Ren il cuciniere

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diego.ducoli
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Ren il cuciniere

Messaggio#1 » mercoledì 15 giugno 2016, 23:51

Il sole del deserto picchiava sulle teste dei due uomini. Erano ormai giorni che camminavano, e il caldo che sentivano faceva da contrappunto al gelo delle notti.
“Maestro. Maestro ho sete.”
Ren si riscosse dalla trance nella quale era sprofondato, nonostante le sue innumerevoli risorse era molto provato.
“Garzone,siamo quasi arrivati, tra poche ore potrai dissetarti”
Garzone scosse la testa per schiarirsi la vista, il caldo gli offuscava i sensi e più di una volta si era illuso di vedere un pozza d'acqua.
“Non credo di farcela”
“Potevi bere all'oasi un'ora fa” rispose Ren.
“Ma, ma non era un miraggio?”
“Certo che no.”
“Non poteva dirmelo? O almeno fermarci qualche minuto?”
Ren scrutò l'orizzonte, assumendo un'espressione arcigna.
“No! La meta è vicina. Non voglio perdere tempo.”
“Potrei morire se non bevo un goccio d'acqua. Non potrei prenderla dallo zaino?” replicò, indicando con la testa il voluminoso carico che portava sulle spalle.
“Quelli sono i miei sacri ingredienti. Hanno uno scopo più nobile che dissetare un assistente.
Comunque prendi questa” disse lanciandogli una pallina candida.
“Mangiala, ti aiuterà.”
Garzone si ficcò in bocca la piccola sfera, strabuzzò gli occhi e prese a tossire violentemente.
“Cosa mi ha dato?” bofonchiò senza fiato.
“Sale. Sale concentrato”
“Ma è pazzo.”
“Questa è la differenza tra un maestro e il suo allievo. Ogni cosa che mangiamo influenza il nostro corpo. Il sale aumenterà il richiamo dei liquidi a livello renale e intestinale. Se non subentra un'insufficienza renale dovresti sentire meno sete, oppure potresti morire. Sei giovane dovresti farcela.”
“Grazie maestro, perdona il tuo stupido discepolo.”
“Basta così. Andiamo.”
“Fottiti bastardo” sussurrò Garzone.
“Hai detto qualcosa?”
“Stavo lodando la sua benevolenza” replicò incamminandosi.

La città era ad un paio di dune di distanza, Ren sospirò ricordando che un tempo quella terra era una pianura verdeggiante, poi grazie a quegli stupidi reality di cucina, il mondo si era convinto che tutti potessero diventare grandi chef, e via ad una spasmodica produzione di cibo per ricette sempre più elaborate. Il risultato di quella follia era una quasi totale desertificazione del pianeta.
Ren distolse la mente da quei tristi pensieri.
“Maestro ci siamo.”
I palazzi si stagliavano all'orizzonte, grigi e decadenti, le uniche note di colore erano i giganteschi schermi che vi erano affissi sopra.
Dagli altoparlanti tuonava la voce della presentatrice.
“Ecco, questa è la ricetta di Mariella. Topo muschiato marinato con legna secca. Il costo? Nullo se riuscite ad acchiappare la bestiola.”
Un'imprecazione uscì dalle labbra di Ren e andò a perdersi nel vento. Strinse le mani sui manici dei coltelli, che gli pendevano dalla cintura, contenendo a stento la sua rabbia.
Senza proferir parola entrarono in città.
Una fila di persone li attendeva. Profughi, famiglie e morti di fame che cercavano un posto dove sopravvivere.
Un drappello di uomini si trovava in testa a quel serpente umano. Ren contò sei persone.
“Cosa? Per solo sei uova dovremmo concederti il lasciapassare? Odio gli spilorci. Punizione!” tuonò uno di loro, vestito con un grembiule bisunto e un toque blanche lurido sul capo, con la mano indicò la folla davanti a se.
“Spero che questo vi serva da lezione. Non vogliamo pezzenti in città”
Due energumeni afferrarono il vecchio e gli spinsero la mano in un miscuglio giallastro e poi nella farina.
“Nooo. Lasciate stare mio nonno” strepitò una vocina acuta.
“Vattene Cecilia!” ma la piccola era impietrita dal terrore, si chiudeva gli occhi con le mani e scuoteva il capo cercando di ignorare quell'orrore.
“Aiutatelo vi prego, aiutatelo” urlò tra le lacrime, che cominciarono a scendere come piccole gocce di rugiada.
Gli sgherri si scambiarono un sorriso maligno e infilarono la mano dentro la friggitrice, le urla dell'anziano e l'odore di fritto si diffusero nel aria.
“Questo è quello che vi succederà se non saremo compiaciuti.”
Gli energumeni sollevarono il vecchio mostrando a tutti un orribile nugget a forma di mano.
“Questo è il regno dei cuochi di King, noi decidiamo il vostro destino, chi mangia e chi no, chi vive e chi muore” e alzando la testa al cielo scoppiò in una risata sguaiata.
Ren esplose.
“Ora basta” urlò mentre con lunghe falcate si avvicinava agli aguzzini.
“Come osate definirvi cuochi? Invece di sfamare opprimete la gente, il cibo è gioia, non sofferenza. Ora assaggerete la cucina di un vero chef.”
Ren contrasse i muscoli, la maglietta esplose lasciandolo coperto solo dal grembiule che vi nascondeva sotto.
“E tu chi sei?” chiese il capo cuoco.
“Sono colui che porrà fine a questo scempio” rispose Ren afferrando un Boucher dalla cintura.
“Uomini, friggete quell'idiota”
Gli sgherri non se lo fecero ripetere due volte, impugnarono un'accozzaglia di utensili da cucina e gli si avventarono contro.
Ren passò in mezzo a loro con velocità sovrumana, come un cameriere esperto costretto a farsi strada tra i tavoli, mulinando la piccola lama.
Sangue e brandelli di carne volarono in ogni dove, la lama mandava cantava la sua sete di sangue.
Al termine della corsa i volti degli avversari erano ridotti a dei teschi.
Ren non si voltò neanche per osservare i corpi che crollavano a terra senza vita.
“Preparazione completata” dichiarò pulendo accuratamente il Boucher.
Il capo cuoco strabuzzò gli occhi, gli sfinteri si rilassarono inondandolo di urina.
“Chi sei?” domandò per la seconda volta.
“Il mio nome è Ren. Renato della sacra scuola di cucina di O'strutto.”
“Non esistono più gli O'strutto, King li ha uccisi tutti.”
“Si sbagliava.” replicò afferrando un piccolo coltello da burro e facendo un guizzo con l'attrezzo.
“Ora vattene, dì al tuo padrone che Ren sta arrivando.”
Gli voltò le spalle e si diresse verso “mano fritta” e sua nipote.
“Sei un idiota a voltarmi le spalle” da sotto la giacca estrasse un Hamburger.
“Ho fatto quest'impasto con carne macinata e polvere da sparo, ha la forza esplosiva di una granata.”
Portò il braccio dietro la spalla e caricò il lancio.
“Stolto. Sei già morto. Quando ho estratto il secondo coltello ti ho lanciato un pezzo di guanciale, la piccola lacerazione che hai sul volto non ti dice niente?”
“No. Muori!”
“Il grasso contenuto nel guanciale si sta spandendo nel tuo corpo, ha raggiunto il cuore, tra pochi secondi le tue coronarie saranno bloccate dal colesterolo. Tre. Due. Uno.”
L'uomo si strinse le mani al petto, il volto distorto dal dolore e stramazzò a terra.
La folla lanciò un ovazione.
Ren non fece caso alla canzone che cominciarono a cantare in suo onore:
“Ren, sei tu.
Il nostro cuciniere.
Sceso come fulmine dal cielo...”
Gettò uno sguardo a Garzone che lo guardava ammirato e cantava con tutti gli altri quella stupida canzoncina. Sospirò e si inginocchiò accanto al vecchio.
La piccola Cecilia lo guardò con occhi adoranti.
“Puoi fare qualcosa”chiese con voce flebile.
“Deve metterci qualcosa sopra”
“Cosa?” domandò il vecchio.
“Beh, direi della maionese, con i nuggets è quello che ci vuole”.
“Ma sei pazzo!”
Ren non perse tempo a spiegare le proprietà idratanti dell'uovo e antisettiche del limone.
“Garzone, lo zaino.”
L'apprendista lasciò perdere i bagordi e appoggiò lo zaino accanto al maestro.
Con abilità afferrò un barattolo giallognolo e lo consegnò alla bambina.
“Credi in me, mettigliela per una settimana e guarirà.”
“Andiamo. King ci sta aspettando.”

Ren e Garzone percorsero le vie della città seguiti dalla piccola folla. La voce della loro vittoria si era sparsa in fretta e dalle finestre diroccate la gente li spiava sperando nel nuovo liberatore.
Le case divennero più fitte, i palazzi sembravano incombere malevoli , ma nessuno li disturbò.
Una piazza si aprì davanti a loro, due fila di colonne segnavano la strada verso una costruzione gigantesca. L'antica cattedrale era solo l'ombra del maestoso edificio di un tempo: la maggior parte dei doccioni erano distrutti, le piogge e il maltempo avevano tolto lucentezza ai marmi, il rosone centrale non esisteva più ed era stato sostituito con un cartello: “Qui si mangia da dio”.
Ren si voltò verso la folla che lo seguiva.
“Questa è la nostra missione, potremmo non uscirne vivi. Aspettate qui. Andiamo Garzone.”
“Come sono fortunato”replicò il giovane.
“Non ho capito.”
“Nulla maestro, sono onorato nel poterla seguire in questo compito suicida”
Ren annuì solenne, avanzò verso il gigantesco portone che si spalanco davanti a lui.
“Ho il vago sospetto che sia una trappola”
“Certo che lo è. Andiamo”
“Sti cazzi. Ehm volevo dire “come razzi”
I due entrarono nella cattedrale, i loro passi rimbombavano nella navata oscura.
Le luci si accesero improvvisamente abbagliandoli, un boato di mille voci li tramortì.
“Ed ecco che è arrivato il nostro sfidante, Renato della sacra scuola di O'strutto. Questo straniero è venuto a sfidare il nostro signore e padrone, il quasi divino Kiiiing. Ma prima di entrare nel vivo di questa puntata di 'Dominion Chef' lasciamo la parola ai concorrenti.”
La vista di Ren e Garzone si schiarì, nelle navate laterali erano posizionate delle immense gradinate gremite di spettatori che urlavano un solo nome: KING KING KING.
Un rumore assordante coprì le urla, il pavimento si spalancò e davanti a loro emerse una cucina perfettamente attrezzata.
“Ed eccolo, l'idolo di tutti noi, il desiderio di tutte le donne, l'eroe dei bambini: King!”
Una torre luminosa di erse di fronte a loro, su di essa un uomo emaciato vestito di bianco alzò le mani al cielo per ricevere l'ovazione che si scatenò.
“Ti aspettavo ultimo discendente della scuola di O'strutto, il tuo nome sparirà da tutti i ricettari, proprio come tuo padre.”
“Bene. Vedo che vuoi una sfida regolare. Ti umilierò e vendicherò mio padre. Vedremo chi sarà cancellato.”
I fischi del pubblico coprirono le ultime parole, ma Ren non diede peso alla cosa.
“Bene bene bene” tuonò il presentatore invisibile “gli sfidanti sono caldi, ricapitoliamo le regole.
Avete quindici minuti per preparare i vostri piatti e servirli, non sono ammessi edulcoranti artificiali e conservanti. I vostri assistenti potranno aiutarvi a recuperare gli ingredienti necessari”
Un gruppo di camerieri uscì dagli spalti spingendo una serie di pesanti frigoriferi posizionandoli alle spalle di Ren.
Il muro dietro King si aprì, mostrando a tutti una dispensa colma di prelibatezze.
“CHE LA SFIDA ABBIA INIZIO”
Le grida del pubblico fecero tremare i vetri della chiesa.
“Garzone” urlò Ren “Ricetta n°666. SUBITO”
“Maestro sei sicuro?”
“Muoviti, il tempo è tiranno” rispose, mentre estraeva dalla credenza un enorme pentola a pressione.
Garzone si mise alla ricerca forsennata degli ingredienti, aprì i frigoriferi rovistando furiosamente. Frutta, formaggi e innumerevoli cibi volarono in ogni dove, ma in pochi secondi Ren ebbe il necessario
La pentola a pressione era già sul fuoco, il maestro di O'strutto tritò verdure, sezionò carni ad una velocità inaudita, i coltelli erano lampi di luce, le sue mani ombre oscure che li guidavano.
Ren afferrò gli ingredienti e li gettò nella pentola rovente,serrò il coperchio e attese il fischio dell'ebollizione.
“Tecnica della cottura accelerata di O'strutto” urlò.
Si infilò una presina con dei simpatici motivi floreali e si mise ad agitare in maniera forsennata la pignatta. I muscoli si tesero allo spasimo, grosse gocce di sudore gli ricoprirono la fronte, il volto era contratto per lo sforzo immane a cui si stava sottoponendo.
“Ma cosa combina il nostro sfidante, forse il suo assistente potrà delucidarci.”
Garzone ricevette un microfono da una ragazza vestita da cameriera.
“Pronto pronto, prova prova” balbettò e rimase stupito del sentire la sua voce amplificata da giganteschi altoparlanti.
“Beh, la scuola di O'strutto ha sviluppato una tecnica speciale per accelerare la cottura dei cibi.
Lo scuotimento continuo aumenta la velocità delle molecole all'interno della pentola diminuendo il tempo di preparazione in maniera esponenziale, inoltre eseguita nella maniera corretta amalgama gli ingredienti, lasciando inalterate le proprietà organolettiche degli stessi.”
“Grazie, ora è tutto chiaro. Lasciamo lo sfidante al suo preannuciato fallimento e osserviamo il nostro campione”
Sul piano di lavoro di King tutto si muoveva a un ritmo molto più lento. Il quasi dio incideva con cura chirurgica, gli assistenti preparavano intanto un grosso vascone fumante.
“Osservate la grazia e la tecnica sopraffina di King, ma non voglio rovinare con le parole questo momento magico. Contempliamo e aspettiamo.”
Lo squillo del timer segnò la fine della preparazione.
“Sei pronto Ren?”strepitò King “Assaggia questo:sorbetto al limone molecolare.”
Dalle mani del re si staccò una sfera bianca immersa in un vapore gelido, l'aria intorno alla sfera si cristallizzò e la temperatura nella navata scese di diversi gradi.
Con una velocità al limite dell'assurdo, Ren infilò le mani nella sua pentola e agitandole a cerchio creò un ovale di un indefinibile color marrone.
“CASEULA PROTETTIVA”
Le due vivande impattarono a mezz'aria, l'onda d'urto fece cadere le prime file degli spalti.
Il sorbetto di King congelò lo strato esterno della casoula, la potenza del colpo creò una cupola di ghiaccio che avvolse Ren.
“RIPROPONI” urlò
Ren contrasse i muscoli possenti e spinse con tutte le sue forze. La sfera di sorbetto fermò la sua rotazione, per poi acquistarne una contraria e ripartire a velocità supersonica verso il campione.
“NOOOO” ma l'urlo venne troncato dall'esplosione gelida che deflagrò, distruggendo la cucina di King.
Il silenzio che ne seguì era quasi assordante. Ren crollò a terra esausto, ansimando vistosamente.
“Il piatto è servito”sussurrò prima di svenire.
“Ma che è successo?”domandò il presentatore.
Garzone con ancora il microfono in mano non fece tardare la risposta.
“La caseula è un piatto a base di verza e carne di maiale. Il grasso che vi è contenuto è un ottimo isolante e la verza è una verdura capace di resistere alle gelate. L'unione di questi ingredienti crea uno scudo impenetrabile dalle basse temperature. Ren aveva intuito l'attacco di King e ha risposto di conseguenza.”
“Ma com'è possibile che abbia riflesso il sorbetto molecolare”
“È un piatto molto pesante, la caseula si ripropone sempre, in qualche modo.”
La folla che prima osannava il quasi dio chiama Ren a gran voce.
Garzone intonò la canzone di Ren e il pubblico lo seguì.
Sollevarono il corpo esausto del nuovo campione e lo portano in trionfo, ringraziando per la nuova era di splendore che stava per sopraggiungere.

Tra le mura della cattedrale, riecheggiò una risata, “Tornerò Ren, tornerò.”

TO BE CONTINUED...



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Marco Lomonaco - Master
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#2 » venerdì 17 giugno 2016, 21:22

Ren il Cuciniere, Diego Ducoli

Ciao Diego, il tuo nome mi è decisamente familiare, quindi immagino che ci dobbiamo essere incrociati già da qualche parte, perdonerai la mia pessima memoria se non mi ricordo di preciso quando… comunque piacere di (ri)trovarti ;)
Non mi ricordo assolutamente cosa avessi letto di tuo né come scrivessi, quindi riparto da 0 con il giudizio su questo brano.

Partirei dal titolo, che modificherei in “Ren il cuciniero”, per maggior assonanza con la tua palese fonte di ispirazione ;)
In generale il racconto, a parte qualche svista tecnica come qualche punto di vista, qualche maiuscola che ti è sfuggita e cose così, si legge bene, è simpatico e passa bene al lettore. L’ignoranza (in senso positivo) paga quasi sempre.
Ci sono dei però. Il primo è che prendere la strada che hai preso tu si può vedere un po’come una scorciatoia. Non hai bisogno di caratterizzare come si deve né i personaggi, né l’ambientazione, né di strutturare al meglio le dinamiche, perché fai riferimento (e attingi) a un contenitore di dinamiche, regole e strutture già codificate da qualcun altro. Tu ci aggiungi solo un po’di presa in giro e il “prodotto” è confezionato.
Per rimanere in tema culinario, è come prendere qualcosa di cucinato da qualcun altro, metterci sopra una salsina tua e poi darlo da mangiare ai tuoi clienti. Il piatto magari è anche buono, ma alla fine la tua abilità si può valutare solo sulla salsa, il piatto non è realmente tuo. Capisci cosa intendo? Non ho nulla contro il tuo racconto, ti ripeto che è simpatico e si legge bene, e poi ognuno è libero di scrivere quello che gli pare, ma valutarti su qualcosa che non è farina del tuo sacco mi pare un po’inutile. Mi sembrerebbe di fare le pulci a Ken il Guerriero ed è una cosa che non voglio fare :)
Il fatto è che andando “sul sicuro” col prodotto che funziona e aggiungendo la comicità, ti metti al riparo da molte critiche tipo la coerenza interna, che in un racconto così nemmeno la cerchi, eccetera. Davvero non credo di riuscire a valutarti in modo obiettivo su un brano del genere.

Comunque, a parte qualche refuso, qualche pdv sbagliato, eccetera, non c’era nulla di che da segnalare. Mi sembra un brano in generale piacevole e che si legge, fa sorridere e poi si passa oltre. Questo non te lo dico in senso negativo eh, sono un sostenitore della narrativa come strumento d’intrattenimento. Quindi diciamo che il brano va bene così com’è.

Dal punto di vista del contest, tuttavia, il tuo antagonista non è ben caratterizzato come “mostro”. Ed era un po’il nucleo centrale. Lo prendiamo per buono perché siamo dentro Ken il Guerriero e i cattivi “normali” sono cattivi e basta, bidimensionali, come il tuo antagonista. Non gli vediamo fare niente di particolarmente cattivo, che lo identifichi come mostro. Ok, ci dici che ha fatto questo, quello e quell’altro, ma a lato pratico noi ci stiamo fidando della tua parola, per quel che ne sappiamo/abbiamo visto, poteva essere un angelo di uomo.

Poi, un consiglio personale: storie tipo questa ti converrebbe riservarle per il tuo tempo libero e per quando scrivi cose perché ti va. I contest online in cui ci sono in mezzo logiche di commento reciproco sarebbe furbo sfruttarli per mettersi in gioco in prima persona, con idea tua, strutture tue, eccetera… almeno se ci sono difetti di scrittura o di gestione ti possono venire segnalati e tu puoi trarre il meglio dall’esperienza. Alla fine credo che il senso di questi concorsi sia quello sì di divertirsi e fare gruppo e coltivare amicizie, ma soprattutto quello di migliorare come penne.

Detto questo, però il tuo brano l’ho letto con piacere e mi sono anche abbastanza divertito. ;)
Che altro dire? Credo sia tutto, buona fortuna e alla prossima ;)
Se dici cose senza senso, sarai trattato come un paroliere.
Sbattuto su e giù e ribaltato su un tavolo, fino a che le tue interiora saranno fuoriuscite.
E ci leggerò dentro ciò che mi pare, magari il futuro. [cit.]

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Vastatio
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#3 » sabato 18 giugno 2016, 16:25

Ciao,

iniziamo col dire che vinci il premio tema centrato e affondato. Primo e unico, per me, nel tuo gruppo. La parodia è spassosa, quello che ho amato di più sono le spiegazioni pseudoscientifiche alle varie scelte/tecniche del maestro, il personaggio caratterizzato meglio; gli altri, anche il cattivo, sono un po' in ombra (per quanto saprai che in Ken il guerriero ogni cattivo era adeguatamente caratterizzato). Essendo una parodia hai il grosso problema che, se si ignora la fonte di ispirazione, la metà della "bellezza" del racconto si perde o, se si è dei nazifan, rischi il linciaggio. Nonostante questo, hai virato sul demenziale "spinto", questo, anche provando a ignorare la mia adolescenza, ti permette di avere una storia che "regge".
Storia a parte, non ha senso cercare una logica, ci sono dei refusi ma dove ho sofferto particolarmente è nei dialoghi che sono atoni: mancano spesso punti esclamativi o interrogativi per rendere l'emozione e il tono di chi parla. Ci vorrebbe un po' di omogeneità grafica anche per il nome delle mosse (alcune in maiuscolo, altre in minuscolo). Mi hai strappato più volte un sorriso, ma giocavi in casa facendo una parodia demenziale di uno dei personaggi più blasonati degli anni 80/90.

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ceranu
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#4 » sabato 18 giugno 2016, 23:51

Concordo su Lomonaco sul fatto che tu sia un paraculo. Usi Ken e sai benissimo che noi, presi dai ricordi infantili, non capiremo più nulla e sbrodoleremo di felicità. Ma non sarà così facile, io resisterò.
Venendo al racconto, devo dirti che dal punto di vista stilistico ci sono molte imperfezioni. Dopo la virgola ci va sempre lo spazio, i dialoghi non hanno la punteggiatura, il garzone a un certo punto d del tu a Ren, mentre nel resto del racconto gli da del lei e poi c'è qualche refuso. Insomma, sembra un racconto poco curato.
D'altra parte la storia è una grande intuizione che fa passare il tutto in secondo piano (bravo, l'effetto paraculo ha funzionato). Si legge con il sorriso ebete stampato in faccia e le trovate sono tutte divertenti.
Insomma, una bella prova,bravo.

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Linda De Santi
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#5 » sabato 25 giugno 2016, 15:04

Ciao Diego, bentrovato!
Il tuo racconto mi ha davvero divertito e l’ho letto con il sorriso stampato in faccia.
A ““Sti cazzi. Ehm volevo dire “come razzi”” sono caduta dalla sedia dal ridere.
Il dubbio che mi sorge è: un lettore che non ha mai visto Ken Shiro riuscirebbe lo stesso ad apprezzare questo racconto, o lo troverebbe troppo strano e demenziale?
Sono dell’idea che una parodia dovrebbe poter essere apprezzata e compresa (almeno per la gran parte) anche da lettori che non conoscono per niente il soggetto parodizzato, mentre qui credo proprio che un lettore che non conosce Hokuto No Ken si perderebbe il grosso.
Il fatto di puntare tutto sull’effetto nostalgia degli anni ’80 dà una forza enorme al racconto, ma temo che allo stesso tempo gliela tolga in un contesto in cui i lettori non sono cresciuti a pane e anime.
Tuttavia, vista la grande verve e le belle trovate, mi sento di dirti che il racconto mi è davvero piaciuto e che leggerei volentierissimo altre cose di questo tipo.
A rileggerci! :)

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antico
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#6 » domenica 26 giugno 2016, 11:50

Mmh... L'elemento folkloristico ci sarebbe pure, ma non è ricondotto a nulla, non lo associ ad alcuna realtà italiana e pertanto non è che possa servire a informare un lettore che ne ignorasse l'esistenza. Mi spiego: se io lettore non so cosa sia la CASEULA non mi viene in mente che sia un piatto tipico di chissà quale regione, pertanto, non ponendomi neppure il problema, la sua introduzione nel racconto non raggiunge lo scopo. Pertanto mi spiace, non me la sento di assegnare il bonus proprio perché qui l'italianità, a parte il nome RENATO e un accenno alla Pianura Padana (che ho riconosciuto perché sapevo che doveva essere contestualizzato in Italia e perché so dove abiti e quali sono i tuoi riferimenti), non è elemento determinante del racconto.

diego.ducoli
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#7 » domenica 26 giugno 2016, 22:51

Ciao ragazzi
Ho riflettuto molto sulla questione dell'ambientazione e mi sono sorti un paio di dubbi.
Vero usare Ken è stata un pò una paraculata, ma vi assicuro che scrivo per divertirmi e fare "Ren" mi ha divertito.
Credo che il pezzo potrebbe funzionare anche se lo trasportassi in un mondo fantasy, avrebbe meno fascino ma funzionerebbe.
Cambierebbe totalmente l'ambientazione, ma le "scemenze" rimarrebbero.

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antico
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#8 » domenica 26 giugno 2016, 23:18

Se togli tutta la questione di Hokuto (magari lasciando un solo accenno come citazione) non puoi altro che guadagnarne ;)

diego.ducoli
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#9 » domenica 26 giugno 2016, 23:38

Se la modifica è sul nome della scuola, si può fare. Altrimenti partono zero e lo faccio fantasy

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Andrea Partiti
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#10 » domenica 26 giugno 2016, 23:59

Comunque non trovo bello che se si cita o reinterpreta una fonte percepita come colta o letteraria o storica, venga percepito come elegante e arguta, mentre se si cita Kenshiro o qualcosa di più pop debba essere per forza una paraculata!

Per me hanno pari diritti e dignità paragonabili, e le difficoltà nel creare la parodia sono di tipo completamente diverso e meritano di essere provate per entrambi i tipi.

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antico
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#11 » lunedì 27 giugno 2016, 0:22

Infatti mi sembra di essere assolutamente coerente nelle mie valutazioni e di trattare allo stesso modo citazioni colte o semplicemente pop, come questa ;)
Semplicemente, per me, molto spesso, quando si procede con un'operazione simile, si tende a dare per scontato che tanto il lettore riempie i buchi e no, quello non va bene. Quindi ben venga la citazione, ma solo se il racconto è in grado di reggersi sulle proprie gambe e l'autore è riuscito a infondergli quel qualcosa in più che possa distinguerlo anche da quanto cita. Diversamente, per me e lo sottolineo (per me) l'operazione è sbagliata, non mi piace, non mi convince e per rispetto all'autore (che non ha certo bisogno del WOW QUANTO SEI BRAVO, non da noi almeno) mazzuolo. :D

diego.ducoli
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#12 » lunedì 27 giugno 2016, 7:57

Ma che buchi riempie il lettore? Manca sicuramente spessore all' antagonista, ma poi?

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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#13 » lunedì 27 giugno 2016, 11:21

Ciao Diego,
intanto grazie per avermi permesso di fare coming out riguardo la mia ignoranza su Ken Shiro senza per questo venir giudicata! ^_^ Devo dire che la mia ignoranza non è totale, conosco qualche riferimento estremamente pop come la sacra scuola di Hokuto (come cazzo ti è venuta in mente la scuola di O'Strutto??? Ho rischiato di morire soffocata dalle risate mentre bevevo il caffè), ho la vaga impressione che le arti marziali siano intese come "roba che fa esplodere i nemici", so che esiste una dolce bambina di nome Lynn e poi... be' poi basta!
Devo dire che oltre a Ken il Guerriero io vedo molto del Don Chisciotte, un po' per il pov che hai scelto di adottare (Avresti potuto chiamarlo Sandro Panza per renderlo perfetto), un po' per il rapporto chiaramente conflittuale che sussiste tra i due e la manifesta impossibilità dell'apprendista di abbandonare il maestro al suo destino e un po' per il tono della vicenda raccontata. Ho molto apprezzato anche che tu abbia ripreso l'idea dei (troppi) contest e reality sulla cucina che girano in questo momento per la tv e li abbia trasformati in un crudelissimo ring.
Ho capito un po' meno l'episodio centrale, coi tizi che torturano il vecchio. Non so quanto possa essere necessario all'economia della storia, Ren ci dimostra comunque il suo potere contro l'antagonista finale, quindi se vuoi allontanarti dalla parodia ti consiglio di limare quello o di riconsiderarlo per aggiungere dettagli e informazioni sul boss finale che potrebbero farlo uscire dalla sua bidimensionalità (che secondo me per l'antagonista non sempre è un difetto, dipende molto da cosa vuoi raccontare davvero).
L'ultima scena secondo me è perfetta, le spiegazioni tecnico/scientifiche di Sandro Panza (ho deciso che si chiama così) sono S-T-U-P-E-N-D-E e mi sono divertita molto a immaginare questo tizio che si agita dietro al suo banco di lavoro cucinando la caseula (che non ho mai mangiato e che - ti confesso - mi è venuta voglia di evitare vita natural durante) per poi lanciarla contro un demoniaco sorbetto al limone.
Davvero divertente anche per chi non conosce i tuoi riferimenti, insomma :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

diego.ducoli
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Re: Ren il cuciniere

Messaggio#14 » lunedì 27 giugno 2016, 11:36

Grazie Ambra
La parte del vecchio era per creare il contesto da dittatura malvagia.
Sono contento che il pezzo si regga anche senza conoscere ken. Credo che aggiungerò una parte per spiegare la crudeltà di King e dare un po di profondità all'ambientazione.
La caseula devi provarla, ma non la versione edulcorata, quella vera, con musetto, orecchie e zampe di maialino. É uno spettacolo.

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