Greta e i suoi gretini

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Greta e i suoi gretini

Messaggio#1 » sabato 4 giugno 2016, 16:51

Greta e i suoi gretini

di Fernando Nappo


Sipario. Luci. Musica.
Al centro del palco, mio padre, nome d’arte Greta, comincia ad ancheggiare al tempo di Sometimes You Just Gotta Leap, le mani appoggiate ai fianchi. Poco più indietro, i due elementi del corpo di ballo lo assecondano, come da coreografia.
Dalla mia posizione defilata la visuale non è delle migliori, ma mi accontento .
Greta esibisce un abito lungo rosso, attillato e trasparente, che esalta il suo corpo maschile. La testa è fasciata da un copricapo fucsia simile a un turbante, al centro del quale è incastonata una gemma gialla, sfaccettata come un rubino.
I due del corpo di ballo indossano lo stesso abito ma di colore arancione, meno appariscente, mentre il capo è coperto da un vistoso cappello dalla forma di una piccola palma, le cui foglie ondeggiano a ritmo di musica.
Il tutto è forse un po’ kitsch, anzi lo è di certo, ma adeguato al genere.
I loro passi di danza sono sicuri, precisi, e nessuno di loro dà l’impressione di faticare sui tacchi altissimi. Si capisce che l’esibizione è stata studiata e preparata con cura, come doveroso verso il pubblico. E Greta non canta in falsetto, non mimetizza la sua voce, e questo dà un valore speciale alla sua interpretazione.
Tra una strofa e l’altra, tra un passo e il successivo, l’esibizione prosegue nel gradimento generale. Greta scruta la sala piena: sono sicuro che goda del piacere del suo pubblico.
Ora che la osservo, ora che lo osservo, mi è chiaro che il palco è il suo ambiente naturale, l’unico posto dove non si debba preoccupare di esibire il pomo d’Adamo e al contempo un abito femminile.
Il pezzo è ormai alla fine. Lo conosco bene, lo canto tra me e me:
Sometimes it's just gonna hurt – yeah
But you gonna live and learn – yeah
You're stronger than you believe you are
You are unstoppable!
You are, you are unstoppable!

Sul finale parte l’appalusao del pubblico. Un pubblico difficile da etichettare, ma adeguato alla situazione, tanto variegato nel genere quanto mai avrei creduto possibile.
Greta e il corpo di ballo fanno un inchino, si godono gli applausai, poi guadagnano le quinte.
Mi alzo e lascio la sala. Come da accordi col buttafuori, profumatamente pagato, accedo al retropalco, ai camerini. Individuo quello del gruppo, busso ed entro.
Greta e i ragazzi si stanno già struccando davanti allo specchio. Deduco che non si esibiranno oltre: fatico a capire come si possa sopportare il fastidio del trucco, dei vestiti, e le ore di prova, per una singola esibizione di pochi minuti.
Greta mi vede. Si blocca. — Andrea?
Si alza in piedi e si avvicina. Forse è una mia impressione, ma adesso mi sembra più incerto sui tacchi. Percepisco il suo imbarazzo. Alterna lo sguardo tra me e i due ragazzi, come se loro potessero suggerirgli cosa fare, come comportarsi.
Quando è a tiro gli mollo uno schiaffo.
Lui porta una mano alla guancia che si sta imporporando. Abbassa lo sguardo. — Capisco — dice, e non aggiunge altro.
Lo prendo per le spalle, lo tiro a me e lo stringo in un abbraccio che aspettava da vent’anni.
Ci vuole un po’ prima che capisca, prima che si sciolga, poi ricambia l’abbraccio. E stringe forte.


Seduti al tavolo di un bar, mio padre si rigira tra le mani il bicchiere di whisky. Ora, vestito in borghese, mi sembra un po’ meno sicuro di se stesso.
Inizio io, altrimenti potremmo rimanere seduti al tavolo, muti, per un’eternità. — Dunque è per questo che te ne sei andato?
Papà alza gli occhi, mi guarda e sorride. — Io non me ne sono andato. Non me ne sarei mai andato, fosse dipeso da me.
Riprende a giocare col bicchiere.
— Allora non capisco. Che cosa ti ha spinto a lasciarci, a lasciarmi?
— È complicato, Andrea. La vita è complicata. E tua madre, lei è una donna a cui le complicazioni non piacciono. Lei non poteva accettare che a suo marito piacesse vestirsi da donna, esibirsi. Vent’anni fa, poi! Se si fosse saputo ne sarebbe morta.
Non so cosa rispondere. Per quanto peso si possa dare al giudizio altrui, non riesco ad accettare che sia solo per questo, non può bastare così poco per separare un padre dal proprio figlio. Forse c’è dell’altro, qualcosa che papà non vuole dire. Prendo il coraggio a quattro mani: ora che l’ho ritrovato non voglio aspettare ancora per capire, ora o mai più. — Forse tu e i due ragazzi del gruppo... voglio dire...
Papà scoppia a ridere. E ride di gusto, una risata contagiosa, che non mi sono potuto godere prima.
— No, no, niente affatto. Marco e Roberto sono compagni, loro sì, ma il nostro sodalizio è solo artistico.
Scuoto il capo, perplesso. — Forse, avresti potuto rinunciare, allora. Restare e vivere una vita normale, vedermi crescere.
— Per me quella vita era normale. Lavoro, famiglia, e... spettacolo. Era tutto normalissimo, così come lo è ora. E comunque, perché tu lo sappia, io inizialmente ho rinunciato. Ma ormai tua madre aveva già deciso che non avrei potuto essere un buon padre.
Comincio ad avere le idee più chiare. A capire che certi comportamenti assurdi di mamma non sono la conseguenza della fuga di mio padre, ma la causa. Ma più di tutto m’è chiaro che non voglio perdere di nuovo quest’uomo, che merita più di tanti altri di essere conosciuto.
— Potrei unirmi al gruppo — butto lì, per alleggerire l’atmosfera. — In quattro sarebbe difficile trovare una buona simmetria sul palco, ma con un po’ di impegno...
Papà mi regala un’altra sua risata. — A dire il vero, avremmo bisogno di un nuovo manager. Forse questo è un impegno col quale potresti trovarti più a tuo agio.
— In effetti. Però — assumo un’aria seria, da impresario navigato — per prima cosa dobbiamo cambiare nome al gruppo. Questo è così strano, un po’ ridicolo, e sembra quasi offensivo.
— Non se ne parla nemmeno — risponde papà. — Quello non si tocca. Lascia che almeno noi non ci si prenda troppo sul serio.
Restiamo un poco in silenzio, come se le poche parole che ci siamo scambiati finora possano riempire vent’anni di attesa.
Poi, papà alza il bicchiere: — A noi.
— A noi — rispondo, finalmente riuniti, finalmente una famiglia.



Avatar utente
erika.adale
Messaggi: 304

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#2 » lunedì 6 giugno 2016, 19:57

Sono finita su questo racconto attirata dal titolo. E ho fatto bene. Prima di tutto perché è una narrazione che merita e, in secondo luogo, perché il titolo, apparente una spiritosaggine, è la chiave di lettura della situazione e dei personaggi. E hai fatto bene a lasciarla emergere alla fine. Infatti ho apprezzato il tema scelto e come era narrato ma, mentre leggevo, mi domandavo come sarebbe potuto essere il finale. In fondo, fin dalle prime battute, si capisce che Andrea ha cercato suo padre per accoglierlo, non per condannarlo, nonostante lo schiaffo liberatorio. E Greta è chiaramente imbarazzato ma felice dell'incontro. Quindi il finale pacificatorio è ampiamente annunciato, non vi sarebbe alcun colpo di scena verosimile. Interessante invece è il rapido, indolore scontro sul nome del gruppo, che riaccende l'interesse del lettore e dimostra, sul finale, quanto restino diversi, anche se ben disposti l'uno verso l'altro, i due protagonisti. Insomma, uno scavo psicologico notevole per un brano così breve.

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#3 » lunedì 6 giugno 2016, 22:05

Ciao,
una bella storia, toccante senza scadere nel melenso. Il grosso problema però è il tema: così leggero e soffuso che, in pratica, non c'è. Più che il "segreto della madre" ci vedo le "motivazione del padre" o "il desiderio del figlio". Non accenni nemmeno a quanto sia stato "duro" per il figlio scoprire l'identità del padre o dove lavorasse. Tutto è a cose fatte, il figlio ha anche accettato al cosa serenamente, non ha al miniam sorpresa. Non c'è un biglietto lasciato al cappezzale dalla madre per indirizzarlo e liberarsi del "peso" di quel segreto che non sapeva accettare.
Ed è in fin dei conti un peccato, perché la storia, i dialoghi e l'idea mi piacciono.
Un appunto: rubino è la pietra, rossa, non il "taglio". "Una pietra gialla sfaccettata come un rubino" non ha senso.

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#4 » giovedì 9 giugno 2016, 20:49

@Erika, grazie per il commento. Per quanto mi riguarda il titolo fa parte del racconto. Addirittura, molto spesso mi viene in mente prima il titolo che non il racconto. Mi fa piacere che ti sia piaciuto.
@Vastatio: rubini, lapislazzuli, diamanti... per me pari sono. Però, riguardo al colore, nulla da dire: hai ragione. Riguardo alla sfaccettatura, davo per scontato che citare un rubino (o altra pietra) richiamasse nella mente del lettore l'immagine della pietra tagliata e lavorata (sfaccettata, appunto), e non la pietra grezza. Ma a quanto non l'ho pensata giusta.

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#5 » venerdì 10 giugno 2016, 7:45

Tranquillo, mi sono immaginato la pietra lavorata non quella grezza. La mia era una precisazione che, oltre al colore, voleva farti notare che una gemma può essere "tagliata" in diversi modi, quindi la tua frase è "errata" a livello di colore e "imprecisa/errata" perché non mi aiuta a visualizzare la forma/taglio che è stata data alla gemma. Per la cronaca, io, sul turbante, mi sono immaginato un rubino "rettangolare".

Annamaria
Messaggi: 15

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#6 » sabato 11 giugno 2016, 14:41

Ciao Fernando,
Comincio dicendo che apprezzo tantissimo tu abbia parlato di un uomo etero che lavora facendo la Drag Queen, è insolito e me ne compiaccio.
Detto questo, non credo che esista però un reale segreto in questo racconto, di certo c'è stato, si capisce, ma noi entriamo nella storia quando il segreto è già stato svelato. La scrittura è fluida, i dialoghi sono azzeccati e divertenti. Il tuo racconto, tra quelli che ho letto, è quello che "vive" ed è credibile fine a se stesso, non necessita di essere ampliato o che venga spiegato qualcosa, è molto ben scritto.

Avatar utente
beppe.roncari
Messaggi: 382
Contatta:

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#7 » domenica 12 giugno 2016, 20:22

Ciao Fernando, ben trovato!
Racconto carino, ben scritto dal punto di vista stilistico e con un’idea originale, ma gravi problemi di punto di vista e di focus.
L’aderenza al tema poi, purtroppo, è appena sfiorata. Il segreto non è della madre, ma del padre, per quanto si voglia forzare la cosa è così. Avresti dovuto/potuto mettere in scena i
“comportamenti assurdi di mamma [che] non sono la conseguenza della fuga di mio padre, ma la causa.”

Questo avrebbe permesso di vedere se e quali segreti mantenesse la madre.
Visto che il figlio è la voce narrante non so perché empatizzi con il padre nonostante tutto e quanto gli costi offrirsi di far parte del suo gruppo: ancora una volta, focalizzare sulla madre e sui problemi con lei avrebbe potuto aiutare il lettore a capire meglio le motivazioni e le scelte di Andrea e di “Greta”. Così sono solo “dette” e non “mostrate”. E quindi non emozionano. Mi posso emozionare scrivendomi un film mentale tutto mio sulla cosa, invece era compito tuo come autore.
Ocio al refuso “applausai” per “applausi”.
Ciao, alla prossima!

Avatar utente
Linda De Santi
Messaggi: 497

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#8 » martedì 14 giugno 2016, 20:27

Ciao Fernando! Un racconto molto bello e delicato, con dialoghi ben scritti e realistici.
Ti dirò, la prima parte funziona così bene che secondo me anche da sola sarebbe un bellissimo racconto breve.
Purtroppo devo concordare sul fatto che il tema del contest è appena accennato, una sola frase in cui viene rivelato che è stata la madre a causare l’allontanamento del padre è un po’ poco per essere considerato realmente un "segreto della madre".
Qualche posizione in meno in classifica per il tema poco presente, ma resta un ottimo lavoro. A presto!

Avatar utente
Gimmi
Messaggi: 75

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#9 » giovedì 16 giugno 2016, 12:17

Ciao Fernando!
Sarò conciso per la fretta. Scusami :)

Situazione accattivante. Scrittura veloce e comprensibile. Un po' troppi a capo.

Forse il più grande dubbio che ho è: ma se il padre se n'è andato quando Andrea era piccolo può avere il ragazzo una simile reazione? Mi è parso un po' troppo pacato. Io penso sarei stato sormontato dai dubbi e dalle incertezze. Oppure poteva manifestare una particolare sicurezza, ma che non è emersa. (E lo schiaffo prima dell'abbraccio è un po' cliché).

Il finale non si addice proprio a un racconto così breve. Non c'è conflitto, di conseguenza non c'è un tentativo di risistemare la situazione e, a sua volta, causa la mancanza di una domanda drammatica. Se Andrea fosse farcito di dubbi noi ci domanderemo con lui: "Accetterà il padre di rivederlo?", per esempio. La pacatezza con cui si svolgono i suoi pensieri fa intuire che per Andre è già tutto risolto.
E comunque la frase finale non è d'effetto.

Forte però il fatto che non sveli il nome del gruppo che si intuisce però nel titolo. E' un completamento del cerchio che ho fatto nella mia testolina e mi è piaciuto ^^

Non so quanta esperienza hai nello scrivere racconti, ma fai attenzione ai trattini dei dialoghi che sono tosti ed è facile creare confusione. Io andrei sul sicuro con le virgolette alte o basse.

Mi pare basta. Mi leggo i commenti degli altri, now..
Ah già! Come dice Fernando la cosa del rubino mi ha fatto sorridere. La soluzione potrebbe essere: "...come un topazio (giallo)". Non mi preoccuperei del fatto di dover specificare che è una pietra lavorata. Non penso che ci sia nell'immaginario collettivo l'idea di una pietra grezza su un qualunque vestito ^^

Come sempre, d'accordo con Beppe. Anche se, a mio avviso, il tuo racconto è più "mostrato" degli altri, è sempre meglio far vedere emozioni e sentimenti attraverso i gesti e non solo dicendo "mi sembra un po' meno sicuro".

Detto questo detto tutto.
Alla prossima! :)

Zebratigrata
Messaggi: 308

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#10 » giovedì 16 giugno 2016, 23:01

Ciao Fernando,

un bel racconto, mi piace come riesci a farci vivere la situazione dal punto di vista del figlio e mi piace anche come hai costruito i dialoghi, senza scadere troppo nel ‘melenso’. Non ho appunti particolari da farti; la trama è abbastanza telefonata fin dalla prima riga, ma il valore del tuo racconto sta secondo me nel fatto che sa essere un quadretto, uno spaccato su una determinata situazione per mostrare un punto di vista su di essa. Forse il personaggio del figlio non è ben caratterizzato come quello del padre/madre, ma in fondo ha senso perché è il personaggio in cui siamo chiamati a calarci come lettori.

Complimenti!

diego.ducoli
Messaggi: 265

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#11 » venerdì 17 giugno 2016, 0:14

Ciao Fernando
Ammetto che il tuo racconto mi ha fatto venire in mente una canzone milanese dello Svampa.
La storia va bene, non ci sono buchi di trama, forse l'unica cosa su cui potresti lavorare è la reazione del figlio. Giusto per dare un po' più di brio al racconto.
L'aderenza al tema è un po stiracchiata ma per me sei dentro.
Un buona prova.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Re: Greta e i suoi gretini

Messaggio#12 » venerdì 17 giugno 2016, 17:12

Bello. Un tono pacato, un conflitto implicito e legato al passato e arriva alla sua risoluzione nel corso del racconto lasciandosi “slacciare” durante la lettura, fluido. Il tema c’è ed è inserito in modo assolutamente elegante: una madre che ha tenuta nascosta al figlio la verità mostrando solo ed esclusivamente la sua. Grandioso il titolo. Forse andrebbe ancora rifinito qua e là, ma già così per me è un pollice su.

Torna a “83ª Edizione - Live Edition Rozzano (MI)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti