
DI NUOVO INSIEME di Andrea Partiti . Si tratta di un racconto a due facce. La prima rimanda alla quotidianità. Il tuo protagonista mi ha fatta pensare a un giovane claustrofobico, dal lavoro d’ufficio (afferma di passare la maggior parte della giornata in un cubicolo) e dai vicini cattivi nei loro scherzi a suo danno (sanno del suo punto debole e ne approfittano, quando prende qualcosa dallo sgabuzzino, anche qui, un’immagine che rimanda al quotidiano). Nella seconda parte, la sorpresa è grande (non è solo suo, il risveglio inaspettato, ma anche del lettore) perché lui è un vampiro e lo sono anche i suoi vicini (trafitti dal paletto di frassino, uno in fila all’altro, dopo che le bare sono state riesumate). Prova molto interessante.
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
Da persona a cui capita di soffrire di claustrofobia, ho apprezzato molto la prima parte del tuo racconto, ho trovato ben reso prima il disagio e poi il panico del protagonista. Per quanto riguarda la seconda parte e la rivelazione finale, mi è stata un po' rovinata dall'aver visto di recente "What we do in shadows" (film che se non hai visto ti consiglio tantissimo), quindi ho intuito cosa si doveva scoprire prima ancora che ci fossero davvero gli indizi per capirlo. Comunque, anche rileggendolo, ho trovato la trama ben costruita. Unica cosa che mi lascia un po' perplessa, il rapporto del protagonista con buio e luce, che conoscendo la sua identità appare innaturale: in fondo, a un claustrofobico i luoghi chiusi fanno paura a prescindere dal fatto che siano bui o meno, quindi il senso di disagio per il buio mi sembra davvero di troppo.
Da persona a cui capita di soffrire di claustrofobia, ho apprezzato molto la prima parte del tuo racconto, ho trovato ben reso prima il disagio e poi il panico del protagonista. Per quanto riguarda la seconda parte e la rivelazione finale, mi è stata un po' rovinata dall'aver visto di recente "What we do in shadows" (film che se non hai visto ti consiglio tantissimo), quindi ho intuito cosa si doveva scoprire prima ancora che ci fossero davvero gli indizi per capirlo. Comunque, anche rileggendolo, ho trovato la trama ben costruita. Unica cosa che mi lascia un po' perplessa, il rapporto del protagonista con buio e luce, che conoscendo la sua identità appare innaturale: in fondo, a un claustrofobico i luoghi chiusi fanno paura a prescindere dal fatto che siano bui o meno, quindi il senso di disagio per il buio mi sembra davvero di troppo.
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Concordo quasi parola per parola con Viviana (qui sopra) ma commento lo stesso perché ci tengo a farti i complimenti: davvero un bel racconto, con una buona idea di partenza eseguita in modo pulito ed esperto, senza sbavature e senza strafare. Anche l'unica (trascurabile) perplessità la condivido con lei.
(E anche a me è venuto in mente What we do in the shadows, il che mi ha messo di buon umore a prescindere).
(E anche a me è venuto in mente What we do in the shadows, il che mi ha messo di buon umore a prescindere).
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
- Andrea Partiti
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
L'ho scritto principalmente per poter usare il doppio significato di cubicolo/camera sepolcrale e cubicolo/spazio di lavoro, facendo brainstorming ci sono finito su e non potevo rifiutare la sfida!
@Viviana: ammetto di non sapere esattamente come funziona la claustrofobia e di non aver davvero indagato prima di scriverne, quindi ci sono sicuramente delle ingenuità. In effetti ho dato per scontato che fosse peggiore unita al buio e non ci ho riflettuto davvero su.
@Viviana: ammetto di non sapere esattamente come funziona la claustrofobia e di non aver davvero indagato prima di scriverne, quindi ci sono sicuramente delle ingenuità. In effetti ho dato per scontato che fosse peggiore unita al buio e non ci ho riflettuto davvero su.
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Andrea Partiti ha scritto:@Viviana: ammetto di non sapere esattamente come funziona la claustrofobia e di non aver davvero indagato prima di scriverne, quindi ci sono sicuramente delle ingenuità. In effetti ho dato per scontato che fosse peggiore unita al buio e non ci ho riflettuto davvero su.
Neanch'io sono un'esperta, ma credo che vari molto da persona a persona. Per esempio, a me (che sono claustrofobica in senso molto più blando del tuo protagonista) mettono a disagio soprattutto gli ascensori, che pure sono illuminati. Di sicuro ci sono persone per cui il buio peggiora le cose, ma non credo esista una regola fissa.
- Jacopo Berti
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Appena finito di commentare il dovuto, sono andato a leggere il racconto del vincitore della Tarenzi. Non mi pare all'altezza de "La divina spigolatura", ma fa la sua bella figura, bravo!
Pure io sono tra i fan di "What we do in the shadows" e l'ho associato ad esso, col consueto piacere del "riconoscibile" ma con le opportune variazioni.
Pure io sono tra i fan di "What we do in the shadows" e l'ho associato ad esso, col consueto piacere del "riconoscibile" ma con le opportune variazioni.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)
- francescocascione
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ciao
Ritmo che sale, un crescendo che racconta il protagonista riga per riga.
Al centro c'è la presa di coscienza del lettore che è istruito e depistato contemporaneamente.
Alla fine di ogni frase ne sappiamo qualcosa di più e dopo che l'ultimo velo è svelato è divertente tornare indietro per scovare gli indizi che hai disseminato in giro; un ottimo impiego dei caratteri a disposizione ed eccellente scelta delle parole.
Ritmo che sale, un crescendo che racconta il protagonista riga per riga.
Al centro c'è la presa di coscienza del lettore che è istruito e depistato contemporaneamente.
Alla fine di ogni frase ne sappiamo qualcosa di più e dopo che l'ultimo velo è svelato è divertente tornare indietro per scovare gli indizi che hai disseminato in giro; un ottimo impiego dei caratteri a disposizione ed eccellente scelta delle parole.
Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ciao Andrea, sicuramente è stata un'interpretazione originale del tema, ma non mi convince.
La parola coinquilini è troppo legata alla quotidianità e porta a dare un'interpretazione sbagliata del racconto fino a quando si palesa la natura del protagonista. In questo caso non posso parlare di colpo di scena perché anche rileggendo il racconto non posso legare “coinquilino” ai vampiri. Altra cosa che mi convince poco è il fatto che sentendo martellare il protagonista possa pensare ai muratori. Lui ha paura del buio, ma non ne ha per l'unica cosa che può togliergli la vita?
Una precisazione: la claustrofobia e la paura del buio (acluofobia) sono due cose distinte, che possono anche coesistere nella sessa persona, ma che non sono legate fra loro.
Purtroppo è un racconto che non mi ha pienamente convinto.
Ciao e alla prossima.
La parola coinquilini è troppo legata alla quotidianità e porta a dare un'interpretazione sbagliata del racconto fino a quando si palesa la natura del protagonista. In questo caso non posso parlare di colpo di scena perché anche rileggendo il racconto non posso legare “coinquilino” ai vampiri. Altra cosa che mi convince poco è il fatto che sentendo martellare il protagonista possa pensare ai muratori. Lui ha paura del buio, ma non ne ha per l'unica cosa che può togliergli la vita?
Una precisazione: la claustrofobia e la paura del buio (acluofobia) sono due cose distinte, che possono anche coesistere nella sessa persona, ma che non sono legate fra loro.
Purtroppo è un racconto che non mi ha pienamente convinto.
Ciao e alla prossima.
- Linda De Santi
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Bentrovato Andrea (e complimenti, visto che ancora non te li avevo fatti, per la vittoria della Tarenzi Edition! ;) )!
Il tuo è un racconto che sembra scritto in una giornata andata storta: atmosfere lugubri, angoscia, luoghi soffocanti, buio. Al protagonista non gliene va bene neanche una: vessato dai coinquilini, afflitto dalla claustrofobia e alla fine stroncato dagli ammazzavampiri, con la prospettiva di riunirsi ai coinquilini che tanto odia.
In ogni caso, sarà che per me è un periodo in cui vedo tutto nero, il tuo racconto mi è piaciuto molto.
L’unica cosa che non mi ha convinto è l’uso della parola “coinquilini” per i vampiri. Capisco che è proprio su questo che si regge l’equivoco di fondo della storia e la sorpresa finale, ma mi fa strano pensare a un vampiro che chiama “coinquilini” (termine che inevitabilmente associo al mondo studentesco) i propri vicini di bara, sembra un po’ una forzatura.
Chissà se, giocando un po’ con i sinonimi, sarebbe possibile togliere la parola “coinquilini” mantenendo lo stesso effetto, ad esempio con “le persone con cui sono costretto a vivere”, “quelli che occupano gli altri letti”, ecc…
Ottimo racconto comunque.
A rileggerci!
Il tuo è un racconto che sembra scritto in una giornata andata storta: atmosfere lugubri, angoscia, luoghi soffocanti, buio. Al protagonista non gliene va bene neanche una: vessato dai coinquilini, afflitto dalla claustrofobia e alla fine stroncato dagli ammazzavampiri, con la prospettiva di riunirsi ai coinquilini che tanto odia.
In ogni caso, sarà che per me è un periodo in cui vedo tutto nero, il tuo racconto mi è piaciuto molto.
L’unica cosa che non mi ha convinto è l’uso della parola “coinquilini” per i vampiri. Capisco che è proprio su questo che si regge l’equivoco di fondo della storia e la sorpresa finale, ma mi fa strano pensare a un vampiro che chiama “coinquilini” (termine che inevitabilmente associo al mondo studentesco) i propri vicini di bara, sembra un po’ una forzatura.
Chissà se, giocando un po’ con i sinonimi, sarebbe possibile togliere la parola “coinquilini” mantenendo lo stesso effetto, ad esempio con “le persone con cui sono costretto a vivere”, “quelli che occupano gli altri letti”, ecc…
Ottimo racconto comunque.
A rileggerci!
- Flavia Imperi
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ciao Andrea!
Bella l'idea di un vampiro che soffre di claustrofobia, complimenti! Il racconto si legge abbastanza bene, è giusto un po' pesante la parte centrale, a un certo punto è caotica e meno scorrevole. Bello come giochi con le parole e l'equivoco, suggerito anche dal titolo, che rende piacevole la sorpresa finale, senza aver però nessun "inganno al lettore". Anche il tema è rispettato, con originalità- Continua così!
Bella l'idea di un vampiro che soffre di claustrofobia, complimenti! Il racconto si legge abbastanza bene, è giusto un po' pesante la parte centrale, a un certo punto è caotica e meno scorrevole. Bello come giochi con le parole e l'equivoco, suggerito anche dal titolo, che rende piacevole la sorpresa finale, senza aver però nessun "inganno al lettore". Anche il tema è rispettato, con originalità- Continua così!
Siamo storie di storie
- patty.barale
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
Ho trovato divertente e originale l'idea del vampiro claustrofobico, tuttavia il tuo racconto mi ha lasciato parecchi dubbi.
Ho apprezzato che, nella parte iniziale, il tuo protagonista dica di trascorrere la maggior parte della propria giornata in un cubicolo, portando il lettore a credere che lavori in uno di quegli uffici, tipicamente americani, suddivisi da tramezzi in tanti microscopici locali e non certo a immaginare il cubicolo sepolcrale!
Ma nel prosieguo della storia mi sono persa: lui si sveglia chiuso nella bara e non capisco perché abbia qualcosa che gli preme sulla faccia e soprattutto non riesco a giustificare la sua "esultanza" alla vista della luce (ok, è affetto da claustrofobia, ma è pur sempre un vampiro, un nemico della luce del sole!)
L'impressione che ho avuto è che la volontà di creare il finale a sorpresa abbia preso il sopravvento, facendo perdere di credibilità alla storia, sorvolando sui particolari.
Infine non riesco proprio a capire questo passaggio:
"
Se i tutti vampiri sono stati uccisi dal classico paletto di frassino, teoricamente dovrebbero essere stati "terminati", quindi dove si ritroveranno? E poi, se non erano buoni coinquilini, magari dovrebbe provare rammarico alla prospettiva di tornare insieme a loro (quindi non punto fermo dopo "di nuovo insieme " ma vedrei meglio puntini di sospensione)
Ultima nota:
Bava di luce dà l'idea di qualcosa di sottile, nebuloso, quindi il successivo "bagliore" mi suona stonato.
Mi spiace, ma proprio non mi convince.
Alla prossima e in bocca al lupo!
Ho trovato divertente e originale l'idea del vampiro claustrofobico, tuttavia il tuo racconto mi ha lasciato parecchi dubbi.
Ho apprezzato che, nella parte iniziale, il tuo protagonista dica di trascorrere la maggior parte della propria giornata in un cubicolo, portando il lettore a credere che lavori in uno di quegli uffici, tipicamente americani, suddivisi da tramezzi in tanti microscopici locali e non certo a immaginare il cubicolo sepolcrale!
Ma nel prosieguo della storia mi sono persa: lui si sveglia chiuso nella bara e non capisco perché abbia qualcosa che gli preme sulla faccia e soprattutto non riesco a giustificare la sua "esultanza" alla vista della luce (ok, è affetto da claustrofobia, ma è pur sempre un vampiro, un nemico della luce del sole!)
L'impressione che ho avuto è che la volontà di creare il finale a sorpresa abbia preso il sopravvento, facendo perdere di credibilità alla storia, sorvolando sui particolari.
Infine non riesco proprio a capire questo passaggio:
"
Non erano dei buoni coinquilini. Avrei dovuto andarmene prima che fosse troppo tardi.
Fra poco li raggiungerò, dovunque siano. Di nuovo insieme."
Se i tutti vampiri sono stati uccisi dal classico paletto di frassino, teoricamente dovrebbero essere stati "terminati", quindi dove si ritroveranno? E poi, se non erano buoni coinquilini, magari dovrebbe provare rammarico alla prospettiva di tornare insieme a loro (quindi non punto fermo dopo "di nuovo insieme " ma vedrei meglio puntini di sospensione)
Ultima nota:
non c’è neppure una bava di luce, un bagliore.
Bava di luce dà l'idea di qualcosa di sottile, nebuloso, quindi il successivo "bagliore" mi suona stonato.
Mi spiace, ma proprio non mi convince.
Alla prossima e in bocca al lupo!
- Monica Patrizi
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
dopo la "Divina Spigolatura" che mi aveva conquistata fin dalla prima riga, questo tuo ultimo racconto non mi ha convinto, seppur condotto da te con grande padronanza di stile. Troppi gli indizi per allontanare il lettore da ciò che il protagonista realmente è e dalla sua storia (lo sgabuzzino, i coinquilini, il rumore dei muratori...) tanto che all'inizio pensavo stessi parlando di un gatto, non di certo di un vampiro... E poi perché di nuovo insieme? Di nuovo dopo cosa? E poi il protagonista viene liberato, ma da chi?
L'ho riletto più volte, bella e serrata l'azione, ma la trama a mio avviso non è chiara.
A rileggerci.
dopo la "Divina Spigolatura" che mi aveva conquistata fin dalla prima riga, questo tuo ultimo racconto non mi ha convinto, seppur condotto da te con grande padronanza di stile. Troppi gli indizi per allontanare il lettore da ciò che il protagonista realmente è e dalla sua storia (lo sgabuzzino, i coinquilini, il rumore dei muratori...) tanto che all'inizio pensavo stessi parlando di un gatto, non di certo di un vampiro... E poi perché di nuovo insieme? Di nuovo dopo cosa? E poi il protagonista viene liberato, ma da chi?
L'ho riletto più volte, bella e serrata l'azione, ma la trama a mio avviso non è chiara.
A rileggerci.
- Andrea Partiti
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ho finito or ora di vedere What we do in shadows, è davvero un film divertente, sono felice di averne in quache modo ripreso le atmosfere, seppure per caso! Grazie per avermelo suggerito ^^
Effettivamente ci sono dei punti di contatto abbastanza evidenti, il coinquilinaggio complicato tra vampiri calato in una atmosfera goliardica, l'irruzione del cacciatore di vampiri. Se l'avessi visto prima, penso che sarei stato molto più influenzato da dei personaggi così particolari :)
Effettivamente ci sono dei punti di contatto abbastanza evidenti, il coinquilinaggio complicato tra vampiri calato in una atmosfera goliardica, l'irruzione del cacciatore di vampiri. Se l'avessi visto prima, penso che sarei stato molto più influenzato da dei personaggi così particolari :)
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Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Ciao Andrea
Stavolta non riesco sono un po titubante a giudicare la prova. La storia è carina e la trovata simpatica, ma non sono riuscito a "vedere" il vampiro forse per colpa dei cliche che ho in testa . Ci sono troppe cose che stonano con la natura della creatura, la luce, la claustrofobia.
Un racconto da rivedere un pochino.
Stavolta è un Ni.
Stavolta non riesco sono un po titubante a giudicare la prova. La storia è carina e la trovata simpatica, ma non sono riuscito a "vedere" il vampiro forse per colpa dei cliche che ho in testa . Ci sono troppe cose che stonano con la natura della creatura, la luce, la claustrofobia.
Un racconto da rivedere un pochino.
Stavolta è un Ni.
Re: Di nuovo insieme - Andrea Partiti
Titolo pessimo, non caratterizza per nulla il racconto e in parte lo sminuisce. Occhio alla forma intesa nella sua esteriorità, insomma. Intrigante l’idea di un vampiro claustrofobico, mi ha divertito e no, non mi sono sentito preso in giro, in realtà non mi sembra che tu abbia omesso informazioni importanti o mancato di rispetto al lettore. Indizi sparsi per il finale ci sono, tipo il “PER SEMPRE” con cui sottolinei l’intenzione che se ne voglia andare dal “palazzo”. Finale un pelo standard con paletto nel cuore, vero, ma in qualche modo dovevi concludere. Pollice tendente all’alto per me, non su completo perché una revisioncina alla forma la darei, alcune espressioni qua e la mi sembrano poco ispirate, ma niente di grave. Bel lavoro.
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