XXXY (Ex Novo)

[Peter7413]

XXXY
di Maurizio Bertino

La donna oltrepassò la soglia e rimase immobile di fronte al grande schermo.
«Increscioso luogo, peccaminoso, ma anch’io devo ottemperare alle necessità del popolo.» disse fra sé.
«E il che le fa onore, Reverenda Madre. Dio sia lodato per la forza che le infonde, si accomodi» rispose una voce metallica.
La donna si sedette su uno sgabello posto al centro della stanza, le mani tremanti.
«Procedo con l’illustrarle i soggetti XY?» chiese la voce.
«Non v’è bisogno, ho provveduto a consultare il catalogo» rispose la Reverenda Madre.
«E ha trovato un esemplare di suo gusto?»
La donna si umettò le labbra con la lingua. «Sì.»
«Ebbene?» incalzò la voce.
«Gradisco il soggetto denominato trentatre.»
«Così sia» sentenziò la voce «E per il soggetto XX?»
«Infondimi la forza…» sussurrò la donna alzando gli occhi al soffitto.
«Prego?»
«Ho scelto il soggetto denominato 66.»
Le luci della stanza si spensero immergendola nel buio più totale. Pochi attimi, lo schermò di fronte a lei si accese. Un uomo e una donna, nudi, erano uno di fianco all’altra. La Reverenda Madre sospirò, la respirazione aumentò, gocce di sudore comparvero sul suo volto.
«Prego, comunichi le sue istruzioni» disse la voce.
La Reverenda Madre fece scivolare la mano destra sull’interno coscia e strinse forte fino a piantare le unghie nella carne.
«Desidero che l’uomo la prenda con forza, da dietro, ma che prima, Dio mi perdoni, la schiaffeggi…»
L’uomo schiaffeggiò la donna, quindi la buttò a terra e la prese da dietro, cominciando il rapporto sessuale.
«Con più foga…»
L’uomo aumentò il ritmo.
«Che la faccia urlare…»
L’uomo cominciò a tirare i capelli della donna, a batterle sulla schiena con forza, a urlare egli stesso.
«I sensori indicano che il soggetto XY è molto eccitato, Reverenda Madre, manca poco alla semina» avvertì la voce.
«E sia!» rispose lei, ormai dimentica di ogni vergogna, le mani strette forti sui seni. «Che la giri, la prenda da davanti, schiaffeggiandola, con brutalità. E che lei graffi lui sul petto, che lo faccia sanguinare… E che gli sputi sul volto!»
Sullo schermo, l’uomo e la donna eseguirono ogni azione richiesta.
«L’atto è al suo culmine» comunicò la voce «L’uomo sta seminando in questo istante.»
«Che urlino allora!» comandò la Reverenda Madre.
E così fu, l'uomo e la donna urlarono, la Reverenda Madre con loro. Poi il silenzio.
L’immagine andò a nero, le luci della stanza tornarono ad accendersi. La Reverenda Madre giaceva per terra, parzialmente svestita, sudata.
«Probabilità di inseminazione: novantotto percento. Sesso del nascituro: femmina al novanta percento» comunicò la voce.
La Reverenda Madre si alzò, si ricompose facendo il segno della croce.
«Le consegneremo la sua terza figlia, signora Reverenda Madre, come sempre, fra nove mesi presso la Santa Sede locale, pacco espresso. La ringrazio a nome della Comunità per avere dato vita e casa a una nuova creatura.»
«Così sia» rispose lei abbandonando la stanza.

FINE

[alexandra.fischer]

Ciao Maurizio,

a parte le segnalazioni che vedi qui sotto, io trovo che il tuo racconto sia ben congegnato. C’è la contrapposizione fra la Reverenda Madre che si trova all’Istituto della Riproduzione della Comunità (io l’ho visto così) allo scopo di fornire un nuovo membro alla Comunità per interposta persona (lei non partecipa all’atto procreativo, ma lo guida rispondendo alle indicazioni di una Voce senza volto). La Reverenda Madre si lascia coinvolgere progressivamente da quello che vede sullo schermo (fisicamente la mostri poi scomposta) anche se la sua mente ne soffre: quando apprende che dall’accoppiamento fra i due nascerà una bambina che verrà consegnata alla Santa Sede, si fa il segno di croce (di fatto si tratta di un sacrificio compiuto per la terza volta).

CHIEDO LA GRAZIA

Attento a trentatre, refuso per trentatré.
Refuso schermò per schermo.

[Sissi Kardec]

Ciao Maurizio, piacere io sono Simonetta.
Allora su questa storia ho alcune cose da dire, anche perché, per caso, l'ho letta due volte di fila. Ed è stata una sorpresa, ti spiego: la prima volta ho letto il finale con tono del tutto ironico e mi sono fatta anche una bella risata sulla parola Fine, la seconda volta invece, poco fa, non mi ha fatto lo stesso effetto, ma non perché avesse perso la sua comicità, ma perché sono stata io a leggere con spirito diverso e più serio.

1)PUNTI DI FORZA
Quanto detto in premessa, è una storia versatile. Ha una base sociologica, espressa però con tono caricaturale, che considero un forte punto di vantaggio. E' scritto bene, molto fluido e chiaro. La scena è assolutamente "visibile". L'idea mi sembra originale.

2) PUNTO DEBOLE
Sei ampiamente sotto il limite di caratteri (con gli spazi sei sotto i 3000) quindi con tutti quelli 'avanzati' e permessi dal Lab non dico che avresti dovuto allungarlo, perché tutto il racconto è in questa unica scena, però forse avresti potuto allargare leggermente la spiegazione sulla procedura che ci fai vedere. Non so se si capisce cosa voglio dire, intendo per esempio sapere meglio se questa terza figlia è un modo dei religiosi di avere figli e quindi la terrà lei, se invece è un bambino in più da inserire nelle fila religiose, o se è un bambino in più (esagero) da mettere in orfanotrofio per fare soldi ;) qualsiasi cosa, però oltre all'impatto del metodo ci potrebbe stare anche quello dello scopo. lei parla di 'necessità del popolo'...in che senso? In un pianeta come il nostro in sovrappopolazione suona strano, è un mondo diverso? Oppure sono nate esigenze diverse e perchè?

Dal punto di vista dei miglioramenti che ti consiglierei, cito e spiego di seguito

«Increscioso luogo, peccaminoso, ma anch’io devo ottemperare alle necessità del popolo.» disse fra sé.
«E il che le fa onore, Reverenda Madre. Dio sia lodato per la forza che le infonde, si accomodi» rispose una voce metallica.

Credo ci sia la E di troppo...senza la E funziona perfettamente.

Domanda: quindi la voce le legge in testa?
Perchè se è così il top sarebbe avere la voce che le legge in testa mentre c'è l'accoppiamento :D se invece non è così, puoi indicare "sussurrò tra sé", sarebbe più chiaro il perché la voce l'ha sentita.

L'espressione

L'immagine andò a nero

non mi convince moltissimo. Forse "lo schermo tornò nero" sarebbe più immediata, lo so che nei media si dice andare a nero, però non so mi suona troppo tecnico.

Qui

fra nove mesi presso la Santa Sede locale, pacco espresso

mi suona male....di Santa Sede ce n'è una sola in realtà, quindi non so forse "presso gli uffici locali della Santa Sede"...vedi tu.

Poi, qua e là nel racconto usi la virgola dove io avrei messo una E; per carità il racconto scorre lo stesso, però secondo me con le normali congiunzioni scorrerebbe anche meglio, ti faccio gli esempi sulle frasi che ho notato:

Pochi attimi, lo schermo di fronte a lei....

Dopo pochi attimi lo schermo di fronte a lei....

giaceva per terra, parzialmente svestita, sudata.

giaceva per terra, parzialmente svestita e sudata.

La Reverenda Madre si alzò, si ricompose facendo il segno della croce.

La Reverenda Madre si alzò e si ricompose facendo il segno della croce.

Su schermò e trentatre ti hanno già segnalato.


Direi che ho detto tutto, scusa sono un po' precisina negli appunti :)
Come detto il racconto il sé mi piace davvero molto, è godibilissimo, con pochi ritocchi sarà pronto per la sfida.

[Peter7413]

Grazie Alexandra e grazie Simonetta!
Molto utili gli appunti, nel week-end correggerò. Solo un appunto sulla lunghezza: è nato per un Minuti Contati di qualche anno fa e pertanto è compresso, però aggiungere informazioni mi saprebbe di infodump. Su alcune cose preferisco mantenere un alone d'incertezza, che gli spazi vuoti li riempia il lettore piuttosto che forzare delle info.
Simonetta, t'avverto su fb quando ho sistemato, così puoi venire a vedere e come gira.

Ps: arriverò anche a commentare i vostri, datemi solo il tempo di chiudere i commenti della Special :)

[AmbraStancampiano]

Ciao Maurizio,
ricordo questo racconto nel lab di qualche mese fa, non mi sembra sia cambiato di moltissimo, però lo trovo un po' più scorrevole e meno rigido.
Il punto di forza credo sia la distopia che ci fai intuire dietro la storia, e che è molto affascinante, però in alcuni punti un po' troppo distante e lacunosa. Va bene fare i bambini in questo modo, ma a cosa servono? E perché la comunità ne ha bisogno? Insomma, secondo me senza scadere nell'infodump, qualche dettaglio più al quadro generale non lascerebbe quel senso di insoddisfazione che ti coglie sul finale.
Ti segnalo un'altra cosa: all'inizio del rapporto pilotato vediamo la reverenda madre cominciare a trastullarsi, poi ci allontaniamo sempre più da lei e perdiamo un po' il contatto. Quando torniamo su di lei, lei "giace per terra, parzialmente svestita, sudata". Personalmente, mi sembra un po' eccessivo per una masturbazione.

[viviana.tenga]

Ciao Maurizio,
Il racconto è scritto molto bene e il ritmo è ottimo, ma anch'io avrei preferito qualche informazione in più. Si intuisce l'ambientazione distopica, il fatto che sia prassi comune produrre bambini nel modo che descrivi, ma non mi è chiaro perché la Reverenda Madre debba essere lì di persona e dare istruzioni dettagliate sulle dinamiche. Considerato anche il modo in cui comincia subito a toccarsi, mi è venuto da pensare che per qualche motivo sia necessario il suo coinvolgimento psico-emotivo, ma non ho trovato nessun indizio che mi suggerisca un possibile perché. L'altra ipotesi è che il fare tutto solo per senso del dovere da parte della Reverenda Madre sia solo di facciata, e che in realtà sia ben felice di dover dare il suo contributo in quel modo,ma anche in questo caso avrei preferito che si capisse in modo più chiaro.

[Adry666]

Ciao Maurizio,

ben trovato!

Il tuo racconto è particolare, anche molto attuale: una sorta di maternità surrogata con una partecipazione virtuale.
La scrittura è scorrevole, il ritmo è perfetto.
Tuttavia l’unica scena presente mi fa sorgere parecchie domande.
E’uno spaccato su un possibile futuro?
Perché però hai scelto proprio una suora per questa operazione? Le suore teoricamente non possono avere figli e tantomeno avere dei rapporti sessuali. Perchè non scegliere una coppia “normale” con l’impossibilità di generare? Non vorrei che la tua scelta sia stata dettata dalla volontà di stupire e scandalizzare, forse un po’ troppo gratuitamente. Rivedrei il ruolo e l’identità del protagonista.
Alla fine rimangono parecchi dubbi, anche sul senso ultimo del tuo racconto. Ma probabilmente è intenzionale, sono io che mi faccio troppe domande ;-)))
Alcuni appunti formali:
«Increscioso luogo, peccaminoso, ma anch’io devo ottemperare alle necessità del popolo.» disse fra sé.
Se si tratta di un dialogo interiore non userei lo stesso simbolo («) riservato ai dialoghi, confonde. Ho dovuto rileggere due volte per capire con chi stesse parlando.
Dove hai scritto: “la respirazione aumentò”, forse volevi intendere “le pulsazioni aumentarono”; per la respirazione io, IMHO, userei: più affannosa, o qualcosa di simile.
Quando scrivi dei dialoghi come:
«Prego, comunichi le sue istruzioni» disse la voce. Userei la virgola dopo istruzioni, mi sembra che suoni meglio.
L’immagine andò a nero, suona strana, forse meglio l’immagine diventò nera.
Altre cose ho visto che te l’hanno già segnalate.

Nel complesso buon lavoro che con alcuni piccoli ritocchi può diventare ottimo ;-)))
Buon lavoro

Ciao
Adriano

[alessandra.corra]

Ciao Maurizio,

questo racconto lo conoscevo già nella sua forma originaria di alcuni anni fa. Il fatto che lo ricordi dopo alcuni anni è la prova del fatto che hai scritto un buon racconto. Secondo me è proprio perché non hai espresso troppi dettagli specifici sulla temporalità in cui viene collocata la storia, né che abbia fornito ogni spiegazione possibile sulla vicenda narrata, a rendere lo scritto avvincente. Mi spiego, è vero che a fine racconto rimangono alcuni punti interrogativi, ma paradossalmente sono proprio questi spazi bianchi a rendere curiosa la lettura. Il lettore, in questo modo, è stimolato a trovare da sé le risposte che possano riempire i buchi vuoti, partecipando con la propria immaginazione all'interpretazione della storia.

CHIEDO LA GRAZIA.

[eleonora.rossetti]

Ciao Maurizio,
a parte le piccole quisquilie che altri ti hanno fatto notare, il racconto si fa leggere ed è piacevole, ma dopo due riletture ancora qualche dubbio mi è rimasto, più che altro sull'ambientazione. Abbiamo una Madre Superiora che si reca a questo centro di Riproduzione e guida l'accoppiamento tra due esemplari di catalogo vivendola in prima persona. Non è certo il collocamento in un'ambientazione distopica che mi disturba, ma ci sono pochi dettagli che mi fanno inquadrare la situazione, in primis il dialogo:

«Increscioso luogo, peccaminoso, ma anch’io devo ottemperare alle necessità del popolo.

che fa solo intuire (in un dialogo un pochino forzato, specie considerando che non è la prima volta che la suora va lì visto che si tratta del concepimento della sua terza figlia).
Il dubbio è: la "partecipazione" all'eccitazione deve essere una condicio sine qua non? Bisogna trasmettere la propria libido ai soggetti scelti? O è invece una torbida pratica della suora in sé? Entrambe le soluzioni sono possibili (ma nella seconda soluzione non capirei però perché non si fa tutto via catalogo online) ma, se questa unione è utile ai fini della procreazione e non semplicemente per masturbarsi, andrebbe spiegata meglio. Concordo che non si vuole mai scadere nell'infodump, ma anche solo qualche battuta della voce metallica ci potrebbe far intuire i motivi di quella procedura e i modus operandi.
Prova a ragionarci ;)
Alla prossima!

[DavidG]

Ciao Maurizio, a me il tuo racconto è piaciuto cosí com'è: uno spaccato di una realtá distopica. Scorre bene e dice quello che deve dire. Non credo che servano ulteriori spiegazioni .
In definitiva CHIEDO LA GRAZIA.
Un saluto