Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

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Andrea Partiti
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Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#1 » martedì 10 maggio 2016, 21:58

Oggi Tito mi ha chiesto di sposarlo.
Mi ha portata in montagna, nel prato dove da giovani passavamo interi pomeriggi a leggere all’ombra di un’alta betulla, il nostro albero. Di nascosto ci appoggiavamo sulle spalle gli amenti profumati, fingendo per gioco che fossero grassi bruchi caduti dall’alto. E ridevamo sempre.
Con viva la gioia dei ricordi di quel luogo, mi ha viziata con cibo troppo buono per essere suo, mi ha versato il vino profumato e leggero che mi rende felice ma non stordita, mi ha letto stralci del primo sapido romanzetto, parodia lieve di una storia d’amore, la cui storia era cresciuta al crescere del nostro giovane affetto.
A giornata inoltrata, col sole già basso, mi ha presa tra le braccia e mi ha chiesto di sposarlo, perché quel giorno non finisse mai. Non è stato come nei film, non era un grande gesto. Era semplice, ma non avrei desiderato nulla di diverso. Per me era perfetto.
Doveva essere perfetto.
Doveva essere uno dei momenti più belli della mia vita, invece tutto è crollato.
Al mio acconsentire senza riserve, Tito, sciocco, s’è messo a progettare il nostro futuro, un futuro diverso e migliore ai suoi occhi, come se vedesse nella promessa scambiata un fondamento più solido dei semplici sentimenti.
Prima ha accennato in modo velato ai cambiamenti che ci aspettavano; poi sempre più incalzante, tentando di vedere dentro di me un riflesso dei suoi desideri mal celati.
Sapevo che avremmo dovuto parlarne molto tempo fa. Sapevo che un giorno avrebbe voluto tornare al suo paese dalla sua famiglia, ma non era giusto impormelo così, come condizione a un matrimonio tanto desiderato. Non posso immaginare di tornare in provincia, a spegnermi, a figliare, a rinunciare a ogni desiderio, alla mia individualità, a ogni sogno.
Forse non siamo fatti per grandi progetti. Amiamo la vita quotidiana, insieme, ma la nostra meta è diversa.
Se solo avesse avuto la decenza di aspettare qualche giorno, di farmi gioire nelle mie illusioni, prima di impormi un destino non gradito e costringermi a una scelta.
Mi sento al contempo piena di speranze e frustrata, senza vie d’uscita. Non so cosa fare.
Siamo rincasati parlandoci appena, ho sbattuto la porta della camera e mi mi sono gettata sul letto, coprendomi il viso.

Scesi le scale. Avevo sentito Tito muoversi al piano di sotto. L’avevo aspettato sveglia per ore, sperando, pregando che mi cercasse, ma alla fine la stanchezza aveva vinto.
Il mio cuore si fermò. Tito era in mezzo alla stanza, abbracciato a un’altra donna, sconosciuta.
Le diede un bacio sulla fronte. Quel gesto così intimo e solitamente riservato a me, mi colpì come un pugno allo stomaco.
Mi gettai su di lui, per colpirlo, per fargli male, perché non potevo vederlo un altro secondo vicino a quella donna, nella nostra casa.
Tito mi afferrò il braccio, che di colpo sentivo debole, fragile.
— Mamma, fermati per favore.
Cercai di colpirlo di nuovo, con l’altra mano. Mi lasciò fare.
— Fermati, ti prego, — insisteva. — Sono io, Davide, tuo figlio. Questa è mia moglie, la conosci. Calmati e prova a ricordare, Tito se n’è andato da molti anni, prima che io nascessi. Ci sono solo io, adesso.


Vivo nel passato, raramente ne esco. Scrivere mi aiuta.



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Andrea Partiti
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Re: Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#2 » martedì 10 maggio 2016, 22:03

Tiro fuori dallo sgabuzzino un racconto che mi era piaciuto scrivere e che mi spiace lasciar morire senza dargli una seconda possibilità!
Intanto, grazie per i commenti passati, ho provato a metterli in azione come meglio potevo.

Alla maniera del camaleonte, che ancora doveva nascere, avevo appena finito di leggere una raccolta di racconti di Gozzano, e ingenuo e garrulo avevo pensato "ehi, secondo me potrei scrivere in questo stile!", poi non ci sono riuscito completamente e anzi, mi sono beccato il contraccolpo dello stile che suonava anacronistico e sbagliato rispetto alla storia che racconto, sviando dalla trama in sé.

Ho rimaneggiato alcuni dettagli della storia e la parte in corsivo (quella nel presente, se vogliamo), esplicitando ancora di più il figlio e come la donna che bacia sia sua moglie (la nuora) e la protagonista abbia scambiato il figlio per il (non)marito. Forse non è abbastanza, ma vado a piccoli passi!
Ho fatto pochi cambiamenti al blocco di testo iniziale, quello nel passato, limitandomi a cambiare/rimuovere alcuni dettagli del rapporto tra i due protagonisti che erano troppo anacronistici per l'atmosfera.

Per ora mi piacerebbe sapere se/come è confuso l'ingresso in scena del figlio nel presente, quando la madre smette di credersi nel passato. Era il punto critico per la chiarezza del racconto e penso sia ancora da sistemare.

alexandra.fischer
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Re: Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#3 » venerdì 13 maggio 2016, 21:34

Ciao, il tuo racconto mi è piaciuto molto. Si sente la voglia di vivere di questa donna, che vorrebbe qualcosa anche per se stessa all'interno del matrimonio con Tito (invece si rifugia nel passato, nello scrivere). Il passaggio successivo è molto ben costruito. Il presunto Tito è Davide, il figlio di lei e di Tito, l'altra donna (che lei scambia per l'amante del marito Tito) è la nuora. Il mio consiglio? Dipende da quello che vuoi fare. Se vuoi riallacciarti al titolo, dovresti mostrarla mentre abbassa la penna sul foglio e vuole consegnare al marito il racconto della giornata per riconciliarsi con lui (e allora, anche il punto di vista del racconto cambierebbe...sarebbe scritto con lei che la racconta a Tito...ricordi quanto mi chiedesti di sposarti?). Se è solo il passato, basterebbe anche una scatola di ricordi (qui, più che Gozzano, sarebbe qualcosa alla Fogazzaro: foglia secca in mezzo a un libro). In ogni caso, legherei la fine del racconto al passato con il passaggio al presente facendo muovere la donna. Per sorprendere i due nella scena d'affetto, apre una porta, o li vede al fondo delle scale.

valter_carignano
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Re: Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#4 » sabato 14 maggio 2016, 22:19

Ciao

molto difficile commentare, il racconto ha una struttura che rischia di crollare se si cambia qualcosa. E sarebbe un gran peccato, perché è una storia originale e molto godibile.

Parto allora dalla tua domanda: se 'è confuso l'ingresso in scena del figlio nel presente'. Per me non lo è, e questo anzi mi sembra sia il PUNTO DI FORZA del racconto. Molti racconti brevi sono basati su un improvviso ribaltamento che rivela la realtà e che fa vedere sotto nuova luce, spesso opposta a quanto pareva, tutto ciò che si è letto fino a quel momento. Qui la cosa riesce perfettamente, quindi secondo me è ottimo.

PUNTO DEBOLE, forse e a mio modestissimo parere, la gestione del linguaggio e del tempo verbale.
La storia comincia col passato prossimo, come se la protagonista ripensasse a quanto accaduto poco prima.
La scena successiva è invece al passato remoto, cioè fa pensare che la cosa avvenga in un momento precedente rispetto al passato prossimo della prima scena. Invece, se ho capito bene, prima la donna scrive (e magari la stessa cosa l'ha già scritta mille volte e sempre la riscrive, rivivendo continuamente il passato), poi scende e scambia il figlio per il marito.
Forse tu hai utilizzato il passato remoto come 'tempo di narrazione neutro', cosa che si fa molto spesso, ma in questo caso mi sembra avrebbe funzionato meglio il presente. Forse però non ho capito bene...
Ho accennato al linguaggio. Quello della prima scena - che poi capiamo essere un diario o simili - è volutamente un poco 'letterario' e desueto. Quello della seconda scena è più immediato. Ma il punto di vista è sempre quello della donna, e personalmente avrei continuato a farla esprimere nello stesso modo.
L'obiezione potrebbe essere che prima lei scriveva del passato, poi invece vive il presente, quindi il linguaggio deve essere diverso; secondo me no, perché noi in tutti i casi abbiamo solo il suo punto di vista, quindi anche la parte 'presente' in realtà ci è narrata da lei in un secondo momento, è allo stesso modo non immediata (nel senso di 'mediata', come appunto potrebbe essere la scrittura).
Spero che la mia opinione ti serva a qualcosa.

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Jacopo Berti
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Re: Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#5 » martedì 17 maggio 2016, 18:44

Ciao Andrea,
stavolta voglio scrivere i commenti ripercorrendo "l'esperienza di lettura". In pratica, cerco di guardare a me stesso mentre leggo e po di ricordarmi tutto (non è facile, vediamo se aiuta almeno).
L'incipit mi piace, cattura abbastanza l'attenzione; è subito collegabile al titolo. La prima persona è giustificata e si capisce che quanto si legge è una sorta di diario. Il primo pensiero alla lettura dell'incipit è: "mi piace un titolo dove c'è già una prima persona e dove già si capisce la natura di ciò che sto per leggere". Prima interruzione: "amenti". Parola trovata forse una volta nella mia vita; non abbastanza da sapere cosa sia e da riuscire a visualizzarla. Ho interrotto la lettura e sono andato a cercare su google. Ritorno al testo. Ricomincio. Impressione: bello il primo paragrafo.
Seconda interruzione: "Con viva la gioia". Io leggo di suono. L'anastrofe mi suggerisce il congiuntivo del verbo convivere. Riprendo, la lettura procede spedita e piacevole, interessante, per due paragrafi.
"[...] Per me era perfetto. / Doveva essere perfetto. /Doveva essere uno dei momenti più belli della mia vita, invece tutto è crollato." Perfetto/doveva-perfetto/doveva. Noto la concatenazione. Sarò allenato, ma non si dovrebbe notare a una prima lettura: l'effetto delle figure retoriche dovrebbe arrivare prima della sua individuazione. Vado avanti storcendo un po' il naso anche perché "tutto è crollato" lo trovo fuori tono.
Il racconto prosegue un po' lento e forse non del tutto interessante. Lo reggo però bene grazie al titolo (vd cosiderazioni di cui sopra).

La parte al passato remoto e in corsivo mi sembra procedere bene. L'inizio è perfettamente adeguato al suo scopo: fino al "mamma!", si pensa che la donna abbia scelto di andare con Tito, e si sia rassegnata alla sorte che aveva così tanto temuto, peraltro ricevendone in cambio un tradimento. Sbuffo un po', chiedendomi se sarà tutto qui. Al "mamma!" la mia attenzione si riaccende come se fosse un altro incipit, anzi, più dell'incipit: il colpo di scena funziona. L'ultimo paragrafo in corsivo è perfetto, convincente, perfettamente umano. Lo sento molto caricato emotivamente, ma dura poco, non esageri col "dramma".

L'explicit è un ribadire il concetto, che però fa venire anche qualche dubbio. Si sta parlando di Alzheimer, di demenza senile o di qualche altro problema? Volevi intendere qualcosa in particolare?
Inoltre, "scrivere mi aiuta", sì. Sembrano tutti e due cose che la donna scrive. Conserva intatta la facoltà di scrivere? Il corsivo rappresenta un'altra calligrafia? Non necessariamente devi rispondere, o devo rispondere.
Rileggo. Grossomodo stesse impressioni. Apprezzo il progetto nel suo insieme. Noto i tempi verbali: lontano nel tempo è il passato prossimo, vicino è il passato remoto. La trovo una grande idea.

Il racconto mi piace. L'unico consiglio che posso estrapolare dalla mia "esperienza di lettura" è di rendere un po' più interessante e/o abbreviare la seconda metà della prima parte.

Per il resto direi che funziona. Uno degli ultimi giorni disponibili chiederò certamente la grazia.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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Andrea Partiti
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Re: Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#6 » martedì 17 maggio 2016, 19:27

Grazie!

Non mi aspettavo così tanti commenti e spunti utili su cui rimuginare, ma sono contento che i problemi più grossi della prima stesura sembrano essere spariti (e sostituiti con una serie di problemi diversi venuti a galla).

La mia idea originaria era più lineare, protagonista anziana, ricorda/vive costantemente un periodo complicato della sua vita in cui era rimasta incinta del suo primo amore e del litigio che ne segue - senza specificare un problema preciso. Ogni volta che si confronta con la realtà torna lucida e trova il figlio, solo lui. Non funzionava particolarmente bene quindi avevo alleggerito la situazione.

La doppia lettura di "con viva" non era intenzionale, in effetti ora che l'ho letto in quella maniera stride molto.

I tempi verbali erano una delle mie preoccupazioni. Li avevo usati invertiti con il passato remoto per il passato (remoto) e il passato prossimo per il presente, ma sembrava un errore stupido dovuto all'incapacità di concordare i verbi decentemente, ho provato ad invertirli pensando "al diavolo, almeno si capisce che è una scelta cosciente quella di avvicinare il passato che la protagonista ricorda".

Il cambio di registro idealmente voleva staccare quello che la donna scrive usando il suo stile da quello che succede e quello che vive (senza scrivere). Forse non basta a creare il contrasto, ma sospetto che essere ancora più decadente nella prima parte non sia una buona idea ^^

Torno fra un paio di giorni con una nuova versione!

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Linda De Santi
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Re: Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#7 » mercoledì 18 maggio 2016, 14:03

Ciao Andrea! Non avevo ancora letto questo tuo racconto e non so come fosse nella versione originale, ma così com'è mi sembra che funzioni bene: la vicenda è ben scritta, ben gestita ed è impossibile non rimanere lievemente scioccati quando "Tito" chiama "mamma" la protagonista.
Molto bello anche il modo in cui ci mostri il seme dell'infelicità che s'instaura fin dal primo momento in cui la protagonista decide di legarsi a Tito per sempre: su quel momento lei continua a tornare e ritornare, senza risoluzione, fino a diventare pazza.

Usare il passato prossimo per il passato remoto in questo caso è un'idea fantastica, ma confesso che l'uso del passato remoto per il presente mi fa un po' strano. È vero che è un segnale del distacco della protagonista dalle cose presenti, ma è una consapevolezza che per il lettore arriva molto a posteriori. Sulle prime, leggendo la seconda parte, ho pensato che la protagonista stesse scrivendo il romanzo della propria vita, e non capivo come mai la prima parte fosse impostata come una pagina di diario e la seconda come un romanzo.
A mio modestissimo parere, potresti provare a usare il passato prossimo in entrambi le parti e vedere la resa finale del racconto.

In ogni caso è un racconto davvero molto buono, vedi tu cosa prendere e se prendere qualcosa di questi suggerimenti.

A presto! :)

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Adry666
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Re: Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#8 » lunedì 23 maggio 2016, 18:14

Ciao Andrea,

racconto notevole il tuo, quanto di difficile interpretazione e correzione :-)))

Buon incipit, buona scrittura; la storia si fa leggere.
Tuttavia ho provato come una sensazione di fatica a finire le ultime righe, forse la complessità e alcune scelte di costruzione e "tempi" lo rallentano un po' troppo.
Ad esempi nel periodo:
"...Con viva la gioia dei ricordi di quel luogo, mi ha viziata con cibo troppo buono per essere suo, mi ha versato il vino profumato e leggero che mi rende felice ma non stordita, mi ha letto stralci del primo sapido romanzetto, parodia lieve di una storia d’amore, la cui storia era cresciuta al crescere del nostro giovane affetto..."

Con viva la gioia dei ricordi di quel luogo, suona un po' male, artificioso, troppo.
mi ha viziata con cibo troppo buono per essere suo, che cosa intendi? Anche questa frase suona un po' ambigua.

Ho dovuto rileggere delle parti per capire meglio.

Oltre alle cose già consigliate dalle altre persone prima di me, ti consiglierei di provere a lavorare sul ritmo, in modo di "sciogliere" un po' il flusso della parte finale.

Comunque devo dire che mi hai sorpreso positivamente e quindi...
CHIEDO LA GRAZIA

Ciao
Adriano

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Peter7413
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Re: Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#9 » giovedì 26 maggio 2016, 15:31

Bello, mi piace. Non vado a fondo nel commento, mi limito a sottolineare che la lettura mi ha lasciato una sensazione di completezza (per quanto riguarda la struttura). Alcuni punti da rivedere, ma poca roba:
- "Con viva la gioia dei ricordi di quel luogo", ho faticato, un po' contorta
- "parodia lieve di una storia d’amore, la cui storia era cresciuta al crescere", se cresciuta/crescere mi sembra cercato, così non lo è "storia/storia", o almeno non mi pare.
Non ho altri appunti, molto ben gestito il passaggio fondamentale con il figlio.

CHIEDO LA GRAZIA

valter_carignano
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Re: Scrivere mi aiuta - Aislinn Ed. (3183)

Messaggio#10 » domenica 29 maggio 2016, 11:17

Letti tutti i commenti e le tue risposte, rimango con alcuni dubbi (e chi non ne ha?) ma almeno una cosa in tanti anni l'ho imparata, cioè che ci sono tanti punti di vista e tutti quanti - quando espressi da gente competente, compreso l'autore :-) - sono validi.
E quindi CHIEDO LA GRAZIA.

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