La gatta femmina

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Angela
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La gatta femmina

Messaggio#1 » lunedì 15 febbraio 2016, 22:09

Antonia Giannella, medico legale, era stata accolta con tutti gli onori da Giuseppina Lavitola che, per l’occasione, aveva rispolverato il servizio di cristallo, regalo di nozze dei suoceri.
Erano trascorsi almeno quarant’anni da quel giorno, ma il servizio faceva ancora la sua figura sul tavolo di noce lucidato a specchio.
“Dunque, suo marito è affetto da paralisi e per di più è incontinente” disse il medico sottolineando il referto che aveva sfogliato per l’ennesima volta.
“Assolutamente, Vossignora” rispose la signora Lavitola.
“Come mai non ha una badante?” chiese il Dottor Giannella inarcando un sopracciglio.
“In casa mia, neanche una gatta femmina!” esclamò l’altra. “Se mi sono conservata il marito è perché ho fatto buona guardia!”.
Il medico annuì, in paese c’erano fin troppe femmine senza marito e pure lei temeva che qualcuna adocchiasse il suo Giacomone. Tuttavia, era ancora una bella donna, con le forme sode e generose e il ritocchino alle labbra, aveva accentuato il fascino mediterraneo.
Si alzò sistemandosi la gonna sotto lo sguardo bieco della Lavitola che invece indossava un camicione da cui spuntavano gli scarponi incrostati di fango.
“Ebbene, ora vorrei parlare con suo marito. Giusto due domande prima di compilare il verbale domattina” disse il dottor Giannella.
Giuseppina Lavitola sospirò, poi le fece strada nel corridoio dove almeno una decina di uomini e donne baffuti, li osservavano dai quadri in bianco e nero.
Una volta sulla soglia si fermò e si mise la mano alla bocca. “Eccolo il poveretto” disse con voce spezzata. “Un pezzo d’uomo come lui… un tronco morto! Ecco cos’è diventato!”.
Il medico entrò nella stanza che puzzava di cedro e naftalina.
Il malato aveva la testa reclinata sul cuscino, un occhio chiuso e uno aperto.
“Signor Lavitola, lei ha fatto richiesta per la pensione di invalidità” disse il Dottor Giannella “e io la devo visitare per accertarmi delle sue condizioni”.
L’uomo rispose flebilmente; un filo di saliva si fermò sulla barba rada.
“Prima misuriamo i parametri vitali, poi valuterò i riflessi” continuò il medico scoprendo il torace dell’uomo.
La moglie del malato osservava ogni cosa e ogni tanto esordiva con una preghiera o un invocazione.
La visita stava volgendo al termine, il malato aveva sopportato stoicamente ogni manovra opponendo lievi lamenti e sospiri.
“L’ho torturato per bene, signor Lavitola” disse il Dottor Giannella mentre prendeva il martelletto. “Questa è l’ultima prova e poi la lascio tranquillo”.
Antonia Giannella agitò il martelletto all’altezza del ginocchio, il malato spalancò tutti e due gli occhi , la signora Lavitola gridò e tutti e tre videro l’unico muscolo che non si può controllare farsi strada tra pigiama e lenzuolo puntando al soffitto dritto come un fuso.
Nel silenzio della stanza solo il rumore del martelletto che cadeva a terra e l’imprecazione di Giuseppina Lavitola: “Miracolo!”.


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antico
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Re: La gatta femmina

Messaggio#2 » lunedì 15 febbraio 2016, 22:12

Molto bene Angela, anche questa volta sei la prima a consegnare! Parametri tutti rispettati, buona De Marco Edition!

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Angela
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Re: La gatta femmina

Messaggio#3 » lunedì 15 febbraio 2016, 22:17

Grazie L'Antico! Buona edizione a tutti :)
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Jacopo Berti
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Re: La gatta femmina

Messaggio#4 » martedì 16 febbraio 2016, 10:52

Bentrovata, Angela!
Credo che questo tipo di "risveglio" sia venuto in mente a più di qualcuno. A me sicuramente; anche per il divertito ricordo di un racconto di Ray Bradbury, "Junior", laddove s'instaura addirittura un dialogo tra l'allettato e il risvegliato ;)
Ad ogni modo, se l'idea non è originalissima, ottima è l'ambientazione: da commedia, caricaturale. Ho apprezzato la caratterizzazione psicologica "regionale" e gli elementi di cultura materiale presenti nella tua narrazione: il servizio buono, i ritratti di uomini e donne con baffi, la stanza che odora di cedro e naftalina.
È il primo racconto che leggo e commento, quindi non so come sia in rapporto agli altri. Ma ha l'aria di un testo che finirà tra le prime posizioni della mia classifica. Brava!

Ed ecco un piccolo appunto:
- "Il medico annuì, in paese c’erano fin troppe femmine senza marito e pure lei temeva che qualcuna adocchiasse il suo Giacomone. Tuttavia, era ancora una bella donna, con le forme sode e generose e il ritocchino alle labbra, aveva accentuato il fascino mediterraneo."
In queste due frasi non mi convince la punteggiatura: dopo "annuì", anziché la virgola starebbero i due punti. E la virgola dopo il soggetto "ritocchino alle labbra", come certamente ti faresti notare da sola, non ci va ;) Anche il 'tuttavia' non mi sembra adattissimo come nesso logico.
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Angela
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Re: La gatta femmina

Messaggio#5 » martedì 16 febbraio 2016, 11:42

Grazie per il commento, Jacopo. Lo sai, temevo il finale telefonato, anche se speravo non fosse troppo evidente. Il racconto che hai citato non lo conosco, mi hai incuriosito e voglio procurarmelo, anche perché non ho mai letto Bradbury. Il titolo del racconto è una frase vera pronunciata in dialetto siciliano da una signora che era con me al corso di taglio e cucito. Il marito l'aveva lasciata per la sua migliore amica che, evidentemente frequentava casa sua. Indimenticabile quel suo "In casa mia neanche una gatta femmina deve entrare!". Ma insomma, era come chiudere il recinto quando i buoi sono scappati...
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marco.roncaccia
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Re: La gatta femmina

Messaggio#6 » venerdì 19 febbraio 2016, 9:33

Ciao Angela,
il tuo racconto, come dice l’Antico, rispetta tutti i parametri. Però, ti preferisco nella versione Caveriana della scorsa edizione. La commedia all’italiana in versione Minuti Contati non mi fa impazzire e la sorpresa finale, non è poi tanto sorprendente. Da un punto di vista formale e relativamente al tema non ho appunti da farti, quello che manca, a mio avviso, è in termini di originalità.

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Vastatio
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Re: La gatta femmina

Messaggio#7 » venerdì 19 febbraio 2016, 18:20

Ciao,

sono in difficoltà perché non credo di aver compreso bene la storia. O meglio, la verità che c'è dietro: lui è veramente paralizzato (la paralisi non influenza necessariamente anche la capacità erettile) o stanno cercando di fregare per avere la pensione di invalidità? Propenderei per la seconda ipotesi, visto gli accenni in chiusura (imprecazione, muscoli non "controllabili" e "Miracolo!"), ma il dubbio rimane. Non so, la chiusura è da barzelletta, ma il resto non lo trovo all'altezza.
Alcune note:
- continui a riferirti alla dottoressa Antonia al maschile. Sono certo che medico si possa usare anche per il femminile, ma se volevi rimarcare che al marito viene duro perché vede e viene toccato da un'altra donna avrei trovato più indicato il ricordarlo di essere in presenza di una "dottorESSA" e/o rimarcare alcune posizioni audaci durante la visita.
- imprecare "Miracolo!": non riesco davvero a immaginarlo
- davvero una dottoressa si scandaliza tanto da perdere il martelletto per un pene sull'attenti? tra l'altro se è medico legale adibita a scovare determinate truffe un po' scafata me l'aspetto.
- fortunatamente per noi anche il cuore è un muscolo che non possiamo controllare.
- "nemmeno una gatta femmina" bel modo di dire, difficile in effetti trovare una gatta non femmina.

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Angela
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Re: La gatta femmina

Messaggio#8 » venerdì 19 febbraio 2016, 19:33

@Marco - Carver è per me un mito, anche se la mia è una pallida imitazione (non in questo caso, hai ragione).

@Vastatio - Il titolo si riferisce a una citazione reale in dialetto siciliano (non ho voluto modificarla di proposito). Medico legale è maschile anche quando si tratta di una donna, il mio errore è aver usato il termine "dottore" al posto di "medico". Per quanto riguarda l'imprecazione mi riferivo al tono, chiaramente se non hai compreso la storia come dici, è pacifico che il messaggio non è arrivato come avrebbe dovuto.

Grazie a tutti e due per i commenti!
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Zebratigrata
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Re: La gatta femmina

Messaggio#9 » venerdì 19 febbraio 2016, 22:55

Ciao Angela,
anche io, come altri, ho apprezzato molto come tu sia riuscita a evocare la tipica atmosfera della casa di un certo tipo di anziano di paese. L'idea del racconto non mi sembra però originalissima, e forse punti troppo sul fattore sorpresa, rendendolo indispensabile: se si capisce il finale prima del tempo non resta molto di cui godere nel racconto.
Inoltre la scusa del non fare entrare donne in casa funziona fino a un certo punto: è pieno il mondo di infermieri e badanti uomini. Magari, ecco, se il medico fosse stato un uomo sarebbe stato divertente vedere la signora beffata nonostante l'accurata sorveglianza sul marito (che poi, non c'è rimasto molto di cui essere gelosi, a quel punto davvero meglio cercare un badante e prendere due piccioni con una fava - letteralmente, oserei dire).
Se la supposizione di Vastatio è giusta e l'intenzione era truffare lo Stato per avere la pensione di invalidità, io non l'avevo capito.

Anche secondo me 'Miracolo!' non può essere un'imprecazione, comunque la si rigiri: non è una cosa credibile da dire con rabbia né con odio. 'Esclamazione' sarebbe stato più corretto.
Molto meglio usare 'dottoressa', sia al posto di medico che di dottore. Più adatto al carattere un po' limitato e provinciale dei personaggi che ci presenti. Lo usano tutti tranquillamente anche parlando con una donna che sia medico legale.
Più che 'vossignora' direi 'vossignoria'.
C'è qualche maiuscola che va e viene, forse refusi.
Non userei 'agitare' per il martelletto, mi sembra inadatto perché non implica l'impatto con qualcosa; diventa particolarmente importante qui scegliere il verbo adatto perché è la scena topica del racconto.
Occhio all'accordo della forma di cortesia: 'l'ho torturata', non 'l'ho torturato'.

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alessandra.corra
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Re: La gatta femmina

Messaggio#10 » sabato 20 febbraio 2016, 16:15

Ciao Angela,

appena ho letto il tuo racconto ho pensato subito che ha un ottimo potenziale che però non è stato espresso in modo ottimale. Di sicuro nulla da dire sulla struttura narrativa che funziona bene anche grazie a uno stile scorrevole e leggero. La trama è simpatica e risulta spassosa nella sua leggerezza, idem per l'ambientazione che cala bene il lettore dentro il contesto della situazione, ma anche io devo aggiungermi a quanti già ti hanno fatto osservare che hai puntato troppo sull'effetto sorpresa trascurando così punti essenziali per la credibilità e la comprensione ottimale del testo.

Fernando Nappo
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Re: La gatta femmina

Messaggio#11 » domenica 21 febbraio 2016, 11:30

Ciao Angela,
m'è piaciuta l'almbientazione del racconto, calzante e adatta al tipo di storia che racconti. Però il racconto in sé non mi ha convinto molto. Per esempio, non capisco perché Giuseppina tema che altre donne possano circuire il marito, ormai allettato, semiparalitico e pure incontinente. A meno che egli non finga i problemi di cui sopra per fregare la pensione d'invalidità.Ma se così è, non sono riuscito a coglierlo. Forse il finale, peraltro non originalissimo e più - scusa se mi permetto - da cinepanettone che non da commedia all'italiana, dovrebbe far intendere questa possibile direzione? Se così fosse, però, non si tratterebbe di risveglio e il tema non sarebbe centrato. Al contrario, sarebbe centrato il tema, ma poco credibile il timore della donna di vedersi fregare il marito.

Fabiana Donato
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Re: La gatta femmina

Messaggio#12 » lunedì 22 febbraio 2016, 15:59

Ciao Angela! Non ho nulla da dire sulla forma, forse qualche imprecisione nella punteggiatura. Purtroppo il tuo racconto non mi ha molto travolto, ha una bella base ed è ben strutturato, ma non ho molto gradito il finale. Non è molto originale, forse pensandoci un poco di più avresti trovato qualche idea un po' più interessante. Nel complesso: un normale racconto. Alla prossima! :)

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jimjams
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Re: La gatta femmina

Messaggio#13 » lunedì 22 febbraio 2016, 16:51

Ancora un racconto carico di ironia e anche questo lo trovo molto gradevole. Il finale devo dire la verità, anche se prevedibile e corretto, non mi convince appieno. In particolare mi sarei aspettato una reazione diversa dalla povera moglie. Negativa forse, aggressiva verso la gatta morta che aveva risvegliato i sensi dell'uomo. Ma sono gusti, forse si è voluto privilegiare il lato ironico e divertente della cosa.

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Flavia Imperi
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Re: La gatta femmina

Messaggio#14 » lunedì 22 febbraio 2016, 20:52

Ciao Angela!
Un risveglio davvero originale e divertente, quello che hai raccontato. L'ambientazione che hai creato è perfetta per questo tipo di storie tragi-comiche. Povera signora Lavitola, non può tenere il marito lontano da ogni essere femminile del cosmo per sempre! Brava, ottimo racconto.
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invernomuto
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Re: La gatta femmina

Messaggio#15 » martedì 23 febbraio 2016, 0:41

Ciao Angela!
Mi piace molto la tua capacità di caratterizzare i personaggi, che riescono a rimanere impressi anche dopo poche battute grazie alla tua bravura nel delinearne le personalità.
Hai affrontato il tema in modo originale e simpatico, però anche io ho notato qualche piccolo problema nello sviluppo del racconto - in particolar modo mi chiedo cosa abbia risvegliato la "passione" del signor Lavitola.
Insomma, escludendo che sia un appassionato di sadomaso a cui piace farsi colpire dai martelletti, mi sarei aspettato almeno un paio di righe su come chinandosi la dottoressa lasciasse intravedere qualcosa dalla sua abbondante scollatura o comunque qualcosa che giustificasse meglio la reazione dell'arzillo signore! Alla prossima!

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Mike009
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Re: La gatta femmina

Messaggio#16 » martedì 23 febbraio 2016, 10:33

Storia leggera con finale divertente, mi è piaciuto nella sua semplicità. Spesso col poco tempo a disposizione la via dell'ironia è la meno soggetta a errori grossolani o manie di grandezza che si infrangono nei pochi caratteri a dispozione o nell'esiguo tempo per le correzzioni. Ho visto che hai usato solo la prima ora di quelle a disposizione e ti invidio perchè vuol dire che l'idea ti viene al volo, roba che a me non capita, ma perchè non sfruttare il tempo? Cioè dalle 9 alle 10 scrivi il racconto, ti guardi la tv un'oretta e poi lo rileggi e lo migliori un po'. La storia sarebbe sempre quella ma il risultato finale ne trarrebbe vantaggio. No?

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beppe.roncari
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Re: La gatta femmina

Messaggio#17 » venerdì 26 febbraio 2016, 10:46

Ciao Angela, ben ritrovata!
Bella ambientazione, giusto registro, brava. Forse solo qualche imprecisione e refuso qua e là: per esempio: “un’imprecazione” vuole l’apostrofo, essendo al femminile, e il “medico legale” è quello che constata la morte per il tribunale, se non erro, non quello che controlla i finti o veri invalidi. Poi, ciò che si “risveglia” qui nell’anziano signore non è propriamente un "muscolo" ma un’altra cosa… (credo sia un “corpo cavernoso”, tecnicamente).
In ogni caso, buona prova, ciao! Alla prossima!

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Angela
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Re: La gatta femmina

Messaggio#18 » venerdì 26 febbraio 2016, 18:36

Eccomi. Scusate la latitanza di questi giorni, ma il post operatorio di mia madre è più impegnativo di quello che pensavo. Ho letto con attenzione tutti i commenti di cui vi ringrazio e ho fatto delle considerazioni. Mi accorgo che spesso tendo a rappresentare nei racconti brandelli di vita vissuta o personaggi reali che ho incontrato. Da una parte questo mi aiuta a caratterizzarli meglio, dall'altra, vivo la narrazione su un piano intimista che poco si preoccupa del lettore. La scrittura è comunicazione, un dialogo interiore è altro.
La distinzione mi è chiara, ma ciò che voglio è questo, ovvero scrivere di me con i dovuti filtri, ovviamente. Ci sono tanti personaggi della mia infanzia che mi piacerebbe rappresentare. Ve ne cito due tra tutti: Carlone e la signora Amelia.
Il primo era un contadino ottantenne che andava a "cavare le patate" (come diceva lui) nell'orto. Me lo ricordo chino che trascinava la carriola con i ferri del mestiere e poi tornava con il carico. Appena metteva piede in paese, raddrizzava la schiena e camminava come se gli anni e le deformità dovute all'artrosi, non esistessero.
Della signora Amelia invece, ricordo il profumo di miele. Ogni volta che andavamo a trovarla apriva l'armadio e cercava in mezzo alla biancheria. Sapevo già che la sua ricerca avrebbe fruttato una caramella al miele che era buonissima. Ancora oggi mi chiedo se profumasse davvero di miele o se sono io ad aver associato quell'odore delizioso alla persona.
Il punto è che ai lettori racconti di questo tipo non direbbero nulla e riceverei più o meno gli stessi commenti che ritrovo in questo testo. Non si tratta di racconti classici, molti non avrebbero neppure una conclusione. Sono spaccati di vita (anzi, mi sembra quasi che siano passate molte vite da allora), brandelli di un passato che non esiste più.
Scusatemi per il papiro che ho scritto, anche questo temo sia un discorso che riguarda più me che voi. In realtà quello che volevo dire è che se lo scopo è scrivere per me stessa, che senso ha pubblicare qui o altrove? La risposta dovrò trovarla nei prossimi giorni.
Grazie ancora per lettura e considerazioni utilissime.
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Sybilla Levanti
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Re: La gatta femmina

Messaggio#19 » sabato 27 febbraio 2016, 0:28

Ciao Angela, il tuo racconto non mi dispiace forse proprio per la carica intimistica che hai inserito, volontariamente o no. Purtroppo questo non rende più chiara la narrazione in alcuni punti e soprattutto nel finale. Lo stile è pulito e, in contrapposizione al fatto che la storia non sia di facile comprensione, limpido.
Come altri, forse nemmeno a me è del tutto chiaro il messaggio che volevi dare: gelosia? sfiducia nelle donne (da parte della moglie del protagonista)? truffa? Non so.

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antico
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Re: La gatta femmina

Messaggio#20 » domenica 28 febbraio 2016, 12:07

Racconto dal tono brillante cui manca poco, a mio avviso, per essere da pollice su, ma che allo stato attuale deve accontentarsi di un pollice ni perché appare, davvero, una prima stesura che ancora va affinata per bene. Mi spiego. Semini la gelosia della donna e crei la situazione con una donna dottore che visita il marito, bene… Hai tutti gli elementi per sviluppare un conflitto tra le due che, però, non approfondisci. La visita della dottoressa può essere standard in una prima fase e poi più “sexy” nella seconda, non pensi? Invece chiudi sempre in quella direzione, ma facendo smascherare l’anziano truffatore da un martelletto che tutto potrebbe causare tranne eccitazione. Va aggiustato e calibrato e va fatto perché un racconto di tal fatta in vetrina sarebbe proprio bello averlo.

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