La favola di carta

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Angela
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La favola di carta

Messaggio#1 » lunedì 23 maggio 2016, 21:45

C’era una volta un regno dove ognuno seguiva rigorosamente le leggi del re. La figlia, che era in età da marito, aveva già rifiutato numerose proposte perché si era invaghita dell’unico uomo che il padre non le avrebbe mai concesso: un pescatore.
Quando il padre si accorse della tresca, fece rinchiudere la figlia in una torre circondata da un profondo fossato vigilata da guardie armate.
Il pescatore non avrebbe potuto avvicinarsi pena la vita, così, imparò a costruire barche di carta che poi lasciava scorrere nel fiume sperando che in qualche modo arrivassero fino allo stagno che circondava la torre dove era rinchiusa la sua innamorata.
Per tutta la vita continuò a costruire velieri e golette in miniatura coltivando sogni di carta che finivano nella palude, inabissandosi nell’acqua scura tra canne e pini silvestri.
Quando morì, il corpo fu adagiato su una pira che seguì lo stesso percorso delle barche fino ai piedi della torre, per salutare per l'ultima volta la sua bella.


Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Mike009
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Re: La favola di carta

Messaggio#2 » martedì 24 maggio 2016, 10:17

Ciao, continua la tua passione per le favole, questa è particolarmente riuscita. Il senso di tristezza e di ineluttabilità trasmesso fanno sperare il lettore in un colpo di scena finale che non avviene e forse questo è il punto di forza della storia. Tema perfettamente rispettato: lo scorrere del tempo che va di pari passo con lo scorrere dell'acqua.

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jimjams
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Re: La favola di carta

Messaggio#3 » martedì 24 maggio 2016, 10:41

"Ciao Angela. Una storia un po' triste, una favola per una volta senza lieto fine. Mi rimane qualche domanda da colmare, ma posso farlo con la fantasia. Le più evidenti: ma la principessa?
Probabilmente il pescatore non era ""l'unico"" che il Re avrebbe rifiutato, immagino che il regno fosse pieno di disgraziati che non potevano ambire ad impalmare la figlia.
Bellissima in ogni caso l'immagine di questo innamorato che anche nella morte cerca di raggiungere la sua bella."

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Angela
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Re: La favola di carta

Messaggio#4 » martedì 24 maggio 2016, 12:23

Quando ho letto la traccia di Jacopo, mi è venuta in mente l'immagine di barchette di carta che scivolano sull'acqua. Non volevo scrivere una cosa del genere, ma ogni volta che provavo a pensare ad altro, mi tornava in mente quell'immagine. Alla fine mi sono arresa ed è nata l'idea del pescatore che costruisce barchette di carta e poi lascia che il fiume le porti via. Perché un pescatore dovrebbe affidare barchette di carta alla corrente? Allora sono nate le altre figure, la Principessa e il re integerrimo.
Mario ha ragione, la Principessa è un personaggio sfuggente che vive celata (anche agli occhi dei lettori) nella sua torre-prigione.
Le barchette sono i desideri che cercano di arrivare dove nessuno può. Messaggi destinati a inabissarsi nella palude come i sogni. Il finale è triste perché non vincono i sentimenti.
Grazie ad entrambi per lettura e commenti.
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Andrea Partiti
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Re: La favola di carta

Messaggio#5 » martedì 24 maggio 2016, 15:18

Ciao, il formato breve si adatta abbastanza alla fiaba, permette di arrivare a una conclusione in maniera netta e senza che sembri lasciata in sospeso. Non serve spiegare tutto.

Ammetto di aver pensato anche io di metterci un fiume che scorre, letteralmente, per prendere di petto il tema e magari inserire una seconda lettura possibile. Le barche di carta come simbolo dei sogni che continuano a navigare e naufragare, giorno dopo giorno, funzionano bene a questo scopo.

Siccome ti dici fan dell'editing, ti faccio editing ^^

"La figlia" --> "Sua figlia", altrimenti manca il collegamento logico. Non hai già citato "una figlia" determinata.
"dell’unico uomo" --> Conoscendo i caratteri reali, credo che numerosi altri pretendenti non sarebbero stati accettati!
"fece rinchiudere la figlia in una torre" --> Può farla rinchiudere ma non può costringerla a sposarsi?
"vigilata da guardie armate" --> La torre o la figlia? E' ambigua la costruzione della frase.
"così, imparò a costruire barche di carta" --> una virgola di troppo, usi "così" come congiunzione, non come avverbio, quindi deve avere una sua subordinata.
"nell’acqua scura tra canne e pini silvestri" --> pini silvestri in una palude? Magari ci sono anche, ma non sono proprio nell'immaginario palustre, io sceglierei una pianta più immediata per non creare il momento di scompenso in chi legge!

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Angela
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Re: La favola di carta

Messaggio#6 » martedì 24 maggio 2016, 18:29

@Andrea - Le barche sul fiume sono stato il primo pensiero e non sono riuscita più a "distrarmi".
L'editing in realtà era quasi obbligatorio nel forum da dove provengo, è un vizio che mi porto dietro per questo motivo ma aiuta moltissimo (almeno me) a ripulire la scrittura.

Per quanto riguarda le paludi e i pini, ero certa dell'ambientazione perché l'ho usata per un testo che si svolge a Oulx nei pressi di Torino che ha proprio questo tipo di flora.
Tra l'altro avevo trovato una descrizione fantastica nel libro di Jeff Vandermeer (Annientamento- Einaudi) che ti cito perché è veramente bella: "... affonda nel terreno in un punto appena prima che la foresta di pini neri faccia strada alla palude e poi ai canneti e agli alberi contorti delle pianure salmastre".
Il testo continua con "... e quel rumore sembrava permeare l'acqua nera che bagnava i cipressi".
Secondo me si tratta di alberi morti, la palude deve essere penetrata nel bosco, almeno questa è l'impressione che ho avuto e tutto sommato era proprio a questo tipo di ambiente che pensavo quando ho scritto la fiaba. Intorno alla torre era tutto immobile, scuro, morto. Perché non c'era speranza.
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eleonora.rossetti
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Re: La favola di carta

Messaggio#7 » mercoledì 25 maggio 2016, 9:09

Ciao Angela, la tua è una favola semplice, delicata e un po' triste, ma l'immagine delle barchette che scivolano sul fiume fino alla torre la trovo di una bellezza meravigliosa, il segno di un amore che nonostante le barriere trova sempre una via, per quanto a senso unico. Non ho da dire nulla sullo stile se non alcune imprecisioni che ti sono già state fatte notare ma che non sono penalizzanti in modo determinante. Bella fiaba ;)
Uccidi scrivendo.

Fernando Nappo
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Re: La favola di carta

Messaggio#8 » giovedì 26 maggio 2016, 9:30

Ciao Angela,
la tua favola centra il tema sotto vai punti di vista: il fiume che scorre (citazione di Eraclito?), la vita stessa che scorre (anche se non sempre secondo un percorso deciso da noi), i desideri che fuggono irrealizzati. Anche se, devo ammettere, che senza la tua spiegazione non avrei mai associato le barchette del pescatore ai desideri irrealizzati, ma senza dubbio è per la mia difficoltà (che ben conosco e che combatto senza risultati apprezzabili) di leggere un testo non solo per quello che pare descrivere in superficie.

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Angela
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Re: La favola di carta

Messaggio#9 » giovedì 26 maggio 2016, 10:15

@Eleonora - Grazie per l'apprezzamento. Anche tu scrivi cose di grande sensibilità, quindi l'apprezzamento vale doppio :)

@Fermando - La chiave di lettura non è mai unica, anzi, spesso quella dell'autore non collima con quelle dei lettori. Però io penso che il bello della scrittura e anche della lettura sia proprio questo: uno stesso testo ne contiene tanti altri, tutti quelli che il lettore immagina. Grazie anche a te per il commento e in bocca al lupo a tutti e due.
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Andrea Dessardo
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Re: La favola di carta

Messaggio#10 » venerdì 27 maggio 2016, 20:09

La tua favola ha un che d'incompiuto, ma mi è piaciuta forse anche per questo: è evocativa, carica di senso di fiaba. La virgola dopo il “così” interrompe la lettura ed è proprio sbagliata, si nota proprio in un testo così breve. Forse avresti potuto lavorare di più sul lessico, distillando parole più pregnanti, ma a conti fatti il tuo racconto mi piace.

Alexia
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Re: La favola di carta

Messaggio#11 » venerdì 27 maggio 2016, 22:47

Adoro le favole. Le adoro ancora di più quando hanno un profumo antico, come quelle che non venivano certo scritte per i bambini, ma venivano raccontate davanti a una candela, prima di dormire. Bella prova!

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angelo.frascella
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Re: La favola di carta

Messaggio#12 » sabato 28 maggio 2016, 0:39

Ciao Angela

Il tuo racconto è uno dei pochi che riesce a raccontare una storia per intero: da questo punto di vista si rivela molto efficace la scelta di optare per una fiaba.
Al tempo stesso la fiaba, ha secondo me un difetto di base: è molto narrata. Questo è ottimo per i bambini, ma per gli adulti rende molto più difficile emozionarsi ed entrare nella storia. E questo è un primo limite che trovo nel tuo testo (più correlato al genere che alla tua scrittura che è senz'altro buona)
A mio avviso, inoltre, una fiaba, dovrebbe sempre rimanere leggibile da un bambino e qui invece scegli alcuni termini troppo adulti (come tresca o pira). Ti direi anche che la storia dovrebbe essere meno nichilista, per lo stesso motivo (ma tu mi diresti che i fratelli Grimm hanno scritto ben di peggio).
Rimane il fatto che la mancanza di uno "scatto" nella storia, di una rottura con la regola posta all'inizio "tutti rispettavano il volere del re" mi ha lasciato un po' insoddisfatto. Avrei preferito in un finale diverso (anche se non necessariamente il classico vissero felici e contenti...)

A rileggerci

viviana.tenga
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Re: La favola di carta

Messaggio#13 » sabato 28 maggio 2016, 17:19

Ciao Angela,
Il punto di forza del tuo racconto è senz'altro l'immagine delle barche di carta, sempre più elaborate, che rappresentano sogni irrealizzabili. A parte l'appunto stilistico su quel "l'unico uomo", quello che non mi ha convinto è l'eccessiva linearità della seconda parte. Mi sarei aspettata un guizzo, anche minimo, nel finale, qualcosa che animasse un po' di più il racconto (il genere della fiaba e il poco spazio tende a rendere il tono un po' piatto, è un limite in parte tecnico ma su cui forse si poteva lavorare un po').

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Adry666
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Re: La favola di carta

Messaggio#14 » sabato 28 maggio 2016, 17:52

Ciao Angela,
tema centrato.

La tua fiaba è scritta bene ed ha delle immagini evocative e poetiche. Purtroppo però sembra che manchi la seconda metà; la frase di chiusura non “chiude”, secondo me, e lascia troppe domande in sospeso. Peccato perché sarebbe potuta essere una bella storia

A presto
Adriano

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patty.barale
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Re: La favola di carta

Messaggio#15 » lunedì 30 maggio 2016, 5:26

Una fiaba triste e delicata che centra benissimo il tema.
Gli appunti che vorrei farti (unico pretendente inviso al re, etc), sono già stati affrontati da altri, per cui mi limito a evidenziare solo una cosa che mi ha lasciata un po' perplessa: la principessa è in una torre, per cui è difficile che riesca a vedere le barchette nel fossato... Forse la metafora incarnata dalle barche avrebbe avuto maggior forza se fosse stata sostituita da aquiloni (ma ovviamente è un'opinione personale e soprattutto capisco che quando un'immagine ti si pianta in testa... C'è poco da fare! )
In ogni caso, c'è molta dolcezza nel tuo racconto

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Peter7413
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Re: La favola di carta

Messaggio#16 » martedì 31 maggio 2016, 10:56

Brava. In mille caratteri sei riuscita a creare una serie di immagini (le barchette e la pira) che rimangono impresse. Certo, avrei preferito che c'infilassi un paio di righe di dialogo (sai come la penso), ma già così va più che bene. Un secondo, piccolo appunto, te lo faccio in riferimento all'unico uomo cui mai l'avrebbe concessa in quanto potevi allargare a tutti i "non nobili". Detto questo, un racconto che mi è piaciuto molto.

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Angela
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Re: La favola di carta

Messaggio#17 » mercoledì 1 giugno 2016, 21:48

In attesa della classifica della guest, ringrazio tutti per i commenti che mi hanno fatto riflettere e mi aiutano a non cadere negli stessi errori. Le competizioni di questo tipo mi piacciono moltissimo, sono uno stimolo alla mia proverbiale pigrizia e mi fanno venire voglia di fare di più e meglio. Proprio in questi giorni ho ripreso a partecipare ai premi letterari e in parte devo questo "ritorno" a MC che mi ha tenuto compagnia nei mesi invernali. In attesa delle prossime competizioni a velocità supersonica, faccio i complimenti ai finalisti e a tutti quelli che si sono messi in gioco. A rileggerci e buona scrittura a voi tutti :)
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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