Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Richieste di Grazia

Sondaggio concluso il giovedì 30 giugno 2016, 22:16

Merita la grazia
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Jacopo Berti
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Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#1 » mercoledì 8 giugno 2016, 17:16

Vedo che sono molto apprezzati i raccontini di solo dialogo, quindi propongo questo testo, che unisce due delle mie passioni: SF e DA

Questione di tempo

- Lo vedi, quello al limitare della foresta?
- Sì... cosa sta facendo?
- Sta attaccando una radice stopposa ad un lungo bastone flessibile.
- E da quando in qua lo fanno?
- Per quel che ne so potrebbe essere la prima volta.
- Come per quella pietra appuntita sistemata su quell’osso?
- Esatto.
- Dici che lo userà contro i suoi simili?
- Temo di sì.
- Io spero proprio di no. Ma sei tu il biologo.
- Ce l’hanno nel cervello.
- Giurerei di averli sentiti cantare recentemente. Mi piacerebbe...
- Scordatelo, andremo via al più presto.
- Non sono venuto qui per andarmene senza qualcosa in mano!
- Potrai sempre dire che non hanno sviluppato un linguaggio.
- Ma lo svilupperanno di certo! Già adesso stanno facendo progressi! Il fuoco ad esempio, lo chiamano “bu”.
- “Bu” non è una parola, è ciò che fanno con la bocca per ravvivare le fiamme.
- Non sai proprio nulla di linguistica!
- Senti, questi tipi sono pericolosi, mostrano una spiccata propensione alla violenza. Tra pochi cicli potrebbero già aver sostituito il bastone con le armi nucleari. Si distruggeranno a vicenda. E io certo non voglio essere lì quando accadrà.
- Sei proprio sicuro che andrà così?
- È solo questione di tempo.
- È un vero peccato: dovremo tornare qui e rimettere insieme i pezzi alla buona.
- Non sarebbe la prima volta. Comunque, sei tu che dovrai farlo. Sei tu il linguista e il filosofo.
- Filologo, prego.
- Non capisco cosa tu possa trovare di interessante nella letteratura di una civiltà estinta, di cui non capisci che poche parole.
- Mi sottovaluti, mio caro. Senti cosa ho tradotto dall’ultima civiltà di cui abbiamo trovato i resti.
- Anche quella l’avevamo lasciata sul nascere... sarebbe stato impossibile tessere relazioni amichevoli.
- Mah, di questo non sono poi così convinto. Comunque, sta a sentire: A metà del percorso della mia esistenza finii in un bosco senza luce perché la strada di destra si era persa...
- E che te ne fai di questa cosa?
- La leggo, qualche volta; la traduco a qualche amico. Non so... avrebbe fatto piacere a chi l’ha scritta.
- Già, poverino! I suoi amici si scannavano a colpi di macete o si facevano esplodere, e lui vagava tranquillo nel giardino...
- Come sei cinico!
- Non sono io ad aver distrutto tutto ciò che di bello quella cultura potrebbe aver prodotto.
- Neanche lui.
- Che ne sai?
- Lui non era fatto per vivere come un incivile, ma per seguire il bene e la conoscenza.
- Un’altra traduzione dal terrestre?
- Circa. Sto citando a memoria.
- Beh, dovremmo andarcene. Un gruppetto di quei viscidi esseri gialli ci sta raggiungendo. Mi stai ascoltando?
- Eh?
- Ci sei?
- Sì... stavo riflettendo.
- Muoviamoci!
- Forse il poeta non si era davvero perso nel bosco...
- Sempre a farti strane idee tu. Affrettiamoci, prima che ci vedano.


«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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ceranu
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#2 » venerdì 10 giugno 2016, 0:40

Ciao Jacopo, il racconto mi lascia un po' perplesso. Devo digerire l'idea di base. Però una cosa posso dirtela con certezza: le due voci sono troppo "terrestri" per essere "aliene". E soprattutto il dialogo è troppo blando per reggere da solo un racconto. Alla fine accelera e diventa interessante, ma la prima parte è troppo blanda.
Se dovessi sistemarlo fammelo sapere che ripasserò a leggere.
Per ora non me la sento di chiedere la grazia.
Ciao

alexandra.fischer
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#3 » venerdì 10 giugno 2016, 17:25

La tua storia mi è piaciuta, perché padroneggi molto bene la tecnica dei dialoghi. Si capisce benissimo che ci sono questi due studiosi alieni che stanno tenendo d’occhio le civiltà estinte o sul punto di esserlo per raccoglierne i dati. Ci sono però dei doppioni a livello tecnico. Mi spiego meglio: attribuire la capacità di creare armi atomiche agli esseri gialli e viscidi e poi passare alla civiltà del poeta che aveva smarrito la via manda il lettore in confusione. Io direi di fare così: agli esseri gialli e viscidi darei la funzione di allievi della civiltà che ha prodotto il poeta (uno degli alieni potrebbe dire all’altro:- Vedi, si distruggerebbero con le armi atomiche come è successo alla civiltà del tuo poeta dalla via smarrita.). Sistemerei anche la qualifica professionale dell’alieno Filologo (togliendola, al suo posto metterei semplicemente studioso di sapienza terrestre). Un altro suggerimento: gli alieni potrebbero stare studiando la Terra per una ricerca (e già, sono ricercatori tipo quel del pianeta Yuggoth) e lo farebbero viaggiando attraverso il tempo (di qui la versione degli esseri gialli, sul punto di arrivare alle armi atomiche…pur potendo vantare il poeta dalla via smarrita).

Aspetto sviluppi

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maria rosaria
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#4 » venerdì 10 giugno 2016, 18:33

Ciao Jacopo.
Mi piacciono i dialoghi e qui sei stato bravo a rendere solo con quelli l'ambientazione in cui questa vicenda si svolge. Quello che un po' mi lascia perplessa sono i personaggi. All'inizio mi sono immaginata dei terrestri che approdano su un nuovo pianeta agli albori della civiltà.
Poi però quando fai le citazioni mi è sembrato di capire che si trattasse di alieni che, dopo essere stati su una Terra evidentemente distrutta, si trovano ora a studiare una nuova civiltà.
Forse manca un po' la caratterizzazione dei personaggi. Vedo bene questo brano inserito all'interno di un racconto più ampio.
Maria Rosaria

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Jacopo Berti
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#5 » venerdì 10 giugno 2016, 19:43

Rispondo in velocità, rimandando a più tardi correzioni e/o spiegazioni.
Io vorrei che la scoperta che l'umanità si è estinta e chi parla non è umano fosse fonte di stupore e di sorpresa (per quanto amara); non una sensazione di confusione e incompiutezza. Insomma, se sono riuscito a trasformare in difetto ciò che volevo fosse un punto forte del racconto, allora c'è proprio qualcosa che non va. Vedrò cosa riesco a fare. Frattanto, apprezzerò tanto più i consigli quanto più saranno specifici e quanto più conterranno suggerimenti. Grazie :)
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ceranu
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#6 » venerdì 10 giugno 2016, 22:39

Ciao Jacopo, purtroppo non posso essere molto specifico perché è il tono del racconto che non mi convince.
I due alieni, che non sappiamo da dove arrivino ma sappiamo essere quasi eterni, parlano come fossero una sola persona. Non c'è nulla che li caratterizzi. E poi sembrano esseri umani, sia loro che il nuovo popolo che stanno osservando. Parli di fuoco, nucleare e lance. Riduttivo per il mondo dell'immaginario (sembra quasi un racconto di fantascienza creazionista).
Insomma, probabilmente ha ragione Maria Rosari dicendoti di provare a inserire questo dialogo in una storia più ampia.

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ceranu
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#7 » sabato 11 giugno 2016, 22:26

Ho letto che vorresti cambiare racconto. Non credo sia da "buttare", secondo me dovresti calcare la mano sul dualismo tra i due protagonisti. Quello che ha trovato la Divina Commedia, fallo restare sul pianeta. Volendo potresti far intendere che loro sono gli dei che ci avevano concesso il libero arbitrio, ma lui stavolta non lo farà e prenderà per mano il nuovo popolo che ha trovato.

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Peter7413
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#8 » lunedì 20 giugno 2016, 12:35

Interessante, molto derivativo dal tuo recente racconto della ALL STARS ;)
Ha ragione Maria Rosaria, i due protagonisti sono troppo "terrestri" e questo tende a togliere il sense of wonder. Lavorerei proprio sui caratteri, andando a creare un diverso modo di ragionare, che li differenzi. Poi, a livello strutturale, credo (ma è solo una mia percezione) che ne guadagneresti dal non introdurre subito la nuova specie che stanno valutando lasciandola solo per il finale. In pratica, mostraceli riflettere su questi "appunti" terrestri che sta citando (molto liberamente e con traduzioni non corrette, o almeno così mi è parso ed è un bene), falli riflettere su questa civiltà che si è autodistrutta, sulla figura di questo "letterato" in rapporto alla sua civiltà, e solo alla fine chiudi introducendo il fatto che sono di nuovo sul campo e su una diversa specie di alieni.
Fammi sapere se intendi lavorarci e modificare.

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francescocascione
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#9 » martedì 28 giugno 2016, 1:39

La figura dell'Osservatore mi affascina, tanto che credo sia uno dei personaggi più riusciti nei fumetti Marvel.
Lo scambio sta in piedi piuttosto bene e sveli ciò che occorre con mestiere.
Il dialogo mi è piaciuto anche se ho trovato piuttosto comoda la scelta della 'Divina Commedia' soprattuto per come è contestualizzata; non si tratta di un difetto nel racconto - che è costruito bene - ma una forzatura, un porto sicuro quando, proprio per attenzione nella costruzione, mi sarei aspettato maggiore estro.
Al liceo avevo una prof di arte piuttosto eccentrica con un modo suo di raccontare l'archeologia; lei raccontava che gli archeologi contemporanei trovano un tesoro quando trovano un'antica discarica.
Parlando degli archeologi del futuro si chiedeva, con sagacia, che immagine avrebbero avuto di noi partendo dalle nostre discariche.
Ecco, forse influenzato da quello, mi aspettavo la costruzione di un grande fraintendimento (confondere l'ombra dello scorpione con il racconto della nostra estinzione o qualcosa del genere), e l'approdo in un porto sicuro, di virtute e canoscenza, un po' mi ha deluso.

A presto

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Andrea Partiti
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#10 » martedì 28 giugno 2016, 10:47

Un commento tardivo...

Mi piace la struttura del racconto, "Oh, sono voci umane, vedrai che osservano una cultura aliena o una nuova intelligenza" / "Oh, sono alieni che osservano umani primitivi" / "Oh, gli umani sono già estinti", crea una buona divisione del racconto e l'attenzione resta alta.

Il fatto che il filologo alieno si sia trovato a poter tradurre Dante, da una civiltà completamente divorata dal tempo, meh, lo vedo improbabile. Dipende dagli sviluppi futuri dei supporti e della letteratura, certo, ma ci vedo molto meglio il filologo alieno prendere una cantonata e citare Cinquanta sfumature di grigio (o un qualche analogo) come apice della produzione umana. (Ricordando un discorso fatto con lordmax, forse non è Dante ad essere la James del 1200, forse è la James che sarà il Dante del 2000.)

Per quanto improbabile sia Dante, funziona però meglio nel contesto del tuo dialogo, perché tutti conoscono i versi di riferimento e li riconoscono facilmente nella versione adattata. Questo non credo si potrebbe replicare facilmente.

Le due voci sono simili... sì, ma non mi sembra troppo importante, non ho fatto fatica a distinguerle leggendo, forse complice una qualche revisione intermedia. Non le distingui nella parlata o nel vocabolario o nel tono, però hanno ruoli molto diversi nella conversazione, lo scettico e l'entusiasta, senza alcuna ambiguità.

Per me il racconto è promosso ^^

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Jacopo Berti
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Re: Questione di tempo, di Jacopo Berti (2728)

Messaggio#11 » giovedì 30 giugno 2016, 12:14

Grazie, Andrea!
Non sarà un gran racconto, ma mi conforta sapere che c'è qualcuno a cui piace anche così com'è. Poi sai che le questioni strutturali sono tra quelle che m'importano di più :)

Grazie, Francesco!
Interessante la tua proposta, e anche la tua riflessione archeologica, che ho spesso in mente quando scrivo fs, a partire da "Lo sguardo dell'archegologo", guarda un po', di Calvino.

Le varie critiche ovviamente le ho trovate legittime, ma non mi hanno convinto a cambiare il racconto. Quindi accetto di lasciarlo così com'è, anche se non starà sulla vetrina di MC.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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