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un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: mercoledì 8 giugno 2016, 17:30
da alessandra.corra
Un mare senza fondo.

Ci avevo provato molto volte, ma arrivata davanti il cancello dell'ambulatorio tornavo sempre indietro. Non ce la facevo a entrare. Era tutto talmente inconcepibile. Quindi non mi rimaneva che affrontare la mamma.
Quel pomeriggio era a casa, si stava aggiustando i capelli davanti allo specchio. Tra poco avrebbe dovuto recarsi al lavoro.
- Mamma, aspetto un bambino – dissi alle sue spalle, senza preavviso, con il cuore in gola.
Lei rimase immobile, come spaesata, con le forcine sospese tra i capelli.
Fece poi un gesto con la mano, come per scacciare una mosca.
- Ma certo. E chi sarebbe il padre, sentiamo?
Non mi credeva, era evidente. Io intanto, avevo iniziato a tremare.
- Nessuno. Questo bambino è solo mio.
Arrossendo mi toccai la pancia e il lieve gonfiore mi diede forza per proseguire.
- Non sto scherzando, mamma. Sto dicendo la verità. Te lo giuro.
Lei, come se si fosse svegliata da uno strano sogno, mi guardò per qualche minuto con gran attenzione. Poi, nervosa, chiamò in ufficio per dire che quel giorno non sarebbe andata. Dopodiché, sedendosi accanto a me, cominciò a parlarmi con serietà. Dapprima cercando di scoprire chi fosse il padre, per poi chiedermi com’era potuto succedere una cosa del genere, visto che io uscivo così poco da casa, se non per andare a scuola. Io continuai a non darle le risposte che voleva, ma come prova della mia buona fede le mostrai il risultato del test fatto quella mattina. Davanti la mia ostilità perse la pazienza e mi diede un paio di schiaffi. Per lei ero sempre stata una “figlia impossibile”, con la mia depressione e stranezze varie, non ero che un grattacapo. Non ne poteva più di me. Continuò quella litania dicendo altre cose poco gradevoli.
Poi, esasusta, decise di uscire, aveva bisogno di riflettere da sola, fare qualcosa per scaricare la rabbia.
Quando uscì mi sedetti alla scrivania della mia camera. Il volto mi bruciava e le lacrime mi graffiavano i lividi sulla pelle.
Era solo questione di tempo, mi dicevo per consolarmi, tra pochi anni sarei diventata maggiorenne, e allora... Ma come avrei fatto a sopportare ancora quell’inferno? Non ne ce la facevo più. Mi sentivo smarrita, impotente. E non c’era nessuno con cui parlare, che potesse comprendere...
Avessi avuto più coraggio avrei aperto i vetri della finestra, in un attimo tutto avrebbe potuto finire.
Proprio allora lui si mosse dentro me. Era la prima volta, e sembrava dirmi che non ero sola, c’era lui. Se fosse nato, forse… Quell’idea non mi era mai passata per la testa, troppo assurda e illogica; eppure, se il confine che divide il bene dal male a volte è così poco percepibile: perché no?

Quando mio padre rincasò era ormai sera.
Come previsto, me lo trovai di fronte, occhi negli occhi:
- So tutto.
Aveva una gran personalità, era un uomo brillante e colto, piaceva a tutti. Impossibile non esserne conquistati. Mia madre, nonostante i molti anni passati insieme, ancora stravedeva per lui.
Lo fissai turbata, sebbene fiduciosa.
- Lo immaginavo.
Mi posò la mano su una guancia segnata dai colpi
- Hai male? Non aver paura, non lascerò che ti picchi ancora.
- Sai, ci ho pensato tutt'oggi, per quanto so che la cosa sarebbe assurda, vorrei tenere il bambino. Vero che sei dalla mia parte e mi aiuterai?
Come risposta mi diede uno spintone, facendomi cadere sul letto.
- E' divertente con te. Sempre tenera, proprio come un gattino.
Mi alzò poi bruscamente la gonna e, come tutte le altre volte, mi strappò via le mutandine, salendo sopra di me.
- Riguardo quanto mi hai chiesto, nostro figlio non potrà mai nascere.
Chiudevo sempre gli occhi in quei momenti, ma quella volta reclinando la testa, giù dall'altra sponda del letto, guardai l'orizzonte nella finestra alle mie spalle. Quella sera la luna si era alzata, splendente, e il cielo era come un mare senza fondo.

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: giovedì 9 giugno 2016, 14:20
da Jacopo Berti
Ciao Alessandra, riporto il mio commento dalla sessione precedente del laboratorio.

Un racconto molto triste, in cui a poco a poco, assieme alla protagonista, si perde la speranza, e che suscita un certo malessere conducendo a quel mare senza fondo dell'incapacità dell'essere umano di comprendere i suoi simili, i suoi figli (la madre) e la sua cattiveria (il padre). E' questo che doveva fare, credo. Ci riesce.

Qualche piccolo rilievo su alcune frasi che secondo me potresti migliorare:
- "Di certo la mamma doveva averlo messo al corrente. Ne aveva una gran considerazione, tanto da consultarlo per ogni decisione." Anche a me, come a Valter, non sembra del tutto adeguata. La forma è diversa dal contesto, è una frase più didascalica che narrativa. Secondo me se ne può fare a meno, anche perché non è molto informativa: intuisco cosa vuoi dire, ma trovo che il modo in cui lo dici faccia pensare a qualcosa di più vicino alla normalità di quanto non sia invece. Prova a calcare un po', sottolineando la fiducia tradita nell'aver messo al corrente il padre, la "troppa" considerazione o qualcosa del genere - ma io non userei 'considerazione' - e la dipendenza psicologica nel consultarlo per ogni - 'minima', direi - decisione. Insomma, qui, ma anche altrove, approfondisci un po' la focalizzazione.
- "Sarebbe bastato aprire i vetri della finestra e, in un attimo, puf, tutto sarebbe finito." Mi pare troppo sbrigativo. Non so se vuoi attribuire alla protagonista un reale pensiero di suicidarsi, ma così mi pare troppo poco, non si sente la pelle d'oca delle altezze e della contemplazione della possibilità della propria morte.

Secondo me puoi ancora sistemare queste due cose.

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: giovedì 9 giugno 2016, 15:31
da alessandra.corra
Ciao Jacopo,

scusa se non avevo risposto al tuo commento la volta scorsa, ma lo scorso mese sono stata piuttosto incasinata.
Ho provato a seguire i tuoi consigli e ho appena corretto le due parti che non ti convincevano. Così pensi che potrebbe andare meglio?

Grazie per la lettura e il commento!

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: domenica 12 giugno 2016, 0:07
da ceranu
Ciao Alessandra :D
Racconto agghiacciante. Succede tutto così in fretta e con una tale naturalezza da far accapponare la pelle. Brava.
Però ti consiglio di rivedere la prima parte, quella con la madre. Lì è tutto tell e sembra quasi tu volessi chiudere in fretta quel paragrafo, mentre invece avrebbe meritato un dialogo più articolato e una scena più dettagliata.
Ci sono un paio di refusi, ma nulla di che.
Nel complesso la trovo un'ottima prova, ma fossi in te proverei a riscrivere questa parte:

Codice: Seleziona tutto

Poi, nervosa, chiamò in ufficio per dire che sarebbe entrata più tardi. Dopodiché, sedendosi accanto a me, cominciò a parlarmi con gran serietà. Dapprima cercando di scoprire chi fosse il padre, per poi chiedermi com’era potuto succedere una cosa del genere, visto che io uscivo così poco da casa, se non per andare a scuola. Io continuai a non darle le risposte che voleva, ma come prova della mia buona fede le mostrai il risultato del test fatto quella mattina. Davanti la mia ostilità perse la pazienza e mi diede un paio di schiaffi. Per lei ero sempre stata una “figlia impossibile”, con la mia depressione e stranezze varie, non ero che un grattacapo. Non ne poteva più di me. Continuò quella litania dicendo altre cose poco gradevoli, per diverso tempo.
Poi, esasusta, decise di recarsi lo stesso in ufficio rimandando quella triste questione al suo rientro.
Quando uscì mi sedetti alla scrivania della mia camera. Il volto mi bruciava e le lacrime mi graffiavano i lividi sulla pelle.

a mio parere il racconto ne gioverebbe parecchio.

Però, intanto, io CHIEDO LA GRAZIA, poi potrai decidere te se usarla o modificare il racconto.
Ciao e alla prossima.

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: lunedì 13 giugno 2016, 13:31
da maria rosaria
Ciao Alessandra.
Il tuo racconto èun pugno nello stomaco. Mi ha colpito e l'ho apprezzato molto.
Quello che cambierei è la parte che ti riporto:

alessandra.corra ha scritto:Quando rincasò mio padre era ormai sera. Era più che probabile sapesse già tutto. Egli aveva una gran personalità ed era un uomo brillante, colto e molto ligio al dovere. Impossibile non esserne conquistati. Mia mamma, infatti, stravedeva per lui e, nonostante i molti anni passati insieme, sembrava amarlo con lo stesso ardore dei primi anni di fidanzamento.
Come previsto, me lo trovai di fronte, occhi negli occhi:
- So tutto.
Lo fissai turbata, sebbene fiduciosa.
- Lo immaginavo.
Mi posò la mano su una guancia segnata dai colpi.


Penso che la protagonista dovrebbe provare rabbia per questo padre che abusa di lei. Taglierei un po', scriverei tutto con un tono più secco, togliendo quel "ligio al dovere" che non mi suona anche se ho capito il senso che c'è dietro. Al limite lo lascerei scritto in corsivo. Ti riporto come lo scriverei io:
"Quando mio padre rincasò era ormai sera.
Come previsto, me lo trovai di fronte, occhi negli occhi:
- So tutto.
Aveva una gran personalità, era un uomo brillante e colto (sempre "ligio al dovere"). Impossibile non esserne conquistati. Mia madre, nonostante i molti anni passati insieme, ancora stravedeva per lui.
Lo fissai turbata, sebbene fiduciosa.
- Lo immaginavo.
Mi posò la mano su una guancia segnata dai colpi."


A presto :-)

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: martedì 14 giugno 2016, 11:39
da alessandra.corra
@ Francesco, grazie per il commento e la richiesta di grazia, cercherò di rivedere la parte che mi hai sottolineato!

@ Maria Rosaria, mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio racconto, in effetti il tuo suggerimento mi è piaciuto e cercherò di modificare quella parte che mi hai citato! grazie!

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: mercoledì 22 giugno 2016, 14:37
da alexandra.fischer
Ciao Alessandra, questa tua nuova versione del racconto è molto ricca di particolari, che hanno il potere di far entrare il lettore nel tuo mondo alla perfezione. Il particolare del padre colto rende più agghiacciante la vicenda. L'immagine della luna splendente e del cielo-mare senza fondo del finale è bellissima.

CHIEDO LA GRAZIA

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: mercoledì 22 giugno 2016, 16:55
da Peter7413
Eccoti di nuovo con questo racconto che ti avevo già commentato in un'altra sessione del Laboratorio. Confermo il mio parere positivo, per me è un racconto che merita la Vetrina (togli solo quel "un attimo").

CHIEDO LA GRAZIA.

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: giovedì 23 giugno 2016, 17:06
da maria rosaria
Ciao Alessandra.
Ottima rielaborazione del testo.

CHIEDO LA GRAZIA

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: domenica 26 giugno 2016, 21:03
da francescocascione
Ciao Alessandra


non ho letto le versioni precedenti, ma questa è davvero ben fatta.
Bello il ritmo, tema delicato con scoperta finale anticipata dagli indizi disseminati con intelligenza

Bel lavoro

Chiedo la Grazia

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: lunedì 27 giugno 2016, 15:09
da alessandra.corra
Ringrazio tutti per i commenti ricevuti. Oggi ho fatto l'ultima piccola modifica al racconto e, avendo ricevuto più di tre richieste di grazia e fatto i commenti richiesti, a questo:

SFIDO SPARTACO.

Re: un mare senza fondo (3826 caratteri)

Inviato: mercoledì 29 giugno 2016, 15:35
da Spartaco
Sfida accolta, stasera il responso.