La volta buona

Sybilla Levanti
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La volta buona

Messaggio#1 » lunedì 15 febbraio 2016, 23:20

L’aria intorno a me si increspa di profumi sconosciuti ma ammorbanti. Apro gli occhi a fatica, nonostante la penombra in cui sono immerso. Faccio per muovermi, ogni movimento mi infligge una staffilettata di dolore che si irradia per tutto il corpo ma dopo poco scema e mi ritrovo a guardarmi le mani. Senza un particolare motivo. Riprendo confidenza con questo mio corpo, anche se sembra esser dotato di vita propria: in pochi minuti mi ritrovo in piedi e questa misteriosa forma di controllo mi costringe a muovermi.
A stento mi reggo in piedi, mentre avanzo a fatica. Questi odori mi affliggono, mentre metto un piede avanti l’altro e cerco una via d’uscita a questo posto maleodorante.
Il mio corpo si muove come mosso da una forza sconosciuta. Traballo ma non riesco a fermarmi. Son stanco e vorrei sedermi, ma il mio corpo si rifiuta di rispondere e continua a caracollare in mezzo a questo nauseabondo puzzo. A malapena riesco a vedere dove li metto, i piedi.
É a quel punto che scorgo altre figure che si muovono intorno a me, le braccia immobili sbattono contro i fianchi e le gambe, gli occhi fissi davanti a sé. Tutti insieme camminiamo verso qualcosa. Cosa?

Il medico, attraverso uno schermo appeso alla parete, indica ai suoi ospiti il gruppo che si muoveva qualche metro sotto di loro. «Ecco a voi - afferma con una certa ossequiosità e melensaggine-. Come potete vedere sono in ottime condizioni. Questo è il primo gruppo, dal trattamento non sono passate nemmeno 10 ore. Ha funzionato».
Le riprese delle telecamere a circuito chiuso seguono i movimenti lenti di una decina di uomini. «Funziona». Commenta con voce quasi estatica l’uomo in completo nero. Gli altri annuiscono. «Voglio che facciate partire la produzione senza indugio. Questa sento che è la volta buona». Senza salutare, si alzano e lasciano la stanza.
Una volta solo, il medico osserva ancora per qualche minuto lo schermo dove il gruppo continua a camminare. Si avvicina all’interfono e attiva la comunicazione. «É andata. Potete chiudere tutto». Una voce metallica risponde e subito dopo chiude la comunicazione.

L’uomo che ha risposto all’interfono si accarezza la barba con aria soddisfatta mentre si allontana dalla camera di controllo e raggiunge i suoi colleghi. «Ha funzionato. Possiamo sbaraccare tutto. Nell’altra stanza ci sono i soldi per le cavie». Quindi esce di nuovo, diretto ai piani alti per festeggiare il trionfo.

Appena uscito, le luci si accendono e qualcuno grida. Il gruppo di uomini si stiracchia e fa esercizi di stretching per riprendere il controllo del proprio corpo. Vengono accompagnati, uno ad uno, nella stanza adiacente dove ricevono il compenso per la loro interpretazione. Un giovane alto e magro sorride all’uomo in giacca e cravatta che gli porge una busta. «Sempre a disposizione capo», dice a voce bassa prima di allontanarsi ed essere poi accompagnato all’uscita.



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antico
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Re: La volta buona

Messaggio#2 » lunedì 15 febbraio 2016, 23:31

Uei, bentornata anche a te, Ophelia! Caratteri ok, tempo pure, ovviamente, sei dentro! Buona De Marco Edition!

Daniel Travis
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Re: La volta buona

Messaggio#3 » mercoledì 17 febbraio 2016, 13:21

Ciao, Ophelia. Ho parecchie difficoltà nel valutare il tuo racconto.
Stilisticamente, vedo qualche problema: le ripetizioni ravvicinate (questo/questa/questi, muovermi/movimento, a fatica/a fatica con in mezzo anche un "a stento" per rincarare la dose), i tempi verbali ("indica il gruppo che si muoveva", e poi li guarda che si stanno ancora muovendo), la "ripetizione espansa" quasi parola per parola di "è andata/ha funzionato, possiamo chiudere/sbaraccare tutto" a poche righe di distanza, la generale impressione di un racconto affrettato e così via. Ma soprattutto, devo confessare di non aver capito, onestamente, la trama.


Prima sezione del racconto: il protagonista, raggiunto dagli odori misteriosi, si risveglia e si muove indipendentemente dalla sua volontà, palesemente, insieme alle altre cavie. Non sta recitando, questo è fuor di dubbio: il farmaco/gas/whatever sta facendo effetto su di lui. Si muove senza la sua volontà, cerca l'uscita, non sa verso dove sta camminando con gli altri (anche se il controllo di sé sembra andare e venire).

Seconda sezione: osservando i movimenti delle cavie attraverso un monitor, il comitato si complimenta per i risultati positivi della sostanza (che fa qualcosa: zombifica? Controlla la mente - o meglio, il corpo? Cura da un tipo di coma? Non ci è dato saperlo).

Terza sezione: la dimostrazione ha funzionato, possiamo sbaraccare tutto e pagare le cavie (e fin qui, la cosa è coerente: dopotutto, molti partecipanti a sperimentazioni del genere vengono pagati).

Quarta sezione: si accendono le luci, qualcuno grida (per la luce improvvisa, immagino). Si stiracchiano per riprendere il controllo del proprio corpo, e ok. Poi, però, vengono pagati per la loro interpretazione. Stavano recitando, e il tono shady da gangster di b-movie del tipo alto e magro non fa che confermarlo. Ma a questo punto, la prima sezione non avrebbe più senso. Se non recitavano, quest'ultima parte confonde molto; se stavano recitando, la prima è falsa, molto semplicemente.
A meno che la cavia protagonista della parte iniziale non si sia addormentata nel bel mezzo della sua interpretazione, restando abbastanza frastornata al risveglio da scordarsi per un po' del suo ruolo (ma anche in quel caso, i dettagli fisici su movimento e controllo del corpo stonerebbero con questa visione).

Insomma, non mi è chiaro: a rischio di fare la figura dello scemo, ti chiedo di spiegarmi la trama così che possa aggiustare la mia valutazione, e scusami per il tono se sembra troppo critico, non vuole esserlo: nasce proprio da un'onesta incomprensione.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Andrea Dessardo
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Re: La volta buona

Messaggio#4 » giovedì 18 febbraio 2016, 19:42

Si vede che ti sforzi di adoperare termini ricercati, ma senza padroneggiarli pienamente, e ci rende il racconto un po' forzato. Come osservato anche da Daniel, non si capisce: il finale suggerisce che si tratti d'una messinscena orchestrata dal medico per ingannare, credo, la commissione esaminatrice. Però ciò contraddice l'incipit.

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eleonora.rossetti
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Re: La volta buona

Messaggio#5 » venerdì 19 febbraio 2016, 13:19

Ciao Ophelia,
sono rimasta un po' spiazzata nella comprensione. La prima parte è molto soggettiva, le sensazioni provate in prima persona rendono bene l'idea di cosa quell'individuo stia provando, e infatti è la parte che preferisco (semmai non avrei messo il punto prima di "Senza un particolare motivo").
E' la spiegazione della seconda e ultima parte, con la rivelazione delle cavie che sono in realtà ottimi interpreti, che mi fa traballare il tutto. Sensazioni come dolore e rigidità, che quindi si capisce sono simulate, come possono quindi risultare reali? E' questa contraddizione (a meno di non aver ampiamente preso una cantonata e frainteso completamente il senso del racconto) che mi costringe a dare un giudizio NI, come direbbe l'Antico, per questo racconto. Alla prossima!
Uccidi scrivendo.

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Andrea Partiti
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Re: La volta buona

Messaggio#6 » domenica 21 febbraio 2016, 14:42

Singolarmente i pezzi di cui è composto il tuo racconto non sono male. Insieme si confondono e inibiscono a vicenda. Il narratore cambia ogni volta, ma a volte interno, a volte esterno, a volte molto impersonale, senza una struttura che ci permetta di immergerci nel racconto. Riscritto dall'esterno permetterebbe di giocarti meglio l'ambiguità tra vera zombificazione / stanno recitando e sarebbe più agile da leggere.
Penso che non dovresti cercare di essere ricercata se non è il tuo stile naturale. Scrivi con un linguaggio che senti tuo, altrimenti il risultato è innaturale. Tutti quei troncamenti che vogliono "essere d'effetto" ma non sono usati in maniera costante, "staffilettata" (sic), quel "senza indugio" che solo un supercattivo d'epoca potrebbe usare, per citare quelli che mi sono rimasti inmente.
Il problema della trama te l'hanno fatto notare ampiamente, gli odori ammorbanti di inizio racconto suggeriscono una infezione o gas, vissuto dall'interno di una delle vittime e quindi non puoi mentire a riguardo. Il finale cambia troppo direzione.

pfafff
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Re: La volta buona

Messaggio#7 » domenica 21 febbraio 2016, 15:13

LA VOLTA BUONA
Un piede avanti l’altro. Non sono sicuro che si dica così. Però non ho controllato perciò può darsi che sia giusto.
Il mio corpo si muove come mosso da una forza sconosciuta. L’hai detto giusto 2 righe prima.
Forse ho capito male, ma il protagonista iniziale è veramente un prodotto da esperimento mentre tutti gli altri sono comparse? Oppure sono tutte comparse e allora la prima parte del racconto perde significato perché sembra proprio scritta da uno che si è appena svegliato da un sonno particolare?
Mah, non mi ha colpito particolarmente. In questi racconti si parla sempre di cose fantascientifiche che ormai non mi trovano più curioso di sapere come va a finire la storia. Manca quel guizzo di originalità da applicare a situazioni comuni, reali.

Veronica Cani
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Re: La volta buona

Messaggio#8 » mercoledì 24 febbraio 2016, 18:24

Ciao, Ophelia! La prima parte del racconto, fino all’entrata in scena del medico, mi ha subito catturata. Ottima la descrizione della situazione iniziale, in cui il lettore riesce bene a immedesimarsi nelle sensazioni del personaggio. Nella seconda parte ho trovato troppo brusco il cambiamento del punto di vista, da quello del personaggio iniziale (non riesco a definirlo protagonista perché in realtà, nello sviluppo della vicenda, risulta uno qualunque fra tanti) a quello del medico. Questo cambiamento mi ha un po’ disorientata. Nel finale ci sono alcuni passaggi che mi hanno lasciato perplessa. Chi è l’uomo in giacca e cravatta che paga le finte cavie? Lo stesso medico? Per conto di chi agisce? C’è un’organizzazione dietro questa farsa? A quale scopo è costituita? Insomma, l’idea di fondo è interessante, ma meriterebbe uno sviluppo più articolato. Niente da eccepire sullo stile, a parte nella frase “Il mio corpo si muove come mosso da una forza sconosciuta” in cui c’è una ripetizione, e nella frase “Sempre a disposizione capo”, in cui avrei inserito una virgola prima di “capo”. Alla prossima!

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Adry666
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Re: La volta buona

Messaggio#9 » mercoledì 24 febbraio 2016, 18:40

Ciao Ophelia,

non so se il tema è centrato perché non ho capito bene il tuo racconto, scusami, sicuramente in parte dipende anche da me.
Il ritmo è spezzato da ripetizioni evitabili da vocaboli non sempre calzanti.
La trama è divisa in due parti, ma forse, IMHO, manca una parte di congiunzione che faccia capire il senso.

Ti consiglio di rimettere mani al tuo racconto perché ci sono le basi per un’ottima e interessante storia.

Ciao
Adriano

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Simone Cassia
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Re: La volta buona

Messaggio#10 » mercoledì 24 febbraio 2016, 22:51

Ciao Ophelia,
mi stuzzica molto l’idea alla base del tuo racconto. Una bella truffa di quelle coi controfiocchi a spese di potenti non meglio identificati, ma potevi giocartela meglio secondo me.
Partiamo dai pov, sono un po’ troppi per un racconto così breve, ne sarebbero bastati un paio, quello del principale che mostra dai monitor e spiega agli spettatori l’andamento dell’esperimento e quello soggettivo del paziente che però ci svela la truffa perché il tipo è sveglio e non una specie di zombie semovente.
Poi, i contenuti, mi sembra tutto un po’ troppo indeterminato. In cosa consiste l’esperimento? Chi sono i potenti da truffare? Industria bellica? Farmaceutica? Massoni? Boh, mettere un po’ più di carne al fuoco.
La parte iniziale è molto comunicativa, evidentemente più sulle tue corde rispetto al resto che sembra un po’ ingessato, tuttavia qualche ripetizione in meno snellirebbe la lettura.
Sono sicuro che potrebbe migliorare di molto!

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alberto.dellarossa
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Re: La volta buona

Messaggio#11 » venerdì 26 febbraio 2016, 17:54

La volta buona - Ophelia
Ciao Ophelia. Ripeto ciò che hanno fatto notare altri: c'è molta, molta confusione. Stilisticamente il racconto zoppica (ripetizioni, neologismi #petalosi come "staffilettata" - è una stilettata o una staffilata? decidilo) mentre alivello narrativo si capisce poco. Rivedrei il racconto da zero: l'idea di base si presta, ma così è mal realizzata.

Giulio_Marchese
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Re: La volta buona

Messaggio#12 » venerdì 26 febbraio 2016, 19:39

Ciao Ophelia!
Il tuo racconto parte bene! Ti prende e si legge in un lampo, poi il finale. Mi hai fregato come i medici hanno fregato la commissione. Il problema è che, se la tua idea era quella, avresti dovuto disseminare qualche indizio che ha una secondo lettura mi fa dire "forte mi ha fregato" invece mi viene solo da dire "c'è qualcosa di sbagliato". E questo qualcosa, semplicemente, è che il primo e l'ultimo paragrafo si contraddicono. Il primo personaggio sapeva di star recitando? Allora perché pensa come se non lo sapesse? Lo stile un po zoppica ma non mi ha dato fastidio, l'impostazione di fondo mi è piaciuta, mi ha tenuto attaccato allo schermo. Peccato per quella contraddizione finale...

alexandra.fischer
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Re: La volta buona

Messaggio#13 » domenica 28 febbraio 2016, 11:28

La storia si apre con il punto di vista di una cavia dell’esperimento voluto da un medico intenzionato a studiare il meccanismo del controllo del sistema nervoso da parte di una volontà estranea a quella del soggetto di studio (così si spiegano i movimenti scoordinati e il senso di disagio del personaggio della parte iniziale del racconto, alle prese con un corpo che non sente più suo). Hai reso bene la scena del gruppo, immerso nel puzzo (quindi anche il controllo delle funzioni fisiologiche è anomalo, logico). Il racconto si guasta un po’ verso la fine, quando fai pensare il lettore a una “recita” infatti alludi a un compenso per l’interpretazione delle cavie, io lo toglierei e motiverei di più l’esperimento (già, perché il medico lo compie? È ai fini bellici o pacifici? E cosa deve entrare in produzione? Un farmaco, un gas?). Il tema c’è: risveglio disagevole.

Attenta a staffilettata, io scriverei: staffilata.
Sempre a disposizione capo (serve una virgola dopo disposizione).
Attenta a: ossequiosità e melensaggine da parte del medico. Perché usi queste espressioni? Ha detto soltanto che l’esperimento è riuscito, io semmai, scriverei con un certo compiacimento.

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antico
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Re: La volta buona

Messaggio#14 » domenica 28 febbraio 2016, 20:16

Il primo paragrafo è ottimo, mi sembrava di assistere alla genesi di una sorta di morbo zombie e tutto stava funzionando alla grande. Nel secondo paragrafo la situazione si è normalizzata e ho pensato che questo morbo facesse parte di una sorta di progetto non si sa bene teso a cosa (dipendeva da come volevi chiuderlo). Il problema è stata proprio la chiusa: ok gli attori che hanno impersonato una certa situazione per aiutare nella frode (in cui, però, potrebbero cadere solo degli osservatori ingenuotti), ma questo cozza con la prima parte, vista da pdv di uno di loro (e non stava recitando). In pratica, il finale è sbagliato, hai perso il controllo e capita. Taglialo e prova a dare al tutto una diversa conclusione abbandonando l’idea della recita e cavalcando di più quella bella intro. Pollice ni al momento per me.

Sybilla Levanti
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Re: La volta buona

Messaggio#15 » giovedì 10 marzo 2016, 18:11

Mi dispiace che tutti voi abbiate dovuto leggere l'ennesimo mio schifoso racconto.
Non ho scusanti.
Buona continuazione a tutti, io mi autoelimino da minuti contati. Non posso dire che sia mai stato un piacere per me prendervi parte, perché ho sempre trovato da parte della maggior parte di voi un certo accanimento personale nei miei confronti e non rivolto esclusivamente ai miei orrendi racconti. C'est la vie. Di certo non sentirete la mia mancanza nelle prossime edizioni.

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antico
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Re: La volta buona

Messaggio#16 » venerdì 11 marzo 2016, 15:37

Credo che ognuno sia libero di decidere se partecipare e se il farlo non ti fa sentire tranquilla, allora fai bene a evitare. Ovvio che sono molto dispiaciuto per questa tua decisione, ma resta sempre il fatto fondamentale: prima la propria serenità e poi tutto il resto.

Chiudo solo sottolineando che non mi è parso che tu sia stata fatta bersaglio di chissà cosa: qua siamo tutti per cercare di fare del nostro meglio e di dare il nostro massimo contributo agli altri. Poi è chiaro che sentirsi criticare un proprio scritto fa male, ma fa parte dell'ordine delle cose. Meglio mille critiche qui, in questo laboratorio fatto su misura per noi, che mille silenzi accompagnati da rassicuranti sorrisi in ogni altro posto.

Detto questo, speriamo di riaverti con noi, presto. Per il momento, in bocca al lupo per tutto.

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